lunedì 28 febbraio 2022

La piaga degli eventi

Una volta ci volevano trent'anni per fare due guerre, e mille milioni per fare una ruota che tirava un carretto, ma oggi gli eventi hanno preso una piega così spedita che nell'arco di un paio d'anni si può assistere a fenomeni di rara attrattiva, come per esempio una pandemia, la revoca della neutralità della Svizzera, l'entrata in guerra dell'Europa e una minaccia di conflitto nucleare, e ancora non è terminato l'anno. This is so stressful. Se una volta la storia si dipanava con la celerità di un Guerra e Pace, 1463 pagine suddivise in quattro volumi, oggi sta tutta concentrata nelle tre paginette dell'opuscolo del folletto, e ne ha la stessa profondità. È solo per comodità che ci protraggono continuamente lo stato d'emergenza, per farci prendere dimestichezza con il secolo velocissimo, che non s'abbia a soffrire di tutti questi mutamenti e si possa usufruire del bonus oxcarbazepina per prevenire l'ingorgo degli stimoli nervosi. Un'ultima richiesta: mi piacerebbe poter assistere anche a un'invasione aliena, che è da ragazzo che leggo fantascienza e provo un trasporto mistico e sensuale per il cielo popolato di lucine.

giovedì 24 febbraio 2022

Senza riparo

Dicevo su twitter che non posso combattere la guerra di internet contro Putin perché non credo più nell'occidente e nei valori che rappresenta, ho solo un sano terrore della Russia e della sua capacità di porre fine alla storia (nel senso più stretto, non nel senso di Francis Fukuyama). I valori dell'occidente sono bigiotteria, il fatto che la Russia non abbia troppo da giustificare le sue azioni rende la cosa ancora più terribile. E adesso, dove potremo mai nasconderci? Non si può, nell'era della globalizzazione siamo tutti esposti, tutti infinocchiati in solido, non c'è montagna o castello dell'Innominato che ci potrà salvare dai nuovi lanzichenecchi. Don Abbondio mio, sapessi come siamo finiti.

Il risveglio di Chtulhu

La Russia ha la possibilità di cambiare la storia. Le conseguenze si vedranno man mano, certo è che siamo in una nuove fase della guerra fredda, mai conclusa in verità. «Nella sua dimora di R'lyeh il morto Cthulhu attende sognando», scriveva Lovecraft, ebbene, Chtulhu si è svegliato. La pax netflixiana, passata in panciolle a guardare serie sul Mac, potrebbe essere giunta alla sua fine. Potrebbe e non potrebbe, non abbiamo la palla di vetro. Quando dico che non so quanto ci potremo ancora leggere e vedere qui su internet, scherzo e non scherzo, la questione non è poi così balzana. In ogni caso, ancora una volta occorrerà pensare per categorie nuove, mettere in conto dei cambiamenti, considerare scenari mai visti. A quanto ne sappiamo potrebbe finire tutto anche domani, dipende dai piani del Re del Mondo, che ci tiene prigioniero il cuore. Brace yourself.

mercoledì 23 febbraio 2022

Nuovi scenari

Cosa verrà dalla guerra Dio solo lo sa, e siccome Dio non si esprime possiamo umanamente immaginare un aumento del gas e dell'inflazione che l'accompagna. La ripresa economica è la carota attaccata al bastone, speranza rincorsa che si fugge tuttavia. Quanto siano sorpassati i leitmotiv della stabilità di bilancio e degli spread e dei governatori coi bazooka in tutta questa babilonia nemmeno i nostri supertecnici lo sanno, e se lo sanno fanno finta di non saperlo per non allarmare i sensibilissimi mercati. I mercati, bambagioni come sono, ci cascano con tutte le scarpe e infatti vedi come sono belli pimpanti, una ripresona. Bisognerà mettere in conto una certa perdita di signorilità, io già indosso la stessa felpa per più giorni così da far con poco quel che inutilmente si faceva con molto. L'ispirazione non manca, qualcosa da scrivere si trova sempre, solo si tratterà di conservare gli ultimi spiccioli per aggiornare di tanto in tanto il parco elettronico, sempre che non ci stacchino anche internet o che per accedervi serva aver fatto il servizio militare. Puoi star sicuro che non voto più pd.

martedì 22 febbraio 2022

Campo libero

La democrazia non è solo una forma ma è soprattutto la sua sostanza, è il rispetto della libertà delle persone che sono chiamate a votare. La disinvoltura con la quale si è penetrati nella sfera privata in questi due anni, il controllo sugli spostamenti, ha superato ampiamente il lecito e le reali necessità dell'emergenza e ha fatto scempio di questo rispetto, e ora la democrazia vorrebbe, di fronte ai suoi nemici, ribadire candidamente i suoi principi dando lezioni di libertà? È un'opposizione debole. Questa perdita di credibilità della democrazia ha i suoi effetti, la lenzioncina sul diritto internazionale risulta fiacca, ridicola, pretestuosa, e infatti se ne curano molto poco i suoi nemici, forti dell'evidenza di avere ormai campo libero. 

Epitaffio

Se Dio non esiste, tutto è permesso, e infatti il dio della democrazia non esiste più, e infatti tutto è permesso.

lunedì 21 febbraio 2022

Limes

Quando hai fatto parte dell'Unione Sovietica e i russi che una volta erano cittadini a pieno diritto diventano da un giorno all'altro minoranze linguistiche, è chiaro che ne verranno dei guai, il pesce puzza dalla testa. In Crimea, ricordiamo, i russi erano già entrati nel 2014 ma senza insegne, come ai giochi invernali, la Crimea è solo formalmente parte dell'Ucraina ed effettivamente una parte della Russia. Che poi l'occidentale sgrani tanto d'occhi facendo il candido non toglie niente alla complessità della faccenda: l'Ucraina è una giacchetta tirata ora a destra ora a manca, e la Nato non è meno caritatevole dell'Armata Russa, tanto per capirci. Le guerre della Nato hanno solo bisogno di un altro tipo di maquillage: questi millantano l'esportazione della democrazia, quelli il salvataggio dei fratelli russi minacciati dall'espansionismo americano. In mezzo, come sempre, quelli che non c'entrano.

domenica 20 febbraio 2022

I Promessi Sposi. Capitolo II

Trascorsa la notte in angosciose consulte, don Abbondio delibera di guadagnar tempo tirando per le lunghe, s'è ormai vicini al periodo proibito per le nozze (il primo dei quali cade dalla prima domenica dell'Avvento al giorno dell'Epifania) e intende trascinar gli sposi nella palude dei cavilli speciosi.

Lorenzo, detto Renzo, si reca dunque dal curato con la baldanza dello sposo che quel giorno convolerà con la morosa (aferesi lombarda di 'amorosa') ma qui trova un don Abbondio tutt'altro dell'umore che subito attacca ad avanzargli delle scuse: che non si sente bene, che non si può, e poi, e poi, e poi… c'è degli imbrogli. "Quali imbrogli?" dice uno sbalordito Renzo raccogliendo a tulipano le cinque dita della mano destra; "C'è da far delle indagini per vedere se ci sono impedimenti", risponde irremovibile don Abbondio. A questo punto Lorenzo, che era giovane forse un po' genuino ma a cui non faceva difetto carattere e intraprendenza, individuata in Perpetua l'anello debole del busillis, svolta in giardino sottoponendola a un fuoco di fila di questioni. Perpetua resiste eroicamente e solo dopo molto cavar di bocca si lascia scappare che di mezzo c'è dei prepotenti. Tornato in fretta dal curato, sotto minaccia di fare uno sproposito, Renzo si fa confessare il nome del ribaldo: è Don Rodrigo. A Don Abbondio, stremato dalla paura, vien la febbre nervosa, Renzo si fionda a casa della sposa covando cupi pensieri omicidi e il dubbio angoscioso di un tradimento di Lucia. 

L'ignara Lucia, da par suo, è in procinto di farsi vestire dalle damigelle, vergognosa e pudica si schermisce facendosi scudo alla faccia con il gomito, riottosa a tante attenzioni: "portava un bel busto di broccato a fiori, con le maniche separate e allacciate da bei nastri: una corta gonnella di filaticcio di seta a pieghe fitte e minute, due calze vermiglie, due pianelle, di seta anch’esse, a ricami"; e oltre a questo, era guarnita dell'ornamento quotidiano di una modesta bellezza. Messa rapidamente al corrente dallo sposo dell'accaduto, Lucia per poco non sviene, si provvede dunque a mandar via le donne e i due rimangon soli con Agnese: che fare?

I giovani e la rivoluzione

Può essere che i giovani non facciano la rivoluzione perché intendono che la loro rivoluzione sia questa, quella del senso civico e della responsabilità collettiva e del contribuire con il loro comportamento virtuoso al mantenimento della salute pubblica, se fanno i bravi sanno che riceveranno in premio il permesso di muoversi liberamente. Strana rivoluzione, a pensarci, ma i giovani hanno bisogno di rivoluzioni che siano alla loro portata, sono molto conformiste le giovani generazioni, hanno bisogno di sentire l'approvazione. Perché una rivolta abbia successo fra i giovani deve in qualche modo avere il crisma dell'approvazione sociale, che detta così sembra un paradosso, e invece racchiude tutto il senso di una grande verità: per rovesciare i valori bisogna che prima sia maturato in seno alla società il sentimento della rivolta, cioè il permesso di rovesciarli. In altre parole: i giovani cercano l'approvazione, se la rivoluzione non è approvata, non la fanno.

sabato 19 febbraio 2022

Una modesta proposta, che non verrà accolta

Se la destra fosse meno attaccata ai valori della tradizione potremmo fare dei passi avanti, se vuoi la tradizione è presto fatto: ti fai le zeppole, ti fai gli struffoli, ti fai i mustacciuoli, ti ripassi la ricetta del garum, il ketchup degli antichi romani; però non è che vuoi l'individuo libero per un verso e poi asservito per un altro, ai valori cattolici, a quelli morali, a quelli conservatori, deciditi destra, la libertà è una, unica e indivisibile. Soprattutto di questi tempi che servirebbe una forza intelligente da opporre a una sinistra cretina, perbenista, elitaria e totalmente disinteressata alla persona. Ma che parliamo a fare.

La fabbrica delle notizie

Dove si fabbricano le notizie? Chi decide che oggi il Donbas e ieri i talebani? I torturati dai talebani abbiano pazienza che qui in occidente siamo in questo momento occupati con i russi e con la durissima offensiva contro i novax, un domani, chissà, dovesse mai succedere qualcosa di eclatante, che i talebani partecipano all'Eurofestival, allora potremo ritornare a denunciare le violazioni dei vostri diritti umani. Gli occidentali non se ne avvedono, ma sono dei cretini. Agli occhi del mondo di sotto devono essere proprio insopportabili. Sono come quei signorotti animati da buoni propositi che un tempo si recavano in visita agli orfanotrofi per salvare qualche creaturina a campione: ci dispiace cari afgani, la visita è terminata, ci si rivede alla prossima. La fabbrica delle notizie ha decretato che oggi dobbiamo salvare il Donbas e dopo il Donbas bisogna un po' capire, magari cade Draghi e per un po' possiamo menarla con lo spread. Nel frattempo voi tenete duro, in caso di emergenza mandare mail ad Amnesty che lei riceve e poi ad uno uno risponde, grazie.

Il Donbas

Gli Stati Uniti che ci ammoniscono sulla pericolosità di Putin sono l'esempio del bue che dà del cornuto all'asino, come se gli Stati Uniti muovessero guerra per motivi umanitari e non creassero Stati satelliti e aree di influenza, ma lasciamo stare. Duemila anni di letteratura e siamo di nuovo tornati a esprimerci con concetti semplici da guerra fredda: russo/male/cacca; america/bene/cioccolato. Quando una cosa seria come la guerra cade nelle mani dei notiziari e degli organi di stampa lo smerdamento è assicurato: non c'è più niente di vero, tutto è verosimile, fonti dell'intelligence riferiscono, immagini satellitari evidenziano, alla fine tutto va per conto suo. Guerra di posizionamento, con l'Ucraina che guarda alla Nato e Mosca che fa perno sulla presenza russofona e sui referendum per l'indipendenza, vai a capire quanto e se legittimi, quanto e se eterodiretti. Non oso oltre e lascio alla geopolitica. L'Europa, in tutto questo, pensa al gas: "se pure chiudessero completamente le forniture, per questo inverno in Europa saremmo al sicuro", assicura von der Leyen, dopo cominceremo a bruciare le sedie, e finite quelle i pannelli della transizione ecologica. (Il Donbas, il bacino del fiume Donets, tributario del Don. Prendo nota perché altrimenti lo associo alla spigola, "bass" in inglese).

venerdì 18 febbraio 2022

La salute collettiva

L'intrusione del potere esecutivo in zone della vita privata che non gli competono si fa forte del concetto di salute collettiva. In nome della salute collettiva si impedisce alle persone di lavorare, di prendere mezzi pubblici, di partecipare alla vita sociale, quando non addirittura si dispone il blocco dei conti correnti. Dobbiamo metterci d'accordo su un punto: che chi non si vaccina non crea più danni del vaccinato. Se non siamo d'accordo su questo inutile discutere, perché se c'è ancora chi è convinto, per una peculiare disfunzione dell'organo deputato alla ragione e per ragioni di puntiglio suo personale, che il non vaccinato uccida le persone e costituisca un pericolo per la società, allora il problema è a monte, il problema è per l'appunto cognitivo. Se è bastato un vaccino per discriminare tra degni e indegni alla vita allora non meritiamo la qualifica di civiltà. Se questo è il concetto di salute collettiva sul quale si fa leva per togliere l'agibilità agli individui allora siamo di fronte a un arbitrio. Il vero atto di responsabilità nei confronti della società deve essere uno solo: considerare il non vaccinato una persona uguale alle altre. Dà i brividi solo essere costretti a scriverlo. 

Dum spiro, spero

Quando un governo ha il fiato corto lo si intuisce da tante piccole cose, la prima è una certa uggia nel raccontarne le gesta che prende anche gli organi di stampa, perché a tutto c'è un limite, anche alla pazienza, e a continuare per più di un anno a produrre a ciclo continuo agiografie dei santi si finisce per averne fin sopra i capelli. Questo governo ormai governicchia, il centro del potere sta sopra di lui, in un luogo fra Quirinale e una certa convergenza di interessi che lentamente si sposta altrove smottandogli il terreno sotto i piedi. Da quando abbiamo eletto il nuovo Presidente è cambiato tutto, pare quello di prima e invece è un altro. Dicono di un Sua Competenza arrabbiatissimo, ma si vede anche dalle risposte che dà ai poveri cronisti messi lì per alzargli la palla e farlo schiacciare: lei non sa chi sono io, cosa credi, ci metto niente a trovarmi un altro mestiere, io. Forse che in un momento di megalomania abbia risposto male a qualcuno che conta? Insomma, partito De Gaulle, finito Andreotti V, ma con meno savoir-faire. 

giovedì 17 febbraio 2022

I promessi sposi. Capitolo I

Quel ramo del lago di Como che volge a mezzogiorno, e cioè in senso opposto alla Val Chiavenna, tra due catene non interrotte di monti che fanno da contorno al sottile invaso del lago, quel ramo, appunto, vien quasi ad un tratto a restringersi e a prender corso di fiume all'altezza dell'Esselunga di Malgrate, e ivi i ponti che congiungono le due rive, il più importante dei quali è oggi quello della Statale 36, che par che renda ancor più visibile all'occhio il punto in cui l'Adda cessa e poi ricomincia e riprende nome di lago, di Garlate, e poi di Calolziocorte.  

Ora, suppergiù da quelle parti, sulla sera del 7 novembre 1628, tornava bel bello presso la sua casa un curato di campagna, don Abbondio. Diceva tranquillo le sue preghiere e tra un salmo e l'altro chiudeva il suo breviario tenendoci il segno con un dito. Siccome anche alla gente che se ne sta buona buona per i fatti suoi accade talvolta, e senza una ragione, di venir coinvolta nel pandemonio del mondo, questo accadde quella volta anche al nostro buon curato: due bravi vestiti da corsari lo aspettavano al bivio, scagnozzi di un signorotto locale e per giunta anche straniero, come capitava sovente, ahimè, in tempo di occupazione spagniuola. Don Abbondio si stropicciò gli occhi come se avesse visto spuntare dalla terra due demonî. Possibile che cercassero proprio lui? In effetti sì, era proprio lui che cercavano. Lo cercavano per parlargli di una tale Lucia Mondella e di un tale Renzo Tramaglino che di lì a breve avrebbe dovuto unire in matrimonio, ma riferendo l'indicazione precisa, accompagnata da velate minacce, che quel matrimonio non s'avea da fare. Cercò di balbettare qualcosa il povero don Abbondio, che per lo spavento si era messo a tremare, ma non ci fu verso con quei due vasi di ferro, troppo coriacei per la sua buccia di terracotta.

Insomma, don Abbondio se ne tornò a casa mezzo morto dallo spavento e appena girata la chiave nella toppa si mise a chiamare la perpetua, che di nome faceva proprio Perpetua, perocché dopo il Manzoni il termine fu adottato per antonomasia ad indicare tutte le perpetue. Era, Perpetua, una gran pettegola e sensibilissima in certe questioni, sicché a vedere in quello stato il suo curato subodorò subito la situazione. Don Abbondio oppose scarsa resistenza (era nell'indole del personaggio non aver forza d'animo) e vuotò praticamente il sacco. Al sentire il nome di Don Rodrigo, il mandante della ribalderia, Perpetua balzò per aria e suggerì subito al curato di informare immediatamente i suoi superiori, ma lui proprio non ne volle sapere, troppo spaventato, poveretto, sicché il capitolo si chiude con don Abbondio che predica silenzio assoluto su tutta la faccenda, ne va della sua stessa vita, e tosto raggiunge il letto per la disperazione.

mercoledì 16 febbraio 2022

Le misure di carattere sanitario che favorirono la peste in Milano

La follia di oggi era già stata ben descritta dal Manzoni, il quale oggi non viene più letto dagli intelligentissimi intellettuali della rete perché lo ritengono vieto e trito.

Dunque, per via del gran numero di accattoni e di indigenti sdraiati e morenti ai bordi delle strade, col rischio che scoppiasse una qualche epidemia, l'autorità sanitaria di Milano fece un appello affinché tutti gli accattoni si recassero presso il lazzaretto di Porta Venezia. A una prima fase di "spinta gentile" seguì presto l'obbligo: 

"[gli indigenti] non facendo conto dell’invito, continuavano a strascicarsi stentando per le strade. Visto ciò, si credé bene di passar dall’invito alla forza. Si mandarono in ronda birri che cacciassero gli accattoni al lazzeretto, e vi menassero legati quelli che resistevano; per ognun de’ quali fu assegnato a coloro il premio di dieci soldi: ecco se, anche nelle maggiori strettezze, i danari del pubblico si trovan sempre, per impiegarli a sproposito." (riecheggia qui la trovata di dare un soldino a chi si reca presso i centri vaccinali).

I denari pubblici si trovan sempre, per impiegarli a sproposito. L'obbligo di isolamento portò presto il lazzaretto a contenere diecimila persone in condizioni sanitarie peggiori di quelle che sarebbero state tenendole per strada. Perdipiù, il lazzaretto, che era stato prima adibito alla quarantena delle merci presumibilmente infette, dovette essere svuotato in fretta e furia delle stesse merci, contraddicendo, causa la sopraggiunta emergenza, le stesse misure di carattere sanitario che ne avevano originariamente imposto l'isolamento.

"Ora, per metterlo in libertà, non si stette al rigor delle leggi sanitarie, e fatte in fretta le purghe e gli esperimenti prescritti, si rilasciaron tutte le mercanzie a un tratto. Si fece stender della paglia in tutte le stanze, si fecero provvisioni di viveri, della qualità e nella quantità che si poté; e s’invitarono, con pubblico editto, tutti gli accattoni a ricoverarsi lì."

Insomma, Comitato Tecnico-scientifico e Governo non avrebbero che da rileggersi il Manzoni per non ripetere gli errori del passato, ma ormai si sono fatti prendere dal puntiglio, e alla ragione hanno preferito la partigianeria ottusa della ritorsione fine a se stessa sui cittadini renitenti, mentre il virus ha fatto il corso che doveva fare, accompagnato dai decreti invece che contrastato.

lunedì 14 febbraio 2022

Lost in translation

È un bel barcamenarsi tra sinonimi e frasi idiomatiche la traduzione, ribaltamento di frasi, di transitivi e intransitivi, di prendere bagni, di scendere cani, di food and beverage da rendere in italiano senza che suoni cibo e bevande. Un hobbit beve una birra: non puoi tradurla in bevanda, è mica un'aranciata, bisogna trovare un modo di cambiare la frase perché bevanda non ha sinonimi, allora "beve un bicchierino", "tracanna un boccale", "sorseggia un drink" (ma puoi scrivere "drink" in un testo di fantasy ambientato in un'era precedente la formazione dei continenti? magari sì, visto che lo stesso Tolkien si lascia scappare un "come un treno espresso"); insomma, un guazzabuglio, ma un guazzabuglio meraviglioso quando alla fine vedi il tuo lavoro finito, il ritorno all'armonia dopo la caduta nel maelstrom del lost in translation. Arrivederci, torno al lavoro.

sabato 12 febbraio 2022

Un tentativo di governance nell'Italia del XVII secolo

Leggevo ieri il Capitolo XXVIII dei Promessi Sposi, quello che dà inizio alla parte più storica del romanzo, leggevo con gusto i tentativi di governance del governatore Antonio Ferrer, preposto al soglio di Milano, volti a mantenere basso il prezzo del pane dopo i moti che costarono l'esilio all'incolpevole Renzo. Vista l'emergenza, s'era dato ordine ai milanesi di non far scorte di farina e a comprar pane solo per il necessario stimato in un massimo di due giorni, pena sanzioni e punizioni corporali a discrezione di Sua Eccellenza. Le sanzioni avevano riguardato anche il riso, perché in tempo di carestia veniva usato per tagliare la farina. Insomma, grida dopo grida, i Dpcm emanati dal governatore di Milano avevano creato più danno che beneficio nel velleitario tentativo di imbrigliare per editto il periglioso corso degli eventi. Ultima in ordine di esternalità negativa, il prezzo calmierato per editto aveva innescato un gran esodo di gente dal contado che si recava in città per approfittare del pane a basso costo. Si rese dunque necessario rincorrere per l'ennesima volta gli eventi e le storture emanando d'urgenza un altro Dpcm (la Grida) che faceva divieto assoluto ai non residenti di comprare pane in Milano e ai milanesi di venderlo ai non residenti, pena sanzioni fino alle punizioni corporali a discrezione di S. E. ecc. ecc. 

Se oggi non ci puniscono corporalmente è solo perché non si usa più e le punizioni ci cadono in testa prendendo una curva diversa, camuffate da "disincentivi". Gli stessi accorgimenti messi in atto dal potere per non perdere il controllo della situazione finiscono essi stessi per creare le condizioni della crisi. La realtà ha le sue leggi che la governance non scalfisce. Le Grida di Ferrer, i Dpcm di Draghi: un tentativo di governance nell'Italia dei Promessi Sposi.

venerdì 11 febbraio 2022

Ritradurre Tolkien

Per rilassarmi sto (ri)traducendo Tolkien. Ho comprato Il Signore degli Anelli nella nuova versione di Fatica e non mi è piaciuta affatto. Ho scoperto così una nuova attività ludico-artistica, perché il traduttore è come il restauratore, se fa bene il suo mestiere l'opera risplende della sua luce, se lo fa male la danneggia. Mi sono appassionato tardi a Tolkien, circa otto anni fa. Una prima lettura è scivolata via come l'acqua, la traduzione attuale invece mi permette di entrare meglio nei registri, di coglierli attingendo alla pagina originale. A chi interessasse ne parlo su t-annahuser, il tumblr linkato nella colonnina qui a destra. Ci guadagnamo tutti, io che mi rilasso e non mi arrabbio per i brutti tempi che corrono e voi che potrete trovare anche post che parlano di altro. Per il momento sono arrivato alla Festa di Compleanno di Bilbo. Se tutto va secondo i piani dovrei terminare il lavoro entro il 2135 (AD).

mercoledì 9 febbraio 2022

Il tempo è galantuomo

Ma esattamente cos'hanno ancora di scientifico queste decisioni di carattere sanitario che ci costringono a fare lo slalom fra permessi e permessini di uscire o meno di casa, di entrare o meno dal prestinaio? Se c'è una cosa che è emersa chiaramente in questi due anni è che accanto a noi vivevano dei mostri che non aspettavano altro che l'occasione buona per dare libero sfogo alla loro tigna. Mi sono anche preso del canaglione tempo fa non so per cosa, anzi, me lo ricordo bene, perché avevo osato dire quel che adesso pensano un po' tutti, che il greenpass non serviva a niente. Il tempo è galantuomo, l'uomo meno.

giovedì 3 febbraio 2022

Il problema è cognitivo

Nota bene che prima di avviare una qualsiasi discussione devi far presente che sei vaccinato, cioè devi prima ottenere l'accredito. Se non sei vaccinato non credi nella scienza, che tu sappia spiegare i principi della relatività generale conta poco, anche perché quel "credere" significa appunto avere fiducia, cioè comporta una professione di fede. Scopo non è sostenere la scienza ma dare prova di fedeltà. Che si azzuffino pure i due contendenti a colpi di microchip e di evidenze scientifiche, la loro battaglia ha avvelenato i pozzi da rimanerci ammorbata tutta la società. A questo punto il problema è cognitivo, non sanitario.

mercoledì 2 febbraio 2022

Tradimento della ragione

Mi pare si stia abusando scorrettamente e talvolta in modo interessato del principio per cui la libertà di ciascuno termina dove comincia la salute dell'altro. Ingigantito il sentimento della minaccia che l'altro potrebbe rappresentare alla nostra incolumità. Ribaltato completamente il significato della vaccinazione, per cui è il protetto a dover temere il non protetto, come un cavaliere calato nell'armatura che teme il villano che lo affronta a mani nude. Il lasciapassare è diventato la gardenia che si porta all'occhiello in segno di distinzione, vale quanto la castagna matta che si portava in tasca per scansare il raffreddore, antica usanza veneta priva di basi sperimentali. La stupidità di chi ha preso partito facendo passare ritualità collettive per evidenze scientifiche. Questo reiterato tradimento della ragione avrà i suoi costi.