Che l'influenza sia una cosa seria lo sappiamo dai tempi di Andropov e Černenko, intorno alla metà degli anni ottanta circolava in Russia un particolare virus che colpiva di preferenza i segretari di partito e perfino Michael Jackson, che del pop era il segretario generale, per non saper né leggere né scrivere cominciò a indossare mascherine in tempi non sospetti, anticipatore del costume trent'anni prima del black lives matter. Il coronavirus gira oggi come una qualsiasi altra influenza ma vista la sua pericolosità e la risonanza che ne deriva oggi sappiamo di lui che si diffonde con più facilità nei locali dei vip, perché la fama indebolisce le risposte immunitarie, diversamente circola poco o punto nelle manifestazioni per i diritti civili, dove invece tutti indossano le mascherine e se proprio si devono menare si infilano prima i guanti monouso. Questo è lo stato delle cose a settembre 2020, il quale, come tutti gli anni funesti, non s'è ancora finito di temerlo, tuttavia tutti si lavano di più le mani con gran beneficio per l'igiene pubblica e per quella personale, tanto che per quest'anno ho deciso di evitare i ritrovi vip come per esempio i seggi elettorali, e se proprio dovrò esprimere il mio dissenso lo farò sottovoce regolando il fiato al minimo e badando allo stretto necessario.
martedì 1 settembre 2020
Parsimonia
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