Volevo solo far notare prima di stramazzare per la febbre questa curiosa doppia morale di certi compagni che è pronta a chiudere un occhio sul dispotismo di Fidel in nome del bell'ideale romantico ed è invece così attenta a denunciare le derive autoritarie di Renzi, il peggiore dittatore della storia: con testoline del genere dove vuoi andare? Te lo vedevi Fidel che cambia la Costituzione passando dal referendum confermativo? Massimo dal plebiscito, come Putin. E però ha bonificato le paludi del Camaguey. E gli ospedali, non dimenticarti degli ospedali. Che se non era per Fidel a quest'ora Cuba era il bordello degli Stati Uniti, adesso coi voli low cost il bordello della Brianza, che di Cuba conosce al massimo Varadero ("no es Cuba, son los Estados Unidos!"). No, non c'è speranza.
mercoledì 30 novembre 2016
domenica 27 novembre 2016
Il punto
Perché la logica del progressista-razionalista, quello che pensa di persuadere con la forza della ragione, non può funzionare con personaggi alla Trump o alla Berlusconi? Perché il razionalista pensa che basti dimostrare al popolo bue che quello che si fa carico delle sue istanze è un plurimilionario egoista e ricco da far schifo, come può capire le esigenze di un operaio uno che pure il cesso ce l'ha foderato d'oro? E qui che il razionalista si sbaglia, perché la logica non vieta che il milionario sia più in sintonia col popolo rispetto al professore, all'intellettuale di sinistra, il quale gli operai li ha visti solo in cartolina e nei cortometraggi dei fratelli Lumière (eventualmente come il milionario, su questo partono alla pari), lo abbiamo ripetuto allo sfinimento ma gli amici progressisti da questo orecchio proprio non ci sentono, ci mettono troppo sentimento nella loro ragione e in questo non fanno che reiterare all'infinito l'errore, con buona pace della logica che imperturbabile se li lascia alle spalle con tutti i loro pregiudizi, e così sia. L'operaio vuole prima di tutto essere protetto dalla minaccia della globalizzazione perché così crede di poter conservare il suo posto di lavoro, della fratellanza fra i popoli gli importa una sega all'operaio, prima il lavoro, e se è il milionario che glielo promette vada pure per il milionario, e non si fanno prigionieri.
I figli dei dottori
Sentito? Lo dice pure Sorrentino: capisco la gente perché ho fatto ragioneria. Ai figli dei dottori la vita gli sembra tutta in discesa, una buona parolina qui, una là, le conoscenze giuste, muoiono mica di fame i figli dei dottori, si aspettano mica di andare a pulire i cessi! Capiscono un cazzo i figli dei dottori, tanto la grana per comprarsi l'iPhone non gli manca, e visto che di bisogni non ne hanno se li inventano di sana pianta e si danno ai grandi ideali, come se a 'sto mondo la giustizia fosse davvero un problema che li riguarda. Quando poi capita di ritrovarteli come superiori l'unica cosa buona è che se sono un po' fessi e sentimentali te li puoi rigirare un po' come vuoi, se invece sono pure stronzi l'unica cosa è sperare che crepino, sono nient'altro che merda i figli dei dottori. (si sente che sto leggendo Céline?). (senza specificare che si tratta di un esercizio di stile, ma specifichiamo).
sabato 26 novembre 2016
Götzen-Dämmerung
Un tempo si diceva "straripare", oggi che siamo più educati gli preferiamo "esondare", che è termine più tecnico e meno drammatico. A quello che il fiume gli porta via la casa si deve dire dunque "esonda!", così mantiene la calma. Ma voi volete parlare di Fidel, lo so: alla fine anche lui è morto come da pronostico, il penultimo dei mohicani, dei grandi rivoluzionari oggi rimane giusto qualche esagitato da tastiera, e meno male, meno male che c'è Grillo a fare da argine alla dittatura del proletariato, c'è da preferire le farse comiche a quelle tragiche, tutto qui il giudizio storico.
giovedì 24 novembre 2016
Riempitivo
Tutto si normalizza, anche i nazisti dell'Illinois non sono così brutti come li dipingono, tengono la mamma pure loro e nel letto l'orsetto di peluscia, o Teddy bear. Fuor di scherno, mai abbassare la guardia, è proprio ora che Trump mostra il suo volto più umano che bisogna stare all'erta, sono i momenti, questi, in cui tutto si allenta e si pianificano soluzioni finali col sorriso sulle labbra, guai a voi! Niente, non mi riesce di fare il serio stasera, sono stanco e quando sono stanco mi viene la stupidera, le néant, niente meno. Mi è giunta voce di certe scrofe ma ero assente col corpo e con lo spirito, una repulsione per la cronaca in questi giorni, solo la voglia di infilarmi nel letto, il tempo di due paginette e già sono nel mondo dei sogni, i quali mi si presentano densissimi e irreali, ancora più del solito, forse mangiando più leggero... forse avete ragione voi, è troppo grande l'universo per giustificare questa cosuccia da poco che è la vita sulla Terra, ci dev'essere qualche altro significato oppure è Occam che si è sbagliato di grosso (leggevo di leggi incredibilmente semplici che generano realtà enormemente complesse, devo averlo letto da qualche parte, non ricordo dove). Tanto rumore per nulla.
martedì 22 novembre 2016
Intervallo
La vita non ha mai smesso di apparirmi come un sogno grottesco, troppa immaginazione, mi dicevo, autosuggestione, forse depressione, macché, più la considero lucidamente e più l'affabulazione continua della coscienza mi pare fatta della stessa sostanza dell'incubo, un incubo a cui per giunta siamo tutti disperatamente aggrappati, pena la morte, il grande spavento del nulla. Ma vi pare normale nascere dalle viscere e crescere nelle nostre stesse ossa, lievitati dall'interno, per poi deperire (piano piano, si spera), ridursi a nient'altro che merda (la nota putrescenza celiniana), e in mezzo tutta una lunga serie di scazzi attorno a problemi perlopiù irrisori, vi pare giusto che ad uno spetti la bella vita e all'altro lo schifo? Tanta fatica per nulla. E per non dire degli amori, di tutto il dissipare delle passioni, condotti al macello da un capriccio delle gonadi, leggi di natura, le chiamano... se voi ci trovate un senso, se a voi piace così, be', allora vi invidio, tantissimo.
giovedì 17 novembre 2016
Buio oltre la siepe
Ma se falliscono pure i populisti, cosa arriverà dopo, l'anticristo? No perché il popolo è insaziabile, dopo Trump c'è solo il domatore di leoni. E' il guaio di internet, tutti si credono che la democrazia debba essere diretta, di più, direttissima, come se tra la bocca e il culo non ci dovesse essere il suo bel sei metri di intestino a ruminare un po' il pensiero prima di evacuarlo. Così uno si alza la mattina e gli vengono le idee geniali prêt-à-porter, muri, ruspe, container e cingolati, detto fatto, non c'è problema che non possa essere risolto dall'elementare ingegno dall'uomo comune. Avanti così non so dove andremo a finire.
mercoledì 16 novembre 2016
La mia fortuna
La mia fortuna è che guardo la mia rabbia con distacco, un po' da lontano, anche se finisce che mi compatiscono: ma come, hai la possibilità di sfogarla subito nel voto di protesta, come fanno tutti, cosa ti trattiene? Mi trattiene che non credo nemmeno più alla mia rabbia. La risposta di pancia non è meno cretina di certe ridicolaggini del politicamente corretto, è tutta una follia. Poi a forza di pancia si ritorna al nazismo. In realtà nemmeno per quello ci sono le condizioni, è tutta un'altra storia. Certo l'impatto della delocalizzazione violenta sulle nostre povere vite crea questa acidità gastrica diffusa per cui al primo Robespierre che ci promette la presa della Bastiglia ci caschiamo come mosche nel miele, ma questo non è il mio caso, io tengo anticorpi scettici piuttosto sviluppati ma soprattutto la percezione del senso del ridicolo. Nemmeno l'antipolitica mi tenta, quattro slogan raccattati per strada ripetuti allo sfinimento. La realtà ci cade addosso, già tanto se riusciamo a ritagliarci un posticino.
martedì 15 novembre 2016
Là dove il cattivo scienziato si perde
Come dice Mario Sechi "il Novecento è finito l'8 novembre 2016". Emerge una nuova figura d'uomo, non diciamo un superuomo perché l'espressione è già troppo novecentesca, diciamo un alteruomo, un uomo che si è liberato dei sofismi e dei concetti accessori, un uomo più istintivo, cioè più vero. L'intelligenza è superflua, procederemo con la revisione di significati che davamo per scontati, primo fra tutti il razzismo, lo sanno tutti che ai messicani puzzano i piedi, la verità è sempre innocente. E poi vai a scoprire che Obama ne ha espulsi più di Trump di questi puzzoni, però non ci teneva a dirlo per non rovinarsi l'immagine. Ma quanto siete out.
domenica 13 novembre 2016
La signora delle camelie
Però che bello quando si poteva andare effettivamente a puttane, intendo nei bordelli, leggo questi libri, per esempio i diari di Flaiano e Céline, dai cui traspare tutta la naturalezza dell'atto, come se s'andasse a prendere il caffé al bar. Oh, intensi che pure adesso ci si può andare, ma come sempre tutto è ammantato di ipocrisia, si deve fare tutto di nascosto, come i preti che vanno a donne, con gli amministratori locali che fanno resistenza passiva, che fanno la multa per divieto di sosta, ecc. Lascia perdere me, io lo so già come sono fatto, pure se tornassero i bordelli non ci andrei, troppo riservato, ma siccome sono romantico è il concetto della casa di piacere in sé che mi attrae, perché non è più avvilente per la donna doversi nascondere, far finta di, non è destino della donna farsi strumento delle ipocrisie altrui? E poi bordelli anche per le donne, sissignore, non hanno il diritto anche loro di soddisfarsi nel modo più naturale? (poveri ometti, altro che zabaglione e viagra, degli individui affetti da priapismo congenito ci vorrebbero). Io temo che all'italiano in fondo piacciano le cose così come stanno, perché all'italiano l'ipocrisia gli fa da innesco, piace lamentarsi degli stranieri e poi sfruculiarsi le africane in mezzo alle fratte, è nel suo Dna la doppia morale, finita lì.
Bagno di realtà
Uno degli aspetti che sancisce il divorzio dell'elettore dal pensiero cosiddetto di sinistra è questa tendenza che hanno i compagni di concentrarsi troppo sull'ideale e poco sulle persone. Agli amici progressisti che non se ne fanno una ragione in realtà interessa più l'idea e la teoria generale, sono come umanisti che però hanno smarrito per strada l'umanità, quella in carne ed ossa. L'esempio classico, l'attacco terroristico: il progressista, il candidato democratico, partirà subito con un pippotto sociologico sulle cause che scatenano la violenza nel mondo, al terrorizzato invece interessa poco la tesi di laurea quanto piuttosto la risposta immediata, perché niente di più che una minaccia incombente risveglia in lui i primordiali istinti di sopravvivenza. Questo discorso rientra in quello più ampio dell'eccesso di intellettualizzazione della proposta politica, di quell'eccesso di premure tipico del politicamente corretto il quale, partito per far contenti tutti, finisce invece per indispettire il cittadino comune poco incline alle chiacchiere e principalmente preoccupato del suo avvenire. Si è arrivati al punto in cui l'intelligenza si è fatta autoreferenziale diventando ottusa. Non è l'unico aspetto di questa faccenda molto complicata, però teniamo presente.
Fahrenheit
Bruciano le New Balance perché l'azienda sostiene Trump, le bruciano per protesta e non perché fanno odore, e allora a rigor di logica bisognerebbe bruciare anche i sandali della figlia, la linea di stivali e le rispettabili decolleté, già le vedo le fashion blogger fare un gran falò dei loro preziosissimi haul, i "bottini", perché li chiamano così i giri di acquisti su internet. Quando bruciano le scarpe è un brutto segno, significa che la civiltà è in grave pericolo, se poi assieme alle scarpe bruciano anche i calzini quello è il segno che tutto è finito, senza scarpe impossibile trasmettere la conoscenza, senza calzini l'imbarbarimento della società è irreversibile. Questo è il momento in cui il nostro bisogno di eleganza diventa ancor più impellente (cit. Gauche Caviar).
sabato 12 novembre 2016
L'esercito del Trump
Vai a capire quanti voti avrebbe preso Sanders, se più o meno della Clinton, la cosa non sarebbe stata di gran consolazione essendo Sanders la declinazione populista "di sinistra", uno che volendo va d'accordo con Marx ma pure col Papa, una specie di Bertinotti folgorato sulla via di CL. Talmente è in crisi la sinistra mondiale che la tentazione è di ritornare alle origini, il sogno di una solidarietà universale che possa lenire le storture della globalizzazione; alla fine i due populismi hanno in comune lo stesso nemico, a destra da combattere chiudendosi in un rancoroso egoismo, a sinistra aprendosi all'utopia della fratellanza universale. Poi è chiaro come da tutto questo possano scaturire certi personaggi curiosi che da un lato magnificano Gramsci e dall'altra simpatizzano per Putin e Trump, gente che discute di feticismo delle merci con l'orologio di marca al polso (ma questo pure Sartre, non è una novità). La globalizzazione da una parte dà e dall'altra toglie, il fatto che venga tolto proprio a noi crea questa onda d'urto che è ancora riverbera e chissà per quanto ancora riverbererà (d'altronde la crisi della manifattura si ripercuote pure su di me, una certa rabbia la sento salire pure io, l'anti-populista è essenzialmente uno che ha risolto il problema della sussistenza e pretende da noi poveri cristi la calma e il raziocinio, abbiate pazienza, non siamo dei santi).
mercoledì 9 novembre 2016
Aurea mediocritas
Te lo domandi, quando è un milionario a farsi carico delle istanze degli emarginati e viene per giunta preso sul serio significa che la controparte democratica stava pensando ad altro, che a forza di pensare agli ultimi si è persa per strada i penultimi, non era poi così felice l'America di Obama. E' la fine che si fa ad essere troppo scolarizzati, ci vorrebbe una via di mezzo, un intellettuale ma che non sia laureato, un diplomato in contabilità. L'eccesso di scolarizzazione è deleterio quanto il suo contrario, in medio stat virtus, aura mediocritas, inter utrumque tene medio tutissimus ibis (sono intellettuale, sì, ma da Wikipedia). Già feci l'errore di sentirmi antropologicamente superiore alla gente di Gorino, di errore in errore si finisce con Trump presidente e Grillo deficiente (Bersani invece guarda a Sanders, hai presente l'isola di Wight?).
No panic
Io ve l'avevo detto. A parte che ne dico talmente tante che prima o poi ci prendo, ma Hillary non teneva il quid, e poi con quella spocchia dalemiana tipicamente radical, insomma, antipatica. Trump invece molto più a suo agio nei panni del figlio di puttana, sinceramente pirla (gli viene naturale), un istrione che ne abbiamo già visti in Italia, e in questo abbiamo fatto scuola. Io in verità vi dico: abbiamo troppi preconcetti nei suoi confronti, io sono sinceramente incuriosito, vuoi vedere che questo fa la pace con Putin e finisce che gli danno pure il Nobel per la Pace? (non credo, piuttosto ne danno un altro alla letteratura a Max Pezzali, perché son prevenuti).
lunedì 7 novembre 2016
Nemmeno la ragione ci può salvare
C'era Maurizio Ferraris alla radio, l'inventore del new realism, che interrogato sulla crisi della democrazia proponeva la sua tesi: la democrazia è in crisi perché non dice più la verità. Siccome il new realism, in opposizione all'ormai obsoleto postmodernism, predica un generale ritorno all'oggettività, è bene che agli elettori venga detta la verità, unico degno principio e sommo bene, solo così sarà possibile debellare il populismo, batterio infestante che divora la sana pianta democratica. L'uovo di Colombo. Fosse semplice stabilirla, questa verità, e convincere l'elettore ad accettarla qualora fosse indigesta. Le campagne elettorali sono dei lunghi processi alle intenzioni, mentono un po' tutti e un po' tutti dicono la verità, ma nemmeno gli interessati sapranno dirvi fino a che punto, e questo non sempre per malignità. Prendiamo l'esempio classico della sicurezza dei cittadini: Trump vi dirà che la soluzione è armarsi fino ai denti, Hillary Clinton vi dirà che è meglio lasciar fare alle forze dell'ordine, tuttavia nessuna statistica, per quanto veritiera possa essere, potrà mai far cambiare idea al cittadino che percepisce comunque la minaccia. E' un dato emotivo-soggettivo, il terrore di volare non lo si risolve ripassando il funzionamento della portanza, l'emotività sovrasta l'argomento di ragione. Io ve lo dico: la verità è che nemmeno la ragione ci può salvare.
In caso di
Ha vinto il No perché Renzi ha sbagliato a personalizzare il referendum, e poi troppa arroganza, senza contare che la riforma era davvero scritta male. Ha vinto il Sì perché gli italiani si sono dimostrati popolo maturo che non cede alle sirene dei catastrofisti che sanno dire solo No. Ha vinto il Nì perché gli italiani si sono stufati di essere chiamati a votare su questioni troppo complesse, e poi i problemi degli italiani sono ben altri, c'è gente che non arriva alla fine del mese. E con questo siamo coperti.
sabato 5 novembre 2016
Credere per credere
Il mio dio salva tutti, belli e brutti, vittime e carnefici, perché fondamentalmente la vita è altra cosa rispetto a quello che pensiamo, il fatto è che tutto quanto non è nella nostra disponibilità, compresa quella salvezza che spetta a tutti, indipendentemente dalle buone o dalle cattive azioni. No, mi diranno, Dio non è questo, è un'altra cosa. Ma lasciami credere che sia così, ma che ti importa? Se è questione di fede, credere per credere, io credo a questo (l''apologo non rispecchia necessariamente le convinzioni dell'autore, trattasi di esempio a mo' di esempio).
martedì 1 novembre 2016
Il grande Boh
Due righe due sulle elezioni americane: io non l'ho capito proprio questo scandalo delle mail della Clinton, temo che il mio essere italiano mi impedisca di percepire la gravità della cosa, mentre gli americani, popolo eticamente irreprensibile, dimostrano di prenderla molto sul serio al punto di resuscitare Trump, che sarà controverso finché vuoi ma è uomo di una correttezza esemplare e soprattutto di comprovata affidabilità (c'è del sarcasmo). (i miei americanisti su Twitter, gli esperti del caucus, si danno un gran da fare attorno all'argomento ma come sempre il messaggio non arriva, secondo me ne capiscono poco anche se danno l'impressione di saperla lunga).
Un caso di sincronicità
Giusto stamattina parlavano di questo racconto-divertissement di Marc Augé (il teorizzatore dei non-luoghi) che immagina l’impossibile: il papa che dal balcone annuncia che Dio non esiste "e tra i fedeli di tutte le religioni in pochi giorni scoppia la pace". Ora, che tra i fedeli di tutte le religioni possa scoppiare la pace per così poco è improbabile anche per un racconto di fantasia, una pia illusione da atei razionalisti, valga per tutti questa ottima intuizione del poeta argentino Julio Cortázar, miracolosamente apparsa per sincronicità nel flusso di Twitter sotto la segnalazione del divertissement: "sperare appartiene alla vita, è la vita stessa che si difende". Aggiungici poi che sappiamo già tutti che Dio non esiste, almeno non nella forma descritta dalle religioni, e il gioco è fatto (anche l'ateismo si avvia lentamente all'obsolescenza).
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