sabato 27 luglio 2024

Ci hanno messo dentro davvero tutto: la montgolfier, i fratelli Lumière, le savon de Marseille, mancava solo la guillotine che pur ebbe larga diffusione in Svizzera, Belgio, Germania, Stato Pontificio, un omissis storico, oltre che ideologico. A un certo punto, ormai stremato dal pandemonio dei tarantolati e nel bel mezzo di un attacco epilettico, mi par d'aver udito distintamente anche un "mangiatrice di giavellotti" che ha dato la stura a tutta una serie di rêverie piuttosto bizzarre che è meglio non star qui a specificare.

venerdì 26 luglio 2024

 Ci fu un filosofo, il primo, Talete, che morì di caldo sugli spalti mentre assisteva a una gara della 58ª olimpiade, così lo ricorda Diogene Laerzio:

«Assistendo un tempo a una gara ginnica, Zeus Elio,
il sapiente Talete strappasti dallo stadio.
È bene che tu l'abbia accolto: ormai vecchio,
dalla terra non vedeva più le stelle.»

Curiosamente, proprio a Talete capitò di morire di disidratazione, lui che tutto l'universo aveva fatto d'acqua: acqua la terra, acqua l'aria, acqua anche il fuoco, e proprio nel momento in cui ne avrebbe avuto più bisogno, non gli capitò di trovarne sugli spalti nemmeno una goccia essendo in quel momento fuori servizio anche il servizio di ristorazione. Sembra quasi una storiella inventata a bella posta, e probabilmente in effetti lo è, agli antichi greci piaceva sbertucciare da morto chi in vita aveva avuto troppa fortuna, probabilmente per senso di giustizia, o forse solo perché erano invidiosi. 

Anche a Talete, come ad Icaro, poche semplici regole avrebbero forse salvato la vita: bere molta acqua, mangiare frutta e verdura e non uscire nelle ore più calde.

Come sono già tutti eccitati i cronisti nel dar notizia dei primi sabotaggi e dei primi allarmi bombe, non vedono l'ora che gli passi davanti la Storia nella forma di qualche prelibatissimo attentato, i fuochi d'artificio dello Zeitgeist, a loro gli fa curriculum. Le più eccitate, come al solito, le testate on line, in combutta con i colleghi iettatori della televisione che ogni tre per due ci impacchettano col fiocco i servizi su Monaco '72, quella sì un'edizione storica, altro che Tokyo 2020 che se non fosse stato per il Covid non avrebbe fatto manco statistica. Beccamorti.

La natura è in splendida forma stamattina, l'afa ci ha dato un po' di tregua e il termostato del caldo è tarato sulla giusta temperatura. La Sila ci guarda maestosa e immobile come un dio, il basilico e il prezzemolo sono belli tonici, l'erba cipollina ha messo su una zazzera da adolescente nella fase di sviluppo, le begonie si stanno riprendendo. Abbiamo certe begonie rosse come le labbra di Marilyn Monroe, con le foglioline pelosine e le clorofille tutte roride di sudore. Sensualità della natura qui nel meridione, le colline sono le mammelle e gli avvallamenti le cosce lanose di alberi d'ulivo.

mercoledì 24 luglio 2024

Odio i cetrioli, il cetriolo è un'anguria che non ce l'ha fatta. La mia ideale linea Maginot quando mangiavo l'anguria si fermava almeno a un centimetro e mezzo dalla parte verde, lei considera invece parte edibile del melone ad acqua tutta la buccia fino a un millimetro dalla corchia esterna, io ancora non mi capacito. Dico: abbiamo l'anguria, anzi, l'angüria, come si diceva dalla nostre parti, con il suo cuore rosso rosso e succoso, doce come 'o zucchero, e tu vai a cercarti proprio la parte verdognola che sa di terra? Tanto vale mangiare l'erba. No, non mi capacito. Il guaio è che fa proseliti, l'eresia si sta diffondendo come l'arianesimo ai tempi di Sant'Agostino.

La sgradevole sensazione che le decisioni prese oltreoceano dagli elettori americani andranno ad impattare anche sulla nostra placida routine quotidiana, che ci entreranno direttamente in casa dalla biologica quando saremo comodamente seduti sulla tazza del water, che non si potrà più beatamente vivere nascosti come gli epicurei, che la Weltanschauung di un coltivatore diretto del Minnesota deciderà le sorti del nostro bel giardino filosofico con annesso tutto il cenacolo di discepoli. L'unica salvezza è che nell'attuale panopticon globale l'occhio del grande scrutatore non si posi mai sul nostro piccolo angolino di mondo, che la nostra irrilevanza possa suscitare in lui quel briciolo di compassione.

martedì 23 luglio 2024

Ha piovuto finalmente, abbiamo avuto la nostra razione di acqua mensile, adesso aspettiamo l'episodio di agosto e nel frattempo mettiamo in atto tutte le procedure di resilienza, quest'acqua ci dovrà bastare per altre quattro settimane. Dai tuareg abbiamo appreso l'imperturbabilità, dalle lucertole spinose del Sahara il trucco di sollevare alternativamente le zampine sulla sabbia rovente, dalle rane psicotrope del Mojave lo stratagemma di succhiare la condensa dei cactus senza rimanere attaccati con la lingua, insomma, natura magistra vitae. Per sopravvivere alla natura bisogna farsi natura, un esatto processo di mimesi è il solo che può garantirci la salvezza, come Achille a Sciro travestito da donna noi ci facciamo zolle riarse e piante grasse, guai a incrociare lo sguardo di Medusa, guai a sfidare vis-à-vis il sole rovente, si rischia la fine di Icaro, o di Prometeo, che rubato il fuoco agli dei ha dovuto pagar dazio e patire l'eterno tormento. Resto comunque dell'opinione che Icaro con una buona protezione solare ed evitando di uscire nelle ore più calde sarebbe potuto scampare al disastro.

lunedì 22 luglio 2024

I deliri di Zarathustra ci indicano la strada che porta al superamento dell'uomo, ma lo fanno appunto liricamente, lo spirito della terra va compreso zompettando come fauni nella foresta e il compito esige da noi un'attitudine già oltreumana, insomma, servono orecchie speciali per comprendere non solo la soluzione proposta ma anche e soprattutto il problema. Stiamo forse diventando superuomini noi attuali, a nostra insaputa? Sembrerebbe che siamo ancora in alto mare. Lo spirito della terra è per noi un panino al prosciutto e una spolverata d'ateismo, così facile per noi che non ci sentiamo ormai più di tanto minacciati dalla natura imprevedibile, e quand'anche fosse ci appelliamo alle politiche green. Non era esattamente quello che aveva in mente Nietzsche. 

sabato 20 luglio 2024

Ohi che pace quando le cicale finalmente interrompono lo sfregamento del timballo posto sull'addome, vera colonna sonora dell'estate, dopo mezz'ora però hanno già rotto i marones. Con un fucilino ad aria compressa appostarsi quatti quatti tra la vegetazione, beccarle dritte in mezzo alle palle degli occhi, pem pem pem, vederle cadenti a terra stecchite, come le stelle. Ho appena udito su internet il canto delle cicale della Nuova Zelanda: delle mitragliatrici automatiche. A che servono le cicale? Erano sacre agli ateniesi. "Secondo Orapollo la cicala simboleggiava l'iniziazione ai misteri, poiché essa, anziché cantare con la bocca, emette suoni dalla coda". Ma che li emettesse pure col culo, sempre fastidiose restano. Secondo un'errata credenza ripresa dall'illustre naturalista comasco Plinio il Vecchio "si riteneva che le cicale si nutrissero di sola rugiada e ciò faceva sì che il loro corpo non contenesse sangue e non dovessero espellere escrementi" per cui gli antichi le ritenevano simbolo di purezza. Io sto invece con Virgilio e Ludovico Ariosto che le ritenevano querule e noiose. Delle cicale, ci cale ci cale ci cale, della formica invece non ci cale mica.

C'è un tempo di internet in cui siamo tutti epigoni della contestazione giovanile comodamente collegati dal tablet e dal cellulare. C'è un tempo di internet in cui siamo tutti liberal, progressisti, libertari, rispettosi delle minoranze (sorvolando su quanto sia irrispettoso e oltretutto razzista indicarle benevolmente come minoranze). C'è un tempo di internet in cui finalmente smettiamo di fare i bravi e magari iniziamo ad esserlo veramente. Riempitisi le bocce con l'accoglienza dei migranti, la maggioranza di questi accoglienti storcerebbe il naso ad invitare a pranzo il lavavetri trovato all'incrocio, e anche qualora lo facessero, lo farebbero per segnalare a se stessi e agli altri la loro azione virtuosa, non per un genuino trasporto umano. Ravvolti come siamo nei nostri civilissimi costumi, di questo genuino trasporto umano si sta perdendo in noi ogni traccia.

Bertrand Russell, ahimè, gode di buona stampa, ma non posso perdonargli la meschinità con la quale liquida il pensiero di Nietzsche in quella raffazzonata accozzaglia di lezioncine filosofiche che è la sua Storia della filosofia. Ahimè ha vinto per giunta un Nobel per la letteratura, quando si sa che in fatto di letteratura anche solo un Gadda o un Céline potrebbero cagargli in testa su tutta la linea. Ma si sa, il Nobel è una faccenda politica, e Russell era a quei tempi un mito della contestazione giovanile. C'è nel giudizio su Nietzsche il pregiudizio del filosofo analitico nei confronti dei continentali e l'accusa assai trita e cretina di aver ispirato il nazismo. Bertrand Russell è un cretino. Il che non vuol dire che non sia anche intelligente, si può essere molto intelligenti e anche cretini, e questo è proprio il caso di Bertrand Russell.

venerdì 19 luglio 2024

Eppure, e non lo dico per semplice polemica, l'idea che esiste un mondo materiale che viene poi tradotto in immagini mentali da certi organi di senso essi stessi materiali e che per giunta fanno da ponte fra quello stesso mondo materiale e il fantasmatico mondo sensoriale, non è supportata di fatto da alcuna evidenza empirica. E ve lo dice uno che quando sente dire "corpi intermedi" pensa subito a qualche diavoleria spiritica.

giovedì 18 luglio 2024

Ne abbiamo parlato così tanto, lasciate che ve li presenti: eccoli qua, gli amori di paparino loro, una piantina di basilico e una di prezzemolo, l'erba cipollina invece non è potuta entrare nell'inquadratura ma vi manda lo stesso tanti saluti (forse fa in tempo a spuntarne un zic in alto a destra).

Io Dioniso? Al massimo un fauno con la sciatica, ma rileggersi Nietzsche dopo vent'anni di filosofia lasciata sedimentare, liberato finalmente dal bisogno di trovare delle risposte, rileggersi Nietzsche e Schopenhauer è per me un piacere pari al bicchierino di passito che di tanto in tanto mi concedo fra una boccata di Red Virginia e l'altra. Ora comprendo lo Zarathustra, chiedermi anche il superuomo sarebbe un tantino esagerato, al massimo una corda tesa fra l'uomo e il diclofenac.

mercoledì 17 luglio 2024

"La fine dello scorso secolo è stata l’epoca d’oro dell’etimologismo. Devoti alla dea Ragione, gli uomini s’illusero di aver toccato con mano la Verità. Fu un momento di gioia piena, orgogliosa, trionfante. Poi, a poco a poco, e mentre le concioni degli ‘illuminati’ e gli zum-zum delle filarmoniche echeggiavano ancora nel cielo senza Dio, la delusione cominciò a minare quel terreno in apparenza così solido. E quello che in principio sembrava l’aurora di una vita nuova e lucidissima, non era invero se non il segno che corri corri, arranca arranca, la civiltà settentrionale era arrivata su un binario morto."

Savinio, Alberto. Nuova enciclopedia (p.124). Adelphi.

lunedì 15 luglio 2024

Sembra tutto una sciocchezza ormai, hanno sparato a Trump, ci fanno sopra un meme e passano alla prossima stronzata, ormai informarsi su internet è come andare all'ortofrutta, che ti va oggi, un po' di Biden? Ma sì, vada per un po' di Biden, una fregnaccia su Biden e via, avanti il prossimo. Che poi la salute di Biden fino a ieri era argomento di destra, argomento indicibile, argomento populista, ora che pure George Clooney (sì, George Clooney, il pediatra di E.R - Medici in prima linea) s'è pronunciato, fra i democratici è tutto un "eh be', si vede che è vecchio, si deve ritirare". Quando attaccano con una fola non la finiscono più, il bullismo dei mezzi di informazione organizzati in spedizione punitiva, una volta che ci capiti sotto sei fritto, da oggi l'abilismo su Biden è consentito anche a sinistra: vai con la merda. Faccio bene a dedicarmi al mio prezzemolo.

domenica 14 luglio 2024

Al sud la natura è aggressiva, la natura ci vuole morti. Non siamo assediati solo dal caldo, dall'arsura e dalla mancanza d'acqua (la quale acqua ci assedia invece sottoforma di immancabile afa), ma frotte di insetti cattivi ci fanno la posta dalle finestre chiuse per entrare e divorarci nel sonno. Insetti simili a vespe che qui chiamano cudilonghe iniziano a ronzare fra persiane e vetri fin dalla mattina e ronzando e urtando contro i vetri ci svegliano ricordandoci che là fuori ci attende un mondo ostile, che non siamo i benvenuti, che là fuori comandano loro e vogliono entrare e invadere anche lo spazio degli uomini civili così faticosamente e artificialmente sottratto al dominio degli imenotteri. Già nei miei incubi mattutini vedo il mio corpo delicato e muliebre di maschio settentrionale divorato vivo da questi operosi assassini che non conoscono il riguardo che si deve al baygon e alle zanzariere. I corpi di qui, temprati dalle alte temperature e ancestralmente addestrati agli assalti della natura ostile, non sembrano darsene cura, dovrò al più presto rinforzarmi anch'io, o non ne uscirò vivo.

venerdì 12 luglio 2024

"l'uomo moderno soffre di una personalità indebolita. Come il romano dell'epoca imperiale [...] perdette se stesso sotto l'irrompere delle cose straniere e degenerò in mezzo al cosmopolitico carnevale degli dèi, costumi ed arti, così deve accadere all'uomo moderno, che si fa preparare di continuo dai suoi artisti della storia la festa di un'esposizione universale; è diventato uno spettatore gaudente e peregrinante, ed è caduto in una situazione dove perfino grandi guerre e grandi rivoluzioni possono cambiare a malapena qualcosa per un momento. Ancora non è finita la guerra, e già essa è convertita in carta stampata in centomila copie, già gli viene presentata come nuovissimo stimolante al palato estenuato dei bramosi di storia." "così l'individuo si fa esitante e insicuro [...] sprofonda in se stesso, nell'interiorità, cioè in questo caso nel deserto accumulato delle cose apprese che non agiscono all'esterno, dell'erudizione che non diventa vita."

Nietzsche, Sull'utilità e il danno della storia per la vita

lunedì 8 luglio 2024

Nel 1948, alle elezioni della neonata Repubblica Italiana, si presentò il Partito Unionista Italiano, scopo del partito era l'annessione dell'Italia agli Stati Uniti d'America. L'annessione era da leggersi nell'ottica di un più ampio quadro politico mondiale che avrebbe visto il governo degli Stati Uniti d'America annettere "tutte le nazioni libere e democratiche del pianeta, in modo da trasformarsi in un governo mondiale di tipo federale, in grado di mantenere la Terra in una condizione di pace perpetua". La formazione ebbe vita breve e raccolse scarsi risultati elettorali non essendo stata avallata dagli stessi Stati Uniti che avevano nel frattempo scelto la DC come proprio luogotenente in Italia. Apprezzo il tentativo, se non altro per l'onestà intellettuale. La rovina elettorale, per giunta, comprova in un certo senso la buona fede dei promotori. Me li immagino, questa specie di giurati della Pallacorda, stringere tra di loro il patto unionista in nome dell'umanesimo universale, pindaricamente stupefatti della loro idea di pace perpetua, senza mettere in conto tutti i futuri Vietnam e Coree, i Nicaragua e i Guatemala. Sull'utilità e il danno degli utopisti per la vita. (gli Stati Uniti, egemoni culturalmente, perseguono nel frattempo l'unionismo per vie più ufficiose).

sabato 6 luglio 2024

Prima regola di una piantina felice: trovarle il posto giusto, questo perché, a differenza dei gatti che quando hanno freddo si appallottolano sui cofani e quando hanno sete bevono dal water, le piantine, ad esclusione dei trifidi, non deambulano autonomamente, a meno che assieme alle radici non deambuli anche il terreno circostante, ma questo dopotutto è un fenomeno raro e se vogliamo anche catastrofico. Altro aspetto importante è l'irrigazione: stamattina le piantine mi chiedevano il Polase, si erano sdraiate afflitte nei loro vasi sudari stremate dall'afa mattutina, innaffiate, ora sfidano baldanzose la legge di gravità come le poppe di Dolly Parton: missione compiuta. Le succulente, diversamente, sono i cammelli del regno vegetale, le loro poppe, pardon, le loro foglie carnose, grazie ai loro parenchimi acquiferi, trattengono tutta l'acqua di cui hanno bisogno, e in emergenza, come i radicali, possono riciclare anche la propria pipì. Queste sono le basi, il vostro apprendista giardiniere vi dà appuntamento alla prossima puntata.

venerdì 5 luglio 2024

Il mondo dell'informazione è così laido che ogni volta che ascolto o guardo un notiziario poi sento il bisogno di lavarmi le orecchie e riposarmi gli occhi, andrebbero guardati con gli occhiali scuri, ascoltati con i tappi di cera, oppure proprio non ascoltarli affatto e vivere la vita beata delle piante e godere della luce e della fotosintesi clorofilliana, senza coinvolgimento in questioni che pensiamo debbano richiedere un nostro pronto intervento etico-morale: il femminicidio, le guerre, il cambiamento climatico. Io personalmente non ammazzerei nessuna femmina, non provocherei nessuna guerra, non cambierei nessun clima al mondo, mi accontenterei che piovesse, che so, almeno una volta a settimana, una pioggerellina corroborante come un massaggino shiatsu, giusto per dissetare l'erba cipollina, e per il resto mi ritiro umilmente nella mia irrilevanza, sordo alla cacofonia del mondo.

lunedì 1 luglio 2024

Appunti nietzschiani: Lo Spirito della Tragedia

Se non ora, quando? Era questo il momento di riprendere Nietzsche attingendo dall'originale invece di farselo spiegare sempre per interposta persona. Ho portato a termine la lettura de La Nascita della Tragedia e mi sono talmente immerso nell'esperienza estetica, immerso nel clima del romanticismo tedesco, che pur con questo caldo mi è spuntata una redingote e tuttavia anche un chitone corto al ginocchio, alla moda di Odisseo. In questo libro è il giovane professore universitario Nietzsche che scrive con lo sguardo rivolto a Wagner e a Schopenhauer, la tesi è che la bella tragedia attica di Eschilo e Sofocle emerga dallo spirito musicale di Dioniso mediato dal necessario contrappunto logico-formale dell'apollineo. Dionisiaca è dunque la pura intuizione artistica, l'infinita forza vitale da cui tutto sgorga in grado di mettere in relazione l'individuo con il Tutto (in pratica la Volontà di Schopenhauer), apollineo è il moto intellettuale che racchiude quell'infinito nella bella forma codificata. Ma ahimè, a un certo punto giunge un corruttore, un distruttore di quell'eccellente equilibrio, il suo nome è Socrate.

"il prototipo dell'ottimismo teorico che, con la menzionata fede nell'attingibilità della natura delle cose, concede al sapere e alla conoscenza la forza di una medicina universale e vede nell'errore il male in sé." "Perfino i fatti morali più sublimi, i moti della compassione, dell'abnegazione, dell'eroismo [...] derivano secondo Socrate e i suoi seguaci o simpatizzanti fino ad oggi, dalla dialettica del sapere, e sono considerati in conformità come apprendibili." 

Quella di Socrate è dunque la corruzione dell'intellettualismo che limita la disposizione alla grandezza, un superficiale richiamo alla ragionevolezza che opera in nome del principio morale e moralizzatore, l'eruditismo ottimistico contrapposto alla conoscenza tragica vissuta sulla pelle dal greco antico.

Qui Nietzsche, egli stesso ottimista, non nasconde però la sua speranza che il vero spirito tedesco si stia infine risvegliando, incorrotto nella sua grandezza e portatore di antichi miti, per mezzo della musica di Wagner, e che essa possa spazzare via tutto il socratismo della vita moderna, speranza vana e come vedremo destinata ad essere disillusa (rottura con Wagner nel frattempo convertitosi al cristianesimo, ennesima emanazione del socratismo).

[continua]

venerdì 28 giugno 2024

Il basilico, poverino, appena sta un po' al sole s'ammoscia tutto, poi, a forza di innaffiarlo, verso sera trova la forza di rialzarsi, gli si riempiono di linfa tutti i corpi cavernosi e si raddrizza, che è un piacere prenderlo in mano. Io lo tocco sempre, mi piace quell'aroma fresco e un po' mentoso che lascia sulle dita, e anche il rosmarino, ho scoperto che sa di bagnoschiuma Felce Azzurra. Infatti il rosmarino officinalis fa parte del genere salvia, il suo nome vero è salvia rosmarinus, o rosmarinus officinalis, il che depone a favore della teoria che si tratta di una pianta artificiale, prodotta in officina, per l'appunto. Quando raccolgo i fichi, invece, mi guardo prima in giro per vedere se c'è qualcuno che mi sta osservando, mi pare di tirare i coglioni ad un passante, "mi scusi, devo sentire se sono maturi... mmm, no, non sono ancora pronti"; e quando li mangi, che ti credi, sembra proprio di leccare una... per lo stesso motivo non mangio le banane. Preferisco la frutta già processata e ridotta ad essenza industriale, svuotata della sua carica sessuale. Chi vende banane, per esempio, dovrebbero chiudergli il negozio, inutile mettere un limite al porno se poi basta entrare in supermercato per essere sopraffatti dai cetrioli. La natura è sudicia, altro che frociaggine nei seminari, si pensi piuttosto a tutte le suore, le suorine e i fraticelli che proprio in questo momento stanno prendendo in mano nel segreto della loro clausura e con la scusa dell'ora et labora, zucche, zucchine, melanzane e pisellini, è una guerra persa con tutti questi adescamenti predisposti dalla natura.

martedì 25 giugno 2024

Quanti affitti ho pagato nella mia vita, le mie pigioni, alzarsi presto, dormire tardi per guadagnare un po’ di tempo allo studio, alle fioche luci delle candele di sebo, alla sera leoni, la mattina… sveglia alle 7:00, richiamo alle 7:30, ancora cinque minuti, tutto calcolato, come Fantozzi: tè, fetta di torta fatta in casa, me la preparavo la domenica, poi evacuazione mattutina. Avevo abituato il corpo ad obbedirmi, ricordo delle colonie estive quando si cacava come uccellini fra due burrasche, estote parati. D'inverno il saluto al sole che avremmo rivisto la mattina seguente, come al polo nord, sei mesi di buio, tornare a casa alle 18:30, senza luce, a whiter shade of pale, dei Dik Dik. E poi le mie colleghe, solo raggio di sole nelle tenebre, poi d'estate, quando si mettevano i sandali… ero ingrassato di 15 chili, sembravo l'omino Michelin ma conservavo un mio fascino, beato fra le donne, come il Tannhauser di Wagner. Tutto perduto.

«Gustin», gli feci, «tu mica sei sempre stato così rincoglionito come oggi, abbrutito dalle circostanze, il mestiere, il bere, le sottomissioni più funeste… Te la senti, per un momentino, di tornare alla poesia?… di fare un salterello di cuore e di minchia alla lettura d’un’epopea, tragica certo, ma nobile… sfavillante!… Te ne credi capace?…»

lunedì 24 giugno 2024

Potete dirmi per favore come si chiamano in italiano le pagliuzze che svolazzano nel fuoco? Mi ricordo che c'è un nome preciso, nel nostro dialetto del basso mantovano si chiamavano per esempio "falistre", per esempio "falistra" (voce del verbo "falistrare") quando comincia a nevicare e svolazzano tutto intorno le scagliette gelate che preannunciano il fiocco vero e proprio. Oppure scopriamo che si chiamano proprio pagliuzze e abbiamo risolto il caso.

Cioè, per Roberto Baggio è arrivato perfino il RIS di Parma, se avessero rapinato a me mi avrebbero guardato come un Pasquale Ametrano qualsiasi e mi avrebbero detto con un sorrisino di compatimento: "ci hanno rubato i Rolex? Eh, lo fanno, lo fanno...". Fortuna che io ho preferito investire in libri di Nietzsche, che tra l'altro non li voleva nemmeno la biblioteca, gratis. È incredibile come i libri non valgano niente. Mi sono interessato alla cosa per via del trasloco, ho dovuto scartare mezza libreria, così sono andato al Libraccio che aveva una grande insegna sulla vetrina che diceva: "Porta qui i tuoi libri usati, te li paghiamo!", sì, come no, pubblicità ingannevole. Erano disposti a pagarmi solo quelli di De André con le foto per via degli studentelli di sinistra che si fanno le pippe coi cantautori del passato, ma tipo due euro... Dio che gente spregevole che si trova nelle librerie. Non erano i miei libri ad essere brutti, sono loro che sono delle brutte persone. È una cosa che mi ha ferito profondamente.

domenica 23 giugno 2024

Preferisco i papi ultraconservatori, almeno sai chi hai davanti, hanno ragione quelli che non riconoscono gli ultimi pontefici, è dal Concilio Vaticano II che si è diffusa questa moda dei papi moderni, i quali hanno sbiadito via via sempre più i loro connotati, come se si trattasse di una strategia di camouflage appositamente predisposta per disorientare i loro avversari. La figura del papa buono, aperto ai gay e agli esiti della modernità, è un'invenzione spudorata della stampa democratica che ci vuole pigliare per fessi, guardate invece i papi del passato, con quale santissimo piglio si congratulavano con Francisco Franco per il buon esito della controrivoluzione (fonte: radiomessaggio di Sua Santità Pio XII ai cattolici di Spagna, Domenica, 16 aprile 1939):

"paterna felicitazione per il dono della pace e della vittoria con il quale Dio si è degnato di coronare l'eroismo cristiano [...] I disegni della Provvidenza, amatissimi figli, si sono manifestati ancora una volta sopra l’eroica Spagna. La Nazione eletta da Dio come principale strumento di evangelizzazione del Nuovo Mondo e come baluardo inespugnabile della fede cattolica, ha testé dato ai proseliti dell’ateismo materialista del nostro secolo la più elevata prova che al di sopra di ogni cosa stanno i valori eterni della religione e dello spirito. [...] A Voi particolarmente, Venerabili Fratelli nell’Episcopato, spetta di consigliare gli uni e gli altri affinché nella loro politica di pacificazione tutti seguano i princípi inculcati dalla Chiesa, e proclamati con tanta nobilità dal Generalissimo, di giustizia, cioè, per il delitto, ma di generosa benevolenza verso coloro che hanno errato."

Altro che "quante volte vediamo gente tanto attaccata ai gatti, ai cani, e poi lasciano senza aiutare il vicino, la vicina che ha bisogno… così non va". È giunto il momento, insomma, che noi proseliti dell'ateismo materialista dobbiamo prenderci cura anche dei nostri cari rivali, perché ritornino quelli di una volta, in piena salute, così che la nostra affermazione acquisti maggior valore di questa patetica gherminella che è diventata la battaglia per i diritti civili (si veda per es. "Bertinotti: il movimento operaio è morto, in CL ho ritrovato un popolo", ecc. ecc.).

venerdì 21 giugno 2024

Digressione un po' breriana sul mondo dell'ars pedatoria (sto leggendo in questi giorni un libro di Brera, I campioni vi insegnano il calcio). Avevano chiamato Spalletti in nazionale per ripetere il miracolo di San Gennaro, ma i miracoli, proprio per loro stessa natura, sono dionisiaci, unici ed estemporanei, e solo sotto il Vesuvio, sotto la spinta apollinea della società civile, si possono ripetere uguali nel tempo (sto leggendo anche La nascita della Tragedia dallo spirito della musica). Credo che una nazionale così brutta non si è vista nemmeno ai tempi di Ventura, o forse sono io che ricordo male. Con la Spagna eravamo sempre in ritardo, asincroni rispetto ai tempi di gioco imposti dagli avversari, e non valga nemmeno il discorso della scarsa qualità degli interpreti perché nel calcio chi non ha testa almeno deve avere gamba. Spalletti ha una sua sintassi tutta particolare, una sintassi sofferta: "La chiave del problema è sempre la stessa, eravamo sotto il livello per reazione, per accompagnare l'azione, per rientrare", tradotto, "non abbiamo visto la palla". Ma non credo nemmeno che sia solo un problema di freschezza fisica, sotto la quale si vogliono nascondere molto astutamente guai più seri, credo ci sia una certo problema di frenesia nel palleggio, l'idea spavalda che dobbiamo dominare il gioco, una certa sovrastima delle nostre possibilità, e in ultimo una confusione anche tattica, una difesa a quattro invece che a tre, dove i nostri vari Bastoni, Dimarco e Barella, abituati al formidabile 3-5-2 di Inzaghi, finiscono per perdersi come pesciolini in un acquario troppo grande. A parte gli ultimi europei, quelli vinti da Mancini per un miracolo per l'appunto unico ed estemporaneo, l'Italia del calcio ha sempre vinto con il gioco all'italiana, per cui credo provocatoriamente che la nazionale italiana sia da consegnare oggi stesso a Massimiliano Allegri, il re del corto muso, con buona pace degli esteti e dei folgorati sulla via del tiqui-taca (bravo Calafiori, abbiamo trovato uno stopper, irritante Scamacca, piuttosto mettiamo un falso nueve, piuttosto chiamiamo dal Cosenza Tutino che da queste parti sta facendo sfracelli).

martedì 18 giugno 2024

Mi mettono una fiacca le prime ondate di calore che non vi dico, mi ci vogliono giorni prima di abituarmi alle mutate condizioni igrometriche, ogni volta rischio la vita. Anni fa potevo saltare due e trentasette come Tamberi alle due del pomeriggio, oggi mi sciolgo sul terrazzino come spuma al sole. Viste le eccezionali condizioni climatiche si raccomanda di bere un litro d'acqua ogni n secondi per evitare l'istantanea liofilizzazione dell'organismo. Oramai l'atmosfera terrestre è più venefica di quella venusiana dove pure imperversano piogge acide corrosive e le elevate temperature farebbero bruciare spontaneamente ogni oggetto a pressioni paragonabili a quelle delle profondità marine, Fossa delle Marianne, Fossa della Tonga e delle isole Aleutine comprese. Le mappe di internet hanno terminato il rosso e il magenta è in via di esaurimento. Penso a quei poveretti che lavorano sotto il sole, da socialista io farei una legge che li esenti dal lavoro dalle 13:00 alle 17:00 per tutto il periodo estivo, e diametralmente che gli proibisca di recarsi in spiaggia. Va anteposta la salute delle persone allo sfruttamento commerciale delle coste impedendo l'accesso alla battigia tramite posa di filo spinato e cavalli di Frisia. Ma ritornando a noi: posta un'umidità del 115% e applicando sull'avambraccio e sulle gambe due elettrodi su cui sono montati due tamponi assorbenti e due gel contenenti pilocarpina la possibilità che il corpo, esposto all'esterno, imploda all'istante impossibilitato a traspirare da ogni suo poro sono salite del 350% negli ultimi 70 anni. Fa pensare.

domenica 16 giugno 2024

Perché da giovani ci appassionava tanto Nietzsche? Be', perché innanzitutto scriveva bene. Questo è un tratto che Nietzsche ha ereditato dal suo primo maestro Schopenhauer. Era anche spiritoso, per giunta, non spiritoso come Schopenhauer, ma c'era una certa vena umoristica. E poi perché Nietzsche è il genio incompreso che siamo stati tutti noi genî incompresi a quell'età. Ci sentivamo spavaldi con Nietzsche sotto il braccio. Me li sono portati tutti i miei Nietzsche, si sono fatti un viaggio di 1000 km via FedEx, gli Adelphi gialli con la copertina ruvida. Andavo a comprarli apposta a Milano, alla Feltrinelli che c'era in Galleria. Milano, sì, un altro mio grande rimpianto assieme a Como. Avrei voluto finire l'università a Milano, ma ero troppo timido, ed era troppo grande Milano. Vorrei ritornare a vivere al nord, a Como, e a Milano. Chissà, magari un giorno, con una misera pensioncina, in un microlocale, come quelli di Hong Kong. Nietzsche ovviamente e ampiamente frainteso, magari piegato alle ragioni del postmoderno, che è come dire le fettuccine Alfredo, una schifezza. Mi impegnerò a rileggermelo Nietzsche, vi farò sapere.

giovedì 13 giugno 2024

Adesso c'è la vita coniugale che mi appassiona e mi basta, non ho più bisogno della politica, anzi, ho passato tutta la lunga campagna elettorale europea disinteressandomi beatamente degli incresciosi fatti e delle deplorevoli dichiarazioni, non seguo un telegiornale da settimane, e anche se mi capita mantengo nei suoi confronti lo sguardo vitreo della mucca che guarda passare i treni. Al contrario di quel che si può pensare non si tratta di un arretramento quanto piuttosto di un avanzamento dell'assennatezza personale, mi sento leggero, sgravato dalla tossicità delle cretinerie del giorno. Mi ha fatto ridere Bergoglio, questo sì, perché è un mattacchione, però non c'è più Berlusconi, non ci sono più i grandi caratteri di una volta, questi che ci sono oggi non mi piacciono, non mi dicono niente, non mi appassionano più.

sabato 8 giugno 2024

I cosentini, all'epoca conosciuti come brettii o bruttii, erano un popolo assai orgoglioso e bellicoso, avevano vinto una guerra contro i lucani e si erano stabiliti alla confluenza dei fiumi Crati e Busento sul monte Pancrazio e qui vi avevano fondato la loro città, Cosentia, a significare il raggiunto consenso con i lucani, con i quali fondarono una lega. Qui avevano prosperato e si erano allargati fino a raggiungere a sud la città di Regium e a minacciare le città della Magna Grecia. Quando arrivarono i romani, però, i cosentini dovettero arrendersi, e tuttavia continuarono nei secoli ad approfittare di ogni minima rivolta contro il potere centrale di Roma alleandosi ogni volta con i suoi nemici: Pirro, Annibale, perfino Spartaco. Sconfitti ogni volta, persero sempre più la loro autonomia e dovettero sottostare alle più crudeli umiliazioni. A Cosenza, in pieno disfacimento dell'impero romano, arriva Alarico di ritorno dal saccheggio dell'Urbe, e qui vi muore, sepolto alla confluenza dei due fiumi assieme al suo tesoro. Un moderno monumento equestre è oggi posto a memoria del molto ipotetico luogo della sua sepoltura all'ombra della Chiesa di San Francesco da Paola. E qui finisce il momento Ulisse - il piacere della scoperta.

venerdì 7 giugno 2024

E cosa credi, gli inverni in Insubria passati coi piedi gelati, gli stessi, del resto, passati ai piedi della Silva Brutia, per via del clima, sì, ma anche dell'atenololo ("sensazione di freddo intenso a mani e piedi"). Ricordo l'inverno passato a Como da unici inquilini del condominio tra due strati di appartamenti disabitati e freddi, la temperatura non si alzava mai più di 17 gradi anche col termostato a 30, era il tempo della pax merkeliana quando il gas costava quanto una gazzosa, non ci facevamo caso. Nemmeno lo scaldino poteva rimediare, anzi, per proprietà adiabatica raffreddavo anche quello, trasferivo a lui il freddo coi piedi più di quanto ricevevo in calore. Dio solo sa quanto mi costa cambiare le mie abitudini, l'abitudine alla mia città, bionda e bella come i figli dei ricchi, addio, monti sorgenti dall'acque, ed elevati al cielo; cime inuguali, note a chi è cresciuto tra voi, e impresse nella sua mente, non meno che lo sia l’aspetto de’ suoi più familiari; torrenti, de’ quali distingue lo scroscio, come il suono delle voci domestiche; ville sparse e biancheggianti sul pendìo, come branchi di pecore pascenti; addio! Quanto è tristo il passo di chi, cresciuto tra voi, se ne allontana! 

mercoledì 5 giugno 2024

Cacciato dalle sue terre, discriminato in base al censo, esiliato, l'insubre filosofo ripara offeso in Magna Grecia dove tutto è un magna magna, però non riesce più a mettere su un chilo, ormai pesa meno degli scatoli ("scatolo" è meridionalismo che sta per "scatolone"), l'è magar agmè 'n ciò (è magro come un chiodo), ha le gambine secche secche chi par du spròc (che sembrano due rametti), forse ha un male che lo divora dal di dentro ma non ci vuole pensare: ducunt volentem fata, nolentem trahunt.

martedì 28 maggio 2024

Io sono fondamentalmente un candido e pensavo nella mia ingenuità che questa storia dell'eccesso di "frociaggine" nei seminari fosse soltanto una storiella messa in giro dagli anticlericali, ma se adesso lo dice il papa allora sarà vero. Io avrei fatto volentieri il seminario da giovane perché mi pareva un ambiente protetto, tanto studio e un lavoro sicuro, se non l'ho fatto è perché sentivo forte in me la pulsione sessuale, non sarei stato un buon prete pensando sempre al sesso, e adesso invece che vengo a scoprire certe cose mi sento come se mi avessero ingannato. Comunque, a parte il sesso, non sarei stato un buon prete perché ho paura delle persone, il gregge va curato, non se ne deve avere timore. Forse sarei stato un bravo teologo, o magari un bravo bibliotecario, una cosa meno a contatto col pubblico, cioè con le pecorelle. Sulla pecorina, invece, se ne può discutere, in fondo, siamo tutte pecorelle del Signore. (me lo immagino Bergoglio pronunciare "frosciascine" con quel suo accento veneto in mezzo allo sbigottimento generale).

giovedì 23 maggio 2024

Comunicazione di servizio: sono assai impicciato in questo periodo, ci sentiamo più avanti.

lunedì 6 maggio 2024

Mi piacciono i santi, soprattutto quelli popolari, gli irregolari, gli eccentrici, qualche volta anche un po' picchiatelli ma in stretta relazione con le tribolazioni quotidiane di noi miserrimi. Per esempio io ormai soffro di mal di schiena fisso, disco fissurato, le torsioni del bacino mi risultano dolorosissime, sicché mi ero rivolto sulle prime a San Rocco, così, in via generale, ma poi ho scoperto che il suo ramo erano più le ginocchia e le articolazioni, allora ho fatto delle ricerche più approfondite e ho scoperto il santo che fa al caso mio: Sant'Orso d'Aosta, un buon diavolo originario dell'Irlanda che era sceso fino alle Alpi e lì si era stabilito aiutando i poverelli vessati dalle angherie del vescovo, viveva nella povertà materiale più scrupolosa, coltivando la terra e donando tutto ai bisognosi, riservando però una parte del raccolto agli uccellini, i quali, nell'iconografia popolare, gli si posano riconoscenti sulle spalle. Ai poveri distribuiva anche i tradizionali sabot in legno d'abete perché si proteggessero dal freddo e un santo che pensa ai piedi freddi non può che essere il mio santo. È il protettore di "Cogne, Jovençan e Derby, invocato contro la siccità, le malattie del bestiame, le intemperie, le alluvioni, i soprusi dei potenti, i parti difficili, i reumatismi e il mal di schiena", insomma, a parte il parto e il bestiame mi calza a pennello, Sant'Orso aiutami tu, guarda un po' in giò, come dicono i lumbàrd, nell'attesa affido i miei dischi al beato Voltaren.

giovedì 2 maggio 2024

Io, che non sono uomo di mare, sul treno mi volgo sempre a guardare l'entroterra, alle onde marine preferisco l'ondeggiare dei monti, abbiamo appena superato Policastro con i suoi bellissimi castri merlati che sbucano in mezzo agli alberi, anche se bisogna dire che l'architettura civile tra Paola e Scalea risente ahimé di quell'orrido stile coloniale moderno che tende al condominio sovietico. Cos'è quella roba grigia che si estende a perdita d'occhio fino all'orizzonte? È il mare!, dice lei, ma io non ne sono sicuro, mi sembrava più cemento. Ci sono dei cani nello scompartimento e le è venuta l'idea di prenderne uno, al che io ho risposto che almeno per il trasporto sarebbe stato preferibile una coccinella (la tieni in una scatolina, con dei buchi, e una fogliolina d'erba per il giusto apporto di fibre). A Pisciotta abbiamo impattato l'anticiclone delle Azzorre, all'improvviso si è fatto tutto buio e un pulviscolo acquoso ha avvolto case e paesaggi come un sudario oltre il finestrino rigato di pioggia, il treno non rallentava e anzi sfrecciava sicuro sulle rotaie come una zucchina spalmata di vaselina, coefficiente di penetrazione.

martedì 30 aprile 2024

Abbiamo piantato anche dei lupini e com'era prevedibile sono spuntanti dei lupini, l'evento straordinario sarebbe stato se fossero spuntate, che so, delle braciole di maiale, la natura in questo è piuttosto prevedibile. Inizialmente io non sapevo com'erano fatti i lupini, infatti all'inizio mi stavo prendendo cura, ignaro, di una piantina di trifoglio, me la curavo con tanto amore, come una morosa giovane, quando mi hanno detto che non si trattava di un lupino l'ho abbandonata subito al suo destino, come una morosa vecchia. E i limoni, che ti credi, hanno le spine, sì, le piante di limoni, per proteggersi dai predatori, i suoi fiori somigliano a quelli dell'arancio, solo che quelli dei limoni all'esterno sono violacei e generano dei limoni. Parimenti all'incrocio fra l'asino e il cavallo da cui nasce il bardotto, da quello fra il limone e la limetta nasce il bergamotto. L'inflorescenza della pianta di lupino è stupenda, ricorda vagamente la lavanda, ma quella del lupino è più turgida, diritta, ornamentale, io più che per i lupini la terrei infatti per ornamento. L'unica pianta che mangio è la mela, preferibilmente gialla, a pasta morbida, delle altre non mi fido.

lunedì 29 aprile 2024

Stasera abbiamo gli aristogatti che fanno il concertino, creaturine semplici in balia degli influssi lunari, lontanissime dall'intelligenza umana, dall'uomo copula mundi, che è immagine delle cose divine e ragione delle cose inferiori, cose inferiori come i felini, appunto, che mangiano per terra e leccano il piattino sporco di latte. La gatta nera l'ho battezzata Trombetta, per via della sinusite cronica e del fischietto che emette dal naso mentre mangia le corchie del formaggio, vale a dire li crosti dal furmai, preferisce quelle del caciocavallo, meno quelle del pecorino, se le do quelle del pecorino mi guarda offesa, come se le avessi gettato dei calzini sporchi, le annusa, mi squadra e poi se ne va via annacando il sedere, come una signora. Sono gatti resident, come i DJ dell'Hollywood, cioè stanziano ormai fissi in cortile pur rimanendo randagi e regolando i loro cicli circadiani sopra i nostri pasti giornalieri. Alla sera la gatta sta attaccata al portone e visto che è nera, nero su nero, di notte non si vede un tubo, bisogna stare attenti a non pestarla, a minga striflarla in mezz a l'üss, a non schiacciarla in mezzo all'uscio, cioè alla porta. Non parlerò altro che di gatti e di piante, voglio vedere quanto durate.

sabato 27 aprile 2024

Volevo chiedere al pontefice, visto che dicono che se ne occuperà, di cosa pensa del nuovo motore grafico di Firefly, l'intelligenza generativa di Adobe, perché io lo trovo peggiorato. Stavo generando delle belle immagini nello stile dei dipinti ad olio, di un'intelligenza davvero insospettabile per un'AI, ma adesso, quando li genero con lo stesso prompt, mi escono delle ciofeche da bambini dell'asilo e questo perché, dicono loro, hanno "migliorato" il motore grafico. L'unica eticità che comprende l'AI è quella che proibisce di rappresentare le pipe e le persone che fumano, con buona pace di Magritte (questa non è una pipa), quando scrivi "vecchio lupo di mare" ti esce capitan Findus, scrivi "nudo di donna" e ti esce "questo prompt viola le linee guida dell'applicazione". Il complesso di Frankenstein, la macchina che si ribella al proprio creatore, ma se il creatore è scemo anche la macchina ha tutto il diritto di esserlo. Ciccio se l'è presa per quello scherzo della giacca a vento.

giovedì 18 aprile 2024

Sono una vittoria di Franco Basaglia, dovevo stare dentro e invece sono fuori, fingo molto bene di essere sano, mano a mano sto raggiungendo livelli sempre più alti di sanificazione, poi, sono sicuro, un bel giorno basterà un dettaglio, una pagliuzza infilata precisamente in mezzo all'ingranaggio giusto e ritornerò pazzo da legare. Mi guardo da fuori e mi giudico: questo va bene, questo non va bene, dove bene e male sono qualcosa di puramente strumentale alla capacità di sembrare sano agli occhi degli altri. Certo misurare la propria salute mentale nel giudizio degli altri è qualcosa da pazzi, ma è la pazzia che va per la maggiore, e quando tutti sono pazzi nessuno alla fine lo è. Bye. 

martedì 9 aprile 2024

Bisogna arrivare a cinquant'anni per scoprire che perfino il pomodoro fa i fiori, e persino il prezzemolo, nozioni che in città non servono affatto essendo che i fiori crescono in certi luoghi specifici chiamati "fioristi", contesti urbani e oserei dire anche civili in cui la frutta non si spicca volgarmente dall'albero ma si trova già signorilmente imballata nei reparti ortofrutta. Venire a contatto con una lumachina è qualcosa di sconcertante, la natura offende profondamente la nostra dignità, e tuttavia sono sulla buona strada per diventare un contadino provetto, come Poirot in pensione che tirava giù i santi perché non gli crescevano abbastanza grosse le zucchine (c'entra Freud, presumo). Le angiosperme, per esempio, voi non sapete cosa sono: sono tutte le piante in cui i semi sono avvolti nei frutti, cioè che hanno dei semi ben costuditi, secondo etimo (angio-, "ricettacolo" in botanica, "vaso sanguigno" in anatomia). Tutte le comuni piante che fanno i fiori sono delle angiosperme e questa scoperta in qualche modo mi ripaga di tanto lavoro e tanto sacrificio. Offro questo fiore di zucchina a tutte le signore lettrici, come tutti sanno, sono fiori edibili, soprattutto in pastella.

lunedì 8 aprile 2024

I miei cognati nordamericani sono tutti presi dall'eclissi totale, in Canada hanno chiuso perfino le scuole per evitare che i più piccoli ne abbiano un danno permanente alla vista, come ne Il giorno dei Trifidi, l'umanità accecata da una pioggia di meteore verdi, tutti col naso all'insù ad osservare il fantasmagorico spettacolo pirotecnico e l'indomani ciechi e alla mercé di deambulanti piante carnivore, meglio non rischiare. Io ricordo probabilmente l'eclissi parziale del 1980, Gianni con la maschera da saldatore e gli occhialini con il filtro rosso e blu, quelli per vedere l'albo di Topolino in 3D che tutt'ora conservo come una reliquia, e la carta dei Boeri, i Ray-ban a specchio e un'altra caterva di vetrini fumé, sul telescopio avevo invece montato uno schermo bianco su cui si posava, assorbita, la luce del sole, smanettavo sulle manopole per inseguirne il disco, lo sfuggente dio Ra. Il sole ha tante piccole macchioline che vagano sulla sua superficie come i moschini davanti agli occhi, ma guai ad osservarle direttamente, si rischiano guai seri (le macchie solari sono zone della superfice in cui la temperatura è più bassa). Dell'eclissi parziale del 1999, a Como, in via Milano alta, ricordo solo la sensazione repentina di freddo e la luce crepuscolare, il dio Ra è il più figo di tutti.

domenica 7 aprile 2024

Stamattina pensavo all'idea romantica di Nietzsche che fosse più virile il tipo di uomo greco, presocratico, "romantico" nel senso del movimento culturale, ma anche nel senso sentimentale, l'iperboreo greco, insomma, il mortale che ha di fronte a sé la nuda verità della morte, il destino maschio da preferire a quello femmineo e mammollesco del rimedio teologico e filosofico, morali per rammolliti; da opporre al romanticismo e al sentimentalismo di Kierkegaard, il furore di Dio, lo scandalo della fede, scandalo perché la modernità già aveva cominciato a rosicchiare i talloni del Dio certissimo ed eterno, ontologicamente trascendente e tuttavia praticamente operante nella vita degli uomini attraverso le tradizioni religiose, il Dio poi decretato morto dal Nietzsche ma inseguito da Kierkeegard con lo stesso infoiamento con cui Nietzsche inseguiva zompettante come un fauno in redingote il suo Dioniso; questo è quello che pensavo stamattina.

sabato 6 aprile 2024

Siamo solo dei poveretti a cui il mezzo internet ha dato un'illusione d'importanza, potrei anche omettere il "noi" per passare a un più appropriato "io", ma il fatto di coinvolgervi, non abbiatene a male, mi allevia in parte le sofferenze. Soffro in buona sostanza di vergogna per avermi dato tutta questa importanza, per essermi illuso di fare dei grandi discorsi di principio, cancello tutto e ripartiamo, senza più princìpi e senza più importanza. Il sistema, che sia democratico o meno, ci sovrasta, i diritti umani sono dei dell'Olimpo che olimpicamente se ne fregano di noi, facciamo allora che ce li concederemo uno per uno, individualmente, quando ci incontreremo per fare amicizia come atto di cortesia, e finita lì. Grazie per la cortese attenzione e a risentirci.

sabato 30 marzo 2024

Ieri in città sono rimasto imbambolato a guardare tre gatti che facevano la posta ai bidoni del macellaio, giornata estiva, luce calda, arancione, tre gattoni randagi, i jazzisti degli aristogatti, due bianchi e uno bianco e grigio; il più intraprendente era quello pezzato, faceva la spola dentro e fuori il bidone dell'umido, agile come un gatto, saltava sul bordo e poi giù a capofitto nell'abisso, ne riusciva ogni volta con un bonbon, con un bocconcino prelibato che si pappava lappando il suo musetto felino con eleganza felina. Gli altri lo guardavano da sotto aspettandosi che cadesse un po' di manna anche per loro, ma quello era troppo preciso nel suo lavoro, non c'era trippa per gatti, così alla fine si era deciso di saltare su anche quello bianco con la rogna dietro le orecchie, aveva guardato incerto dentro il bidone, occupato, così si era risolto a camminare sul bordo degli altri due, ma dentro doveva esserci il vetro o la carta, niente di edibile, sicché rimaneva in bilico come un equilibrista, con quella nonchalance tipicamente gattina, e invero anche un poco esitante e incerto sul da farsi, con un'espressione scema sul muso, da gatto bastonato. L'altro nel frattempo continuava esatto il suo lavoro, se li pappava tutti lui, che si mettessero a lavorare anche loro se volevano mangiare invece di starsi a leccare per il lungo le zampe sotto un suv, che vita da gatti.

giovedì 28 marzo 2024

A casa del mio amico, alle medie, in adorazione davanti al suo impianto stereo, bello, imponente, illuminato come una centrale elettrica, le casse due torri gemelle, discorsi da grandi: ma fin dove si sente? Cun li fnestri verti as sent fin a Felonica! Diobò s'al stusa! Per sentirci Nik Kershaw e i Duran Duran, la synthwave quando non era ancora synthwave. Io canottiera e pantaloncini incastrati nel culo, con lo spacchetto, le gambe più lunghe del tronco, capelli gonfi, occhiali a goccia come Sylvester Stallone in Cobra, Giovannino Coscialunga. Lui aveva fatto l'appendicite e lo aiutavo a recuperare i compiti, ripasso di storia: Giuseppe Mazzini e la Giovine Italia, merenda con il KitKat. Prima o dopo di Chernobyl, non mi ricordo. Avevo capito solo che non si poteva mangiare l'insalata, respiravo piano, per non inalare, questo prima o dopo il mio amico, non mi ricordo. Aveva una bella casa, a due passi dalla mia. E un altro compagno di classe meridionale, figlio di gente che era venuta su a costruire la centrale elettrica, che mi aveva portato a vedere E.T. con suo padre sulla 131 Mirafiori con il cockpit pieno di spie (questo lo possiamo datare con certezza: dicembre 1982). Gli ero saltato sopra il letto a castello, era caduto il letto di sopra su quello di sotto, sotto ci era rimasto un micronauta, me lo aveva riportato il giorno dopo. Che tempi. Erano usciti New Gold Dream, Avalon, Rio, Thriller di Michael Jackson. Gli anni '80 in provincia, a succhiarci il futuro in un piedone dell'Algida, il Simon, il Mastermind. Gennaio: durante il Consumer Electronics Show viene presentato l'home computer Commodore 64. Febbraio: nasce Radio Deejay. Le forze armate israeliane invadono il Libano meridionale, Roberto Calvi viene trovato impiccato sotto un ponte del Tamigi. 30 giugno: undicesima applicazione del minuto di 61 secondi, si sciolgono gli ABBA (era ora). Ci ritroviamo nella curiosa situazione di dover andare avanti per poter tornare indietro, ritorneremo, prima o poi.

martedì 26 marzo 2024

Ho sempre meno l'ambizione di scrivere, se non mi sentite per lunghi periodi non allarmatevi, sono certo che sopravviverete.

mercoledì 20 marzo 2024

Vite dei santi: San Francesco di Paola

Qui in Calabria sono molti i Francesco per via della devozione a San Francesco di Paola, santo eremita e fondatore dell'Ordine dei Minimi di ispirazione francescana (il suo stesso nome gli fu dato in onore del santo di Assisi). È rappresentato col volto bonario e barbuto, in età avanzata, eremita nell'aspetto, presso di lui, si narra, chiedeva intercessione la povera gente per le questioni ordinarie e per le riconciliazioni. Fece sgorgare una fonte semplicemente battendola col bastone, la fonte della Cucchiarella che ho personalmente visitato quest'estate, fermò delle pietre che minacciavano di cadere sul suo convento apostrofandole bonariamente con un "fermatevi, per carità!", e quelle, sentendosi esortate in quel modo così gentile a trattenersi, gentilmente si trattennero, e poi il miracolo della fornace: San Francesco era molto affezionato a un agnellino di nome Martinello, un giorno, sentendosi affamati, alcuni operai intenti alla costruzione del convento lo cucinarono e se lo mangiarono, il santo andava così cercando il suo agnellino e gli operai negavano di averlo visto, finché, richiamato per nome, l'agnellino emerse per intero e non masticato dalla fornace ardente in cui i colpevoli manducatori avevano precedentemente gettato le ossa (gli avanzi della "carne minuta"): grande fu lo stupore, e grande fu la commozione. Il suo ordine seguiva le canoniche regole francescane votate all'umiltà e alla carità con l'aggiunta di un'ulteriore regola quaresimale, quella dell'astensione dalle carni e dai suoi derivati, latte, uova e formaggio, sicché si può dire che l'Ordine dei Minimi seguiva una vera e propria dieta vegana, dieta della longevità che permise al santo di raggiungere la veneranda età di 91 anni. La sua fama di guaritore raggiunse anche la Francia: nel 1482, Luigi XI, detto il Prudente, lo mandò a chiamare per guarirlo da un grave malanno, il santo, a malincuore, acconsentì di lasciare la sua terra anche su pressione di Papa Sisto IV e del Re di Napoli, che intravidero la possibilità di una favorevole ambasceria presso la potente corte francese, il santo dunque partì e raggiunse Luigi giusto in tempo per vederlo aggravarsi e di lì a poco morire, ma la santità di Francesco era tale che il popolo lo prese comunque in simpatia. Morì dunque in Francia senza rivedere più la Calabria, assecondando un destino che egli aveva già iscritto nel nome. In Francia gli appartenenti all'ordine sono chiamati Bons-hommes, brav'uomini, in Spagna sono detti "padri della Vittoria", perché Francesco aveva predetto a Ferdinando II la vittoria contro i Mori, in Germania sono invece chiamati "paolani", o paulaner, da cui la celebre birra prodotta dai frati. Fra gli appartenenti celebri all'ordine figurano Gaspare Ricciulli del Fosso, arcivescovo di Reggio Calabria e teologo, che tenne il discorso di apertura del concilio di Trento, e vari studiosi e matematici di fama oltre al ritrattista di scuola bergamasca Vittore Ghislandi, detto Fra Galgario. Le sue spoglie riposano presso la chiesa dei Minimi di Plessis-lez-Tours, oggi La Riche.

lunedì 18 marzo 2024

Fino a quarantacinque anni ero contro la guerra, adesso che non mi possono più chiamare, nemmeno come riservista, sono più possibilista, armiamoci e partite, tocca a voi giovani adesso, noi adulti abbiamo già fatto la nostra parte. Quanti ricordi: le corvée sotto il sole ad aprire e a richiudere buche nelle strade, a posare la fibra, le condutture dell'acqua, è per questo che non arriva mai l'acqua da certe parti, e nemmeno la fibra, chi ci capiva niente, mica eravamo idraulici, ed elettricisti, e poi le marce forzate col moschetto, il fulminato di mercurio che ci permetteva di ridurre i tempi di ricarica (la tempistica è tutto quando c'è da accoppar cristiani), bei tempi, c'era molto cameratismo. Putin va fermato: ha vinto grazie al campo largo, gli mandiamo Renzi e Calenda allora, guastatori del genio civile, dove passano loro sboccia la democrazia, ma è difficile, Putin è al corrente della loro pericolosità e non li fa entrare. Questo post è stato scritto da un'intelligenza artificiale.

venerdì 15 marzo 2024

Sto indagando le possibilità dell'AI dal punto di vista delle immagini, come primo impatto è uno sbalordito ooooh, il giorno dopo è già un sì, ma però... qualcosa di buono, dai e dai, ci si può pure cavare, soprattutto come modello di partenza, ma la sensazione è che si tratti di cose molto "aesthetic" come le chiamano qui su internet, cioè fatte con un gusto sempre piuttosto convenzionale e buone per un tumblr di gaming o di ragazzine gattini e cuoricini. Ecco, per ritornare al post di prima, Licorice Pizza sembrava fatto con l'AI inserendo il prompt "film anni settanta adolescenti capelli lunghi pantaloni a zampa ragazza in minigonna materasso ad acqua", e la stessa cosa valga per i disegni. Come primo impatto, l'AI mi sembra più uno strumento di omologazione che di creatività, di omologazione della creatività, e infatti ho già visto su twitter un'immagine da mille e una notte che intendeva illustrare un articolo su Ramadan che manco Alì Babà e i quaranta ladroni... ecco, l'AI è perfetta per i giornalisti, i veri analfabeti funzionali dei nostri tempi, perfetto per i loro cervelli di gallina, e infatti, come già detto, un articolo scritto dall'AI non si distingue da uno scritto da un cronista in carne ed ossa, e per i pubblicitari anche: le goccioline d'acqua sulla foglia di lattuga per farla sembrare più fresca, il cioccolato che fa cranc e tutti i trucchetti psicologici imparati ai corsi serali dell'università per fregare la gente. È un mondo di mediocri: sia fatta la loro mediocrità.

mercoledì 13 marzo 2024

Tempo fa abbiamo visto Licorice Pizza, uno di quei film che dopo dieci minuti ci guardiamo negli occhi e ci diciamo con quell'espressione un po' così: bah. Io coi film non ho pazienza, se dopo dieci minuti non mi dicono niente prendo il computer e mi dedico ad altro. Possiamo prendere Licorice Pizza a paradigma dello stato dell'arte del cinema attuale: meri esercizi di stile per bamboccioni moderni netflixdipendenti senza alcun peso specifico. In Licorice Pizza in particolare assistiamo a una rivisitazione molto trendy degli anni '70, gli anni '70 visti dai millenials, con le sue belle carte da parati arancioni, i pantaloni a zampa, il ragazzone capellone, il sandalo tacco grosso, l'occhialone oversize, tutta roba che puoi trovare su Vinted. Possiamo paragonare Licorice Pizza a Lost in Translation, al posto degli anni '70 metti gli anni '90 a Tokyo visti da una sciacquetta che si fotografa i piedi e il gioco è fatto. L'ultimo film che mi è piaciuto per davvero in tutte le sue parti, un film che posso dire che mi ha soddisfatto appieno, è Barry Lyndon, ma mica perché è di Kubrick, perché è un bel film (poi sul fatto che sia un bel film proprio perché è di Kubrick non mi pronuncio). (e mi ricordo per esempio anche Memories of Murder, e La Terrazza).

martedì 12 marzo 2024

Si parla di Shakespeare nel nono episodio dell'Ulisse, Scilla e Cariddi, è complicato tradurlo ma stilisticamente omogeneo, mi sto divertendo. Qui di seguito un passo che fa il verso, nella forma, ai drammi di Shakespeare, si parla appunto di Shakespeare, fra teorie eterodosse sulla vita del bardo e suggestioni letterarie:

STEPHEN

(Stringendo.) Egli ha nascosto il suo stesso nome, un bel nome, William, nei drammi, qua una comparsa, là un giullare, come un antico pittore italiano infilava il suo volto in un oscuro angolino della tela. L'ha rivelato nei sonetti dove c'è una sovrabbondanza di Will. Come a John O'Gaunt il suo nome gli è caro, caro quanto il blasone che si è guadagnato a forza di piaggerie, una lancia oro e argento placcato su banda nera, honorificabilitudinitatibus, più caro della sua fama di maggior shakera-scene della nazione. Cosa c'è in un nome? È quello che ci chiediamo da fanciulli quando scriviamo il nome che ci han detto essere il nostro. Una stella, una stella diurna, una meteora, spuntò alla sua nascita. Brillò di giorno sola nel cielo, più brillante di Venere la notte, e la notte brillava sopra il delta di Cassiopea, la reclinata costellazione che è il segno della sua iniziale fra le stelle. I suoi occhi la osservavano, bassa sull'orizzonte, a oriente dell'orsa, mentre egli attraversava a mezzanotte i sonnolenti campi estivi, di ritorno da Shottery e dalle braccia di lei.

lunedì 11 marzo 2024

E così tocca pure lavarsi ogni tanto, per intero, ma non troppo, per conservare il naturale ph della pelle. Ferdinand Céline smetteva di lavarsi a fine agosto e riattaccava a inizio giugno, nulla da ridire, a maggior ragione a un uomo la cui tesi di laurea verteva sul dottor Semmelweis. Corpo stupendo: greco. Mens sana in corpore circiter sano. Niente male per un cinquantenne. Infinitamente più pulito di Hegel e di Schopenhauer. Una volta era peggio: anno 1858, Londra, l'estate della Grande Puzza (The Great Stink): il gran caldo diminuisce notevolmente la portata del Tamigi e dei suoi affluenti, il fiume trasporta lentamente "escrementi umani ed animali, cadaveri di animali, visceri provenienti dai macelli, alimenti avariati e scarti industriali." Il cancelliere dello Scacchiere Benjamin Disraeli descrive il fiume come «una puzzolente pozza stigiana di ineffabile ed insopportabile orrore» ("a Stygian pool reeking with ineffable and unbearable horror"). Oggi Milano odora di violetta. Il particolato, al confronto, un'acqua di colonia. Decisamente più pulite le nostre città da quando hanno chiuso tutte le fabbriche: poveri ma puliti. Vi lascio con questa allegra canzoncina:

R. Crumb & His Cheap Suit Serenaders, Singing in the bathtub.

Il coordinatore del movimento cinque stelle, da sconfitto, che si dice deluso per l'affluenza flop, che recrimina per la scarsa partecipazione alle urne in Abruzzo (52,2%), quando non mi pare che avesse molto recriminato, da vittorioso, per la scarsa affluenza in Sardegna (52,4%). Una metà del popolo sovrano ha capito l'antifona, non gli va più di partecipare, rimarranno solo i più pedanti a occuparsi di politica e la qualità della democrazia risentirà sempre più di questa pedanteria.

domenica 10 marzo 2024

Quand'ero a scuola facevo i riassuntini di storia per i miei compagni, li vendevo a venti centesimi l'uno, alla fine della settimana tiravo su dei bei soldini, li investivo tutti in beni durevoli, tipo Mars e KitKat, i più pregiati erano i Bounty per via del cioccolato bianco e del ripieno al cocco. Le maestre mi avevano detto che potevo raggiungere grandi traguardi, non tendendo in considerazione che per raggiungerli bisogna essere portati, e io non ero portato, non avevo neanche una famiglia importante alle spalle, insomma, non era il mio karma. Ho tentato la carriera filosofica su internet ma insomma, poca roba, diciamo che non mi sento di avere raggiunto i miei obiettivi, senza un valore commerciale del titolo di studio, per giunta, non si va da nessuna parte. I miei compagni di classe erano mediamente scemi e intelligenti, come tutti, la maggior parte sapeva truccare i motorini, io invece già passavo per genio incompreso, me ne stavo per conto mio, guardingo e in disparte, le attività ludico-ricreative mi mettevano addosso una tristezza che non so dire, ero intelligente, sì, ma non mi serviva a niente. Ho bisogno di tenerla impegnata questa grande intelligenza, sennò mi annoio, mi inventerò qualcosa, se potessero darmi un qualsiasi lavoro intellettuale sarebbe la morte mia.

Finalmente ce lo abbiamo anche noi il controverso Banksy filorusso, il grande artista, il writer fumettista, orpello necessario di ogni democrazia occidentale che si rispetti, imbianchini qualificati, in un paio di giorni ti riqualificano ogni condominio della ALER. E abbiamo anche le due passionarie, madre e figlia, che si spendono per la causa, scendono in pigiama per le scale per aiutare i prigionieri. A contorno della tragedia, che come al solito sdilinquisce in farsa, ci tocca anche la scempiaggine dei personaggi ausiliari e delle propagande rivali, adesso che anche papa Francesco è diventato un po' filorusso, gli americani continuano a chiedere la tregua per Gaza e più missili per Kiev: c'è del metodo in queste follia.

venerdì 8 marzo 2024

Mi sarebbe piaciuto vivere una vita alla Georges Bataille, con la scusa di Nietzsche, Freud e De Sade campare di porcate e di esistenzialismo, e post-strutturalismo, e post-surrealismo, post-qualsiasicosismo purché si mangi, studiati alla Sorbona, riposti in astucci di velluto come l'argenteria di pregio, ci fu un tempo che si campava magnificamente a fare gli intellettuali, ne ha miracolati un bel po' il post-modernismo, post-modernismo meglio dell'Inps. Gli hanno conferito anche la Legion D'Onore a Bataille, lui che non aveva neanche fatto il servizio militare per via del torace, non poteva marciare perché aveva l'insufficienza polmonare ma si vede che per copulare il fiato gli bastava, chi non è buono per il re è buono per la regina. Come se li coccolava la République i suoi intellò, e come se li coccola tutt'ora anche se non dicono più niente.

giovedì 7 marzo 2024

Il campo largo è dove ci entrano tutti, quattro o cinque alla volta, lo allargano finché ci stanno tutti assieme, belli comodi, ho visto dei campi larghi su internet che al confronto le porte di Tannhäuser erano crune di un'ago, facevano a gara per entrarci, guidati dall'agape, dall'amore per il prossimo. Ma di cosa stiamo parlando?

lunedì 4 marzo 2024

Leggendo l'Antico Testamento sorprende che non vi siano descritti l'Inferno, il Paradiso e il Purgatorio così come li conosciamo, cioè proprio quell'architettura dell'aldilà, molto medievaleggiante, che io, nella mia ignoranza, sarei a questo punto tentato proprio di collocare nel medioevo. Non si fa diretta menzione della tripartizione Inferno/Purgatorio/Paradiso nel Vecchio Testamento, tutt'al più l'inferno viene citato en passant come Geenna, che indica la valle in cui i cananei sacrificavano gli infanti al dio Moloc. Qualcuno di voi sa qualcosa di questa invenzione dell'aldilà? I dogmi del Purgatorio furono per esempio fissati nel medioevo, per Martin Lutero un'invenzione dei papisti. Non è che poi ci mettiamo a credere a cose che non sono vere?

La storia di come il Caio Duilio, sparando sei colpi con il cannone di prora a dritta, ha abbattuto il drone Houthi. La storia del capitano della nave che ha dato l'ordine di abbattimento, chi è, dov'è nato, a chi appartiene, come scriveva il suo cognome alle elementari. Un'ordinaria azione di autodifesa che diventa un atto di eroismo, tutto eroico per i nostri giornali, dobbiamo essere orgogliosi della nostra Marina, e dietro quell'orgoglio sempre orgogliosamente sbandierato il solito complesso di inferiorità: visto che siamo capaci anche noi di fare la guerra? Anche noi abbiamo le navi di ultima generazione, come gli americani! Non il Caio Duilio e il suo comandante che ha fatto il suo dovere, ma la nostra nazione è macchiettistica, e macchiettistici i nostri giornali. Se fossi stato nel comandante non avrei dato troppa confidenza ai giornalisti, ma temo che vi siano stati ordini precisi: captatio benevolentiae, l'esercito buono, che combatte i terroristi per la libertà. Prove tecniche di bollettini di guerra prossima ventura.

I nonni avevano ancora vivido il ricordo della guerra e dell'occupazione tedesca, d'altronde erano passati solo una trentina d'anni, era come per noi avere il ricordo degli anni novanta, il muro di Berlino, Mani Pulite, Eltsin e Clinton. Avevano ancora forte il terrore del soldato tedesco in ritirata, e la paura dei bombardamenti, c'era un ricognitore che di notte passava sopra la casa, ronzava come un calabrone, lo chiamavano beffardamente Pippo, Pippo portava le bombe (alleate). (sulla leggenda di Pippo, da wikipedia). Nonna raccontava che finché sentivi il fischio della bomba voleva dire che era lontana, quando ce l'avevi proprio perpendicolare sopra la testa la bomba ti uccideva in silenzio, senza preavviso. Bombardavano a casaccio, dicevano, di notte, al solo chiaror d'un lumicino. Una bomba era caduta in campagna distruggendo il rustico, l'avevano scampata bella, ancora qualche metro e oggi non sarei qui a raccontarvelo. La zona era strategica, a ridosso del Po, a pochi chilometri dal Garda. I tedeschi in ritirata sparavano alla gente, erano incattiviti, affamati, cercavano qualsiasi cosa per attraversare il fiume con i ponti distrutti, ci davano dei traditori. Il racconto epico della traversata del Po, nelle tinozze, a nuoto, i soldati tedeschi affogavano, accompagnati dalle grida di esultanza degli italiani. Arenato in una secca, ancora negli anni ottanta, spuntò un carrarmato tedesco con dentro i resti dei soldati (leggenda o verità? Chi lo sa). Sembra niente la guerra quando la vedi in televisione, un buco nel soffitto, tutto il terrore sterilizzato, solo delle immagini lontane fra un piatto di pasta e una scaglia di formaggio. Niente di meglio che farsela raccontare la guerra, con tutti i suoi terrori ingigantiti nella memoria, fissati nelle leggende, per averne un orrore vivo, per fuggirla con tutte le tue forze.

sabato 2 marzo 2024

Amarcord mocassini

Quando nonno mi costrinse a far la scuola di ballo mi prese per le lezioni due mocassini neri in vacchetta con le suole di cuoio, leggeri, morbidi, calzavano come un guanto, "così li porti anche a scuola", sì, col ca. Te lo immagini tu Simon Le Bon a scuola coi mocassini del nonno? Via via. Passi i mocassini, li mettevo i mocassini, ma erano scamosciati tipo Timberland, due croste che non avrebbero portato nemmeno i Piedi Neri, con le suole di caucciù che quando pioveva diventavano due skateboard (il caucciù, contrariamente al ca, col freddo si indurisce, diventa marmo). Nella lingua Algonquan, il termine calzature viene tradotto proprio con il termine mocassini. Figuratevi il vostro formamentis coi mocassini di cuoio, alla scuola di ballo, a ballare il liscio e la mazurka, la polka, coi piedi che dovevano toccare il sedere, tutto documentato, ci sono le foto, non le vedrete mai. Il maestro urlava: scalciate, scalciate! dai, sul sedere! West Point, Full Metal Jacket. Platone faceva il pancrazio, io il liscio, che credibilità volete che abbia un filosofo che ha fatto il liscio? Nulla, zero. È anche per questo che ho abbandonato ogni prospettiva di gloria, sono ricattabile, ho un passato da nascondere. I mocassini di cuoio, che vergogna. Meglio mettere tutto nero su bianco prima di presentarsi allo Strega.

Storia dell'arte: Basquiat, Lichtenstein, Rothko, Pollock

Vidi una mostra di Basquiat a Lugano, ci andai con le cugine, mi aggiravo per le stanze del museo, immerso in quella sacralità tipica di chiesa laica con la speranza che finissero tutti quegli scarabocchi e di ritornare alla luce del sole, a rivedere il lago. Basquiat assomiglia a quelle operazioni che spiegano i complottisti su internet, un'operazione psicologica dei servizi segreti volta a distruggere i valori della civiltà ed elevare il vandalismo ad arte inclusiva. Il capitalismo che trova il modo di fatturare sulle sue stesse rovine, cannibale che si rosicchia i calcagni. Come Roy Lichtenstein: un giorno ha appoggiato il bicchiere su un fumetto e dal fondo mistico di Glen Grant un retino offset gli ha sussurrato all'orecchio: con me ci farai i soldi. Diverso il caso di Rothko, dipingeva figure all'inizio, Hopper depresso, ma non se lo filava nessuno, sicché, dai e dai, al culmine dell'esasperazione, anche lui ha la sua illuminazione e ti riempie il mondo di "color fields", poi si suicida: qualis artifex pereo. E quell'altro imbianchino ubriaco di Pollock: "Pollock trae le proprie immagini direttamente dall'inconscio", Gesù Cristo nelle uova strapazzate. Miti che la cultura americana si è creata ad arte per accreditarsi nel mondo dell'arte, per farci il business, un grande impero deve diffondere il suo gusto imperiale, Carhenge nel deserto del Nebraska. Nebraska: "acqua cheta" in lingua chiwere.

giovedì 29 febbraio 2024

Zaia Mosè ha fatto le casse di espansione e ha salvato il popolo veneto diretto alla terra promessa, io non voglio dire, ma quando ero ragazzo c'erano le golene che sono la stessa cosa delle casse di espansione, le golene venivano allagate per fare sfogare il fiume quando Zaia frequentava ancora la scuole enologica a Conegliano e io davo l'esame di terza alla scuola media di Sermide, perché adesso pare che Zaia abbia inventato tutto lui, l'ornitottero, il paracadute, le porte vinciane ancor prima di Leonardo da Vinci, la vite di Archimede Pitagorico, il codice atlantico per l'occasione ribattezzato codice zaiatico, quando in televisione attaccano con una narrativa non la smettono più finché non ti esce dalle orecchie. C'erano dei posti vicino all'argine del Po che sembravano la Contea degli Hobbit, dimora degli iperborei, non per nulla da alcuni situata proprio presso l'Eridano, il fiume che scorreva nella Pianura Padana e in cui precipitò Fetonte, il dio dei fetenti. Fetonte precipitò in una cassa di espansione voluta da Zaia, lare, nume tutelare del focolare, magistrato delle acque, protettore dei commerci e dei mobilifici di Cerea: troppo scortese chiedere un terzo mandato?

Cadono le arance di fronte a casa, ieri le abbiamo raccolte, poi stanotte è venuto giù il finimondo e stamattina da capo, queste ormai se ne staranno lì come monito per le altre, e ciao. Le vai per spiccare e sembrano aggrappate all'albero come naufraghe all'ultima scialuppa, non c'è torsione che tenga, arriva una botta di vento e plop, cadono a terra come pere (cioè come arance). Io poi non le posso mangiare, mi viene un'acidità che mi si propaga per tutto lo sterno come un'angina. Fosse per me le lascerei lì come nature morte finché muoiono per conto loro, finché ritornano alla terra, polvere sei e polvere ritornerai, memento mori. A me piace il colore, globi di sole in mezzo alle foglie verdi, qualcosa di antico, di omerico, le vacche del sole, mi è sempre piaciuto l'arancione, me lo dicevano sempre i miei capi, che facevo tutte le cravatte gialle, tutti i vestiti gialli, tutte le sfumature di arancio. Qui, nel nostro ideale giardino epicureo, le arance rappresentano la vita, e anche la gastrite.

Rientrato un attimo su twitter per seguire il calcio me lo ritrovo come lo avevo lasciato, anzi peggiorato, disabituato come sono al cronico scacazzamento di sentenze geopolitiche e disvelamento di segreti taciuti al genere umano, mi risulta tollerabile solo lo streaming di videocazzate, e anche quello a piccole dosi, la cura Ludovico, i gattini, i cagnolini, quelli che cadono e si fanno male, le comiche di Stanlio e Olio attualizzate al gusto di Tik Tok. Ci sono delle posizioni da assumere su tutti i fatti del mondo, dal femminicidio alla guerra in Ucraina, ci sono dei libri che nessuno conosce che dicono tutta la verità, non hanno interesse a renderli noti, la cricca liberal che detiene il potere mondiale, ci vogliono convincere che l'elettrico è il futuro dell'umanità, che il clima sta cambiando, che è giusto mangiare i grilli che guarda caso sono kosher, Navalny come Assange, anzi no, anzi sì, anzi nì, gli atlantisti, l'Eurasia, davvero un bel consiglio di amministrazione di laureati in scienze politiche mi sono trovato, non li sopporto più, i libertari e i democratici di sinistra. Avere delle opinioni è da cafoni.

martedì 27 febbraio 2024

L'ho già detto, come epica preferisco L'Odissea al Vecchio Testamento, l'Odissea è di una bellezza già compiuta in sé, che trascende il tempo, e parliamo degli stessi uomini, Abramo e Odisseo, proprietari di greggi, allevatori, ma con una allure completamente diversa. Com'è possibile che gli stessi olocausti, le stesse guerre, lo stesso mare, gli stessi ulivi, possano generare due narrazioni così qualitativamente distanti tra di loro non si sa, un'ipotesi è che si tratti di scrittori di levature diverse, ma qui più che di singoli scribi si tratterebbe di intere culture orali fissate su papiro, letteratura espressione di un'intera stirpe, ed entreremo fatalmente in un ginepraio dal sapore nietzschiano, romanticheggiante nella sua nostalgia dei classici, che ci porterebbe forse troppo lontano e in territori non sempre limpidi. Sicché, converrete anche voi, forse se oggi celebrassimo Giove invece del Dio abramitico ci porterebbe più benefici, stilisticamente parlando.

lunedì 26 febbraio 2024

Leggevo la storia della fondazione del moderno stato di Israele e vedevo come tutte le cose siano state fatte nel modo più storto possibile, sì da ingenerare scientemente il più grande casino mondiale possibile. Ai tempi del protettorato inglese già le due fazioni si erano organizzate per aversi in odio nel modo più accurato e preciso: popolo arabo e popolo ebraico, fondazione teologica del diritto: questioni di sangue, figlio prediletto e figlio di schiava: Isacco e Ismaele. Irredentisti sionisti mettono una bomba al quartier generale britannico: 91 morti, 41 feriti: a morte l'occupante. L'Onu interviene col suo accuratissimo piano di pace: versata una tazza di caffè sulla mappa, le chiazze scure agli israeliani, quelle chiare ai palestinesi. 14 maggio 1948: dichiarazione unilaterale della nascita dello Stato di Israele: c ripigliamm chell ch'è o nuost. Gli inglesi levano le tende (Ponzio Pilato). Egitto, Siria, Libano e Giordania attaccano il neonato stato israeliano: a morte Israele! Davide contro Golia: le forze arabe arretrano, Israele si prende la Galilea: 711,000 profughi palestinesi. Fin dall'antichità gli Ebrei della Giudea nutrivano disprezzo per gli abitanti della Galilea, galilei terroni: confondevano le lettere ajin e aleph, per questo ai Galilei non era permesso leggere le preghiere pubbliche in Giudea (fonte). Passione per lo sbudellamento così ben testimoniata dai testi sacri, a brigante, brigante e mezzo: occhio per occhio dente per dente fino all'ultimo pelo del naso, regolamento di conti di conti che non tornano mai.

Libertà significa essere felici nella necessità in cui si viene trascinati, questo lo aveva capito bene Spinoza, finché questo non diventa un sentire comune non si può dire di vivere nella verità, ammesso e non concesso che vivere nella verità sia di qualche beneficio. Per cui quando sento tutti i discorsi sulla liberazione dell'uomo, che sia per via di comunismo o di capitalismo, mi dico semplicemente: va bene, ma stai calmo, quel che può essere libertà per te può non esserlo per l'altro. Chi si trova bene nel capitalismo ne celebrerà le magnifiche sorti e progressive, l'escluso, l'emarginato dai magnifici benefici del libero mercato, attribuirà all'anticapitalismo il più alto valore morale, ma entrambe le posizioni sono vere quanto una piantina di plastica, vera, lei, nel suo essere plastica, ma non la clorofilla che si spaccia di essere. E in tutto questo, mi direte, dov'è la giustizia? La giustizia è un'invenzione umana, come il dio di Feuerbach.

venerdì 23 febbraio 2024

Sono arrivato al Levitico e la Bibbia si è fatta elenco ossessivo-compulsivo di riti e di protocolli religiosi.

1 Nel caso che la sua offerta sia un sacrificio di comunione, se offre un capo di bestiame grosso, maschio o femmina, lo presenterà senza difetto davanti al Signore, 2 poserà la sua mano sulla testa della vittima e la scannerà all'ingresso della tenda del convegno, e i figli di Aronne, i sacerdoti, spargeranno il sangue attorno all'altare. 3 Di questo sacrificio di comunione offrirà, come sacrificio consumato dal fuoco in onore del Signore, sia il grasso che avvolge le viscere sia tutto quello che vi è sopra, 4 i due reni con il loro grasso e il grasso attorno ai lombi e al lobo del fegato, che distaccherà insieme ai reni. 5 I figli di Aronne faranno bruciare tutto questo sull'altare, in aggiunta all'olocausto, posto sulla legna che è sul fuoco: è un sacrificio consumato dal fuoco, profumo gradito in onore del Signore. (Levitico, 3, 1)

I leviti, casta sacerdotale della tribù dei Levi, furono gli unici a non ricevere una terra perché la loro ricompensa era servire il Signore. Sacerdoti e beccai, allo stesso tempo chierici e macellatori, esperti nel distinguere gli animali dall'unghia del piede:

1 Il Signore parlò a Mosè e ad Aronne e disse loro: 2 "Parlate agli Israeliti dicendo: "Questi sono gli animali che potrete mangiare fra tutte le bestie che sono sulla terra. 3 Potrete mangiare di ogni quadrupede che ha l'unghia bipartita, divisa da una fessura, e che rumina. 4 Ma fra i ruminanti e gli animali che hanno l'unghia divisa, non mangerete i seguenti: il cammello, perché rumina, ma non ha l'unghia divisa, lo considererete impuro; 5 l'iràce, perché rumina, ma non ha l'unghia divisa, lo considererete impuro; 6 la lepre, perché rumina, ma non ha l'unghia divisa, la considererete impura; 7 il porco, perché ha l'unghia bipartita da una fessura, ma non rumina, lo considererete impuro. 8 Non mangerete la loro carne e non toccherete i loro cadaveri; li considererete impuri. (Levitico, 11, 1)

La fortuna del porco è che non rumina; diversamente l'iràce rumina, ma ha le zampine pucciose, salvo anche lui. Ciononostante il porco non si può mangiare, ma si possono mangiare le cavallette:

20 Sarà per voi obbrobrioso anche ogni insetto alato che cammina su quattro piedi. 21 Però fra tutti gli insetti alati che camminano su quattro piedi, potrete mangiare quelli che hanno due zampe sopra i piedi, per saltare sulla terra. 22 Perciò potrete mangiare i seguenti: ogni specie di cavalletta, ogni specie di locusta, ogni specie di acrìdi e ogni specie di grillo. (Levitico, 11, 20)

Se lo sa Fabristol, il mio amico libertarian, che gli insetti sono kosher...

Ricette per cucinare l'iràce?

Dopo il covid non credo più nell'umanità, dev'essere intervenuta una strana sostituzione, una notte in cui eravamo tutti impegnati in visioni apocalittiche, dell'intero genere umano. Io mi sento sempre lo stesso, ma chissà che anch'io non sia stato sostituito nel sonno, impiantato l'intero mio io su un cervello positronico; un domani mi troverò anch'io uno sportellino nel braccio, come in quel racconto di Philip Dick che lessi da ragazzo, La formica elettrica, un cilindro traforato, come quelli dei carillon, che mi fa pensare di vedere certe anatre dove invece non ci sono. Ma insomma, tutto questo lungo giro di parole per dire che prima del covid pensavo anch'io a una possibile soluzione, dopo ho smesso: non ci sono soluzioni, formule teosofiche o filosofiche, niente di niente, l'unica salvezza è evitare il genere umano, eccitarlo il meno possibile, non fissarlo mai negli occhi, non fargli capire che hai paura, altrimenti sei fritto.

giovedì 22 febbraio 2024

Questi librettisti, dicono "barocchi", come Giovanni Francesco Busenello per l'Incoronazione di Poppea, ma anche Striggio figlio per l'Orfeo o Da Ponte per Mozart, erano come in stato di grazia, non una parola fuori posto, eleganti, sfavillanti, connubio perfetto tra forma e sostanza, grazia che evidentemente si è persa nei librettisti ottocenteschi, così pompieri e pretenziosi nell'imitare i classici, per esempio nel buon Francesco Maria Piave (l'intelligenza della stupidità, cit. Savinio) o nello scapigliato Arrigo Boito (la stupidità dell'intelligenza, idem). 

A documentare la stupidità di Piave si cita «Il balen del tuo sorriso», «Raggiante di pallor», «Sento l’orma dei passi spietati», «Il raggio lunare del miele». E pensare che se un giorno vorremo trovare un equivalente di Rimbaud, di Hölderlin, di Nietzsche poeta, ci toccherà tirare fuori il povero Piave! (Savinio, Alberto. Narrate, uomini, la vostra storia)

Mentre Striggio figlio:

Io la Musica son, ch'ai dolci accenti.
Sò far tranquillo ogni turbato core,
Et hor di nobil ira, et hor d'Amore
Poss'infiammar le più gelate menti 

Insomma, il verso è peggiorato notevolmente, un filo marrone unisce Francesco Maria Piave a Mahmood (Cinque cellulari nella tuta gold/Baby, non richiamerò).

("barocco", si sa, fu in origine termine spregiativo per designare la bizzarria, l'eccesso, il kitsch, senonché le parti col tempo si sono invertite e il rigorosissimo ottocento è diventato alla fine più kitsch dell'impeccabile barocco).

mercoledì 21 febbraio 2024


Amici, è giunta l'ora
Di praticare in fatti
Quella virtù che tanto celebrai.
Breve angoscia è la morte;
Un sospir peregrino esce dal core,
Ov'è stato molt'anni,
Quasi in ospizio, come forestiero,
E se ne vola all'Olimpo,
Della felicità soggiorno vero.

Itene tutti, a prepararmi il bagno,
Che se la vita corre
Come il rivo fluente,
In un tepido rivo
Questo sangue innocente io vo' che vada
A imporporarmi del morir la strada

A forza di leggere l’Antico Testamento m’è venuta l’ispirazione per una cosmogonia personale:

“Dapprima il Principio creò l’ordine del cosmo così come lo conosciamo, con i suoi grandi spazi, le galassie, le stelle, lo creò come palcoscenico vivente di tutti i fenomeni. Poi il Principio scelse i pianeti come luoghi deputati alla vita, fece emergere dalla terra come cuspidi sporgenti da un piano le piante, gli animali e gli uomini, e sistemò le cose in modo che fossero una volta irradiati dalla luce delle stelle vicine e una volta avvolti dalle tenebre dello spazio interstellare, perché la notte porti consiglio, più tutta la varietà dei fenomeni atmosferici: pioggia, neve, grandine, nebbia umida e calura estiva, perché così come ci vuole l’asciutto ci vuole anche il bagnato.
Il Principio non ha forma, non è nessuna delle cose che esistono ma è in tutte le cose che esistono, è la loro stessa ragione, la norma entro cui assumono il loro particolare aspetto. Il Principio è muto, non giudica, non agisce secondo volontà, è come un ingranaggio che trasmette un movimento, ma oltre al movimento non trasmette nient’altro.”

In ogni cosmogonia che si rispetti c’è sempre una divinità: la mia è il Principio, ma più che una divinità vuole essere, per l’appunto, un principio. Il Principio è il Logos, il Logos oggi ha assunto la forma delle Leggi della Fisica. Gli uomini, per tanto che appiano progrediti, pensano per categorie antiche, più o meno sempre le stesse: ci sono delle leggi che governano il mondo, o esse gli vengono comunicate dagli dei, o sono essi stessi gli dei incaricati di portarle alla luce: l’uomo, il prometeo moderno, è il dio incaricato di portare alla luce le Leggi della Natura, comunicate ai leviti della scienza moderna per illuminazioni successive sui tanti monti Sinai sparsi sulla terra: i laboratori scientifici. 

Io mi sento un uomo antico, la spiegazione scientifica non mi basta, quella religiosa non mi affascina, ho bisogno di un sapere più prezioso, indi, in assenza di altro, creo da me la mia cosmogonia: chi fa da sé fa per tre.

lunedì 19 febbraio 2024

Vedi, a me non piace la frutta, soprattutto quella che viene dagli alberi, a me piace la frutta che si trova negli yogurt, quella nelle vaschette di polistirolo, quella sottovuoto nel cellophane, a me piace il sapore industriale dei frollini cotti nel forno ad arco, quello della pizza surgelata scongelata, gli aromi artificiali dei crackers, la confetture di fragole al sapore di cingomma, le caramelline all'arancia senza zucchero perché mi parlano di progresso, di avanzamento civile, la natura appartiene al passato, il presente è pavimento in gres porcellanato, scopa a vapore, piano cottura con aspiratore, forni a microonde dove scaldare pietanze già preparate in ambiente sterile. Io le arance spiccate dall'albero non le mangio perché sono state impollinate dagli insetti, io preferisco quelle del supermercato che le hanno impollinate gli scienziati: un bel giorno produrremo così tanta amuchina da disinfettarci tutta la foresta sbergine, ma fino a quel giorno io la frutta cresciuta sulle pianta non la mangio. (scherzo, ho appena raccolto le arance dall'albero, non mi era mai capitato, fino a qualche anno fa pensavo che le arance crescessero sottoterra come le patate o sopra piantine simili ai pomodori).

Storia dell'arte: Keith Haring

Keith Haring col suo horror vacui pieno di omini del cazzo (letteralmente), confinato nella cultura pop degli anni '80 e rimasto lì, a farsi i seghini con gli omini nervosini. Che poi uno dice: be', Keith Haring pare niente, ma c'è tutto uno studio dietro, c'è Capogrossi dietro. Non scomodiamo Capogrossi e il primordialismo plastico, per carità, al massimo dietro Keith Haring ci sta La Linea della Lagostina (quanto mi irritava da piccolo, mi metteva una mestizia addosso, e un tale nervoso, che ancora adesso mi fa venir voglia di affondare gli incisivi dentro una gommina della Ständler). Intesi che la cultura pop è ormai un bagascione che si trascina stracco fra buste della spesa e rigurgito di trapper (trasü de ciòc), passa Banksy con uno stencil e ti nobilita il locale pompe. No io non la capisco più l'arte contemporanea, sto rivalutando Bouguereau perché sapeva disegnare i piedi (anche se devo dire, secondo me era un po' pervertito Bouguereau).

domenica 18 febbraio 2024

Ho sempre meno l'ambizione di dire la mia sui fatti del mondo e dunque mi si pone il dilemma: di che cosa scrivo io su questo blog? Torto o ragione sono irrilevanti, è più esatto avere torto, la concordia è una forma di disciplina. Alla fin fine mi risultano sempre più odiosi gli esseri umani e la beata solitudine di un mondo in cui l'umano genere sia dissipato una volta e per sempre mi appare come l'unica isola benedetta, D. H. G.: unica monarchia la precisa concatenazione delle leggi dell'universo: amen.

martedì 13 febbraio 2024

È carnevale, non ho niente da mettermi, il vestito da Zorro ormai mi va stretto, interpretare se stessi allora, che noia, d'altronde ogni sette anni le molecole del nostro corpo si rigenerano completamente, navi di Teseo, ogni sette anni non siamo più noi, nemmeno a sforzarci di interpretarci. È la memoria che ci tiene uniti: ho memoria del mio costume da Zorro e di uno da pirata dei Caraibi, invero inturbantato come un pascià di Persia, un po' di confusione, e poi un ultimo e vergognosissimo costume da ufficiale di marina. Ogni sette anni non siamo più noi, potremmo risparmiare sui costumi, ogni sette anni. Sono io ma non sono più io: chi sono? L'incredibile Hulk, l'uomo ragno, il blogger noto come formamentis. 

mercoledì 7 febbraio 2024

Il direttore "artistico". Arte, da ars, abilità, capacità. Arte circense, arte amatoria, ars oratoria, l'arte di insultare. Anche noi, nel nostro piccolo, siamo tutti artisti: il modo in cui artisticamente sollevo i piatti sullo scolapiatti dopo anni di esperienza e di pratica: practice makes perfect. Eppure da quel "artistico" il mio palato raffinato si aspetterebbe qualcosa di più: bella musica, per esempio. Ma forse l'abilità a cui fa riferimento quell'arte così sapientemente diretta dal conduttore Amadeus è l'arte di vendere i barattoli sugli scaffali della grande distribuzione. Tutto è arte, anche la cacca: l'orinatoio di Duchamp era un "sottofondo simbolico", non andava preso alla lettera. Amadeus: il Mozart del preserale. Kermesse, dal neerlandese kerkmisse, "messa di chiesa" e cioè "festa del patrono", Sanremo come la festa del santo patrono, tutto si tiene, il cerchio si chiude.

La Traction Avant della polizia giudiziaria che si vede dentro il Maigret con Bruno Cremer, filologicamente corretta: del 1949. Datemi una fotografia e vi disegnerò il mondo. I due grandi baffi della Citroën sulla griglia ispirati alla dentellatura degli ingranaggi a cuspide, primo prodotto della futura casa automobilistica. Una preminenza industriale, quella della vecchia Europa, dove un ingegnere poteva un tempo permettersi di produrre ingranaggi di un particolare tipo e fondarci sopra un'industria di automobili. Non è più così, perduto quel capitalismo delle origini anche semplice nel suo funzionamento, come un ingranaggio meccanico, ora invece proteiforme, come le nuvolette elettroniche dei cloud. Sarebbe piaciuta anche a Marx.

sabato 3 febbraio 2024

Uova strapazzate

Per godere la nostra pax occidentalis altri popoli soffrono la guerra, pazienza: per fare una frittata bisogna rompere le uova. A tal proposito ho trovato traccia di un saggio di Hannah Arendt, Le uova alzano la voce (una critica del totalitarismo comunista). In un altro suo saggio, Gli ex comunisti, Hannah Arendt conclude laconicamente: “Nell’azione, rompere le uova non porta mai a nulla di più interessante che al semplice rompere le uova. Il risultato è identico all’attività stessa: uova rotte, non una frittata.” Io, nel mio piccolo, vedo la storia come un intreccio organico di fatti imprescindibili, vedo il grande mollusco occidentale che si agita e muta forma per rispondere al suo istinto di conservazione, e chi ne sta al di fuori lotta da par suo per lo stesso principio. È pur vero che il grande mollusco occidentale si presenta più o meno candidamente al mondo come soluzione universale e non come semplice tentativo di dominio di una cultura sulle altre. Tant'è: tutti lottano e per lottare rompono le loro uova, pensando che dalle uova ne uscirà un'omeletta, cioè una struttura ordinata, con una sua logica formale. Qualcosa pure ne esce sempre, ma forse aveva ragione Arendt: non è una frittata, sono uova strapazzate.

Non ho la pazienza di dedicarmi al mondo attuale, leggo per curiosità la Bibbia e mi sono tuffato nella traduzione dell'Ulisse, un libro mondo, l'universo monade, ho trovato un mio metodo di lavoro: prima traduco alla bruta, poi rileggo e correggo la musica e le frasi idiomatiche (ogni testo ha una sua musica che deve essere suonata). È tutto un flusso di frasi idiomatiche la traduzione dei libri, soprattutto per libri così ricchi e complessi come l'Ulisse. Sono arrivato alla fine dell'episodio otto, Lestrigoni, i cannibali mangiatori di uomini, ed è tutto un parallelo con i mangiatori che Bloom osserva schifato nel locale dove era entrato per mangiare, poi ripiegando sul baretto di Davy Byrne, tutt'ora esistente. Storia, politica, filosofia, teologia, letteratura, racconto erotico, tutto si tiene in questa monade delle monadi che è l'Ulisse, aiuta a capire anche l'attuale, e il cerchio si chiude. Posto che dobbiamo per forza capire l'attuale. L'Ulisse, per esempio, con il suo flusso di coscienza, è un'istantanea formidabile di un luogo e un periodo storico, un attuale eterno. I testi di storia non riescono a rendere l'attualità della coscienza degli uomini in un dato momento, riassumono, si compiacciono delle teorie, inquinano, intrisi di sentimento moderno, la storia passata: dunque storia ancella della letteratura, quando la letterature però è alta.

venerdì 2 febbraio 2024

Giuda e Tamar

Genesi 38, 6, storia vera: Giuda, figlio di Giacobbe, figlio di Isacco, figlio di Abramo, dà in sposa la bella Tamar a suo figlio Er, ma Er si rende odioso agli occhi del Signore e il Signore lo fa morire. A questo punto, per la legge del levirato (levirato tutto attaccato), la consegna al figlio successivo, Onan, affinché ella abbia un figlio legittimo che verrà considerato figlio di Er, in contumacia (giumente e stalloni, leggi patriarcali, il patriarca Abramo, il patriarca Giuda, allevamenti intensivi).

Allora Giuda disse a Onan: "Va' con la moglie di tuo fratello, compi verso di lei il dovere di cognato e assicura così una posterità a tuo fratello".

Ma a Onan, sapendo che ogni volta che si unisce a Tamar ("ogni volta") la prole non sarebbe stata sua, disperde per terra il seme interrotto alla fine del rapporto.

Ma Onan sapeva che la prole non sarebbe stata considerata come sua; ogni volta che si univa alla moglie del fratello, disperdeva il seme per terra, per non dare un discendente al fratello

Ciò che egli fa è male per il Signore e il Signore lo fa morire (sentenza di morte per non aver inseminato la cognata).

Giuda a questo punto si fa due conti: avanti così e non mi restano più figli, meglio far ritornare la plurivedovella da suo padre, a Tinma, così, giusto per precauzione.

Passa il tempo e, dopo un grave lutto in famiglia, Giuda si reca a Timna per far tosare le pecore. Tamar viene avvertita: sta arrivando tuo suocero (per far tosare le pecore). A questo punto Tamar, visto che il figlio superstite di Giuda, pur se cresciuto, non l'è stato messo a disposizione, s'inventa uno stratagemma:

Allora Tamar si tolse gli abiti vedovili, si coprì con il velo e se lo avvolse intorno, poi si pose a sedere all'ingresso di Enàim, che è sulla strada per Timna.

Giuda la vede e la prende per una prostituta (il mestiere più vecchio, il mestiere più vecchio del mond):

Quando Giuda la vide, la prese per una prostituta, perché essa si era coperta la faccia. Egli si diresse su quella strada verso di lei e disse: "Lascia che io venga con te!". Non sapeva infatti che era sua nuora.

Tamar dice: ok, ma che mi dai in cambio? Un capretto, dice Giuda. Ok, dice Tamar, ma lasciami una caparra. Ok, dice Giuda, cosa vuoi per caparra? Il tuo sigillo, il tuo cordone e il bastone che hai in mano, dice Tamar. Detto fatto, Giuda le consegna carta d'identità e codice fiscale e si unisce senza saperlo alla nuora, ella rimane incinta.

Quando Giuda le fa consegnare il capretto della bella prostituta non c'è più traccia, domanda in giro: avete visto quella prostituta? Quale prostituta? Gli rispondono indignati gli abitanti del posto, qui da noi non ci sono prostitute. Giuda torna a casa perplesso, senza documenti.

Passano tre mesi e qualcuno viene a dire a Giuda che sua nuora si è prostituita ed è rimasta incinta. Indignato, Giuda tuona: sia tratta fuori dalla città e bruciata! (proprio lui, il puttaniere). Allora Tamar mentre viene condotta fuori dice:

"Io sono incinta dell'uomo a cui appartengono questi oggetti". E aggiunse: "Per favore, verifica di chi siano questo sigillo, questi cordoni e questo bastone".

Giuda li vede ed esclama: porco Giuda! Giusto così, giusto così: non le ho dato il mio figlio superstite e lei si è servita di me.

Tamar diede alla luce due gemelli: Zerach e Peres, antenato di Gesù, nato da truffaldina copula.

E questa storia da Mille e un notte solo per ribadire il rispetto del levirato, unione di riparazione tra cognata e cognato.