venerdì 30 aprile 2021

Il mare (al tramonto)

 


A dir la verità questo è quello che mi piace di meno ma per chiudere il trittico mi mancava il tramonto, che il rosso dà quel tocco di colore al soggiorno. Per apprezzarlo appieno bisogna vederlo in grande che in piccolo si perdono tutti i particolari, tipo le ondine bianche sulla superficie dell’acqua e le tre stelline dove il giallo incontra il blu della notte.

Lo trovate qui: Sea Sunset.

giovedì 29 aprile 2021

Il mare (a mezzogiorno)

 


Questo mi è venuto più allegro, il mare visto dal finestrino del Cosenza-Napoli Centrale verso mezzodì. Non siamo ancora ai livelli di Constable, direi più uno Stacolanana, ma ho trovato un modo per rendere le onde e le nuvole sono venute bene. Valore artistico nullo, valore commerciale basso, praticamente regalato.

Lo trovate qui: Sea at Noon.

mercoledì 28 aprile 2021

Il mare (al mattino)

 


Il mare mi viene sempre triste, non mi viene solare come quello di Matisse, piuttosto mi viene come quello di Caspar Friedrich, malinconico, romantico, nordico, soprattutto nel colore. Questo quadro è stato tratto da una foto che ho scattato una mattina presto il 1° settembre 2019 a Scalea, la mattina descritta ne “I gabbiani".

Lo trovate qui: Sea Dawn.

martedì 27 aprile 2021

Avanzi di gipsoteca

Leggo di un'università americana (l'università "di Kamala Harris", nel senso che è proprio sua, l'ha comprata con i suoi risparmi) che si appresta a eliminare gli studi classici dalla sua offerta formativa in quanto veicoli della cattivissima cultura bianca. Inutile stare a discutere essendo la dialettica stata inventata anch'essa dai greci. Un professore di filosofia afro-americano, noto attivista per i diritti civili (Cornel West, "Cornelio Occidente", nomen omen), fa però giustamente notare che anche Martin Luther King leggeva Socrate (vale a dire Platone) e che l'eliminazione dei classici dalle scuole sarebbe una "catastrofe spirituale", non è della stessa opinione (dal lat. opinio -onis, affine a opinari «opinare») lo storico di Princeton Dan-el Padilla Peralta che si auspica invece che la memoria di Socrate e degli antichissimi romani possa essere cancellata il più presto possibile dalla faccia della terra. Povero Socrate, una vita spesa a cercare il Bene e si ritrova dalla sera alla mattina ad essere rappresentato come il simbolo del Male, "ab origine" (locuzione latina che in caso di cancellazione della cultura classica andrebbe ritradotta con "from the beginning"). E io, che cerco da anni di accreditarmi come filosofo e per giunta leggo Schopenhauer? Cancellato d'emblée da tutti i cursus honorum dell'internet. È per questo che oramai mi sono dato alla grafica, che però non è ugualmente esente dalla politica in quanto hai senz'altro più possibilità di vendere i tuoi disegni sulle piattaforme americane se ci infili sulle tazzine l'immaginetta battagliera di una Ruth Bader Ginsburg qualsiasi piuttosto che del povero Socrate, disprezzato da morto qual era in vita, sepolcro imbiancato, avanzo di gipsoteca.

martedì 20 aprile 2021

Le favole

Ci sono luoghi in cui la pericolosità del contagio è determinata da giudizi di carattere etico-morale prima ancora che sanitario. Per esempio a scuola non ci si contagia perché la scuola è il futuro dei nostri figli, la scuola è impegno e sacrificio, in una ventina ammucchiati dentro una classe coi famosi banchi a rotelle oppure distanziati di un metro e mezzo misurato col metro centimetro, basta cambiare l'aria. Guai a chiamarlo assembramento, è "scuola in presenza". Diversamente è assembramento se si consuma all'aperto un caffè da asporto, magari nelle immediate vicinanze di un esercizio pubblico che in passato ha fornito servizio di apericena con l'aggravante dell'atteggiamento narcisista. La gente muore, non è il momento di mangiare patatine. E il paese ha trovato il più degno interprete di questo umore in Mario Draghi, che biasima secondo categorie assolutamente conformi al sentimento comune. Un secolo fa lo si sarebbe chiamato "benpensante", "perbenista", oggi perlopiù lo si chiama Professore perché incarna il mito dell'autorevolezza e della competenza. Lui stesso indossa la mascherina, al chiuso, se non parla, ed è solo quando si accinge a sparpagliare le sue goccioline di fronte al microfono che se la toglie, tanto poi passano le maestranze a sanificare. Però all'aperto tutti mascherati, compresi gli inviati, soli nelle piazze deserte col vento in faccia a due metri di distanza dal primo tecnico del suono, e magari la sirena di un'ambulanza in lontananza per drammatizzare. In studio sempre impeccabili senza mascherina, freschi di barbiere ed estetista, con l'abito buono e la pochette nel taschino, perché lo studio è come il salotto di casa, è sulle piazze che si fa il reportage di guerra. Insomma, è tutta una fola, il virus si regola poi per conto suo.

giovedì 15 aprile 2021

Coraggio

Ricordo i bei tempi maschi e belluini quando gli ultrà potevano frantumarsi le ossa e spezzarsi le mucose rinnovando il rito festaiolo delle giostre medievali, di quando ancora ci si poteva prendere a pugni per strada, stringersi a coorte, applicare le prese dell'Uomo Tigre al vicino di casa, e adesso invece ad ogni fatto di cronaca la prima cosa che viene in mente è se l'assassino indossava la mascherina, non tanto per la vittima, che anzi ha il dovere morale di morire, quanto per la di lui salute e per quella dei suoi complici. Su questo le regioni sono state chiare, sì agli omicidi ma solo all'aperto e mantenendo la distanza di sicurezza. E rischieranno il penale anche i giocatori di scopa che verranno sorpresi a non cambiare il mazzo alla fine di ogni mano, mentre resterà in vigore l'obbligo di segnalare le carte solamente con le orecchie. Coraggio, un ultimo sforzo e finalmente potremo tornare a morire di malattie normali come prima del Covid, il futuro ci attende alla fine del tunnel ma non farà prigionieri.

mercoledì 14 aprile 2021

Da Churchill a Speranza

Mi è capitato di incrociare su Twitter un volenteroso che ha letto e glossato il libro sulla lotta al Covid di Roberto Speranza, il Ministro della Salute. Se fossi stato in Speranza l'imbarazzo per aver fatto uscire una cosa simile a mio nome mi perseguiterebbe per il resto dei miei giorni. E per giunta "scritto" grazie all'aiuto di "consulenti" sotto la supervisione di una pletora di "collaboratori" da far invidia a un capo di Stato. Dicono che il libro stia andando forte in Francia, i francesi che hanno avuto la Recherche e il Viaggio al termine della notte, evidentemente troppa intelligenza gli ha rincitrulliti definitivamente. Allora mille volte meglio il paragrafetto de La vita agra sulla defecatio mattutina, almeno lì c'è più salute, c'è più vita, c'è più speranza. E non mi si dica che Roberto Speranza non scrive per vincere il Nobel, abbiamo l'esempio di Winston Churchill: Churchill ricevette il Premio Nobel per la Letteratura nel 1953 "per la sua padronanza della descrizione storica e biografica e per la brillante oratoria in difesa dei valori umani". Un Ministro della Repubblica quando scrive dovrebbe avere Churchill come modello, non Walter Veltroni.

domenica 11 aprile 2021

Lo spezzatino

Un dilemma mi distoglie per un attimo dal mettere lo spezzatino sul fuoco, spezzatino che sopra la linea gotica indica la carne di vitello fatta a pezzetti, mentre nel Regno delle Due Sicilie designa principalmente lo scamone (ragù) di manzo fatto intero secondo la ricetta di Donna Rosa Priore. Il mio spezzatino rappresenta una commistione fra le due scuole, quella meridionale e quella settentrionale, in quanto prevede l'aggiunta di passata di pomodoro quando non è stufato assieme alle carote e alle patate. La carne di vitello è più tenera ma ahimè il vitello è pure un grazioso animale, a mia parziale discolpa posso dire che a Pasqua ci siamo astenuti dal mangiare l'agnello, ma solo perché qui non si trova. Dunque per prima cosa si fa rosolare nell'olio un po' d'aglio (io cucino tutto con l'aglio in quanto la cipolla mi dà acidità), poi si ripassa la carne in questa specie di nettare per farla bene insaporire (se la carne è buona si leveranno dalla pentola profumini celestiali), dopodiché si aggiunge la passata e si lascia andare a fuoco lento per una mezzoretta o poco più, dipende dalla carne. Nella variante con patate e carote alla passata si sostituiscono gli ortaggi benché nulla vieti di aggiungerci un po' di sugo per dare quel tocco di colore. Ci va anche un po' d'acqua, e il sale. Se tutto va bene dovreste ritrovarvi a fine cottura con una carne tenera e saporita da consumarsi come condimento della pasta (preferibilmente rustica) o come contorno. L'Artusi non avrebbe saputo dire meglio.

sabato 10 aprile 2021

La polenta

A me che sono lombardo non mi è mai piaciuta la polenta, eppure la polenta sta ai settentrionali come il cioccolato dovrebbe stare agli svizzeri ma io non ci ho mai trovato niente di speciale. Sarà la mia metà calabrese che ottunde in me la memoria genetica delle epidemie di pellagra. Mi piaceva solo quella che rimaneva attaccata al paiolo perché sapeva di pop corn. Nonna la faceva densa, quasi impenetrabile, la lasciava raffreddare e poi ne faceva dei solidi che metteva ad arrostire sulla stufa, sembravano mattoni. Opportunamente arrostiti potevano acciaccare il pollame a una certa distanza. Alla polenta più classica, invece, ci si aggiungeva il burro come rinforzo oppure le fette di salame, però arrostite, perché crude erano poco sostanziose. Se il nonno ritornava vittorioso dalla battuta di caccia allora ci aggiungevano gli osei, cioè i comuni passeri domestici della classificazione di Linneo, nella forma di una scatoletta toracica con due zampine secche secche il cui apporto proteico era equivalente a quello di una nocciolina. Al già scarso volume della carne c’era poi da sottrarre quello occupato dai pallini, per cui procedendo con l'autopsia si poteva testé capire se il passerotto era stato colpito a un organo vitale oppure era semplicemente morto di spavento, ma era più la spesa che l’impresa. I passerotti sapevano di selvatico, erano amarognoli, poco soddisfacenti, gli preferivo i dixi oppure quelle polverine colorate che messe sulla lingua cominciavano a crepitare come girandole alle feste di paese. Non si poteva mangiare polenta mentre alla televisione passavano i video degli A-ha, quel genere di spettacoli andava visto mentre si consumavano sofficini o bastoncini del dottor Findus, peraltro severamente proibiti da mio nonno che non voleva vedere roba "compra" in casa. La roba "compra" era la roba già cucinata, cioè ogni prodotto che non crescesse in terra o fosse attaccato a una pianta, anche salami e coppe non crescevano sulle piante ma per quelli si trovava il modo di chiudere un occhio. Oggi il mais lo usano per fare i sacchetti della spesa.

Con che coscienza

L'idea della limitazione degli spostamenti ormai ci è divenuta così familiare che un domani la si potrebbe riproporre in caso di sforamento del pm10 e qualcuno non avrebbe niente da ridire, del resto la percezione della liceità di qualcosa è fondata sull'abitudine, tant'è che al contadino medievale pareva un fatto del tutto plausibile l'angheria del signorotto di turno, era nelle sue prerogative, proprio come adesso ad alcuni piace farsi dare una lavata di capo dal signor Draghi in persona perché proferita da lui la rampogna viene a nobilitare in qualche modo anche il rampognato. Un'altra incorrottissima fonte di diritto morale, il Generale Figliuolo, ci aveva esortato a passare dai centri vaccinali nel caso fosse avanzata qualche fiala per non farla andare sprecata ed ora il cittadino che si è presentato saltando la gerarchia non sa più se considerarsi reprobo o esempio per la nazione. Come a dire prima le donne e i bambini, ma piuttosto che far partire a mezzo carico la scialuppa chi si ritrovi a passare dal ponte si infili pure nel primo posto lasciato libero, salvo poi essere additato come cattivo esempio dagli ufficiali di bordo. Neanche la competenza è garanzia di buona riuscita in questo paese.

giovedì 8 aprile 2021

Ottantenni tattici nucleari

Io mica l'ho capita la zona rossa a Como, la gente gira, cammina per la strada, come se niente fosse, addirittura ridendo e scherzando in questo momento così grave, e per non dire del traffico, un viavai di macchine che arriva fino in Svizzera. Stamane, a dir la verità, c'è stata una piccola manifestazione dei commercianti ambulanti che con i loro mezzi discendevano in fila indiana la strada suonando i segnalatori acustici, tant'è che sulle prime avevo sperato che fosse uno sposalizio, che come tutti sanno sono severamente proibiti almeno finché non finiamo di vaccinare gli over 80. Io agli angoli delle strade ci metterei invece l'esercito con le mitragliatrici, e passerei alle armi i trasgressori, giusto così, come deterrente. È anche vero però che ai nostri governanti non costa niente allungarci gli arresti domiciliari e raccomandarci la resilienza che tanto fra un po' arrivano i soldi dell'Europa, garantisce Draghi, che tuttavia anche lui mi sembra un po' confuso, sarà pure molto competente nel suo ramo ma mi sembra un po' unfit come diplomatico, ci aspettiamo tutti un'imminente invasione dell'impero ottomano, e proprio adesso che avevamo quasi finito di vaccinare gli ottantenni, in guerra toccherà mandarci loro (io per intanto comincerei a spostare gli alpini in Macedonia, che tra l'altro sono stati vaccinati tutti con Astrazeneca e non so quanto potranno durare).