venerdì 29 aprile 2022
Quel che c'è di vero diventa fiction, quel che c'è di fiction diventa vero
giovedì 28 aprile 2022
Piano regolatore
Ci stanno usando, i nostri amici americani, per la loro personale guerra di contenimento del nemico, e i russi si prestano volentieri. I russi si prestano volentieri perché hanno questa mentalità, che gli piace sciollare le cose (regionalismo per "sfrantegare", "distruggere minutamente a tappeto") per poi ricostruire seguendo moderni piani regolatori, come a Groznyj, che l'hanno rifatta tutta che pare Tokyo, una schermata di Need for Speed. I contadini bruciano tutto per far ricrescere più rigogliose le colture, è lo stesso concetto di distruzione creatrice, secondo alcuni è salutare. Fanno presto gli americani a chiedere più sanzioni, mica hanno problemi di approvvigionamento, loro. Andate avanti voi che a noi viene da ridere, vi appoggiamo, non vorrete mica i carri armati russi che scorrazzano per via dei Fori Imperiali? Converrà stampare rubli per questo inverno, e pagare il gas ai russi clandestinamente in nero, portando i soldi sul ponte di Glienike, con la faccia di Tom Hanks.
mercoledì 27 aprile 2022
La legge che veramente governa
Siamo sull'orlo di un conflitto nucleare e la colpa è di tutti e di nessuno, i singoli eventi della storia sono congegnati in modo da condurre esattamente e con precisione matematica a un determinato risultato, e la volontà umana non è che una parte già computata dell'equazione. La storia è il dipanarsi dell'equazione, nacheinander, passo dopo passo. Pensarsi in grado di decidere altrimenti, di poter salvare il mondo, di scongiurare il pericolo, è vana superbia. Eh, mi dirai, ma tu in ogni caso agisci, non te ne stai con le mani in mano, anche solo il fatto che alzi un dito per scrivere... Esattamente, siamo destinati a fare, ad agire, ad agitarci credendo che serva e in principal modo per riempiere il tempo e lo spazio nei modi in cui è stato stabilito dalla legge che veramente governa, e non è quella degli uomini.
martedì 26 aprile 2022
Zio Richie, verdiano
Stephen ha uno zio caciarone, lo zio Richie, lo zio che ti costringe alla sua calorosa ospitalità, un po' come mio nonno che rincorreva l'ospite fuori dalla porta per appioppargli la bottiglia di vino che aveva testé ripetutamente rifiutato. Non solo, lo zio Richie è anche appassionato verdiano, nonno lo era di Mario Lanza, Musiani e Claudio Villa (ma una volta ha apprezzato di sfuggita un pezzo dei King Crimson, Prince Rupert Awakes, che avevo messo in camera mia a tutto volume).
Dall'episodio III, Proteo, La Spiaggia:
Una cornice in legno di torba sopra la testa calva: il Requiescat di Wilde. Il richiamo del suo disorientante fischio riporta indietro Walter.
– Sì, signore?
– Malto per Richie e Stephen, dillo alla mamma. Dov'è?
– Sta facendo il bagno a Crissie, signore.
La compagnuccia di letto di babbo. Batuffolino amoroso.
– No, zio Richie…
– Chiamami Richie. Al diavolo la tua idrolitina. Fa venire la depressione. Whiiisky!
– Zio Richie, davvero…
– Siediti o com'è vero il Demonio ti faccio sedere a calci.
Invano Walter dà un'occhiata in giro in cerca di una sedia.
– Non ha niente su cui sedersi, signore.
– Non ha niente su cui mettere il culo, babbeo. Porta qui la Chippendale. Vuoi dare un morso a qualcosa? Non venirmi a fare lo schizzinoso qua dentro. Una bella fetta di lardo fritto con l'aringa? Sicuro? Meglio così. In casa non abbiamo altro che pillole per il mal di schiena.
All'erta!
Bofonchia battute dell'aria di sortita di Ferrando. Il pezzo più bello di tutta l'opera, Stephen. Senti.
A me piacciono anche Tacea la notte placida, Il balen del tuo sorriso, Ah sì, ben mio, il coro degli zingari, Stride la vampa... vabbè, è tutto bello Il Trovatore.
lunedì 25 aprile 2022
Scegli: vuoi la pace o avere due braccia?
C'è una specie di mentecatto che pensa veramente che se un domani, in nome della salute pubblica o per salvare l'Ucraina e con essa l'Occidente, ci venisse chiesto di tagliarci un braccio, allora farebbe campagna virtuosa e social awareness per spingerci tutti a tagliarci quel braccio, e diventerebbe un paria chi se ne va in giro con due. Be', la novità è che anche qualora ci fossero evidentissime prove "scientifiche" (che assieme a "liberale" è diventato ormai fra gli aggettivi più screditati del mondo buono) a sostegno della tesi che occorre tagliarsi quel braccio, la novità è che ognuno avrebbe comunque ben diritto a non farselo tagliare, e che ognuno del suo corpo ha ben diritto di farci quel che vuole: volete la pace o avere due braccia? (ovviamente si terrebbe conto dei mancini, ai quali magnanimamente verrebbe tagliato quello destro, forse).
La manfrina di Le Pen e del primo cretino che bisogna votare per salvare la democrazia
Basta con 'sta manfrina del pericolo Le Pen e del primus (non) inter pares che viene a salvare la democrazia, come se quei milioni di francesi che votano Le Pen fossero tutti da mettere in galera (non ti dico di votare Le Pen, o cretino che stai capendo male, ti dico solo che stai guardando la pagliuzza e ti sei scordato della trave), basta con questa manfrina, in special modo di sinistra, che si sente buona e giusta mentre il male minore, pezzetto dopo pezzetto, e con la complicità del popolo sovrano, erode le regole fondamentali della democrazia in nome di emergenze e ineluttabilità sovrastimate e ingigantite a bella posta: uscite dall'incantesimo, diventate degni di qualcosa in questa misera vita.
martedì 19 aprile 2022
Stephen Dedalus, filosofo
Ritrovo in Joyce due concetti che si trattavano spesso da queste parti quando mi dilettavo di filosofia. Episodio 2, Nestore, La scuola:
Se Pirro non fosse caduto ad Argo per mano di un'arpia o Giulio Cesare non fosse stato ucciso a coltellate. Impossibile smettere di pensarci. Il tempo li ha marchiati, incatenati, e ora sono custoditi nella stanza delle infinite possibilità che hanno escluso. Ma possono essere state possibili visto che non sono mai state? Oppure fu possibile solo ciò che accadde? Tessi, tessitore del vento.
Le cose che esistono solo potenzialmente, di fatto, non esistono, le infinite possibilità date dal libero arbitrio sono congetture, nulla vieta di pensare che possa esistere solo ciò che in effetti accade: destino, necessità.
E ancora:
Il pensiero è il pensiero del pensiero. Placida luminosità. L'anima è in un certo senso tutto ciò che esiste: l'anima è la forma delle forme. Repentina tranquillità, immensa, incandescente: forma delle forme.
Se prima riecheggiava Aristotele, qui parla Berkeley: l'immateriale anima è il luogo in cui tutte le forme prendono forma, compresa la materia, sensazione di qualcosa, percezione di un solido. Berkeley aggiornato: sostituire anima con coscienza. Essere è essere percepito.
domenica 17 aprile 2022
Batracomiomachia
mercoledì 13 aprile 2022
Erano meglio i populisti
domenica 10 aprile 2022
Amarcord Brexit
Un paio di emergenze orsono, teneva banco la brexit. Doveva essere l'apocalisse, la gente per strada in pigiama, senza cibo, senz'acqua, senza medicine, una moria d'inglesi senza precedenti, rimasti senza benzina, senza camion, senza camionisti, senza frutta fresca sotto la minaccia della pellagra, e per giunta sconfitti in finale dell'europeo, a che titolo, poi, visto che se ne erano voluti andare dall'Europa? Come sempre, nessuna possibilità di capirci davvero qualcosa al di là della solita canea da tifosotti: mamma li populisti! Se ne vogliono andare, dopo tutto quello che abbiamo fatto per loro! (offesa alla mamma: da qui in avanti io non ho più un figlio). Morale della favola: completamente rimossa, morta, sepolta, sovrastata in spettacolarità prima dalla pandemia e da Putin e Zelenskyy poi. La verità è che non c'era niente di cui parlare e il caso è stato montato ad arte per crearci su un po' di indotto (c'hanno fatto dei libri, interessantissimi). No, ti sbagli, i suoi effetti si faranno sentire più avanti, come le mosse della Sacra Scuola di Hokuto. Ancora in un articolo del 2018, entro sei mesi, "l'apocalisse Brexit" avrebbe dovuto mettere in ginocchio il Regno Unito: sono ancora qui, come i non vaccinati che dovevano essere tutti morti (ipse dixit). Attendiamo speranzosi la fine dell'Inghilterra, salvo che non finiamo prima noi, sarebbe una beffa.
sabato 9 aprile 2022
Kinch, la lama di coltello
Non è per lettori distratti, l'Ulisse, come diceva Svevo, però non è nemmeno così enigmatico come si pensa una volta trovata la chiave di certi riferimenti all'attualità del tempo e quelli propri dell'autore, che comunque si divertiva a buttare dentro tutto quel che gli passava per la testa (quel "flusso di coscienza" che le maestre delle superiori ci indicavano come una cosa strabiliante, un'invenzione sconvolgente). A me quel romanzo europeo lì, di quel periodo, mi piace assai, come mi è sempre piaciuto La coscienza di Svevo (di Zeno, ma di Svevo). Il fu Mattia Pascal, per esempio, ha una sua luttuosità tutta meridionale, che piega al patetico, quella nordica è invece più freddina, a volte scanzonata, seppur terribile (il verdemoccio, il bacile di bile della madre morente). Mi sto divertendo a cesellare tutto parola per parola, solo che così non se ne viene a capo, un solo capitolo mi prenderà un mese. Anche perché vorrei abbinare a ciascun capitolo una piccola pagina di note in modo da agevolarmi la lettura negli anni a venire. Megalomania? Diciamo più un sogno, forse una favola.
venerdì 8 aprile 2022
Ulisse tradotto
Molto bello e anche divertente da tradurre l'Ulisse, perché sono pochi i libri tradotti che mi soddisfano per davvero. La traduzione di Giulio De Angelis per Mondadori strideva e non mi suonava bene. A seguire dei brani tratti della mia versione.
– Dio! disse tranquillo. Non è forse il mare proprio come dice Algy: una grande dolce madre? Il mare verdemoccio. Lo scrotorestringente mare. Epi oinopa ponton. Ah, Dedalus, i Greci! Devo istruirti. Devi leggerli nell'originale. Thalatta! Thalatta! È la nostra grande e dolce madre. Vieni a vedere.
Stephen si alzò e si accostò al parapetto. Si appoggiò e abbassò lo sguardo sull'acqua e sul postale che si allontanava dalla bocca di porto di Kingstown.
De Angelis poi traduce "noserag" in "moccichino", e può essere anche corretto, ma mi suona come mokaccino e cappuccino, quindi gli ho preferito un più villano (perché Buck Mulligan è un gran villano) "straccetto da naso":
Si avvicinò alla piazzola e, infilando una mano nel taschino di Stephen, disse:
– Prestaci il tuo straccetto da naso per pulire il rasoio.
Stephen gli permise di tirarlo fuori e di esibire, tenendolo per un angolo, uno sporco fazzoletto stropicciato. Buck Mulligan ripulì accuratamente la lama. Poi fissò oltre il fazzoletto, e disse:
– Lo straccetto del bardo! Una nuova tinta d'autore per i nostri poeti irlandesi: verdemoccio. Sembra quasi di sentirne il sapore, non ti pare?
Versione di De Angelis:
Si avvicinò alla piazzuola e, cacciando una mano nel taschino di Stephen, disse:
– Mollaci in prestito il tuo moccichino per asciugare il rasoio.
Stephen tollerò che tirasse fuori e tenesse in mostra per un angolo un fazzoletto sporco e gualcito. Buck Mulligan pulì diligentemente la lama. Poi, percorrendo con lo sguardo il fazzoletto, disse:
– Il moccichino del bardo! Nuovo colore pittorico per i nostri poeti irlandesi: verdemoccio. Sembra di sentirselo in bocca, vero?
Tutte le mie traduzioni verranno poi stampate su fogli A4 fronte e retro ad uso privato e familiare e consegnate alla posterità, guerra mondiale permettendo.
mercoledì 6 aprile 2022
Mangiate meno brioches
Ieri "non fai il vaccino, ti ammali, muori", oggi "scegliere fra la pace e il condizionatore acceso". Mario Draghi è l'epitome dell'imbarazzo. Anni di politiche energetiche larghe e spericolate e poi d'un tratto, puf, la colpa è nostra che ci facciamo una doccia al giorno (io no, io già da prima indossavo solo due gocce di Chanel). Solo il cretino di sinistra, che va cercando occasioni di elevazione etica e morale in ogni sciagura, può concordare con tali affermazioni scodinzolando felice, noi no.
Mi chiedevo cosa mai sarebbe arrivato dopo Berlusconi, e la risposta è che non c'è fine al peggio.
Falsa dicotomia: far credere che esistano solo due alternative o comunque che stiano sullo stesso piano nel medesimo rispetto:
Trova largo uso nelle orazioni politiche o nelle invettive come strategia retorica per forzare una scelta a proprio favore utilizzando domande retoriche, per esempio affermazioni come "Sei con noi o con i terroristi?" oppure "Siete contrari a questa liberalizzazione. Voi volete instaurare un sistema sovietico!"
Giusto un piddino ci può cascare.
Sull'uso diffuso della parola "libertà"
Bisognerebbe avere più pudore della parola "libertà" e dell'aggettivo "liberale", e prima di farne oggetto di rivendicazione politica e drappo di battaglia, coscienziosamente andare a vedere se si è all'altezza di esibirne le credenziali, perché la "libertà" oggi è merce così diffusa che non significa più niente e anzi ha preso a significare il suo contrario, chiamiamola piuttosto mestizia questa "libertà" tradita.
Miti del pragmatismo: il rasoio di Occam
martedì 5 aprile 2022
La tesi del mainstream
Segnalibro
lunedì 4 aprile 2022
Sinistra bianca
C'è un termine che viene dalla Cina che definisce al millimetro lo spirito dello scemotto occidentale. Certo la Cina non è una democrazia, e in senso ancora più eclatante rispetto al nostro (non si tengono nemmeno le elezioni in Cina, nemmeno per salvare le apparenze), tuttavia il termine è perfetto: báizuǒ ("sinistra bianca").
Il termine sta ad indicare la persona "ipocritamente ossessionata dalla correttezza politica" per "soddisfare il proprio senso di superiorità morale" spinta da una visione eurocentrica "ignorante e arrogante" che "prova pietà per il resto del mondo e si sente sua salvatrice".
Non è bello che ce lo debbano far presente proprio i cinesi, ma forse sono proprio gli altri i più legittimati a romperci lo specchio in cui siamo tutti impegnati a vederci bellissimi.
Novellisti di professione
"Alcuni, novellisti di professione, raccoglievan diligentemente tutte le voci, abburattavan tutte le relazioni, e ne davan poi il fiore agli altri." (Manzoni, I Promessi sposi, cap. XXX)
Questa del Manzoni potrebbe essere presa a epitaffio dei giornalisti, a maggior ragione oggi che ci improvvisiamo tutti tali spacciando per articoli inediti grandi assemblaggi di notizie trovate qua e là su internet: abburattavan tutte le relazioni, e ne davan poi il fiore agli altri.
La frase si riferisce a quelle persone che si erano ritrovate a ripararsi nel castello dell'Innominato, dopo la sua clamorosa conversione, per sfuggire ai lanzichenecchi. Le notizie delle razzie giungevano al castello, e i più ispirati ne traevano un riassunto facendo la media comparata fra il vero e l'eclatante, indirizzando il senso là dove volevano indirizzarlo. (bisognerebbe denunziare la scuola pubblica per aver ammazzato nelle persone la curiosità di leggere Manzoni).