lunedì 30 settembre 2013

Il problema della misura. Werner Heisenberg dimostrava quasi un secolo fa che appena cerchi di capire dove si trova una particella di materia e la sua quantità di moto il danno è fatto. L'osservatore non è passivo, il suo solo osservare - perché anche il solo osservare comporta emissione di energia - fatalmente ne modifica lo stato, per cui sarà possibile definire solo una delle due grandezze e non entrambe contemporaneamente. Viene meno anche il principio di causalità, il quale afferma che se conosciamo esattamente il presente potremo predire esattamente il futuro. Qui il principio viene meno già a monte, in quanto ci rendiamo conto che ci è stata tolta anche la possibilità di conoscere esattamente il presente. Ma il problema della misura, prima ancora di essere scientifico, è un vero problema filosofico. La particella osservata si comporta più o meno come un noumeno, mentre la particella in sé si comporta più o meno come una cosa in sé. Come nella filosofia kantiana l'osservatore non è passivo, le stesse forme a priori dell'intuizione ci nasconderebbero la realtà. Si tratta di dare un valore ontologico alla particella subatomica e si è deciso di dargliene convenzionalmente uno secondo la celebre "interpretazione di Copenaghen", vale a dire che la particella si trova dove dovrebbe essere solamente nel momento in cui viene misurata (e quindi osservata). Butta male per la res extensa. Naturalmente ci si affretta a ricordare che tali convenzioni non valgono a livello macroscopico: tu, caro mio lettore, dovresti essere abbastanza sicuro di trovarti esattamente lì dove ti trovi anche se non ti osserva nessuno, ma dal mio punto di vista resta comunque il fatto che, per quanto ne so, ti potresti trovare il qualsiasi posto del pianeta e forse anche sulla luna, ed io per principio non avrei nulla da ridire. Ma per quanto ne so potresti anche non esistere. Per quanto ne so potreste anche non esistere. Non è fantastico? La vostra esistenza è un enunciato indecidibile all'interno di questo sistema formale che si chiama vita. 

domenica 29 settembre 2013

"Non voglio scappare, non bisogna mai commettere un'ingiustizia nemmeno quando la si riceve" (Socrate)

Che fine hanno fatto le virtù del buon vecchio Socrate? Egli era freddo, fino all'addome, quando si scoprì, e queste furono le sue ultime parole: «Alfano, dobbiamo un gallo a Ghedini Salvatore, dateglielo, non ve ne dimenticate». «Certo» assicurò Alfano, «ma vedi se hai qualche altra cosa da dire». Ma lui non rispose. Questa, Quagliariello, è la fine del nostro amico, un uomo che fu il migliore, possiamo ben dirlo, fra quanti del suo tempo abbiamo conosciuto e, senza paragone, il più saggio e il più giusto. Fu l'erastès di tutti noi, maestro e benefattore, statista, uomo di vasta cultura e di grande statura, menadi, etere e mimallonidi mai si dimenticheranno di te e della tua disinteressata generosità, i tuoi nemici verranno giustiziati sull'Acropoli, Afrodite in persona schioccherà un bacio sul tuo nasone. Addio, amico mio, e non stare in pensiero per noi!
Breve digressione sul tempo. E' da un po' di tempo che quando alla mattina scendo per strada diretto alla fermata rifletto sul senso greco del divenire. Mi dico che è una pazzia pensare che quello che mi lascio alle spalle diventa un nulla e quello che mi si para innanzi si crea dal nulla. Va da sé che non prendo psicofarmaci in questo periodo, giusto la pastiglia per la pressione. Se eliminiamo un secondo avremo ancora il presente, se ne elimino due ancora il presente, finché ne eliminerò qualcuno in più è lo chiamerò passato: in quale momento il secondo presente diventa passato? (paradosso del sorite). Bergson ci diventava matto. Altro esempio: gli scienziati teorizzano i viaggi nel tempo, tempo e spazio sono connessi fra loro, il sostrato, aristotelicamente parlando, che ci permetterebbe di muoverci in avanti e all'indietro nel tempo è il continuum spazio-temporale. Questo significa che il passato viene conservato, così come il futuro. Ed è a questo proposito che Stephen Hawking si permette di scrivere nel suo A brief history of time: "Perché ricordiamo il passato ma non il futuro?". Esiste un tempo in cui sempre siamo. Vuoi dunque scomodare gli eterni? E scomodali. Non ti piacciono gli eterni? E chiamali continuum spazio-temporale. (Karl Popper chiamava Einstein "Parmenide", Mara Carfagna chiama Berlusconi "Einstein": «Presidente, pensando a lei mi sono tornate in mente le parole di Albert Einstein. Le grandi menti, le grandi persone hanno sempre ricevuto violenta opposizione da parte delle menti mediocri»).

Breve digressione sulla forma e sull'essenza, vale a dire sulla sostanza. Narra la leggenda che esisteva in Italia un governo detto "delle larghe intese", questo governo era nato per essere conservato, ma ad un certo punto cominciò a perdere i pezzi, e perdili oggi e perdili domani, i pezzi a mano a mano vennero sostituiti tutti finché dei pezzi originari non ne rimase nemmeno uno. Il problema che si pone è: si tratta dunque dello stesso governo o la sua essenza è cambiata nel momento in cui è cambiata la forma? Similmente un essere umano nasce, cresce e durante l'arco della sua esistenza cambia drasticamente forma, difficile riconoscere nei tratti del neonato quegli stessi tratti che assume in vecchiaia: si tratta dunque dello stesso uomo o di una persona diversa? Qual è il momento preciso in cui un aspetto formale diventa sostanziale? (paradosso della nave di Teseo).
Come sarebbe a dire "gesto folle"? Su con la vita, il Milan ha vinto e Premium arriva anche agli arresti domiciliari, la vita è ancora degna di essere vissuta. Si accusa B. di ridurre l'interesse pubblico al suo interesse privato ma questo è quello che accade quando si tenta di far convergere la giustizia di un intero paese su un solo uomo, la partita è doppia e gli effetti che si manifestano a sinistra vengono replicati simmetricamente a destra. Ricordatevi di Eraclìto, il mondo è pòlemos e si fonda sull'equilibrio dei contrari. Il potenziale distruttivo della magistratura massonica non si estingue nella condanna, il condannato assorbe il colpo e lo restituisce per intero, non una sola goccia di energia è andata dispersa, anzi, per inerzia ne avrà pure acquistata. Se paragonassimo il sistema Italia a un largo collisore di adroni potremmo dire che gli scienziati della magistratura sono riusciti a ricreare il big bang, perché la particella che stanno maneggiando non è così incline ad assecondare le leggi di natura, contiene entro di sé un potenziale distruttivo inaudito che potrebbe creare un disastro di portata storica, io glielo avevo detto di stare attenti.

sabato 28 settembre 2013

Psicodramma: l'Italia sull'orlo della crisi (n'ata vota), ovvero, cambiando l'ordine delle proteine la sbobba non cambia. Quando gli ingredienti sono quelli che sono tu li puoi combinare come vuoi, aggiustarli di sale, coprire il sapore, convincerti che la sbobba l'è buona ma tanto è inutile, quella è. Come può il pensiero trascendentale scaturire dalla materia inerte? E infatti non scaturisce. Per cui adesso ricominciamo con un'altra campagna elettorale, rimuginando gli stessi argomenti di sempre, affiggendo gli stessi manifesti di sempre, bisticciando con gli stessi personaggi di sempre. E' l'eterno ritorno, e poi dicono che la filosofia è una favoletta. E' la qualità del materiale umano che deficita, non sono i valori, non sono i significati. Ecco, il prof. Garelli diceva che non è che si sono persi i significati, si sono, direi, abbassate le attese. Per cui il nichilismo, se volete vederla così, è un problema di attese tradite, perché abbiamo sempre un certo "potenziale idealistico" intatto dentro di noi e pronto a scattare sull'attenti, ci crediamo davvero ai valori, o meglio, ci vorremmo credere. E' come il gol che non entra in porta, a noi italiani ci rimane sempre l'urlo strozzato. E' proprio in ragione di questo "potenziale idealistico", conservato intimamente dentro di noi come l'Es freudiano, che al primo volpone che ci fa gli occhi dolci e parla una nuova lingua, magari più fresca, più giovane, più nuova, ecco che abbiamo la tendenza a ricascarci (Berlusconi ci ha fondato sopra un impero). E' la voglia di credere in qualcosa aldilà della crisi di tutti i valori, un riempitivo, che sia l'Inter, il Napoli o Forza Italia. Per cui: forza, Italia!, ricominciamo da capo.
Mi sembrava strano che una multinazionale come la Barilla si mettesse a fare le crociate sui valori della famiglia. Certo, dietro al marchio c'è tutta la retorica della famiglia tradizionale, si dice "sembra la famiglia del Mulino Bianco!" e non mi spiegavo nemmeno come mai avessero scelto come testimonial uno come Bandieras, già enfant prodige lanciato da un noto culattone (uno peggio di Fassbinder, per intenderci) e già controverso compagno di vita del controverso Tom Hanks in Philadelphia (fra l'altro prodotto dalla Kraft, una diretta concorrente). Non mi spiegavo come mai la legge del mercato non avesse infine stemperato la polemica o l'avesse affogata sul nascere, le associazioni GLBT già erano sul pieno di guerra, Jodie Foster era passata alla Voiello, insomma, la Caporetto del maccherone. E infatti oggi Guido Barilla in persona ritratta tutto dalle pagine del sito web su pressione dei mercati ma anche di un noto premio Nobel italiano e assicura che sì, la pasta Barilla possono mangiarla anche i gay e si impegna altresì a togliere dalle linee di produzione gli strozzapreti su pressione insistente del Vaticano.

venerdì 27 settembre 2013


Giunto a trent'anni, Zarathustra lasciò il suo paese e il lago del suo paese, e andò sui monti.

Zarathustra, lo avete presente? Puzzava come una capra. Per dieci anni dimorò nella sua caverna, presumiamo in compagnia del sole e dell'aurora, si cibava di bestioline, cacava in un angolino, la sua tonaca stava in piedi da sola. Quando ridiscese il monte e incontrò il pio vegliardo che già lo vide passare di lì dieci anni prima, questi ammise che effettivamente si era trasformato. Per via della folta barba e dei lunghi capelli, credo, e per via della tonaca. Quando Zarathustra gli comunicò che voleva portare un dono agli uomini, il vegliardo ricambiò con un pezzo di sapone: "Bada che essi sono diffidenti verso gli eremiti, prima fatti un bagno, guarda i testimoni di Geova!".

Giunto nella città più vicina, sita presso la foresta, Zarathustra vi trovò radunata sul mercato una gran massa di popolo: era stata promessa infatti l'esibizione di un funambolo. E Zarathustra parlò così alla folla: Io vi insegno il superuomo.

"E noi l'uso del sapone!" E la folla rise di Zarathustra. Zarathustra invece guardò con meraviglia la folla, poi così parlò: l'uomo è un cavo teso tra la bestia è il superuomo, un cavo teso controvento!

Delle tre metamorfosi.

1. Nutrirsi delle ghiande e dell'erba della conoscenza e a causa della sciolta soffrire la fame dell'anima. 2. Scendere nell'acqua sporca, purché sia l'acqua della verità. 3. Lavarsi i piedi.

Così parlo Zarathustra. Allora egli soggiornava nella città che è chiamata: "Vacca pezzata".
Non solo il capitalismo è cattivo ma anche la civiltà della tecnica, non si dibatte d'altro. La tecnica che ci rende numeri, la tecnica che ci vuole oggetti, la tecnica che ci rende macchine e che in ultima analisi toglie ai filosofi la prelazione sulla guida del mondo. Ma come? Dio è morto e quando finalmente sembrava (ri)giunto il tempo dei filosofi, che hanno pazientato secoli perché Dio era lungo a morire, ecco che arriva la tecnica e li scalza dal podio, si fotte il parcheggio, capirai l'incazzatura. ("Suonan le campane, sarà Dio che è morto?" E mia madre: "Non c'era sul giornale!"). Ascolto Galimberti è sembra che la tecnica gli abbia rigato la macchina, Vattimo invece continua a vedere ovunque restrizioni della libertà ontica tanto che oltre a Dio bisogna ammazzare anche la Verità. L'Essere Eterno è un'invenzione dei greci venduta agli americani che oggi controllano le Nazioni Unite e che vogliono la TAV. Questa TAV è diventata un'ossessione, bisognerà pur lasciare una nota ai filologi di domani, altrimenti crederanno che stia ad identificare qualche divinità corruttrice del cielo e della terra (e io che pensavo che la politica ci sminuisse...). Inoltre, non c'è argomento, osservazione o filone logico che fondi le sue radici nell'antica Grecia che non conduca a una conclusione men che mai politica, ceterum censeo Carthaginem esse delendam, che sia la tecnica o il politico di turno, come se tutta la secolare e potentissima artiglieria filosofica fosse ridotta oggi a convergere sui vari Letta, Alfano, Berlusconi, Renzi, Scalfari e Badoglio (Bergoglio). In Platone era già presente una critica al consumismo, Marx aveva già previsto i velini. Io dico che è uno spreco di munizioni.

lunedì 23 settembre 2013

A noi, grandi pensatori del nostro tempo, sono oggi concessi piccoli obiettivi senza scopo, quali, ad esempio, darsi da fare per tenere in piedi la baracca e per baracca s'intende un appartamento in affitto, pantaloni dell'OVS e forniture del Carrefour. Sto spiluccando qua e là qualche video postato su Youtube, mi sto aggiornando sullo stato dell'arte del dibattito filosofico italiano e devo constatare che siamo ancora fermi a problemi essenziali quali il superamento del capitalismo, inteso come panacea di ogni male, dal costo delle zucchine alla questione meridionale, dall'idolatria delle merci alla farfallina di Belèn, dalla mania per i piedi alle tendenze suicide. E' etico possedere uno smartphone? Socrate non ne possedeva. Riguardo al capitalismo non è ben chiaro l'approdo, non è ben chiaro come riconoscerne, eventualmente, la fine. Alcuni si limitano a vagheggiare il superamento dell'egoismo e dell'avidità privata, altri suggeriscono la moderazione come freno alla malattia del consumismo infinito. Allo scoccare della mezzanotte il capitalismo è morto. E' etico bere Coca-Cola? Socrate beveva cicuta. Persino la merce non sarà più alienata, questo mio paio di pantaloni dell'OVS non sarà più freddo e impersonale, confezionato in milioni di esemplari a milioni di chilometri di distanza da una povera vietnamita ridotta in schiavitù, ma sarà progettato qui sotto i miei occhi, a chilometro zero nel negozietto sotto casa e confezionato su misura con amorevoli mani appositamente per me, tanto che finirò per innamorarmi della sarta e insieme avremo tanti bambini. E' etico comprare i blue-jeans? Socrate usciva in mutande. E' ovvio che con la morte del capitalismo gli americani smantelleranno le loro basi in Italia e in val di Susa non passerà la TAV, problemi fondanti della filosofia, questioni della prassi.

domenica 22 settembre 2013

"L'esempio che ho fatto prima sulla sostituzione del diritto naturale col diritto positivo, è un altro esempio seppur a livello maggiore. Non viene più percepita nei rapporti sociali la presenza di un ordine immutabile, l'uomo si è abituato che sapendoci fare può creare, si può lavorare per costituire una maggioranza che può modificare la costituzione... la costituzione degli Stati Uniti, ma anche le costituzioni europee, 'stanno' perché sono sorrette da una volontà di maggioranza. E quando si tenta di mostrare l'innegabilità di questo insieme di norme allora si comincia a incespicare, a balbettare, perché non si sa esibire qualche cosa di più del diritto positivo. 'Diritto positivo', posto di volta in volta storicamente dall'uomo... che diritto può avere se non per il fatto che una maggioranza di individui si è imposta su una minoranza e soprattutto qui, nei popoli del nord del pianeta, si è imposta una maggioranza che crede nella dignità dell'uomo, nella necessità di rispettare la vita umana, nel rispetto appunto dell'uomo, ma non può vantare una verità di questi atteggiamenti rispetto all'alternativa che qui nel nord, almeno apparentemente, è perdente, ma che nel resto del mondo è prevalente. Perché nel mondo le democrazie dove questi valori sono tutelati sono una minoranza." (E. Severino, Il tramonto dell'epistème).

La morte di Dio è una gran seccatura per chi si accinge oggi a scendere in guerra, occorrerebbe qualcosa di più forte della promessa di portare la pace per chi si accinge a uccidere uomini in nome del rispetto universale della vita umana, rimane sempre sottotraccia quella certa contraddizione che è foriera di debolezza. E' una debolezza intrinseca alle società occidentali quella di non poter più contrapporre una forza ideologica ottusa e per questo saldissima alla forza ottusa e saldissima del nemico. Sì, è vero, ci hanno provato i teocon, ma sul piano ideologico puro, l'ottusità dei teocon rimane molto al di sotto dell'ottusità delle masse che si propongono di combattere. Allora questa differenza di forza e di intensità ideologica (ma si potrebbe anche dire "teologica"), va compensata con la forza dell'apparato militare. Si potrebbe pensare che è una fortuna che disponiamo di bombardieri sofisticatissimi e di sistemi di spionaggio e di portaerei e di missili a puntamento laser. Ecco, a noi cosiddetti occidentali rimane la tecnica, ma qui casca l'asino, perché la sola tecnica non ci può restituire la sicurezza, la certezza di essere in salvo, perché così come oggi la tecnica arride a noi, domani la stessa tecnica potrebbe arridere al nemico. Per farla breve, questi hanno già imparato ad usare le app dell'iPad e Google Earth per sopperire allo svantaggio tecnologico, nur noch ein Gott kann uns retten* e ciò potrebbe significare che siamo potenzialmente fottuti.

* «...in Heidegger mi ha sempre disgustato tutto, non soltanto il berretto da notte in testa ed i mutandoni invernali tessuti a mano e stesi sulla stufa che lui stesso si accendeva a Todtnauberg, non soltanto il suo bastone da passeggio della Foresta Nera tagliato in casa, ma per l'appunto la sua filosofia della Foresta Nera fatta in casa, tutto in quest'uomo tragicomico mi ha sempre disgustato...» (Thomas Bernhard, Antichi Maestri).

sabato 21 settembre 2013

La notizia è che il Papa aprirebbe ai divorziati e alle donne che hanno commesso aborto, la nostra reazione è: e a noi, che ci importa? La Chiesa è quell'ultima fortezza del moralismo il cui presidio ha sempre meno possibilità di uscirne, sì che le si può passare davanti e lasciarsela alle spalle quasi senza pericolo. E poi, in che senso aprirebbe? Una pacca sulle spalle, un buffetto da amico, però bada bene che in te resta la colpa, l'errore, la malattia da curare nel grande ospedale da campo? Tutte fregnacce, fiacchi spettacolini di fine impero, pelosissima captatio benevolentiae. Aver aperto il tango ai gay*, quella è la vera rivoluzione, prenda nota Bergoglio.

venerdì 20 settembre 2013

Lo sapete che mestiere faceva Talete, il primo filosofo della tradizione occidentale? Prima ancora di essere filosofo era un imprenditore, o meglio, uno speculatore. Prevedendo un'abbondante produzione di olive egli affittò tutti i frantoi della Lidia sbaragliando di fatto la concorrenza e imponendosi come monopolista dell'astrazione dell'oro verde. Altro che svagato, altro che campato per aria, se l'acqua era il principio di tutte le cose, l'olio lo era di tutte le ricchezze. Per quanto mi riguarda io seguirò il suo esempio e, prevedendo una gran fioritura di tifosi del Napoli, io impegnerò tutto il mio patrimonio nell'acquisto di fabbriche di tappi per le orecchie e quando mi si contesterà di essermi arricchito grazie alle mie vastissime conoscenze filosofiche io porterò a mia discolpa l'esempio di Talete e i miei detrattori lascerò che si mangino le mani.

giovedì 19 settembre 2013

Siamo organici al capitalismo, la sua intelligenza fa si che egli ci tenga incollati alle nostre scrivanie privandoci del tempo necessario ad escogitare un piano per oltrepassarlo. E chi ha il lavoro si lamenta perché è schiavo e chi non ce l'ha perché non gliene danno. Le mie stanche e povere membra tacciate di codardia, sono un piccolo borghese che indulge sul suo iPad. La tesi è che la filosofia deve essere prassi e che la prassi deve consistere nel superamento del capitalismo, chi vi rinuncia è un vile. Ebbene, io vi ho rinunciato, sono un collaborazionista, porto con me una capsula di cianuro nel caso mi facciano prigioniero. Ma a me le bende per il dito chi me le ha date? Il capitalismo. E il Betadine®? Di nuovo lui, il capitalismo. Che i fautori della decrescita felice mi vogliano curare con l'acqua e l'aceto, o col reattivo di Lugol? Meglio fare scorte.

mercoledì 18 settembre 2013

"Cittadini reagite, fate qualcosa di forte"? Ma io sono in giro da stamattina e dopo nove ore di disegnini l'unica cosa forte che ho voglia di fare è mangiare qualcosina e infilarmi sotto le coperte, tengo la sveglia alle 6:45. Ecco, se adesso gli afragolesi, i semineandertaliani, gli organismi monocellulari, la smettessero di agitarsi per il pallone, per esempio io me ne andrei pure a letto. Una volta mi prendevo la briga di pensare alle donne, ora è già tanto se mi prendo la briga di pensare agli uomini. Mi addormento ripassando Kant, mi risveglio pensando alla pagnotta. "Fate qualcosa di forte"? Sì, giusto una scorreggia sul modello di Pierino, tessera numero quattro di Forza Italia con delega alla settima arte. Caro il mio Berlusconi, le rivoluzioni, che siano comuniste o liberali, necessitano di tempo libero.

martedì 17 settembre 2013

Sorpresa, al bar i russi litigano per Kant e non per il pallone. Per una volta parliamo di cose serie e visto che ci siamo vorrei chiarire il significato di "trascendentale" in Kant. Trascendentale, ovvero che trascende l'esperienza sensibile, esperienza necessariamente a posteriori, cioè che viene dopo il manifestarsi dei fenomeni (in quanto prima si manifesta il fenomeno e poi se ne fa esperienza). Si sa che dei fenomeni non ci si può fidare, accadono imprevedibilmente, secondo il capriccio del momento. Ebbene, la trascendentalità in Kant si riferisce a conoscenze e questioni che si pongono al di sopra o al di là del divenire, cioè che trascendono l'imprevedibilità dell'esperienza empirica. La trascendentalità è sempre a priori, vieni prima, sta al di sopra, e quindi è universale. Citiamo da Kant attraverso Wikipedia:

«Chiamo trascendentale ogni conoscenza che si occupa non di oggetti, ma del nostro modo di conoscenza degli oggetti, in quanto questa deve essere possibile a priori.» (Critica della ragion pura, A12)

Nella ricerca di qualcosa che possa essere stabile, Kant esclude tutta la vasta dimensione del percepito per appellarsi all'universalità delle forme della percezione. Non mi interessa tanto questa pistola ad aria compressa, quanto il modo in cui tu la percepirai, ed è questo modo che è universalmente condiviso da tutti gli uomini. A questo punto il primo dei due ha estratto a priori la sua pistola ed esclamando: "percepiscimi questo!" ha ripetutamente colpito in testa il secondo con una raffica di proiettili di gomma a posteriori. Questi, cadendo a terra frastornato, pare abbia esclamato: "tanto non potrai mai colpirmi con i proiettili in sé!", e poi dicono che sono degli zoticoni. 
Dicevo stamane su twitter: ora che la Concordia l'è drizza si potrebbe perdonare Schettino o quantomeno concedergli le attenuanti. In fondo, cosa ci dice il dato fenomenico? Ci dice che l'incidente è oramai solo un ricordo e quindi converrete che il ricordo dell'incidente non può essere l'incidente stesso. Dunque, se vogliamo indugiare all'interno del sentiero della notte allora andiamo pure incontro alla grande follia dell'occidente, ma se lo collochiamo dentro il sentiero del giorno, pulito e sbarbato, con due gocce di aqua Velva a rinfrescargli il decumano volto, be', si tratta pur sempre di un uomo, un nostro simile, un testimone dell'apparire degli eterni, nientemeno. Si appelli a Strasburgo, si butti in politica, firmi i referendum, faccia qualcosa. Quello che voglio dire è che o la linciavamo subito, sul posto, o niente, l'attimo è fuìto e adesso ciccia. Dico, ha pure un bel culo. Comandante, lasci passare qualche mese, soprattutto a Concordia smantellata, e vedrà quanti si faranno avanti a capo chino e le perdoneranno la svista, fra un paio di millenni dubito persino che possa rimanere nella memoria una qualsiasi traccia del naufragio, lo lasci fare, il tempo è galantuomo.

***

Orgogliosi di essere italiani? L'eroe di giornata era sudafricano. Sì, però viti e bulloni erano nostri, i bulloni dell'Ansaldo. E vada per i bulloni. Non vorrei qui fare l'antipatico proprio ora nell'ora del trionfo ma se consideriamo anche il crollo della torre dei piloti di Genova perdiamo 2-1 in casa e abbiamo appena accorciato le distanze. 

domenica 15 settembre 2013




(Ansa) Pisa: commercianti Duomo chiedono aiuto - Chiedono aiuto anche al Papa gli ambulanti che vendono souvenir in piazza dei Miracoli, a Pisa, nella speranza di vedere finalmente risolta l'annosa querelle che li contrappone alle istituzione e relativa allo spostamento in altra sede delle attività commerciali. Da ieri una vasta porzione della piazza è stata transennata, impedendo ai clienti di avvicinarsi alle bancarelle, rinchiuse oltre il recinto, e fare acquisti e oggi i commercianti hanno esposto sopra le bancarelle dei maxi cartelli con la scritta: ''Papa Francesco aiutaci tu''. 

Papa Francesco aiutami tu. Come saprai, ho questo problema dei vicini chiassosi e delle buche nelle strade che fanno tremare l'appartamento, e degli squarci nel pavimento, per non parlare che sono circondato da gente ostile e senza finezza, maleducati e adoratori del Dio Pallone, Eupalla, la divinità apocrifa che assiste alle goffe scarponerie dei bipedi. Altresì, ti avranno di certo messo al corrente di questo mio sinistro all'alluce sinistro, per non parlare che ieri sera ero convinto di avere l'appendicite. Voglio dire, ce l'hanno tutti, almeno finché non gliela tolgono, comunque hai capito. Telefonami, oggi sono a casa. Mia madre è cresciuta a Montevideo, mio zio mi ha pure regalato la bombilla per il mate, assomiglia a un aspersorio. In casa ascoltiamo Carlos Gardel e Los Fronterizos, mi piacerebbe ballare il tango con te. Se porti il chimichurri io ho tutto l'occorrente per fare un asado come Dio comanda, tengo los chorizos, a patto che mi fai una foto mentre li rigiro e poi la twitti su @Pontifex. Ah, e vorrei discutere alcune questioni relative all'argomento ontologico. Mi raccomando, ci conto.

Sono in ansia, sto in pensiero, sono preoccupato per Berlusconi. Dormo male, mi mangio le unghie, mi sveglio quattro volte per fare la pipì, guardo il mio alluce e vi trovo la conferma del secondo principio della termodinamica. La facoltà di giudizio è in stallo, ci troviamo di fronte a un conflitto della ragione: il dato fenomenico ci suggerisce che è colpevole ma vista la natura aprioristica delle forme della percezione e del diritto penale trascendentale, al netto dei giudizi analitici e delle inculate a posteriori, non possiamo che convenire che il reato in sé rimarrà per sempre inconoscibile, nascosto dietro a un doppio strato di veline di Maya (la politica come volontà e rappresentazione). Se cade il governo si pagherà l'Imu, ma se decade il Cavaliere, chi lo sa? Ve l'ho detto, mai sfruculiare una singolarità. I giudici della Corte di Cassazione sono come gli scienziati del Cern, quelli si mettono a giocare coi buchi neri ed è un attimo che per il capriccio di una lobby annichiliscono un paese intero, faremo la fine di Alderaan.

martedì 10 settembre 2013

Una modesta proposta. Si sappia che attualmente penso molto male di questa famiglia di lazzari che sfortunatamente m'è venuta ad abitare proprio sui coglioni, questo chiassoso agglomerato di straitalianità, soprattutto il martedì sera quando c'è la nazionale. Mio nonno, da veneto saggio qual era, ripeteva spesso: "metìli al muro, mi li coparìa tuti" ("metteteli al muro, io li accopperei tutti", a fucilate), benché non abbia mai avuto modo di intrattenersi con dei veri lazzari, mendici, villani, farabutti o afragolesi in generale, pochissimi i negri e perlopiù solo dopo i pasti e rigorosamente alla tv. Io dico, una persona come me dovrebbe starsene tranquilla nella sua tenuta di campagna in qualche contado della Brianza bene, con uno stuolo di cani a far la guardia lungo tutto il recinto perimetrale, compresi vigilantes e bodyguards, ma purtroppo le ambizioni non sono proporzionate al portafoglio e questi sono i risultati. Alle persone come noi dovrebbero liquidare una qualche forma di reddito di cittadinanza, un'indennità di residenza che ci permetta di vivere in luoghi finalmente adeguati alla nostra signorilità.

domenica 8 settembre 2013

Immortali mortali, mortali immortali, viventi la loro morte e morenti la loro vita. L'accordo è che ci potevamo sparare con le armi da fuoco, far saltare con le armi da scoppio e squartare con le armi da taglio, le armi chimiche non valgono. Muoiono troppo in fretta, è antisportivo. Il tempo è un fanciullo che giuoca sparando i dadi. A questo punto non ci interessa chi ha gasato chi, bisogna sapere che la guerra è comune a tutte le cose, di tutte la regina, e gli uni disvela come buoni e gli altri come cattivi. Non si può morire due volte della stessa arma, i bombardieri in cabrata e in picchiata sono gli stessi e i medesimi. Per dimostrare quanto siamo civili bombarderemo i cattivi con bombe convenzionali a puntamento laser, una gamba qua, una gamba là, noi non scenderemo mai al loro livello. E poi ci va un certo impegno di uomini e di mezzi per bombardare chirurgicamente degli obiettivi, è un po' come la lotta fra l'uomo e la balena, fra il cervo e il cacciatore, c'è il caso che ci si rompa un unghia a tirare il grilletto, non è un'attività priva di rischi. Mentre le armi chimiche... con le armi chimiche ne fai fuori mille con una sola bomba, è un'arma da codardi. Per quanto tu possa scappare, tu non potresti mai trovare i confini della guerra: così profondo è il suo logos.


Fortunelli noi comaschi che a Cernobbio assistiamo di volta in volta alla sfilata delle personalità del momento, uno spaccato di storia planetaria, ed è la volta di Gianroberto Casaleggio al workshop del Commendator Ambrosetti, quello delle calze di nylon. Innanzitutto, perplessità sulla decisione di concedere l'ingresso ai fotografi, come saprete le linee guida del movimento vietano espressamente la divulgazione di immagini apocrife del Guru e accettano come sue rappresentazioni solamente il nome scritto in caratteri ASCII. I lavori si svolgono a porte chiuse secondo le regole della Chatham House Rule: i partecipanti possono liberamente divulgare tutte le puttanate di cui sono venuti a conoscenza senza però rilevare l'identità di chi le ha sparate. In questo caso, essendo l'unico relatore, possiamo con un certo margine di sicurezza attribuirle al solo Casaleggio. Siamo a un tipping point, la rete sta superando i media convenzionali. Quale epifania, quale rivelazione! Scarichi Candy Crush Saga e ti ritrovi iscritto al M5S. La grande piramide di Giza era in realtà una gigantesca centrale di ghisa per la produzione di idrogeno; zolfo, luppolo, paracetamolo e acqua distillata erano introdotti attraverso i cunicoli nella Camera della Regina e qui sublimavano miscelati fino alla Camera del Faraone dove un raggio di idrogeno ionizzato veniva sparato in direzione della Chioma di Berenice. Le linee di Nazca sono in realtà dei giganteschi codici QR contenenti buoni sconto per l'Ikea.
Già da qualche tempo mi sono accorto che, fin dai miei primi anni, avevo accolto come vere una quantità di false opinioni, onde ciò che in appresso ho fondato sopra princìpi così mal sicuri... Strasburgo, abbiamo un problema. Non si riesce a smaltirlo. Non va nell'umido per via degli oli esausti, non va nella carta, non va nel vetro, non nelle lattine. Non va nelle foglie. S'è attaccato alla suola come un ciuingam, assieme al piede butteremo anche la scarpa sporca. Grande Satyagraha, Dea Kali, Potente Gilgamesh, firmerà tutti i quesiti referendari, le petizioni, affitterà gli aerei, dipingerà le Femen e poi ancora Amnesty e le violazioni dei diritti nel Darfur, le rivendicazioni dei minatori inglesi, guarirà Mandela... Bombardamenti mirati sui palazzi di giustizia, abbiamo le prove dell'uso di sentenze non convenzionali.

martedì 3 settembre 2013

Gnôthi seautón, conosci te stesso. E quando ti conosci, che fai, chiedi l'ordinanza restrittiva? Non puoi, ti accetti per quello che sei, anche se ti dai fastidio.

domenica 1 settembre 2013

I tre postulati della ragion pratica: che esista Dio, che l'anima sia immorale, che venga depenalizzata l'evasione fiscale. Da quando è caduto il velo di Maya sulla metafisica non possiamo più appellarci ai quei bei principi saldi e garantiti da Dio, il Re sarà costretto a farsi chiamare Presidente, l'investitura divina a passare per qualche miracolo di poco conto, per esempio, la transustanziazione del Calippo in pochette di Prada. Che disgrazia. Il senso del dovere è troppo poco per garantire una buona morale, se viene meno il terrore di Dio allora tutto è permesso (dalla scappatella coniugale a Matteo Renzi). Il mondo è uscito dai suoi cardini, la morale non fa più presa sui sudditi, ci va un bello sforzo di fantasia e società di marketing e consulenti d'immagine di prima scelta per crearsi un proprio seguito di fedelissimi, la gente non si lascia più abbindolare dai baldacchini e dalle mantelline d'ermellino, vuole il lato umano, la foto su instagram, la wi-fi gratuita, per questo oggi si combattono le guerre. Il talebano della macelleria afghana è assai osservante, con occhi da lupo osservava le cosce di una sudamericana fino al termine ultimo dell'orizzonte, l'occidente corrompe ogni cosa.
Al supermercato hanno messo sotto chiave lo zafferano, perché lo rubano. Ora, capisco rubare il kebab, i datteri e il cuscus, ma lo zafferano... è come essere affamati e rubare i chiodi di garofano. La decadenza della civiltà occidentale, accelerata da questa marea di gente poco raffinata, non avrà mai fine. Per giunta ho dei nuovi vicini di casa di Napoli che a quest'ora stanno a fare un casino improponibile, vanno in coppia con i turchi ottomani. Io non oso proferir parola, non sia mai fossero camorristi (padroni a casa nostra, dicevano). Comunque, ritornando al declino della civiltà occidentale, la strada è tutta un buco, George Clooney si è lamentato sul giornale. George, vieni a rifarmi la strada, metticeli di tasca tua che sennò ogni volta che passa la corriera mi si allarga la crepa nel pavimento, due metri misura, dicono perché sotto c'è il soffitto di legno. Sarà. La casa è elastica. Sarà pure elastica... elastici questo bel paio di coglioni. Stoccolma, Nuuk, Tórshavn, Reykjavík, quelle belle casette colorate e quel bel freddo boia che ti obbliga a tenere chiuse le finestre anche d'estate. La gente del nord è meno espansiva. Dio sia lodato.