mercoledì 22 marzo 2023

Il doppio standard occidentale, l'esempio della Cecenia

Non sempre l'occidente è stato così inflessibile nel condannare le invasioni russe, a questo proposito è bene ricordare la vicenda della Cecenia. 

Prima guerra cecena. Antefatto: il 6 settembre 1991 i militanti del partito del Congresso Nazionale del Popolo Ceceno dichiarano unilateralmente l'indipendenza della Cecenia tramite defenestrazione del rappresentante del Partito Comunista dell'Unione Sovietica a Groznyj, e linciano gli altri membri del partito. Nei mesi successivi si moltiplicano gli atti di violenza contro le popolazioni non cecene (russi, ucraini, armeni) che vengono costretti a lasciare in massa il paese. Inizia dunque un periodo di tentativi andati a vuoto di rovesciare il governo ceceno, tramite colpi di stato eterodiretti e attività di guerriglia a bassa intensità. Verso la fine del 1994 l'esercito russo decide di intervenire direttamente allo scopo di "stabilire l'ordine costituzionale in Cecenia e di preservare l'integrità territoriale della Russia". L'11 dicembre 1994 le forze armate russe lanciano un attacco missilistico su Groznyj da tre fronti in quella che viene definita "la più grande campagna di bombardamenti in Europa dai tempi della distruzione di Dresda". La forza bruta sembra inizialmente sortire i suoi effetti, inizia però uno sfiancante guerra di resistenza cecena che di fatto impedisce alla Russia di prevalere. Michail Gorbačëv definisce la guerra una "vergognosa avventura sanguinaria" e il cancelliere tedesco Helmut Kohl "pura follia". Il vice Ministro della Difesa Boris Gromov (uno dei comandanti nella guerra in Afghanistan) e il gen. Poljakov rassegnano le dimissioni come protesta contro la guerra. Gromov afferma alla televisione: "Sarà un bagno di sangue, un altro Afghanistan". Le organizzazioni per i diritti umani accusano "le forze russe di aver utilizzato in maniera sproporzionata ed indiscriminata la forza quando vi erano episodi di resistenza, determinando in questo modo un alto numero di vittime civili". La guerra fallisce e nel 1996 Eltsin è costretto a stipulare con i ceceni un trattato di pace. Grande è lo smacco per l'orgoglio russo. 

Seconda guerra cecena. Dopo la prima guerra cecena Groznyj è ridotta in rovina e il governo non riesce a tenere le periferie cadute in mano alle milizie locali. Nel 1999 il governo ceceno, in violazione del precedente trattato di pace, decide di invadere il territorio russo del Daghestan per dar man forte ai separatisti. I russi soffocano la rivolta ricorrendo alle bombe termobariche. Contemporaneamente all'invasione del Daghestan, una serie di attentati terroristici rivendicati dallo sconosciuto "Esercito per la Liberazione del Daghestan" uccide 293 persone tra Mosca e Volgodonsk ("Bombe nei palazzi"). Eltsin incolpa subito i ceceni, in America, il senatore John McCain sostiene che gli attentati siano stati preparati dai servizi segreti russi per giustificare una resa dei conti in Cecenia. Il 1999 è anche l'anno della salita al potere di Putin, la dietrologia vuole che gli attentati siano stati organizzati a bella posta per preparare il colpo di stato putiniano. Putin fa dell'annientamento della resistenza cecena il suo cavallo di battaglia ("li inseguiremo fin dentro il cesso"), dichiara illegittima l'autorità del presidente ceceno e dà l'avvio a una violentissima offensiva dal cielo e da terra che rade al suolo quel poco che era rimasto in piedi della Cecenia e costringe la popolazione civile a riparare nella filorussa Inguscezia. 

E la comunità internazionale? Già all'epoca della prima guerra cecena il democratico Bill Clinton aveva affermato in un incontro a Mosca con Boris Eltsin che la Cecenia era parte integrante della Russia. Nel 1999 Clinton ribadisce che non è interesse degli Stati Uniti sanzionare la Russia per le vicende cecene. Il Segretario dell'Onu Kofi Annan si limita a richiamare i contendenti alla precauzione di "fare il possibile per limitare le vittime civili". L'Unione Europea si dichiara "profondamente scossa" auspicando il "più rapido cessate il fuoco", senza far riferimento a sanzioni economiche. Nel frattempo crimini dell'umanità sono segnalati da Amnesty International e denunciati da entrambe le parti. L'annessione della Cecenia alla Repubblica Federale Russa è sancita tramite referendum tenutosi il 23 marzo 2003. La Cecenia nel frattempo è distrutta, Groznyj ridotta a un cumulo di macerie, il terrorismo islamico è stato sconfitto nell'interesse russo e di quello occidentale. 

Doppio standard, doppia morale, oggi ci risvegliamo improvvisamente con Putin criminale di guerra e la Russia come nuovo stato nazista. Contrordine: i russi sono tornati a mangiarsi i bambini.

martedì 21 marzo 2023

L'Ucraina è pretesto e campo di battaglia di potenze superiori, come un tempo usavano gli eserciti, che si sceglievano un terreno coltivato a grano e per due o tre giorni lo pestavano in lungo e in largo, con buona pace dei coltivatori diretti a cui, se andava bene, restavano almeno i bottoni dei generali. I signorini di città, col binocolo di internet, seguono divertiti le manovre a debita distanza, solo che il gran guignol va avanti da più di un anno e non si intravede ancora la fine. Forse solo un deus ex machina, un meteorite, il dito puntato di Dio che squarcia la volta del cielo, ma conoscendo la ritrosia del soprannaturale a manifestarsi, toccherà come sempre rimettersi alla misericordia degli uomini, cosa sulla quale non si può ormai nutrire la benché minima fiducia.

lunedì 20 marzo 2023

L'uomo di sinistra come uomo artificiale, contronaturale, nel senso che la natura, ritenuta espressione della legge del più forte, va corretta e addomesticata in modo da stabilire un sempre più giusto stato di eguaglianza (progresso della società). Il giusnaturalismo dell'uomo di destra che fa invece appello a uno stato di natura ritenuto giusto e inviolabile, espressione di una volontà soprannaturale che si rispecchia nella rassicurante ripetitività dei riti e delle tradizioni (conservazione della società). Così come c'è un ottimismo di sinistra, dell'uomo naturalmente politico (l'aristotelico anthropos physei politikon zoòn), se non addirittura altruista, e un pessimismo di destra che ritiene invece l'uomo un animale essenzialmente egoistico (homo homini lupus), i cui istinti possono essere tenuti a freno solo da una rigida organizzazione sociale. Ciascuna delle idee si combatte senza prevalere l'una sull'altra, non disdegnando addirittura di contaminarsi legando insieme i propri torti ed esprimendo perlopiù giudizi privi di incontrovertibilità: «Per natura, all'opinione piace opinare» (Platone).

sabato 18 marzo 2023

Mentanizzare

Ho coniato un termine: mentanizzare. Si riferisce a Enrico Mentana, un giornalista televisivo che operò a cavallo tra il ventesimo e il ventunesimo secolo, significa "spettacolarizzare la politica e i fatti di cronaca con gag e battute in studio o nel corso di maratone televisive con ospiti fissi e inviati in collegamento fatti oggetto di scherzosi maltrattamenti inframmezzate da improvvise tirate moraliste condotte con affettata gravità e pomposa solennità". Sinonimo di vespizzare e gruberizzare.

Cpi, Circo Penale Internazionale

Putin è fregato, è ricercato dall'Interpol, adesso appena metterà fuori il naso dalla Russia lo arresteranno per crimini di guerra, dice che ha deportato dei bambini, un pretesto, del resto anche Al Capone è stato incastrato per evasione fiscale. Addio Parigi o cara, le mille luci di Pigalle, addio Stati Uniti d'America. Ah no, aspetta, nemmeno gli Stati Uniti riconoscono la Corte Penale Internazionale dell'Aia, come anche la Cina, e Israele. Si troverà il modo. Forse lo beccheranno in Sudafrica che si deve far perdonare cinquant'anni di apartheid, ma è improbabile. Ci sarebbe la fila per farsi processare per crimini contro l'umanità, più lunga della lista d'attesa di una risonanza magnetica, per alleggerire le pratiche di solito intervengono gli Stati Uniti intra moenia e neutralizzano i sospettati senza processo, paghi subito e ottieni la prestazione, un bel risparmio per i contribuenti. Ma Putin è un altro paio di maniche, Putin is too big to fail, mica è un Gheddafi qualunque. Piuttosto fa riflettere come sia così facile aggirare la giustizia, intendo il diritto positivo, quello creato e imposto da un'entità sovrana a cui basta non riconoscere la sovranità, e il fatto che siano i maggiori attori internazionali a non riconoscere la Corte Penale dell'Aia, per tenersi libere le mani nel caso di improrogabili ragion di stato che necessitino di un'azione energica, la dice lunga sul fatto che per imporre un diritto non serve tanto appellarsi alla Dea Giustizia quanto avere potere effettivo, potere di imporre quel diritto sul campo, anche a cannonate. È la fiera dell'ipocrisia, la giustizia è un'altra cosa. (solo nei paesi che aderiscono alla Corte Penale Internazionale vige l'obbligo di arresto, in tutti gli altri vige la discrezionalità).

giovedì 16 marzo 2023

Minutemen

24.000 km orari in orbita suborbitale, raggiunto il vertice della parabola, la cuspide conica della testata nucleare si stacca dal supporto orientabile e cade per inerzia dall'altezza di 100 km ruotando sul proprio asse per conservare il momento angolare, come una grossa punta di matita. Non la si vede nemmeno arrivare, l'esplosione è improvvisa, la distruzione istantanea, silenziosa sopraggiunge come un ladro nella notte. La soggezione che crea la guerra nell'animo di noi disabituati alla morte forse necessiterebbe di una terapia psicologica ad hoc per rafforzare il carattere, così da essere pronti ad ogni evenienza, come i Minutemen che diedero il nome a queste formidabili macchine di distruzione ("Minutemen è il nome dato ai membri della milizia delle Colonie Americane, che dovevano essere pronti per la battaglia con un preavviso di un minuto."). Oriana Fallaci ci aveva avvertiti: l'aver perso anche solo la nozione dell'uso del pugnale a baionetta ha fatto di noi degli esseri vulnerabili, privi della capacità di difendere i nostri valori. Nelle scuole andrebbe forse messo da parte Leopardi e promosso un corso di studi incentrato sull'apprendimento delle tecniche nucleari di base, che ancor più della poesia permettono la sopravvivenza della civiltà occidentale. Chi non si adegua è colpevole.

In caso di guerra

Se dovesse vincere la Russia ci si presenterebbe la necessità di dichiararle guerra e per l'occasione dovremo schierare l'artiglieria pesante, vale a dire le nostre batterie di missili intercontinentali. Certe meraviglie della tecnica non sono fatte per restarsene chiuse in un buco scavato nella terra, hanno bisogno di prendere aria, di correre e sudare, come i cani da caccia. Ricordo l'impressione che mi fecero quelle montagnette perfettamente lenticolari che spuntavano come mammelle in mezzo ai prati della base missilistica di Zelo-Ceneselli, Rovigo, quando da giovane mi recai lì per un'esibizione di ballo. Dismessa nel 1998, la base era sede del 79º Gruppo IT (Intercettori Teleguidati) e distava pochi chilometri da casa mia. Erano "batterie missilistiche schierate principalmente nel nord-est, con lo scopo di contrastare gli attacchi provenienti dai paesi dell'ex-patto di Varsavia". Per la cronaca, quella sera mi feci prendere dall'emozione e sbagliai tutte le figure del paso doble. Anni dopo venni a sapere che in quella base prestò servizio militare un mio compagno di scuola, come barman. La guerra è un affare così grosso che al solo pensarci provo un grande senso di inadeguatezza, non so nemmeno come si fa ad accoppare un cristiano, anche se ortodosso. Forse potrei sorprenderne uno alle spalle tirandogli una padellata in testa, tuttavia hanno sempre quei maledetti elmetti che rischiano di graffiare il fondo antiaderente, e una volta graffiato non si possono più riutilizzare, c'è scritto nelle istruzioni, tocca buttarle. Forse a frantumargli le rotule con i pestacarne, soffocarli con una polpetta di riso, ma anche lì avranno delle protezioni, se le inventano tutte 'sti maiali. No, l'unica è nascondersi, se uno non può rendersi utile meglio lasciar fare ai professionisti, la guerra non è affare per signorine.

mercoledì 15 marzo 2023

Il gruppo Nietzsche

Il gruppo Nietzsche è una compagnia militare privata con sede a Sils Maria che predilige come armi il martello e la dinamite e come si può ben vedere dalla cartina di Limes opera prevalentemente in alta montagna, solo e incompreso, lontano dalla confusione dei centri abitati. Ha come simbolo di battaglia il tirso e i suoi componenti vivono nudi abbracciati a dei cavalli. Nel 2014 erano appena in due, oggi sfiorano le 50.000 unità, di cui l'80% è composto da ex-hegeliani. Operano in regime di covert operation protetti dalla plausible deniability delle autorità grigionesi e non sono riconosciuti dalle Nazioni Unite. Nella Battaglia di Sempach che vide la Vecchia Confederazione prevalere sull'Arciducato d'Austria, svolsero prevalentemente attività di collegamento fra il Canton Svitto e il Canton Zurigo, dando innumerevoli prove di ardimento e contribuendo in modo decisivo alla vittoria finale delle truppe di Arnold von Winkelried. Gli ultimi rilievi dei droni ci mostrano che hanno deposto le armi e rinunciato a ogni forma di lotta armata in favore della catalessi ascetica. A loro non importa niente di niente, sono dei nichilisti.

Apeiron Feltrinelli

È segno della corruzione dei tempi che dopo la reductio ad Hitlerum ci tocchi la reductio ad Fusarum. Povero Diego, eppure i libri glieli pubblicano ancora, ci sarà pure un motivo. D'altronde è anche vero che Diego è ormai scivolato nello scaffale limitrofo ai Morelli e ai Recalcati, io ambisco invece allo scaffale degli Hegel, dei Berkeley, dei Kant, ambisco a diventare un classico (rido). Anzi, sapete che vi dico? Che arrivare in libreria, oggi come oggi, è motivo certissimo di imbarazzo vista la reductio ad Minchiam a cui vengono condannati tutti gli autori, seri e meno seri, ridotti a strenne e a scatole di cioccolatini per lettori dalle controverse capacità cognitive. Ci sono ancora i libri sulla Casta, ci sono quelli contro la Russia, ci sono quelli a favore della Russia, non ho visto quelli di Burioni che sono passati di moda, insomma, uno sciocchezzaio senza limite, puro apeiron privo di forma e di contenuti, coronato dal dvd di Rambo scontato del 70%. Ho visto sì un libricino di Bakunin sull'anarchia (mi trovavo alla Feltrinelli, Giangiacomo, il traliccio di Segrate, ecc.), o qualcuno che gli somigliava nel nome, ma con una copertina così perfetta nel suo accattivante packaging che ci si aspettava di trovarci dentro anche la pubblicità del Coccolino. Le librerie sono diventate dei Lidl, i negozi di dischi dei negozi dell'antiquariato, otto miliardi di persone non fanno un supercervello, fanno un supercolon.

Considerazioni inattuali

D'altronde dove c'è uno spazio aereo internazionale è ovvio trovarci dentro un drone Usa, è un suo diritto. Ovunque la democrazia è minacciata, vigilano sulle forze del male le macchine volanti telecomandate, scrutano la terra e il cielo in cerca di crimini contro l'umanità. Fossero i cattivi a scrutare la terra e il cielo a migliaia di chilometri di distanza dal loro spazio aereo, be', sarebbe un altro paio di maniche, perché è la natura dei principi che fa la differenza, i nostri sono i principi della democrazia, hanno la precedenza. Con questo non voglio assolvere il gruppo Wagner, il cui unico scopo è accoppar cristiani il più efficientemente possibile, dico solo che è un bel vivere assolvendoci da ogni eventuale accoppamento raccontandoci che tanto è fatto tutto in nome della democrazia, che sì, ci scapperà la guerra ma hanno cominciato gli altri, noi non c'entriamo. Quando la coscienza comincia ad assolversi finisce sempre male, finisce che lì per lì uno nemmeno se ne accorge di quel che combina, si diventa appunto come il nemico credendo però di essere innocenti (la violenza innocente aggiunge al danno anche la beffa). Ma comprendo che i miei sono discorsi inattuali, le circostanze ci impongono di agire, e allora ben venga il drone e tutta la cavalleria, ci hanno ordinato la bicicletta e dobbiamo pedalare.

martedì 14 marzo 2023

Animal spirits

Partiti per far crollare l'economia russa, per ora ci siamo assicurati di far fallire due banche della Silicon Valley, e siamo appena all'inizio. Io dico: prima di avere la presunzione di far crollare l'economia di interi paesi per alzata di mano, almeno assicurarsi di essere al riparto dalle brutte sorprese. E invece no, mentre ci stavamo ingegnando per portare l'economia russa al collasso, la nostra inflazione galoppava, la Fed interveniva per aumentare i tassi, le obbligazioni nei portafogli bancari si svalutavano, ed ecco fatta la frittata: "Crisi banche USA: siamo davanti a una nuova Lehman Brothers?". Non era forse risaputo dagli ingegneri della Fed che alzando i tassi per combattere l'inflazione avrebbero svalutato i titoli obbligazionari "in pancia" agli istituti di credito? Se la finanza fosse una branca dell'ingegneria civile non rimarrebbero in piedi nemmeno i ponti. Ma è inutile, le questioni dell'alta finanza sono appannaggio di gente avvedutissima per cui tutto rientra nelle normali dinamiche dell'animal spirit, e quando accade qualcosa è sempre un fulmine a ciel sereno. Fingere, fingere sempre che tutto vada magnificamente bene fino a un secondo prima del disastro, questo per non alimentare l'ottusa emotività dei mercati che altrimenti li porterebbe a quel disastro che li costringe a fingere. È un serpente che si morde la coda, un meccanismo che genera in sé la propria rovina, ma non si illudano i marxisti, il capitalismo è una macchina che fonde periodicamente il suo motore per ripartire più gagliarda, una gabbia di matti fatta per matti che rincorrono la carota mentre vengono presi a randellate.

domenica 12 marzo 2023

Non c'è più quasi niente di spontaneo

Il concetto della purezza degli antichi è trattato dal nostro acuto Leopardi in un passo giovanile - avrà avuto una ventina d'anni - dello Zibaldone, però riferito alle questioni dell'arte poetica:

"non c'è più quasi niente di spontaneo [...] Questo avviene perché ora si viene da un tempo corrotto (oltrechè si sta pure tra' corrotti) e bisogna porre il più grande studio per evitare la corruzione, principalmente quella del tempo la quale prima che abbiamo pensato a guardarcene s'è impadronita di noi, e poi quella dei tempi passati, perchè adesso conosciamo tutti i vizi delle arti e ce ne vogliamo guardare, e non siamo più semplici come erano i greci e i latini [...] Erano come fanciulli che non conoscono i vizi, noi siamo come vecchi che li conosciamo ma pel senno e l'esperienza gli schiviamo."

Conosciamo i vizi delle arti ma per il senno e l'esperienza li schiviamo, schivandoli la nostra arte ne esce ingessata, priva di quella grandezza che scaturisce dalla spontaneità, dallo sguardo in purezza degli antichi.

Conosciamo anche tutti i vizi della politica, ma visto che siamo avveduti li schiviamo tutti, così da sembrare che non ci appartengano, e ne esce una attitudine alla democrazia non più spontanea ma ingessata, corrotta dalla stessa preoccupazione che non sia abbastanza democratica e inclusiva. Il concetto è ulteriormente allargabile ad altri ambiti, d'altronde siamo al cospetto di Leopardi, forse fra i più sottovalutati pensatori italiani, troppo sbrigativamente rilegato nel girone infernale dei pessimisti per allontanare il fastidio di essere messi a nudo.

L'antiquato Platone

Nella sua genuinità di antico greco Platone riteneva la demagogia una forma di corruzione della democrazia, tuttavia in caso di governo corrotto aggiungeva anche che la demagogia è comunque la forma preferibile di corruzione, soprattutto rispetto alla tirannide e all'oligarchia, perché almeno salvaguarda la libertà. Chissà cosa direbbe oggi Platone assistendo allo spettacolo di questa specie di oligarchie che gestiscono democraticamente il potere facendo largo uso di argomenti demagogici. Tutto si è corrotto, la purezza degli antichi in primis, non ha più luogo d'essere, Platone parlava sub specie aeternitatis, sotto l'aspetto dell'eternità (i concetti puri sono slegati dall'accidentalità del mondo empirico, sono iperuranici e quindi perfetti, il concetto del cavallo rappresenterà sempre un cavallo, mai un asino). C'è anche il fatto che oggi, in piena guerra contro le dittature che minacciano la democrazia, fare questioni di lana caprina sul grado di democraticità delle nostre democrazie è considerato sospetto e controproducente, tuttavia mi domando se a forza di sospendere il senso critico per motivi urgenti, alla fine, di urgenza in urgenza, la democrazia non rischi di tramutarsi sotto il nostro naso in qualcosa d'altro, qualcosa di meno democratico. Per Platone, va da sé, la democrazia si muta inevitabilmente in dispotismo, ma Platone, abbiamo visto, è ormai antiquato, noi moderni siamo troppo avveduti, troppo conoscitori della storia per non accorgerci di quel che accade.

venerdì 10 marzo 2023

Assuefazione

Che poi non è nemmeno il problema del consumismo in sé, che può sempre dar occasione a moralismi perbenisti e quaccheri, il punto è che si avverte una certa fatica da parte dell'economia di mercato di creare quei nuovi bisogni che vanno periodicamente ad alimentare una domanda che, dal canto suo, si trascina stancamente da tempo come può. Ultima in ordine di apparizione, l'economia green, che già di per sé allude a una decrescita, a una contrazione dei bisogni con margini di guadagno sempre più risicati, e dall'altra parte la creazione di bisogni immateriali che comportano grandi campagne di persuasione volte a magnificare la bellezza del gioco del calcio o delle serie tv. L'impressione è che ci si avvicini sempre più a un punto critico in cui all'offerta di beni e servizi non corrisponderà più la capacità, o anche solo la volontà, di acquistarli. I grandi cervelli che dirigono l'economia mondiale hanno davanti a sé un bel problema, creare economia e necessità di consumo in un mondo ormai assuefatto a tutto, chi vivrà vedrà, sempre che abbia conservato gli occhi per piangere.

giovedì 9 marzo 2023

"Va aggiunto che il consumismo può creare dei "rapporti sociali" immodificabili, sia creando, nel caso peggiore, al posto del vecchio clerico-fascismo un nuovo tecno-fascismo (che potrebbe comunque realizzarsi solo a patto di chiamarsi anti-fascismo), sia, com'è ormai più probabile, creando come contesto alla propria ideologia edonistica un contesto di falsa tolleranza e di falso laicismo: di falsa realizzazione, cioè, dei diritti civili."

Pier Paolo Pasolini, Intervento al Congresso del Partito Radicale, 1975

Non dimentichiamo che legge del mondo è che diventa giusto quel che riesce a imporsi, questo è quello che si mostra storicamente al di là di tutte le interpretazioni e le volontà che sia altrimenti. Questa affermazione non è un'interpretazione, è un vedere, un constatare la realtà. Se una società, poniamo caso "capitalista", riesce a garantire in modo stabile e universale il soddisfacimento dei bisogni che mano a mano emergono, quella società sarà riconosciuta come giusta. Compito degli anticapitalisti, qualora sia possibile, dimostrare che una società capitalista non è in grado di soddisfarli, o che quella garantita dal capitalismo non è una "vera" soddisfazione. Tutte le società sono giuste finché mantengono al proprio interno una coerenza fra bisogni e soddisfacimento dei bisogni. La persuasione che questa soddisfazione sia congrua è di fatto una forma di appagamento, persuadere di qualcos'altro è possibile, e allora si formeranno nuovi concetti di giusto e di sbagliato. A questo proposito si immagina di solito la risoluzione del capitalismo come una fine della storia, un luogo in cui l'idea stessa di giusto e di sbagliato avrà trovato la sua definitiva formulazione, questo è problematico. Valga lo stesso discorso per tirannia e democrazia: se la tirannia fosse in grado di persuadere e blandire con la stessa efficacia di una democrazia allora di fatto diventerebbe giusta, ai filosofi il compito di dimostrare che una tirannia non potrebbe farlo per un impedimento legato alla sua stessa natura. (io continuo a pensare che la contraddizione sia a monte, e cioè che, essendo che le cose accadono per necessità, giusto e sbagliato non hanno alcun valore reale in sé ma sono una sorta di "operatori" logici).

martedì 7 marzo 2023

Come fu che affrontammo una pandemia seguendo la scienza

Vi spiego com'è andata: arriva una pandemia, nessuno è pronto, il piano pandemico degli ospedali è ridotto a un fascicolo chiuso in un armadietto (ma ti pare che arriva una epidemia globale? Ah AH ah), panico generale, chiamano gli esperti, gli esperti non sanno che pesci pigliare, la politica chiede di agire (la politica deve sempre mostrare di fare qualcosa, qualsiasi cosa purché si faccia), esperti e politici mettono allora in piedi una task force per coordinare una risposta, vale a dire una filastrocca comune da somministrare alla gente ormai in preda al panico, e allora in un primo momento in cui usare le mascherine era come toglierle al personale addetto, l'unico in grado di usarle correttamente, all'improvviso va bene tutto, anche le sciarpe sulla bocca da portare in fila indiana fuori dai supermercati, ormai è panico generale, le evidenze scientifiche sono saltate, si fa tutto alla carlona: si lava la spesa con l'amuchina, si erigono barriere in plexiglass nelle aule, si progettano cubicoli per gli stabilimenti balneari, arriva il lockdown, si fermano le persone trovate a vagare da sole sulla spiaggia, vale tutto, come a carnevale. Poi, fermi tutti, arriva il totem, il vaccino contro il Covid, l'impazzimento generale giunge alle sue estreme conseguenze: si discriminano i non vaccinati come se fossero portatori di peste, gli untori manzoniani, colonne infami vengono erette quotidianamente dall'informazione, c'è chi vuole metterli in galera, ridurli a pane acqua, reintrodurre la pena di morte, ormai il gioco è sfuggito di mano, la politica mente sapendo di mentire (non è un grosso problema), alla fine tutti si ammalano comunque anche da vaccinati perché il vaccino lenisce solo gli effetti, non implica l'immunità, tuttavia su questa presunta immunità varano un lasciapassare che permette di andare a lavorare (chi non si vaccina è sospeso dal lavoro), il foglio di via permette a gente potenzialmente contagiosa di contagiarsi fra vaccinati in tutta sicurezza, alla fine l'immunità di gregge fa il resto, tutti contagiati dalla variante meno pericolosa, immunizzati dal virus ma credendo di essere immunizzati dal vaccino che ha ormai assunto la forma di una patente di benemerenza civile. Ora è tutto finito e un colpo di spugna laverà via le colpe ("andavamo alla cieca ma eravamo in buona fede").

lunedì 6 marzo 2023

Dipinte in queste rive son dell’umana gente «Le magnifiche sorti e progressive»

"C'è qualcosa che affascina nella Scienza. Uno ricava un tale carico di congetture all'ingrosso da un così trascurabile investimento di fatti." 

(Mark Twain)

La scienza è la mossa della disperazione del mortale che trovandosi di fronte alla sua morte, evocata con una perentorietà che non permette repliche, si affida a un metodo che gli promette di aumentare la sua capacità di controllare e prevedere i fatti naturali. Si illude, l'uomo, attraverso le magnifiche sorti e progressive, di raggiungere una conoscenza in grado di piegare a suo vantaggio le leggi della natura, e così carica la scienza di un significato salvifico che eccede le sue prerogative. Ha valore statistico probabilistico il dato scientifico che viene desunto dall'osservazione degli eventi che si ripetono, eppure su questo trascurabile investimento di fatti gli uomini sono in grado di ricavare un'enorme carico di congetture, spesso smerciate all'ingrosso, etichettate come verità incontrovertibili. Grossi guai discendono dalla cattiva abitudine di manipolare queste circostanziali evidenze scientifiche per scopi addirittura politici, indirizzando la scienza dove più conviene, credendosene i padroni. "Caggiono i regni intanto, passan genti e linguaggi: ella nol vede: e l’uom d’eternitá s’arroga il vanto."

domenica 5 marzo 2023

Tacere

Un'idea: quella di non avere opinioni, soprattutto in merito a guerre e guerricciole, liberati dal peso delle opinioni e dal dovere di farle valere, librarsi sopra le cose con leggerezza, come piume. Ci sarà pure qualche buon cristo che si prende la briga di curare gli scorticati giudicando il resto con lo stesso metro, e che tace non già per servaggio, ma semplicemente perché ne ha piene le tasche della follia del mondo.

Per un uso estensivo del termine "pornografia"

Bisognerebbe estendere per quanto possibile il termine "pornografia" anche al mondo della pubblicità, niente lo vieterebbe visto che il significato di "pornografia" è in ultima analisi "immagini di cose messe in vendita". Questo bel termine di origine greca è stato associato fin dalle origini al meretricio ed è un peccato limitarne l'uso solo a questo particolare significato, gli si fa torto. Per esempio: "Hai visto l'ultimo porno di [nome di prodotto messo a caso]?", sarebbe più appropriato. Pornografia è anche tutto il miasma di notizie di cronaca che viene esalato ogni giorno dai social, i lanci di agenzia, le ultime sui reali d'Inghilterra, tutta quanta la civiltà delle immagini. Viviamo così immersi nel porno che ci sembra di essere persone perbene quando in realtà ci hanno costretto a prostituirci già da tempo. Niente sfugge a questa forma di pornografia, a meno che di andare a vivere su isoletta sperduta, con un cane e una piantina di basilico sul davanzale della finestra, ma senza comunicazioni con l'esterno, ovviamente.

venerdì 3 marzo 2023

Usurpatori

Quando si viene al mondo ci si crea uno spazio che in qualche modo limita quello degli altri. È Anassimandro a dirlo per primo, Anassimandro che fu il secondo fra i filosofi in accordo con la classificazione aristotelica. Uscendo da uno stato senza forma (l'apeiron, il "privo di perimetro"), l'uomo viene al mondo, una cosa fra le cose, compiendo un'ingiustizia: prendendo forma, impone alle altre forme la sua presenza, impone loro di fargli spazio. Le altre forme gli si oppongono e in questo opporsi a loro volta compiono ingiustizia su tutte le altre. Ritornare nell'indefinito, annullarsi come forme, è dunque un pagare la colpa, il peccato originale dell'essere venuti al mondo. Non già un diritto inalienabile alla vita, una volontà di dominio, quanto una colpa da espiare con la morte affinché il proprio spazio possa venire occupato da altri usurpatori. Un pensiero troppo pesante da portare per l'uomo moderno tutto proiettato ad esigere i propri diritti, sugli altri uomini e sulla realtà. Ma ahimé anche l'uomo moderno soggiace sempre e tuttavia alla legge di Anassimandro: ricordati che ogni cosa ha diritto di esistere quanto te e che il tuo essere al mondo è l'occupazione temporanea dello spazio di qualcun altro. Dite che lo abbiamo convinto l'uomo moderno a darsi una calmata? Io non credo.

giovedì 2 marzo 2023

La ragione mostra, la fede nasconde

La verità di un fatto, di una notizia, non sta nella fonte, la fonte è sempre una questione di fede, e la fede nasconde, non mostra la verità, ci chiede solo di crederle, la verità di un fatto è una questione di ragione, non di autorevolezza, di coerenza interna delle sue parti e di come queste parti stanno in relazione con gli altri fatti. Sui social è un continuo fiorire di immagini e di dichiarazioni che non possono trovare riscontro se non sottoponendoli al tribunale della ragione, e qualora questo tribunale non possa emettere una sentenza certa e definitiva, bisognerà rassegnarsi e ammettere che quel fatto è inverificabile. Occorre professare un sano scetticismo per tutto quello che ci viene mostrato, soprattutto in questi tempi di scontro fra propagande, quelle filo-occidentali e quelle filo-russe, i cosiddetti "fatti accertati" sono sempre più congetture che vanno solo a confermare quel che si vuole sentirsi dire. Non credete a niente, la ragione mostra, la fede nasconde.

martedì 28 febbraio 2023

A proposito di Giorgia Meloni

Due parole su Giorgia Meloni. Chi si ricorda la gloriosa epopea dei blog e degli aggregatori di blog si ricorderà di Tocqueville, la piattaforma di blog di destra e di ultra-atlantisti filoamericani, e su Tocqueville periodicamente si pubblicizzava Atreju, il festival dei giovani di destra organizzato proprio da Giorgia Meloni (Atreju, il protagonista de La storia infinita di Michael Ende, "volendo richiamare la sua volontà di lottare contro il Nulla che avanza, dal punto di vista filosofico e morale"). Quando in campagna elettorale si usava l'argomento del filoputinismo di Giorgia Meloni io non ci prestavo attenzione, mi sembrava argomento fiacco visto il comprovato filoatlantismo della nostra. Più che altro Giorgia Meloni sa cogliere le opportunità, che è una grande dote politica senza la quale, in politica, non si arriva da nessuna parte. Io vi dico sinceramente, e non è una battuta, che al di là dei proclami urlati dal palco (sono una donna, sono una mamma, sono cristiana), se vi fosse un effettivo ritorno di utilità, su alcune questione Giorgia Meloni saprebbe scavalcare a sinistra perfino Schlein, che di sinistra ha giusto la patina dettata dal galateo woke e progressista che va tanto di moda in questo momento.

Vittoria dell'apparato sul demos

Quando parliamo di declino sistemico della democrazia poniamo implicitamente un'epoca d'oro in cui si poteva dire che la democrazia fosse pienamente realizzata, questo è fuorviante, in quanto si tratta più di analizzare lo scarto sempre presente fra l'ideale e la concreta realizzazione dell'ideale. La cultura occidentale, quella europea e nordamericana in primis, mena vanto di essere la più genuina custode dei valori democratici, e allora qui si tratta di comprendere quanto questa ostentazione sia effettivamente fondata. In una democrazia che si rispetti la voce del demos dovrebbe avere un peso decisivo (demos-crazia), mentre noi assistiamo nei fatti a una riduzione del peso dell'opinione popolare che viene perlopiù indirizzata dai suoi rappresentanti dentro schemi ritenuti più adeguati. Questi schemi ritenuti più adeguati sono quelli dettati principalmente dalle tecniche, economiche e non, che lungi dall'assumere un semplice valore politico, e quindi opinabile, soggette a cambiamenti di indirizzo, assumono sempre più la valenza di esigenze imprescindibili. Fatta la tara a tutta l'opera di persuasione politica e di ammaestramento delle masse, rimane l'impressione, ed è qualcosa di più che un'impressione, che l'apparato, indipendentemente dalla volontà dei suoi interpreti, abbia fagocitato il demos, e questo si traduce in una disaffezione diffusa e sconsolata per l'istituto della democrazia che contribuisce ad accelerarne il declino.

lunedì 27 febbraio 2023

Che brutta fine, compagni

Volete essere davvero di sinistra? Allora proponente una casa di proprietà per tutti, un reddito universale senza eccezioni, una redistribuzione scientificamente equa della ricchezza. Come dite? Che non è possibile, che è pura utopia, che non ci credete nemmeno voi? Be' allora non siete di sinistra, siete ordoliberisti o impiegati statali. Non mi vorrete mica dire che nell'impossibilità di rovesciare il capitalismo avete ripiegato sulle parrucche rosa e le battaglie sui pronomi?... ah, ok: avete ripiegato sulle parrucche rosa e le battaglie sui pronomi. Che brutta fine, compagni.

Tramonto della democrazia

La democrazia diventa sempre più un'ideologia vuota, un galateo che permette scelte prese sempre meno democraticamente. Dicono sia l'unica via, e poniamo che sia vero, ma se quest'unica via democratica, approfittando del fatto che sia l'unica, degrada sempre più in senso antidemocratico, finiremo di crederci democratici anche se non lo siamo più. La democrazia tramonta non solo per la scarsa qualità dei suoi interpreti (un sintomo, più che una causa), la democrazia tramonta perché le questioni su cui chiama a decidere i suoi elettori sono sempre più tecniche e sempre meno delle vere scelte, anzi, sono piuttosto dei passi necessari da compiere all'interno del meccanismo imprescindibile dello stato-nazione e delle entità sovranazionali. Una sola politica economica, una sola politica estera, una sola ipotesi di alleanza, le scelte sono sempre più fittizie, gli elettori sono chiamati ad esprimersi su finte alternative. Impossibile per un paese uscire da un sistema sempre più avvolgente, le varie ipotesi di exit sono di fatto impraticabili. Una sola scelta sarà giudicata come giusta, e le democrazie assomiglieranno sempre di più alle elezioni dei soviet, dove i candidati potevano darsi battaglia all'interno di un'unica e imprescindibile idea di società. Posizioni statali protette e debitamente remunerate, del resto, non fanno che alimentare una vasta clientela, intesa qui nel senso antico, e la democrazia potrà dunque continuare a tramontare senza che nessuno o quasi se ne dia pensiero. Se la democrazia si riassume nella libera scelta degli elettori, lo spazio della scelta sembra sempre più restringersi, riducendo la libertà a una questione di forma.

domenica 26 febbraio 2023

Diritti molto poco universali

Nulla garantisce l'universalità dei diritti umani, anche quando ero un convinto attivista ho sempre avvertito l'abisso della mancanza di argomenti solidi che ne giustificassero la validità universale. È un dispiacere rendersi conto che il diritto umano, per quanto lo si voglia dire universale, è soggetto al tarlo del relativismo. In quanto "concezione filosofico-politica accolta come fondamento giuridico dalle Costituzioni moderne" il diritto umano non riesce a mantenersi all'altezza delle sue intenzioni, in quanto "concezione", cioè ideazione fra le ideazioni, e in quanto "accolta", cioè concessa, accordata. Per tentare di renderlo più saldo, il progressista di solito tenta di dimostrare come il diritto umano sia emanazione stessa della ragione, ragione che è diventata l'ultima deità spendibile dopo l'arretramento delle narrazioni religiose, ma la ragione è un concetto ampio e l'argomento rimane zoppo (ragione di cosa? L'uomo nasce come vivente fra i viventi, attribuirgli un diritto superiore rispetto ai moscerini o all'ortica selvatica è già conseguenza di un'elaborazione intenzionale del significato di "uomo"). Il diritto umano, dunque, non solo rappresenta qualcosa di provvisorio, ma è soggetto a un'infinità di deroghe che di fatto lo riducono a garanzia violabile, a un caso speciale del diritto che viene riconosciuto a fasi alterne e sull'onda emotiva, e quindi tutt'altro che universalmente.

sabato 25 febbraio 2023

Rumble in the jungle

Permane l'idea, nell'epoca della pax europea e americana, che i confini degli stati siano inviolabili e che eventuali cambiamenti siano da evitare ad ogni costo, per una questione di galateo, principalmente, figuriamoci l'invasione dell'Ucraina, decisa da una potenza rozza e villana adducendo motivi di dubbia legittimità (potrebbero invaderci anche noi a questo punto, adducendo la scusa di liberarci dai fessi che ci governano, al che noi potremmo ribattere: d'accordo, sono fessi, ma sono i nostri fessi, non avete il diritto di interferire). Forse sarebbe il caso di prendere coscienza che il diritto di uno stato ad esistere dipende ancora, nel 2023 d.C., dalla forza con la quale riesce ad imporlo, che sia la forza delle relazioni internazionali o la forza bruta dell'esercito, e che dietro alla pace dal volto gioviale c'è sempre uno scimmione armato fino ai denti pronto a far valere il diritto con le cattive, quando le buone non conducono alla persuasione. Quante a me, se lo volete sapere, le guerre si dovrebbero combattere a colpi di teghe sui denti, in un unico incontro fra capi di stato da tenersi in territorio neutrale, vedi come si ridurrebbero all'istante a più miti consigli, altroché.

giovedì 23 febbraio 2023

Il libero arbitrio è un'interpretazione della realtà, non esiste infatti evidenza che le cose possano accadere diversamente da come accadono, esiste, è vero, l'anticipazione delle possibilità, ma l'anticipazione è un'immagine del fatto, non il fatto in sé. La libertà è più un fatto culturale che un dato oggettivo, la nostra vita è organizzata sul presupposto che le cose siano libere di accadere, o che accadono in forza di una volontà, ci sembra più sopportabile e degna una vita che siamo liberi di indirizzare, diversamente ci sentiremmo in gabbia, abbattuti e impotenti in una civiltà che ha fatto del potere di governare la realtà la sua ideologia fondamentale. Certo, tocca precisare che pur mostrando che le cose accadono per necessità, la battaglia per la liberare gli uomini dal giogo dell'oppressione è pur sempre una battaglia degna da combattere, solo che sarebbe forse d'aiuto comprendere come sia una follia darsi tanto da fare per opprimersi e per combattersi quando in realtà siamo condotti da altro, dalla legge del mondo, e non siamo invece noi a condurre le danze. A pensarci bene siamo tutti ossessionati dalla possibilità di piegare le cose alla nostra volontà, una cosa che i filosofi, drammatizzando un po', chiamano "volontà di potenza", volontà di avere potere, di avere presa sulle cose per averne un ritorno di utilità. Se al riguardo ci dessimo tutti una calmata sarebbe forse un inizio, l'inizio di una vita nuova e foriera di cose meno crudeli e penose. Vasto programma.

I sofisti

Non ha torto chi pensa che abbiamo barattato la verità per la capacità di avere ragione, il mondo così è diventato un ring senza né capo né coda in cui vale come verità soltanto la voce più strillata. Ma il consenso non equivale alla verità, il sentimento comune non coincide per principio con ciò che è giusto, la persuasione è già di per sé un atto sleale che dietro alle lusinghe nasconde gli scopi meno nobili. Si è d'altronde perso l'uso del ragionare autonomamente, vuoi per pigrizia, vuoi per mancanza di mezzi (o forse non è mai stato veramente in voga). Ci si accontenta di campare, prima di tutto intellettivamente, pensieri troppo sgradevoli non devono turbare la normale consecuzione delle sciocchezze che ci riempiono la giornata, sicché la verità giace sconsolata in un angolino dove non passa più nessuno, e anzi è compatita e derisa, come una vecchia. Forse aveva ragione Zeno a dire che ci meritiamo l'ordigno ("Ci sarà un'esplosione enorme che nessuno udrà e la terra ritornata alla forma di nebulosa errerà nei cieli priva di parassiti e di malattie").

venerdì 17 febbraio 2023

Sotto la minaccia di un'irruzione polare

Nemmeno più una bella giornata ci possiamo godere in santa pace, le temperature sono miti, è vero, l'aria è primaverile e il sole irradia tutt'intorno un delizioso teporino, però poi compio l''errore fatale, mi dico: "ma vediamo cosa mettono nei prossimi giorni" e vengo risucchiato immantinente nel gorgo infernale dell'apocalisse metereologica: "Pioggia e neve tornano entro fine Febbraio, le previsioni meteo confermano l'irruzione polare", "Marzo, sarà un maledetto avvio di Primavera! Ora vi diciamo perché rischiamo tanto...", "Riscaldamento Stratosferico! Il Meteo dell'Inverno può ancora venire stravolto, vediamo perché". Sì, oggi è una bella giornata, ma ogni grado in più del previsto è colpa dell'uomo, non sottraiamoci alle nostre responsabilità, è gradevole l'aria primaverile e il teporino e tutto il resto, ma la cosa puzza, che cosa ci sarà sotto? Il caravanserraglio permanente dell'allarmismo pianificato ha preso il sopravvento sul normale corso degli eventi, per vivere serenamente gli ultimi giorni dell'umanità converrà ritirarsi dal mondo e dedicarsi agli studi classici o a passatempi più innocui come la filologia romanza o la trifonia dei mongoli.

martedì 14 febbraio 2023

Poi dice che la gente si disaffeziona

Ho sentito Calenda che minacciava l'intenzione di andare casa per casa, di convincere persona per persona, ci manca solo questo, che venga a suonare alla porta per spiegarci cos'è un vero liberale, fortuna che sono tutte fregnacce. Il nonno faceva dei bei film, ha fatto pure Pinocchio, il Pinocchio con Manfredi e Franco e Ciccio, c'era sempre una certa tendenza all'apologo morale, è vero, ma almeno non era così pedantemente molesto e maestrino come il nipote. Altro grande luogo comune della politica, soprattutto in occasione di una disfatta elettorale, è il ritorno al territorio, il tornare alla gente, il che implica dal punto di vista semantico un precedente allontanamento, e per quale motivo questo doloroso allontanamento su cui poi piangere regolarmente le proverbiali lacrime di coccodrillo? Calenda è uno che ha studiato, un competente di professione, a forza di studiare la teoria si sarà dimenticato della pratica, il suo dice che è un "partito d'opinione" ("partito con un limitato gruppo di iscritti, che si propone essenzialmente di influenzare e orientare l’opinione pubblica", De Mauro), ma allora deciditi: o fai i numeri o lasci che qualcuno traduca in voti il tuo lavoro di influencer. Ecco, appunto, vogliono fare tutti gli influencer, vincere le elezioni da casa, poi a un tratto s'accorgono che c'è pure la gente e cominciano ad interessarsene annunciando grandi reportage etnografici sulle riserve indiane dov'è possibile trovare la gente ancora allo stato brado, tipo i reportage della Riefenstahl sulla cultura Nuba in Sudan. Poi dice che la gente si disaffeziona.

domenica 12 febbraio 2023

Il topos della trasgressività

Ma deve per forza essere trasgressivo l'omosessuale, vestirsi come un Frank-N-Furter pazzo e limonare passanti a caso menando il culo?Questa ossessiva rappresentazione del prototipo "kink-fetish-bdsm" non rende giustizia al gay che beatamente mena la sua vita alla luce del sole senza troppe scene. Quanto è scema e borghesuccia questa idea dell'omosessualità come luogo della depravazione, chissà cosa si immaginano gli etero, che gli omosex prima di fare sesso s'infilano il giubbotto con le borchie e si pizzicano i capezzoli con le mollette, Freddy Mercury look alike. Si credono di fare un dispetto all'autorità, ribaltare i valori della famiglia tradizionale, ma quale famiglia tradizionale che è dagli anni settanta che è caduta in disuso? La famiglia tradizionale sopravvive solo nei sogni erotici di Mario Adinolfi o di chi ha i soldi per comprare la cucina. Una guerra di tutti contro nessuno, la guerra è finita da un pezzo e loro continuano a menarsi a colpi di calzini riempiti a merda.

Here are the young men, the weight on their shoulders

Per fare una canzone di peso devono soffrire dentro, solo che non avendo un dentro attingono a storie d'amore strappabudella o ai loro malesseri esistenziali, ci siamo passati tutti, ci siamo sopportati tutti, va capita anche questa leva artistica del 2002. Madame, per esempio, è fra i talenti più promettenti di questa nouvelle vague, ha anche vinto un Premio Tenco, su internet risulta come "cantautrice", Fanpage offre anche una guida alla lettura esegetica dei suoi testi ("il testo e il significato della canzone a Sanremo 2023"), insomma, c'è sostanza, solo che l'artista mi è crollata sul palco perché non aveva fatto il vaccino, aveva dichiarato il falso e mentre poteva mangiare comodamente seduta dentro ai ristoranti come le persone di riguardo, ai novax come lei gettavano gli avanzi per strada; se non fosse stato per Ama (Amadeus, n.d.r.) che l'ha voluta fortissimamente per le sue doti artistiche sarebbe finita su un marciapiede. E con questo è finito il festival ed è finito il momento vecchio brontolone, alla fine ci sono cascato anch'io, avevo detto che non l'avrei guardato ma poi l'occasione era troppo ghiotta per non estrapolarne dei significati scatologici.

sabato 11 febbraio 2023

Renitenza al commercio

Avevamo molto in spregio Berlusconi perché rappresentava il commercio, la riduzione dell'esistenza ad attività promozionale, poi, è chiaro, anche l'intellò che aveva in odio il commercio doveva pur emergere in qualche modo, la sua ambizione era uguale a quella degli altri, e quindi poco male se finiva pubblicato da Einaudi o Mondadori, anzi tanto meglio, c'erano più possibilità che arrivasse il messaggio, e poi, diametralmente, si era data da tempo al commercio anche la casa editrice che denunciava la corruzione operata sugli uomini dal commercio, e così il cerchio si era chiuso. Oggi l'intellò che chiama alla rivolta è perfettamente calato nella realtà commerciale, all'attività promozionale affianca la denuncia sociale e anzi eleva il glamour a strumento di lotta di classe, posto che la classe a cui appartiene è la più comoda e ben remunerata. Un pacioso rimbambimento delle facoltà rivoluzionarie permette alla società di mutare quel tanto da non disturbare il negozio permanente in cui siamo calati da mattina a sera, "negozio" qui inteso proprio nel suo significato etimologico di negazione dell'otium, e quel commercio che tanto avevamo in orrore alla fine ha permeato tutto, tanto che gli ultimi renitenti al commercio sono diventati oggetto di biasimo anche per i compagni.

venerdì 10 febbraio 2023

Cage aux folles ad eccesso controllato

Sanremo è diventato un caravanserraglio pazzo, soprattutto un serraglio, una cage aux folles ad eccesso controllato sul modello dell'eurovision song contest. Fosse vera anarchia almeno, vera follia orgiastica/dionisiaca, ma figurati, si può mica in prima serata sulla Rai (ma nemmeno su La7, per dire), a questo punto era meglio Colpo Grosso. Se Sanremo è lo specchio della società (specchio e società si rincorrono per ispirarsi a vicenda), allora la società è questo manifesto politico di una liberazione, soprattutto sessuale, tutta di facciata, in cui l'industria, nello specifico discografica, vista la pochezza dei valori in campo, ripiega tutta sulla costruzione dei personaggi, un'infinita teoria di epigoni dei Maneskin e di Achille Lauro. Mapplethorpe con la frusta che gli esce dall'ano, quella sì che sarebbe una performance, ma questi quattro sfessati di trapper che a fine esibizione regalano i fiori alla mamma fanno solo tenerezza, come dei bimbini vestiti da Zorro col mantello nero e i baffetti disegnati sulla faccia.

mercoledì 8 febbraio 2023

Ogni cittadino è chiamato al suo dovere

Specialmente verso i primi di febbraio, in Italia, a noi uomini di ingegno viene richiesta come a tutti la partecipazione al rito collettivo del Festival di Sanremo, soprattutto se ci troviamo calati in un contesto familiare e non invece ritirati nella quiete del nostro eremo celeste a leggere Arturo Schopenhauer. Bisogna solo accettare di indossare una maschera, fare come i giapponesi, che in pubblico offrono una facciata socialmente rispettabile (tatemae), e dentro tengono nascosti i loro veri sentimenti (hon'ne). Io credo che molti dei problemi di socializzazione di noi timidi introversi nascano dal non accettare di indossare questa maschera in pubblico, vuoi per dignità, vuoi per manifesta incapacità di recitazione, vuoi perché vorremmo che in noi l'individuo sociale coincidesse quanto più possibile con quello interiore: non è possibile. Al festival di Sanremo, qui da noi, non ci si può sottrarre, forse abitando all'estero, ma all'estero-estero, che non vale essere di San Marino o Città del Vaticano, siamo tutti coscritti noi residenti dello italico stivale, e chi non partecipa è un disertore, un ladro o una spia, russa, ovviamente. Detto questo, quest'anno proprio non ce la faccio a fare l'italiano, a pipparmi ancora Benigni, gli applausi a Mattarella e tutta l'autocelebrazione farlocca e vanagloriosa della patria (ma quale patria? disse raccogliendo a tulipano le cinque dita della mano destra, altalenando quel fiore nella ipotiposi digito-interrogativa tanto in uso presso gli Apuli), la maschera mi scende, nemmeno a tenerla su con gli elastici dietro alla nuca, quelli che non tirano le orecchie, non ce la faccio, per quest'anno mi chiamo fuori, sono out.

Perché Sanremo è Sanremo

"La «fedele Giuseppina» lo costringeva davanti alla televisione, per vedere il festival di Sanremo. A volte, piangeva, e si vergognava di piangere."

Pietro Citati, Ricordo di Gadda

martedì 7 febbraio 2023

"Epidemia sismica"

Terremoto, scatta l'allarme degli esperti: "Epidemia sismica".

Prima del Covid era "sciame", dopo il Covid è "epidemia" (il giornalista si esprime per suggestioni, la realtà è un prodotto da vendere).

Vasti programmi

Quello che faticosamente l'occidente sta risparmiando in anidride carbonica trattenendo le sue emissioni fossili lo sta vanificando con l'invio di carrarmati all'Ucraina, senza parlare dei razzi, che non vanno certamente a vapore. Una metà del mondo è attualmente impegnata a fare la differenziata mentre un'altra metà a far macerie, e questo in osservanza del principio dall'alto valore filosofico per cui per fare ordine prima bisogna fare disordine. I russi hanno tutta l'aria di non sciacquare nemmeno lo scodellino dello yogurt prima di buttarlo nell'immondizia, prima sconfiggiamo la Russia e la riduciamo a una succursale dell'occidente (una specie di Varadero, ma per le settimane bianche) e prima potremo dedicarci anima e corpo alla salvezza del pianeta. Insomma, solo un'ultima guerrettina al limite un pochettino nucleare e poi finalmente potremo regolare il clima della Terra a nostro piacimento: se fosse possibile regolare la temperatura di Febbraio sui 15 gradi e quella di Luglio e Agosto sui 26/27 sarebbe davvero carino, se poi fosse possibile far nevicare solo a Natale sarebbe veramente wow.

A proposito della farina di grillo

Già oggi nei prodotti dolciari e da forno su base industriale è possibile riscontrare, a complemento dei comuni ingredienti (farina 100% italiana, olio, lievito, zucchero, sale), la presenza di tracce di elementi esotici quali, per esempio, frutta a guscio, latte, senape, soia, pesce, crostacei, nickel e peltro stagnato, insomma, tutto il filotto dei più comuni allergeni che potrebbero dare corso a una causa di risarcimento danni (immagino perché gli stessi macchinari vengono riutilizzati per produrre più varietà di prodotti, dalla crostatina ai mirtilli alle gallette di soia). Un domani ci dicono ormai prossimo potremmo addirittura trovare sugli scaffali dei supermercati pasta e merendine costituite da farine di soli insetti italiani essiccati e macinati naturalmente senza aggiunta di additivi, e fra gli allergeni delle paste trafilate consigliate dagli chef potrà comparire scritta in piccolo la dicitura: "può contenere tracce di grillo". È il futuro, gente, se non addirittura il presente, dirsi schifati dalla cosa non è possibile, si passerebbe per retrogradi* quando non addirittura per novax (infamia delle infamie), adelante, quindi, i costumi, anche è soprattutto quelli gastronomici, si muovono e mutano assieme alla persuasione che è bene che debbano mutare, così vuole l'industria.

* (se oggi si solleva la questione delle farine di grillo come minimo si passa per difensori dei valori della tradizione e sostenitori di CasaPound).

lunedì 6 febbraio 2023

Miserie del giornalismo

"I giornali quotidiani sono la lancetta dei secondi dell'orologio della storia. Questa lancetta, di solito, è fabbricata con metallo ignobile e non indica quasi mai il tempo giusto. Gli "articoli di fondo" dei quotidiani sono il coro che accompagna il dramma dei fatti accaduti. L'esagerazione è il tratto sostanziale del giornalismo, come dell'arte drammatica: bisogna estrarre il più possibile da ogni fatto. Per mestiere, perciò, tutti i giornalisti sono allarmisti: non sanno rendersi interessanti altrimenti. Essi sono come dei cani che abbaiano insistentemente ad ogni minimo rumore. Bisogna considerare questi squilli d'allarme quanto basta per non guastare la digestione. In genere, il quotidiano è una lente d'ingrandimento, ma di solito ciò di cui si occupa non è che un valzer di ombre su una parete."

Arthur Schopenhauer

"Nessun libro classico fu stampato in altri tempi con quella eleganza che oggi si stampano le gazzette, e l’altre ciance politiche, fatte per durare un giorno: ma dell’arte dello scrivere non si conosce piú né s’intende appena il nome."

Giacomo Leopardi

mercoledì 1 febbraio 2023

Tutti a casa (1960)

Che bel film che è Tutti a casa di Comencini (in più ci sono Age & Scarpelli, una garanzia), intelligente, ricco, ben girato, con la consueta comprensione per l'umanità che qui non scade mai nel pietismo, al lordo del gigionismo di Sordi e al netto del giudizio su Sordi di Michele Apicella. Poi il pensiero corre a suo nipote Calenda e ti dici: cos'è successo? 

lunedì 30 gennaio 2023

Signori si nasce, non si diventa

Gli Stati Uniti si comportano da signori del mondo, certo, ma sono signori giusti e magnanimi, ci hanno dato Amazon, i pop-corn, ci hanno dato i prodotti della Apple, ce li lasciano comprare, e soprattutto sono i garanti delle nostre democrazie, non dimentichiamocelo, ci proteggono con la superiorità del loro esercito dalle tentazioni imperialiste delle altre nazioni (prime fra tutte la spartana Russia, dove i bambini lasciano le famiglie a sette anni per entrare nell'esercito). Viviamo, noi europei, sotto il protettorato della nuova Roma come la Grecia dopo la distruzione di Corinto e la sconfitta della Lega achea, conserviamo una nostra apparente autonomia ma dobbiamo allinearci al nostro protector nelle questioni più importanti, come per esempio da che parte stare quando scoppia una guerra. L'Europa, in cambio, fornisce ai rozzi americani tutto il portato della sua sofisticata (frollata) cultura: i bei tramonti del Mediterraneo, scorci da cartolina come il Golfo di Napoli, lo spleen di Parigi che piace tanto a W. Allen, l'abbazia di Westminster e il Balliol College che ha ispirato la saga di Harry Potter (© Warner Bros.). Prendete Luca della Pixar: noi italiani galleggiamo per loro in un eterno neorealismo, straccioni in ciabatte che guidano la Vespa e l'Apecar e prendono il sole tutto il giorno mangiando piatti di spaghetti, ma abbiamo dato al mondo il Rinascimento. A Nashville (Tennessee) hanno costruito una replica in scala 1:1 del Partenone a pochi passi dallo stadio che ospitava i Titans, dentro c'è anche la statua di Atena, lucida e splendente come una Cadillac appena uscita dalla fabbrica, perché loro bramano, hanno bisogno di rifarsi a radici antiche, parvenu della storia quali sono, ma signori si nasce, non si diventa.

domenica 29 gennaio 2023

Le Moire

Hai visto Zelensky che va a Sanremo? Sì, tu devi tener presente che a un certo livello non c'è più niente da salvare, diventa tutto avanspettacolo: Zelensky in mimetica sui fondali in chroma key, Putin Papà Natale che ci salva dai nazisti, Macron e le foto con la barba di un giorno imitando Zelensky, Biden in ipocinesi con gli occhiali da Top Gun, non c'è niente da salvare. Noi del mondo di sotto dobbiamo solo sperare che le misteriose moire che reggono i fili dei nostri destini non abbiamo cucito per noi un bel vestitino di legno, per il resto possiamo benissimo sdegnare tutti questi saltimbanchi affetti da ipertrofia dell'ego e dedicarci a cose più umane, come per esempio le nostre vite, che sono in genere così trascurate.

sabato 28 gennaio 2023

Il giorno della memoria

Il giorno della memoria è un caso lampante di argomento grave che caduto nel tritacarne dell'esposizione mediatica diventa occasione di contegno meccanico e conformista, così accade che la condanna dell'olocausto venga eletta a regoletta generale di bon ton da signore che da una parte ricordano il triste destino occorso agli ebrei, e dall'altra fanno lo slalom fra i questuanti africani perché "io non sono razzista ma questa gente sta diventando davvero troppa".

giovedì 26 gennaio 2023

Sciopero dell'informazione

Decido dunque per qualche tempo di non informarmi e di astenermi deliberatamente da giudizi su guerre, malattie virali, partiti politici, squadre di calcio e/o personaggi storici più o meno russi, più o meno ucraini. Accade un fatto straordinario, che liberato dall'onere dell'expertise su ogni questione attuale, lo sguardo si fa più lieve, la pelle più distesa e anche la lombosciatalgia appare come un malanno più sopportabile. Oltretutto si possono dire cose molto assennate anche senza essere troppo informati, a maggior ragione oggi che l'informazione è diventata una sorta di catalogo di idee chic, o dizionario di luoghi comuni, i cui principali fruitori sono dei moderni Bouvard e Pécuchet impegnati a prodursi nei "più patetici sforzi verso la conoscenza e l'illuminazione". Dichiararsi poi contro la guerra, oggi come ieri, significherebbe essere gettati nell'arena assieme ai mirmilloni e ai reziari dell'anfiteatro globale, si finirebbe per essere trascinati a forza, o alla peggio gettati nella fossa dei leoni per esser divorati vivi secondo l'uso della damnatio ad bestias. Meglio diventare epicurei e vivere ben nascosti, dunque, dire quel che si deve ma con una tale innocenza e purezza d'animo che muoverebbe a pietà anche il più intransigente degli scassacazzi.

sabato 21 gennaio 2023

Il grande Odisseo

Non era niente di più che un contadino il Re di Itaca, il grande Odisseo, eppure la sua vita è stata raccontata in versi e in una lingua bellissima e raffinata, più raffinata della povera letteratura che si produce oggi, nell'avanzatissima età della tecnica. Gli dei dell'Olimpo compartecipano delle sofferenze dei mortali, la natura è un palcoscenico regale, il mare un grande animale da cavalcare, nell'epica di Omero c'è già tutta la storia degli uomini, senza bisogno di motori di ricerca e di database. Eppure non si erano laureati, non avevano conseguito un dottorato di ricerca, non avevano sottoposto il loro lavoro alla critica di severissime case editrici, tutta la prima e più grande letteratura del mondo è stata prodotta da uomini semplicemente ispirati. Preferire un uomo che sa scrivere a un dotto senza talento.

giovedì 19 gennaio 2023

Aspettative verso realtà

Nella mia ingenuità mi figuravo il superlatitante più ricercato d'Italia nascosto come minimo in mezzo alla jungla come il colonnello Kurtz, ma forse ho visto troppo cinema e assisto in questi giorni, come tutti, allo spettacolo pirotecnico dello Stato che si autocelebra per aver scovato un uomo che si nascondeva in provincia di Trapani da trent'anni. In provincia di Trapani c'è l'estradizione, se fosse fuggito in Brasile o avesse aperto un chiringuito a Puerto Scondito avrei anche capito, ma così, che figura ci facciamo? Montalbano avrebbe risolto il caso in cento minuti al netto delle interruzioni pubblicitarie, gli bastava parlare con un capomandamento, lo taliava strano, e quello gli avrebbe cuntato tutto davanti a una coppetta di granita (ceramica di Caltagirone, finissima).

mercoledì 18 gennaio 2023

Le elezioni regionali

Per caso sono venuto a sapere che si vota in Lombardia, mi sono dunque informato, ho dato un occhiata ai candidati e ho dato una sbirciatina anche ai sondaggi, tanto per farmi un'idea se fosse il caso di attivarmi, sì, insomma, di fare l'ago della bilancia (cosa che di tanto in tanto ci illude di essere indispensabili), e ho dunque deciso che non è questo il caso. A me la democrazia piace, la preferisco anche alla Russia (la preferisco anche all'America), e mi sta bene che gli appassionati vadano a votare, io non sono più appassionato di dispute politiche e forse non lo sono mai stato, neanche quando pensavo di esserlo. Sarà per i candidati che francamente non riescono a scaldare i cuori (e purtroppo nemmeno i piedi, che ce ne sarebbe tanto bisogno), sarà per le idee che suonano sempre così false in bocca a candidati così modesti, lasciamo che a votare siano i forsennati dei social e che si scornino fra di loro in questo torneo di calcetto che è ormai diventato più noioso di una replica di Ballando con le Stelle. Sursum corda, quindi, io intanto prendo la protezione per lo stomaco.

domenica 15 gennaio 2023

Capelli

Non vado dal barbiere da quando è scoppiato il covis, abbiamo preso una macchinetta per i capelli e me li faccio tagliare dalla mia donna, come diceva Ferribotte, femmina barbiera pigghiala per mugliera. Sapeste come sono contento di avere ancora i capelli, onestamente mi vedevo già col parrucchino, tipo Cetto La Qualunque, e invece, mirabile dictu, ho solo un po' di piazza dietro che a guardarmi da sotto in su non si vede neanche. Io da socialista sostengo che i più ricchi dovrebbero pagare le tasse per garantire a tutti adeguati trattamenti tricologici, un popolo che si piace è anche un popolo che esce e spende soldi in crociere e ristoranti, senza contare le ricadute sul terziario (trickle-down, teoria dello sgocciolamento), tutti ne guadagnerebbero, compresi i ricchi. Sicché siamo partiti dai miei capelli e siamo arrivati a discutere teorie keynesiane, questo è quello che intendo per vera filosofia, altro che professoroni.

venerdì 13 gennaio 2023

C'è ancora spazio per la critica?

A me pare che nel nobile sforzo di far trionfare la giustizia planetaria le democrazie occidentali si stiano oggi abbruttendo al punto che nemmeno tutta la chirurgia estetica della transizione ecologica e della cura per l'ambiente sarà alla fine in grado di nascondere la magagna. I canoni estetici si possono imporre, ma davanti allo specchio non si potrà mentire all'infinito. Per vincere l'ingiustizia e far trionfare il Bene, la democrazia sembra ormai derogare con una certa nonchalance a certi suoi principi, facendo passare imposizioni arbitrarie per scelte deliberate che guardano al futuro, un futuro, com'è ovvio che sia, di pace e di prosperità. Ma è in grado di esercitare ancora un'autocritica l'Occidente, o nell'occorrenza della guerra globale contro i suoi nemici ha deciso di derogare ai suoi stessi principi e di trasgredire a qualche regola fondamentale in vista della vittoria finale? Io non vedo più autocritica, e anzi ogni tentativo è soffocato sul nascere mediante un trattamento di reductio ora a Hitler, ora a Putin, ora a Trump, quando si è in guerra la libertà di opinione diventa diserzione, e la discussione una cosa sospetta, e la sola libertà che è concessa è quella elargita molto interessatamente agli aedi delle magnifiche sorti e progressive. Ma alla fine il cerone cola, speriamo solo non troppo tardi.

martedì 10 gennaio 2023

La bionda di Sermide

A Moglia il mattino profumava di tirott cun la siola, il tirotto con la cipolla, una focaccina soffice soffice ricoperta di fragranti fette di cipolla che percolavano succulente su un delizioso strato umettoso (poesia). Noi giovani della Bassa iniziavamo la giornata così, con l'alito che sapeva di cipolla e le dita unte di strutto, del resto le donne non ci cagavano di pezza, con o senza le cipolle, tanto valeva affogare i dispiaceri nel tirotto (lo mangiavano anche le femmine il tirotto e lasciavano tutte le ditate sui quaderni). Erano venuti anche quelli di Telemike a celebrare "la bionda di Sermide", la famosa cipolla dorata p.a.t. che tutto il mondo ci invidiava (dove p.a.t. sta per Prodotti Agroalimentari Tradizionali Lombardi, una specie di girone d'eccellenza della classificazione agroalimentare). Avevano fatto anche lo spettacolino in piazza per la televisione, sembrava fosse sbarcato il Re: sermidesi che giocavano a ping pong con le cipolle, giocolieri di cipolle sui trampoli, cipolle usate come palle da biliardo, e così via. Io veramente avrei preferito che avessero celebrato l'altra specialità locale, il famoso "retato di Sermide", magari facendo a gara a tirarselo in testa e a vedere chi sviene per primo, il meloncino retato che trovate sui banchi dei supermercati del nord (giù no, giù tengono il melone a pane, il cucumis melo, o winter melon). Adesso che mi sono fatto un signorino alla mattina faccio come Hercule Poirot e prendo solo un poco di Earl Grey con una fetta biscottata spalmata di confettura alla fragola, la cipolla mi è diventata roba da plebei.

Mea culpa

A correr dietro alla cronaca si sbaglia e io ho sbagliato, ho peccato e me ne dolgo, sono pronto a fare le mie penitenze e a dire le mie avemarie, ma se ho peccato credetemi che non s'è fatto apposta. Piuttosto alla cronaca bisogna stare davanti, scappare a gambe levate dal percolato quotidiano di opinioni prêt-à-porter che sono le predilette dalla pornografia preserale di commento ai fatti del giorno. Non so nemmeno cos'è successo in questi giorni, echi lontanissimi mi giungono di tanto in tanto all'orecchio fortunatamente privi della forza necessaria per trapanare i timpani, abbiamo già troppe preoccupazioni per inventarcene delle nuove. Anzi credo che la ratio di tutto questo mercato delle chiacchiere sia appunto questa: sei così annoiato che vuoi tenerti impegnato e avere qualcosa a cui pensare, te le confezioniamo noi le preoccupazioni, con il fiocchetto: il cambiamento climatico, gli assalti ai capitol (che stanno diventando uno standard esportabile, come le mazurke), e ovviamente i due principali filoni del momento, il Covid e l'Ucraina, sui quali è segno di educazione avere un'opinione, possibilmente schierata. Dieci pater noster e venti avemarie, davvero mi scuso ancora con i lettori.

sabato 7 gennaio 2023

Stoicismo

Marco Aurelio scriveva nei Ricordi "l'agire gli uni contro gli altri è dunque contro natura, ed è agire siffatto lo scontrarsi e il detestarsi" mentre si trovava in Pannonia per sedare l'ennesima rivolta, e non si serviva certo della penna e della persuasione filosofica, si serviva della XIII Gemina e della XXI Rapax, che non erano esattamente dei club della lettura. Del resto convertire i barbari allo stoicismo in tempo per la caduta dell'impero romano sarebbe stato impossibile, così si decise di tagliarla corta e accopparli seduta stante, quindi sed lex, dura lex: "solo il presente ci è tolto, dato che solo questo abbiamo."

Chiarimenti

Vorrei che ci chiarissimo su un punto: la libertà che abbiamo di agire concretamente sulla realtà per trasformarla o rovesciarla è più illusoria di quel che pensiamo. Questo non perché mi sono alzato una mattina e ho deciso che doveva essere così, è una posizione ampiamente meditata. Siamo immersi fatalmente in una realtà di rapporti economici e sociali che ci determina e che ironicamente suscita in noi la presunzione di poterli determinare. Senonché si potrebbe pensare che stia dicendo: i capitalisti cattivi, le élites, i poteri forti, ci condizionano al punto che pensiamo di essere liberi e invece non lo siamo. Può essere, ma anche questo discorso si inquadrerebbe in un'ulteriore illusione: anche i capitalisti cattivi, le élites, pensano di avere potere sulla realtà, di creare il corso degli eventi. Ma la grande macchina del mondo funziona da sé, da sempre, la presunzione di trovarsi ai comandi è un disturbo tipicamente moderno della personalità. Il mondo guarda impassibile, né contrariato né divertito, alle nostre millenarie zuffe, e registra semplicemente il numero di morti e feriti alla fine del contenzioso (che il mondo guardi e registri è licenza poetica). Per questo dico che sarebbe già tanto comprendere il mondo prima ancora che trasformarlo, trasformarlo comporta già una sovrastima delle nostre possibilità.

venerdì 6 gennaio 2023

Yet here's a spot

Puoi pensarla come vuoi, ma il virus SARS-CoV-2 continuerà a girare, mutare e a moltiplicarsi come fanno tutti i virus della sua specie nonostante i desiderata dell'amministrazione pubblica e i suoi risibili certificati verdi. La cosa più fastidiosa di tutto questo circo, che ci ha ammorbato per due anni e tenta ancora di ammorbarci nell'imminenza del festival di Sanremo, è che ha dato la stura alla vis giudicante di un sacco di persone, giudizi che toccano il privato, con la scusa che anche il privato, per via della pandemia, è diventato pubblico. Il pudore di non giudicare si è perso completamente e anzi si fa a gara a mettere alla gogna, come per togliersi di dosso la rogna gettandola sopra agli altri. Yet here's a spot, c'è ancora una macchia.

La Befana vien di notte

La Befana ha portato un ovetto al cioccolato e delle caramelle con le vitamine C, B3, B5 e B6, siamo definitivamente al riparo da dermatiti, stanchezza, depressione e disturbi della memoria. E in più curano anche il Covid (le prescrivono i medici di famiglia, ormai è chiaro che sull'argomento decretano anche gli aruspici, tant'è che a un mio amico hanno consigliato di stare in piedi su una gamba e di mangiare tanti broccoli). Vasco da Gama e Ferdinando Magellano non avrebbero perduto quasi tutto il loro equipaggio se la Befana gli avesse regalato queste miracolose caramelline, e i marinai sarebbero stati abbastanza in forze da accoppare, all'occorrenza, il doppio degli indigeni. Grazie alla Befana abbiamo sconfitto lo scorbuto e conquistato tutto il mondo. Le poche verdure che venivano imbarcate finivano infatti molto presto e marcivano ancora più in fretta per via dell'altissima umidità delle stive. I primi a finire erano gli ananas. Finiti gli ananas, era il turno della carne secca, che però risultava immangiabile anche se ammollata, tant'è che alcuni la usavano per costruirci delle tabacchiere o delle collanine per le proprie mogli. L'unica carne fresca che si poteva trovare era quella dei topi. Per non dire delle gallette, le quali derivano il loro nome dall'antico francese "gal", cioè ciottolo. Le gallette erano così dure che era quasi impossibile romperle con i pochi denti rimasti sani, e nemmeno a martellarle con le caviglie (nautiche), e l'unica salvezza per i marinai erano certi piccolissimi coleotteri, chiamati curculioni, che scavavano dei microscopici sistemi di gallerie all'interno delle gallette rendendole almeno un po' friabili. Ho ricavato tutte queste fantastiche informazioni da un opuscolo in pdf del comune di Limbiate (i limbiatesi, noti marinai). Non fate quella faccia, la farina di coleottero è il futuro dell'alimentazione, presto ce la metteranno anche nei panettoni. Nell'ovetto invece abbiamo trovato un bufalo, lo abbiamo chiamato Bill.

giovedì 5 gennaio 2023

La società ben regolata

L'occidente, con tutte le sue raffinatissime tecniche economiche, sta diventando sempre più un marchingegno che permette al massimo di vivacchiare, a sempre meno outsider verrà data la possibilità di emergere e rompere questo schema perché niente dovrà disturbare la governance delle élite, ovviamente ispirata al bene comune. Una qualsiasi futura invenzione comporterà un tale dispiego di mezzi e di conoscenze che una sua emersione spontanea dal basso sarà pressoché impossibile, e la vita organizzata soffocherà a poco a poco il talento individuale, mentre gli slanci di creatività saranno visti con sospetto e inquadrati in una legislazione regolatrice allo scopo di impedire l'eventualità di ogni concreto cambiamento. È un processo in atto, non c'è una volontà precisa, è un percorso automatico conseguente allo sviluppo delle società. Prendetela come una distopia, nel caso mi sbagliassi, tanto meglio.

Anice

Il paese di Don Camillo stava a un'ora di macchina dal mio, stessa razza, stessa faccia, stessa gente, stesse dispute fra comunisti e democristi, mancava solo il prete che menava le mani e il sindaco coi baffoni, perché Moglia non faceva comune e i sindaci di Sermide erano tutti socialisti, cioè eleganti. I veri signori, i padroni, avevano le biolche di terra (una biolca corrisponde a 3052,54 metri quadrati a Guastalla e 2933,63 a Mirandola), tutta gente che ha fatto studiare i figli, agraria, matematica, geometria, odontoiatria, solide realtà, mica storia della musica. I musicisti erano tenuti sì in grande considerazione, ma solo se suonavano la tromba o Tutto Pepe con la fisarmonica (io l'ho ballata a scuola di liscio fino a quattordici anni, dopo era troppo pericolosa, partivano le rotule). La donna era bella se in carne, l'uomo se vestito come Julio Iglesias, io ero così perfetto che mi prendevano per una femmina. Sono stato una grande delusione per il nonno, lui mi avrebbe voluto odontotecnico nei giorni feriali e fisarmonicista in quelli festivi. Parlo sempre dei nonni perché mi hanno cresciuto loro. Inoltre la mia mancanza di virilità ha continuato a preoccuparlo fino all'ultimo, sospettava che fossi finocchio. A lui i finocchi piacevano solo in insalata, gli piacevano perché sapevano di anice.

martedì 3 gennaio 2023

Quando eravamo nietzschiani

Passionaccia di (quasi) tutti gli aspiranti filosofi: Friedrich Nietzsche. A vent'anni Nietzsche era la rivolta, il maglio che sbriciolava tutte le convenzioni. Si capiva e non si capiva, l'importante era il senso che gli si voleva dare. Nietzschiani dionisiaci scorrazzavano per i forum di filosofia come satiri alla caccia di giovani prede, scambiando Nietzsche per un pornomane, uno che potendo sarebbe andato in giro a mostrarlo alle signore (impazzito, pare che Nietzsche ballasse e cantasse nudo nella sua stanza, confesso di averlo fatto anch'io, o perlomeno in mutande). Io a quell'epoca facevo il moderatore e dall'alto della mia carica proteggevo le pulzelle dalle villanie dei più scalmanati. Poi, a forza di maturare un senso critico, la comprensione migliorò fino a vederlo per intero, quel Nietzsche, a scorgerci un principio, un filo rosso che univa tutti quei brandelli di pensiero sparsi apparentemente a caso. Se da giovani Nietzsche era il campione della volontà di potenza, identificata con la semplice forza di volontà (volere è potere), leggendo meglio si capiva che la volontà di cui parlava Nietzsche era qualcosa di più schopenhaueriano, con la differenza che in Schopenhauer quella volontà doveva essere spenta, rifiutata, annullata, mentre in Nietzsche accolta, esaltata. Un flusso di energia vitale scorre nel mondo creando incessantemente il caos da cui emergono le cose, scopo del superuomo è farsi attraversare da questo flusso, liberandosi dalle convenzioni che ne limitano l'amperaggio. Ma c'è il fatto che non siamo liberi, siamo frammenti di fato. Il libero arbitrio, per Nietzsche, è un'invenzione di quel giudaismo cristiano che vuole trovare per noi delle colpe, anche originarie, indelebili, per poi indicarci la via della salvezza, ma noi non siamo responsabili di ciò che siamo. 

"Nessuno è responsabile della sua esistenza, del suo essere costituito in questo o in quel modo, di trovarsi in quella situazione e in quell'ambiente. [...] Si è necessari, si è un frammento di fato, si appartiene al tutto, si è nel tutto [...] con ciò soltanto è ristabilita l'innocenza del divenire". (Crepuscolo degli Idoli)

E comunque bravi come Nietzsche a scovare i moventi tutt'altro che nobili che ispirano certe virtù ce n'è pochi al mondo.

Scorci mogliesi

A Moglia di Sermide, fissata all'altezza dei piedi nel muro vicino all'entrata, c'era una staffa di ferro che serviva a grattare le suole degli stivali, ricordo dei tempi in cui le strade non erano asfaltate e tornando dai campi si portava in casa la terra grassa e motosa, oppure tornando da una battuta di caccia al fagiano (o alla lepre). Questo prima che la casa fosse ristrutturata secondo i canoni della modernità e il portone di legno fosse sostituito da un più razionale serramento in alluminio. La terra dei campi, dalle nostre parti, aveva consistenza d'argilla, cedeva sotto le suole come sabbia mobile, e non si poteva sostare troppo a lungo in un punto senza sprofondare fino alle caviglie. Seccata, cambiava colore dal nero al grigio, brizzolava, e penetrava nei solchi delle suole indurendo come cemento, sgretolandosi poi a poco a poco e rilasciando a tradimento una specie di farina sulle mattonelle scure, da farci impazzire le donne che dovevano prendere la scopa. Una soluzione sarebbe stata di togliersi gli stivali prima di entrare in casa, ma certe cose l'uomo di quei tempi ancora non le concepiva, sarebbe stato un gesto poco virile (un uomo, che si toglie le scarpe, e magari si mette anche le pattine...). L'arrivo della modernità decretò la fine di questo uso campagnolo e al posto della staffa il geometra vide bene di far correre lungo tutto il perimetro della casa uno zoccolo di marmo screziato, lontano parente del bugnato di palazzo Medici, Firenze, a solo scopo decorativo. Lungo la casa correva anche un marciapiede, cemento finissimo su cui lasciai a più riprese larghe porzioni di ginocchia che si sgrattavano per il lungo come tocchi di parmigiano, facendo fiorire sulle rotule dei grandi ovali rossi sui quali nonna agiva prontamente con l'alcool denaturato. Da bambino inciampavo spesso e volentieri, senza motivo, come se uno spiritello fosse sempre lì a farmi lo sgambetto, e così col tempo imparai ad andare al trotto come un lipizzano, moderando l'entusiasmo della corsa a briglia sciolta. La cementificazione era ritenuta un segno del progresso, se non altro teneva pulito, sporcava piuttosto la terra e tutte le cose che ci crescevano dentro; quando pioveva, poi, era un disastro, e dalla terra riemergeva l'antica vocazione di palude (Moglia di Sermide, la "Moia", cioè bagnata). Calavano certe fumane, certi nebbioni, da non vederci le punte dei nasi, ricordo una notte rischiarata da un lampione che diffondeva la sua luce lattiginosa da qualche punto ipotetico nello spazio, tutt'attorno un indistinto chiarore, come una vista appannata, tentando di localizzare il nonno a voce, come i pipistrelli nella notte. Nonno aveva montato degli speciali fendinebbia sull'Alfasud, poi passati all'Alfa 33 (quadrifoglio oro, molto elegante), dei fendinebbia gialli che se non altro illuminavano la nebbia di un colore diverso, più allegro. L'umidità era un gran problema, saliva su per i muri, si insinuava in camera da letto dove i preti riscaldavano le lenzuola (il prete inteso come scaldino elettrico, anticamente a brace), altrimenti sempre fredde e umidicce. E gli orinali messi sotto ai letti per la notte e un film di Jerry Lewis alla televisione.

lunedì 2 gennaio 2023

Il papa emerito

Faceva notare qualcuno che non si può più nemmeno dire che morto un papa se ne fa un altro, ci hanno davvero preso tutto. Le file oceaniche che registrano le cronache nell'occorrenza di certi eventi, come per esempio la morte di un papa, appunto, o di una regina, non si sa bene quanto siano il frutto di un dispiacere vero o non siano piuttosto da riferire alla prurigine che ci coglie per strada quando vediamo un incidente. C'è anche il gusto di voler assistere a un evento storico e di partecipare a un rito di massa, sono cose scolpite nel DNA della razza umana, impossibile isolarne tutte le sequenze. Muore una brava persona e nessuno se ne accorge, muore uno famoso e gli costruiscono i monumenti, niente di nuovo. Nessuno va più in chiesa ma appena muore un papa diventano tutti vaticanisti. Dell'uomo Joseph Ratzinger ci resta il suo amore per Mozart e per i gatti, e l'incredibile somiglianza con Palpatine, tanto che Ian McDiarmid sarebbe stato un ottimo interprete per un biopic (membro della Royal Shakespeare Company, vincitore di un Laurence Olivier Award, ne avrebbe avuto i titoli, altro che Jud Law). Bruno Vespa avrà già pronto l'instant book. Diceva Joseph Ratzinger proprio a Bruno Vespa, quando lui era ancora cardinale e prefetto della Congregazione per la dottrina della fede, che solo il Signore può licenziare il papa e che Wojtyla doveva restarsene al suo posto fino all'ultimo per testimoniare meglio la sofferenza del mondo. Poi lui con grande coraggio decise di ritirarsi prima del licenziamento, vogliamo fargliene una colpa?