La neve è un fenomeno atmosferico abbastanza conosciuto, si tratta di un tipo di precipitazione in forma di acqua ghiacciata formata da una moltitudine di cristalli aventi base simmetrica esagonale. Le precipitazioni nevose sono testimoniate fin dall'antichità, tanto è vero che già gli antichi greci avevano una loro divinità della neve, Chione, non ne avevano invece una per l'Itterbio, che fu scoperto solo nel 1878. Lo dico per chi ha i nervi già provati dalla pandemia e pare guardare alla neve per la prima volta come si trattasse di una pioggia radioattiva: è un fenomeno del tutto naturale. L'antico cavaliero sfidava la peste a viso aperto, tanto c'era l'aldilà, l'übermensch di oggi, che ha ucciso Dio e dice sì alla vita, se la fa sotto alla prima pandemia e una semplice nevicata gli appare come un segno dell'Apocalisse: è vero che il Covid può annidarsi anche dentro i fiocchi di neve? In tal caso sarà bene mettersi i guanti prima di toccarli.
lunedì 28 dicembre 2020
La neve
sabato 26 dicembre 2020
Il commissario
Un morto sparato in una rapina, niente di nuovo, nessun testimone, nessuna telecamera, nessuno aveva visto o udito alcunché, e non perché fossero tutti istruiti alla legge dell’omertà, che avrebbe almeno comportato un impegno, un indizio di intelligenza seppur indirizzata alla perpetuazione del male, macché, semplicemente ognuno era beatamente calato negli affari suoi: i passanti passavano, i barbieri sbarbavano, nessuno si era preoccupato di udire o percepire lo sparo, confuso com’era fra i rumori della strada, ché a un fattorino, o per meglio dire, a un “addetto alle consegne”, poteva essere sfuggita qualcosa di mano, o poteva essere stata la marmitta di un motorino che a volte scoppietta per motivi forse inerenti a qualche speciale trucco del carburatore, insomma, il morto stava lì per terra, nella sua consueta pozza di sangue, l’assassino svaporato, come un fantasma.
Il commissario arrivò sul posto perché quel morto era toccato a lui, lo faceva per lavoro, e aveva un metodo: lasciava che le cose andassero per conto loro indagando il minimo indispensabile, se le circostanze l’avessero permesso, l’assassino sarebbe stato consegnato alla giustizia, altrimenti pazienza, la vita sarebbe andata avanti comunque, eccetto che per il morto. Con il suo metodo, al limite del menefreghista, aveva comunque risolto più casi dei suoi colleghi che invece si incaponivano a tentare di comprendere, a interrogare i fatti e le persone, quando invece non c’era niente da capire, casomai solamente da prendere atto: a non incomodarla troppo la realtà restituiva sempre un colpevole.
Il morto, dal canto suo, era morto senz’ombra di dubbio, gli avevano sparato un colpo in pieno petto, a breve distanza, questo poteva indicare che l’assassino era un tipo pratico, uno che badava al sodo, oppure che aveva optato per la soluzione più facile. Sì, ma perché sparare? L’assassinato era il proprietario di un negozio, un ferramenta. Non sembrava aver opposto resistenza, la cassa, ancora aperta, era stata svuotata. Preso il denaro non ci sarebbe stato motivo di prendersi anche la briga di premere il grilletto, fatto, questo, che in generale aggrava notevolmente la posizione del colpevole, qualora acciuffato. Il commissario, che di suo non sapeva nemmeno attaccare una mensola, si sentiva a disagio in quell'ambiente pieno di utensili appesi alle pareti, la metà dei quali non conosceva nemmeno di vista. Magari era stato solo un regolamento di conti camuffato da rapina, un depistaggio, ma era ancora presto per dirlo. Lasciò fare ai periti che gli avrebbero poi presentato le loro conclusioni e lui avrebbe dovuto solo indirizzare le cose nella direzione che avrebbero indicato i referti: se il crimine era la patologia, lui sarebbe stato il medico di base.
Per la verità lui avrebbe preferito indagare, come tutti, sul caso Cacchione, o “il delitto di Melania” come lo chiamavano i giornali appropriandosi indebitamente dell’intimità della vittima, come se quella povera ragazza che avevano trovato priva di vita ripiegata come un manichino nella sua vasca da bagno fosse stata la loro amica del cuore. Il caso aveva avuto una certa risonanza mediatica, qualcuno era stato pure intervistato, colleghi, ma soprattutto pezzi grossi della procura che passavano il tempo a fare buchi nell’acqua e che erano comunque balzati agli onori della cronaca quasi fossero dei Montalbano, per non dire Sherlock Holmes. A lui, invece, sarebbe toccato il ferramenta.
[Continuo?]
Santo Stefano
venerdì 25 dicembre 2020
Auguri
mercoledì 16 dicembre 2020
San Gennaro
In un certo modo dobbiamo la fortuna di San Gennaro all'imperatore Diocleziano, croato, riformatore dell'Impero e grande persecutore di cristiani. Senza Diocleziano la Chiesa cattolica si troverebbe oggi di molto sprovvista in fatto di martiri e di santi. Sicché accadde che Gennaro, vescovo di Benevento, fosse messo a morte dalle autorità romane, ma Gennaro era un osso duro e gettato una prima volta dentro una fornace ne uscì praticamente crudo, comprese le vesti nel frattempo divenute ignifughe. Si ritentò quindi condannandolo alla sbranamento a mezzo fiere presso l'Anfiteatro di Pozzuoli, ma le fiere, poste di fronte al vescovo, non trovarono il coraggio di infierire. Sempre presso la Solfatara, ormai disperando di riuscire ad ammazzarlo, si decise come extrema ratio di condannarlo alla decapitazione. La tradizione vuole che durante l'esecuzione Gennaro si fosse portato un dito alla nuca per sistemarsi la benda davanti agli occhi e che proprio in quell'istante il boia calasse il colpo fatale. Questa volta niente trucchi, la lama spiccò di netto il capo del santo, e con il capo anche il dito. Il governatore romano tirò un sospiro di sollievo. Una donna, secondo alcuni di nome Eusebia, si precipitò a raccogliere il fiotto di sangue dentro due ampolle com'era in uso presso le corti quando si faceva il sanguinaccio. Quella stessa notte Gennaro apparve in sogno all'incaricato di raccogliere le sue spoglie mortali chiedendogli gentilmente se era possibile recuperargli anche il dito. Dito, capo e ampolle vennero conservate come reliquie, il resto del corpo tenuto da parte per le occasioni importanti. D'altronde per fare un martire ci
vuole anche un carnefice e dalla fantasia del carnefice dipende
generalmente la fortuna della rappresentazione. Una delle due ampolle è oggi semivuota poiché parte del suo contenuto venne sottratto da re Carlo di Borbone, il quale, divenuto re di Spagna, ne portò un poco con sé come segno di buon auspicio. Successive analisi di laboratorio hanno accertato che il sangue del santo si presenta alla vista di colore rosso cupo tendente al bordeaux, viscoso per la maggior parte dell'anno e liquido preferibilmente in presenza dei fedeli. Prima della performance è buona regola tenerlo un poco vicino al termosifone.
domenica 6 dicembre 2020
Careful Disorder
sabato 5 dicembre 2020
La neve
venerdì 4 dicembre 2020
La morte bianca
martedì 1 dicembre 2020
Fremdschämen
venerdì 27 novembre 2020
Zona arancione
Zona arancione è meglio di zona rossa, come ben sapete io avevo stampato la mia brava autocertificazione, me la portavo anche in bagno: residente in via, domiciliato in via, nato a, il, nell'anno, cittadino modello e amico del popolo, scontati i domiciliari e riconosciuta la buona condotta presto potrò ritornare a circolare a piede libero dalle 5 alle 22. Ora speriamo solo che questo grande esperimento sociale possa finalmente avere un termine, che il vaccino approntato con tanta precipitazione non ci trasformi tutti in animali da cortile - io, nel caso, vorrei essere un San Bernardo - e che gli anziani possano ritornare a morire di depressione com'è nell'ordine delle cose: le pastine delle case di riposo il giusto premio per una vita spesa al servizio del paese.
C'è da fidarsi dei dottori?
C'è da fidarsi dei dottori? Siamo reduci dal secolo breve che ci ha ripetuto fino allo sfinimento che non esistono più assoluti, che tutto è relativo, sembrava che fosse scampata solo la scienza alla meticolosa distruzione degli immutabili, la scienza che ci ha dato gli aerei, i treni a levitazione, le lavatrici classe A+, fatti, non pugnette, e invece siamo qui ad assistere al quotidiano florilegio dei pareri discordanti, alle infinite dispute epistemologiche sulle proprietà dei vaccini: immunizzano/non immunizzano, quanto, come, perché? Boh, chi ci capisce è bravo. Nel dubbio, meglio un dottore che un astrologo, ma sulla capacità di quel dottore di capirci qualcosa non c'è da metterci la mano sul fuoco. E allora qui vedete bene che rientra in gioco la categoria della fede, facciamo a fidarci, non tanto del Signore padrone del cielo e della terra ma del sig. Dottore, che rappresenta la scienza ma non è la scienza, è solo un uomo come tutti gli altri e se capita di finirci sotto devi solo sperare che ti vada bene. (Se a un dottore concedi oggi la patente di opinionista stai sicuro che si divertirà un mondo a spaventarti coi dettagli più terribili che abbia in potere di evocare, ma lo farà per il tuo bene, per levarti il prosciutto dagli occhi, poi ti curerà anche, l'ha giurato a Ippocrate).
giovedì 26 novembre 2020
Secondo i calcoli
Nel 2020, secondo i calcoli, avremmo già dovuto avere l'iperguida e i motori a curvatura ma gli scienziati, che in astratto avrebbero dovuto essere quella progenie di superuomini che ci avrebbe condotti dritti dritti nel Progresso, si sono purtroppo impantanati in questa rovinosa pandemia di cui non si scorge ancora la fine e che ha avuto come più rilevante effetto l'ipertrofizzazione dei loro ego coccolati da mane a sera dai giornali e dalle televisioni, dimentichi della loro missione, calati in una perpetua atmosfera da fight club. Come potrà l'umanità abbandonare il pianeta Terra e colonizzare le zone più esterne della Galassia se la Ragione che illumina le menti rimane attardata in queste zuffe da cortile? I virologi hanno volti poco rassicuranti, non sorridono benigni salutando con la manina come fanno gli astronauti della Nasa, con la conseguenza che i principi della biologia appaiono oggi più falsificabili delle leggi della gravitazione universale, meglio sarebbe mettersi nelle mani di Paolo Fox?
martedì 24 novembre 2020
Filosofi che maltrattavano gli animali
«rinvenendo dei ragni, farli combattere tra loro, oppure, rinvenendo delle mosche, le gettava nella ragnatela e osservava la battaglia con immenso piacere, a volte ridendo».
Si sarebbe tentati di fare lo stesso con le zanzare. Tuttavia anche Cartesio dimostrava un uguale disprezzo per l'intelligenza degli animali nel suo Discorso sul metodo:
«Ed è ancora assai notevole il fatto che, sebbene molti animali mostrino in qualche loro azione un’abilità maggiore della nostra, non ne rivelino tuttavia alcuna in molte altre, per cui quel che fanno meglio non prova che abbiano un’intelligenza, [...] così come un orologio, fatto solo di ruote e di molle, può contare le ore e misurare il tempo con maggiore precisione di quanto possiamo noi con tutto il nostro senno», ma non per questo significa che l’orologio pensi o addirittura patisca.
E Spinoza rincarava la dose nella sua Ethica:
«da qui appare chiaro che la legge di non ammazzare le bestie è fondata più su una vana superstizione e su una femminea compassione che non sulla sana ragione. […] Non nego tuttavia che le bestie sentano, ma nego che per questo motivo non ci sia lecito provvedere al nostro utile e servirci di esse a nostro piacere».
Leibniz, che nel meccanicismo cartesiano fu strenuo oppositore, amava invece molto le bestiole, tutto era vivo nel suo universo, e per non dire di Schopenhuer, legatissimo ai suoi barboncini, che a proposito del filosofo dell'Ethica scrisse: «non sembra che egli abbia mai conosciuto i cani», e ci ricorda una massima spagnola: Chi non ha tenuto con sé un cane, non sa cosa sia amare ed essere amato. Conseguente giudizio lapidario su Spinoza:
«Per tutti questi motivi l'Ethica di Spinoza è una continua mescolanza di falso e di vero, di cose degne di ammirazione e di altre meschine».
E conoscendo la penna velenosa di Schopenhauer gli è pure andata bene.
venerdì 13 novembre 2020
Ultime dagli States
giovedì 12 novembre 2020
Il mio Dio è più potente del tuo
mercoledì 11 novembre 2020
Spinoza
"Spinoza non mangiava praticamente nulla, si cibava prevalentemente di avena, come i cavalli, alla sera cenava con una zuppa d’avena con un po’ di burro e di giorno si accontentava di una farinata d’avena con un po’ d’uvetta. L’avena possedeva quelle proprietà diuretiche e lassative che gli permettevano di condurre una vita sana e regolata, sia dal punto di vista del corpo che da quello dello spirito, i quali non sono altro che i principali attributi della medesima Sostanza, cioè Dio. A motivo di questa coabitazione in Dio del corpo e dello spirito – Res cogitans e Res extensa – Spinoza si attirò l’accusa di empietà, perché se Dio è la Natura, e viceversa, allora sono Dio tanto l’uomo quanto le cose più immonde a lui correlate, e viceversa."
"Ma il Male, così come il Bene, non ha un valore in sé, è solo una nozione, un’opinione che ci formiamo sulle cose: tutto procede secondo un ordine stabilito dalla divina necessità, quel che accade non si giudica, si comprende."
martedì 10 novembre 2020
Negare sempre
lunedì 9 novembre 2020
Presentimento
Jill Biden e la cugina di Messina
È cambiata anche la narrazione da Melania a Jill. Jill Biden, lo dice Wikipedia, è una santa e benefattrice, "filantropa", come Rockefeller. Melania, invece, per tanto che si spenda per i bambini resterà sempre la modella che ha sposato il miliardario sbagliato. Jill invece ha pure la cugina di Messina che la invita a casa sua ma in cambio di un favore: “Se venisse qui
con il Presidente chiederei una mano per il lavoro: qui non c’è
nulla”. Ci si chiede che potere di persuasione possa avere Jill Biden sui locali centri per l'impiego, ma visto che stiamo parlando di filantropi tutto è possibile: Signora Caterina, lei come sta messa con l'inglese?
domenica 8 novembre 2020
Cronache dal lockdown
sabato 7 novembre 2020
Honours of war
venerdì 6 novembre 2020
Concession speech
giovedì 5 novembre 2020
Nevada
Il Nevada, tolta Las Vegas, è quattro case e un forno. La sua capitale è Carson City la cui popolazione è di 55274 abitanti al censimento del 2010. Stanno ancora finendo di contarli. Deve il suo nome al leggendario avventuriero Kit Carson il quale venne incaricato dal governo federale di occuparsi degli Apache e dei Navajo uccidendone tutti i maschi e stuprandone tutte le femmine ma lui, da uomo saggio ed equilibrato qual era, si limitò a pestare loro gli occhiali e incendiargli tutti i tepee. Grande paese l'America.
martedì 3 novembre 2020
Election Day
In America si vota a novembre perché in origine i grandi proprietari
terrieri finivano di badare alla terra a novembre inoltrato e si
aspettava il comodo loro. Di martedì perché la domenica pregavano, il
lunedì viaggiavano, il martedì arrivavano al seggio. Le famose origini puritane. Noi europei, invece, che dopo la rivoluzione siamo diventati tutti atei e razionalisti, votiamo di domenica perché semplicemente negli altri giorni lavoriamo. E perché di domenica sono chiuse le scuole dove si va a votare. Noi non piantiamo per terra uno sgabello e due tendine come fanno loro e ci inventiamo che quello è un seggio, i seggi devono poter resistere agli elementi, ai colpi di vento e agli acquazzoni, sennò poi ci si bagnano le punte delle matite copiative e addio volontà popolare. Va là che son proprio dei buzzurri 'sti americani, con una mano pregano e con l'altra fregano.
L'attesa
Chissà quanto la tireranno per le lunghe con il voto gli americani, perché la più grande democrazia del mondo dopo il Canada, che la supera di circa 150.000 km quadrati, vota ancora a manovella, e ci sono gli Stati che votano per posta, e ha votato per posta anche Biden perché non ce la faceva ad arrivare al seggio, che s'è dovuto procurare le buste e i francobolli al grocery store e finché vivi a Washington è una passeggiata, ma procurateli tu in Alaska o in Wyoming, che se finisci anche solo lo zucchero devi chiedere che te lo mandino col dirigibile, è assurdo. E quando poi tutti avranno finito di votare staranno lì a ricontarli a mano, uno per volta, che ci vorranno mesi, se non anni, forse sapremo chi ha vinto per la fine della pandemia, entro la fine del secolo ventesimo uno. Che delusione l'America.
lunedì 2 novembre 2020
Come funziona il voto americano
Ok, boomers
William Henry Harrison, 9° Presidente degli Stati Uniti d'America, entrò in carica all'età di 68 anni. Giovedì 4 marzo 1841 era una giornata umida e fredda a Washington D.C., ma da vero americano, sfidando a viso aperto gli elementi, Harrison decise di raggiungere la cerimonia a cavallo senza berrettino e cappotto andando a pronunciare quello che sarebbe passato alla storia quale il più lungo discorso inaugurale mai pronunciato, ci vollero quasi due ore per leggerlo tutto. Fu anche il primo capo di Stato al mondo ad essere immortalato in una fotografia ufficiale. Ma i record sono fatti per essere battuti. Esattamente un mese dopo, domenica 4 aprile 1841, Harrison si spense nel suo letto ufficialmente per una polmonite al lobo inferiore del polmone destro. Il suo passò alla storia come il più breve mandato presidenziale degli Stati Uniti d'America. William Henry Harrison, l'uomo dei record. Ritenuta da sempre responsabile della sua morte quella maledetta fredda giornata di marzo, recenti studi medici hanno tuttavia concluso che probabilmente morì di shock settico dovuto a febbre enterica.
Donald John Trump, 74 anni. Joseph Robinette Biden Jr., 77: un grosso in bocca al lupo ai futuri Presidenti degli Stati Uniti d'America.
domenica 1 novembre 2020
Galileo
“Più che al padre Vincenzo, rinomato liutista, dobbiamo l’invenzione di Galileo al matematico Ostilio Ricci da Fermo, il quale per primo gli diede lezioni intuendone le straordinarie capacità. Il padre, animato da ambizioni piccolo-borghesi, voleva che il figlio ricalcasse le orme del suo illustre antenato Galileo Bonaiuti, medico in Firenze beneficiario di lauti onorari, ma il Ricci lo convinse per sua fortuna a trasferirlo dalla facoltà di medicina a quella di fisica, più consona alle sue inclinazioni.”
Vita del Galilei, che credeva negli oroscopi e confinò le figlie in convento. Su NARRATE, UOMINI.
Disposizioni
La domenica non si può comprare la carta forno, è bene che te lo ricordi, perché se ti serve la carta forno di domenica devi arrangiarti in un altro modo. Puoi sempre imburrare la teglia e spolverarla con la farina, il burro e la farina si possono sempre comprare, anche di domenica, ma ricordati che le teglie no, le teglie di domenica non si possono comprare, le devi comprare nei giorni feriali. Puoi anche lavare quelle che hai già, io per comodità le butto via e ne compro ogni volta delle nuove, ma si possono benissimo riutilizzare, devi solo ricordarti di sanificarle. Neanche il cibo per gatti si può comprare la domenica perché non sono beni di prima necessità, i gatti, intendo, per cui per proprietà transitiva anche le scatolette. Puoi sempre dargli da mangiare gli avanzi, se non gradisce gli si sbatte sul muso il dpcm e lo si redarguisce duramente, come quando fa pipì dentro la bottiglia di limoncello, non si fa. Neanche le penne si possono comprare di domenica, quelle per scrivere, quindi se proprio serve firmate col sangue. Spero di esservi stato utile, e ricordate: mascherina ben allacciata, mani lavate anche di giorno e prudenza, sempre.
sabato 31 ottobre 2020
Bagatelle
La scuola è un falso mito di progresso,
questa urgenza di mandarceli a studiare è per via che non sanno a chi
lasciarli i loro premi Nobel. Via, tolti quei tre o quattro che sono
stati così sfavoriti dalla vita da sentirsi in dovere di studiare, a tutti gli altri importa meno di un sega della scuola, son
degli animaletti senza scopo a quell'età, hanno una sola entelechia,
quella di far i gradassi coi loro simili, il che comporta una bella
quantità di scherzi crudeli verso quei pochi che invece si salverebbero. Leggere e scrivere è fin troppo per certa gente, saltassero anche due
anni non cambierebbe niente, e quelli che invece davvero ci tengono
avrebbero tutto da guadagnarci dall'esserseli levati finalmente dalle
palle, fine dell'intemerata.
mercoledì 28 ottobre 2020
Il discorso del padre
Un giorno mio padre mi prese in disparte e mi disse: sappi figliolo che arriverà il giorno in cui tutto ciò in cui hai creduto, tutto ciò per cui hai lottato, che hai ottenuto nella vita col tuo lavoro e il sudore della fronte ti verrà tolto all'improvviso e sotto i tuoi piedi si spalancherà il baratro della rovina laddove prima albeggiava radiosa la terra della opportunità, e allora sarà proprio in quel preciso istante che tu dovrai scegliere se comportarti da vero uomo o da cagasotto piscialetto privo di spina dorsale, e allora io oggi l'ho guardato fisso negli occhi, gli ho posato la fidata mano sulla spalla e con voce calma e sicura gli ho risposto: sì babbo, ho scelto di essere quel cagasotto piscialetto privo di spina dorsale, e siamo scoppiati a piangere.
Miniera
Ci avete fatto caso che adesso i bambini hanno tutti il pediatra? Sì, i bambini, quelle cose lì che si chiamano tutte Greta e Mattia. Ho avuto culo io a venire su col medico della mutua, il mio era bravissimo, quando veniva a casa a disinfettarmi i ginocchi mi dava da mordere un pezzo di stoffa imbevuto nel whisky. Adesso guai, adesso hanno lo specialista anche della cacchina, povere stelle, si mettono lì col catalogo del Pantone® a vedere se l'hanno fatta giallina color senape o camoscio foca e dalla copromanzia deducono gli stati alterati del pancino e i disturbi del ciclo del sonno, ma siamo proprio all'assurdo, guarda. La miniera ci vorrebbe.
lunedì 26 ottobre 2020
Pietà
Mi chiedo che senso abbia proibire a spizzichi e bocconi, come se per non sfruculiare troppo i negazionisti prescrivessero le mascherine al 50% invece che al 100%, come la DAD, acronimo fichissimo col quale si riempiono la bocca tutte le mammine del web. L'economia o l'ammazzi o non l'ammazzi, il mondo degli esercenti si attiene alle regole della fisica classica, non s'accomoda alle sottigliezze di Schrödinger, tanto l'economia è già moribonda, finitela, per pietà, datele il colpo di grazia, e non se ne parli più.
Anche i Radiohead al settimo album han cominciato a far cagare
Ma chi ci capisce più niente nei decreti Conte? Un'involuzione signora mia, sono saltati tutti i sillogismi. E togli gli esercizi e metti gli esercizi. Le consumazioni in piedi? No. Da seduti? Sì ma solo fino alle diciotto. In ginocchio? Dipende: quanti siete? Sette. Allora mi dispiace ma uno andrà eliminato, ecco la Luger. Grazie. Prego, si figuri.
domenica 25 ottobre 2020
Pronostici americani
Premessa: il giornalismo vive di narrazioni, le redazioni si riuniscono e decidono che taglio dare al filotto degli articoli. Se vince ancora Trump spataffiata di articoli sull'apocalisse zombi prossima ventura, un paese fuori controllo che ha perso la sua egemonia a livello globale, diviso da un profondo odio razziale e in cui la gente muore per strada per via della scellerata politica di sottovalutazione del Covid; se vince Joe Biden, be', ha ereditato una difficile situazione dall'amministrazione precedente, sta facendo tutto il possibile per riappacificare una nazione divisa da un profondo odio razziale e dei veri salti mortali per ridurre la propagazione del Covid che a ben guardare, dopotutto, non è nemmeno colpa sua, è un brav'uomo, povera stella. E poi c'è Kamala Harris. Kamala Harris è una fuoriclasse, gente, ha fatto un sacco di cose per le donne e per le minoranze, Kamala Harris è la Presidenta in pectore degli Stati Uniti d'America. A posto così.
sabato 24 ottobre 2020
Cartesio
“Nel 1634 Cartesio si trovava ad Amsterdam ospite di un librario inglese, Thomas Sergeant. Approfittando della sua ospitalità mise incinta la sua domestica, Helena Jans van der Strom. Cartesio confidò a un amico la data precisa del concepimento: il 15 ottobre. Dalla relazione con la domestica nacque Francine, la sua unica figlia, che morì quattro anni dopo per un attacco di scarlattina. L’aveva riconosciuta ufficialmente seppure sotto falso nome, in pubblico la chiamava “la mia nipotina”. Cartesio rimase in buoni rapporti con la madre, quando fu in procinto di sposarsi le garantì una dote e versò alla famiglia dello sposo un compenso a mo’ di risarcimento per l’infortunio che aveva deprivato la sposa della sua illibatezza. Era un vizio dei filosofi quello di mettere incinta le domestiche, nelle lunghe ore dedicate allo studio, quale indennizzo per le meningi, nasceva talvolta in loro il bisogno di un tè caldo, di un grembo ospitale sopra cui sostare, era un privilegio compreso nei benefit del rango.”
venerdì 23 ottobre 2020
Narrate, Uomini
Nuova veste grafica per Narrate, Uomini, Nuova Formula, più cremosa! Rinnovato nel look e nei contenuti, ampliati, depurati delle sciocchezze, integrati delle parti mancanti, insomma, un lavorone. Siti così nei paraggi è raro trovarne, soprattutto frutto di una persona sola, soprattutto gratis, bisognerebbe che comincio a farvi pagare qualcosa.
https://narrateuomini.wordpress.com/
E da oggi il menù con le immagini!! Che tanto lo so che tirano più le figure di un carro di buoi, vi siete abituati male con Instragram e adesso anche la filosofia deve corrervi dietro invece di correre voi dietro alla filosofia. Baci.
giovedì 22 ottobre 2020
Le parole del Papa
Non bisogna dare troppo peso a quel che dice il Papa, domani se ne esce che è meglio l'amuchina dell'acqua santa e tutti a stupirsi di com'è moderno, di com'è vicino ai problemi della gente, giusto Alessandro Gasmannn su twitter ci poteva cascare, e forse Lapo Elkannn, ma un Ugo Tognazzi non ci sarebbe mai cascato, e qui vedi la différence. Sono tempi così, impalpabili, privi di esprit de finesse. Ma non lo vedete che è disperato, che non sa più a che santo votarsi? La gente non crede più, la gente non ci crede più, ormai è il Papa che deve dire quel che vuole la gente e non la gente a dire quel che vuole il Papa, e poi è un'intervista vecchia, non stava bene, è un fotomontaggio, hanno manipolato le sue parole, era appena tornato dall'oratorio, aveva judo, insomma, non è vero niente. Che fatica.
Protocollo anti-Covid
Giacciono in quarantena le cose del supermercato, se ne staranno lì almeno fino alle sette, di domani mattina. Le cose deperibili le ho già messe in frigo previa cottura, anche le mozzarelle, solo bisogna avere l'accortezza di tirarle fuori dall'acqua prima che si sciolga la confezione. Metto a bollire anche i flaconi dei detersivi e la carta igienica che dopo va lasciata ad asciugare e i fogli staccati uno ad uno con una pinzetta, come i papiri del Mar Morto. Voi dite che può entrare anche dalle tubature? In effetti ne hanno parlato, che hanno trovato tracce di Covid anche nelle acque reflue, io spero che ci dobbiamo fidare degli impianti di depurazione. Mi sono studiato su Wikipedia tutte le fasi della depurazione delle acque: grigliatura, dissabbiatura, disoleatura, equalizzazione e lavaggio con sale e aceto. Dopo puoi bere anche la cacca. Dal canto mio lavo anche l'acqua con cui mi lavo le mani, la strofino bene col sapone, solo che poi ne faccio scorrere giusto quel po' dal rubinetto per risciacquarla, che altrimenti mi restano tutte le mani insaponate.
venerdì 16 ottobre 2020
Recenti studi
mercoledì 14 ottobre 2020
Tradimento di una generazione
Possibile che nel 2020, che dovremmo già avere le macchine volanti e gli scanner a scansione quantistica, il Covid si possa rilevare soltanto infilando uno stecco nel naso e che ci vogliono tre giorni per il risultato, ma che siamo ancora nel medioevo? Sono molto deluso dal futuro. Chi pagherà per il tradimento di una generazione che aveva visto l'invenzione degli walkman e delle Nike autoallaccianti di Marty McFly? Invece di mandare nello spazio tutti quei missili bisognava concentrarsi su questa terra, che ancora stiamo a lottare contro i microbi come ai tempi di Koch e di Pasteur, ma vergognatevi se avete ancora una coscienza.
martedì 13 ottobre 2020
Fastidio
È il paternalismo di Stato la cosa che dà più
fastidio, non è tanto il virus, è quel certo narcisismo del potere che vuole essere ammirato per il suo bel ammaestramento, è una cosa che tocca alcuni nel profondo, come una puntura di spillo. Si aggiungano poi quelli che rilanciano l'editto per sentirsi membri dell'ordine dei giusti, quelli che ingiungono sui social "mettete le mascherine, idioti!", che sono poi i delatori di assembramenti, i segnalatori di nasi, sì, insomma, i pedanti, i primi della classe di cui abbonda una certa parte politica che ben sappiamo, vien voglia di contraddirli solo per dispetto. Ogni sciagura se ne porta appresso un'altra, e cioè l'esercito dei suoi fattorini. C'è poi quello in buona fede che è un tipo a posto e quello che scrive queste righe che la mascherina se la mette volentieri senza particolari impedimenti di ordine politico e morale, tanto più che gli evita anche l'impiccio di farsi la barba. Ci siamo capiti.
Non ci sono banane
La scienza ha dei vuoti dove s'infila la politica, sulle mascherine è facile essendo l'argomento poroso per antonomasia, ma sulla legge di gravità nemmeno il più duro di comprendonio ci può mettere becco, l'argomento è a prova di idiota: se sputi in aria ti ritorna indietro, la forza è proporzionale al prodotto delle masse e inversamente proporzionale al quadrato delle distanze.
A noi profani la formula potrà anche non dire niente, ma è indubbio che funziona e per di più è scritta in caratteri eleganti. Non abbiamo bisogno di un dpcm per imporla. Con il virus è un altro paio di maniche: non ti entra dal naso ma dalle fossette, te lo ritrovi nei capelli, ce l'hai negli occhi, ti gratti un orecchio e hai dato inizio a una pandemia. E poi anche i virus sono soggetti alla legge di gravità, ci stanno attaccati, e il loro modo di volerci bene. Certo non tutti possono vantare un fisico alla Trump, qualcuno ci rimane secco. Ma se domani ti svegli e hai deciso che l'uomo è cattivo e fa del male al pianeta allora spingerai affinché la scienza dia dimostrazione dei cambiamenti climatici. Se il contagio sale e non sai più che pesci pigliare allora la scienza produca studi che mettano in buona luce le mascherine, ci sta. Ma con la forza di gravità non si scherza, non ci sono banane.
sabato 10 ottobre 2020
Containers
Lo sanno tutti che è colpa delle scuole, dei ragazzini moccolosi bellamente ignari dei più elementari rudimenti di virologia, formidabili spara droplets a tradimento, gli hanno appena insegnato a starnutire nei gomiti che subito li trascinano sui banchi come formaggini spalmabili, ma a chi vogliono darla a bere? Le lezioni andrebbero tenute dentro container da abbandonare ad almeno due chilometri dalla costa per essere recuperati a ogni fine quadrimestre col favore delle tenebre. E le lezioni di educazione fisica, non farmici pensare: «Il sudore non è veicolo di infezione, ma resta il problema delle goccioline emesse da naso e bocca durante lo sforzo», ma allora ditelo che ci volete tutti morti.
giovedì 8 ottobre 2020
Bandiera bianca
Diciamo la verità, è una guerra persa quella contro il Covid, ormai le mascherine non sono niente di più che un rito apotropaico, una consustanziazione del piuttosto che niente meglio piuttosto, solo le tute in latex ci possono salvare, e anche quelle a chiusura ermetica, con solo il boccaglio da subbaqui per respirare. Bisogna che ne prendiamo atto, ce lo prenderemo tutti, tutte queste precauzioni sono solo per frazionare meglio i ricoveri, un mega triage tarato sul modello della lotteria nazionale, che mica tutti possono vincerla, sennò va in bancarotta lo Stato. E quelli che fanno le manifestazioni contro le mascherine le fanno solo per beccarselo più in fretta, così via il dente, via il dolore. È tutto finito, inutile resistere, è come stringere le chiappe sulle montagne russe, non serve a niente. Ma mi raccomando, mantenere l'aplomb.
mercoledì 7 ottobre 2020
Kamala Harris
Kamala Harris è dipinta dai media nostrani come una santa, praticamente impossibile parlarne male, ma noi faremo del nostro meglio.
Kamala Devi Harris nasce a Oakland, California, nella parte più hippie e fricchettona degli Stati Uniti d'America. Fin dalla nascita incarna il modello perfetto del melting pot: la madre, studentessa di medicina, è indiana del Chennai, il padre è uno studente giamaicano di economia. Entrambi studiano a Berkeley e si incontrano ai raduni dei movimenti studenteschi. Più che dell'America profonda, incarnano le aspirazioni del sogno americano. Il nome Kamala significa “loto” e rimanda alla dea Lakshmi, la divinità indù della bellezza, della prosperità e della buona sorte, “Devi”, “colei che risplende”, è invece il termine in cui generalmente vengono indicate le divinità femminili in lingua sanscrita: Kamala è una dea, praticamente predestinata al successo.
I genitori divorziano quando lei ha 7 anni. Lei e la sorella seguono la madre a Montreal, Quebec, dove frequentano le scuole primarie francofone e quindi la prestigiosa Westmount High School, che fra i suoi allievi ha annoverato Leonard Cohen, il poeta. Ritornati negli Stati Uniti, Kamala consegue il dottorato in giurisprudenza all'università di Berkeley.
Comincia la sua carriera come vice Procuratore Distrettuale nella contea di Alameda, presso Oakland. Frequenta Willie Brown, portavoce dell'Assemblea della California e futuro primo sindaco di colore di San Francisco. Di trent'anni più vecchio di lei, Kamala cerca in Brown la figura paterna, lui la nomina nel Consiglio di Stato per i ricorsi sull'assicurazione contro la disoccupazione e successivamente nella Commissione per l'assistenza medica. Brown è noto per aver messo in piedi durante gli anni della sua amministrazione un vasto sistema di clientele e favoritismi, interrogata in merito Kamala chiarisce: "Whether you agree or disagree with the system, I did the work". È il sistema, bellezza.
Nel 1998 diventa Assistente Procuratore Distrettuale di San Francisco e comincia a occuparsi di casi di omicidio, furto con scasso, rapina a mano armata, violenza sessuale, assalto con armi da fuoco e da taglio e possesso illegale di temperamatite. Sei anni dopo diventa Procuratore Distrettuale. Nel 2011 completa la scalata ai vertici del sistema giudiziario diventando Procuratrice Generale della California. È in questo periodo che si costruisce una fama da dura, fra i suoi sostenitori figurano Donald Trump e la figlia Ivanka che ne finanziano la campagna donandole complessivamente la misera somma di 8.000 dollari.
Nel 2017 decide di compiere il grande salto e darsi alla politica: viene trionfalmente eletta al Senato fra le file dei democratici. La sua azione si caratterizza per l'attenzione ai diritti delle minoranze e delle donne. Da ex “sceriffo” modello “law and order” addolcisce via via le sue posizioni fino ad armonizzarle con i temi più cari alla sinistra liberal. Le frange più radicali però non dimenticano, le ricordano di quando ricorse contro una sentenza di un tribunale federale che giudicava incostituzionale la pena di morte e di aver bocciato l'obbligo di body cam a garanzia dei fermati sulle uniformi della polizia; o di quando si oppose al cambio di sesso per i detenuti transgender; e la vicenda di Daniel Larsen, ingiustamente condannato a 27 anni per possesso di arma da taglio e contro la cui sentenza di scarcerazione Harris comunque si oppose adducendo vizi procedurali, e ancora di quando varò una legge che perseguiva penalmente i genitori degli alunni che saltavano troppi giorni di scuola. A mali estremi, estremi rimedi.
Nel 2020 partecipa alla corsa alle presidenziali ma si ritira ben presto per mancanza di fondi. Decide allora di sotterrare l'ascia di guerra con Biden che aveva accusato nei dibattiti di intrattenere rapporti cordiali con senatori che si erano opposti negli anni '70 al movimento di integrazione, lui la premia scegliendola come sua vice per intercettare i voti della comunità di colore.
Frequenta la chiesa battista, è sposata con un avvocato di origine ebraica, adora le patatine fritte. Studia da Michelle Obama anche se punta al ruolo che fu di suo marito. Veste elegante, in blazer con décolleté a punta o tailleur con collana di perle nere, all'occorrenza in sneakers per dimostrare vicinanza al popolo (“for the people” era lo slogan della sua campagna presidenziale). Tuttavia in America niente si improvvisa, nemmeno la vicinanza al popolo. I giornali italiani la dipingono come una pasionaria, in realtà è una lucida calcolatrice. Non possiede animali domestici ma dice di amare i cani: sono tutti bravi con i cani degli altri.
martedì 6 ottobre 2020
Covid di destra e Covid di sinistra
domenica 4 ottobre 2020
L'eterna lotta fra populisti e liberal
Il conservatorismo dei Pence e dei Rush Limbaugh de noiartri - e mi riferisco ai Salvinii e agli Adinolfi Marii e in generale a quelli che sfoggiano nei loro profili le bandierine italiane e le lettere "nun" per "Nassarah", Nazareno, a significare la loro cristianità perseguitata -, è più reazione agli automatismi fessi e pedanti dei cosiddetti "liberal" che vera contezza di quel che vanno dicendo. Il meccanismo è il seguente: tu vuoi fare il professorino saccente con me dandomi del troglodita se non mi allineo alla tua lezioncina pedante sul rispetto delle culture e la fraternità dei popoli? E io per ripicca te dico che noi cristiani semo mejo, che gli omosessuali fanno schifo e le donne se sono troppo allargate, tiè. A questo punto i liberal non ci vedono più e iniziano a fumare dalle orecchie, aprono il libro di scienze delle medie e vanno a scovare la citazione di Einstein dove dice che la razza è una sola, quella umana. Al conservatore - o al "populista", nella più recente accezione del termine - gli si chiude la vena a sua volta e ricomincia il giochino da capo finché tutti s'azzuffano a livelli sempre più elevati di incazzatura finendo per darsi reciprocamente dei "Wikipardi da Vinci", amen.
sabato 3 ottobre 2020
Mike Pence
Animo, che se Trump si ammala per davvero toccherà a Mike Pence, il primo in linea di successione.
Nato a Columbus, nell'Indiana, da famiglia cattolica di origini irlandesi (i genitori gestivano pompe di benzina). Il suo nome completo è Michael Richard Pence. Da ragazzo è di idee democratiche, i suoi idoli sono John F. Kennedy e Martin Luther King. Si guasta al College, dove abbraccia la fede evangelista dei rinati in Cristo, o qualcosa del genere, con gran disappunto della madre, cattolicissima. Cristo lo avvolge tutto nella sua luce e lo allontana dalle cattive frequentazioni, rimane invece affascinato dal common-sense conservativism di Ronald Reagan. Degli anni del College ricorderà: «Ma se penso agli ultimi cinquant'anni della mia vita, niente può essere comparato all'inesprimibile gioia che provai in una notte di Aprile del 1978 quando donai la mia vita a Gesù Cristo», amen.
Si laurea in legge, tenta per due volte di entrare al Congresso ma viene battuto in entrambi i casi dallo sfidante democratico. I tempi non sono ancora maturi. Pence utilizza le donazioni elettorali per pagare l'ipoteca sulla casa, l'iscrizione al golf club e la macchina della moglie, ma la cosa non desta troppo scalpore in quanto a quei tempi la pratica non è ancora ritenuta illegale. Durante la campagna elettorale la stazione radiofonica WRCR-FM di Rushville gli concede uno spazio settimanale di mezz'ora, “Washington Update con Mike Pence”. Fra lui e la radio è un colpo di fulmine: Pence inaugura un talk show tutto suo, il “The Mike Pence Show” che condurrà fino al 1999. Si autodefinisce un “Rush Limbaugh decaffeinato”, grande umorismo. Intanto il programma sbarca anche su una televisione locale, Indianapolis WNDY.
Nel 2000 riesce finalmente nell'impresa di entrare al Congresso sfruttando le elezioni suppletive. Il suo slogan elettorale, perfezionato in anni di conduzione radiofonica, è «sono un cristiano, un conservatore e un repubblicano, in quest'ordine». È il sogno di una vita che si realizza. Il primo anno, in qualità di cristiano, si dà subito da fare per limitare l'estensione dei farmaci su prescrizione nella riforma sanitaria di George W. Bush. È perfino più a destra dei repubblicani.
Ma il meglio di sé lo dà a partire dal 2012 quando diventa Governatore dell'Indiana. Emana il "Religious Freedom Restoration Act" che permette «a singoli individui o società denunciate per discriminazione di appellarsi al rispetto delle proprie convinzioni religiose». È in atto una persecuzione dei cristiani, dice, che devono essere liberi di rifiutarsi di servire ai tavoli chi non la pensa come loro se questo lede la loro sensibilità religiosa. Insorgono le associazioni, la legge viene corretta in senso antidiscriminatorio. Si dichiara contro l'evoluzionismo ed è creazionista convinto, se la scienza contraddice le Sacre Scritture la priorità va data alle Sacre Scritture, salvo complicazioni. Sostiene Trump nella decisione di ripristinare il divieto, precedentemente abolito da Obama, di inviare finanziamenti federali a cliniche che offrono servizi di aborto. In compenso è marito fedele e uomo irreprensibile. Nel 2017, da vicepresidente, scatena un dibattito tra i conservatori sull'opportunità o meno per gli uomini di cenare con donne con cui non sono sposati, è il panico fra i repubblicani. Inizialmente non supporta Trump ma Ted Cruz. Il suo gelato preferito è il Moose Tracks, gelato alla vaniglia con coppe al burro di arachidi e cioccolato fondente. Il suo film preferito è Il mago di Oz.
Che Dio ci aiuti, anzi, no.
venerdì 2 ottobre 2020
Clamoroso al Cibali
Clamoroso al Cibali! La positività di Donald e Melania è un turning table pazzesco che piomba a razzo in una campagna elettorale già scoppiettante. Adesso si fa davvero dura per Biden, gli servirà almeno una pleurite per controbattere. È risaputo che fatta salva la gente cattiva la malattia mette tutti d'accordo e che un bigliettino di auguri non lo si nega a nessuno. Io sono convinto che adesso anche Bergoglio smuoverà quel suo cuoraccione di pietra per fargli gli auguri, Renzi avrà già provveduto, è boyscout. Non è tanto importante ammalarsi quanto partecipare.
giovedì 1 ottobre 2020
The great debate
Dovrei interessarmi alle elezioni americane, è da una settimana che faccio training autogeno, mangio leggero, faccio lunghe passeggiate all'aria aperta, insomma, cerco l'ispirazione: niente. Ho letto Punzi su Atlantico Quotidiano, gli invidio la sua capacità di appassionarsi ai dettagli, deve essere caduto nel pentolone della pozione da piccolo e da allora persegue i candidati democratici con una tigna da procuratore distrettuale. Biden appariva sempre troppo vecchio e attonito sebbene fosse fresco di barbiere, un taglio più giovane, alla Brad Pitt, avrebbe giovato all'immagine. Non si muove, Biden, se ne sta lì fermo come un palo del semaforo, senza peraltro avere l'appeal di un Romano Prodi. Trump invece il solito guitto, con le sue faccine esagerate e quella boccuccia inquietante, il volto sempre troppo arancione che a pensarci è una cosa incredibile vista la gran varietà di fondotinta che esistono oggi in commercio, per dire che Silvio Berlusconi ha risolto da tempo applicandosi sulle guance un semplice correttore Soft Touch Revolution da 4 euro e 99, non mi sembra una cosa così difficile. Questo per quanto concerne l'immagine, per quanto riguarda il contenuto invece niente di nuovo: Biden con il suo bravo compitino liberal, Trump berciando tutto il tempo con fare da bullo, secondo me vince facile.
martedì 22 settembre 2020
Il valzer delle mascherine
Vi ricordate quando le mascherine andavano usate con prudenza, che non erano necessarie, che non andavano sprecate, che ci facevamo prendere dal panico e adesso invece vanno indossate anche sotto la doccia? Un mio modesto contributo su RIVISTA ARISTOTELE: Il valzer delle mascherine (inciderò sulla realtà, come i meteorologi).
lunedì 21 settembre 2020
In sintesi
Io non ho ancora capito cosa avrei dovuto votare al referendum. Essendo in questo momento non indispettito con nessuno degli attori politici attualmente in attività, o almeno non quel tanto da sentire il pungolo del ripicco, non ho avuto modo di stimolare quei centri nervosi che sempre si mettono in moto quando trovo un argomento che mi trascina alla battaglia. Una eliminazione dei Lakers nelle finals ora come ora mi dispiacerebbe di più di un'avanzata di Salvini a Canicattì, peraltro saldamente in mano al Partito Democratico. Di questo non ne vado fiero. E tuttavia non mi so decidere se davvero abbia un qualche peso questa riduzione dei parlamentari o se sia invece ininfluente al di là di tutto quello che se n'è detto. Sulla storia sono hegeliano, siamo dentro un percorso dialettico, la sintesi di oggi diverrà l'antitesi di domani, tutto serve al moto dello spirito. Quel che posso dire è che la democrazia mi pare ancora salva, o almeno siamo ancora qui a poterne discutere.
Sulla lunghezza delle gonne
All'istituto commerciale che frequentavo le mie compagne non indossavano le minigonne, solo i jeans, lo stesso paio di jeans per tutto l'anno scolastico, di grande praticità, è vero, ma poco stimolanti. In compenso le minigonne le indossavano le professoresse, quella di matematica e soprattutto quella di francese. Noi maschi per non imbarazzarle troppo dirigevamo coscienziosamente lo sguardo altrove, sui libri di testo per esempio, e i meno miopi addirittura sulle lavagne. Oh, non erano certo le minigonne delle studentesse del Socrate, erano perlopiù gonne da signora appena sopra il ginocchio che tuttavia quando le prof si sedevano tendevano a ritirarsi un poco mostrando vasto mediale e laterale, soprattutto quando si sedevano sulla cattedra come faceva quella di francese. Sulla rievocazione forse influisce la figura di Edwige Fenech. La gonna della professoressa di matematica era invece di pelle nera e data la figura asciutta e la sua severità nel ricordo è associata a Frau Blücher [nitrito di cavalli]. Ad ogni modo noi preferivamo le lingue. Ora non saprei se a favoleggiare su certe cose noi maschietti commettessimo una qualche forma di violenza di genere, se l'occhio cadde fu solo perché eravamo stupidi e inesperti, non ancora del tutto preparati ad essere uomini. Caso del tutto diverso invece quello del Socrate: secondo voi sarebbe irrealistico cambiargli il nome in Mary Quant?
domenica 20 settembre 2020
Domanda
Chi aveva votato SÌ alla riforma Renzi-Boschi per «il superamento del bicameralismo paritario, la riduzione del numero dei parlamentari, il contenimento dei costi di funzionamento delle istituzioni, la soppressione del CNEL e del titolo V della parte II della Costituzione» può adesso per ripicca votare NO alle «Modifiche agli articoli 56, 57 e 59 della Costituzione in materia di riduzione del numero dei parlamentari»? Chiedo per un amico.
giovedì 17 settembre 2020
Genealogia del moralismo, version II: teaser
Amico gender che spacchi il capello in quattro per catalogare ogni più piccola nuance delle tendenze sessuali presenti in natura pensando con questo di arrivare a capo di qualcosa, ascolta Michele Serra che ti ricorda la tua vera missione, quella di sconfiggere il Male. Se è infatti appurato che l'opinione giusta si trova sempre a sinistra, si tratta ora di esortare i compagni a non perdersi in quisquilie ritrovando la retta via: mentre tu disquisisci se si deve dire uomo transgender o è sufficiente dire transgender e basta, il leghista, col suo cervello piccino picciò, guadagna il cuore e le menti degli italiani con la sua semplice logica binaria: o sei uomo o sei donna, tertium non datur.
Nuove maschere
«[...] Il termine passò poi nel linguaggio teatrale a designare attori, anche di merito, che tendono a strafare, o a raggiungere facili effetti scenici. 2. Per estens., nel linguaggio com., persona di scarso merito ma di grande presunzione e vanità, che cerca di ottenere ammirazione sfruttando con teatrali esibizioni qualità e risorse esteriori di facile successo: essere un g., fare il gigione.». Enciclopedia Treccani.
Segnaliamo la scomparsa dai palcoscenici della politica della figura del gigione, il quale a poco a poco è stato soppiantato da una figura che a lui si ispira seppur con mezzi espressivi più modesti, e cioè quella del giggino, poiché date le condizioni in cui versa attualmente la platea per impressionare il pubblico basta il minimo sforzo.
Genealogia del moralismo
Scrive Michele Serra dalla sua amaca che sulla sessualità «si assiste a un minuzioso dibattito nominalista, nel senso che si considera fondamentale dare un nome a ciascuna delle condizioni sessuali esistenti e in fieri, comprese le sfumature e le tappe intermedie, considerando gravissima mancanza sbagliare definizione»: bravo, non si poteva dire meglio. Poi segue la rampogna: «È un piccolo, perfetto riassunto di "cos'è la destra, cos'è la sinistra". Poche idee ma molto chiare a destra, molte idee ma ben confuse a sinistra. E il nemico, a sinistra, è sempre e soltanto il collettivo accanto, la rivista rivale, la fazione appena distaccata dallo stesso albero genealogico.» ["Rep" contro "Domani"?] «Nel frattempo prevale, leghista leghista, l'opinione sbagliata, ma semplice. E si perde nel caos verbale l'opinione giusta, ma incomprensibile». Che l'opinione giusta si trovi sempre a sinistra è verità assiomatica, si tratta solo di esortare i compagni a non perdersi in quisquilie. Eppure se solo Serra si mostrasse meno genealogicamente convinto della superiorità morale della sinistra forse si renderebbe conto di trovarsi sostanzialmente in linea con il sempliciotto «leghista leghista» sulla critica mossa al «minuzioso dibattito nominalista» sui generi sessuali perché anche il sempliciotto, col suo cervello piccino piccino, pure arriva ad intuirne la futilità (sempre Serra: «Dall'altra c'è un'assemblea permanente che litiga, se non sui dettagli, su questioni di non stringente urgenza (si deve dire uomo transgender o è sufficiente dire transgender e basta?)»).
In soldoni Michele Serra si può riassumere così: la sinistra ce l'ha grosso, la destra ce l'ha piccolo (il cervello, che avevate capito?).
martedì 15 settembre 2020
Leggerezza
Ma chi l'ha messa in circolo la foto dei bambini in ginocchio? È stata una maestra, per leggerezza l'ha postata in una chat di gruppo, ma era un happening allegro e scanzonato, non c'erano i ceci, stavano solo disegnando, i banchi sarebbero arrivati il giorno dopo. Ma se sarebbero arrivati il giorno dopo perché farli inginocchiare per terra dove per giunta ci sono i germi? I germi e anche i virus, i VIRUS, non so se ci siamo capiti. Potevano fargli cantare "Fra Martino campanaro", contare i colori, elencare i nomi delle mascherine. Te l'ho detto, è stata una leggerezza. Non si postano foto sulle chat di gruppo di Whatsapp che lo sanno tutti che sono delle associazioni politiche, chi lo sai chi ci puoi incontrare? È un attimo che la foto innocente fatta con tutte le buone intenzioni ti arriva al governatore delle Ligurie per mano della prima zia Peppina e si tramuta in crisi di governo, è il mestiere loro, possono portare la questione all'ONU, denunciare un crimine contro l'umanità per un formaggino scaduto, bisogna stare attenti. Ha stato una leggerezza, è andata così. Allora togliamo agli insegnanti le chat di gruppo, la scuola è andata avanti cent'anni senza le chat di gruppo, ha sempre fatto pietà uguale. Ha stato una leggerezza.
Cronaca nera
Hanno ammazzato un prete a San Rocco, quartiere di Como, l'anno ammazzato col coltello, ha confessato un immigrato senza fissa dimora con problemi mentali. Il don era uno di quelli che si spendevano per i migranti, era della parrocchia di San Bartolomeo, ci passiamo davanti quando andiamo a fare la spesa. Brutta storia. Ci ho vissuto dodici anni in zona San Rocco, ci andavo a prendere l'autobus quand'ero in ritardo, quando avevo più tempo preferivo invece raggiungere la fermata più lontana, quella più sicura per la mia incolumità. Perché a San Rocco hanno il coltello facile e purtroppo bisogna dire che sono sempre stranieri (non ammazzano più gli italiani, almeno non in quartieri come San Rocco, gli italiani ammazzano in contesti più trap, tipo i parcheggi delle discoteche: amaro sarcasmo). A San Rocco hanno rubato il portafoglio al ragazzo che mi faceva il trasloco, lo aveva lasciato sul furgone parcheggiato nel cortile custodito che evidentemente tanto custodito non era. Non funziona l'inclusione a San Rocco, i cingalesi guardano in cagnesco i magrebini che guardano in cagnesco i neri africani che a loro volta per essere neri sono persone non gradite nei bar dei cinesi. Il fattaccio sarà di sicuro cavalcato dagli assessori leghisti che d'altronde sono quasi sempre stati alla guida della città ma non hanno mai risolto un tubo, abbaiano, fanno le piazzate simboliche - vedi gettare via le coperte ai senzatetto - e poi tutto resta uguale. Sulla sponda opposta la sinistra persa nei suoi infiniti sociologismi che al solo parlare di sicurezza si fa venire l'orticaria pensando di passare per razzista. La tempesta perfetta, il motore immobile. Sicché San Rocco, zona centro, continuerà ad essere in mano a spacciatori, grassatori e sbandati di ogni ordine e grado, tale e quale Camerlata (fu Ca' merlata), altro quartiere rispettabile. E da Como è tutto, a voi la linea.
lunedì 14 settembre 2020
Andrà tutto bene
Distanziati l'uno dall'altro di 1.000 millimetri dentro aule di 30 metri quadrati al primo togliersi le
mascherine per il “lunch box” si formerà una tale spray di
droplets e di catarri sottili che se la passeranno tutti all'istante
senza nemmeno avere il tempo di infilare il percorso obbligato fino
alla lavagna e lanciare il mayday, d'altro canto il Comitato Tecnico Scientifico assicura che la distanza di un metro fra banco e banco è sufficiente ad impedire che una pallottola di carta masticata sparata da una biro riconvertita a cerbottana raggiunga il compagno più prossimo in mezzo alle palle degli occhi e se lo dice la scienza possiamo stare tranquilli, andrà tutto bene.
mercoledì 9 settembre 2020
Mentalità pazzesca
"Sono risultato fra i primi cinque per carica virale" dichiara Silvio Berlusconi ricoverato presso il padiglione D come Diamante del San Raffaele di Milano, quello con la cupola a cavaturacciolo con sopra l'angelo dell'apocalisse che regge una spigola, e aggiunge "sono nella top five". Non si smentisce mai, è una forma mentis la sua, si nasce così, con la garra di arrivare sempre primi. Mentalità pazzesca.
domenica 6 settembre 2020
Mascherina sì, mascherina no
Dunque secondo quanto è scritto nei verbali del Comitato Tecnico Scientifico recentemente desecretati, ancora al 13 marzo le mascherine non erano necessarie, non c'erano le evidenze scientifiche, chi se la metteva veniva perculato d'ufficio dal professore di turno che anzi le riteneva dannose per le persone comuni che potevano inavvertitamente contagiarsi maneggiandole in modo inappropriato, tale una lametta in mano a una scimmia, poi sappiamo tutti come è andata a finire: mascherina ben allacciata, luci accese anche di giorno e prudenza, sempre. Soprattutto oggi in tempo di negazionisti e di no mask direi che la notizia capita a fagiolo, anzi li incoraggia stimolando la loro immaginazione: scienza mia, scienza mia, perché mi hai abbandonato? Ti invoco di giorno e non rispondi, grido di notte e non trovo riposo, amen.
sabato 5 settembre 2020
Una gamba qua, una gamba là
San Tommaso,
“Fatto santo, le sue spoglie, come d’uso fra i cristiani, vennero successivamente spartite per farne reliquie: il tronco principale, dopo essere stato inizialmente tumulato a Fossanova, finì nella Chiesa dei Giacobini a Tolosa. La mano destra raggiunse la chiesa di Santa Maria della Porta a Salerno, dove il santo soggiornò, e dove è conservato anche il libro originale sulla fisica di Aristotele. Questa mano venne amputata al santo su richiesta della sorella Teodora, che da tempo ne aveva fatta richiesta. Il capo del santo, invece, venne fatto probabilmente asportare dal pio abate dell’abbazia di Fossanova pensando che se mai il corpo fosse stato trafugato almeno se ne sarebbe conservata la testa. Inizialmente conservata a Priverno, venne poi rispedita a Tolosa per ricongiungersi al resto del corpo. La città natale di Roccasecca, in tutto questo via vai, rimase a bocca asciutta.” (Narrate, Uomini)
Ed è una grande ingiustizia che nella città che ti ha dato i natali non sia conservato di te nemmeno un ossicino, che so, il mignolino del piede santo, un’unghia incarnita, niente di niente. A volte la Chiesa sa essere così crudele.
Me li immagino i resti del santo, la mano ordinata per posta dalla sorella, viaggiare conservata in uno scrigno o avvolta in un panno, farsi il tratto di strada passando i controlli: che cosa avete lì? La mano di San Tommaso! Accidenti, fate passare, presto! I cristiani furono saprofagi per un largo tratto della loro storia, poi la cosa scemò con l’avvento della penicillina, però qualcosa di questa tradizione sopravvive nell’usanza di imbalsamare i papi dopo morti, come i faraoni.
A Tal proposito è gustosa la storia di Riccardo Galeazzi Lisi, che avvolse la salma di Pio XII nel cellophane provocando l’accelerazione della putrefazione e facendo cadere stecchite le guardie pontificie, aveva millantato di aver inventato una tecnica di conservazione rivoluzionaria ma finì per essere licenziato in tronco.
Buon appetito.
venerdì 4 settembre 2020
Forza Silvio!
A me di Zangrillo piaceva Cinque giorni e La notte dei pensieri, che poi io non ho pregiudizi su un medico che canta anche a Sanremo, abbiamo l'esempio di Jannacci che è stato nell'equipe di Christiaan Barnard, sta bene, mi sembra invece più paradossale che dica di aver stonato, lui che all'occorrenza può cantare Una rosa blu meglio dei Cugini di Campagna. Berlusconi dal canto suo con il canto s'è sempre cimentato, e poi c'era il suo amico Apicella, quello che ha fatto i film con Nanni Moretti, che ci cantava assieme le serenate, A gelusia e Ammore senza ammore, insomma, speriamo bene: tanti auguri Presidente!
Le ragioni del no
Avete presente il riflesso pavloviano di quelli che al solo sentire la parola "taglio dei", senza nemmeno sapere che cosa, già cominciano a salivare come carlini al suono dei croccantini? Tagliassero le palle sarebbero i primi a mettersi in fila perché tagliare è giusto a prescindere. Li avessero convinti, per una delle qualsiasi ragioni che talvolta riescono a penetrare le brume delle loro assiomatiche menti, che invece del sì sarebbe stato più rivoluzionario votare no, allora con la stessa passione sarebbero qui a menarcela con la tesi contraria: "più parlamentari, più democrazia!" magari inframmezzato qua e là da un "fascisti!" che ci sta sempre bene come il cacio. Tanto per il no è rimasto solo Fratoianni, per questione di sbilanciati assetti costituzionali. Fagli compagnia, non lasciarlo solo.
Tommaso d'Aquino
"Anno del signore 1269, guidati da Sigieri di Brabante imperversano a Parigi gli averroisti radicali che promuovono una versione estremizzata del pensiero di Aristotele: egli è quella autorità che sotto certi aspetti può contraddire perfino le Sacre Scritture. Contro di loro muovono le agguerrite truppe neoplatoniche di indirizzo agostiniano per cui la verità sgorga dal profondo del cuore. Le posizioni sono inconciliabili. Dopo stretto giro di consultazioni con il Signore che tutto il Creato infonde del suo amore, Sigieri viene raggiunto dalle prime scomuniche e per scampare all'inquisizione fugge ad Orvieto dove è riunita la corte papale che spera in qualche modo di ammansire. La giustizia divina è però inflessibile e gli cala sul capo per mano del suo segretario, il quale, impazzito d'un tratto, lo pugnala a morte. E' in questo clima di concordia e di raccoglimento spirituale che opera a Parigi Tommaso dei conti d'Aquino al suo secondo mandato in qualità di maestro reggente di teologia."
giovedì 3 settembre 2020
Le ragioni del sì
Io dico solo che con il mio voto ho fatto eleggere in media due onorevoli a legislatura, uno giovane e uno vecchio, una volta perfino Capezzone quando era mimetizzato fra i radicali, e voi pensate che qualcuno si sia mai degnato di mandarmi anche solo una cartolina, di farmi anche solo una telefonata per sapere se stavo bene? Nada, niente di niente. Prima sì, prima mi scriveva anche il papa, finite le elezioni abbandonato come un cocker in autostrada. Così vi sta bene se vi riducono e con i soldi risparmiati ci regalo il monopattino alla nonna, che vi ha sempre votato speranzosa e voi in cambio ci avete dato la minima, mascalzoni!
Promemoria
Non appare la libertà ma noi pensiamo che esista. Anzi, vogliamo che esista. Ad apparire è un progressivo accadere delle cose che nulla dice sulla sua reale libertà di accadere. Pensiamo tutti che possiamo scegliere di girare a sinistra oppure a destra, la scelta produce gli eventi, ma in realtà, a guardar bene questo fantasma metafisico che chiamiamo volontà, non c'è nulla che attesti che sia guidata da un libero arbitrio. Sboccia qualcosa nel nostro essere che ci appare un volere, da dove proviene non si sa, non si sa cosa lo muove, anzi spesso ne siamo in balìa come se fosse lui a precederci invece di essere noi a precedere lui. Questione largamente discussa ma non per questo risolta, anzi rifiutata nelle sue implicazioni, perché il non essere padroni di noi stessi non solo ci terrorizza, ma ci appare come l'ingiustizia più grande. Da dove proviene questo terrore di non essere padroni di noi stessi che ci fa volere, tutt'altro che deliberatamente, di essere liberi? Da un condizionamento culturale. Detto questo, tutta la riflessione sui limiti e sul bisogno di libertà può essere trattata da un nuovo punto di vista: la libertà è a sua volta una forma di condizionamento, com'è vero che tutto a questo mondo è condizionamento, la storia della libertà è la storia di quel particolare condizionamento che entra in rapporto con gli altri condizionamenti. Me lo segno.
martedì 1 settembre 2020
Parsimonia
Che l'influenza sia una cosa seria lo sappiamo dai tempi di Andropov e Černenko, intorno alla metà degli anni ottanta circolava in Russia un particolare virus che colpiva di preferenza i segretari di partito e perfino Michael Jackson, che del pop era il segretario generale, per non saper né leggere né scrivere cominciò a indossare mascherine in tempi non sospetti, anticipatore del costume trent'anni prima del black lives matter. Il coronavirus gira oggi come una qualsiasi altra influenza ma vista la sua pericolosità e la risonanza che ne deriva oggi sappiamo di lui che si diffonde con più facilità nei locali dei vip, perché la fama indebolisce le risposte immunitarie, diversamente circola poco o punto nelle manifestazioni per i diritti civili, dove invece tutti indossano le mascherine e se proprio si devono menare si infilano prima i guanti monouso. Questo è lo stato delle cose a settembre 2020, il quale, come tutti gli anni funesti, non s'è ancora finito di temerlo, tuttavia tutti si lavano di più le mani con gran beneficio per l'igiene pubblica e per quella personale, tanto che per quest'anno ho deciso di evitare i ritrovi vip come per esempio i seggi elettorali, e se proprio dovrò esprimere il mio dissenso lo farò sottovoce regolando il fiato al minimo e badando allo stretto necessario.
venerdì 28 agosto 2020
Teorema
Siccome Trump è antipaticissimo allora Biden è avanti nei sondaggi, siccome le elezioni si avvicinano allora è testa a testa, siccome rivince Trump allora ha trovato il modo di abbindolare gli americani. Come diceva Ceronetti, i sondaggi non valgono più di un consulto di fegati scoperchiati ma servono a tenere allegra la combriccola. Poi magari vince il Bene e per quattro anni abbiamo sconfitto il Male, salvo poi riemergere dagli abissi come Godzilla al prossimo Presidente degli Stati Uniti stronzo e cattivo, perché tutto sommato lo schema è semplice: pensa come un bambino di undici anni nemmeno troppo intelligente e lascia perdere scienze politiche, vedrai che ci prendi.
mercoledì 26 agosto 2020
Abronzatissimo
Di Maio è un fototipo 6, si abbronza anche al bagliore del cellulare, si abbina bene alle scarpe marroni e alle cravatte color fegato, è nato così, c'è niente da fare. C'è del razzismo nel far notare che è scuro, ce l'hanno con lui perché è piccolo e nero, come Calimero. L'abbronzatura è diventata cool in tempi relativamente recenti, precedentemente contraddistingueva le classi meno abbienti, come muratori e contadini, i padroni no, se ne stavano all'ombra, e le loro figlie avevano la pelle d'alabastro. E' con la civiltà dei consumi e la moda della villeggiatura che si è diffusa l'usanza di arrostirsi la pelle sui sassi e chi risultava pallido alla riapertura degli uffici, come per esempio il sottoscritto, di fototipo 0, veniva additato come un misantropo e un apostata del progresso. Insomma, io scagionerei Di Maio, anche se non mi sta simpatico, perché abbronzatissimi si nasce e lui modestamente nacque.
martedì 25 agosto 2020
Un problema di poppe in Sant'Agostino
Fin dalle prime pagine delle Confessioni, Sant'Agostino si rivolge a noi con parole equivoche (Invocazione a Dio): “ma esiste dentro di me un luogo, ove il mio Dio possa venire dentro di me, ove possa venire dentro di me Dio, Dio” (sì ma stai calmo) “E poiché anch'io esisto così, a che chiederti di venire dentro di me, se tu non fossi in me?” (Dio è dentro di te ma non è mai entrato dentro di te, è ab ovo dentro di te, sempre. Tu dirai: posso almeno andare da solo in bagno? No, Dio viene con te anche in bagno, è lì con te che tifa per te).
Poi attacca con le “poppe” (Nascita e Infanzia): “mi accolsero dunque i conforti del latte umano, ma non erano già mia madre e le mie nutrici a riempirsene le poppe,” (ah no?) “bensì eri tu, che per mezzo loro alimentavi la mia infanzia” (Dio riempie le poppe) “Qual era dunque il mio peccato di allora? Forse l'avidità con cui cercavo piangendo le poppe?” (a cercar le poppe non si fa mai peccato) “ma non si può ritenere innocente chi innanzi al fluire del latte dal fonte materno” (le poppe) “non tollera di condividerlo con altri” (le poppe sono di tutti, è sancito dalla carta dei diritti fondamentali) “che pure ha tanto bisogno di soccorso” (a chi lo dici). E siamo solo alla pagina quattro.
[Agostino su Narrate, Uomini]
Ricordi
Ti ricordi, ragazzo del secolo scorso, quando la satira in Rai era stata appaltata a Castellacci da Reggio e Pingitore da Catanzaro, quando Pippo Franco imperversava con i monologhi sulla scala mobile e Oreste Lionello satireggiava ossequioso Andreotti con la gobba finta e la testa incassata nelle spalle in una comicità tutta deferente da giullare di corte? Grasse risate. Anche al cinema era tutto un Giovannona coscia lunga e un Gran pezzo dell'Ubalda, fino a quel Ciao Marziano smaccatamente ispirato a un racconto di Flaiano nel mesto tentativo di darsi una allure (complesso dei Vanzina). Pippo Franco si candidò in seguito per il Senato nella lista "Democrazia Cristiana per le Autonomie" con il sostegno di Andreotti. Ritentò la fortuna alle primarie di Fratelli d'Italia per la candidatura a sindaco. Per conto mio modestamente nacqui nell'anno di "Patroclooo! E il soldato Camillone grande, grosso e frescone". Montesano invece fa il Diego Fusaro su Facebook, tutto torna.
Rispetto per le cose
Stamane in viale Felice Cavallotti, patriota, un signore si toglieva la mascherina per starnutire perché giustamente non voleva insozzarla. Le mascherine secondo alcuni sono come le pattine della mia cugina di Sermide, che non bisognava usarle perché si sporcano. C'era un signora dalle mie parti che preferiva abitare con le galline per tenere pulita la casa che aveva i pavimenti lustri come specchi e i divani ancora incartati nel cellophane. In questa sacralità per la dimora nuova dopo anni vissuti nel casotto per gli attrezzi riecheggia il rispetto che abbiamo oggi per i dispositivi sanitari, io per esempio conservo le mascherine nella formaldeide mentre per me uso il sapone per i panni. E' roba comprata in farmacia, l'hanno fatta gli scienziati.
lunedì 24 agosto 2020
Sant'Agostino
"Aurelio Agostino d’Ippona, comunemente noto come Agostino, Santo e Dottore della Chiesa, vescovo, teologo e venerato maestro del cattolicesimo, nacque a Tagaste, sulla costa dell’odierna Algeria, il 13 novembre dell’anno del signore 354 sotto il segno dello scorpione."
Sant'Agostino su Narrate, Uomini
Del come condurre un’esistenza nel vizio e uscirne santi e puliti come il sederino di un neonato (furti, concubinaggio, eresie e molto altro, non perdetelo!)
venerdì 21 agosto 2020
Plotino
"áphele pánta, fuggi il mondo, elimina ogni cosa"
Plotino (Enn.V, 3, 17)
“Sul letto di morte, nel podere ereditato presso le terme vescine, Plotino con un ultimo filo di voce raccomanda ai discepoli riuniti intorno al povero giaciglio di restituire il divino che è in loro al divino del Tutto. Eustochio, presso di lui, vede un serpente sgusciare attraverso una crepa nel muro e in quel momento il maestro spira. “Tutto” fu l’ultima parola pronunciata dell’ultimo filosofo greco, ogni cosa era ormai disposta per l’avvento del cristianesimo.”
(La fatica che ho fatto a terminare Plotino, non mi ispirava per niente, e infatti il testo è poco ispirato, tuttavia preso un impegno occorre portarlo a termine. Avanti il prossimo)
mercoledì 19 agosto 2020
Nuove disposizioni attuative in fatto di igiene e sicurezza personale
Il virus rimarrà per sempre con noi e cambierà per sempre le nostre abitudini. Scompare l'usanza di attaccarsi alle guance di donne anziane fingendo affezione parentale, "questa è tua cugina", e tu dentro che pensi: "ok, insaliviamo la vecchia". Passi per le parenti giovani e di bell'aspetto, ma sono quelle con la dentiera che ti si attaccano come carta moschicida. Finita anche con quell'altra usanza medievale di stringersi le mani, e io direi di darci un taglio anche a questa moda cretina di darsi di gomito, che se è vero come è vero che nella sua piega dovremmo starnutirci dentro allora tanto vale strizzarci direttamente i capezzoli. Basta tocchettarsi con gente con cui non condivideresti manco la tazza del cesso, su queste violazioni della privacy in forma di convenevoli io volentieri mi adeguo alle norme igieniche vigenti, per tutta la vita. E in discoteca le ginocchia piega un po' poi scodinzola così batti forte le tue mani e fai qua qua, non rompere i coglioni.
mercoledì 12 agosto 2020
Mattinata
Non dormivo stamattina, erano circa le cinque e dalla finestra aperta giungeva il suono degli uccelli marini, pellicani, pinguini, gabbiani Jonathan Livingstone ed altre specialità acquatiche. È rilassante il suono degli uccelli marini al mattino, vien quasi voglia di finire il Moby Dick, prende quasi una voglia di grandi spazi aperti, di aprire le ali all'avventura, quasi. A un certo punto mi era addirittura sembrato di sentire l'asfalto bagnato, miraggio, acufene, intervallato dal rumore delle rotelle dei bidoni della differenziata, vetro-lattine (bidone verde), che ormai svuotati venivano ricondotti al loro posto da premurose balie generalmente di origine filippina. Mondata dei suoi misfatti notturni, pushers, puttane e grassatori, la città sembra concedersi un attimo di tregua, conviene approfittarne. C'è sempre un furgone che passa la mattina e che sobbalza ad ogni asperità come se il cassone fosse sempre sul punto di perdere tutti i suoi bulloni, quello è il segnale che scatena l'inferno.