martedì 30 agosto 2022

La malainformazione

Molti articoli che leggo sull'attualità sembrano avere più corrispondenze col verosimile che col vero, cioè corrispondere non già ai fatti, quanto alle interpretazioni, opportunamente assemblate per tenersi insieme secondo una logica auto-confermante. Si ha sempre più la sensazione, leggendo, di surfare su un gran mucchio di asserzioni che traggono la loro autorevolezza dall'opinione più opportuna o diffusa, e non già dai fatti così come sono, sempreché la generazione postmoderna creda ancora di poter accostarsi a un qualche genere di verità. Sicché si legge un articolo, oggigiorno, con la sensazione che sia poggiato sul niente, col rischio che un domani evapori al primo mutamento del gusto e della narrazione. I buoni sempre più derogano ai loro principi impegnati come sono a scacciare le forze del male, sicché a guerra finita avranno derogato così tanto da essersi tramutati nei loro nemici e la sciatteria attuale dell'informazione avrà assunto l'aspetto delle tanto pericolose fake news.

Paradiso perduto

Va là che si stava meglio una volta che la gente non aveva tanti grilli per la testa: nascevi povero? te lo facevi bastare, nascevi ricco? tanto piacere. Non c'era tutta questa invidia sociale, questo diritto a stare più meglio degli altri che poi finisce per far scoppiare le guerre. Una volta non c'erano tutte queste guerre. Sì, vabbè, una ogni tanto, ma praticate come attività sportive, tipo gli europei di nuoto, mica per farsi del male. Il contadino si coltivala le sue patate, una partitina a scopa, un bicchierino di vino fatto coi piedi, adesso c'è gente che pagherebbe per fare questa vita. È stata la rivoluzione industriale a rovinare le cose, il sogno borghese di diventare tutti borghesi, di far studiare i figli che diventano professori, e il risultato qual è? Che per pulire le stalle chiamano gli indiani, ed è già una posizione di riguardo, come le rider donne nella pubblicità di amazon. E non apriamo il capitolo dell'emancipazione femminile: certi mal di testa da quando le donne non se ne stanno più al loro posto, che è poi quello di starsene in casa a far bambini (che fra parentesi, sono pure dei gran rompicoglioni, i bambini). Emmò come ne esco da 'sta cosa? Ah sì: ho votato la Rosa nel Pugno.

venerdì 26 agosto 2022

Fervorino: il gas alla Patria

No, ma siamo seri? Con questo prezzo del gas finiamo tutti a gambe all'aria. Dice che adesso facciamo la transizione energetica, ok, ma intanto che transita, che ci bruciamo, le gambe dei tavoli? Abbiamo fatto gli intransigenti, ci siamo mostrati i rispettivi orgogli occidentali e fatto a gara a chi ce li aveva più lunghi, e adesso, intanto che aspettiamo che Putin fallisce, i piani alti hanno deciso, convincendoci che è la cosa giusta da fare, che dobbiamo fare "tutti" i sacrifici? Il gas alla Patria: chiunque avesse del gas che gli avanza, anche solo una ricarica per accendini, è pregato di consegnarlo ai centri di raccolta. No, ma è bello il gesto nei confronti dell'Ucraina, se dobbiamo soffrire lo facciamo tutti insieme, ma se andiamo a gambe all'aria poi chi glieli manda gli aiuti agli ucraini, Santa Barbara patrona delle bombe a mano? Finché il riscaldamento glielo paga la mamma, il babbeo si attacca tutte le coccardine, stay with questo, stay with quell'altro, sì, e io pago. Com'è possibile che con tutta la nostra scolarizzazione ci facciamo ancora infinocchiare in questo modo è cosa che andrebbe studiata nelle università, se le università servissero ancora a qualcosa.

mercoledì 24 agosto 2022

Lettura della mano

Faranno un ircocervo, una chimera mezza destra e mezza sinistra e ci metteranno a capo un funzionario della BCE, un usciere di Montecitorio, magari Casini o un Draghi o un simil-Draghi bis, a capo di un governo rossonero per scongiurarne uno rossobruno, e poi governeranno come sempre alla cazzo di cane. Oppure, spaventati dalla crisi energetica, metteranno in piedi una gigantesca gara di ciapanò, cioè a non prendere, e come sempre si appelleranno alle alte cariche, le quali faranno a loro volta appello alla particolare e straordinaria congiuntura per istituire un governo di unità nazionale. Non c'è pericolo che avremo un normale decorso democratico perché la nostra normalità consiste proprio in questo stato di frenesia permanente, siamo sempre nell'imminenza di una crisi che un governo ordinario non può affrontare. Con i leggendari soldi del Pnrr porteranno l'acqua al sud, in taniche molto grandi, via Frecciarossa.

martedì 23 agosto 2022

Scemo e più scemo

Più studi, più sei intelligente, più voti a sinistra, per i dem è riflesso pavloviano come lo stupratore richiedente asilo per la destra pop. Per cui via alla proposta (populista, ma di sinistra) della scuola dell'obbligo estesa alla maturità, e dall'altra l'obbligo di fideiussioni per gli extra UE (con un permesso speciale per i nostri amici americani). Su Rai News interrompevano le vitali notizie sportive per agevolare in diretta gli interventi dei leader dal Meeting di Rimini, evento che non ha paragoni in tutta Europa, sicché alla fine non ho potuto capire i tempi di recupero di Wijnaldum e di Di Maria. Io vorrei sinceramente comprendere questi bias mentali per cui a studiare si diventa di sinistra e a richiedere asilo si finisce stupratori. Io me lo immagino il giovane studente, colmo di pregiudizi e fatalmente destinato a diventare fascista, che chino sui libri e tutto ammantato di retorica da libro Cuore, studia, studia, studia e poi alla fine capisce che gli africani, poverini, sono nostri fratelli, e che gli omosessuali, poverini anche loro, sono persone come tutti noi. E dall'altra la figura dell'africano affamato che viene in Europa a stuprare le bianche a spese del contribuente e ad aprire e chiudere negozi di articoli voodoo. Niente sogni ma solide cazzate.

lunedì 22 agosto 2022

Tentata evasione

Quale idea di felicità ha da offrire oggi l'occidente al minaccioso e nascente impero del male? Oriana Fallaci aveva un bel dire che noi abbiamo la libertà, forse era per convincersene, ma pure l'occidentale è sempre più scontento e sogna la fuga, si fa antioccidentale per non sentirsi stringere al collo la catena. Una massa di frustrati che si fa sempre più fatica a persuadere, che si trovano dalla parte giusta della storia, che l'America sta qua, e infatti poi si vede, sempre più incancreniti contro lo straniero, che ci viene a contendere gli avanzi. L'occidente e la sua presunzione di cambiare i connotati alle civiltà per il loro bene, portatore di benessere, finché ce n'è. Non c'è da stupirsi se poi i russi sognano i loro imperi millenari e si attaccano alla Madonna (e i nostri epigoni farlocchi, baciatori di rosari a favore di telecamera), c'è grossa crisi e ognuno tenta di evadere dal panopticon come può.

sabato 20 agosto 2022

Ancien Régime

Una volta fatti oggetto dell'ostracismo di sinistra, a motivo di una posizione divergente dagli assiomi della parrocchietta, la vostra anima sarà destinata, espulsa, a vagare per sempre nella cupa desolazione dei campi catalauni. Qualche conoscente ogni tanto vi penserà scuotendo il capo e sospirando: ecco, abbiamo perso anche lui. L'ostracismo di destra lo conosciamo tutti: il corpo estraneo viene espulso rozzamente, gli si dà del negro oppure del finocchio, come usa fra i nemici della democrazia; quella di sinistra è una damnatio più borghesuccia, da puzzetta sotto il naso. Non ti concedono più niente: quel che dici, anche se lo dici esattamente come prima, non verrà più preso in considerazione. Eppure non è una terra desolata quella che sta al di fuori della sinistra, anzi, là fuori c'è il mondo così com'è, che per brutto che sia è pur quello popolato dagli esseri umani. Si fa invece avanti fra i democratici la curiosa figura dell'umanista che disprezza l'umanità, quando l'umanità non gli si presenta educata e amante della lettura, specialmente sudamericana. Il popolo gli è diventato nemico, per la sinistra puzza troppo, e quando gli sconfitti alzano la voce si beccano dei cretini. Ma tutte le rivoluzioni sono state fatte dai populisti, compresa quella francese, la sinistra di oggi puzza invece di ancien régime.

giovedì 18 agosto 2022

La risibile convinzione che possiamo salvare il pianeta

Non è che contesto la teoria del riscaldamento globale, non sono mica un climatologo, che volete che ne sappia io (e cosa volete saperne anche voi), piuttosto mi urta l'incredibile gara di virtuosismo che si è scatenata attorno all'argomento, il vademecum dei comportamenti virtuosi da tenere nella quotidianità nella risibile convinzione che possiamo fare qualcosa per salvare il pianeta. Le due parti per milione a testa che riusciremo meticolosamente a preservare mangiando più verdure (questa delle verdure appare sul sito del wwf) vengono ogni giorno vanificate dall'emissione di un solo aereo passeggeri, e in un giorno ne volano migliaia. Per l'isolamento delle case, per produrre pannelli fotovoltaici, vanno estratte le materie prime e lavorate chimicamente per farne plastiche (polipropilene, neoprene, PVC) e ci vanno dei processi che bruciano combustibile, molto combustibile, ed emettono sostanze tossiche, e navi che trasportano le materie da un capo all'altro del globo terracqueo, il problema è globale nel senso che per tagliare l'anidride carbonica bisognerebbe ripensare alla radice l'intera civiltà della tecnica, posto sempre che tagliandola il sistema climatico inverta la rotta, come una lavatrice cambia il programma di lavaggio. Fatevene una ragione: non contate niente, quel che fate o non fate per il pianeta non è decisivo, per di più la pubblicità si è impadronita di questa vostra debolezza e vi propina detersivi verdi "nuova formula che rispetta l'ambiente" cambiandogli semplicemente il colore e la confezione. Dunque se fanno quaranta gradi e poi improvvisamente arriva un uragano non è per via che avete buttato il flacone dello shampoo nel bidone della carta, il problema casomai è in quello stesso bidone della carta, è nello shampoo, è nelle cose che vi servono per salvare il pianeta, è nell'internet che navigate per darvi appuntamento ai Fridays for Future, ma non temete, il pianeta saprà spazzarvi via a tempo debito quando proprio ne avrà abbastanza.

mercoledì 17 agosto 2022

Je ne regrette rien

La prima volta che andai a votare il PCI era già sparito, nemmeno la soddisfazione di votare per gli operai, mi toccò ripiegare sulla gioiosa macchina da guerra. Se aggiungiamo che quell'anno l'Inter arrivò 14° a un punto dalla retrocessione pur vincendo la sua seconda Coppa Uefa, si capisce l'altalena di emozioni cui fui sottoposto fin da principio, un imprinting che mi segnò per il resto della vita. Quel PCI, a guardarlo adesso, era una balena rossa bacchettona e tronfia, moralista da far schifo, roba che oggi risulterebbe indigeribile perfino a Fratoianni, ma eravamo credenti. Insomma, fin da ragazzino ero comunista pur essendo un valido prodotto dell'imperialismo, avevo il Phonola MSX e cantavo Vamos a la Playa (oh-ohohohoh). Ogni tanto passava una macchina con gli altoparlanti: "Avanti popolo, alla riscossa, bandiera rossa, bandiera rossa...", tipo il furgone della lavanderia, che però suonava il liscio. Il vecchio prete era morto, c'era Don Tonino che era rimasto affascinato dal '68, tutto l'occidente scivolava verso il relativismo, il pensiero debole era il must del momento. Ho fatto la prima comunione in tunichetta, sembravamo tutti dei chierichetti, ripensandoci sarei potuto finire benissimo a servire messa, sembravo un angelo, se mi sono salvato è solo per via della mia fobia sociale... Poi il comunismo finì perché anche gli operai vestivano El Charro. Oggi non vado molto fiero delle mie scelte politiche, ma è come per la musica, ascoltavo gli Europe.

venerdì 12 agosto 2022

Désengagement

Qui questa volta non si vota il meno peggio perché a guardarli bene sono tutti peggiori, per non dire del fatto che un tempo quel che mi muoveva davvero a votare era una specie di suggestione sportiva simile a quella che prende per il calcio, senza alcuna vera intenzione di volere il bene del paese, che già a dirlo è un'esagerazione, una considerazione eccessiva delle proprie possibilità, una specie di narcisismo. Sì, d'accordo, la democrazia, ma la democrazia ormai si è fatta apparato impenetrabile alla volontà popolare, anzi, quel che lei vuole, deve volerlo anche il popolo, chiamato a vidimare volontà già espresse precedentemente all'opinione degli elettori, altrimenti populisti. E poi io ho sempre meno opinioni da far valere, men che meno da sottoscrivere: la mia volontà è cosa risibile, pensare senza oneri e adempimenti è soddisfazione più grande.

giovedì 11 agosto 2022

C'è uno spending reviewer, un virologo e un italiano

Ottant'anni dal ventennio e trenta dalla fine dell'Unione Sovietica e basta una campagna elettorale condotta in ciabatte che siamo di nuovo a fascisti contro comunisti. Anche perché idee poche e in compenso confuse, per non dire dei programmi, roba raffazzonata alla bene e meglio e senza voglia che nemmeno una ricerchina sulla fotosintesi clorofilliana l'ultimo giorno di scuola. In mancanza d'altro allora daje con la Costituzione in pericolo, i fascisti, i comunisti pedofagi, Orban, Putin, Mazeppa e Chiang Kai-Shek (questi ultimi troppo ignoti per essere citati). Un'accozzaglia di sfessati mai vista. C'è uno spending reviewer, un virologo e un italiano, lo spending reviewer fa: "questa è la mia casa e davanti c'è un campo di margherite", e gli altri in coro "e noi ci caghiamo sopra!". Poi viene il turno del virologo: "questa è la mia casa e davanti c'è un prato di tulipani", e gli altri in coro "e noi ci caghiamo sopra!". Quando viene il turno dell'italiano fa: "questa è la mia casa e davanti c'è un campo di ortiche", e lo spending reviewer e il virologo in coro: "E noi ci caghiamo sopra!". E allora l'italiano risponde: "e voi vi brucerete il culo!", e tutti giù a ridere.

mercoledì 10 agosto 2022

Rapinese sindaco

Il fatto di cronaca: un senza fissa dimora di nazionalità pakistana violenta e aggredisce dentro una cabina del telefono, sotto minaccia di una bottiglia rotta, una senza fissa dimora di origini bulgare, proprio davanti al tribunale. Il sospettato viene riacciuffato poco lontano e tratto in custodia. Il primo cittadino comasco, testé eletto come indipendente contro il magna magna dei partiti politici, dà sfoggio di testosterone affermando che certa gente andrebbe confinata in Barbagia. Levata di scudi della locale sezione barbaricina di Fratelli d'Italia che non eccepisce sul giudizio lapidario nei confronti del sospettato quanto sul fatto che la Barbagia venga ridotta a colonia penale per stranieri e violentatori, quindi le pronte scuse del primo cittadino, che lui la conosce come le sue tasche la Barbagia, che lui ci va sempre in vacanza, anzi che si sente praticamente sardo, ecc. ecc. Il comune cittadino comasco, qui occasionalmente rappresentano dal sottoscritto e attualmente in trasferta oltre confine, si domanda se questo primo cittadino, che per fortuna non ha contribuito a votare, sappia far qualcosa oltre a spararle grosse come un qualunque leghista in crisi di pugnanza (vedi "pugnare", ma qui nel senso che ne dava Brancaleone). Rapinese, ci convinca che è capace anche di amministrare oltre che fare il circo, sarebbe già una novità.

lunedì 8 agosto 2022

Il mito della parte giusta della storia

(Agenzia Vista) Roma 27 luglio 2022 “In questi anni il PD ha fatto tutto bene e giusto? Forse no, ma siamo sempre stati dalla parte giusta della storia, una coerenza politica alla quale non è mai possibile rinunciare perché non è un dettaglio”. Lo ha dichiarato il membro del PD Gianni Cuperlo durante la presentazione del suo libro “Rinascimento europeo” avvenuta nella Sala Berlinguer del Palazzo dei Gruppi della Camera dei Deputati.

Un giorno andrà smontato il mito di questa "parte giusta della storia" che gasa i democratici all'inverosimile facendoli sentire degli eroi cosmici di hegeliana memoria. Per sentirsi "dalla parte giusta della storia" bisogna avere un concetto di giustizia molto classico, cioè concepire la giustizia come un elemento presente in purezza, isolato dall'incontro/scontro dei diversi punti di vista. Oltretutto sentirsi "dalla parte giusta della storia" implica il pericolo di rinchiudersi consolatoriamente in un gabbia di certezze che si autoassolvono, che meno facilmente si mettono in discussione. La cosiddetta "parte giusta della storia" è un insieme autoreferenziale di nozioni i cui limiti sono stabiliti circostanzialmente dal sentimento generale, non ha limiti precisi, non si prefigura come assoluto, cioè completamente sciolto da quei vincoli storici che lo portano come tutte le cose a mutare. C'è in questa nozione di giustizia l'idea non dimostrabile che esista un fiume, una corrente storica di fatti più giusti degli altri, all'interno della quale si è condotti, per successivi tentativi di miglioramento, verso un optimum assoluto: l'assoluto hegeliano, il vero dell'intero. La giustizia è un processo invece sempre mutevole, non lineare, costrutto culturale come l'idea del bello e dell'opportuno, secondo circostanza. Stupisce in una persona così ponderata come il signor Cuperlo l'adesione entusiasta ad argomenti così intrinsecamente squinternati, come se il suo partito avesse sì sbagliato, ma in termini accettabili secondo pacifica opinione degli stessi appartenenti a quel partito.

mercoledì 3 agosto 2022

Negligenza nell'esercizio della virtù

Non solo dovremmo guardarci dalla manifesta crudeltà dei cattivi, ma anche dalla più insidiosa crudeltà dei buoni che operano per il nostro bene con una solerzia ugualmente prepotente e oppressiva. Il mondo trabocca di questa brava gente, originariamente perlopiù gente di chiesa, retrograda e conservatrice, poi successivamente laica e progressista, a riconferma del fatto che anche Gesù era socialista. La loro bontà è un problema perché elevata al rango di giustizia e quindi esercitata senza scrupoli, perché completamente assolta. Più che un mondo suddiviso in buoni e cattivi ne vedo uno sempre più popolato da tanti piccoli inquisitori e moralisti da remoto, che per proprietà transitiva te li ritrovi anche sul treno, o dal barbiere, o in pizzeria, che a scansarli si fa sempre più fatica; forse una soluzione sarebbe vivere nascosti, come gli epicurei, a costo di farsi dare degli accidiosi ("accidia: la negligenza nell'esercizio della virtù necessaria alla santificazione dell'anima").

lunedì 1 agosto 2022

Cronaca nera

È nell'occorrenza di una campagna elettorale che solitamente i fatti di cronaca assumono le sembianze di veri e propri casi politici la cui urgenza è men che mai inderogabile, almeno fino al giorno delle elezioni. Tanti anni fa, quand'ero giovane, tra i giovani la cronaca riportava molti più casi di overdose (tra i vecchi non ha mai destato preoccupazione) e la droga era la questione principale, per cui ogni programma elettorale che si rispettasse doveva includere una proposta di lotta alla droga: oggi la gente si droga come allora, ma la droga va meno di moda, oggi va più il razzismo (perché vincono i facisti). Di stupefacente rimane la nonchalance dei becchini, pardon, dei cronisti, messaggeri di disgrazie, come per esempio la notizia delle ragazze investite dal treno, che per dovere di cronaca ci viene corredata di strisciata di sangue sulla banchina, ammaccatura insanguinata sulla motrice del treno e premurosa avvertenza che i resti sono sparsi per settecento metri. Grazie, quanta premura, e che precisione dei dettagli... Per fare il cronista di nera sicuro bisogna avere tendenze necrofile, diversamente li dirottano sulla pagina dei cagnolini.