I cosentini, all'epoca conosciuti come brettii o bruttii, erano un popolo assai orgoglioso e bellicoso, avevano vinto una guerra contro i lucani e si erano stabiliti alla confluenza dei fiumi Crati e Busento sul monte Pancrazio e qui vi avevano fondato la loro città, Cosentia, a significare il raggiunto consenso con i lucani, con i quali fondarono una lega. Qui avevano prosperato e si erano allargati fino a raggiungere a sud la città di Regium e a minacciare le città della Magna Grecia. Quando arrivarono i romani, però, i cosentini dovettero arrendersi, e tuttavia continuarono nei secoli ad approfittare di ogni minima rivolta contro il potere centrale di Roma alleandosi ogni volta con i suoi nemici: Pirro, Annibale, perfino Spartaco. Sconfitti ogni volta, persero sempre più la loro autonomia e dovettero sottostare alle più crudeli umiliazioni. A Cosenza, in pieno disfacimento dell'impero romano, arriva Alarico di ritorno dal saccheggio dell'Urbe, e qui vi muore, sepolto alla confluenza dei due fiumi assieme al suo tesoro. Un moderno monumento equestre è oggi posto a memoria del molto ipotetico luogo della sua sepoltura all'ombra della Chiesa di San Francesco da Paola. E qui finisce il momento Ulisse - il piacere della scoperta.
Come se a Kiev un giorno erigessero un monumento a Putin
RispondiEliminaI palestinesi di Gaza a Bibi Netanyahu o l'ordine dei bisonti a William Frederick Cody (Buffalo Bill)
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