martedì 26 novembre 2019

Ma per esempio uno che legge d'abitudine Gadda, Flaiano e Savinio, non per vantarsi, ma per gusto, e poi si mette a leggere di manifesti di sardine, di grete, di ciwati, di calendi e altri giovani di belle speranze che in ordine sparso si sono messi in capo di salvare il mondo, e comprensivi di quelli che li sfottono sull'internet che non credano di scamparla, ma che deve pensare? Il deserto dei tartari indentro il cervello proprio (che povertà, che miseria).

venerdì 22 novembre 2019

Milano-Siracusa Centrale

Il mio Trenotte è speciale, più accelera e più accumula ritardo, dev'essere il noto effetto della dilatazione del tempo a velocità relativistiche, arriverò a destinazione che sarò più giovane di un  mese, un mesetto e mezzo. Eppure si impegna, corre alla disperata scuotendoci forte come fosse colpa nostra, impossibile pisciare dentro il buco del water, è come centrare un imbuto a cento metri di distanza. Pare che infine siamo arrivati a Salerno, ma con due ore e dieci di ritardo, mantenendo una velocità costante c, ove c sta per chitemmuort, dovremo dilatare il tempo per altre due ore prima di arrivare a Paola. Eppure eravamo partiti bene, con cinquanta minuti di ritardo da Milano Centrale per via di certe verifiche tecniche eseguite al deposito della Martesana, eseguite così bene che manco abbiamo fatto in tempo a oltrepassare la linea del Po che già ci pregavano di passare al vagone accanto perché non funzionavano luci e riscaldamento. Insomma, Trenitalia non si smentisce mai, precisione Svizzera e tanto affetto, mi offrono bottigliette d'acqua e coperte calde, e un cestino di merendine nemmeno del Mulino Bianco, però è uscito il sole e mi rimborsano pure il biglietto, almeno ho viaggiato gratis.

giovedì 21 novembre 2019

Asilo Italia

Peggio delle sardine c’è solo Salvini che fa le battute sui gatti che mangiano le sardine, siamo al livello dell’asilo nido, poi a un certo punto arriva nonno Silvio e spara una delle sue palle nucleari, e tutti giù a ridere.

martedì 19 novembre 2019

Bella Ciao

Repubblica ha una debole per le piazze che cantano Bella Ciao, che senza Wehrmacht è un bell'andare, che ci vengono a tutti gli occhi lucidi come a un concerto di Jovanotti, e con questo hanno sconfitto l'odio. Mettigli poi alla piazza un bel nome vagamente puerile, tipo sardine o girontondini, con un richiamo alle filastrocche dei bambini, che i bambini ci guardano, capiscono tutto, sono dei piccoli Zygmunt Bauman già nella culla, e capisci bene che il male è fritto: arrenditi, Salvini, sei circondato.

domenica 17 novembre 2019

Pure Calenda, "quarantasei anni portati malissimo", vuole fondare il suo partito: prego, s'accomodi. Mi ricorda Parisi, non Heather, Stefano, quello di Energie per l'Italia. Fanno i manager, hanno un po' di visibilità e si sentono tutti garibaldini, fra un po' avremo più salvatori della patria che elettori, siamo proprio un popolo fortunatissimo.

A volte mi verrebbe anche da spendere una buona parola per Salvini, perché anche lui è una creaturina del signore, poverino, solo che poi mi fa venire in mente quel detto delle nostre parti che recita: fai un piacere al villano e ci resti con una merda in mano.

venerdì 15 novembre 2019

Il diluvio

“E Dio disse: Entra nell'arca tu con tutta la tua famiglia, perché ti ho visto giusto dinanzi a me in questa generazione. D'ogni animale mondo prendine con te sette paia, il maschio e la sua femmina; e sette paia di mutande, maschio e femmina. Degli animali che non sono mondi un paio, il maschio e la sua femmina; e del cavo della televisione sette metri, maschio e femmina. Anche degli uccelli mondi del cielo, sette paia, maschio e femmina; per conservarne in vita la razza su tutta la terra, maschio e femmina. Perché tra sette giorni farò piovere sulla terra per quaranta giorni e quaranta notti; sterminerò dalla terra ogni essere che ho fatto, maschio e femmina”. 
 
Genesi, 7
 
(ma quant'è bella la Bibbia?)

Parmenide. Tono serio

Con Parmenide siamo di fronte al primo esplicito negatore del divenire: le cose non divengono, che mutino di forma e di sostanza è opinione priva di verità. Dal promontorio di Elea, poco distante da Capo Palinuro, Parmenide osserva la vastità dell'orizzonte e trae la conclusione che oltre l'essere non c'è nulla, ovvero che l'essere è, il non-essere non è. Non si tratta di un indovinello, non è un trucchetto da enigmisti: l'essere trova la sua opposizione nel nulla, ma l'opporsi al nulla rende questa opposizione la più radicale e gravida di implicazioni. Che l'essere si opponga al nulla significa infatti che è impossibilitato a non essere, tutto è destinato ad esistere perché il nulla non esiste, l'argomento si sostiene da sé. La generazione, la distruzione, la nascita e la morte delle creature sono illusione, doxa, non-verità. L'essere è lo sfero perfettissimo che contiene tutto dentro di sé e nulla lascia al di fuori, è l'infinito, il puro indeterminato, perché se fosse le determinazioni, cioè le singole cose che esistono e si corrompono, allora si esporrebbe all'eventualità del non-essere, ma questo è impossibile. Da qui discenderanno poi i celebri paradossi di Zenone sull'impossibilità del movimento e la natura infinita della realtà contro l'apparenza del divenire. Nulla si muove, tutto è immutabile, lo stesso Achille non raggiungerà mai la tartaruga, mentre la freccia scoccata è un insieme di istanti immobili, fotogrammi, che si susseguono e si moltiplicano all'infinito, ma come può l'istante immobile generare il movimento? Il divenire è questa illusione che tutto si muova quando in realtà tutto è fermo. Sono argomenti, questi, che daranno filo da torcere alla generazione di pensatori successivi, i quali si cimenteranno nell'impresa di giustificare il movimento alla luce dell'evidenza dell'essere immutabile, tenendo impegnati filosofi del calibro di Aristotele e di Platone, che ancora oggi non se ne spegne il riverbero: Non si potrà mai fare che siano le cose che non sono", "Non costringerai a esistere ciò che non esiste.”

giovedì 14 novembre 2019

Salvini è buono per Saviano che ci scrive sopra un libro dei suoi e ci fa la serie su Netflix, ma noi perché dovremmo farci il sangue amaro, così, a gratis? Salvini che nella scala del fastidio raggiunge l'herpes zoster e l'ablazione del tartaro, perché mai dovremmo occuparcene noi, che siamo così belli dentro? Le parole che si spendono sui cattivi dicono sempre più di noi che del cattivo, avete provato con la pinnacola?

Colpa del clima

La Repubblica: la mareggiata si ferma a 150 cm, Greta l'aveva predetto. Sicché faccio sommessamente notare che le mareggiate c'erano anche nel medioevo, quando l'unica fonte di emissioni erano i roghi degli eretici. Niente, mi danno implicitamente della testa di cazzo citando dati di Wikipedia. Ma io tengo il punto perché sono fatto di palissandro e rilancio citando la stessa Wikipedia.

Del 1240 si dice invece che "l'acqua invase le strade più che ad altezza d'uomo". Altri episodi sono narrati nel 1268, 1280 e 1282. Poi il 20 dicembre 1283, in cui si ritenne a commento Venezia "salva per miracolo". Fonte: Supplemento al vol. XXVII del bollettino del Museo di Storia Naturale di Venezia.

Seguirono ancora fenomeni il 21 dicembre 1727; il 31 dicembre 1728; il 7 ottobre 1729; il 5 e il 28 novembre 1742; il 31 ottobre 1746; il 4 novembre 1748; il 31 ottobre 1749; il 9 ottobre 1750; il 24 dicembre 1792; il 25 dicembre 1794 e il 5 dicembre 1839. Infine vi sono gli eventi del 1848 (con 140 cm) e 15 gennaio 1867 (con marea di 153 cm). 

Divertente il web.

Ora noi ci domandiamo: c’è un collegamento diretto tra Greta Thunberg e l’effetto serra?

mercoledì 13 novembre 2019

Lo so che non ci credete più alla filosofia, brutti stronzi, vi siete fritti il cervello con la scienza, non credete altro, vi pensate che il nichilismo sia l'approdo supremo dell'intelligenza e io qui a dannarmi l'anima per diffondere la virtute e la canoscenza, ma chi me lo fa fare? Aveva ragione mio nonno, fai l'odontotecnico, diceva, che di denti marci ce ne saranno sempre al mondo invece di neokantiani ghè n'è pü 'na gott.

Talete di Mileto. Tono scherzoso

Talete di Mileto era già morto da centocinquant'anni quando Aristotele, in vena di manie da riordino, lo aveva estratto a sorte da un pool di sette saggissimi saggi dell'antichità per metterlo a capo dell'illustrissima schiatta dei filosofi, un circolo ristrettissimo, più esclusivo del Rotary e del Bilderberg group, ma che portava in dote la sola gloria e nessuna ricompensa benché Talete avesse fatto i soldi con le olive. E tuttavia i discendenti di Talete ne furono così contenti che con il premio in gettoni d'oro fecero erigere un monumento in onore del sapientissimo avo, pieno di giuochi d'acqua e di fontane, sì da ricordare che principio di tutte le cose era l'acqua, zio Alcibiade si spese invece la sua parte al Ceramico, dove passò la notte a spiegare a due prostitute lidie di come Talete avesse misurato la piramide di Cheope con l'aiuto di una pertica e usando la sua come esempio. Tutto è acqua, le montagne, gli uomini, i parastinchi, che siamo fatti d'acqua, diceva Talete, lo si evince dal fatto che facciamo tanta plìn plìn, e a chi gli ribatteva che la pietra è dura e non bagna le mani, Talete rispondeva che l'acqua che intendeva lui non era quella che si beve quando si ha sete ma un elemento proteiforme che può assumere le sembianze più disparate, comprese quelle dei calli e dei duroni alle piante dei piedi. Logica stringente e paura di nessuno, così i filosofi si apprestavano a conquistare il mondo.

martedì 12 novembre 2019

La storia

Venerdì 12 ottobre 1492, finisce il medioevo. Martedì 16 ottobre 1492, Mara Maionchi vince “Ballando con le Stelle”, inizia l'era moderna.
Alle Poste, quando proprio non ci riescono ad evadere la tua richiesta e hanno sforato di due millesimi il tempo medio richiesto per l'operazione allora hanno un tasto speciale sotto la scrivania per l'autodistruzione, sicché girano il monitor per fartelo vedere e ti dicono: "S'è bloccato, s'è tutto bloccato, mi dispiace, non è colpa nostra... è bloccato", e allora ti dicono di ripassare domani oppure di rivolgerti molto cortesemente alla sede centrale dell'organizzazione in via Vattelappesca n. 12, Interno 4, Scala B, Ulan Batòr, distretto di Bajangòl, Mongolia. Così anche in banca.

lunedì 11 novembre 2019

Introduzione/3. Tono brillante

Pare che gli antichi greci morissero malissimo, avevano evocato un senso del divenire così carogna che lo sgomento davanti alla morte gli risultava insostenibile, si trattava di morire per sempre, disciolti nel nulla, per l'eternità, ma siccome gli antichi greci avevano pure il gusto per l'enigmistica, per gli indovinelli e i rebus e le crittografie mnemoniche, si misero subito all'opera per rimediare al danno inventando la filosofia, che fra i giochi enigmistici è il più vario essendo che ciascuno si può far le regole da sé. L'unica regola è che il divenire deve essere spiegato, ma non un tanto al chilo, in modo incontrovertibile, salvo poi essere in disaccordo sulle reciproche incontrovertibilità, cosa che agli antichi greci piaceva assai assai ma che a lungo andare ha finito per recare grave danno alla credibilità della disciplina.

ecc. ecc.

Post Scriptum

All'inizio di Nuova Enciclopedia, Alberto Savinio scrive:

"Sono così scontento delle enciclopedie, che mi sono fatto questa enciclopedia propria e per mio uso personale. Arturo Schopenhauer era così scontento delle storie della filosofia, che si fece una storia della filosofia sua propria e per suo uso personale."

Ecco, io uguale.

Introduzione/2

Pare che gli antichi greci morissero seriamente, il loro terrore di fronte alla morte era tale che non potevano affidarsi ai semplici rimedi di fede, i quali sempre implicano un dubbio irriducibile (l'oggetto di fede va creduto proprio in quanto non si mostra, come nota argutamente Severino), la salvezza doveva dunque giungere secondo verità, una verità salda, perché se non è salda la verità non costituisce vero rimedio. Per l'occidente, il cui pensiero si radica nella filosofia greca, il divenire è l'evidenza originaria, il continuo uscire delle cose dal nulla e il loro imprevedibile rientrarvi sgomenta, il caso è foriero di infiniti dispiaceri, del resto si è più preparati di fronte alle cose che si possono prevedere, sicché nasce la necessità di un pensiero che riconduca il divenire a un ordine, a una legge, da cui il logos, questo concetto dai molti significati che indica una regola, un principio, una ragion d'essere. Sotto l'apparente e capriccioso fluire delle cose divenienti deve pur esistere uno schema, un piano razionale al quale anche l'imprevedibile debba adeguarsi, e la filosofia è la disciplina che intende svelare questo piano, con quali risultati, poi, si vedrà.

Eraclito

Con Eraclito di Efeso siamo di fronte alla prima vera star del pensiero occidentale. Gran cerimoniere del divenire, riassunto nella massima Pánta rheî, "tutto scorre" (in realtà da attribuire a un suo discepolo), Eraclito afferma che il mutamento continuo di tutte le cose corrisponde alla realtà effettiva in sé e per sé, e per questa caratteristica venne più tardi celebrato da Nietzsche e tenuto nella massima considerazione dai contemporanei. Tutte le cose sono fatte di fuoco, che nel pensiero di Eraclito rappresenta lo stoichéion, cioè quell'elemento comune a tutti gli elementi che non è ulteriormente analizzabile. L'archè invece, il principio, è la "contesa", pòlemos, cioè il fatto che tutte le cose siano in opposizione fra di loro, unite, sì, ma nell'opporsi, sicché dall'alternarsi del giorno e della notte scaturisce la giornata, così come il vivente è allo stesso tempo il morente e la strada in salita e in discesa è la medesima, dipende da che parte la si guarda. Dunque le cose giungono alla realtà rispondendo alla legge dell'opposizione, una volta apparse si oppongono, il loro essere uguali, cioè il principio che le accomuna (l'archè) sta proprio in questo loro bilanciarsi nell'opposizione. L'argomento inerisce al concetto di dialettica, non a caso Hegel di lui ebbe a dire: «Non c'è proposizione di Eraclito che io non abbia accolto nella mia Logica», seppure in Eraclito la dialettica non tende ad altro scopo che non sia il sempiterno moto delle cose (del resto, fra lui ed Hegel ci sono duemila anni di cristianesimo che di scopi è fabbricatore instancabile). Non si bagnò mai due volte nello stesso fiume, non per motivi di igiene personale quanto per il fatto che l'acqua non permane mai nella stessa forma, e l'acqua è appunto una metafora perfetta del divenire; tuttavia il caos è possibile solo perché tutto si tiene e si controbilancia, come nel moto ondoso in cui ad ogni cresta corrisponde un ventre, c'è dunque un ordine nel caos apparente delle cose, questo ordine, questa legge, è il Logos di cui solo gli svegli, cioè i risvegliati alla sapienza, sono consapevoli, tutti gli altri dormono. Dal canto suo Eraclito ci lasciò con una frase sibillina: «Attendono gli uomini, quando sian morti, cose che essi non sperano né suppongono», insomma: chi morrà, vedrà.

domenica 10 novembre 2019

Riti pagani a Midsomer (Murders): visto che nei villaggi dell'antica Inglaterra l'uso di sposare gente del paese rischiava di indebolire il pool genetico allora una notte all'anno gli uomini del villaggio accanto attraversavano i boschi e si accoppiavano con le donne dell'altro villaggio, e viceversa: La notte della Bestia. Ma per fortuna oggi i padani son diventati sovranisti e rinnovano il sangue dalle Alpi alle Bruzie, senza sgradevoli implicazioni.

venerdì 8 novembre 2019

La sindrome del club dei migliori

Salvini e i cattivoni vincono perché voi vi credete giusti. Tempo fa, Luca Sofri, che fra tutti i giusti è il più intelligente, in un'analisi politica ripubblicata per l'occasione, "Ce l'avevo qui, l'elettorato", scriveva che non esiste un elettorato di sinistra. Ottima osservazione, facciamo progressi. Le istanze dell'antico elettorato del PCI, così ampiamente idealizzato dai romantici, sono compatibili nella forma e nella sostanza con quelle attuali leghiste e pentastellate, solo ce lo siamo scordati perché il vissuto passa e l'attuale vivente prende il sopravvento. Dunque non esiste l'elettorato di sinistra. Però poi aggiunge: non in quelle dimensioni nelle quali vi si allude. Ah!, allora pure esiste un club dei migliori!

"Le persone che hanno pensieri progressisti, riformisti, non razzisti, democratici, non egoisti e che privilegiano un senso civico di appartenenza a una comunità in quanto tale e come mezzo di miglioramento della vita di tutti, sono e sono sempre state una quota esigua degli elettori dei partiti “di sinistra”.[...] "Non esiste paese al mondo in cui le maggioranze dei cittadini sentano dentro di sé i principi della Dichiarazione dei Diritti dell’Uomo o i valori delle costituzioni democratiche."

Guarire dall'idealismo è possibile ma serve tempo. Io solo mi domando: esistono davvero queste persone, questi modelli platonici di persone che "hanno pensieri progressisti, riformisti, non razzisti, democratici, non egoisti e che privilegiano un senso civico di appartenenza a una comunità in quanto tale e come mezzo di miglioramento della vita di tutti", o non è forse questa una forma che ci si dà per apparire buoni e giusti a sé stessi e agli altri, un'etichetta priva di vera sostanza? Perché è da questo esame di coscienza che si può guarire dalla sindrome del club dei migliori, non esiste altra via.

(En passant: voi avete "pensieri riformisti" quando vi svegliate alle sei e un quarto il lunedì mattina?)

mercoledì 6 novembre 2019

Anassimandro

Anassimandro segue a Talete e già nota come un elemento come l'acqua, già di per sé presente in natura, non può costituire il fondamento di tutti gli altri elementi, occorre un principio che li contenga e che non sia un elemento in particolare, Anassimandro pensa dunque all'àpeiron, il quale è il non limitato, il senza fine, il non determinato. Ma perché, voi direte, dovremmo interessarci a concetti così astratti e improduttivi? Anassimandro, che come naturalista puro poteva apparire ai nostri occhi alquanto stravagante considerando causa del moto del sole e della luna i vapori acquei, con l'àpeiron inserisce invece il divenire delle cose in un quadro teorico non disprezzabile, a maggior ragione se si pensa che lui è solamente il secondo dei molti che si cimentarono nell'impresa. Le cose emergono dall'indistinto, dal non definito, e si definiscono, si distinguono opponendosi alle altre, il solo fatto di emergere dall'indistinto irrompendo sul palcoscenico della natura le mette nella posizione di compiere un'ingiustizia verso tutte le altre, sicché, per ristabilire l'ordine, emergono per contrasto le cose opposte, è da questa eterna tenzone che scaturisce quell'equilibrio, quella giustizia, che fa sì che tutto si muova, che tutto divenga senza fine. Saranno concetti poi ripresi da Eraclito, il quale godrà però fra gli storici della filosofia di maggiore fama per alcuni particolari aneddoti che riguardano la sua vita, come, per esempio, il vezzo di scrivere le sue massime su lamine d'oro o l'essere morto ricoperto di sterco divorato dai cani (che ora come allora è l'unico modo per farsi notare).

martedì 5 novembre 2019

Talete di Mileto

Poiché bisognava pur iniziare da qualcuno per raccontare tutta la storia, Talete di Mileto fu eletto da Aristotele quale primo rappresentante della gloriosa schiatta dei filosofi, eppure non era il solo, Talete, che poteva vantare competenze e qualifiche confacenti al ruolo, c'erano, per esempio, Pitacco di Mitilene, Biante di Priene, Cleobulo di Lindo, Chilone di Sparta, Misone di Chene, tutti parimenti saggi e parimenti provvisti di una lunga barba che di quella saggezza era il segno più evidente, ma Talete di Mileto la spuntò grazie a un talento particolare: la ricerca dell'archè. L'archè è quel principio da cui provengono tutte le cose e a cui tutte le cose fanno ritorno. Sul perché occorresse pensare un concetto di tale portata si è scritto molto: la filosofia nasce da uno stupore (thauma), chi dice dinnanzi alla natura, come si trattasse di rimanere estasiati col naso all'insù di fronte allo spettacolo del mondo, chi dice invece uno sbigottimento di fronte alla manifestazione della caducità delle cose e alla precarietà dell'esistenza, sicché la ricerca dell'arché sarebbe espressione di un intimo bisogno di salvezza. Darsi una spiegazione equivale in qualche modo a una consolazione, il divenire appare meno arbitrario, il destino del mortale meno pesante da portare. Dunque Talete pensò il principio da cui provengono tutte le cose e lo identificò nell'acqua. Ogni cosa è composta d'acqua in misura diversa, e qui non si capisce bene se l'acqua di cui invece facciamo esperienza nel mondo sia essa stessa quell'elemento originario di cui parla Talete oppure un elemento fra gli elementi al pari di tutte le altre cose. Tuttavia il solco è tracciato, i primi filosofi danno ognuno una diversa definizione dell'archè: sia dichiarata aperta la stagione della caccia, alla verità.

lunedì 4 novembre 2019

Introduzione

[breve introduzione a una piccola storia della filosofia che per l'ennesima volta sto iniziando tanto per impegnare il tempo]

Il mito è la prima forma di conoscenza, attraverso la narrazione dei fatti che hanno portato alla creazione del mondo l'uomo tenta di darsi una spiegazione, di scrutare l'imperscrutabile. Scrutare permette di non trovarsi impreparati, l'impreparazione di fronte agli eventi è la cosa che più preoccupa gli uomini, occorre dotarsi di una previsione. Accade però che a un certo punto il mito non basta più, la narrazione dei fatti è sacra, va presa così com'è, la verità che esprime è una verità di fede, la ragione non può discuterla. Questa impossibilità di sottoporre la verità al vaglio della ragione fa sorgere il dubbio che quella verità non sia vera, e se non è vera il pericolo è che non sia vera nemmeno la previsione, peraltro sempre smentibile dai fatti. Ecco che la filosofia nasce dal bisogno di una verità capace di imporsi per la sua stessa evidenza e non per imposizione arbitraria di un culto, di una tradizione o di un semplice sentire comune. Il mito comincia a non garantire più il riparo, si fa a poco a poco strada l'idea che questo riparo possa essere predisposto dalla ragione in modo autonomo dal mito: ha inizio la filosofia.

[continua]

domenica 3 novembre 2019

A Briante di Priene, uno dei sette saggi dell’antichità, venne richiesto un giorno di scrivere una frase saggia ed esemplare sul frontone del tempio dell'oracolo di Delfi, e lui incise: «Οἱ πλεῖστοι κακοί» (Hoi plêistoi kakói, “la maggioranza è cattiva”). (fonte: Wikipedia)

(Madre ha un talento speciale per bruciare le pentole, “Mi scaldo un attimo la pasta”, poi va di là e quando torna al posto della pasta ci sono i marron glacé, “Ma ho guardato solo un attimo Facebook!”, Zuckerberg ci deve avere degli accordi segreti con la Tefal e la Lagostina).

I titoli de Il Post sono così didascalici: "L'ex Presidente Obama ha detto che il quarantacinquesimo Presidente degli Stati Uniti d'America Donald Trump è cattivo". Li fanno apposta così per la chiarezza, non perché non sono capaci di scrivere. Parimenti il giornale online Open fondato da Enrico Mentana sembra scritto da un gruppo di ragazzini delle medie. Qui è per via della tenera età degli aspiranti giornalisti, vanno aspettati. Comunque scrivono tutti semplice per evitare di inquinare la nuda cronaca dei fatti con la loro prorompente espressività, sono al corrente che durante la fase di lettura si può venire colti da narcolessia e paralisi ipnagogica ma è un rischio calcolato.

venerdì 1 novembre 2019

Mario Giordano la mazza da baseball no!!! Meglio la ferula di Pio IX per spaccare le zucche di halloween che sennò i simboli mericani rientrano dalla finestra!!!!