martedì 30 marzo 2021

La mano del tecnico

Comunque con Mario Draghi al governo il paese è già cambiato da così a così, si vede la mano del tecnico, gli italiani hanno perso le loro cattive abitudini e l'efficacia delle misure adottate ha favorito la ripresa di larghi settori dell'economia. Per esempio a me, se faccio domanda entro il 30 aprile, spetta specificato nero su bianco un sostegno consistente in un sacchetto di caramelle Ambrosoli, quelle al miele, e mi è andata bene, perché ai diabetici spetta invece un mazzetto di asparagi, da consumarsi crudi per favorire la transizione ecologica. Si vede la mano del tecnico anche nella razionalità che informa i decreti di una chiarezza mai vista prima, di come le scuole riaprano solo per due giorni prima di richiudere per un'altra settimana, dall'assoluto divieto di uscire di casa pur nella possibilità di ricongiungersi ai parenti, anche carnalmente, qualora i parenti si rivelassero i rispettivi coniugi entro un limite di due consecutivi e comunque solo dopo aver fatto l'antitetanica. Del resto a Mario Draghi tutto questo latinorum non interessa, lo fa solo perché deve, fosse per lui si dedicherebbe al tennis.

Inception

Ieri ho guardato Inception, ne avevano parlato tanto. Alla prima inquadratura già cominciamo male perché a me il faccino puerile di Di Caprio ispira solo tedio e irritazione. E infatti il film ti ammorba fin dall'inizio con la consueta menata dei paradossi spazio-temporali e del sogno nel sogno, e in più attacca con le strade che si ripiegano su se stesse e i corridoi degli alberghi che si rigirano sottosopra come ruote di criceti, in un bignamino ad uso spettatore medio degli eterni temi di Platone, Cartesio e Calderón de La Barca (la vita è sogno o i sogni aiutano a vivere meglio?), e in più ci aggiunge tutto il suo carico di cliché di genere, quelli dei film d'azione, uno su tutti gli zainetti zeppi di cariche esplosive che aderiscono istantaneamente a qualsiasi superficie, legno, plastica, vetro, cemento armato brinato a temperature polari. Gli aggeggi non superano le dimensioni di un citofono e hanno sempre una lucina rossa nel mezzo che fa bip bip e da soli sono in grado di squarciare pareti di acciaio inox dello spessore di mezzo metro e far crollare piloni del peso di dieci tonnellate. Tutto questo serve a non interrompere la fluidità dell'azione, sempre concitatissima, che segna almeno un paio di colpi di scena al minuto, che moltiplicati per due ore e trenta fanno la bellezza di trecento per tutta la durata del film quando il mio limite fisiologico è di un paio, al massimo tre per proiezione. Ad un certo punto irrompe una locomotiva, arriva gente che spara sulle macchine, tump tump si sente, con sontuosi riverberi delle frequenze più basse, come se sparassero in bacili ricolmi di panna cotta. C'è poi sempre il trauma sentimentale a minacciare la stabilità psichica del protagonista, che abbatte i cattivoni come fossero mosche (sono solo proiezioni del subconscio, un concetto relativamente semplice che lo capiscono tutti) e poi ama i suoi figli con la tenerezza di un pastorello che in tutta la sua vita non ha mai tirato il collo nemmeno a una gallina. Giudizio finale: cagata pazzesca.

lunedì 29 marzo 2021

S'ennuyer comme un rat mort

Ma se ci tolgono il diversivo della nave container incagliata nel Canale di Suez a noi dell'internet che cosa ci rimane? Ogni giorno un meme, e l'apprensione per le consegne della Ducati e per i tre container di sex toys, e ancora le navi in fila nel Mar Rosso, i grafici con le sezioni del canale in 3D, il pescaggio lordo, la stazza netta, i possenti motori Mitsui-Man B&W 11G95ME-C9 a due tempi da 59300 kW, l'albero con elica a passo fisso capace di sviluppare una velocità di 22,8 nodi (42,23 km/h). È come quando ti finiscono i lavori sotto casa e ti rimane un grande vuoto e non lo riesci a colmare e intimamente speri in un'eruzione vulcanica che blocchi tutti i voli nell'emisfero australe, in uno tsunamino anche piccolo piccolo, qualsiasi cosa, un diversivo che possa anche solo allettare per un minuto le nostre anime annoiate e le nostre gonadi sfragnate da un anno di pandemia che l'hanno spremuta ormai come un'arancia, non ci si ricava più niente. Alla rivolta in Myanmar manca il quid, forse a metterci un monsoncino ma non è ancora stagione, ci si potrebbe attaccare il tema dei cambiamenti climatici, per quanto.

domenica 28 marzo 2021

Lavori notturni

Era mezzanotte passata quando nel silenzio pressoché totale del coprifuoco iniziammo ad avvertire il ronzio molesto di un motorino a scoppio, dapprima molto lontano e poi sempre più vicino, quando al rumore del motorino si aggiunsero anche le voci degli operai e quello di uno spray spruzzato a intermittenza sopra la sede stradale ci balenò alla mente che potesse trattarsi di una di quelle unità comunali adibite al rifacimento delle strisce e della segnaletica stradale che di solito escono come ladre nella notte o come trafugatrici di cadaveri destinati alla scienza ai tempi di Beniamino Franklin nella Londra di Re Giorgio II. Per qualche ragione che non colsi subito in tutta la sua evidenza l'unità si intrattenne proprio sotto le nostre finestre per un consulto, nel silenzio di tenebra si avvertivano solo gli ordini impartiti con fermezza e il motorino della macchina imbiancatrice accendersi e spegnersi come colta da continui ripensamenti, e nel frattempo si era fatta la una. Sicuramente, mi dissi, staranno tracciando le strisce dell'attraversamento pedonale che anche se non sembra possono presentare difficoltà d'esecuzione benché muniti di dima sagomata e di goniometro, ma confidando nella perizia dei tecnici comunali altamente specializzati sicuramente domani sulla sede stradale ci troveremo dipinta la Cappella Sistina. Potete immaginarvi dunque quale fu la nostra sorpresa al primo sorgere dell'alba quando carichi di aspettative ci accingemmo a riavvolgere la pesante tapparella di legno come sempre al costo di uno stiramento del nervo radiale costatando che di fatto nessuna striscia pedonale era stata tracciata sull'asfalto ma solo una semplice riga intermittente di mezzeria che ci sarebbe riuscito anche un bambino non particolarmente sveglio, e tutto questo al prezzo di una notte insonne. Mi domandavo se ci fossero gli estremi per una richiesta di risarcimento.

giovedì 25 marzo 2021

Discorso sulla tecnica

Sono stato un po' assente in questi giorni perché hanno asfaltato la strada sotto casa e sono dovuto scendere a guidare i lavori. Tanto per cominciare la fresatrice meccanica, che tirava via l'asfalto come fette di polenta, tirava su un tale polverone che alla signora del primo piano sembrava che sul balcone ci fosse passata una tempesta di sabbia, gli ho dovuto dire io agli operai di bagnare la strada prima di fresarla perché sennò addio vetri appena lavati (bisognerà mandarci una lettera al Comune, di avvisare prima di cominciare certi lavori, che il Vetril mica lo passano gratis). E poi non sono mica più italiani gli operai, parlavano tutti come Ibrahimovic, per farsi capire bisognava coniugare i verbi all'infinito: tu no deve fare così, tu bagnare prima strada [e qui facendo il gesto di irrorare il macadam con un'ipotetica gomma dell'acqua], che appena lo capivano facevano tutto il contrario. S'era formato un tale capannello di esperti (e qui bisogna dire che la gente non ne può più di stare chiusa in casa) che erano sorte divergenze d'opinioni fra i diversi comitati tecnico-scientifici e il camion del bitume alla fine si era incastrato fra un autobus e un macchinone parcheggiato di traverso, il più sveglio di tutti aveva allora urlato all'autista: «Tu fa giro!», accompagnando l'esortazione con un segno circolare del dito e l'autista si era andato prontamente a schiantare contro un Suv. Insomma, faceva già scuro che avevano appena finito di passare col rullo sui tombini, che avevano tra l'altro appena finito di sistemare per bene sei giorni prima per poi venire riscoperchiati di nuovo sei giorni dopo, e non avevano ancora ridisegnato le strisce, così alla gente che attraversava la strada, non sia mai che la mettevano sotto, non le pagavano nemmeno le spese. Stamattina che guardavo il lavoro a mente fredda mi sono accorto che forse alla strada non le hanno lasciato abbastanza schiena d'asino e ci scommetto che alla prima pioggia diventerà tutto un acquitrino, i romani coi martelli costruivano gli acquedotti, questi qui, con tutto il sostegno della tecnica, non sanno nemmeno stendere uno strato di catrame.

giovedì 18 marzo 2021

Hermes alipede

Relativamente alla notizia ormai il racconto precede il fatto come il carro precede i buoi, tanto che a un certo punto al fatto tocca accadere per non farci brutta figura. A un certo punto viene deciso che un vaccino è pericoloso? Allora al vaccino tocca diventare pericoloso per non sottrarsi alla riprovazione generale. Poi, come si era deciso che era pericoloso, viene deciso che il vaccino è stato verificato? E allora al vaccino tocca ritornare al lavoro per non essere tacciato di scarso impegno contro la lotta al covid. Il vaccino, povera stella, non c'entra niente, fanno tutto gli altri, fanno e disfano secondo l'umore del momento e lui si adegua alle direttive. Ma voi lo sapete cosa vuol dire fare notizia h24 sette giorni su sette? A un certo punto se la notizia non esce fai in modo di darle una spinta, altrimenti finisci per arare i video delle galline su internet: «Carro armato dell’esercito sbaglia mira e colpisce un allevamento di galline, la Procura apre un'inchiesta».

mercoledì 17 marzo 2021

Áλήθεια

Fra le tecniche del potere c'è l'elusione, il tralasciare di dire, l'evitare di esporre. Se Giuseppe Conte parlava fin troppo, Mario Draghi parla fin poco, il primo annegandoci di chiacchiere, il secondo lasciandosi scivolare tutto con eleganza regale: never complain, never explain. Meglio far parlare i fatti, senonché quando i fatti non arrivano o si dimostrano scombinati tanto quelli precedenti pure Sua Maestà Reale potrebbe incorrere in qualche piccolo dispiacere. C'è poi il caso di elusione a fin di bene, quello che si propone di non rendere noti certi particolari per evitare al popolo di farsi prendere dal panico. Qui c'è la valutazione da parte del sovrano che il popolo sia, preso nel suo insieme, una specie di animalone sottosviluppato e schiavo delle proprie pulsioni a cui va riempita la ciotola con tutte le precauzioni del caso. Non ha torto. Il popolo, come il Frankenstein di Brooks, risponde alla sola melodia dei violini. Ma al sovrano non passa solitamente per la testa, impegnato com'è a esercitare le sue prerogative di sovrano, di essere compreso in quella umanità belluina e fallace dalla quale pensa di essersi distinto, ed proprio lì, in quella celeste sovrastima di sé, che di solito casca l'asino. Per cui al popolo dovrebbe essere sempre concesso di assaggiare anche solo una puntina di verità, per farsi la bocca a mo' di antidoto e non rischiare di restarci secco mandandola giù tutta in una volta.

La paura e il riparo

Il tacchino induttivista tutti i giorni riceveva alla stessa ora una dose di vaccino, stava bene e si era fatto l'idea che fosse a motivo di quella punturina, finché un bel giorno invece di ricevere la consueta dose di vaccino viene investito da un tram. 

Dimostrare l'esistenza incontrovertibile di un legame di causa/effetto è problema non da poco che ha dato del filo da torcere ai massimi filosofi della modernità. È d'uopo citare in questi casi David Hume: per tante volte che una palla da biliardo, colpita da un'altra, si muove ricevendone una spinta non c'è modo di provare a priori che esista un qualche principio che leghi indissolubilmente i due avvenimenti. Che la palla si muova in virtù del colpo che riceve è una mera constatazione empirica, una regolarità che non garantisce affatto, sulla base dell'osservazione dei casi, che la volta successiva l'avvenimento possa ripetersi uguale al precedente. Questo portò Kant prima e Schopenhauer poi a concordare sul fatto che il legame di causa/effetto fosse quella forma di conoscenza connaturata al nostro essere che si pone prima ancora dell'esperienza determinandone la fisionomia. 

Questo discorso si confà perfettamente al caso odierno dei vaccini. Il Paul Ehrlich Institute di Francoforte, nelle motivazioni che sospendono in via precauzionale la somministrazione del vaccino Astra Zeneca in Germania, comunica che è stata riscontrata «A specific form of severe cerebral venous thrombosis associated with platelet deficiency (thrombocytopenia) and bleeding has been identified in seven cases (as of 15 March 2021) in temporal association with vaccination with COVID-19 Vaccine AstraZeneca» (*). Ora, dimostrare una correlazione evidente fra l'inoculazione del vaccino e i casi di trombosi diventa problematico sul piano scientifico prima ancora che statistico in quanto le leggi scientifiche si determinano proprio in virtù dell'osservazione dei casi: si fa esperienza di un fatto che si ripete con una certa regolarità e se ne ricava una legge. Anche il tanto auspicato determinismo della scienza si fonda in ultima analisi su principi statistico-probabilistici, il che significa che nemmeno la scienza può restituirci in assoluto quella sicurezza del sapere che in genere è così benefica alla distensione dei nostri nervi: vivere è un rischio a cui nemmeno la scienza può porre riparo.

lunedì 15 marzo 2021

Enrico Letta alla ricerca delle persone perdute

Enrico Letta ha un problema ad uscire dalle Ztl e per prima cosa va da Fabio Fazio. Fazio gli dice che non lo sa, di domandare al suo autista. Allora Enrico Letta dà mandato ai tecnici del PD di cercargli le indicazioni su Google Maps e tanto che ci sono di farsi dire come sono fatte le persone, che lui ne ha incontrate due o tre giusto per caso e comunque tutte in Ztl quando insegnava a Parigi. Nelle sezioni del PD ci sono solo insegnanti di lettere e impiegati del comune in pensione, non gli sono d'aiuto, pensano che bisogna dare un futuro ai giovani, che vanno dati più diritti alle donne e ai gay, che sono persone perbene. Se riescono a trovargli delle persone comuni dice di portargliele al Nazareno per dargli un'occhiatina più da vicino e impratichirsi un poco con i problemi della gente. Zinga gli ha detto che lui non ne ha mai incontrate di persona e che l'unica volta che era uscito per farsi un aperitivo coi giovani sui Navigli s'era preso il covid. Lui pensava che le persone fossero quelle che si vedono nei telefilm di suo fratello, che si fanno le cenette notturne vista mare col filetto di spigola all'arancia e le donne sbattono i polpi sugli scogli a piedi scalzi. Se conoscete delle persone comuni mi raccomando di comunicarlo alle sezioni, e allegare foto per l'autenticazione.

sabato 13 marzo 2021

Zone rosse

Da lunedì saremo di nuovo in zona rossa, chiuderanno i bar, i ristoranti, i parrucchieri, le utenze del gas, quelle dell'acqua, quelle delle luce, siamo rimasto anche senza filtri della Brita sicché ci toccherà bere birra calda alla mesta luce delle candele fino a Pasqua, per fortuna andiamo verso la bella stagione ancorché esposta qua e là ai capricci del tempo che prevede rovesci serali in special modo sull'arco prealpino a prevalente carattere piovigginoso, ma abbiamo le coperte, ci sono state distribuite a titolo di ristoro dalla protezione civile, e scaldini elettrici color cachi dell'Esercito Italiano, solo che essendo fatto divieto di allacciarli alla rete elettrica prevediamo di scaldarli mediante rapida frizione dei piedi che una volta presi velocità possono raggiungere temperature prossime a quelle delle rocce magmatiche costituendo tra l'altro una valida e più sostenibile alternativa alla luce delle abat-jour, ma andrà tutto bene.

martedì 9 marzo 2021

Baustelle

Ci siamo addormentati, ieri notte, al suono del martello pneumatico e dei cicalini di retromarcia dei mezzi pesanti che stavano asfaltando una strada non lontana da qui, i rumori giungevano ovattati, quasi soavi nella loro sembianza di sogno e si allontanavano, si allontanavano sempre più scivolando nell'incoscienza del sonno, stamane al risveglio abbiamo calcolato che siano arrivati in piazza Duomo a Milano e che un liscio serpentone d'asfalto ricopra ora la Statale 35 dei Giovi fino allo svincolo di Cormano, io credo che se non li fermano arriveranno fino in Cina.

lunedì 8 marzo 2021

Premiato Colorificio CTS

Dunque è arrivata la super zona rossa che viene ad aggiungersi al ben noto arancione rafforzato, evidentemente i colori dello spettro, di per sé sconfinati, non bastavano più alle necessità della politica sanitaria che sono più innumerevoli della processione dei numeri razionali. L'arancione si trova in una lunghezza d'onda compresa tra 590-625 nanometri della radiazione elettromagnetica, ma non trovandosi in questo intervallo alcuna nuances che venisse incontro alle specifiche richieste del comitato scientifico si è preferito prendere la via della trascendenza. Per esempio abbiamo l'evidenza sperimentale del Rosso-Arancio, codifica esadecimale #FF4000, che non sembrava però abbastanza rosso e il daltonico avrebbe potuto confonderlo con il giallo mais o gommagutta, che è giallo intensissimo e piuttosto aranciato, facendosi l'idea sbagliata di poter scendere a pisciare il cane anche dopo le 22. Stesso discorso per il rosso chili, Pantone 19-1557, che sarebbe andato benissimo come rosso emergenziale ma il riferimento al peperone amaro non sembrava in linea con la nuova politica di austerità inaugurata dal governo Draghi, che quando può evita i cibi infiammatori. Si vede che "Super zona rossa", che starebbe poi a significare lockdown nazionale, sembra più in linea con l'immaginario dei superpoteri di cui sarebbe portatore quel Super Mario Draghi che costituisce al momento la supercazzola prediletta dai media e dalle agenzie di stampa (la narrazione ontologica dell'essere divino Mario Draghi, non il Mario Draghi ontico, che è un mortale come tutti noi).

domenica 7 marzo 2021

Vita di Yeshua (1)

Le circostanze del concepimento

Accade a Natzrat ai tempi del protettorato romano della Giudea che una giovane vergine di nome Myrhiàm rimase inspiegabilmente incinta non avendo di fatto conosciuto biblicamente alcun uomo né tantomeno il suo promesso sposo Yohsèf. Pur discendendo dalla millenaria stirpe di Dawid, re di Yisra'el, Yohsèf era un uomo semplice ed esercitava a quel tempo la professione di téktôn, cioè di carpentiere istruito alla lavorazione della pietra e del legno a scopi abitativi. L’inatteso evento, prima ancora che essere lieto, turbò l’animo del giovane Yohsèf, il quale cominciò a meditare di ripudiare in segreto la sposa poiché da uomo retto e giusto qual era voleva almeno risparmiarle l’onta della lapidazione.

Myrhiàm, che era bella come una Madonna, si sentiva dal canto suo a posto con la coscienza avendo precedentemente ricevuto la visita dell’angelo Gavri'el che le si presentò in casa proferendo testuali parole: «Ti saluto, o piena di grazia, il Signore è con te». La giovane, che non aveva mai ricevuto la visita di un angelo prima d’allora, rimase lì per lì un po’ interdetta non riuscendo a comprendere bene a cosa si riferisse l’entità soprannaturale. Allora l’angelo si spiegò meglio: «Non temere, Myrhiàm, perché hai trovato grazia presso Yahweh. Ed ecco, tu concepirai nel grembo e partorirai un figlio, e gli porrai nome Yeshua. Egli sarà grande e sarà chiamato Figlio dell'Altissimo; e il Signore Yahweh gli darà il trono di Dawid, suo padre; e regnerà sulla casa di Ya'ãqōb in eterno, e il suo regno non avrà mai fine». Allora Myrhiàm, che era sì giovane ma non del tutto sprovveduta, si sentì in animo di domandare: «Come avverrà questo, poiché io non conosco uomo?». E l'angelo le rispose: «Lo Spirito Santo verrà su di te e la potenza dell'Altissimo ti adombrerà; pertanto il santo che nascerà da te sarà chiamato Figlio di Yahweh». E a riprova del fatto le annunziò la gravidanza della cugina Elisheba, la quale, pur nella vecchiaia, si trovava al sesto mese di gravidanza (era in uso presso l’Altissimo, per meglio farsi comprendere dalle Sue creature, di servirsi a titolo d'esempio del grembo delle signore di mezza età). Myrhiàm, da donna assennata qual era, volle però sincerarsi di persona del miracolo e si recò in visita dalla parente, allora al suo saluto Elisheba sentì il bimbo sussultarle in grembo e questa fu la prova. Myrhiàm capì così di essere destinata a grandi cose: «D’ora in poi tutte le generazioni mi chiameranno beata. Grandi cose ha fatto in me l’Onnipotente!».

Yohsèf, nel frattempo, aveva a sua volta ricevuto in sogno la visita di un angelo che gli annunziò fra il primo e il secondo sonno che era stato tutto sistemato, Myrhiàm avrebbe partorito il Figlio di Yahweh e di non preoccuparsi di nulla perché era stato lo Spirito Santo. Sicché Yohsèf, uomo semplice scelto dall'Altissimo per farlo tramite dei Suoi scopi, accettò di fare da padre putativo a Yeshua come fu predetto dalla profezia: «Ecco, la vergine concepirà e partorirà un figlio che sarà chiamato Immanu'el» (e cioè “Yahweh è con noi”), poiché le profezie erano ormai state svelate e per non rischiare di smentirle bisognava fare il possibile per renderle vere.

sabato 6 marzo 2021

Una volta votavo il PD

Una volta votavo il PD in virtù del fatto che in medio stat virtus. In fondo si vota un'idea generale e il PD incarnava l'idea generale di un progressismo quieto e mansueto. Troppo quieto, troppo mansueto. Anche le idee generali, a generalizzarle troppo, finiscono per andare in pappa. Scuoci oggi, scuoci domani, Zingaretti era il più pappetta di tutti, con lui ai fornelli anche il roastbeef diventava budino. Non si riesce più a votarlo il PD, non si riesce più a mandarlo giù, neanche pensando ai bambini dell'Africa. Io sono keynesiano quando serve e chicaghese alla bisogna, però il PD è ormai inedibile, roba che manco il gatto, che anche a lui un croccantino ogni tanto gli fa piacere. Forse il PD è diventato così perché punta al voto degli sderenati. Ma santoddio, un po' di spina dorsale ogni tanto fa piacere anche all'uomo che guida col cappello. Fate qualcosa di forte, chessò, cantate coi Måneskin, contate le dita dei piedi, in fondo anche Bianca Berlinguer è passata alla minigonna, un po' d'amor proprio, essù.

mercoledì 3 marzo 2021

La canzone di Sanremo

La vera canzone di Sanremo la riconosci dall'inizio, parte un buon quattro o cinque ottave sotto con timbro da basso profondo ricalcante il Fa grave di Sparafucile (*), intenso il recitativo, lagnoso il sussurrato, a guisa di persona distrutta dal dolore, quindi il dipanarsi in crescendo della canzone vera e propria con pedissequa trasposizione della melodia nelle ottave più alte fino al dispiegato finale urlato con lagrimone agli occhi e strofa finale che viene a troncare d'improvviso l'incalzante consecuzione del pathos sinfonico. Lo schema è particolarmente evidente nel brano di Arisa, scritto da quel Gigi D'Alessio che nel salto di ottave ha il suo marchio di fabbrica, o ancora in quello di Annalisa o di Noemi ("Dentro ti amo e fuori tremo come glicine di notte"), cui più che il brano fa stupore la silhouette che rischia di consegnare tutta la scena al nutrizionista più che al giovane e talentuoso team degli autori (Lubrano-Fugazza-Tattroli-Faini). Dunque ricapitoliamo: partenza sussurrata, cambiamento d'ottava, urlato finale, è caldamente raccomandato l'accompagnamento delle mani strette a pugno e nelle fasi più concitate dell'interpretazione la dolente contorsione del corpo a mimare un ipotetico attacco di sciolta. Ultima annotazione su Achille Lauro: abbiamo capito, David Bowie e Renato Zero, la prossima volta facce Macario.

martedì 2 marzo 2021

Oilalà

Sconfitti gli austriaci a Vittorio Veneto, convertito l'Esercito in Umanitaria, ora i generali degli alpini combattono la loro guerra in prima linea contro il SARS-CoV-2. I mezzi che ieri servivano al traino dei pesanti obici da 305/17 oggi fanno la spola da Bolzano a Reggio carichi delle fiale del salvifico vaccino. Allo scopo sono impiegati gli imponenti e quanto mai versatili Iveco ACTL, autocarri tattico-logistici dotati di trazione 8x8(64), cambio manuale idrodinamico ZF WSK 400-90 a 16 rapporti più due retromarce e differenziale centrale bloccabile specificatamente ideato per mantenere la servo assistenza anche in caso di avaria ai motori. I bracci ai soldati andranno presentati già nudi, sbottonate le camicette, scese vezzosamente le spalline. Farle piangere, farle piangere e sospirare, nel pensare, nel pensare ai begli Alpini che fra i ghiacci, che fra i ghiacci e gli scalini, van sui monti, van sui monti a guerreggiar. Oilalà.

Samizdat

Non si mostra mai Mario Draghi, tanto prezzemolino era il duo quasi sanremese Conte-Casalino, bulimico di ribalte e conferenze stampe, tanto riservato è l'ex governatore della BCE, talmente riservato da far supporre che Mario Draghi in realtà non esista e le poche immagini che circolano di lui siano state generate al computer. Già lo scrittore russo Viktor Olegovič Pelevin in Generation П (alias Babylon, alias Homo Zapiens) aveva lasciato intendere che i gerarchi russi degli anni '90 fossero in realtà dei modelli 3D virtuali piuttosto approssimativi e che quelli americani fossero più definiti nella risoluzione solo grazie alla maggiore potenza dei processori. Nell'era del deep fake questo scarto tecnologico è ormai colmato e anche un paese arretrato come l'Italia può benissimo generare modelli poligonali ad altissima risoluzione praticamente indistinguibili dagli originali. Mario Draghi sarebbe in realtà lo pseudonimo sotto cui si nasconde il gruppo di lavoro dello Stato Profondo (Deep State), il suo volto sarebbe una sintesi dei tratti somatici di Andreotti, Cesare Romiti, Cuccia, Marella Agnelli e Nico dei Gabbiani. Voi pensateci su, io non vi ho detto niente.