martedì 28 febbraio 2023

A proposito di Giorgia Meloni

Due parole su Giorgia Meloni. Chi si ricorda la gloriosa epopea dei blog e degli aggregatori di blog si ricorderà di Tocqueville, la piattaforma di blog di destra e di ultra-atlantisti filoamericani, e su Tocqueville periodicamente si pubblicizzava Atreju, il festival dei giovani di destra organizzato proprio da Giorgia Meloni (Atreju, il protagonista de La storia infinita di Michael Ende, "volendo richiamare la sua volontà di lottare contro il Nulla che avanza, dal punto di vista filosofico e morale"). Quando in campagna elettorale si usava l'argomento del filoputinismo di Giorgia Meloni io non ci prestavo attenzione, mi sembrava argomento fiacco visto il comprovato filoatlantismo della nostra. Più che altro Giorgia Meloni sa cogliere le opportunità, che è una grande dote politica senza la quale, in politica, non si arriva da nessuna parte. Io vi dico sinceramente, e non è una battuta, che al di là dei proclami urlati dal palco (sono una donna, sono una mamma, sono cristiana), se vi fosse un effettivo ritorno di utilità, su alcune questione Giorgia Meloni saprebbe scavalcare a sinistra perfino Schlein, che di sinistra ha giusto la patina dettata dal galateo woke e progressista che va tanto di moda in questo momento.

Vittoria dell'apparato sul demos

Quando parliamo di declino sistemico della democrazia poniamo implicitamente un'epoca d'oro in cui si poteva dire che la democrazia fosse pienamente realizzata, questo è fuorviante, in quanto si tratta più di analizzare lo scarto sempre presente fra l'ideale e la concreta realizzazione dell'ideale. La cultura occidentale, quella europea e nordamericana in primis, mena vanto di essere la più genuina custode dei valori democratici, e allora qui si tratta di comprendere quanto questa ostentazione sia effettivamente fondata. In una democrazia che si rispetti la voce del demos dovrebbe avere un peso decisivo (demos-crazia), mentre noi assistiamo nei fatti a una riduzione del peso dell'opinione popolare che viene perlopiù indirizzata dai suoi rappresentanti dentro schemi ritenuti più adeguati. Questi schemi ritenuti più adeguati sono quelli dettati principalmente dalle tecniche, economiche e non, che lungi dall'assumere un semplice valore politico, e quindi opinabile, soggette a cambiamenti di indirizzo, assumono sempre più la valenza di esigenze imprescindibili. Fatta la tara a tutta l'opera di persuasione politica e di ammaestramento delle masse, rimane l'impressione, ed è qualcosa di più che un'impressione, che l'apparato, indipendentemente dalla volontà dei suoi interpreti, abbia fagocitato il demos, e questo si traduce in una disaffezione diffusa e sconsolata per l'istituto della democrazia che contribuisce ad accelerarne il declino.

lunedì 27 febbraio 2023

Che brutta fine, compagni

Volete essere davvero di sinistra? Allora proponente una casa di proprietà per tutti, un reddito universale senza eccezioni, una redistribuzione scientificamente equa della ricchezza. Come dite? Che non è possibile, che è pura utopia, che non ci credete nemmeno voi? Be' allora non siete di sinistra, siete ordoliberisti o impiegati statali. Non mi vorrete mica dire che nell'impossibilità di rovesciare il capitalismo avete ripiegato sulle parrucche rosa e le battaglie sui pronomi?... ah, ok: avete ripiegato sulle parrucche rosa e le battaglie sui pronomi. Che brutta fine, compagni.

Tramonto della democrazia

La democrazia diventa sempre più un'ideologia vuota, un galateo che permette scelte prese sempre meno democraticamente. Dicono sia l'unica via, e poniamo che sia vero, ma se quest'unica via democratica, approfittando del fatto che sia l'unica, degrada sempre più in senso antidemocratico, finiremo di crederci democratici anche se non lo siamo più. La democrazia tramonta non solo per la scarsa qualità dei suoi interpreti (un sintomo, più che una causa), la democrazia tramonta perché le questioni su cui chiama a decidere i suoi elettori sono sempre più tecniche e sempre meno delle vere scelte, anzi, sono piuttosto dei passi necessari da compiere all'interno del meccanismo imprescindibile dello stato-nazione e delle entità sovranazionali. Una sola politica economica, una sola politica estera, una sola ipotesi di alleanza, le scelte sono sempre più fittizie, gli elettori sono chiamati ad esprimersi su finte alternative. Impossibile per un paese uscire da un sistema sempre più avvolgente, le varie ipotesi di exit sono di fatto impraticabili. Una sola scelta sarà giudicata come giusta, e le democrazie assomiglieranno sempre di più alle elezioni dei soviet, dove i candidati potevano darsi battaglia all'interno di un'unica e imprescindibile idea di società. Posizioni statali protette e debitamente remunerate, del resto, non fanno che alimentare una vasta clientela, intesa qui nel senso antico, e la democrazia potrà dunque continuare a tramontare senza che nessuno o quasi se ne dia pensiero. Se la democrazia si riassume nella libera scelta degli elettori, lo spazio della scelta sembra sempre più restringersi, riducendo la libertà a una questione di forma.

domenica 26 febbraio 2023

Diritti molto poco universali

Nulla garantisce l'universalità dei diritti umani, anche quando ero un convinto attivista ho sempre avvertito l'abisso della mancanza di argomenti solidi che ne giustificassero la validità universale. È un dispiacere rendersi conto che il diritto umano, per quanto lo si voglia dire universale, è soggetto al tarlo del relativismo. In quanto "concezione filosofico-politica accolta come fondamento giuridico dalle Costituzioni moderne" il diritto umano non riesce a mantenersi all'altezza delle sue intenzioni, in quanto "concezione", cioè ideazione fra le ideazioni, e in quanto "accolta", cioè concessa, accordata. Per tentare di renderlo più saldo, il progressista di solito tenta di dimostrare come il diritto umano sia emanazione stessa della ragione, ragione che è diventata l'ultima deità spendibile dopo l'arretramento delle narrazioni religiose, ma la ragione è un concetto ampio e l'argomento rimane zoppo (ragione di cosa? L'uomo nasce come vivente fra i viventi, attribuirgli un diritto superiore rispetto ai moscerini o all'ortica selvatica è già conseguenza di un'elaborazione intenzionale del significato di "uomo"). Il diritto umano, dunque, non solo rappresenta qualcosa di provvisorio, ma è soggetto a un'infinità di deroghe che di fatto lo riducono a garanzia violabile, a un caso speciale del diritto che viene riconosciuto a fasi alterne e sull'onda emotiva, e quindi tutt'altro che universalmente.

sabato 25 febbraio 2023

Rumble in the jungle

Permane l'idea, nell'epoca della pax europea e americana, che i confini degli stati siano inviolabili e che eventuali cambiamenti siano da evitare ad ogni costo, per una questione di galateo, principalmente, figuriamoci l'invasione dell'Ucraina, decisa da una potenza rozza e villana adducendo motivi di dubbia legittimità (potrebbero invaderci anche noi a questo punto, adducendo la scusa di liberarci dai fessi che ci governano, al che noi potremmo ribattere: d'accordo, sono fessi, ma sono i nostri fessi, non avete il diritto di interferire). Forse sarebbe il caso di prendere coscienza che il diritto di uno stato ad esistere dipende ancora, nel 2023 d.C., dalla forza con la quale riesce ad imporlo, che sia la forza delle relazioni internazionali o la forza bruta dell'esercito, e che dietro alla pace dal volto gioviale c'è sempre uno scimmione armato fino ai denti pronto a far valere il diritto con le cattive, quando le buone non conducono alla persuasione. Quante a me, se lo volete sapere, le guerre si dovrebbero combattere a colpi di teghe sui denti, in un unico incontro fra capi di stato da tenersi in territorio neutrale, vedi come si ridurrebbero all'istante a più miti consigli, altroché.

giovedì 23 febbraio 2023

Il libero arbitrio è un'interpretazione della realtà, non esiste infatti evidenza che le cose possano accadere diversamente da come accadono, esiste, è vero, l'anticipazione delle possibilità, ma l'anticipazione è un'immagine del fatto, non il fatto in sé. La libertà è più un fatto culturale che un dato oggettivo, la nostra vita è organizzata sul presupposto che le cose siano libere di accadere, o che accadono in forza di una volontà, ci sembra più sopportabile e degna una vita che siamo liberi di indirizzare, diversamente ci sentiremmo in gabbia, abbattuti e impotenti in una civiltà che ha fatto del potere di governare la realtà la sua ideologia fondamentale. Certo, tocca precisare che pur mostrando che le cose accadono per necessità, la battaglia per la liberare gli uomini dal giogo dell'oppressione è pur sempre una battaglia degna da combattere, solo che sarebbe forse d'aiuto comprendere come sia una follia darsi tanto da fare per opprimersi e per combattersi quando in realtà siamo condotti da altro, dalla legge del mondo, e non siamo invece noi a condurre le danze. A pensarci bene siamo tutti ossessionati dalla possibilità di piegare le cose alla nostra volontà, una cosa che i filosofi, drammatizzando un po', chiamano "volontà di potenza", volontà di avere potere, di avere presa sulle cose per averne un ritorno di utilità. Se al riguardo ci dessimo tutti una calmata sarebbe forse un inizio, l'inizio di una vita nuova e foriera di cose meno crudeli e penose. Vasto programma.

I sofisti

Non ha torto chi pensa che abbiamo barattato la verità per la capacità di avere ragione, il mondo così è diventato un ring senza né capo né coda in cui vale come verità soltanto la voce più strillata. Ma il consenso non equivale alla verità, il sentimento comune non coincide per principio con ciò che è giusto, la persuasione è già di per sé un atto sleale che dietro alle lusinghe nasconde gli scopi meno nobili. Si è d'altronde perso l'uso del ragionare autonomamente, vuoi per pigrizia, vuoi per mancanza di mezzi (o forse non è mai stato veramente in voga). Ci si accontenta di campare, prima di tutto intellettivamente, pensieri troppo sgradevoli non devono turbare la normale consecuzione delle sciocchezze che ci riempiono la giornata, sicché la verità giace sconsolata in un angolino dove non passa più nessuno, e anzi è compatita e derisa, come una vecchia. Forse aveva ragione Zeno a dire che ci meritiamo l'ordigno ("Ci sarà un'esplosione enorme che nessuno udrà e la terra ritornata alla forma di nebulosa errerà nei cieli priva di parassiti e di malattie").

venerdì 17 febbraio 2023

Sotto la minaccia di un'irruzione polare

Nemmeno più una bella giornata ci possiamo godere in santa pace, le temperature sono miti, è vero, l'aria è primaverile e il sole irradia tutt'intorno un delizioso teporino, però poi compio l''errore fatale, mi dico: "ma vediamo cosa mettono nei prossimi giorni" e vengo risucchiato immantinente nel gorgo infernale dell'apocalisse metereologica: "Pioggia e neve tornano entro fine Febbraio, le previsioni meteo confermano l'irruzione polare", "Marzo, sarà un maledetto avvio di Primavera! Ora vi diciamo perché rischiamo tanto...", "Riscaldamento Stratosferico! Il Meteo dell'Inverno può ancora venire stravolto, vediamo perché". Sì, oggi è una bella giornata, ma ogni grado in più del previsto è colpa dell'uomo, non sottraiamoci alle nostre responsabilità, è gradevole l'aria primaverile e il teporino e tutto il resto, ma la cosa puzza, che cosa ci sarà sotto? Il caravanserraglio permanente dell'allarmismo pianificato ha preso il sopravvento sul normale corso degli eventi, per vivere serenamente gli ultimi giorni dell'umanità converrà ritirarsi dal mondo e dedicarsi agli studi classici o a passatempi più innocui come la filologia romanza o la trifonia dei mongoli.

martedì 14 febbraio 2023

Poi dice che la gente si disaffeziona

Ho sentito Calenda che minacciava l'intenzione di andare casa per casa, di convincere persona per persona, ci manca solo questo, che venga a suonare alla porta per spiegarci cos'è un vero liberale, fortuna che sono tutte fregnacce. Il nonno faceva dei bei film, ha fatto pure Pinocchio, il Pinocchio con Manfredi e Franco e Ciccio, c'era sempre una certa tendenza all'apologo morale, è vero, ma almeno non era così pedantemente molesto e maestrino come il nipote. Altro grande luogo comune della politica, soprattutto in occasione di una disfatta elettorale, è il ritorno al territorio, il tornare alla gente, il che implica dal punto di vista semantico un precedente allontanamento, e per quale motivo questo doloroso allontanamento su cui poi piangere regolarmente le proverbiali lacrime di coccodrillo? Calenda è uno che ha studiato, un competente di professione, a forza di studiare la teoria si sarà dimenticato della pratica, il suo dice che è un "partito d'opinione" ("partito con un limitato gruppo di iscritti, che si propone essenzialmente di influenzare e orientare l’opinione pubblica", De Mauro), ma allora deciditi: o fai i numeri o lasci che qualcuno traduca in voti il tuo lavoro di influencer. Ecco, appunto, vogliono fare tutti gli influencer, vincere le elezioni da casa, poi a un tratto s'accorgono che c'è pure la gente e cominciano ad interessarsene annunciando grandi reportage etnografici sulle riserve indiane dov'è possibile trovare la gente ancora allo stato brado, tipo i reportage della Riefenstahl sulla cultura Nuba in Sudan. Poi dice che la gente si disaffeziona.

domenica 12 febbraio 2023

Il topos della trasgressività

Ma deve per forza essere trasgressivo l'omosessuale, vestirsi come un Frank-N-Furter pazzo e limonare passanti a caso menando il culo?Questa ossessiva rappresentazione del prototipo "kink-fetish-bdsm" non rende giustizia al gay che beatamente mena la sua vita alla luce del sole senza troppe scene. Quanto è scema e borghesuccia questa idea dell'omosessualità come luogo della depravazione, chissà cosa si immaginano gli etero, che gli omosex prima di fare sesso s'infilano il giubbotto con le borchie e si pizzicano i capezzoli con le mollette, Freddy Mercury look alike. Si credono di fare un dispetto all'autorità, ribaltare i valori della famiglia tradizionale, ma quale famiglia tradizionale che è dagli anni settanta che è caduta in disuso? La famiglia tradizionale sopravvive solo nei sogni erotici di Mario Adinolfi o di chi ha i soldi per comprare la cucina. Una guerra di tutti contro nessuno, la guerra è finita da un pezzo e loro continuano a menarsi a colpi di calzini riempiti a merda.

Here are the young men, the weight on their shoulders

Per fare una canzone di peso devono soffrire dentro, solo che non avendo un dentro attingono a storie d'amore strappabudella o ai loro malesseri esistenziali, ci siamo passati tutti, ci siamo sopportati tutti, va capita anche questa leva artistica del 2002. Madame, per esempio, è fra i talenti più promettenti di questa nouvelle vague, ha anche vinto un Premio Tenco, su internet risulta come "cantautrice", Fanpage offre anche una guida alla lettura esegetica dei suoi testi ("il testo e il significato della canzone a Sanremo 2023"), insomma, c'è sostanza, solo che l'artista mi è crollata sul palco perché non aveva fatto il vaccino, aveva dichiarato il falso e mentre poteva mangiare comodamente seduta dentro ai ristoranti come le persone di riguardo, ai novax come lei gettavano gli avanzi per strada; se non fosse stato per Ama (Amadeus, n.d.r.) che l'ha voluta fortissimamente per le sue doti artistiche sarebbe finita su un marciapiede. E con questo è finito il festival ed è finito il momento vecchio brontolone, alla fine ci sono cascato anch'io, avevo detto che non l'avrei guardato ma poi l'occasione era troppo ghiotta per non estrapolarne dei significati scatologici.

sabato 11 febbraio 2023

Renitenza al commercio

Avevamo molto in spregio Berlusconi perché rappresentava il commercio, la riduzione dell'esistenza ad attività promozionale, poi, è chiaro, anche l'intellò che aveva in odio il commercio doveva pur emergere in qualche modo, la sua ambizione era uguale a quella degli altri, e quindi poco male se finiva pubblicato da Einaudi o Mondadori, anzi tanto meglio, c'erano più possibilità che arrivasse il messaggio, e poi, diametralmente, si era data da tempo al commercio anche la casa editrice che denunciava la corruzione operata sugli uomini dal commercio, e così il cerchio si era chiuso. Oggi l'intellò che chiama alla rivolta è perfettamente calato nella realtà commerciale, all'attività promozionale affianca la denuncia sociale e anzi eleva il glamour a strumento di lotta di classe, posto che la classe a cui appartiene è la più comoda e ben remunerata. Un pacioso rimbambimento delle facoltà rivoluzionarie permette alla società di mutare quel tanto da non disturbare il negozio permanente in cui siamo calati da mattina a sera, "negozio" qui inteso proprio nel suo significato etimologico di negazione dell'otium, e quel commercio che tanto avevamo in orrore alla fine ha permeato tutto, tanto che gli ultimi renitenti al commercio sono diventati oggetto di biasimo anche per i compagni.

venerdì 10 febbraio 2023

Cage aux folles ad eccesso controllato

Sanremo è diventato un caravanserraglio pazzo, soprattutto un serraglio, una cage aux folles ad eccesso controllato sul modello dell'eurovision song contest. Fosse vera anarchia almeno, vera follia orgiastica/dionisiaca, ma figurati, si può mica in prima serata sulla Rai (ma nemmeno su La7, per dire), a questo punto era meglio Colpo Grosso. Se Sanremo è lo specchio della società (specchio e società si rincorrono per ispirarsi a vicenda), allora la società è questo manifesto politico di una liberazione, soprattutto sessuale, tutta di facciata, in cui l'industria, nello specifico discografica, vista la pochezza dei valori in campo, ripiega tutta sulla costruzione dei personaggi, un'infinita teoria di epigoni dei Maneskin e di Achille Lauro. Mapplethorpe con la frusta che gli esce dall'ano, quella sì che sarebbe una performance, ma questi quattro sfessati di trapper che a fine esibizione regalano i fiori alla mamma fanno solo tenerezza, come dei bimbini vestiti da Zorro col mantello nero e i baffetti disegnati sulla faccia.

mercoledì 8 febbraio 2023

Ogni cittadino è chiamato al suo dovere

Specialmente verso i primi di febbraio, in Italia, a noi uomini di ingegno viene richiesta come a tutti la partecipazione al rito collettivo del Festival di Sanremo, soprattutto se ci troviamo calati in un contesto familiare e non invece ritirati nella quiete del nostro eremo celeste a leggere Arturo Schopenhauer. Bisogna solo accettare di indossare una maschera, fare come i giapponesi, che in pubblico offrono una facciata socialmente rispettabile (tatemae), e dentro tengono nascosti i loro veri sentimenti (hon'ne). Io credo che molti dei problemi di socializzazione di noi timidi introversi nascano dal non accettare di indossare questa maschera in pubblico, vuoi per dignità, vuoi per manifesta incapacità di recitazione, vuoi perché vorremmo che in noi l'individuo sociale coincidesse quanto più possibile con quello interiore: non è possibile. Al festival di Sanremo, qui da noi, non ci si può sottrarre, forse abitando all'estero, ma all'estero-estero, che non vale essere di San Marino o Città del Vaticano, siamo tutti coscritti noi residenti dello italico stivale, e chi non partecipa è un disertore, un ladro o una spia, russa, ovviamente. Detto questo, quest'anno proprio non ce la faccio a fare l'italiano, a pipparmi ancora Benigni, gli applausi a Mattarella e tutta l'autocelebrazione farlocca e vanagloriosa della patria (ma quale patria? disse raccogliendo a tulipano le cinque dita della mano destra, altalenando quel fiore nella ipotiposi digito-interrogativa tanto in uso presso gli Apuli), la maschera mi scende, nemmeno a tenerla su con gli elastici dietro alla nuca, quelli che non tirano le orecchie, non ce la faccio, per quest'anno mi chiamo fuori, sono out.

Perché Sanremo è Sanremo

"La «fedele Giuseppina» lo costringeva davanti alla televisione, per vedere il festival di Sanremo. A volte, piangeva, e si vergognava di piangere."

Pietro Citati, Ricordo di Gadda

martedì 7 febbraio 2023

"Epidemia sismica"

Terremoto, scatta l'allarme degli esperti: "Epidemia sismica".

Prima del Covid era "sciame", dopo il Covid è "epidemia" (il giornalista si esprime per suggestioni, la realtà è un prodotto da vendere).

Vasti programmi

Quello che faticosamente l'occidente sta risparmiando in anidride carbonica trattenendo le sue emissioni fossili lo sta vanificando con l'invio di carrarmati all'Ucraina, senza parlare dei razzi, che non vanno certamente a vapore. Una metà del mondo è attualmente impegnata a fare la differenziata mentre un'altra metà a far macerie, e questo in osservanza del principio dall'alto valore filosofico per cui per fare ordine prima bisogna fare disordine. I russi hanno tutta l'aria di non sciacquare nemmeno lo scodellino dello yogurt prima di buttarlo nell'immondizia, prima sconfiggiamo la Russia e la riduciamo a una succursale dell'occidente (una specie di Varadero, ma per le settimane bianche) e prima potremo dedicarci anima e corpo alla salvezza del pianeta. Insomma, solo un'ultima guerrettina al limite un pochettino nucleare e poi finalmente potremo regolare il clima della Terra a nostro piacimento: se fosse possibile regolare la temperatura di Febbraio sui 15 gradi e quella di Luglio e Agosto sui 26/27 sarebbe davvero carino, se poi fosse possibile far nevicare solo a Natale sarebbe veramente wow.

A proposito della farina di grillo

Già oggi nei prodotti dolciari e da forno su base industriale è possibile riscontrare, a complemento dei comuni ingredienti (farina 100% italiana, olio, lievito, zucchero, sale), la presenza di tracce di elementi esotici quali, per esempio, frutta a guscio, latte, senape, soia, pesce, crostacei, nickel e peltro stagnato, insomma, tutto il filotto dei più comuni allergeni che potrebbero dare corso a una causa di risarcimento danni (immagino perché gli stessi macchinari vengono riutilizzati per produrre più varietà di prodotti, dalla crostatina ai mirtilli alle gallette di soia). Un domani ci dicono ormai prossimo potremmo addirittura trovare sugli scaffali dei supermercati pasta e merendine costituite da farine di soli insetti italiani essiccati e macinati naturalmente senza aggiunta di additivi, e fra gli allergeni delle paste trafilate consigliate dagli chef potrà comparire scritta in piccolo la dicitura: "può contenere tracce di grillo". È il futuro, gente, se non addirittura il presente, dirsi schifati dalla cosa non è possibile, si passerebbe per retrogradi* quando non addirittura per novax (infamia delle infamie), adelante, quindi, i costumi, anche è soprattutto quelli gastronomici, si muovono e mutano assieme alla persuasione che è bene che debbano mutare, così vuole l'industria.

* (se oggi si solleva la questione delle farine di grillo come minimo si passa per difensori dei valori della tradizione e sostenitori di CasaPound).

lunedì 6 febbraio 2023

Miserie del giornalismo

"I giornali quotidiani sono la lancetta dei secondi dell'orologio della storia. Questa lancetta, di solito, è fabbricata con metallo ignobile e non indica quasi mai il tempo giusto. Gli "articoli di fondo" dei quotidiani sono il coro che accompagna il dramma dei fatti accaduti. L'esagerazione è il tratto sostanziale del giornalismo, come dell'arte drammatica: bisogna estrarre il più possibile da ogni fatto. Per mestiere, perciò, tutti i giornalisti sono allarmisti: non sanno rendersi interessanti altrimenti. Essi sono come dei cani che abbaiano insistentemente ad ogni minimo rumore. Bisogna considerare questi squilli d'allarme quanto basta per non guastare la digestione. In genere, il quotidiano è una lente d'ingrandimento, ma di solito ciò di cui si occupa non è che un valzer di ombre su una parete."

Arthur Schopenhauer

"Nessun libro classico fu stampato in altri tempi con quella eleganza che oggi si stampano le gazzette, e l’altre ciance politiche, fatte per durare un giorno: ma dell’arte dello scrivere non si conosce piú né s’intende appena il nome."

Giacomo Leopardi

mercoledì 1 febbraio 2023

Tutti a casa (1960)

Che bel film che è Tutti a casa di Comencini (in più ci sono Age & Scarpelli, una garanzia), intelligente, ricco, ben girato, con la consueta comprensione per l'umanità che qui non scade mai nel pietismo, al lordo del gigionismo di Sordi e al netto del giudizio su Sordi di Michele Apicella. Poi il pensiero corre a suo nipote Calenda e ti dici: cos'è successo?