sabato 28 luglio 2012

Questa peculiarità del carattere italiota di festeggiare discipline sconosciute ogni quattro anni per poi dimenticarsene nei lunghi intervalli tra un'olimpiade e l'altra la dice lunga sulla nostra essenza di sportivi. In Svizzera, vincessero i mondiali di lancio dell'emmentaler, innalzerebbero monumenti ai caseifici, qui da noi siamo tutti eroi per un giorno e poi ci passi pure sopra l'oblio, c'è gente che ha fatto l'olimpiade e oggi svuota i pappagalli nelle case di riposo. Siamo campioni olimpici nel tiro con l'arco a squadre, quando la nazionale di calcio verrà eliminata ai quarti dei prossimi mondiali dalla Cina Taipei ricordarsi di rinfacciarglielo.

giovedì 26 luglio 2012

Leggere non mi è di alcun aiuto, il fascino che esercita su di me la parola scritta finisce per allontanarmi talmente dalla realtà che il beneficio della cura si annulla nella dimensione fantastica. Del resto leggere per puro intrattenimento non ho più la pazienza, tanto vale una pippa fatta bene, girano dei manuali molto precisi al riguardo, guardo le figure. Non voglio qui disprezzare la lettura per cinismo o per vendetta, in fondo mi ha tenuto compagnia per tanti anni, ma questa è la realtà. Si legge più da giovani che da vecchi? Non penso esista una regola ma per me è stato così. Doccia di mattina o doccia di sera? Preferisco di sera, alla mattina faccio il ripasso e intanto vado a letto fresco come una rosa. Meglio un giorno da pecore o mille da leoni? Meglio mille da pecore se è il giorno in cui muore il leone. Insomma, i libri tengono compagnia ma non sono poi così sicuro che mi abbiano insegnato qualcosa di utile, da giovane io ci speravo ma ora come ora ho l'impressione di avere perso solo del gran tempo e per giunta qualche diottria. Proverò a scriverli questi libri e in fondo è quello che sto già facendo, tra scrivere e leggere ci sta la differenza che passa fra tagliare la legna e gettare i ceppi già belli che pronti nel fuoco (scrivere è da erastes, leggere è più da eromenos).

martedì 24 luglio 2012

La prova del nove è il pomodoro del single. Se ti affetti un pomodoro quando torni a casa e te lo mangi senza intristirti troppo allora sei guarito, puoi rimanere solo per altri vent'anni. Non mi fai più paura, pomodoro. Anzi, il pomodoro è buono, il pomodoro è nutriente. Non sanno più di niente i pomodori ma sono nutrienti, un po' di olio di oliva e anche una mozzarella sembra una bufala. Certo, sarebbe bello tornare a casa e decidere in due che cosa mangiare se non anche andare a mangiare fuori, ma il pomodoro è nutriente e chiusa la questione. A volte mi viene lo scellerato impulso di fidanzarmi con una pasticcera, mi viene il diabete ma muoio contento. Comunque il pomodoro ha un apporto di vitamine e di sali minerali in rapporto a un cannolo siciliano che voi amanti dei dolci nemmeno ve lo immaginate! Fare all'amore e mangiarci sopra i dolci, si resta tutti appiccicosi... ma il pomodoro non lo batte nessuno, ah sì. Un giorno mi hanno detto: scegli, o me o il pomodoro. Scelsi deciso il pomodoro perché non ti abbandona mai, io non mi faccio fuorviare dalla prima impressione, io sopra le cose ci ragiono. Cuore caldo e mente fredda.

lunedì 23 luglio 2012

Oggi mal di gola, è il fatto più rilevante della giornata, diciamo il leit motiv. Non c'ho più l'età per fare all'amore con le finestre aperte. Dai, scherzo. Si suda, poi si prende freddo, bisogna fare molta attenzione a scroprire il culo. Forse dovrei parlare dello spread, di Monti, ecc. ecc. Bisognerebbe invece fare all'amore con la sciarpetta, che all'occorrenza può sempre tornare utile, oppure senza sudare e senza muoversi troppo, con un certo aplomb. Dovete sapere che tra colleghi si parla solo di sesso, ogni momento è buono, resta poco tempo per parlare di filosofia. Settimana scorsa si parlava delle posizioni più comode per la schiena e la zona lombare, più comode per l'uomo. A sentire loro scoperebbero come ricci tutto il giorno, non c'è cameriera, non c'è ragazza della mensa, non c'è postina, tecnica del gas o donna delle pulizie che non battezzerebbero. Dio santo, calmatevi. Dalle Alpi agli Appennini, dal bunga bunga al chupa chupa, non c'è argomento o nome di cosa o città che venga risparmiato. Sottointeso che nessuna donna potrebbe resitergli, se non ci stanno sono stronze o alla meno peggio fichesecche. Io sono della scuola antica, di quella che un pensierino non lo si nega a nessuna ma non mi sembra il caso di vantarsi troppo per un cazzo, tra l'altro di dubbie dimensioni fino a prova contraria (perché a questo livello è la dialettica extralavorativa, se voli più alto ti pigliano per un originale che rovina l'atmosfera). (i discorsi seri e inopportuni, ecc. ecc.).

domenica 22 luglio 2012

Stamane radiosa aurora portò il fresco sui verdi pascoli celesti, mi svegliai bene. L'orzo era finito e misi sul fuoco l'acqua per il thé, in cambusa era rimasta della marmellata di fiche, di quella buona da infilarci dentro le dita. Gli uccelli volavano a pelo d'acqua, in una padella saltava una passera di mare. Non avevo progetti precisi per la domenica ma si preannunciava una giornata luminosa, avrei navigato per il gusto di navigare, gustandomi la passera e il nobile orizzonte del mare Ionio che se ne andava via verso l'Africa, ogni santo giorno. La brezza era una dolce carezza che cullava i sogni e le fantasticherie, mi sbottonai la canottiera e i pantaloni. Non c'è niente di più bello per un vecchio lupo di mare che farsi dondolare dalla propria barca rimessa a nuovo, senza meta ne guadagno, foss'anche ormeggiati in un porto sicuro ma con l'acqua sempre sotto i piedi, per avere l'illusione di avere attorno a sé un fossato e di regolare l'accesso attraverso un ponte levatoio, soli ma con la gente che scivola accanto, tu, la tua barca, la passera e tutto il mondo fuori.

sabato 21 luglio 2012

I libri mi fanno dormire e la cosa è grave, ero un intellettuale. Ora mi bastano poche righe di qualsiasi testo, dall'ultimo capolavoro alla lista della spesa, e già mi cala la palpebra. Una volta frequentavo una donna più giovane di me, le amiche le dicevano "ti sei fatta il ragazzino, eh!", e giù a spiegare che ne avevo sei di più esibendo regolare documento. Non era una cosa simpatica, soprattutto per lei. C'è poco di cui vantarsi, questo ritardo dell'aspetto esteriore rispetto all'età effettiva potrà essere positivo in una donna ma per un uomo è una vera jattura. Comunque addormentarsi sui libri e davanti alla tv è segno di vecchiaia, devo farmene una ragione. Il guaio è che sono gli altri a non farsela e mi rompono i maroni, devi andare qui, dovresti andare là, oh, io quando torno a casa la sera c'ho un sonno che non ci vedo più, altro che discoteca!

Quasi quasi mi butto un po' sul letto che a rileggermi m'è venuto sonno.

giovedì 19 luglio 2012

In amore vince chi fugge, puoi dunque fuggir via lontano, prendere l'aereo, fare le crociere, il missionario in africa, la pecorina in sudamerica o rifugiarti in Engadina e lei sta sicuro ti amerà, ti amerà sempre di più, più lontano sarai e più forte sarà il legame che la terrà legata a te. Soffrirà, soffrirà, s'offrirà a più d'un uomo che le ricorderà te e con questi uomini farà all'amore ma pensando sempre e solo a te che ti sei negato e che per questo hai lasciato un segno indelebile nel suo cuore. E quando un giorno tornerai da lei e ti presenterai a sorpresa, e lei nel frattempo si sarà sposata con un uomo che le ricordava te, e avrà dei figli da lui che ti somigliano ma non sono tuoi, tu le prenderai una mano e lei ti dirà "ti amo ma ho acceso un mutuo", non fa nulla, consolati, non c'è niente di più grande del vostro amore, perché perfettamente incorrotto, eterno perché mai consumato... scegliti dunque una donna che le somigli, la brutta copia la sciupi, la bella la incornici.

[soundtrack]

mercoledì 18 luglio 2012

[perle di saggezza]. E' tutto nella tua testa. Quello che stava male è lo stesso che adesso sta bene, e non se ne conosce il motivo. Con la sola forza della mente, usata come salvagente, sono guarito dal timore della gente. Oh, se avete bisogno chiamate me, come sturacessi sono un campione, sgorgo anche i più intricati abissi emotivi senza l'uso della chimica. Solo autosuggestione. E convinzione dei propri mezzi, ma più che altro riattivazione della speranza. Non bisogna vergonarsi della speranza, è una morfina sincera e anche umana (troppo umana), bisogna coccolarsela e tenersela cara come il fuoco su di un'isola deserta. Se vi sentite depressi o avete anche solo delle questioni lasciate in sospeso che vi rodono l'anima voi venite da me e io vi amo, vi do un po' d'amore che ne ho d'avanzo. Questo è il mio periodo etero ma se proprio proprio amo anche gli uomini (con moderazione, però, e in senso platonico). Tutto gratis, non sono come lo chef Tony che vi chiede l'amicizia su Twitter per vendervi i coltelli, no, io i coltelli ve li affilo. Presto aprirò una posta del cuore.

Per esempio, il tempo speso a sperare in qualcosa o a attendere qualcuno non è tempo perso se questo qualcosa non si avvera o questo qualcuno ci da buca, il piacere dell'attesa non va svilito o declassato a inutile perdita di tempo. Va agevolato tutto ciò che ci rende felici, addirittura va protetto, perché la felicità è un bene prezioso. La delusione, o meglio, concentrarsi solo sulla delusione, non è conveniente.

Ok, prima sperimento la cura su di me, poi, se sopravvivo, comincerò la commercializzazione.
Il problema più importante in questo momento, ciò su cui dobbiamo concentrare davvero tutti in nostri sforzi, voi lo sapete, è lo stato dell'economia. Quindi che volete che ci interessino le sorti civili, per dirla papale papale, di quattro ricchioni e per giunta progressisti? Rischiamo il default e non teniamo altro a cui pensare che maritare gli uomini con gli uomini, le donne con le donne? E che vantaggio ci porta in termini di PIL? Non mi risulta che l'omosessualità faccia calare lo spread, anzi, tutt'altro. Quando l'economia ritornerà a tirare e lo spread non farà più paura allora sì, quello sarà il momento. Ed è proprio questo che voleva intendere il nostro segretario Pier Luigi Bersani, volete davvero che ci facciamo la figura dei froci davanti a Berlusconi, proprio in questo momento? Se passa il concetto quello rivince facile, in politica la tempistica è tutto. Bastare a se stessi per fare vincere il Pd. Se tutti i nostri amici omosessuali avranno l'accortezza di astenersi da certi peccati, diciamo almeno fino al marzo del 2013, e se ne stessero zitti zitti tra di loro senza rompere i maroni, non solo darebbero una speranza al paese, ma potranno dire di avere contribuito ad arrestare, grazie a un piccolissimo sforzo di volontà, la nuova avanzata di Silvio Berlusconi. Perché a quelli del Pd, io ve lo dico, basta davvero poco per cacarsi in mano, per cui un fioretto, vi chiedo solo un fioretto, è per il bene del paese. (Non ci arrivano quelli del Pd a concepire l'omosessualità, fanno finta per darsi delle arie da progressisti, ma Bersani di cazzi e culi proprio non ne vuole sapere, gli sporcate le maniche della camicia, povero cristo).

lunedì 16 luglio 2012

[divertissement] Quale donna per noi iperborei? Verrebbe da dire la prima che ce la molla ma è poco dignitoso e allora ecco i requisiti: bella, bella dentro, nobile di carattere, che ci riconosca i meriti e disconosca i demeriti, indipendente e colta, ma anche complice, con le sue debolezze, che sappia usare il trapano ma anche lo scopino, non importa se cucina male o non sa rammendare le calze, noi iperborei ci possiamo permettere calze cinesi e pizze d'asporto in quantità. Facciamo pipì da seduti, laviamo i piatti in piedi, all'occorrenza facciamo anche i tavolini, tanto noi iperborei travalichiamo l'identità di genere. Nudi sotto la doccia o vestiti sotto le coperte, nulla ci verrà risparmiato, noi uomini mestruati vogliamo donne poco complicate (o viceversa?). Ruffiani come Fabio Volo: che belle le donne, come sono meravigliose le donne, che mondo sarebbe senza le donne? Tutte brave e buone le donne, mica come noi uomini, le donne dovrebbero governare il mondo, non ci sarebbero più guerre ecc. ecc. Oppure come De Sade, come Restif de la Bretonne. Che ci venga riconosciuto almeno il nostro smisurato intelletto e che per questo a letto ci venga perdonato il sonno, che a noi intellettuali ci coglie più spesso degli animali, per via di una congenita indolenza e propensione alla stufìda. Scherzavo. Anzi, noi iperborei abbiamo fantasie da vendere ed energie da sprecare, siamo belli tonici, Priàpo ci fa 'na sega (o viceversa). Federico Nietzsche ci esortava: vai a donne? Non dimenticarti la frusta! (ergo: quando torni a casa fatti frustare da tua moglie, tu sai il perché, ma lei no).
La fenomenologia ci viene incontro, non è bello ciò che è bello ma è bello ciò che appare, ad averne la forza nessuno noterà la differenza. Il tempo che ho perso a sostenere l'identità dell'essere con l'apparire quando invece bastava convincersi di essere qualcosa, e di conseguenza sembrare qualcuno. Ma lasciamo perdere la filosofia. Farsi troppe domande non è segno di troppa saggezza, meglio darsi delle risposte. Non stiamo più sdraiati sotto un albero a contemplare il cielo attraverso le dita dei piedi, ma lavoriamo e fatichiamo; d’altronde non si può starsene trasognati a stomaco vuoto, se si vuol essere gente di polso: bisogna muoversi e mangiare bistecche. Oppure spiedini, alla brace ma anche al forno, con un po' di pancetta e di peperone. E un boccale di birra. Una volta deciso a tavolino di guardare al mondo con ottimismo ritornerà anche la fame. Sono un falso magro, mi danno del ragazzino, sono amico delle donne, sono come un fratello (l'incesto, l'incesto!). Ma l'ottimismo ha un altro suo punto di forza, è una grandezza esponenziale: partendo da un piccolo moto di ottimismo mattutino, se si ha la costanza di coltivarlo durante la giornata, da quel piccolo sassolino scaturirà una frana e verso sera avrete raggiunto il nirvana (o un grande smottamento). Quindi, mi raccomando, always look on the bright side of life, anche qualora fossero i fari di un treno che vi viene incontro nella notte, voi sempre ottimisti e imperturbabili: quello che vedete non è un treno, è la fenomenologia.

sabato 14 luglio 2012

Piove, piove ma fa sempre caldo, anzi, fa caldo il doppio. E per giunta ogni volta che fa un temporale mi spariscono i canali rai, quelli più fighi (rai4 e rai5), ma io il canone lo pago anche per i giorni di brutto tempo... e poi come fa mia madre a vedersi il Dr. Who e quel finocchio che fa Torchwood? S'è invaghita, poi mi si innervosisce e rompe le palle a me ("portami a casa qualcosa, non mi interessa cosa!"), chiederò i danni. La gita a Milano mi ha fatto bene, almeno ho visto un po' di gente. Bei ragazzi e belle ragazze, non c'era che l'imbarazzo della scelta. Oltre ai soliti ragazzini pestiferi e chiassosi, quelli non mancano mai. C'era una bella ragazza di fronte a me che si era addormentata, un po' in carne e con un viso interessante, il tempo di concentrarmi su un tweet ed era già sparita, comunque era di Como (cioè persa per sempre). Sull'autobus un settantenne brizzolato con gli occhiali da sole si faceva scrivere un sms da una bimbaminkia con la scusa che non ci vedeva e lei glielo scriveva. In realtà quello ci vedeva benissimo, si vedeva dalla traiettorie, le fissava le cosce. Che torna Berlusconi lo si vede anche dalle piccole cose. Tasso di solitudine percepita: 30%, direi che è buono. Ah, Dio mio. Vorrei tanto addormentarmi tra le braccia di una bella addormentata, così mi scende il tasso di solitudine e magari mi sale qualcos'altro (la pressione, sù, che avevate capito?). Scriverò un libro dove non sono più solo e me lo leggerò al lume di candela. Piove.

venerdì 13 luglio 2012

L'isolamento è un richiamo fortissimo a cui non so resistere, probabilmente è il mio stato di natura. Il guaio è che così facendo finisco per fare terra bruciata e il giorno che rinsavisco e guardo l'orizzonte desolato ci rimango male perché mi ritrovo solo. Cambiare il carattere è cosa difficilissima, ci vuole tempo e non si sa se porta a risultati. Ho questo pudore di me o se volete questo imbarazzo, questo disagio che mi prende quando sto in mezzo alla gente... qualcosa di innato e che non riesco a controllare, da qui il mio pessimismo sulla possibilità di essere veramente liberi. E tra una pausa e l'altra, giusto per non annoiarmi, questa capacità stupefacente (per me innanzitutto) di consolarmi con la fantasia. Sarebbe più facile se non mi stancassi mai di restarmene da solo, più facile e molto più comodo, ma c'è un'altra parte di me che pare non la pensi così. Mi costringe ad uscire e a sforzarmi (degli sforzi sovrumani), nonostante dopo mi senta malissimo, come se la cura fosse stata peggiore del male. Non ce la posso fare, ho un bisogno fisico di isolamento e un altrettanto fisico bisogno di uscirne. Un giorno o l'altro bisognerà pur metterle d'accordo queste due anime, per il momento cedo alla prima delle due, che non ho voglia di impegnarmi.

giovedì 12 luglio 2012

Per carità di Dio, è troppo giovane, però ci hai fatto dei pensieri strani (questo il collega). E allora? Se dovessi tenere a bada anche i pensieri, capirai, non ne uscirei vivo. Per scontare un pensiero impuro a quanti dei dovrei rivolgermi per chiedere penitenza? Domanda inutile. I capelli le ricadevano lunghi sulle spalle, di un colore che non ricordo ma non ha importanza, e poi tutta una serie di belle proporzioni che avrebbero incantato anche un prete (àgape, solo àgape). Un fiore tra i capelli fa sempre il suo effetto, soprattutto tra le giovani di buona famiglia che fanno volontariato. Che poi se le impalmano i giovani di buona famiglia, più raramente gli spazzini, ma non è detto. Ad esempio Gauguin non era un adone ma in Polinesia ci faceva la sua figura, perché era di animo gentile, Hirst invece una piantagione di manghi in formaldeide... le mie fantasticherie erano invece più esotiche e più caste, nulla di più che un uso alternativo dei frutti tropicali. Manao tupapau.

mercoledì 11 luglio 2012


C'è sull'alto del ramo, alta sul ramo 
più alto, una mela
rossa:
dai coglitori fu dimenticata.
Dimenticata? No! non fu raggiunta.

Diogene di Sinope, che viveva in una botte, non aveva bisogno di nessuno per essere felice, bastava a se stesso e niente lo infastidiva. Finché un bel giorno cominciò a ronzargli attorno un giovane dai bei lineamenti, non troppo effeminato, per la verità, ma con un paio di gambe che avrebbero fatto l'invidia di Apollo e dei glutei che non si sarebbe potuto sognarne di meglio. Che fare? Il filosofo, sulle prime, resistette, troppo disdicevole per un cane della sua levatura cedere ai bassi istinti, bisognava resistere e crearsi degli impedimenti. Il giovane Eufallo però non se ne andava, gli ronzava attorno come un moscone, era pulito e gli ravvolgeva il piede un sandalo ricamato, di porpora, lavoro perfetto di Lidia. "Troppa pulizia è segno di troppa civiltà", si diceva tra sé e sé il vecchio filosofo, ma non ne era del tutto convinto. "Disturbo se mi metto qui o le faccio ombra?". "Fai di me ciò che vuoi" pensava, ma gli uscì il solito "non mi infastidire!". Nel frattempo il giovane, che tra i due era di gran lunga il più intelligente, gli si fece invece ancora più vicino e tutta la filosofia del vecchio si dissolse in un istante. Cola sudore, da dietro lo prenda, più boia d'un cane sono e la morte così poco lungi mi sembra... che fai, o Diogene, con in mano la tua lanterna?

martedì 10 luglio 2012

Mi sono tolto di dosso la negatività, è un esperimento. Voglio vedere se a fingermi felice ne acquista l'immagine. Le persone non la capiscono la negatività, la prendono per quella che è, non capiscono le sfumature, non sanno che è tutto un mettere avanti le mani scaramantico, che ad ogni pessimismo corrisponde un messaggio d'aiuto che qualcuno ovviamente dovrebbe cogliere. Perciò si fa prima a fingersi felici, perché alla fine non coglie quasi mai nessuno. Io personalmente amo il melodramma e la costruzione drammatica di sé, ma dove la trovi, ma chi ti si fila? Il tempo perso è perduto per sempre, magari nel tuo buio rimarrai comunque, ma è buona regola dare l'idea di possedere una lanterna, non sia mai che qualcuno ti segua nell'illusione di avere trovato una guida. Per poi sprofondare di nuovo nelle tenebre e fare all'amore come inghiottiti nel vortice della fine del mondo... dicevamo della positività. Un po' noiosa, per dirla tutta, ma pare che venga apprezzata. Cosa ci troveranno di tanto bello i comuni mortali nella felicità è una cosa che poi dovranno spiegarmi.

lunedì 9 luglio 2012

Passata la festa, gabbato lu santo, e qui la festa è passata e lu santo è stato gabbato. Per cui ora di che parliamo? Di me no perché non avrei più niente da dirmi. Torno a casa e sono tranquillo, a volte mi pungolo un po' per vedere se provo dolore: niente. Tutto è tornato come prima e capirai la delusione, che non è nemmeno delusione in quanto pare non sia nemmeno più in grado di provarla. E' uno stato di quieta rassegnazione che un po' mi fa rabbia, ma poca poca che qui siamo ritornati a centellinare le passioni e a riprendere le solite abitudini. Che vi posso dire? Tengo l'orologio biologico che segna l'ora giusta, il fico è maturo ma cade dall'albero e si spetascia per terra quando invece la morte sua sarebbe di essere mangiato. Il fico. Poi marcisce, lo divorano le formiche, piove, lo pestano e ci si puliscono le suole. Triste destino quello dei fichi. Pazienza. Penseremo ad altro. Penseremo alla filosofia, penseremo a leggere e a scrivere che, capirai, sono potentissimi lenitivi e validi sostituti della ginnastica da camera. Crederci, chi ci riesce è bravo.

sabato 7 luglio 2012

Davvero non posso più parlare di politica. Sono troppo fragile per avere solo la presunzione di dare un giudizio assennato su Forgimoni. Forgimoni è un uomo che ha delle responsabilità che io me le sogno, di certo non si perde come me nelle sue cazzatine esistenziali. Che ne so io del peso di decisioni che influiscono su migliaia di individui quando tentenno anche solo a scegliermi una camicia? Ci siamo capiti. Kierkegaard ci consiglia la vita religiosa. Una vita di responsabilità e di autocontrollo al servizio di sé e casomai della comunità. Allontana il pensiero delle donne, a maggior ragione quello degli uomini, sono cose che non ci devono riguardare e che portano solo scompiglio. A volte dialogo con gli dei e vagheggio di placidi conventi sulle colline senesi, la vita bucolica. (bu-co-li-ca). Era una notte buia e tempestosa, con 'sta pioggia e con 'sto vento, ecc., chi è che bussa a 'sto convento, ecc.? Ma è la piccola fiammiferaia! Tutta bagnata come un uccellino. Povero uccellino, vieni dentro che asciughiamo i fiammiferi... ah sì, la vita bucolica. Coltivazione delle patate, selezione eugenetica dei pisellini, la fava nel pugno: davvero avreste il coraggio di eleggermi in una giunta? Pazzi, siete dei pazzi.

giovedì 5 luglio 2012

Bisognerebbe avere la pazienza di aspettarle le sbandate, di avere la pazienza di andare oltre lo struggimento iniziale e attendere fiduciosi il futuro, di aspettare che i cadaveri passino trascinati dalla corrente, sicuri che il tempo uccide ogni cosa. Quando ad esempio ti scade una persona e ti rendi conto, quasi euforico, che l'hai scampata bella. Basta uno sguardo, un attimo risolutore, e in quello sguardo, passata la delusione iniziale, ti si aprono nuovi ponti verso la serenità. Sta rincasando ora un'inquilina, pare mezza ubriaca, non si capisce se in compagnia di qualcuno o qualcosa, la sento solo ridere (verosimilmente ha fumato), se nessuno la raccoglie probabilmente domani la insaccherò io nell'umido. Il suicidio è frustrante, come un cannibale che non può mangiare due volte la stessa persona.
Stasera ho l'umore a mezz'asta ed è già un buon risultato, direi che ne potrei approfittare per scrivere un po' o per non fare assolutamente niente, in questo momento due opzioni equivalenti. (a proposito, mi rendo conto che oramai mi diverte più scrivere che leggere, che vorrà dire?). Stamattina sono partito male, andando al lavoro ripercorrevo la solita strada con le cuffiette nelle orecchie, non so com'è ma mi veniva da piangere, cosa assolutamente inedita per l'orario. Al bar se ne sono accorti. "Cosa c'è, hai dormito poco?". "No, è che ho la testa un po' così, poi mi passa". (non mi piace mentire spudoratamente sul mio stato umorale, preferisco le mezze verità, non sia mai che ti chiedono il perché e mostrano un poco di interesse... manco per le palle). Poi, in pausa pranzo, ho visto un po' di movimento, ho scambiato qualche sguardo, niente di ché, sarà anche semplice la diagnosi ma mi sono un po' tirato su. Pomeriggio troppo indaffarato per pensare al mio ombelico, sta di fatto che questo ritorno a casa è stato uno dei migliori degli ultimi tempi, come se mi avessero fatto una flebo di morfina. Il massimo sarebbe incontrare un bel giorno qualcuno che mi dica: ti va di passare un po' di tempo assieme? Ma insomma, non siamo mica nei film americani. Tutti ottimisti gli sceneggiatori, almeno per contratto. Il brutto trova la brutta, il timido la timida, il fesso, addirittura, trova quella sensibile che gliela molla. Troppa grazia. (e qui ci starebbe una bestemmia ma poi mi dicono che dico le parolacce). In fondo mi basta poco per essere felice ma anche quel poco scarseggia, qui la vita è avara. (morirò di inedia, affettiva).

mercoledì 4 luglio 2012

Banale argomento di conversazione: che caldo che fa, non piove mai. Ecco la pioggia, per un po' non avremo più niente da dire. E poi il cielo si è aperto. La concessionaria della Nissan sfavillava al tramonto, l'asfalto lucido tagliato da rivoli schiumosi, le macchine come sempre insensibili. Pochi uomini in giro, quindi il solito ponte. Le case sgarrupate e l'edilizia anonima, l'edicola, le buche, nemmeno un cane, un gatto, che so, un piccione. Per gli animaletti più piccoli non garantisco. E poi di nuovo questo lungo fiume di auto che ti porta a valle senza alternative, io completamente vuoto, persa completamente ogni speranza, per l'oggi e per il domani. E questa è già la fase buona, dovrei forse ringraziare gli dei e offrir loro in olocausto questo bel paio di coglioni.
Il nulla, il niente, il vuoto, l'anche per quest'anno mi spettano solo due settimane di ferie. Due settimane due di sospensione del non senso, dopodiché si riprende. Per un altro lungo anno. Che non finirà mai. Vista l'attuale congiuntura credo che affronterò il vuoto a viso aperto, voglio proprio vedere dove va a finire. Di qualcosa si dovrà pur riempire, come si riempiono i sottovasi quando piove di sbieco. Baudelaire dalla sua non aveva lo smartphone e per ingannare il tempo traduceva Edgar A. Poe. L'inquieto universo era popolato di fantasmi impressi su dagherrotipi in bianco e nero, l'epopea della tisi. La pelle era pallida sotto i vestiti, come di cadaveri in dirittura d'arrivo, le occhiaie profonde come nei quadri di Munch. Il desiderio era quello di sempre. Se non accadrà nulla pensò che mi ritirerò nel mio bozzolo di malinconie, con un occhio allo stile e l'altro alla frusta. Mi procurerò un animalino da compagnia, con tante voglie e altrettante fantasie... i capricci, per barocchi che essi siano, li trovo tutti rispettabili.

martedì 3 luglio 2012

E dopo tanta tempesta sopraggiunse la calma. Tant'è che manco mi verrebbe più voglia di scrivere, a che pro? Arrivederci, tanti saluti. Ci sentiamo appena mi imbarco in un'altra avventura. Vi parlo di com'è bella la ferrovia, di quel ponte che adesso mi pare innocuo, pure bruttino, con una puzza di urina in questi giorni di caldo che toglierebbe il fiato anche a un suicida (tanto varrebbe affogarsi nel liquame). Vivere non so ancora bene per che cosa, però almeno non mi dispero più. Vivere forse per i rapporti umani (e allora sto fresco!). Questa noia di tutto mi attanaglia fin da piccino, mi ricordo giorni interi passati senza più voglia di giocare o anche solo di ridere. Ricordo con tenerezza la nonna - la nonna che mi ha fatto da mamma - che cercava in tutti i modi di tirarmi sù, quanto mi manca. Ricordo la ragazzina dai capelli rossi, già lontanissima. Le vicine di casa di Gela, i primi spasmi ormonali per la sorella più grande, Annunziata. Si viveva senza troppe pretese perché le pretese ancora erano entità sconosciute, e come si viveva bene! Chissà com'è che poi mi sono rovinato. Di solito mi consolo col sesso, credo la cosa più vitale nelle lunghe pause tra un vuoto e l'altro.

lunedì 2 luglio 2012

A mente fredda l'animale ferito può piazzare la sua vendetta e si domanda come mai si fosse invaghito di un esserino così insignificante, calcando la mano su quel "esserino" e su quel "insignificante". La solitudine, a volte, gioca brutti scherzi. Sono solo un po' malinconico, come un presagio del lungo inverno che verrà, chiuso in casa al freddo senza nessuno a cui poter pensare. Mi ero invaghito di te perché non avevo niente da fare, sforzandomi di pensarti come qualcosa di importante. E adesso che la strada è libera sento solo un piccolo vuoto, come di vuoto lasciato da un soprammobile. Basta pensarsi felici con una certa costanza e caparbietà per essere felici? Se ti credono felice di solito ti invitano alle feste. All tomorrow's parties. Per poi scoprire che a queste feste potevi benissimo evitare di essere invitato. Una noia. Un piattume. Un pattume. L'annosa questione del sentirsi cercati, ma cercati da chi? Dalle promotrici della Vodafone. Che parlano cinese. Mi si nota di più se sono infelice? Perché quasi quasi ripasserei alla felicità.

domenica 1 luglio 2012

Sarà che in questo momento penso a me e brindo alla mia ritrovata serenità ma le disavventure dell'italico pallone mi sono assai lontane stasera, ho seguito la partita con il distacco che si conviene a un alieno che cada per la prima volta sul pianeta terra, non un moto dell'animo, non un bruciore di stomaco ad ogni gol segnato, praticamente niente, come se mi avessero tagliato i centri nervosi. Questo benedetto silenzio mandato da Dio su questa porzione del continente che chiamano Europa sia un buon viatico per le fatiche diurne che mi attendono, amen.
Vero però che non mi fate più scrivere di Monti? Attualmente sono troppo impegnato a ridurre lo spread tra me e il mondo circostante per interessarmi delle vite degli uomini illustri. Ripiegamento nel mondo interiore, la rivoluzione che parte da dentro. Farsi uomini migliori per scegliere la proposta migliore, cioè nessuna. Come diceva il compagno Friedrich, "io sono un vento del nord per fiche mature", troppo in alto son volato per avere solo il prurito di ritornarmene a valle, tsé. Comunque, mi sento davvero meglio a trattare la solitudine come un velo di maya, funziona, nella peggiore delle ipotesi sento che potrei anche ritornare a fare lo stilita e a ritirarmi le seghe (mentali) tutto solo sul mia colonna corinzia. Non so se sia un bene o un male ma almeno vedo la luce, che per me significa ritornare ad avere la pazienza di sperare in qualcosa, è già un bel passo verso il riassorbimento dell'infiammazione. Quando ritornerò a parlare di Monti e a riscrivere post su Bersani quello sarà il segnale che sarò guarito (quel tal giorno, vi prego, sculacciatemi).

Allora, Monti veramente bene, cioè, ha salvato non solo l'Italia ma tutta quanta l'Europa, veramente un gigante come il superMario nazionale (stasera, eh, tutti incollati al televisore, mi raccomando). Bersani, vi dirò, all'inizio non gli avrei dato un soldo bucato ma invece devo dire che mi ha stupito e col tempo ha acquisito il piglio del leader capace di guidare l'Italia anche nella difficile fase del dopo Monti... ecco. Quindi adesso, insomma, sì, siamo qui, i patti sono patti.