sabato 28 settembre 2013

Mi sembrava strano che una multinazionale come la Barilla si mettesse a fare le crociate sui valori della famiglia. Certo, dietro al marchio c'è tutta la retorica della famiglia tradizionale, si dice "sembra la famiglia del Mulino Bianco!" e non mi spiegavo nemmeno come mai avessero scelto come testimonial uno come Bandieras, già enfant prodige lanciato da un noto culattone (uno peggio di Fassbinder, per intenderci) e già controverso compagno di vita del controverso Tom Hanks in Philadelphia (fra l'altro prodotto dalla Kraft, una diretta concorrente). Non mi spiegavo come mai la legge del mercato non avesse infine stemperato la polemica o l'avesse affogata sul nascere, le associazioni GLBT già erano sul pieno di guerra, Jodie Foster era passata alla Voiello, insomma, la Caporetto del maccherone. E infatti oggi Guido Barilla in persona ritratta tutto dalle pagine del sito web su pressione dei mercati ma anche di un noto premio Nobel italiano e assicura che sì, la pasta Barilla possono mangiarla anche i gay e si impegna altresì a togliere dalle linee di produzione gli strozzapreti su pressione insistente del Vaticano.

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