lunedì 31 ottobre 2022

La cospirazione contro il free-speech

Che uno pensi e dica quel che gli pare sembra essere sempre meno contemplata come ipotesi, soprattutto su internet che ha preso corso di agorà ufficiale. Contro gli usi deleteri del free speech e della libertà di espressione si sono mobilitate addirittura le grandi corporation e il risultato è che oggi non si possono più postare, per esempio, capezzoli su Tumblr (nemmeno quelli della Maja Desnuda, che sono così belli e divergenti), e che se parli di Trump su Twitter devi stare attento a quel che dici perché altrimenti interviene l'autorità a farti presente che si tratta di argomenti controversi, questo almeno prima che l'orco cattivo comprasse la piattaforma e minacciasse di ristabilire la "libertà di parola", che oggi come oggi equivale a dire "incitamento all'odio". Per contrastare la perniciosa diffusione di notizie false, lo schieramento dei buoni non risponde tanto con la chiarezza, ma si impegna piuttosto a diffondere le sue proprie versioni, quelle rivedute e corrette, sottoforma di menzogne dette a fin di bene. Tra questo accompagnamento all'interpretazione corretta della realtà e la diffusione dolosa di notizie false, la verità giace abbandonata, accompagnata alla porta come i cani in chiesa. Il contrasto alle fake news è come il contrasto all'immigrazione, una guerra persa in partenza, soprattutto quando per contrastarle si cede all'argomentazione speciosa e prepotente, che della fake news è l'anticamera. Le persone vogliono solo dire quel che pensano e trovano sempre il modo di farlo, impedirglielo non fa che peggiorare la situazione.

domenica 30 ottobre 2022

Fascismo o sovranismo all'amatriciana?

Anche volendo, il fascismo storico come fa a tornare? Manca la dichiarazione di guerra agli Stati Uniti, il bel suol d'amore, il partito unico, la soppressione dei dissidenti (la battaglia del grano, è vero, forse quella sì). Certo, un modo più sottile per sopprimere il dissenso lo si trova sempre, ma quell'esperienza là, per nostra fortuna, è andata. Per nostra sfortuna l'autoritarismo trova però sempre il modo di rigenerarsi, anche nelle nostre società così democratiche, ma gridare al fascismo, quando lo facciamo, è una specie di narcisismo. Narcisisti anche quelli che gridano al comunismo, sono come i tifosi allo stadio. Piuttosto tutte le volte bisogna fare la fatica di interpretare da capo i segni e giudicare le azioni, se la storia si ripete a grandi linee, nel mezzo brulicano le differenze. E però vuoi mettere urlare al fascismo? Serve a purificarci, soprattutto agli occhi degli altri, per quello che dà più gusto se c'è qualcuno nei paraggi ad ascoltare. La soddisfazione che provavo a dirmi laico e socialista... non potete capire, me lo ripetevo spesso per convincermi. Ma al di là di questi piccole concessioni al narcisismo, che cosa abbiamo di fronte? Forse abbiamo davanti più un sovranismo alla amatriciana, sarà per via dell'accento della nostra premier, Pardon, del nostro Presidente. (Passa per simpatico l'accento romanesco, io non direi, troppo inflazionato, come del resto anche quello toscano). A naso mi sembrano troppo sfessati per riproporre il fascismo, ma un naso solo non fa testo, ci vorrebbe una bella marcia su Roma, allora sì, ma con i fez comprati su Amazon (non può funzionare).

venerdì 28 ottobre 2022

L'elisir immunizzatore che tanto immunizzatore non era

Dunque pare che sia giunto il momento di chiudere ufficialmente il capitolo pandemia, e allora ci sta un piccolo riepilogo di quel che è accaduto in questi ultimi anni. In breve, arrivato il vaccino è impazzito il mondo e sono impazziti i governi. Il vaccino lo si è caricato di significati politici e tramutato d'emblée in elisir immunizzatore, la prudente formula "alcuni studi suggeriscono che" è stata ribaltata in un più confortevole "con la sicurezza di trovarsi fra persone non contagiose", e cosa più grave si è discriminato per legge sulla base di false nozioni diffuse ad arte. La scienza è prudente, mentre la politica in quel momento aveva bisogni di infondere sicurezze. Le scorie di questo scontro sociale, di questa polarizzazione, e anche di questa disonestà intellettuale, con persone caricate dalla polizia e personale sospeso dal lavoro e dagli ospedali, ancora ce le portiamo appresso e hanno inciso anche sul voto, e tutto per cosa? Il Covid passa come è arrivato, e un giorno ritornerà se troverà un combinazione giusta, indipendentemente dai nostri sforzi e dai nostri strepiti. Oggi pare un niente dire che ci si vaccina principalmente per non patire conseguenze e non tanto per essere immuni, ma questa verità è stata respinta e rifiutata fino a farne argomento di scontro, uno scontro che non aveva motivo di esistere. È stata la più utile lezione pratica sulla crudeltà degli uomini che ahimè sta continuando a dare i suoi frutti anche nell'attuale occorrenza del conflitto russo-occidentale.

mercoledì 26 ottobre 2022

Conservare e mutare

Il conservatore cosa vuole conservare, i modi della produzione e dell'economia? No, perché ogni nuova tecnologia è vista come un'opportunità, l'avanzamento della tecnica è vitale, addirittura salvifico. Vuole dunque conservare la società? Sì, vuole conservare certe forme della vita sociale che però gli sfuggono inevitabilmente di mano in quanto quelle forme sono plasmate proprio da quel mutamento tecnologico che per altro verso favorisce e incoraggia. La civiltà industriale che permette al conservatore (e del resto anche al non conservatore) di prosperare è la stessa civiltà che rende meno necessaria la famiglia, la civiltà industriale spinge più speditamente verso l'individualismo, i ruoli uomo/donna sono intercambiabili, la vita religiosa con i suoi valori diventa irrilevante. Così il conservatore si impunta sulla conservazione di quei valori che lui stesso contribuisce inavvertitamente a mutare, cadendo cocciutamente in contraddizione con se stesso, in una velleitaria guerra ai mulini a vento. Il progressista, per contro, vuole imporre i nuovi valori come frutto di una non meglio precisata spinta del progresso, facendo perno piuttosto strumentalmente sulla scienza, che di suo non esprime giudizi. Entrambi, conservatori e progressisti, sono condotti in questo ballo da meccanismi che li sovrastano, pensano di guidare, di governare l'attualità, ma ne sono governati.

lunedì 24 ottobre 2022

Nuovi caratteri della commedia dell'arte

È iniziata la guerra civile di Twitter fra modernisti dei diritti e cattolici preconciliari, primo carattere: "Oddio, mi stanno strappando la carne viva dei diritti acquisiti! Accorrete, Accorrete, al fascio, al fascio!", si accascia a terra portandosi il dorso della mano alla fronte con gesto plateale. Secondo carattere: "È finita la pacchia, tu, cambiatore di sesso dei bambini, omicida di feti, fan dei Monaskin!". E l'altro: "Che cosa hai detto? Fan dei Monaskin a me?! Ahò, ma io son ledzeppeliano così, son ledzeppeliano cosìììììì!!". L'auspicio è che si impicchino fra di loro.

venerdì 21 ottobre 2022

La Souveraineté

A me fa ridere il Ministero dell'Agricoltura e della Sovranità Alimentare. È ricalcato da quello francese che fa più ridere: le Ministère de l'Agriculture et de la Souveraineté alimentaire, precedentemente chiamato Ministère de l'Agriculture, de l'Alimentation, de la Pêche, de la Ruralité et de l'Aménagement du territoire. C'è della grandeur. Il sovranismo alimentare è un movimento internazionale: "la sovranità alimentare è un indirizzo politico-economico volto ad affermare il diritto dei popoli a definire le proprie politiche e strategie sostenibili di produzione, distribuzione e consumo di cibo, basandole sulla piccola e media produzione". Magari è una cosa giustissima, non saprei, non distinguo una pesca da un'albicocca, ma quell'accenno alla sovranità è un tic rivelatore. Tutti sovrani oggi come oggi, e poi non contiamo niente, manco a casa nostra, e con casa intendo proprio le quattro mura domestiche dove siamo sotto minaccia di controllo da parte dell'autorità dei riscaldamenti, l'autorité du contrôle éthique du chauffage. È proprio perché non siamo più sovrani di un bel niente che ci seducono con il sovranismo: scegliete la destra, dicevano, sarete sovrani, dicevano. Ma cosa volete sovraneggiare che tutte le volte che facciamo un governo nuovo dobbiamo portare le prove all'estero della nostra più servile adesione al patto atlantico. Una cosa è non avere alternative, altra cosa è concedere la possibilità di averle, e non ci è concessa, nemmeno per ipotesi.

mercoledì 19 ottobre 2022

Certe lagne non finiscono

Ha vinto Meloni e quelli di sinistra sono usciti pazzi, non lo accettano, ma la democrazia è fatta così, come quando due bambini si contendono il giocattolo, si fa un po' per uno, da bravi. E invece no, la democrazia è solo quando vincono loro, e se non vincono loro fanno appello alla mamma (il Draghi bis di turno) che come un deus ex machina congela il gioco della democrazia per un bene superiore, quello del paese, che poi si traduce nella soddisfazione di non vedere vincere gli altri. È come se quelli di sinistra, a dispetto di quel che predicano, non volessero la democrazia, e questo indipendentemente dalla destra, con le sue inderogabili battaglie per la difesa dei valori della tradizione. Ininterrottamente al potere fra un governo di emergenza e l'altro dai tempi di Monti, se si esclude la breve parentesi del Conte I (461 giorni su un totale di 9 anni), i dem ancora si lamentano. Certe lagne non finiscono.

martedì 18 ottobre 2022

Décroissance, eau de toilette

Non lo sentite anche voi questo profumo di decrescita felice? Anche se non la intendete così felice vi verrà servita lo stesso, perché fa bene, perché è necessaria, perché è etica. L'etica è lo zucchero a velo delle scelte inderogabili, una spolveratina di etica e almeno una metà del campione ci casca con tutte le scarpe. I riscaldamenti accesi solo negli ospedali, nelle scuole (ove funzionano) e nelle ambasciate, perché non vorrai mica fare la figura dello straccione col principe del Ketakai? I sudditi abbiano un po' di comprensione. Quand'è che siamo diventati così cioti sarebbe argomento da studiare a scuola, con le mascherine e le finestre aperte, e i riscaldamenti accesi.

Dell'anti-razzismo chic

È ovvio che siamo un paese razzista, da destra a sinistra compresa l'Europa, e vi dirò che professarsi platealmente anti-razzisti è proprio il caso della prima gallina che canta che ha fatto l'uovo. Sulla campionessa di pallavolo Paola Egonu, schiacciatrice della nazionale, si è scatenata la consueta gara di virtue signalling, una gara a chi si mostra più anti-razzista, grandi campagne anti-razziste sono lanciate dall'Europa che però poi respinge i profughi ai suoi confini, ma niente di personale, non è per il colore della pelle, è per una questione estetica: sono schifosamente poveri e la povertà si attacca peggio della lebbra. Un'ospitata di poveri una tantum, evento di beneficienza o altro, permette di richiamare la coscienza a occuparsi del problema: una sciacquata veloce e via. Ce le vedete Lagarde e von der Leyen, o addirittura Mario Draghi, Sua Competenza, a lavare la biancheria ai poveri, di loro spontanea iniziativa, che sarebbe poi l'atto più umano di tutti? Ma va là, per questi lavori ci sono le sguattere sudamericane. Oh come siamo bravi e anti-razzisti noi italiani, solidarietà a Paola Egonu, massima resa con minima spesa.

lunedì 17 ottobre 2022

La filosofia non fa cambiare idea alle persone

Uno si appassiona alla filosofia e si sente un cavaliere dell'intelletto e gli viene pure l'uzzolo di usare gli strumenti della filosofia per dire qualcosa di significativo e di intervenire con qualche idea buona nel dibattito politico, ma poi capisce che il progetto è destinato a fallire, nessuno è veramente interessato alle ragioni quanto alle posizioni, ci si cuce addosso un abito, un ruolo che si vuole sostenere, e qualsiasi ragione che va a contraddirlo, anche se ben circostanziata, è liquidata come una fastidiosa seccatura. La filosofia è un piacere privato, come fare i disegnini, sai che serve e ti rilassa, ma inutile farne una passione comune. Per giunta per molti la filosofia assume più la forma di una storia della filosofia, un cherry picking di idee un po' curiose e qualche volta strambe che servono ad allungare il brodo di un articolo o di una supercazzola arrabattata lì per lì. Nelle università la situazione temo non sia molto diversa visti i prodotti che escono dalla Bocconi e dalle lauree in lettere e filosofia. L'istruzione, ahimè, non è garanzia di trovarsi di fronte a un uomo eccellente, o, che so, a un problem solver di prima qualità, anzi, anche per effetto dei media e della televisione, assistiamo quotidianamente allo spettacolo di fior fior di laureati che risultano poi alla prova dei fatti dei cretini di prima categoria. Scrivi cento volte sulla lavagna: non penserò più che la filosofia può far cambiare idea alle persone, non penserò più che la filosofia può far cambiare idea alle persone, in caratteri cubitali, su più di una lavagna, senza far cadere il cancellino.

domenica 16 ottobre 2022

Un ventennio di fascismo?

E se davvero avremo un ventennio di fascismo? C'è poco da prendere in giro: il parlamento ridotto a un bivacco di manipoli, la ginnastica obbligatoria. Per giunta siamo appena usciti da un periodo in cui ai non vaccinati era concesso giusto di fare la spesa, il terreno è stato preparato, dai socialisti, dagli ordoliberisti. Pensiamo: il parlamento fino a ieri era ridotto a un ufficio vidimatore di scelte governative, niente di più che un pallottoliere. Numerini, bandierine segnaposto. Una certa decadenza dell'istituto parlamentario è già in corso, e non solo per colpa dei fascisti. Sulla ginnastica obbligatoria sono d'accordo, a scuola mi ero fatto fare addirittura l'esenzione, mi vergognavo di cambiarmi assieme agli altri. In una ideale gara di braccio di ferro con la Meloni vincerebbe la Meloni. E ti credo, va dal personal trainer di Totti. Il mio dispiacere è che a fronte di figure come il nuovo presidente della Camera, tre lauree e la difesa dei valori tradizionali (forse non c'era bisogno di tre lauree per partorire siffatto topolino), noi abbiamo da opporre i ragazzini che imbrattano Van Gogh, come se le due cose fossero implicate, lotte ambientaliste e arte, diritti civili e Van Gogh. Ma che c'entra Van Gogh, povero cristo? È la tempesta perfetta: ovunque posi lo sguardo si vede solo un mare di [mettere una parolina a piacere, secondo il gusto personale].

sabato 15 ottobre 2022

Le stelle ci guardano

Una nuova categoria di infotainment: gli scienziati che vanno in orbita e ci mostrano come fanno la pipì, poi come si fanno i peli del naso, poi quelli del pube. Non è colpa loro, glielo dice la NASA di farlo, per contratto. Arriveremo ai porno girati in orbita. Tutte quelle goccioline in sospensione, non farmici pensare, ci vorrebbe un tubo. Le stelle ci guardano. La NASA non camperebbe senza un po' di circo, sossoldi. Gli astronauti lo fanno in piedi, una manna per l'ernia al disco. Nuove posizioni: la carriola perpetua, la forbice volante, la pecorina elettrica. Ah ma lavorano anche, piantano fagioli a gravità zero per vedere se crescono al contrario. Noi abbiamo quella scienziata, quella coi capelli dritti, è brava. Anche Parmitano, che ha portato il parmigiano. Eccellenze italiane in orbita, roba da farci una ventina di cinegiornali regionali, Bonaccini tutto gasato. Se lo gasi ancora un po' arriva in orbita senza bisogno dell'astronave. Comunque, adesso possiamo guardare fino ai limiti dell'universo, ci sono ancora galassie, ma a qualcuno viene il dubbio che  siano sempre quelle che stiamo guardando, ripiegate su se stesse, lo fanno apposta. Si divertono, le stronze. Non gliene frega niente che ci vuole tutto quel carburante per mandare in orbita i telescopi, se la ridono. Comunque adesso Astrosamantha inventa un carburante potentissimo che non inquina estratto dalla radice del sedano, una pianta inutile, che è stata sostituita dal dado. Da grandi tutti volevano fare gli astronauti, io il consulente ecobonus, ma mi han detto che ci vuole la laurea in scienze politiche. Ai filosofi propongono invece posti da bidelli. Se sai fare i nodi marinari ti assume Elon Musk per chiudere gli sportelli del Dragon. Che bello lo spazio, però è faticoso da pulire.

venerdì 14 ottobre 2022

Le cose che ci ha insegnato la sinistra

Fra le cose che ci ha insegnato la sinistra: "direttiva europea" = "principio universale", che si può resistere a tutto, fuorché a una gara di virtue signalling e che l'esperienza del governo Draghi non solo è stata buona e giusta, ma quella ancora auspicabile e preferibile a un governo democraticamente eletto dagli elettori, a maggior ragione se di destra. Anzi, se di destra è auspicabile un governo d'emergenza nazionale ad interim, almeno finché il popolo non si convince che deve votare a sinistra (cosa che invariabilmente non accade, e forse proprio per questo). L'Europa non può sbagliare? Sì, ma le critiche possono essere sollevate solo da sinistra, diversamente si entra nel regno delle ombre dei populisti novax filo-puniniani. Una siffatta sinistra contraddice uno dei luoghi comuni più difficili da sfatare, che la sinistra sia la parte più aperta alla discussione democratica. Pianga del suo mal la sinistra, e invece tutto il contrario: com'è noto, il problema sono gli altri, tutta colpa dell'ignoranza. Quand'è successo che Mario Draghi è diventato amico degli operai, primo socialista nella lotta proletaria della conservazione del posto di lavoro? Giusto o sbagliato che sia, a chi perde il lavoro non gli si può dire colpa dei populisti e fare spallucce, non gli si può propugnare come soluzione il voto a quella nomenclatura europea che di fatto sceglie la crisi in nome di non si sa bene quale futuro vantaggio etico e morale. Le cose che ci ha insegnato la sinistra: da evitare accuratamente.

Come imparammo ad amare la bomba

Delle cose più presenti nella storia e delle quali si crede che ormai siano state definitivamente superate, c'è in primo luogo l'opera di persuasione che sempre accompagna l'appoggio a una battaglia o a una guerra. Assistiamo quotidianamente allo spettacolo del mansueto occidentale che si trasforma di colpo in accanito guerrafondaio, arrivando anche a propugnare l'uso preventivo della bomba atomica. L'opzione atomica è diventata argomento da salottino televisivo, menzionata en passant da tiratissime signore in tacchi a spillo, fra un aggiornamento delle notizie sportive e l'altro. Questa banalizzazione dell'opzione nucleare, ridotta a funzione del telefono, è assai pericolosa. Ci sono persone, qui, nell'occidente avanzato, che ieri condannavano con tutte le loro forze lo strapotere delle lobby americane delle armi, e oggi teorizzano con la stessa veemenza l'uso della bomba. Gelosi della disinvoltura russa in tema di propaganda, noi gli andiamo appresso ("ci sono degli automatismi, scattano le procedure di rappresaglia"). Questo è esattamente il meccanismo che ci ha trascinato in passato in tutte le guerre mondiali, perché una guerra, quando la si comincia a rendere buona e giusta, è giunta già al suo punto ideale di maturazione, non resta che spiccarla dall'albero.

mercoledì 12 ottobre 2022

Le cose che accadono a nostra insaputa

Chi lo sa a cosa possono portare un domani le scelte di oggi, oggi pensi che l'elezione di La Russa a seconda carica dello Stato rivesta un'importanza tutto sommato secondaria nella vasta economia delle cose, un domani cambia lo scenario e ti dichiara guerra al Giappone, oramai c'è da aspettarsi di tutto. Pensi una cosa e te ne scappa un'altra, costruisci la tua immaginaria linea Maginot, ti senti forte e sicuro nelle tue previsioni, e gli eventi ti sorprendono alle spalle. Ma tu vai a pensare che mentre noi qui si prendeva in giro i completini pastello della Merkel, quella ti preparava, tubo dopo tubo, le basi della futura terza guerra mondiale. Ma chi andava a presagire che all'america gli era rimasto così sullo stomaco che gli compravamo il gas ai russi? Belli belli noi qui ci davamo alle depressioni esistenziali, Mazzy Star, Joy Division, e metro cubo dopo metro cubo quelli masticavano amaro. Proprio ora, in questo preciso momento, magari Cina e India si staranno incazzando per qualche altro motivo. È l'era della suscettibilità, sono tutti suscettibili. Stavo facendo le playlist su spotify anno per anno, sono arrivato al 1980, volevo almeno finire il secolo, se me lo fanno finire.

Default Europa

Come la Serenissima declinò in potenza politica e commerciale dopo che la scoperta dell'America aprì nuove rotte, così declina oggi l'Europa dopo la scoperta che il gas di Putin è immorale, e qualcosa mi dice che anche qualora la Russia diventasse un giorno una nazione perfettamente occidentale, anche allora sul gas russo continuerà a permanere la fatwa, perché il vero motivo non è legato all'attuale conflitto. L'Europa si avvantaggiava da anni della fonte di energia a basso costo e questo evidentemente non piaceva a qualcuno, quale occasione migliore, dunque, per approfittare della situazione? Questo qualcuno non lo nominiamo, è il nostro convitato di pietra. La rivoluzione green è solo un'arma di distrazione di massa per distogliere l'attenzione dall'attuale disastro, l'Unione Europea ridotta a istituto di beneficienza che distribuisce denaro a pioggia per sedare gli animi e delibera sulla lunghezza dei caricabatterie. Di questo passo l'Europa non morirà di populismo, andrà più prosaicamente in bancarotta dopo averla augurata a Putin.

martedì 11 ottobre 2022

Addio spleen di Parigi

Non torneranno più i bei tempi andati, sono per l'appunto andati, non tornerà più la vita a basso costo, la pax europea, lo spleen di Parigi, il giocattolo si è rotto. Qualcuno, la Russia, l'America, fate voi secondo i vostri gusti, ha deciso che è tempo di un nuovo ordine mondiale e noi siamo stati messi in mezzo. Stasera c'è la Champions, perché prima che nel cervello d'un europeo il pensiero faccia un giro, bisogna che gli capitino un sacco di cose e di molto crudeli. L'europeo medio si renderà conto solo quando gli toglieranno il campionato.

lunedì 10 ottobre 2022

Come fu che entrammo in guerra con la Russia

Là fuori ci deve essere una guerra, una guerra con dei morti uguale a quelle che si combattevano in Afganistan e in Kosovo, e come quelle che si combattono tutt'ora in giro per il mondo. Ma questa guerra è diversa, primo perché è vicina, secondo perché Putin, ci dicono, vuole conquistare il mondo. Ci scuseranno le altre guerre se dunque noi siamo tutti presi dalla nostra e non mettiamo più il naso nelle loro, anche se le facevamo per portare la democrazia. Russi e Ucraini hanno vecchie ruggini che risalgono ai tempi di Mazeppa, quello che facciamo è dunque entrare in vecchie ruggini che hanno preso la forma di una faida, una cosa molto pericolosa, col rischio di prendersi una coltellata destinata ad un altro, ma ormai è deciso, e se loro lanceranno l'atomica noi in risposta ne lanceremo quattro. E poi, avete letto, forse una piccola guerra atomica può invertire il riscaldamento globale, c'è da ben sperare, dunque. 

domenica 9 ottobre 2022

Come fu che la sinistra sostituì il Che Guevara con Mario Draghi (e i poveri divennero populisti)

(un piccolo discorso alla nazione di tumblr che posto anche qui per conoscenza)

Vorrei parlarvi di come i poveri siano sempre meno un problema di sinistra, e come siano diventati invece per i compagni un problema di scuola da affidare piuttosto a competenti tecnici della Bocconi (da Che Guevara a Mario Draghi eroe del popolo), mentre loro si appassionano all'importante dibattito sul sesso degli angeli: come dovremmo definirli? binary, gender neutral, bi-gender, not cis, pangender, transgender, he/him, she/them, them/them, tutti/tutte/tuttu? Compagnǝ, tornate in voi/noi/essi. Io, da apprendista libertario, pensavo che la cosa migliore fosse non aver bisogno di definizioni, perché essere definiti comporta anche il rischio di essere giudicati, ma evidentemente definirsi puntigliosamente in questo modo viene in soccorso a una certa adolescenzialità di fondo che oggi colpisce ahimè anche i tardo trenta/quarantenni. I poveri, in tutto questo, dimenticati, derisi e abbandonati dalla sinistra che li schifa ormai come la peste e non li fa più nemmeno entrare in centro perché inquinano troppo. Ad ogni elezione, la sinistra arcobalena ed ecologista si misura con il fallimento delle sue proposte e si domanda come mai la gente non la vota come dovrebbe. Non le passa per la testa che tutto il circo del bio, dell'eco sostenibile e delle rinnovabili siano anche un business per facoltosi che si possono permettere gli ultimi ritrovati della tecnica mentre chi resta indietro viene tacciato di ignoranza e di populismo? Come sanno essere crudeli i buoni quando presuntuosamente si credono nel giusto.

sabato 8 ottobre 2022

Come si diventa buoni

La nevrosi del "buono" che compulsivamente segnala la sua virtù a mezzo tweet: si nota qui un senso di colpa che deve essere espiato e una diametrale necessità di trovare sollievo nell'approvazione della comunità, per tradurre in forma consentita pensieri che altrimenti gli risulterebbero inammissibili. Bisognerebbe fare uno studio sulla crudeltà dei buoni, o è già stato fatto. Il "buono" è sostanzialmente un cattivo mascherato, o meglio, è il solito garbuglio di pulsioni sempre dialoganti con le direttive morali della sua comunità, e da questo incontro/scontro vien fuori quella specie di animalino barcollante fra un bisogno di approvazione e l'altro che chiamiamo individuo sociale. Ci sono persone che sono bravissime nel recepire subito le nuove circolari in fatto di morale corrente. Specialmente negli ultimi tempi questa pulsione alla gratificazione sociale è stata stuzzicata al massimo: vax/no vax, pro-Russia/pro-Ucraina, sembra fatto apposta. Fanno saltare un ponte con delle persone sopra: il "buono" ci coglie subito un'opportunità per guadagnare punti approvazione e lasciandosi prendere la mano si mette ad esultare come un tifoso di calcio allo stadio (il calcio è un'altra grande forma di riciclaggio di questo materiale psichico sporco, comunemente elevato a passione sportiva). Il fatto che questa volta a morire siano stati dei civili russi compensa in qualche modo i civili ucraini, un gol che accorcia le distanze: come si diventa buoni.

venerdì 7 ottobre 2022

La locomotiva tedesca

Tirava e tirava la locomotiva tedesca, finché un bel giorno si mise a tirare così forte da far arrabbiare i padroni della ferrovia, e allora cominciarono col tagliarle il carbone e poi le fecero due buchi nelle ruote. La locomotiva tedesca per un po' continuò a tirare, ma ben presto l'inerzia s'impadronì dei vagoni e quando anche quel poco di carbone che aveva messo da parte per i casi di emergenza finì, per la locomotiva tedesca non ci fu più niente da fare, e andò in recessione tecnica. La locomotiva tedesca si tirò appresso la locomotiva francese, e quella francese si tirò quella spagnola e quella italiana, che già da tempo arrancavano faticosamente in salita, e il padrone della ferrovia diede la colpa di tutto a Putin. Siccome Putin faceva la collezione dei crimini di guerra, una colpa in più, una in meno, non gli faceva nessuna differenza, e così, morale della favola, per andare a prendere il caffè a Parigi adesso dovremo prendere il cavallo.

giovedì 6 ottobre 2022

L'Europa

Una volta mi piaceva l'Europa, principalmente l'idea dell'Europa unita, ma è mai stata davvero unita questa Europa? Se la destra dice che vuole uscire dall'Europa allora noi siamo pro Europa, tutto qui il nostro filo-europeismo. A parte che dall'Europa non si esce, è come per le tasse, una volta che cominci a pagarle non smetti più, almeno finché non finisci in mezzo alla strada, o non ci finisce l'Europa. Fatto sta che adesso l'Europa si trova ad affrontare una grave crisi economica ed energetica, lo dicono tutti. È finito il tempo delle vacche grasse, dice Macron, che delle vacche grasse con tutta probabilità non vedrà mai la fine. Cari i miei sudditi, c'è la guerra, bisogna fare sacrifici. Spegnete le luci, abbassate il riscaldamento e mettetevi un maglioncino in più, e che sarà mai? Churchill aveva rinunciato ai suoi sigari, de Gaulle all'arricciabaffi, e voi vi lamentate per un grado in meno in casa? E il famoso tetto alle bollette magnificato in pompa magna dalla signora bionda con i tailleur color Ikea? Non si farà, forse solo per una quota, e comunque voi mettetevi un maglioncino in più, poi vedremo. I mitici soldi del Pnrr, per rifare i solai delle scuole, e tenere puliti i letti delle fiumare, ma occhio che se non fate i bravi ve la scordate la paghetta. Se l'Unione Europea imploderà è perché sotto la patina di sciccoso bon ton istituzionale quel che resta è uno sterile dirigismo senza passioni, un medicuccio di base che prescrive ricette senza aver cura del paziente.

Tradimento dei chierici

La mia fiducia residua nella polis l'ho persa quando hanno cominciato a discriminare i non vaccinati, pubblicità progresso: "a Natale non entrare nelle case dei non vaccinati". Che cosa stupida e odiosa, e per giunta avallata da gente che credevo intelligente. Ho sempre fiducia nella scienza, meno nelle persone che ci si specchiano. Fra l'altro la scienza non è nemmeno questione di fiducia, è un metodo che va continuamente verificato, e non in base alla convenienza del momento. Comunque da allora qualcosa è cambiato, ora penso in modo più autonomo, scottato dall'esperienza. Adesso diffido dei cosiddetti "progressisti" che più che alla scienza si sono affidati al conformismo più cretino: "la sinistra è per la scienza! Tutti con la scienza!", se poi la scienza dice eventualmente il contrario di quel che speravano di sentire, allora silenzio imbarazzato, nascondiamo la cosa per salvare le apparenze, i complottisti ci guardano. Che brutta fine i progressisti, perdono le elezioni e danno la colpa agli ignoranti, tutto il mondo è contro di loro. Si fossero mai accostati con umiltà alla questione, macché, sono loro gli intelligenti, offesi e dolenti fanno le vittime, oppure i superiori. La dimensione dell'irrazionale come un nuvolone scuro minaccia il placido decorso della civiltà, tutto quel che non vogliono affrontare non vale la pena di essere affrontato, contro il populista ragion non vale. Il metodo migliore per perdere il contatto con la realtà, oltre che con l'elettorato. 

mercoledì 5 ottobre 2022

Fine dell'Occidente e inizio dell'Eurasia

Poniamo che si stia formando questo blocco russo-cinese alternativo all'occidente (comprendenti altri paesi emergenti stanchi dell'egemonia occidentale), neo-euroasiatismo, ragioniamo nell'ottica di progressivo arretramento dell'egemonia occidentale a favore di un nuovo ordine mondiale centrato su Russia e Cina. La democrazia occidentale, con i suoi riti e la sua rete di valori e di diritti umani, fra l'altro sempre più ridotti a macchiette, sarebbe destinata a cedere il passo alle cosiddette democrature, cioè dittature travestite da democrazie, fra l'altro senza nemmeno più il bisogno di camuffarsi, e per noi crassi e tronfi occidentali sarebbe la fine. Fantapolitica? Chissà. Se gli Stati Uniti hanno lanciato l'atomica per evitare ulteriori spargimenti di sangue, perché non lo dovremmo fare anche noi? Così ragionano simmetricamente i nuovi aspiranti egemoni. A voglia di opporre argomenti, di fondare i giudizi sui giusti principi occidentali, quando si cambia padrone, si cambiano anche i principi. Voglio dire che siccome per l'occidente Dio è morto, e con questa massima intendiamo la caduta degli assoluti, non potranno essere assolutamente giusti nemmeno gli stessi principi occidentali che oggi ci danniamo tanto l'anima di far prevalere. Personalmente, io, vaso di coccio fra i vasi di ferro, guardo con preoccupazione a questo bello scherzetto che ci stanno confezionando gli occidentali buoni in combutta con i russi cattivi, e se guardo al futuro vedo nerissimo, schiacciato fra le aspirazioni di egemonia euroasiatica e i deliri dell'ordoliberismo nostrano (ordoliberismo, cioè questa untuosa propensione alla regolamentazione di ogni aspetto della vita privata del cosiddetto libero cittadino in nome di un fantomatico bene comune sempre più farlocco, un'ideale carotina che oramai non ingolosisce più nessuno).

sabato 1 ottobre 2022

Come ordinare un Parlamento

È un bel problema avere un Parlamento perché poi bisogna rinnovarlo. È come avere una grande libreria che regolarmente si svuota e bisogna riempire da capo tutte le volte. Qualche libro, i soliti noti, si fa presto a rimetterli, Il giovane Holden, Zanna Bianca, Cent'anni di solitudine, ma per gli altri cinquecento, come si fa? Un po' li si compra sulle bancarelle, a collane, si prende la misura dello scaffale e si va a Porta Portese col metro da sarta: ne voglio tot, alti tot, profondi tot. Poi si fa un po' di cherry picking fra i saggi: uno che parla di comunismo, un altro che spiega il fascismo, uno sugli antichi romani, uno con le figure sui faraoni, ecc. In un angolino, venti numeri del National Geopraphic con i dorsi gialli, fanno colore, cosi come gli Adelphi: uno bordeaux, uno giallo, uno bleu, uno color loden. A quelli di Veltroni gli si tira via le sovraccoperte per vedere se senza danno meno nell'occhio. Una volta riempita, si stipano gli angolini con le foto e ninnoli comprati dal Brigante (la catena di negozi di souvenir, non il brigante Musolino). Per il Parlamento è lo stesso: servono tot parlamentari di Fratelli d'Italia, tot del Pd, tot del Movimento Cinque Stelle e così via. Se ne mancano, si ripesca nel cestone, ci trovi sempre un Bossi, una Boldrini, un Cottarelli, un eletto circoscrizione esteri col parrucchino. Poi, chi li conosce, chi li legge tutti i libri, specialmente quelli presi a peso? il Pitocco, La picara Justina, Lazarillo de Tormes? È così, è tutto uno spreco, ma ce n'è bisogno per sedersi al tavolo delle democrazie.