giovedì 26 dicembre 2019

L'argomento che occorre mantenere i contributi all'editoria per permettere quella pluralità dell'informazione necessaria a garantire una corretta informazione al cittadino è fallace, i giornali corrispondono per nulla alla realtà, raccontano i fatti, cioè li alterano, ma mica perché lo sanno, pure quelli che non lo sanno e credono di essere obiettivi, per cui avere tale obiettivo è già un inizio di sofisticazione, ed è questa sofisticazione l'unica vera, pacifica, imprescindibile, verità.

venerdì 20 dicembre 2019

Comunque non dovete far conto su di me, sto diventando un vecchio brontolone, non mi va bene niente, né Franza né Spagna, perché mi sembra che verità non vi sia da nessuna parte, che la verità è che son tutti cretinetti, e non ci sto andando poi così lontano. Ci vuole una pacienzia per credere in questa specie di idealismi pret-à-porter che durano giusto la stagione di un capottino, che non mi pare nemmeno valga la pena di spremerci le meningi, son così delicate, conserviamocele per questioni più degne, e gradevoli.

mercoledì 18 dicembre 2019

Dobbiamo dare una visione ai giovani, non basta la droga, ci vuole anche un abbozzo di coscienza sociale, la narrazione sovranista, certo, ma anche una che le si opponga, per decreto hegeliano (cioè la dialettica) o editto eracliteo (cioè la lotta fra i contrari), sì che dalla tensione fra gli opposti si possa giungere a un equilibrio, a quell'armonia fra le diverse parti del consesso sociale che conduca al continuo rinnovamento della solita e sempiterna sbobba.
Dicono i ben informati che dietro alle sardine c'è Prodi, voleva fare un movimento di giovani come si vedono nei film di Virzì, e le sardine sono i giovani come si vedono nei film di Virzì, ha commissionato lo studio a una ditta di Milano che glieli ha confezionati come i milanesi si immaginano i giovani, di Bologna, che imparano la chitarra per suonare i Marta sui Tubi e se va bene un po' di Guccini, ma rivisitato dai City Ramblers, con un violino, e con la fisarmonica, e con questi ci facciamo la guerra ai fasisti.

Scimmie

Le scimmie di Fugazzotto che tanto hanno fatto scalpore: se hanno indignato Lukaku, che è nero, si vede che l'uomo bianco, anche quando è animato dalle migliori intenzioni, non ci capisce niente giacché non è mai stato nero. Fugazzotto, povera gioia, disegna solo scimmioni, è la sua cifra stilistica come lui stesso spiega, è stato fulminato sulla via di Darwin laddove Banksy su quella dei trasferelli, hai una trovata e la porti avanti, come Botero e Lichtenstein, Fugazzotto sta in fissa con le scimmie. Piuttosto questa facilità con la quale si elargisce la patente di artista e questa mania dell'arte a servizio del sociale, la malattia del messaggio edificante, mai un artista che disegna stocazzo per il sociale.

venerdì 13 dicembre 2019

Sempre il Tg3 dava i labours in grande rimonta, con grandi affreschi sulle periferie disagiate degni di un Ken Loach, si vede che hanno studiato cinema, nell'aria c'era aria di riscossa. A sinistra a farsi i film sono sempre i più bravi, ma oggi l'arte che imita la vita non è Ken Loach ma Checco Zalone, si aggiornino i cahiers du cinéma.

martedì 10 dicembre 2019

Tableau vivant con sardine


Il tg3 è così beatamente consacrato alla categoria dell'edificante che se non fosse per la cretineria farebbe anche tenerezza: bambini di tutti i paesi riuniti in conclave per salvare il clima, giovani donne premier laureate con famiglie arcobalene, banchi di giovani sardine che salvano la democrazia, campagne per la lettura di libri che tanto non comprendono, sicché alla fine, per autosuggestione, vogliono credere pure loro che la sinistra risorge nei giovani in questo paese eternamente bloccato alla vigilia di una grande riscossa democratica: tutta questa melliflua parafernalia pedagogica che ti propinano come fosse l'ultima verità in terra risulta alla fine così stucchevole che c'è da capire come basti un cattivismo cialtrone e dozzinale come quello di Salvini per suscitare in un gran numero di italiani la voglia di votargli contro solo per spaccargli sotto al naso il tableau vivant.


sabato 7 dicembre 2019

"Il mondo, stanco di noi, si cercherà nuovi padroni;
quello che c'era parso saggio apparirà vano,
quel che c'era parso bello apparirà orribile."

Devo essere proprio invecchiato male se le sardine non mi dicono niente, da quale profonda urgenza dell'essere nascerebbe questo bisogno di unirsi in banco? Buono per Santori, che se non fa cazzate riesce a mantenersi senza fare un'ostia, che invidia.

venerdì 6 dicembre 2019

L'attualità di Tosca

Come sempre l’attualità si impossessa del passato smerdandolo secondo i comodi suoi. C’è la prima della Scala? E allora Tosca “è molto attuale” perché il barone Scàrpia, capo della polizia vaticana, tenta di concupire la cantantessa Tosca sfruttando la sua posizione di potere, tal quale il Weinstein. L’opera è da sempre vittima degli attualizzatori: quando cadde il muro I Vespri Siciliani simbolo della rivolta contro l’occupazione sovietica, quando caddero le torri Otello, cioè “l’orgoglio musulmano sepolto è in mar”: Tosca, gettatasi da Castel Sant’Angelo, ricade su un corteo di sardine e fra due ali di folla raggiunge il redivivo Cavaradossi garantito dal fondo salva stati.

domenica 1 dicembre 2019

La fastidiosa confusione che si viene a creare nei cinegiornali fra la persona di Giuseppe Conte e quella di Antonio costringe ogni volta l'interista a un supplementare lavoro di verifica che ne fiacca il corpo e lo spirito, prendete ad esempio il lancio "Conte in bilico!", e perché mai, perché ha vinto solo due a uno con la SPAL? No, si riferiva evidentemente al prof. Giuseppe, l'avvocato degli italiani, e allora si dovrebbe vietare alle persone che scelgono di ricoprire incarichi di un certo rilievo di chiamarsi con cognomi troppo legati al mondo dello sport, quali Conte, Ronaldo o Mancini, sì che non si debba confonderli con le cose veramente importanti della vita.

martedì 26 novembre 2019

Ma per esempio uno che legge d'abitudine Gadda, Flaiano e Savinio, non per vantarsi, ma per gusto, e poi si mette a leggere di manifesti di sardine, di grete, di ciwati, di calendi e altri giovani di belle speranze che in ordine sparso si sono messi in capo di salvare il mondo, e comprensivi di quelli che li sfottono sull'internet che non credano di scamparla, ma che deve pensare? Il deserto dei tartari indentro il cervello proprio (che povertà, che miseria).

venerdì 22 novembre 2019

Milano-Siracusa Centrale

Il mio Trenotte è speciale, più accelera e più accumula ritardo, dev'essere il noto effetto della dilatazione del tempo a velocità relativistiche, arriverò a destinazione che sarò più giovane di un  mese, un mesetto e mezzo. Eppure si impegna, corre alla disperata scuotendoci forte come fosse colpa nostra, impossibile pisciare dentro il buco del water, è come centrare un imbuto a cento metri di distanza. Pare che infine siamo arrivati a Salerno, ma con due ore e dieci di ritardo, mantenendo una velocità costante c, ove c sta per chitemmuort, dovremo dilatare il tempo per altre due ore prima di arrivare a Paola. Eppure eravamo partiti bene, con cinquanta minuti di ritardo da Milano Centrale per via di certe verifiche tecniche eseguite al deposito della Martesana, eseguite così bene che manco abbiamo fatto in tempo a oltrepassare la linea del Po che già ci pregavano di passare al vagone accanto perché non funzionavano luci e riscaldamento. Insomma, Trenitalia non si smentisce mai, precisione Svizzera e tanto affetto, mi offrono bottigliette d'acqua e coperte calde, e un cestino di merendine nemmeno del Mulino Bianco, però è uscito il sole e mi rimborsano pure il biglietto, almeno ho viaggiato gratis.

giovedì 21 novembre 2019

Asilo Italia

Peggio delle sardine c’è solo Salvini che fa le battute sui gatti che mangiano le sardine, siamo al livello dell’asilo nido, poi a un certo punto arriva nonno Silvio e spara una delle sue palle nucleari, e tutti giù a ridere.

martedì 19 novembre 2019

Bella Ciao

Repubblica ha una debole per le piazze che cantano Bella Ciao, che senza Wehrmacht è un bell'andare, che ci vengono a tutti gli occhi lucidi come a un concerto di Jovanotti, e con questo hanno sconfitto l'odio. Mettigli poi alla piazza un bel nome vagamente puerile, tipo sardine o girontondini, con un richiamo alle filastrocche dei bambini, che i bambini ci guardano, capiscono tutto, sono dei piccoli Zygmunt Bauman già nella culla, e capisci bene che il male è fritto: arrenditi, Salvini, sei circondato.

domenica 17 novembre 2019

Pure Calenda, "quarantasei anni portati malissimo", vuole fondare il suo partito: prego, s'accomodi. Mi ricorda Parisi, non Heather, Stefano, quello di Energie per l'Italia. Fanno i manager, hanno un po' di visibilità e si sentono tutti garibaldini, fra un po' avremo più salvatori della patria che elettori, siamo proprio un popolo fortunatissimo.

A volte mi verrebbe anche da spendere una buona parola per Salvini, perché anche lui è una creaturina del signore, poverino, solo che poi mi fa venire in mente quel detto delle nostre parti che recita: fai un piacere al villano e ci resti con una merda in mano.

venerdì 15 novembre 2019

Il diluvio

“E Dio disse: Entra nell'arca tu con tutta la tua famiglia, perché ti ho visto giusto dinanzi a me in questa generazione. D'ogni animale mondo prendine con te sette paia, il maschio e la sua femmina; e sette paia di mutande, maschio e femmina. Degli animali che non sono mondi un paio, il maschio e la sua femmina; e del cavo della televisione sette metri, maschio e femmina. Anche degli uccelli mondi del cielo, sette paia, maschio e femmina; per conservarne in vita la razza su tutta la terra, maschio e femmina. Perché tra sette giorni farò piovere sulla terra per quaranta giorni e quaranta notti; sterminerò dalla terra ogni essere che ho fatto, maschio e femmina”. 
 
Genesi, 7
 
(ma quant'è bella la Bibbia?)

Parmenide. Tono serio

Con Parmenide siamo di fronte al primo esplicito negatore del divenire: le cose non divengono, che mutino di forma e di sostanza è opinione priva di verità. Dal promontorio di Elea, poco distante da Capo Palinuro, Parmenide osserva la vastità dell'orizzonte e trae la conclusione che oltre l'essere non c'è nulla, ovvero che l'essere è, il non-essere non è. Non si tratta di un indovinello, non è un trucchetto da enigmisti: l'essere trova la sua opposizione nel nulla, ma l'opporsi al nulla rende questa opposizione la più radicale e gravida di implicazioni. Che l'essere si opponga al nulla significa infatti che è impossibilitato a non essere, tutto è destinato ad esistere perché il nulla non esiste, l'argomento si sostiene da sé. La generazione, la distruzione, la nascita e la morte delle creature sono illusione, doxa, non-verità. L'essere è lo sfero perfettissimo che contiene tutto dentro di sé e nulla lascia al di fuori, è l'infinito, il puro indeterminato, perché se fosse le determinazioni, cioè le singole cose che esistono e si corrompono, allora si esporrebbe all'eventualità del non-essere, ma questo è impossibile. Da qui discenderanno poi i celebri paradossi di Zenone sull'impossibilità del movimento e la natura infinita della realtà contro l'apparenza del divenire. Nulla si muove, tutto è immutabile, lo stesso Achille non raggiungerà mai la tartaruga, mentre la freccia scoccata è un insieme di istanti immobili, fotogrammi, che si susseguono e si moltiplicano all'infinito, ma come può l'istante immobile generare il movimento? Il divenire è questa illusione che tutto si muova quando in realtà tutto è fermo. Sono argomenti, questi, che daranno filo da torcere alla generazione di pensatori successivi, i quali si cimenteranno nell'impresa di giustificare il movimento alla luce dell'evidenza dell'essere immutabile, tenendo impegnati filosofi del calibro di Aristotele e di Platone, che ancora oggi non se ne spegne il riverbero: Non si potrà mai fare che siano le cose che non sono", "Non costringerai a esistere ciò che non esiste.”

giovedì 14 novembre 2019

Salvini è buono per Saviano che ci scrive sopra un libro dei suoi e ci fa la serie su Netflix, ma noi perché dovremmo farci il sangue amaro, così, a gratis? Salvini che nella scala del fastidio raggiunge l'herpes zoster e l'ablazione del tartaro, perché mai dovremmo occuparcene noi, che siamo così belli dentro? Le parole che si spendono sui cattivi dicono sempre più di noi che del cattivo, avete provato con la pinnacola?

Colpa del clima

La Repubblica: la mareggiata si ferma a 150 cm, Greta l'aveva predetto. Sicché faccio sommessamente notare che le mareggiate c'erano anche nel medioevo, quando l'unica fonte di emissioni erano i roghi degli eretici. Niente, mi danno implicitamente della testa di cazzo citando dati di Wikipedia. Ma io tengo il punto perché sono fatto di palissandro e rilancio citando la stessa Wikipedia.

Del 1240 si dice invece che "l'acqua invase le strade più che ad altezza d'uomo". Altri episodi sono narrati nel 1268, 1280 e 1282. Poi il 20 dicembre 1283, in cui si ritenne a commento Venezia "salva per miracolo". Fonte: Supplemento al vol. XXVII del bollettino del Museo di Storia Naturale di Venezia.

Seguirono ancora fenomeni il 21 dicembre 1727; il 31 dicembre 1728; il 7 ottobre 1729; il 5 e il 28 novembre 1742; il 31 ottobre 1746; il 4 novembre 1748; il 31 ottobre 1749; il 9 ottobre 1750; il 24 dicembre 1792; il 25 dicembre 1794 e il 5 dicembre 1839. Infine vi sono gli eventi del 1848 (con 140 cm) e 15 gennaio 1867 (con marea di 153 cm). 

Divertente il web.

Ora noi ci domandiamo: c’è un collegamento diretto tra Greta Thunberg e l’effetto serra?

mercoledì 13 novembre 2019

Lo so che non ci credete più alla filosofia, brutti stronzi, vi siete fritti il cervello con la scienza, non credete altro, vi pensate che il nichilismo sia l'approdo supremo dell'intelligenza e io qui a dannarmi l'anima per diffondere la virtute e la canoscenza, ma chi me lo fa fare? Aveva ragione mio nonno, fai l'odontotecnico, diceva, che di denti marci ce ne saranno sempre al mondo invece di neokantiani ghè n'è pü 'na gott.

Talete di Mileto. Tono scherzoso

Talete di Mileto era già morto da centocinquant'anni quando Aristotele, in vena di manie da riordino, lo aveva estratto a sorte da un pool di sette saggissimi saggi dell'antichità per metterlo a capo dell'illustrissima schiatta dei filosofi, un circolo ristrettissimo, più esclusivo del Rotary e del Bilderberg group, ma che portava in dote la sola gloria e nessuna ricompensa benché Talete avesse fatto i soldi con le olive. E tuttavia i discendenti di Talete ne furono così contenti che con il premio in gettoni d'oro fecero erigere un monumento in onore del sapientissimo avo, pieno di giuochi d'acqua e di fontane, sì da ricordare che principio di tutte le cose era l'acqua, zio Alcibiade si spese invece la sua parte al Ceramico, dove passò la notte a spiegare a due prostitute lidie di come Talete avesse misurato la piramide di Cheope con l'aiuto di una pertica e usando la sua come esempio. Tutto è acqua, le montagne, gli uomini, i parastinchi, che siamo fatti d'acqua, diceva Talete, lo si evince dal fatto che facciamo tanta plìn plìn, e a chi gli ribatteva che la pietra è dura e non bagna le mani, Talete rispondeva che l'acqua che intendeva lui non era quella che si beve quando si ha sete ma un elemento proteiforme che può assumere le sembianze più disparate, comprese quelle dei calli e dei duroni alle piante dei piedi. Logica stringente e paura di nessuno, così i filosofi si apprestavano a conquistare il mondo.

martedì 12 novembre 2019

La storia

Venerdì 12 ottobre 1492, finisce il medioevo. Martedì 16 ottobre 1492, Mara Maionchi vince “Ballando con le Stelle”, inizia l'era moderna.
Alle Poste, quando proprio non ci riescono ad evadere la tua richiesta e hanno sforato di due millesimi il tempo medio richiesto per l'operazione allora hanno un tasto speciale sotto la scrivania per l'autodistruzione, sicché girano il monitor per fartelo vedere e ti dicono: "S'è bloccato, s'è tutto bloccato, mi dispiace, non è colpa nostra... è bloccato", e allora ti dicono di ripassare domani oppure di rivolgerti molto cortesemente alla sede centrale dell'organizzazione in via Vattelappesca n. 12, Interno 4, Scala B, Ulan Batòr, distretto di Bajangòl, Mongolia. Così anche in banca.

lunedì 11 novembre 2019

Introduzione/3. Tono brillante

Pare che gli antichi greci morissero malissimo, avevano evocato un senso del divenire così carogna che lo sgomento davanti alla morte gli risultava insostenibile, si trattava di morire per sempre, disciolti nel nulla, per l'eternità, ma siccome gli antichi greci avevano pure il gusto per l'enigmistica, per gli indovinelli e i rebus e le crittografie mnemoniche, si misero subito all'opera per rimediare al danno inventando la filosofia, che fra i giochi enigmistici è il più vario essendo che ciascuno si può far le regole da sé. L'unica regola è che il divenire deve essere spiegato, ma non un tanto al chilo, in modo incontrovertibile, salvo poi essere in disaccordo sulle reciproche incontrovertibilità, cosa che agli antichi greci piaceva assai assai ma che a lungo andare ha finito per recare grave danno alla credibilità della disciplina.

ecc. ecc.

Post Scriptum

All'inizio di Nuova Enciclopedia, Alberto Savinio scrive:

"Sono così scontento delle enciclopedie, che mi sono fatto questa enciclopedia propria e per mio uso personale. Arturo Schopenhauer era così scontento delle storie della filosofia, che si fece una storia della filosofia sua propria e per suo uso personale."

Ecco, io uguale.

Introduzione/2

Pare che gli antichi greci morissero seriamente, il loro terrore di fronte alla morte era tale che non potevano affidarsi ai semplici rimedi di fede, i quali sempre implicano un dubbio irriducibile (l'oggetto di fede va creduto proprio in quanto non si mostra, come nota argutamente Severino), la salvezza doveva dunque giungere secondo verità, una verità salda, perché se non è salda la verità non costituisce vero rimedio. Per l'occidente, il cui pensiero si radica nella filosofia greca, il divenire è l'evidenza originaria, il continuo uscire delle cose dal nulla e il loro imprevedibile rientrarvi sgomenta, il caso è foriero di infiniti dispiaceri, del resto si è più preparati di fronte alle cose che si possono prevedere, sicché nasce la necessità di un pensiero che riconduca il divenire a un ordine, a una legge, da cui il logos, questo concetto dai molti significati che indica una regola, un principio, una ragion d'essere. Sotto l'apparente e capriccioso fluire delle cose divenienti deve pur esistere uno schema, un piano razionale al quale anche l'imprevedibile debba adeguarsi, e la filosofia è la disciplina che intende svelare questo piano, con quali risultati, poi, si vedrà.

Eraclito

Con Eraclito di Efeso siamo di fronte alla prima vera star del pensiero occidentale. Gran cerimoniere del divenire, riassunto nella massima Pánta rheî, "tutto scorre" (in realtà da attribuire a un suo discepolo), Eraclito afferma che il mutamento continuo di tutte le cose corrisponde alla realtà effettiva in sé e per sé, e per questa caratteristica venne più tardi celebrato da Nietzsche e tenuto nella massima considerazione dai contemporanei. Tutte le cose sono fatte di fuoco, che nel pensiero di Eraclito rappresenta lo stoichéion, cioè quell'elemento comune a tutti gli elementi che non è ulteriormente analizzabile. L'archè invece, il principio, è la "contesa", pòlemos, cioè il fatto che tutte le cose siano in opposizione fra di loro, unite, sì, ma nell'opporsi, sicché dall'alternarsi del giorno e della notte scaturisce la giornata, così come il vivente è allo stesso tempo il morente e la strada in salita e in discesa è la medesima, dipende da che parte la si guarda. Dunque le cose giungono alla realtà rispondendo alla legge dell'opposizione, una volta apparse si oppongono, il loro essere uguali, cioè il principio che le accomuna (l'archè) sta proprio in questo loro bilanciarsi nell'opposizione. L'argomento inerisce al concetto di dialettica, non a caso Hegel di lui ebbe a dire: «Non c'è proposizione di Eraclito che io non abbia accolto nella mia Logica», seppure in Eraclito la dialettica non tende ad altro scopo che non sia il sempiterno moto delle cose (del resto, fra lui ed Hegel ci sono duemila anni di cristianesimo che di scopi è fabbricatore instancabile). Non si bagnò mai due volte nello stesso fiume, non per motivi di igiene personale quanto per il fatto che l'acqua non permane mai nella stessa forma, e l'acqua è appunto una metafora perfetta del divenire; tuttavia il caos è possibile solo perché tutto si tiene e si controbilancia, come nel moto ondoso in cui ad ogni cresta corrisponde un ventre, c'è dunque un ordine nel caos apparente delle cose, questo ordine, questa legge, è il Logos di cui solo gli svegli, cioè i risvegliati alla sapienza, sono consapevoli, tutti gli altri dormono. Dal canto suo Eraclito ci lasciò con una frase sibillina: «Attendono gli uomini, quando sian morti, cose che essi non sperano né suppongono», insomma: chi morrà, vedrà.

domenica 10 novembre 2019

Riti pagani a Midsomer (Murders): visto che nei villaggi dell'antica Inglaterra l'uso di sposare gente del paese rischiava di indebolire il pool genetico allora una notte all'anno gli uomini del villaggio accanto attraversavano i boschi e si accoppiavano con le donne dell'altro villaggio, e viceversa: La notte della Bestia. Ma per fortuna oggi i padani son diventati sovranisti e rinnovano il sangue dalle Alpi alle Bruzie, senza sgradevoli implicazioni.

venerdì 8 novembre 2019

La sindrome del club dei migliori

Salvini e i cattivoni vincono perché voi vi credete giusti. Tempo fa, Luca Sofri, che fra tutti i giusti è il più intelligente, in un'analisi politica ripubblicata per l'occasione, "Ce l'avevo qui, l'elettorato", scriveva che non esiste un elettorato di sinistra. Ottima osservazione, facciamo progressi. Le istanze dell'antico elettorato del PCI, così ampiamente idealizzato dai romantici, sono compatibili nella forma e nella sostanza con quelle attuali leghiste e pentastellate, solo ce lo siamo scordati perché il vissuto passa e l'attuale vivente prende il sopravvento. Dunque non esiste l'elettorato di sinistra. Però poi aggiunge: non in quelle dimensioni nelle quali vi si allude. Ah!, allora pure esiste un club dei migliori!

"Le persone che hanno pensieri progressisti, riformisti, non razzisti, democratici, non egoisti e che privilegiano un senso civico di appartenenza a una comunità in quanto tale e come mezzo di miglioramento della vita di tutti, sono e sono sempre state una quota esigua degli elettori dei partiti “di sinistra”.[...] "Non esiste paese al mondo in cui le maggioranze dei cittadini sentano dentro di sé i principi della Dichiarazione dei Diritti dell’Uomo o i valori delle costituzioni democratiche."

Guarire dall'idealismo è possibile ma serve tempo. Io solo mi domando: esistono davvero queste persone, questi modelli platonici di persone che "hanno pensieri progressisti, riformisti, non razzisti, democratici, non egoisti e che privilegiano un senso civico di appartenenza a una comunità in quanto tale e come mezzo di miglioramento della vita di tutti", o non è forse questa una forma che ci si dà per apparire buoni e giusti a sé stessi e agli altri, un'etichetta priva di vera sostanza? Perché è da questo esame di coscienza che si può guarire dalla sindrome del club dei migliori, non esiste altra via.

(En passant: voi avete "pensieri riformisti" quando vi svegliate alle sei e un quarto il lunedì mattina?)

mercoledì 6 novembre 2019

Anassimandro

Anassimandro segue a Talete e già nota come un elemento come l'acqua, già di per sé presente in natura, non può costituire il fondamento di tutti gli altri elementi, occorre un principio che li contenga e che non sia un elemento in particolare, Anassimandro pensa dunque all'àpeiron, il quale è il non limitato, il senza fine, il non determinato. Ma perché, voi direte, dovremmo interessarci a concetti così astratti e improduttivi? Anassimandro, che come naturalista puro poteva apparire ai nostri occhi alquanto stravagante considerando causa del moto del sole e della luna i vapori acquei, con l'àpeiron inserisce invece il divenire delle cose in un quadro teorico non disprezzabile, a maggior ragione se si pensa che lui è solamente il secondo dei molti che si cimentarono nell'impresa. Le cose emergono dall'indistinto, dal non definito, e si definiscono, si distinguono opponendosi alle altre, il solo fatto di emergere dall'indistinto irrompendo sul palcoscenico della natura le mette nella posizione di compiere un'ingiustizia verso tutte le altre, sicché, per ristabilire l'ordine, emergono per contrasto le cose opposte, è da questa eterna tenzone che scaturisce quell'equilibrio, quella giustizia, che fa sì che tutto si muova, che tutto divenga senza fine. Saranno concetti poi ripresi da Eraclito, il quale godrà però fra gli storici della filosofia di maggiore fama per alcuni particolari aneddoti che riguardano la sua vita, come, per esempio, il vezzo di scrivere le sue massime su lamine d'oro o l'essere morto ricoperto di sterco divorato dai cani (che ora come allora è l'unico modo per farsi notare).

martedì 5 novembre 2019

Talete di Mileto

Poiché bisognava pur iniziare da qualcuno per raccontare tutta la storia, Talete di Mileto fu eletto da Aristotele quale primo rappresentante della gloriosa schiatta dei filosofi, eppure non era il solo, Talete, che poteva vantare competenze e qualifiche confacenti al ruolo, c'erano, per esempio, Pitacco di Mitilene, Biante di Priene, Cleobulo di Lindo, Chilone di Sparta, Misone di Chene, tutti parimenti saggi e parimenti provvisti di una lunga barba che di quella saggezza era il segno più evidente, ma Talete di Mileto la spuntò grazie a un talento particolare: la ricerca dell'archè. L'archè è quel principio da cui provengono tutte le cose e a cui tutte le cose fanno ritorno. Sul perché occorresse pensare un concetto di tale portata si è scritto molto: la filosofia nasce da uno stupore (thauma), chi dice dinnanzi alla natura, come si trattasse di rimanere estasiati col naso all'insù di fronte allo spettacolo del mondo, chi dice invece uno sbigottimento di fronte alla manifestazione della caducità delle cose e alla precarietà dell'esistenza, sicché la ricerca dell'arché sarebbe espressione di un intimo bisogno di salvezza. Darsi una spiegazione equivale in qualche modo a una consolazione, il divenire appare meno arbitrario, il destino del mortale meno pesante da portare. Dunque Talete pensò il principio da cui provengono tutte le cose e lo identificò nell'acqua. Ogni cosa è composta d'acqua in misura diversa, e qui non si capisce bene se l'acqua di cui invece facciamo esperienza nel mondo sia essa stessa quell'elemento originario di cui parla Talete oppure un elemento fra gli elementi al pari di tutte le altre cose. Tuttavia il solco è tracciato, i primi filosofi danno ognuno una diversa definizione dell'archè: sia dichiarata aperta la stagione della caccia, alla verità.

lunedì 4 novembre 2019

Introduzione

[breve introduzione a una piccola storia della filosofia che per l'ennesima volta sto iniziando tanto per impegnare il tempo]

Il mito è la prima forma di conoscenza, attraverso la narrazione dei fatti che hanno portato alla creazione del mondo l'uomo tenta di darsi una spiegazione, di scrutare l'imperscrutabile. Scrutare permette di non trovarsi impreparati, l'impreparazione di fronte agli eventi è la cosa che più preoccupa gli uomini, occorre dotarsi di una previsione. Accade però che a un certo punto il mito non basta più, la narrazione dei fatti è sacra, va presa così com'è, la verità che esprime è una verità di fede, la ragione non può discuterla. Questa impossibilità di sottoporre la verità al vaglio della ragione fa sorgere il dubbio che quella verità non sia vera, e se non è vera il pericolo è che non sia vera nemmeno la previsione, peraltro sempre smentibile dai fatti. Ecco che la filosofia nasce dal bisogno di una verità capace di imporsi per la sua stessa evidenza e non per imposizione arbitraria di un culto, di una tradizione o di un semplice sentire comune. Il mito comincia a non garantire più il riparo, si fa a poco a poco strada l'idea che questo riparo possa essere predisposto dalla ragione in modo autonomo dal mito: ha inizio la filosofia.

[continua]

domenica 3 novembre 2019

A Briante di Priene, uno dei sette saggi dell’antichità, venne richiesto un giorno di scrivere una frase saggia ed esemplare sul frontone del tempio dell'oracolo di Delfi, e lui incise: «Οἱ πλεῖστοι κακοί» (Hoi plêistoi kakói, “la maggioranza è cattiva”). (fonte: Wikipedia)

(Madre ha un talento speciale per bruciare le pentole, “Mi scaldo un attimo la pasta”, poi va di là e quando torna al posto della pasta ci sono i marron glacé, “Ma ho guardato solo un attimo Facebook!”, Zuckerberg ci deve avere degli accordi segreti con la Tefal e la Lagostina).

I titoli de Il Post sono così didascalici: "L'ex Presidente Obama ha detto che il quarantacinquesimo Presidente degli Stati Uniti d'America Donald Trump è cattivo". Li fanno apposta così per la chiarezza, non perché non sono capaci di scrivere. Parimenti il giornale online Open fondato da Enrico Mentana sembra scritto da un gruppo di ragazzini delle medie. Qui è per via della tenera età degli aspiranti giornalisti, vanno aspettati. Comunque scrivono tutti semplice per evitare di inquinare la nuda cronaca dei fatti con la loro prorompente espressività, sono al corrente che durante la fase di lettura si può venire colti da narcolessia e paralisi ipnagogica ma è un rischio calcolato.

venerdì 1 novembre 2019

Mario Giordano la mazza da baseball no!!! Meglio la ferula di Pio IX per spaccare le zucche di halloween che sennò i simboli mericani rientrano dalla finestra!!!! 
 

giovedì 31 ottobre 2019

Spinoza

E' importante mentre si legge Spinoza non bruciare lo spezzatino. E' vero che Deus sive Natura e perciò anche lo spezzatino bruciato è Dio, ma allora è Dio anche lo stomaco e può mai Dio entrare in contraddizione con se stesso? Questo malvezzo di Spinoza di chiamare "Dio" un principio filosofico può condurre a complicanze gastrointestinali non da poco, Dio invece andrebbe lasciato lì dov'è, come la mettiamo, per esempio, se Einstein avesse chiamato lo spaziotempo "Maria Vergine"? Dio, dice sempre Spinoza, è "causa sui", è causa di se stesso per sua stessa definizione, Dio è l'ente perfettissimo e per questo include anche la proprietà dell'infinita e necessaria esistenza, come il barone di Münchhausen si tira fuori dall'acqua reggendosi per il codino, ma chi sorregge le mani che sorreggono il codino? Dunque ricordati: non bruciare lo spezzatino.

mercoledì 30 ottobre 2019

Stamane sono uscito per delle faccende e ho visto un trans. Voglio dire, cose a cui noi liberal siamo preparati però a vederselo davanti fa impressione. Proprio all'altezza delle Librerie Paoline. Alto, magro, brasiliano, con la parrucca. Un vocione... chiedeva qualcosa a un amico, sembrava Sugar Ray Leonard. E' come per i marxisti, li studi sui libri per anni e poi quando vedi i proletari per la prima volta rimani un po' confuso. Comunque gli sono andato incontro con un gran sorriso e gli ho teso deciso la mano, gli ho manifestato tutta la mia solidarietà e gli ho fatto un breve excursus delle battaglie radicali, libbertarie e libberali, lui mi ha guardato come se fossi matto e poi se n'è andato senza salutare. Brave persone questi trans, però strane.

lunedì 28 ottobre 2019

Ma non doveva spaccare il mondo l'alleanza giallorossa? Pori lupi, so' tornati li tempi cupi. Unica nota positiva il cupio dissolvi dei Cinque Stelle, temo però si tratti solo di un travaso di sfessati da un arruffapopolo all'altro, insomma, la solita ciccia.

domenica 27 ottobre 2019

"[...] anzi, poiché l'uomo del volgo vive sempre in uno stato di infelicità, esso non trova mai durevole soddisfazione e soltanto lo seduce ciò che ha sapore di novità e che non si è ancora rivelato illusorio" (Baruch Spinoza, Trattato Teologico-Politico, prefazione)

Ce lo dice Spinoza: il volgo è un babbeo che disilluso dalla caramellina che ha appena succhiato subito ne prende un'altra con la speranza sempre nuova che quella sia la caramellina migliore di tutte e immancabilmente ci ricasca. E allora che il problema non sia tanto nella caramellina quanto nella lingua? Tradotto: la lingua batte dove il dente vuole.

sabato 26 ottobre 2019

AAA Articolista brillante offresi, garantita serietà, prezzi modici.

venerdì 25 ottobre 2019

Noi per contrastare “Italia Viva” abbiamo fondato “Italia Smorta (Figa Forta)”, ci riuniamo alla Bernarda, noi riconosciamo il merito, noi puntiamo alla doppia cifra, noi contiamo di arrivare a 20.000 iscritte, cerchiamo stagiste.
Stamattina parlavamo di temi filosofici con la mia consorte e poi con Ice dopo mangiato, e ci domandavamo: come mai i filosofi hanno fatto tutti questa brutta fine, chi è diventato pop e inventa giochi per i bimbominchia e chi, peggio, si ricicla con il consulting politico? Perché la filosofia tiene da sempre il verme nella pancia, ha preso per buona l'evidenza del divenire, e divieni oggi, divieni domani, si è sempre più convinta, giocoforza, che non esiste nulla che possa contrastarlo abdicando così alla sua missione originaria di incontrovertibilità, sicché il filosofo, nella sua accezione di risvegliato che guida il dormiente, s'è ridotto a millantare una supposta superiorità del suo fiuto, una specie di arte divinatoria dell'intuizione affinata con lo studio e le buone letture, che in ultima analisi ci riesce però anche il portinaio, con un po' d'impegno.

lunedì 21 ottobre 2019

Stavo tentando di scrivere qualcosa su Renzi ma la noia mi ha sopraffatto e mi sono svegliato che non so più chi sono, dove mi trovo e chi tra la Boschi e la Bellanova ha debellato la cimice asiatica, è tutto così entusiasmante, così carico di speranze per il futuro, che viene da non affliggersi punto per il presente e vivere sdraiati sul nostro grande avvenire.

domenica 20 ottobre 2019

Noi topi di città siamo troppo evoluti per pensare che le verze e i cavolfiori nascano dalla terra, visioni antiquate, cavoli e verze crescono nelle cassette del Carrefour, allo stesso modo non possiamo pensare che il riscaldamento globale sia causato dalle nostre minuscole fabbrichette, schiocchezze, il riscaldamento globale è causato dai poveri Intel Core come il mio che tentano di aprire Chrome mentre sto incollando livelli su Photoshop CC.

giovedì 17 ottobre 2019

Makkox

Non è che ce l'ho con Makkox, povera stella, solo non dice niente e non aggiunge niente di quel che sappiamo già, né tanto meno toglie niente a Salvini con la sua sagace scanzonatura, la vera battuta sarebbe invece quella che fulmina anche il salviniano o quantomeno lo costringa a interrompere un attimo il corso delle sue meditazioni, che gli istilli il dubbio, anche piccolo piccolo, di un sospetto di imbecillità, invece niente, il Makkox, come tanti altri suoi colleghi, s'accontenta di vellicare il morale delle sue truppe e più non dimandare, però bisogna dire che disegna bene, usa dei bei colori.

martedì 15 ottobre 2019

Manuale di bon ton

La politica è quella cosa di cui ognuno di noi dovrebbe grandemente interessarsi salvo poi praticarla nel modo più discreto, sicché tutte le nostre buone ragioni possano trasparire dalle nostre azioni quotidiane e il sunto di queste esprimersi poi nel chiuso della cabina elettorale, vero bagno chimico dove si può infine scaricare al riparo da occhi indiscreti. E' più che mai indecoroso e di cattivo gusto trattare invece la politica al pari di una disciplina sportiva e baccagliare scompostamente in locali pubblici affollati per ottenere ragione, come a mostrarsi reciprocamente i genitali, per altro molto piccoli, a questi ometti andrebbe notificato il Daspo, cioè il Divieto di Accedere a manifestazioni SPOrtive, per una questione estetica oltreché di stile, scherzo.

Torna a casa, proletariato!

Il proletario non sempre coincide con il comunista, figurarsi con il progressista, due côté completamente diversi, il proletario è il dormiente che va risvegliato, l'incolto trattenuto nel suo sopore dal complotto turbocapitalista, il progressista nasce invece più nobile nello spirito, e ha già sviluppata, innata, una sua coscienza umanista, tant'è che già a sei anni, opportunamente stimolato, ti sa dire in che sacco vanno gettati i tappi di sughero, che fra tutti i compostabili sono i più infidi in quanto sfuggenti alle categorie kantiane, come l'ornitorinco. Per giunta riscattare il proletariato è compito assai ingrato, non fai in tempo ad elevarlo di quel tanto che già aspira a comprarsi il Serie 3 con i fari a led, insomma, un tamarro con il fiocco, ma che cazzo glielo abbiamo insegnato a fare il Carlo Marx, eh? La sinistra, in tutto questo, non ci capisce più una mazza e soffre nel vedersi scippato il suo buon selvaggio dagli argomenti di destra più meschini: torna a sinistra, proletariato, torna a casa dalla mamma, non farla stare in pena, non c'è più Carlo Marx, c'è Makkox, guardi le figure.

venerdì 11 ottobre 2019

Non funziona la bontà, ci deve avere un difetto, è più facile fare i filetti di merluzzo, un po' d'olio, l'aglio, se ce lo vuoi il pomodoro, tac, si fan da soli, ma la bontà invece la metti sul fuoco e quando torni l'è diventada un pangasio, l'era minga giusta la riceta, o anca sa l'era giusta la vegn minga l'istéss, non viene mica lo stesso, perché la bontà ce l'abbiamo nella testa ed è già tanto se ci fai del bene a una persona, per caso o per fortuna... comunque, è sempre meglio non fare del male. Dico "la bontà" che si vede in televisione, quel "restare umani" che è diventato l'ultimo valore spendibile per una certa parte politica che ha smarrito la lotta di classe dentro l'iPhone, che costerà pure come un rene, però che belle foto che ci fai... comunque il merluzzo m'è venuto una favola.
Nelle ore della letizia e della beatitudine, mollemente adagiati sopra i triclini a spiccare uva pizzutella dai pedicelli, capita che alziamo pigramente il ciglio e allora ci domandiamo: da dove traggono, i politici, il loro entusiasmo?
Il Nobel per la Pace potevano darlo a me, che sono un uomo così pacifico, non litigo con nessuno e sono il primo a portare fuori il bidone della carta, sono ambientalista, non voglio che mi si dica grazie, solo l'assegno.

venerdì 4 ottobre 2019

Da noi Salvini è un santo, Salvini è un dritto, Salvini l'è minga vün ca perd dal temp adré a li fòli, non è mica uno che perde il tempo dietro alle favole, e per favole s'intendono questi ideali di sinistra tutti intangibili e poco edibili, quali l'accoglienza, la bontà sub specie aeternitatis, che l'ha mai vista ninsün, questa bontà platonica, che son tutti buoni a parlare con l'aperitivo in mano ma poi i vegn chî a védar i negòsi, che vengano qui a vedere i negozi che son sempre pieni di questa gente che compra al massimo un accendino e una penna (che ci devono fare con 'ste penne?), ed è per quello che i negozi chiudono e li comprano i cinesi, che a loro non gli fa mica schifo servire i maròc, i marocchini, cioè gli stranieri in generale, del fototipo africano... credete che esagero? Sì, per difetto.

Tramonti

Insomma, siamo davanti a questo tramonto struggente sopra il mare, il Tirreno avvampa come una lampadina a filamento da 15 watt, la volta del cielo si tinge di rosso, il cielo sanguina lentamente e si spegne, quand'ecco che in alto, sopra il disco arroventato del sole che pare una copertina di Fausto Papetti, viene a formarsi nitido il disegno di un pesce, un suro, uno sgombro, un paguro, seguito da una scritta in caratteri svolazzanti: “Questo tramonto vi è stato offerto dalla Pescheria F.lli Galiano, tutto il sapore del mare”, cosa non riescono a fare oggi con gli stencil…

mercoledì 2 ottobre 2019

I gabbiani

Allora lei mi dice: “Andiamo al mare?”. Ma come amore, sono appena le otto di mattina, sei proprio sicura? Io ho paura del mare, soprattutto alle otto di mattina, ci sono i mostri marini nel mare, ci sono i mitili, i cefalopodi, ci sono i trigliceridi, un sacco di cose merdose che sguazzano nell'acqua, e poi ci sono le telline, io ho una paura fottuta delle telline... ma lei riesce a farmi fare anche le cose che mi fanno paura. Sicché partiamo alla volta del mare con le nostre tovaglie da spiaggia sottobraccio, ciabatta ciabatta, arriviamo a questo mare, non c'è quasi un'anima, c'è un ragazzo che legge, una signora che nuota, una ragazza che gioca col suo cane che ha un culetto delizioso ma guardo il cane, ci sono i sassolini che si infilano nei diti e c'è la sabbia che è propedeutica all'impanamento dei suddetti diti che sono poi obbligati a ripassare sui sassolini, che l'è una tortura brevettata dal Torquemada, sant'uomo. Il mare delle otto ci piace. C'è una pace che preso dal momento mi immergo addirittura fino alle caviglie, ma che dico alle caviglie, fino al soleo, che è quel muscolo largo e appiattito della gamba, situato al di sotto dei due muscoli gemelli, che contraendosi flette il piede verso il lato plantare. Prendiamo delle foto, giro un filmato, quel filmato che ho postato sul blog (in esso filmato non compaiono i nostri piedi perché non hanno firmato la liberatoria). Per farla breve, ci stendiamo beati a contemplare questa grande bellezza quando mi volto dall'altra parte e noto un sospetto assembramento di laridi dell'ordine dei caradriiformi, vale a dire gabbiani. Faccio appena in tempo a dire “Guarda amore, i gabbian...” che quelli si alzano in stormo a volo radente sulle nostre teste ed è subito Hitchcock. Ma che cazz... Cerco di capire cosa sta succedendo e scorgo al di là di una duna un signore con delle cassette piene di frattaglie che sparge copiosamente sulla spiaggia, i gabbiani banchettano frenetici contendendosi i pezzettini, per rassicurare il mio amore che si è spaventata me ne esco con un “E' un cadavere, si sta sbarazzando di un cadavere”. I gabbiani sono pericolosi, ti possono staccare l'uccello... Va be', lo sa il cazzo chi ha inventato i gabbiani, però il mare era bello.
Lentamente, inesorabilmente, chi sta al governo si sta scavando la fossa, questa è la fase che io chiamo dell'accumulo della disillusione. Diciamocelo, nessuno può fare realmente qualcosa per questo paese, la regola è che bisogna solamente trovare qualcuno che di volta in volta s'incarichi di prendersi le uova in faccia e questi ci si sono messi a posta, se la sono andata a cercare, scientificamente, per eccesso di spavalderia, un giorno il professor Giuseppe Conte si è svegliato bellissimo, elegante statista, e si è sentito come l'eroe cosmico hegeliano, il più amato dagli italiani, ci cascano tutti, in un impeto di orgoglio professorale cita addirittura Kant ma vedrete che fra non molto gli toccherà citare Kierkegaard, sicché il furbissimo Salvini si trova ora nella posizione comoda comoda di futuro salvatore della patria, altro che harakiri, la ruota del Dharma si è rimessa a girare.

venerdì 27 settembre 2019

La natura è sporca, la terra è piena di vermi, i batteri si annidano dappertutto che non ti basta il Napisan per eliminarli tutti, senza contare il mare, gli anemoni, i molluschi, le telline, uno schifo senza fine, e tu vorresti preservare questo verminaio dalla benemerita opera di civilizzazione dell'uomo? Una distesa ininterrotta di gres porcellanato che ricopra mare e terra, luci a led che illuminino la notte a giorno, climi regolabili comodamente da casa, lenzuola pulite, motori ciclonici, cuscini in materiale antiallergenico, l'uomo è la medicina del mondo.

lunedì 23 settembre 2019

Questo partito di Renzi è davvero fenomenale, partito quatto quatto col suo piccolo 3% ieri l'Huffington Post già lo dava al 6.7%, se il trend venisse confermato dovrebbe raggiungere il 99% entro le due del pomeriggio: quando un uomo con la Leopolda incontra un uomo con il Circolo Pietro Ingrao, l'uomo con il Circolo Pietro Ingrao è un uomo morto.

domenica 22 settembre 2019

Greta lancia il suo monito all'Onu

Voglio precisare che non penso solo alla fica, ho dei progetti, sogno dei figli che crescano con dei sani principi e il faccino angelico di Greta Thunberg, che si battano per limitare l'uso dell'acqua e ci incoraggino a fare le deiezioni dentro i secchi, io per esercitarmi piscio già nei lavandini, il mondo salvato dai bambini, e tenete presente che in genere considero un miscelatore della Jacuzzi una soluzione migliore rispetto al Rio delle Amazzoni.

venerdì 20 settembre 2019

L'ho sentito in tv qualche giorno fa il Salvini, ripeteva senza troppa convinzione dal suo apparecchio mobile una battuta di quart'ordine riguardo certi politici Vinavil che sarebbero attaccati alle poltrone, una cosa talmente stiracchiata e stracca che neppure Ezio Greggio in stato di bisogno, eppure funzionano, queste battute funzionano, perché alle spalle, come una sottostruttura, agisce un gusto che s'è disfatto negli anni, l'obliterazione totale del parco neuroni del popolo sovrano, e mi fermo qui per non essere accusato di sciccherie radical, che tanto lo sapete, tengo una sola polo di Sergio Tacchini e l'ho pure unta col pesce.

mercoledì 18 settembre 2019

Siracusa-Milano Centrale

Paola, InterCityNotte Siracusa-Milano Centrale, posto singolo Vagon-Lit, si riparte destinazione Como con le valigie piene di magone. Ad attendermi sulla banchina (banchisa?) del binario 3, dopo un’affannosa corsa a zig-zag alla disperata ricerca del vagone n. 8, un controllore più sgarruppato del mago Oronzo. Fa niente, ci ho da comunicare la posizione all’amorosa, mi messaggia pure Ice, lui fiuta le tracce, aveva intuito che partivo. Lo scompartimento è un po’ âgé ma il letto è pulito, solo il letto, ad attendermi sul ripiano di una specchiera che pare sparata da una lupara il benvenuto al viaggiatore, un pacchetto omaggio contenente uno spazzolino, un dentifrizio, una lametta da barba, una saponetta, una salvietta, due pattine, un pettinino d’osso, un panno di pelle d’alce, due tappi per le orecchie e tre mascherine per gli occhi da utilizzare per i giochini erotici. Ma ahimé sono da solo, sperduto nel triangolo delle Bermude della connessione 4G. Aggrappato come un naufrago ad ogni più piccolo brandello di connessione pietosamente concessomi dall’aspra conformazione del terrottorio calabro-lucano crollo dal sonno all’altezza del bivio Caserta Est. Sogno rumore di rotaie e coincidenze saltate, il treno della notte sfreccia verso l’Agro Pontino come un missile che deve recuperare 24 minuti di ritardo, vengo sballottato di qua e di là come un sacco di bulloni mentre il treno minaccia di deragliare ad ogni scossone. Mi sveglio come in un sogno a Livorno, sono le 5:50 e il treno è in anticipo di 7 minuti: balzo nell’iperspazio, wormhole, ponte di Einstein-Rosen? Non si sa, miracoli della scienza. Livorno, Pisa e Viareggio si susseguono in rapida successione, solito squallore delle stazioni deserte prima dell’alba. Tutto cambia a La Spezia dove l’alba sembra un tramonto, attacca lo spettacolo, meravigliose calette si aprono come in un sogno fra una galleria e l’altra, tanto che me ne resto con il cellulare in mano nella speranza di catturare l’attimo, me ne riesce solo una ma non so cosa ho immortalato. Poi Rapallo che mi sembra bellissima, quindi Genova, prima Nervi e poi Brignole, una petroliera e una nave da crociera occupano l’orizzonte per cinque minuti, poi la fine di tutto, scavallato l’Appennino ritorna la pianura e la connessione 4G, ma io non sono più quello di prima e nemmeno quello di poi, e sì, lo posso ben dire: le salviettine umidificate mi hanno salvato la vita.


[Per la versione con le foto si rimanda a: t-annhauser.tumblr.com]

martedì 17 settembre 2019

È cosi scarso il tono della recita che non riesco ad appassionarmi ai casi della politica, è così. Ho iniziato a bloggare quindici anni fa per reagire a un disastro amoroso e ora che l’amore corrisponde il diversivo che mi teneva impegnato ha perso un poco la sua ragion d’essere. Del resto, per cosa dovrei palpitare, per questi quattro guitti d’avanspettacolo? Dar loro un’eccessiva importanza sarebbe come mortificare la nostra persona e le nostre qualità.

martedì 10 settembre 2019

[Non scrivo molto al momento perché trovo più interessante fare altre cose, e capirete quali, poi quando tornerò a Como riprenderò i fili del discorso.]

giovedì 29 agosto 2019

Tanto stravincerà poi Salvini, PD e Cinque Stelle non si faranno altro che male, gli serviranno il trionfo sul piatto d'argento, è tutto tempo regalato al ganassa. Sessanta milioni di italiani hanno vissuto questo agosto nell'incertezza assoluta, dice Di Maio, sarà, io francamente sto una favola.

mercoledì 21 agosto 2019

Psicodramma: è caduto il governo. Ora mi taglio le unghie dei piedi e poi me ne addoloro.

lunedì 19 agosto 2019

A periodo balneare, maggioranza balneare, ma chi ci capisce niente? (ma soprattutto, chi ha voglia di capirci qualcosa?). Ho ancora negli occhi il mare di Paola visto dal regionale Cosenza-Napoli Centrale, così vicino da potersi toccare, vivo nella mia nuvola rosa, penso poco e mi preoccupo ancora meno, Salvini è un tormentone estivo ridotto a rumore di fondo, tipo vamos a la playa e no tengo dinero (despacito e il pulcino pio), bacioni.

venerdì 9 agosto 2019

Essendo attualmente ravvolto nell'amore come il Tannhäuser sul Monte di Venere la questione scabrosa della crisi di governo mi appare distante come una scaramuccia vista dalla sommità di una montagna incantata, ma che ci hanno da baccagliare, da agitarsi tanto come galline, come se non si fosse capito come andava a finire, sicché, di nuovo, la solita commedia: del finto offeso, del chiedo al poppolo i pieni poteri, che strazio... l'amore attende, un peccato farlo aspettare.

martedì 30 luglio 2019

Da qualche anno c'è anche t-annhauser.tumblr.com, il blog laterale dove potrete trovare anche dei saggi del formamentis chitarrista e canterino, oltre che il resoconto dell'ultimo viaggio in Calabria.
(Sono felicemente innamorato di una lettrice, pensa un po', del blog formamentis, che mi leggeva da anni, galeotto fu il blog Malvino che leggeva prima del mio, e ora siamo qui a leggerlo insieme, è servito pure a qualcosa tutto questo scrivere, e tutto questo scrivere mi sembra ora che sia servito solo a questo, solo per lei, e lo ringrazio).

domenica 28 luglio 2019

[Mi stavo rileggendo sul tablet gli ultimi post e contrariamente a quello che penso di solito dei miei scarsi mezzi espressivi - sono un insicuro - mi sono detto: però, mica male, io mi leggerei. Malvino, tenevi ragione, se non c'eri tu a quest'ora forse l'avevo chiuso.]

Survivalismo

Ore 7:03. Scalea è quella di sempre, l'igrometro slitta, l'entalpia imperversa, il diagrammi psicrometrici sono impazziti. La novità è che lo sciacquone del bagno è rotto, ci serviamo dei secchi, manca l'acqua però, e quella che c'è viene dalla cisterna. La differenza fra Nudi e Crudi e qui è che siamo vestiti, abbiamo i fiammiferi e un riparo per la notte. Insolitamente silenziosa è la notte, la gente non è ancora arrivata e quella che c'è cammina in mezzo alla strada perché i marciapiedi sono pericolosi. Anche la mattina è gradevole se non fosse per le campane della missione che trillano all'improvviso facendoti sobbalzare sul pagliericcio. Scherzi da preti. Ma è ora di alzarsi, dalla marina giunge odore di pipi arrostuti, oggi costruirò un trappola per i pesci.

giovedì 25 luglio 2019

Va da sé che se oggi Nietzsche scrivesse sul suo blog "Io sono dinamite!" si ritroverebbe la Digos in casa.

Ritratti: Friedrich Nietzsche

Per capire Nietzsche bisogna calarsi nel suo quadro clinico. Nietzsche fu un delirante di talento i cui deliri furono di volta in volta esaltati dai più disparati attori, dal nazionalsocialismo prima e dal sessantottismo contestatario poi, in chiave di rivolta anti-borghese. 

Il giovane Nietzsche si formò nel mito di Wagner, all’epoca quasi una figura divina a cui mancò poco si attribuissero poteri soprannaturali, attraverso le proprietà mesmerizzanti della sua musica si credeva che Wagner fosse in grado di riportare la Germania agli antichi fasti dei poemi norreni (popolo romantico quello tedesco, che ha sempre avvertito la necessità di farsi guidare nelle sue peregrinazioni da un qualche Spirito della Storia). 

E' in questo clima di misticismo un po' morboso che si inserisce il filologo classico Nietzsche definendo le due categorie del dionisiaco e dell'apollineo. Il primo è lo spirito che attende alla liberazione degli istinti vitali, patrono delle arti sensuali quali la musica e la danza, il secondo è lo spirito guida della arti plastiche, che sovrintende all'armonia delle forme. Nietzsche cominciò subito a sentirsi un dionisiaco, gli piaceva l'idea di una forza pura che si esprimeva senza compromessi, se uno nasce forte, scriveva, ha il diritto di esserlo, la sua potenza è il diritto più naturale, chi vi si oppone cospira contro la vita. La volontà malvagia di Schopenhauer era troppo mortifera per lui, se tutto nel mondo è caos, mutamento continuo, intimamente diveniente, allora l'unica via per l'uomo è quella di cavalcare entusiasticamente questo caos, facendo correre a briglia sciolta la volontà di potenza. 

Fu quando Wagner lo tradì convertendosi al cristianesimo che imbastì la polemica contro i valori cristiano-giudaici dando prova di particolare acume riguardo la genealogia della morale, il tutto ovviamente accompagnato dai consueti deliri di onnipotenza ("Io sono dinamite!", "Fra tutti i miei scritti il mio Zarathustra sta a sé. Donandolo all'umanità, le ho fatto il più grande regalo che essa ha mai avuto", nientemeno). Ma can che abbia non morde. Solitario, tremebondo, cagionevole di salute, soggetto a ricorrenti crisi depressive, Nietzsche era tutto fuorché quella potenza di cui andava parlando. Va da sé, la sua era una grandezza che si esprimeva nello spirito, ma gli spiriti forti sono ahimè ostacolati dalla cospirazione degli spiriti deboli che corrompono sistematicamente ogni istinto vitale, per cui niente da fare, Nietzsche si lamentava di non essere ascoltato da nessuno. 

La fissazione vitalistica di Nietzsche era come una sincope, quel suo progetto di cavalcare a briglia sciolta il divenire non poteva che condurre al disastro, e disastro fu. Santo patrono degli ermeneutici ("non esistono fatti, solo interpretazioni"), oggi di Nietzsche ci restano il superuomo, qualche frasetta epica da tatuarsi sulla pelle e una fortuna accademica ed editoriale che lo ha trasformato di fatto in una specie di culto, coi suoi misteri eleusini e le sue interpretazioni ortodosse ed eterodosse, cosa che di fatto ne ha sancito il successo fra i contemporanei: dall'indistinto qualsiasi cosa, dai campi di sterminio alla rivolta anti-borghese, two gust is mei che one.

mercoledì 24 luglio 2019

In filosofia c'è l'uomo dell'essere e l'uomo del divenire, attualmente prevalgono quelli del divenire, ma gli uomini dell'essere sono tetragoni, più indivisibili dell'atomo. Uomo dell'essere era Einstein, che Karl Popper chiamò Parmenide, anche se nessuno l'ha capita. Uomini dell'essere sono pure questi scienziati attuali che si sono messi in testa di abolire il tempo, perché il tempo è la misura del divenire, e senza l'uno, nemmeno l'altro. Per l'uomo del divenire la realtà ultima è il cambiamento, si compare e poi si scompare, una fuitina e via. Per l'uomo dell'essere il cambiamento è solo apparente e lo spettacolo del mondo un miraggio. L'uomo dell'essere sta più sereno, l'uomo del divenire si dà un gran da fare per lasciare una traccia, una discendenza, una tacca. Dal tal giorno del tal anno al tal giorno del talaltro visse Pinco Pallo, prese moglie, ebbe figli, lavorò, invecchiò, crepò, avanti un altro. L'uomo dell'essere non se ne dà pena, tutto andrà come deve andare, togliti le scarpe e beviti una birra.
Alla cassa. Sciura con messa in piega biondo rame è occhialoni coprenti legge il titolone de La Provincia: “LANDRISCINA NON SGOMBERA – Bivacchi: La Lega vuole lo sgombero, il sindaco tace”. La signora scuote la testa e commenta: “Eh, anche quel Landriscina lì non fa niente, e pensare che Salvini ci sta provando ad aggiustare le cose…”. Pure il Landriscina l’è caduto in disgrazia. Uomo del fare, ex primario del pronto soccorso dell’Ospedale Sant’Anna, vinse in quota Forza Italia contro il candidato renziano del Pd, tuttavia imprenditore, ma del web. C’è che la bellissima perla del lago, che ce la invidiano perfino gli attori del cinema, soffre d’incuria e dell’inciviltà dei migranti e degli accattoni che bivaccano sotto i portici e sulle panchine con le loro buste della spesa. Landriscina, la cui ordinanza anti-accattoni emanata sotto Natale e voluta dalla vice sindaca Locatelli, ora Ministra della Famiglia, diventò un caso nazionale provocandogli pure un certo travaso di coscienza, questa volta non ci tiene a passare per cattivo. Chi la spunterà? Ma la Lega, ovvio, perché per la sciura i bivacchi sono come la polvere sui mobili, il furestée che entra in casa senza pattine, non sta bene, tutto deve essere in ordine e risplendere come se ci avessero passato il mastrolindo, questa nostra sensibilità al sud non ce la capiscono.
Ne parlavamo ieri con mio padre: come mai che a Sermide, dove una volta eravamo tutti comunisti, oggi hanno rifondato i fasci di combattimento e quando non sono fasci sono vieppiù leghisti? Mica perché c’è stato un cambiamento antropologico nella popolazione, figurarsi, troppo scolastico, roba da professori, no, il materiale umano è sempre lo stesso, lo stesso che votava il PCI e che oggi vota la Lega e di quando in quando i fasci di combattimento contro l’inconcludenza della politica politicante che parla parla e non conclude mai niente, uomini del fare contro uomini del chiacchierare. Che poi di fatto non facciano mai niente pure questi grandi uomini del fare è un altro discorso che si ripropone regolarmente al termine di ogni ciclo di abbaglio, ma intanto la ruota gira e qualcosa, di riffa o di raffa, ne esce sempre. Fenomenologia del “adda venì baffino”.

martedì 23 luglio 2019

Che caldo. Mi sono svegliato male e con le gambe molli, con quella depressione che ti prende a volte dopo il sonnellino pomeridiano e non sai più chi sei e dove ti trovi, estraneo al mondo e alla vita. Il filosofo a questo punto si mette a sedere e osserva con calma il tranquillo svolgersi degli avvenimenti: osserva dall'esterno la rappresentazione e gli infiniti fili che lo legano ad essa, la sua vita e tutta quella che ha vissuto fino a lì racchiusa in un palmo, poi, con un ultimo sforzo, squarcia il velo di Maya e giunge finalmente al fondo dell'io, e proprio lì, oltre la cortina della realtà dove tutto riluce di uno sfolgorante bagliore, emerge nitido e numinoso un solo pensiero: non ce la farà l'Inter di Conte a vincere lo scudetto, non gli comprano i giocatori, già tanto che arriviamo terzi.

lunedì 22 luglio 2019

Il melone

Il melone retato di Sermide presenta polpa di un intenso color arancione e consistenza medio-dura sulla scala di Mohs, dal gusto dolce, cedevole al palato, profumato al naso, esternamente è suddiviso in spicchi percorsi da venature rugose che gli conferiscono la caratterisca retatura. Nel meridione d'Italia viene genaralmente indicato con il termine di "melone a pane", nonostante questo è incluso nei cibi indicati per i celiaci. Il melone contiene molte proteine, lipidi e glucidi, e tanta vitamina A, che fa del melone il frutto più indicato per la cura della pelle e il rafforzamento della vista, il melone con l'alabarda è il simbolo di Trieste. Nella poetica gaddiana, nell'accezione di popone, va a connotare la presenza di vistose impalcature mammarie nelle femmine di estrazione popolare, può uccidere un uomo se lanciato da un obice a distanza convenientemente ravvicinata.
Ho quasi bruciato le scaloppine per scrivere l'ennesimo post su Schopenhauer, le ho acciuffate per i capelli, sciolti i legami peptidici, spezzate le catene delle proteine, della carne era rimasto solo il noùmeno, tuttavia ancora edibile. Salate erano salate, perché i sali sono sempre gli ultimi ad abbandonare la nave, avevano l'aspetto dei licheni e la consistenza delle infradito, però di cuoio, pensavo peggio.

Ritratti: Schopenhauer e la pietra filosofale

[trovandomi in crisi di ispirazione tengo allenato il muscolo riprendendo il discorso filosofico, ma è poca roba, scritta senza verve e soprattutto già abbondantemente trattata]

Schopenhauer aveva trovato la pietra filosofale - dire che fosse “la sua” non sarebbe corretto, il filosofo ambisce alla verità in sé, valida per tutti -, partendo dalla posizione kantiana per cui la realtà prende la forma di chi la guarda, il mondo è una rappresentazione, sicché l’uomo lo vede in un certo modo perché il quel modo lo codifica la sua coscienza, al fondo di questa rappresentazione si pone la realtà vera, quella originaria, la pulsione alla vita, cioè la Volontà di Vivere. È in questo senso che il suo pensiero viene definito irrazionalista, non perché non abbia alcun legame con il ragionamento, ma perché pone alla base del mondo razionale un principio intuìto attraverso il sentimento di sé: la Volontà, alla quale ciascuno può attingere direttamente nel fondo della propria coscienza. Tutto nel mondo è pulsione alla vita, che si concretizza essenzialmente nell’istinto di conservazione, nel mondo biologico e animale, ma anche nella tendenza della pietra a conservarsi il più possibile entro la sua forma. Di Schopenhauer salterà subito all'occhio la chiarezza e il talento letterario, ridotto però dall'odierna industria editoriale a spezzatino di aforismi, e poi la feroce polemica nei confronti degli idealisti tedeschi, con particolare riguardo a Hegel, che rifiuterà perfino di includere nella categoria dei filosofi trattandosi a suo parere di un semplice ciarlatano (a proposito di Hegel scriveva: "Da ogni pagina, da ogni riga traspare la preoccupazione di abbindolare e di ingannare il lettore, e ora di sbalordirlo facendogli impressione, ora di assordarlo con frasi incomprensibili" e non aveva tutti i torti). Uomo poco incline ad amare l'umanità, aveva però concepito in accordo con il suo sistema una sorta di compassione universale per il faticoso compito che vedeva impegnati gli uomini a lottare gli uni contro gli altri sulla spinta di una volontà a cui non si potevano sottrarre, sicché il migliore modo di vivere, secondo lui, era di smettere il più possibile di dare retta alla Volontà concettualizzandola e considerandola dall'esterno sotto l'aspetto dell'eternità. E qui risultava evidente il legame con l'antica sapienza orientale che prendeva le mosse dalle sue amate Upaniṣad e dai precetti del buddismo: la vita intesa come stato negativo, origine di tutte le tribolazioni, la necessità di liberarsi dalla volontà per smettere di girare nella ruota del saṃsāra, e cioè il mondo terreno, la vita materiale eppure illusoria permeata di dolore e di sofferenza. Amante della solitudine e dei cani, misogino e ateo irriducibile (l'entità su cui poggia il mondo è malvagia), riserverà per le donne parole meno crudeli in vecchiaia, quando sull'onda del tardivo riconoscimento il suo giudizio verrà addolcito dalla ritrovata compagnia femminile che lo spingerà ad affermare, ritrattando, che anche le donne sono dotate di acume e di capacità di altruismo. Suonava Rossini al flauto.

domenica 21 luglio 2019

Ho comprato le mie prime due polo di Sergio Tacchini, un investimento, sull'etichetta recano le indicazioni di manutenzione: lavare solo in fase di luna calante, stendere in quadratura con Vergine e Pesci, stirare al rovescio pronunciando la formula del quadrato del Sator; sullo sfondo, la maledizione di mia madre: “le hai prese giuste giuste, si restringeranno quando le lavi”, mi toccherà darle ai poveri.
Diciamo che Salvini-Conte-Di Maio è un ménage à trois dall'esito un po' scontato, Salvini è quello che chiude il trenino.

sabato 20 luglio 2019

Anch'io non credo che gli uomini siano mai andati sulla luna ma a differenza dei complottisti comuni credo che le immagini siano state girate non da Kubrick ma dai fratelli Vanzina.

giovedì 18 luglio 2019

La morale ha origini unicamente fisiologiche: se tutte le piante fossero per noi velenose il vegetarianesimo sarebbe una pratica suicida, se fossero fertili solo i rapporti fra consanguinei l'incesto non sarebbe considerato un tabù ma una virtù, e ancora, se il fumo facesse bene alla salute venderebbero le sigarette in farmacia. Tutto questo però non deve andare a giustificare gli atti impuri: lasciate in pace le cugine, non fumate, mangiate tante verdure.

mercoledì 17 luglio 2019

Auto da sogno: la Fiat 128

[altrove mi impegno a portare avanti una piccola produzione satirica di cui quello che segue è un modesto contributo, mi scuseranno gli esimi lettori ma non si può vivere di sola accademia]

Mentre tutto il mondo era rivolto col naso all’insù a guardare il potente Saturn V spedire i primi uomini sulla Luna, l’avvocato Agnelli guardava il dito e ne approfittava per lanciare la rivoluzionaria Fiat 128 che presentava soluzioni tecniche davvero avveniristiche per i suoi tempi, quali, per esempio, le portiere che si aprivano, le ruote che giravano, i fanali che si accendevano, insomma, una vera e propria rivoluzione nel campo della motorizzazione civile. La 128 montava un nuovo 4 cilindri in linea di 1116 cm³ capace di sviluppare la formidabile potenza di 55 CV, con albero a camme in testa azionato da cinghia dentata in gomma che comandava direttamente le punterie senza interposizione di bilancieri (Fonte: Wikipedia). La velocità massima dichiarata era di ben 140 km/h, volava.

Da Wikipedia: “La “128” ottenne subito un notevole successo di vendita in tutta Europa, anche aggiudicandosi il premio di Auto dell'anno nel 1970. Narra il designer Giorgetto Giugiaro che, recandosi a Wolfsburg per presentare i bozzetti del disegno della futura Golf, vide nel reparto progettazione Volkswagen una “128” completamente smontata; i tecnici tedeschi ritenevano infatti che la berlina Fiat fosse il miglior esempio di “auto medio piccola” moderna, alla quale ispirarsi per lo schema tecnico”, insomma, ce la copiavano anche i tedeschi (che all’epoca erano ancora rintronati dalla guerra). 

In Russia la Fiat 128 venne commercializzata col nome di Zastava 101, che ancora oggi si possono ammirare su Youtube riprese dalle dashcam nelle compilation “Meanwhile in Russia”.



Arrivederci alla prossima puntata di Auto da Sogno dedicata alla Prinz NSU. 
Vediamo quanto la menano con questo russiagate, altrimento detto Moscopoli, come se non gli facessero un favore ai leghisti di essere i cocchi di Putin, quelli se l'appuntano sul bavero della giacca come i distintivi degli scout, distintivi di capo e capovice squadriglia, quadrante sud-occidentale. Possibile che con tutti i libri che hanno letto sugli operai quelli del gruppo editoriale Espresso - fondatore Carlo Caracciolo, 9º Principe di Castagneto, 4º Duca di Melito - del poppolo continuino a non capirci una mazza?

martedì 16 luglio 2019

Dice: Il missile scoperto ieri a Torino era destinato a me. Ok, ma era un aria-aria, e dove stava il Tornado per lanciarlo? Ci vuole il Tornado, qualcuno ha visto in giro un Tornado? Uscite il Tornado per la Madonna!

lunedì 15 luglio 2019

Perché mi sono messo a scrivere di politica? Ma perché quelli che ne parlano sono di una noia mortale, me la racconto io la politica, a modo mio, che mi diverto di più. Prendi Giovanni Floris, quando iniziava Dimartedì, alle 21:15? Ecco, già alle 21:16, siparietto satirico o meno, un torpore spesso come un budino mi avvolgeva i centri della cogitazione, e tenete presente che domenica sono riuscito a vedere il Gran Premio di Silverstone fino quasi a metà, voglio dire, ho una certa tenuta se mi ci metto.

domenica 14 luglio 2019

L'uomo senza velleità

Sull'Atlantico un minimo barometrico avanza in direzione orientale incontro a un massimo incombente sull'Europa, e non mostra per il momento alcuna tendenza a schivarlo verso nord. Le isoterme e le isòtere si comportano a dovere. La temperatura dell'aria è in rapporto normale con la temperatura media annua, con la temperatura del mese più caldo come con quella del mese più freddo, e con l'oscillazione media aperiodica. Insomma, stasera mettono pioggia. La domenica trascorre placida e oziosa, poca gente in giro e anche la musica esce ovattata dal bar all'angolo, sfornito di clientela. Un uomo mangia noccioline seduto sotto la tettoia della pompa di benzina, questo però in un quadro di Hopper. Allora facciamo che un uomo parla al cellulare davanti al negozio della TIM (non si può più essere poetici nell’era del 4G). Non so cosa fare, quasi quasi mi faccio uno shampoo. Scende l'acqua, scende, scroscia, calda, fredda, calda… giusta. Shampoo rosso, giallo, quale marca mi va meglio?… Questa. Poi una bella doccia, un bel cambio di biancheria, le mutande grigie, quelle larghe. Dopo la doccia… mangio. Dopo mangiato… leggo. Stasera ci vorrà il lenzuolo. Ah! Come lavorerò bene quest’estate con tutti questi fatti, ho l’infinito in cartellone.

[disclaimer: ho rubato a Musil l'incipit de L'uomo senza qualità e una canzone a Gaber, sul finale Carmelo Bene]

venerdì 12 luglio 2019

Una giovane madre attraversa la strada spingendo una carrozzina, in mano l'immancabile telefonino che avvicina alla bocca un po' di sbieco (registra un messaggio vocale), veste un completino nero molto attillato, short inguinali e camicetta scollata, le gambe oscenamente nude, come del resto già da un pezzo è in uso, ahimè, fra le ragazzine. Ora io mi domando, e vi domanderete anche voi, come possono madri acconciate a tal maniera trasmettere ai figli quei valori morali che andranno poi a formare il carattere di una nazione, e per fortuna che al ministero della famiglia è appena sbarcata una comasca doc, la nostra validissima Alessandra Locatelli, la quale avrà il difficile compito di trasformare un paese a vocazione balneare in un virtuoso cenacolo di madri e di patrioti, a lei va il nostro più grande e sincero in bocca al lupo. (sia detto qui, a mo' di liberatoria, che ogni giudizio estetico espresso ha un intento essenzialmente tecnico, se indulgo con dovizia di particolari sull'abbigliamento femminile è solo per trarne considerazioni di carattere sociologico).
Come diceva Bukowski, il cui cervello alcolico si era da tempo accostato a quella vacuità che affila i concetti e rende essenziali i giudizi, "la differenza fra Democrazia e Dittatura è che in Democrazia prima voti poi prendi ordini; in Dittatura non stai perdere tempo a votare". Oggi che la democrazia si riduce perlopiù a quello stile di vita che permette di giocare coi cellulari e di iscriversi a Instagram non ci sarebbe nemmeno più bisogno di allestire tutta la variopinta sarabanda delle elezioni, come del resto ci insegnano i compagni cinesi, se non fosse che tale sarabanda costituisce ancora per l'occidente una tradizione imprescindibile al pari del Dirndlkleid e del Kilt, anche se sempre più svuotata di senso e di significati: in futuro saremo democratici senza democrazia.

giovedì 11 luglio 2019

Ci risiamo, ogni volta che devo fare gli esami del sangue vogliono anche la mia pipì nel barattolo, gente schifosa che per amor della scienza ti infilerebbe i diti dappertutto, pure nel... lasciamo perdere: dio è morto. Che un gentiluomo di campagna sia costretto ad aggirarsi per il borgo con un contenitore pieno della sua urina in una busta è il segno evidente di questi tempi che hanno perduto ogni rispetto per l'uomo e per le buone maniere, e poi si lamentano.

mercoledì 10 luglio 2019

Una domanda viene sollevata da più parti: dove sono finiti gli intellettuali? Mah, qualcuno al mare, qualcuno ai monti, alcuni in casa con il ventilatore puntato sui piedi, altri, i più fortunati, in televisione con l'aria condizionata. Ma non incidono più sulla società? La domanda è mal posta: è la società che incide sugli intellettuali, troppo ben pasciuti perché sentano il bisogno di rovesciare i tavoli, se non incidono significa che in fondo va benone così.
Quel libricino che sto leggendo, “Il pensiero politico della destra”, stampato nel 1996, è di Michele Prospero, che oggi ritroviamo come responsabile culturale di Sinistra Italiana. Parte da de Maistre per proseguire con Antonio Rosmini e arrivare a Nietzsche e Schopenhauer. Ecco, Nietzsche e Schopenhauer. Schopenhauer di destra? Inequivocabilmente, perché avrebbe volentieri dato il suo binocolo ai militari impegnati nella repressione, perché disprezza il popolo definendolo “plebaglia scatenata”, non ultimo, aggiungo io, perché ha fatto ruzzolare giù per le scale una vecchietta. Nietzsche di destra? Be', sì, però, bisogna distinguere... Nietzsche sarebbe ascrivibile alla sinistra per la parte che riguarda la critica all'apparto morale cristiano-borghese. Certo, disprezza il socialismo e ogni forma di impresa solidale però occorre sottrarlo alle grinfie di chi vorrebbe costringerlo “entro il corto circuito del pensiero totalitario”. Insomma, ancora nel novantasei Nietzsche godeva di un migliore ufficio stampa.

De Maistre

Mi affascina la figura di Joseph-Marie de Maistre, nato in Savoia, allora Regno di Sardegna, il primo di aprile del 1753 (ma non si tratta di uno scherzo), prototipo di tutte le destre reazionarie (reazionarie perché reagiscono alla rivoluzione francese), critico con la restaurazione perché a suo avviso troppo morbida con i rivoluzionari, promotore di un ritorno alla piena autorità papale contro l'eresia della modernità. Sulle enciclopedie viene tacciato di “ultramontanismo”, cioè coloro che si trovano al di là dei monti, come i protestanti definivano quelli che abbracciavano le ragioni della chiesa cattolica romana. I principi della rivoluzione, e quelli della riforma protestante, sono per de Maistre il peccato che allontana dall'ordine politico e sociale voluto da Dio:

“Il mostro tricefalo della modernità che comprende la ragione, la rivoluzione, l'individualismo, gli appare come il prodotto di un grande complotto. Con Locke e Bacone comincia «la più terribile congiura che sia stata fatta contro la religione e contro i troni». La grande follia della ragione rende tutti gli ordinamenti provvisori, sottopone ogni dogma religioso a obiezioni cui è difficile rispondere. Per questo occorre respingere la ragione «come un'avvelenatrice» che mina la felice consuetudine per cui «spetta ai prelati, ai nobili, ai grandi ufficiali essere i depositari e i guardiani delle verità conservatrici». (Il pensiero politico della destra, Michele Prospero, citando lo stesso de Maistre)

Torna utile, il de Maistre, in questa odierna battaglia contro lo spauracchio dell'islamismo e dell'invasione africana, fra omaggi un po' furbetti alla Madonna e appelli accorati alle comuni radici giudaico-cristiane, de Maistre ritorna perché il problema dell'ordinamento stabile della società si riaffaccia ogni volta che sopraggiunge un pericolo che lo mette in discussione e la sola fratellanza fra i popoli ridiventa un concetto troppo vago e incerto per dare pace all'animo spaurito. Il guaio della ragione lasciata senza briglie è che vola troppo alto e perde il contatto con le ragioni delle viscere, la paura dell'estinzione smuove sul fondo tutta la fanghiglia delle inquietudini ancestrali, per cui si può ben dire che anche l'odierno populismo, a suo modo, è un restare umani, troppo umani.

lunedì 8 luglio 2019

Non si tratterebbe né di accoglierli tutti né di affondare le navi, se non fosse che la cortina fumogena dello scontro politico ha ormai completamente oscurato i termini della questione e un problema che necessiterebbe di calma e di sangue freddo finisce invece per essere alla mercé delle isterie e del sangue al naso. E non è nemmeno un problema peculiare del temperamento latino, ovunque, anche alle più anglosassoni delle latitudini, l'isteria ormai la fa da padrona, perché è l'uomo, qua, che ha paura, perché se la porta appresso come le piattole, sicché si potrebbe dire, come lo Schopenhauer, che la vicenda umana è davvero quell'episodio infruttuoso che viene a sconvolgere la beata quiete della non-esistenza, senza timore di essere smentiti. Ritornando al concreto: non c'è un diritto di migrare in Europa in nome di fantomatici valori universali così come non c'è l'invasione degli ultracopri paventata dai nazionalisti e dai dieghi fusari dei piani kalergici allestiti in gran segreto dai giudei naso-adunchi padroni delle Ong, trattasi di due forme complementari di errore.

domenica 7 luglio 2019

Di Pirandello (sto leggendo il Mattia Pascal) e della produzione artistica siciliana in generale salta subito all’occhio questa cosa per cui dove c’è una donna, e malauguratamente anche un uomo, lì c’è pure una tresca, o quantomeno si dà adito a un sospetto, a un pettegolezzo, senza riguardo per il vincolo di parentela: zii, cugini, nipoti, nessuno è al sicuro, tanto meno le nuore, un gran fiorire di figli illegittimi cresciuti più o meno inconsapevolmente dai cornuti, veri scemi del villaggio. Scorre il testosterone a fiumi nella Trinacria, rischiosissimo far cadere la saponetta, si cammina rasente i muri, si aggirano perennemente affamati prototipi dell’uomo buzzanchesco con l’occhio lungo e la mano lesta.

sabato 6 luglio 2019

Non faccio in tempo a mettere la chiave nella toppa, carico di spesa, che squilla il citofono, prendo e dall’altra parte mi giunge una domanda: “Buongiorno, mi chiedevo se lei ritiene che siano colpa di Dio tutte queste cose brutte che succedono al mondo…”. “No”, dico io rassicurante, “non è colpa di Dio… mi scusi, sa, ma devo mettere via la spesa, salve”. Non me la sono sentita di dare la colpa a Dio, poveretto.
Un esempio pratico di incomprensione nella società di oggi: ha preso piede, qui a Como, una particolare figura di migrante operoso, il migrante spazzino. Ansiosi di mostrare le proprie buone intenzioni, non si limitano più a chiedere la monetina ma armati di ramazza e paletta si mettono a ripulire strade e marciapiedi chiedendo in cambio un lavoro. Senonché la loro alacrità è talmente operosa che arrivano sovente a spazzare i piedi dei clienti che entrano ed escono dagli esercizi commerciali, e si sa, chi viene spazzato sui piedi non si sposa. Non solo, a fine lavoro il marciapiede si riempie di sacchettini della spazzatura tirata su senza alcun criterio, sicché i sacchetti devono essere riaperti e passati al vaglio dei netturbini ufficiali che ne suddividono ulteriormente il contenuto a norma di raccolta differenziata. Ieri un esercente si è messo a urlare contro il povero migrante: "Hai rotto i coglioni! Via di qua, non ti voglio più vedere!", così una buona intenzione finisce per non centrare lo scopo che si era prefissa.
Allora abbiamo appurato che in natura non esistono diritti in sé e per sé, che il diritto è un concetto introdotto dalle attività umane e come tale non esprime valori costanti, che non esiste un diritto alla vita in sé, un diritto a nutrirsi in sé, un diritto a migrare in sé, ma solo l'atto del vivere, l'atto del nutrirsi, l'atto del migrare, sicché la pretesa del pensiero illuminista-razionalista, quella di esprimere attraverso il progresso della ragione dei valori assoluti e non negoziabili, non può mantenersi all'altezza dei suoi propositi, seppur lodevoli. Questo è certamente un guaio per tutte le Carole del mondo ma la verità, per tanto terribile che sia, bisogna pur dirsela. Provate a concepire un uomo solo davanti alla natura che urla al mondo: "io ho diritto di vivere!" e vi risulterà evidente tutta la ridicolaggine della questione. 

venerdì 5 luglio 2019

Moglia, quattro case sparpagliate sulla riva destra del Po, una chiesa, un campetto e un caseificio che si occupava anche dei maiali. Con ventimila lire andavo a comprare un etto di prosciutto, mi davano il resto in caramelle. Ero pieno di caramelle, le seminavo per strada come Pollicino, biondo che non sembravo nemmeno io, con le gambette secche che spuntavano dal pantaloncino largo come un mutandone, impossibile perdersi. Avevo le ginocchia costantemente grattate dal rovinoso impatto con il selciato in cemento, delle ellissi perfette, da manuale di geometria. Perché era arrivato il cemento a civilizzare la campagna e una gettata di cemento era allora considerata l'accessorio indispensabile per fare di un cortile di zotici una contrada signorile, rovente d'estate, scivolosa d'inverno, ma che teneva lontana la polvere e permetteva di mantenere lustre le piastrelle del salotto. La cugina di mia nonna, donna di un senso della pulizia impeccabile, per non sporcare la cucina spignattava nel garage e in casa sua si entrava solo muniti di un permesso speciale. Mai ebbi la fortuna di essere introdotto nel mausoleo, mi immaginavo quella casa come un Taj Mahal, lucido come uno specchio, rappresentazione ideale del concetto stesso di pulizia. Lavava anche il selciato di fronte a casa, con la varechina, con una spazzolina grattava via il muschio attorno ai vasi, sicché d'estate, in pieno sole, quel selciato si poteva distinguere anche dallo spazio, più luminoso del lago di Garda. Questa cugina la si poteva vedere camminare coi calzettoni di lana anche d'estate, "perché c'era un po' d'arietta...", era sommamente ipocondriaca e ci manteneva costantemente informati sul colore e la consistenza delle sue feci, quasi fossimo noi degli analisti di laboratorio, e dei bruciori della sua "passerina", come fossimo anche degli urologi. Io rimanevo un po' stranito da tutti quei dettagli, universi sconosciuti che nemmeno avrei voluto conoscere. Ci andammo anche al mare con questa cugina e ci mancò poco che non si portasse appresso lo scialle di lana. Tuttavia era simpatica. Tutta un'altra cosa era la signora G..., donna molto devota, sempre incipriata e profumante di talco come una bambola, che aveva i piedi così gonfi che le uscivano dalle scarpine come dei soufflé, giacché era così trattenuta nei modi che si era messa a trattenere anche i liquidi. Però faceva un delizioso tè al limone, dolcissimo, con talmente tanto zucchero dentro che era sempre lì lì per tramutarsi in budino. Da piccolo mi portava a messa e magari in cuor suo pensava di avermi salvato dalla perniciosa influenza del nonno comunista, macché, ma al mondo l'importante è vivere sereni e mi fa piacere di non averle dato questo dispiacere. Il barbiere faceva in tutto due tagli, corto e a scodella.