sabato 31 gennaio 2015

Grey goose on a pond with a rolling pin

San Moroteo non ha fatto il miracolo, direi più la Tachipirina (destinazione alla tecnica). Che succederà fra qualche anno, quando non avremo più residuati bellici della I° Repubblica, sufficientemente datati, sufficientemente spariti dalla circolazione, da candidare al Quirinale? E a giudicare dai trolley si direbbe sia stata decisiva la volontà di tornare a casa per il weekend. Mia madre dice che è carino, ha dei begl'occhi e si potrebbe pure risposare (spiace invece per Imposimato, con lui il gruppo Bilderberg avrebbe avuto vita difficile #morteagliilluminati).

venerdì 30 gennaio 2015

Bacchino malato

Tutto è in subbuglio, la situazione è liquida come una scarica di sciolta, probabile che qualcuno passerà la notte in bianco. Come in un formicaio in cui sia caduto un nido di vespe grande è lo scompiglio e l'agitazione. Nemmeno io mi sento tanto bene, sono febbricitante e mentre vi scrivo le braccia mi tremano dal freddo (mi scuso in anticipo per la grafia tremolante): che domani possa rialzarmi guarito, completamente ristabilito, al cospetto del nuovo Presidente? San Moroteo mi appare sulla spalliera del letto. Inutile e insignificante mi appare la vita al confronto di quella dei grandi elettori, il mio busto non riposerà mai a Montecitorio accanto a quelli del Depretis e di Bava Beccaris (piccolo moto di agitazione interiore, horror vacui, ideazione suicida): 'notte.

giovedì 29 gennaio 2015

Interno di cucina con natura morta e donna presso il camino

Ma il nome non lo dovevano tenere segreto fino al quarto scrutinio? Non per vantarmi ma già il 18 gennaio sapevo che avrebbero scelto Mattarella, sufficientemente democristiano, alto profilo istituzionale*, anche se a questo punto mi viene il dubbio: che non sia tutta una mossa per tenere segreto il vero nome? Appassionante. Cioè, io fingo di appassionarmi perché mi hanno detto che non si può vivere una vita come la mia, che sono troppo distaccato e distante dal genere umano. Abbattete Magalli, allora, s'è montato la testa, mi sorprende che i grillini abbiano scelto Imposimato quando avrebbero potuto benissimo convergere sul vero candidato della rete. Agente onorario della municipale di Roma, per giunta (il marchese l'ha presa malissimo*). Il Patto del Nazareno è come il matambre, ci hanno messo dentro di tutto: la carne, le uova, l'acelga, le carote, le cipolle e los chinchulines, chiaro che ne mangi solo una fetta e già ti torna tutto indietro (io già non ne posso più).

mercoledì 28 gennaio 2015

Still life with a tulip, skull and hourglass

Forse dovrei indignarmi per il modo in cui stanno gestendo le quirinarie: candidare Magalli, che già si atteggia a maître à penser, o rivolgermi alla rete per esprimere un mio candidato? Forse dovrei indignarmi anche per la legge elettorale. Ma fa freddo, molto freddo, e ho la borsa dell'acqua calda che mi aspetta sotto le coperte (non tutti sono fortunati come il Salvini). Candiderei Feltri o Martino, o Chiamparino, ci toccherà il solito democristiano. Sta di fatto che non combinerò nulla nella vita perché non ho ambizioni, nemmeno più l'ambizione di indignarmi. 

indignazióne (ant. indegnazióne) s. f. [dal lat. indignatio -onis, der. di indignari «sdegnarsi»]. – 1. Stato dell’animo indignato, risentimento vivo soprattutto per cosa che offende il senso di umanità, di giustizia e la coscienza morale. Enciclopedia Treccani.

Primo: sono sempre meno risentito. Secondo, devo capire bene cosa siano "l'umanità", la "giustizia" e soprattutto "la coscienza morale". Un mio amico dice che le femmine s'innamorano degli uomini che mostrano qualche segno di passione – s'innamorano della passione –, e mi guarda come per compatirmi. Ed io non capisco questo compatimento, non capisco la passione. La mia passione è comprendere il mondo, scusa se è poco. E "l'umanità", la "giustizia" e soprattutto "la coscienza morale" mi sembrano inerenti più alla passione che alla comprensione. Non fare la fine di Feuerbach che si era innamorato dell'umanità, è morto pure lui. La sua passione non gli sopravvisse, se la portò nella tomba. E che rimarrà fra vent'anni di tutto questo trepidare e strepitare attorno al Patto del Nazareno? Niente, proprio niente, non se lo ricorderanno i ventenni prossimi venturi, la generazione Telemaco che custodiamo testé nei testicoli, non se lo ricorderà Minoli. «17 gennaio 1995: Il Presidente della Repubblica Oscar Luigi Scalfaro conferisce a Lamberto Dini l'incarico di formare un governo tecnico in attesa delle elezioni anticipate», e mo' manco se lo filano per il Quirinale!

Ecpirosi

Siamo in mano ai greci, di tutti gli anelli deboli della catena ci è toccato il più levantino. Prima di idealizzarne i patimenti e farne degli eroi da rotocalco marxista, occorrerebbe tener presente che tanto furono eccellenti in geometria quanto scarsissimi nella contabilità generale dello stato. Non sanno riscuotere le proprie tasse, tanto che Cameron gli avrebbe offerto aiuto e specialisti fra i più qualificati del settore (lo Sceriffo di Nottingham). Le maglie dello stato sono più porose di una spugna di Kalymnos. Qualche giovane filosofo sarebbe disposto a dare la vita pur di venire in soccorso ai suoi maestri, ma di tutta quella ideale teoria di sapienti è rimasto giusto Costa-Gavras, che pure è naturalizzato francese. Nonostante ciò per la patria abbiamo dato il sangue. Zeus regalò il vaso a Pandora raccomandandole di non aprirlo pur sapendo che era una frana in economia domestica, dal vaso si sprigionarono tutti i mali del mondo, gli spiriti maligni dello spread, del default, dei junk bond e del quantitative easing. I greci sono italiani al quadrato, e non ho grande stima degli italiani.

martedì 27 gennaio 2015

Turnerismo

Per vedere se un disegno è squilibrato, se segna il rapporto o il ritmo dei colori non è ben bilanciato, noi disegnatori tessili usiamo allontanare lo sguardo e socchiudere gli occhi con movimento gestaltico per averne una visione d'insieme. Il tutto è diverso dalla somma delle sue parti, ecc. ecc., le quali, prese singolarmente, possono essere anche le più giuste da usare per quel disegno, ma una volta trasferite sul piano della composizione non sempre risultano le più efficaci nell'esprimere quel che si voleva esprimere. Così i fenomeni emergenti che ultimamente mi stanno tanto a cuore. Il sentimento nazionale è un caso di fenomeno emergente, ma anche l'assetto macroeconomico, qualsiasi movimento storico o politico, la stessa coscienza si dice sia un fenomeno emergente (emergente dall'attività frenetica dei neuroni, una visione a dir poco hobbesiana). Conseguenze non intenzionali di atti intenzionali, proprietà sconosciute che emergono da leggi conosciute. E' il dominio dell'intuito, qualcosa che sfugge al determinismo scientifico. Se avessimo più aguzza la vista di noi vedremmo forse lo sfarfallio delle particelle ma ci perderemmo il bello di certi particolari anatomici. Dunque, per non lasciarsi distrarre dai dettagli, mantenere alto lo sguardo, guardar lontano per decifrare al meglio il vicino, anticipare i movimenti della folla. (questo stesso post si è troppo dilungato nel particolare e comincia a difettare di armonia generale). 

lunedì 26 gennaio 2015

Diffida dei greci

Diffida dei greci anche se piangono miseria. Secondo calcoli fatti da Bloomberg saremmo esposti a vario titolo nei confronti della Grecia per 40 miliardi di euro*. «Poi Tsipras è fighetto, fa parte dei buoni, io son felice, canta 'Bella Ciao' e tanti auguri». I nostalgici della rivincita infinita che guardano a Tsipras con l'ammirazione mista all'invidia di chi non ha mai visto la sinistra asfaltare i suoi avversarsi, a questi nostalgici par bene un prezzo giusto da pagare pur di averla vinta almeno una volta nella vita, anche per conto terzi. E gliela dovremmo pagare noi la luna di miele? Hanno prestato soldi alla Grecia con agevolazioni che manco al Bangladesh e adesso fanno gli eroi col culo degli altri. Ah no, belli, adesso pagate tutto, in feta, in ouzo o in calamari, ma pagherete tutto (che razza di imbroglioni...).

domenica 25 gennaio 2015

Nenikēkamen!

Qui tira un vento! Sembra di stare su un bastimento al largo delle Isole Fær Øer, sarà il vento del cambiamento (stamane ad Atene facevano diciotto gradi, e pure si lamentano...). Weidmann, quello della Bundesbank pettinato alla hitlerjugend, già minaccia ritorsioni (Nein! Nein! Tu rispettare impegni altrimenti kaputt!). Io voglio tanto bene ai tedeschi ma un po' se le cercano. Ma cosa vuoi riformare i greci, che è dalla caduta di Corinto che si dedicano alla ristorazione! L'annessione via fiscal compact non può riuscire in un paese così epulóne. L'austerità per i latini - pardon, per i greci - non è virtù ma una condanna, sono due mondi completamente diversi.

È ben noto che nessun popolo è più preciso dei tedeschi nella preparazione e nella pianificazione, ma ugualmente nessun popolo può risultare maggiormente sconvolto quando i suoi piani falliscono. Essi non sono in grado di improvvisare. (Wiston Churchill).

In Grecia gli spiriti profondi, scrupolosi e seri erano l'eccezione; l'istinto del popolo inclinava piuttosto a considerare la serietà e la scrupolosità come una specie di deformazione. (Friedrich Nietzsche).

Come fu poi che due popoli così diversi siano stati accomunati da un'identica passione per l'astrazione filosofica, questo resta un mistero. D'altronde è più facile per un'ideologia dalla forte connotazione soteriologica quale è il marxismo fare breccia, seppur in forma scialacquata, nei popoli più esposti all'emotività (i greci, popolo di grandi passioni e per questo scarsamente sensibili al richiamo della mera efficienza e della produttività).

Parafilia della famiglia tradizionale

«Si apra una stagione di donne sottomesse per scelta, felici, libere di servire non da schiave ma da donne che possono avere tutto, e scelgono la parte migliore».

Leggo da wikipedia: «Il bastinado è un metodo di tortura di origine spagnola che consiste nel percuotere le piante dei piedi della vittima con un oggetto duro». Fai felice il tuo uomo, fatti percuotere con un oggetto duro. La donna «impari ad usare i suoi talenti per servire»; l'uomo, al contrario, impari a darsi fino alla morte, perché la sua tentazione è invece «quella della fuga, dell'egoismo, del disimpegno dalla relazione». Diamo allora delle regole precise: mezzora esatta di bastinado e guai a chi si tira indietro sul più bello. Fuor di scherno, qui c'è un discorso serissimo, qui si dice alla donna: occupati della prole, sii l'angelo e la custode del focolare e vedrai quanta felicità, ti potrai specchiare nel ruolo della mamma e tutti te ne renderanno merito, così soddisferai la tua vanitas ma vivendo comunque secondo natura. Per contro all'uomo si chiede - ed è una donna che scrive - assoluta dedizione e fedeltà fino alla morte, nella speranza che gli basti questa specie di geisha per calmare i suoi bollenti spiriti. Ma è uno schema guasto che è già saltato da secoli, a voglia di chiamare in causa il sessantotto e la postmodernità! Rivolgiti a un siculo, per esempio, cattolico barocco, ancestrale custode della virilità latina (basterà anche solo un Buttafuoco), e ti chiarirà il fatto che la famiglia, per carità, importantissima, però l'uomo è cacciatore, la galanteria un'arte e se ci scappa la marachella è sintomo di sana e robusta costituzione, anzi, fa pure bene al matrimonio. Basta all'uomo la sua peculiare safe word (e a voi immaginare quale) per sospendere in un'innumerevole quantità di casi il gioco della mogliettina premurosa e del fedele maritino... ti piace l'ostrica viennese? A me piace more ferarum.

sabato 24 gennaio 2015

Metafisica dell'amore sessuale

Ci si sposava con la disposizione d'animo di una cosa che andava fatta, come la circoncisione per i giudei o il vaccino per il vaiolo. Poi venne il matrimonio per amore e le cose cominciarono a peggiorare, evidentemente perché l'amore c'entrava poco. Intendiamoci, ai fini della conservazione della specie il matrimonio non è strettamente necessario, alla bisogna bastano organi sessuali, estrogeni e testosterone (più che i veri inganni, i dispositivi stessi della natura, le subroutines). Credendoci liberi di agire in realtà siamo agiti da stati psicotropi indotti chimicamente, finalizzati per lo più allo scodellamento continuo di nuovi esseri a loro volta in balia dei rispettivi livelli ormonali. Questa la chiamano vita e grande gioia per i nuovi arrivati. Per evitare poi che ad ogni trip corrisponda una vera e propria sequenza di Fibonacci e i conigli si moltiplichino esponenzialmente, è data la possibilità all'uomo di divertirsi col sesso a scopi non procreativi, questo per permettere di rilasciare nell'ambiente la porzione di infoiamento sessuale eccedente. Ma il serbatoio è amplissimo, non tutta la carica viene esaurita ed ecco il persistere di comportamenti aggressivi, ansie, nevrosi, ossessioni e sublimazioni di vario genere e natura, dal temperamento artistico alla vocazione da serial killer. Infine, eventualmente, la presa di coscienza: «l'amore è l'attesa di una gioia che quando arriva annoia», amen.

Cambi di prospettiva

C'è voglia di Tsipras, c'è voglia di sinistra, pure il signor D'Alema s'è fatto prendere dalla nostalgia. C'è da capirli, là i greci affossati dai tecnocrati, qui i pidiessini affossati da Renzi, la suggestione di Syriza è come il canto delle sirene di Ulisse. Magari i greci continueranno ad avere poco di che mangiare ma si consoleranno pensando al bel Tsipras che pensa tanto caramente a loro. Si comincia con una startup per la condivisione gratuita dei peperoni fritti sul modello di Uber. E poi tanta solidarietà e altruismo, un ritorno alla frugalità epicurea. Ma non è forse un'economia forte che rende anche solo possibile l'ipotesi di un welfare universale, con più denaro a disposizione e meno disoccupazione da foraggiare? Ho imparato a diffidare del luogo comune secondo cui l'altruismo è la virtù suprema, l'altruismo è sempre interessato, se non altro per appagare il nostro senso di giustizia. E' nota invece la teoria secondo la quale il benessere generale scaturisce come fenomeno emergente dalla correlazione dei singoli egoismi. Bene, dico io, utilizziamo astutamente le debolezze umane (che dell'uomo sono invece le qualità più consistenti) per garantirci politiche di welfare snelle e veramente efficaci, redistribuire ricchezza sarà molto meglio che redistribuire povertà.

Le mani sporche di sangue

Quando discutiamo fra intellettuali (sia detto con tutta l'ironia del caso) e salta fuori che sono severin-schopenhaueriano, di solito mi mettono in guardia dal pericolo di diventare sordo alle ingiustizie sociali perpetrate in tutto il mondo dalla cricca capital-finanziaria, come se mi addossassero la responsabilità di tutte le miserie del mondo in ragione della mia inazione e del mio accidioso menefreghismo. Messa in questi termini sarei corresponsabile della morte di milioni di essere viventi, in particolare nel continente africano e nel medioriente, per non dire del genocidio finanziario del popolo greco. Non vorrei qui entrare in modalità Brunetta ricordando i milioni di vittime dirette ed indirette dell'ideologia marxista ma se vogliamo davvero metterla così, in termini di corresponsabilità non ne troverete uno immacolato, che ogni società è correlata e alla fortuna dell'una corrisponde la rovina dell'altra. Mi rivolgo in particolare ai filosofi della rivolta spuntati come funghi su internet grazie alla chiamata del Masaniello ligure, ogni meandro della rete, dai forum di filosofia ai gruppi di discussione, ne ha dovuto pagare il pegno, così non si ragiona.

giovedì 22 gennaio 2015

Post didattico: quantitative easing

Dimenticatevi lo spread, ora si porta il quantitative easing. Se ho capito bene il QE, l'alleggerimento quantitativo, consiste nell'acquisto di titoli bancari o di stato, sia tossici che non, da parte delle banche centrali. Lo scrivo per capire. Comprando titoli la banca centrale immette liquidità nel sistema, generalmente nella speranza che questa raggiunga l'economia reale attraverso i prestiti bancari e nella speranza di passare dalla deflazione (che equivale a scarsità di domanda) a un minimo di inflazione (sintomo di richiesta dei beni e dei servizi). En passant, sarebbe uno dei pilastri dell'abenomics. Senonché le banche non prestano semplicemente denaro in quanto ne hanno disponibilità, generalmente prestano denaro su garanzia, e nel quadro di un'economia stagnante o in recessione di garanzie se ne possono dare poche. E' più probabile che il QE, qualora interessi esclusivamente i titoli bancari, finisca per consolidare e arricchire le banche all'interno del proprio circuito, ma se il QE interessa anche l'acquisto di titoli di stato, allora va ad alleggerire il debito sovrano con benefici su tutto il sistema, sui i piani di sviluppo e di investimento in primis. Ho capito bene? Perché, sempre se ho capito bene, nel caso che il QE di Draghi non sortisca gli effetti sperati, «eventuali perdite legate ai titoli acquistati finiranno in capo alle banche centrali nazionali ad eccezione di una quota del 20%, che verrà condivisa». L'Europa dunque si inventa la giocata ma scarica il grosso del rischio sui singoli stati nazionali, un incentivo a cogliere al meglio l'occasione. Conviene che funzioni.

Ciò che si vede è

Supercanguri, espositum, consultellum, abbiamo un lessico politico a metà fra la goliardia da liceo e i bambini dell'asilo e di fatto lì siamo rimasti. Sono iniziate le grandi manovre, da qui, messere, si domina la valle. Dovrebbero ringraziare di avere uno come Renzi, un figlio di buona donna senza precedenti. Dice: «però siamo diventati berlusconiani!», eh be', ti stupisci? Puoi metterlo fuori legge, puoi vietarlo ai minori, puoi tentare l'egemonia culturale occupando i salotti buoni la domenica e darti ai sermoni di martedì ma l'anima più genuina di una nazione rispunta sempre, l'unica vitale, l'unica vera, tutto il resto è sovrastruttura. (cresce Cassese, l'importante è che sia docile).

mercoledì 21 gennaio 2015

Avanspettacolo

Non mi indigno più, non mi stupisco più, sono definitivamente guarito dalla malattia del moralismo per cui è da un pezzo che non sono nemmeno più di sinistra e Salvini oggi mi è risultato pure simpatico come co-conduttore di "Un giorno da pecora". Me l'ascoltavo al lavoro con gli auricolari e mi veniva da sghignazzare. Giunto ai limiti estremi della noia e mantenendo il necessario distacco quasi potrei spingermi fino a Razzi se non lo trovassi oltremodo soporifero (intendo proprio la costruzione del personaggio, tanto vale un Pasquale Ametrano). Gasparri invece no, troppo trucido. Affinità assoluta con Feltri, per certi versi anche più libertario di me, sarei come lui se avessi più soldi (ho un'inconfessata passione per il tweed). Fra Cruciani e Parenzo ovviamente Cruciani, l'Howard Stern de noantri, nonostante tocca sorbirsi i pipponi sul sesso, roba già vista, dell'ateo che non sa a cosa attaccarsi e perciò s'attacca al cazzo. Fra i politici va bene Renzi, anche se il bluff è agli sgoccioli, non mi impietosisce Cofferati e tutta l'area minoritaria, i grillini non ne parliamo. Bisogna capire che a guidare la storia sono i fenomeni emergenti, i fatti non intenzionali che scaturiscono olisticamente dalle interazioni intenzionali, se capite questa vivrete più tranquilli.

martedì 20 gennaio 2015

It from bit

[avvertenza: chi non sia interessato può saltare e attendere il prossimo post sul papa, il quale, al confronto di quanto segue, è di una banalità mostruosa] 

E' interessante questa filosofia digitale. Non si trova molto al riguardo in Italia se non un agile libello in edizione molto economica stampato su carta quasi igienica: "Bit Bang - La nascita della filosofia digitale" di Giuseppe O. Longo e Andrea Vaccaro*. Il libro è scritto molto bene, di gradevole lettura e capace di mantenere alto l'interesse fino all'ultima pagina.

"Fondamentalmente stiamo facendo filosofia pre-socratica. [...] Stiamo assistendo a un ritorno alla filosofia pre-socratica, con la sua enfasi sull'ontologia, piuttosto che sull'epistemologia. Stiamo assistendo a un ritorno della metafisica. Una metafisica forse morta nella filosofia contemporanea, ma viva e vegeta, abbastanza sorprendentemente, nella fisica fondamentale e nella cosmologia contemporanea". Gregory Chaitin.

L'idea fondamentale è molto semplice: tutto è bit, tutto è informazione. E in effetti, con l'avvento della meccanica quantistica da una parte e dei computer dall'altra, l'idea che potesse esserci una qualche forma di corrispondenza fra bit e particelle subatomiche (e cioè fra quanti) non poteva sfuggire all'intuito di qualche scienziato particolarmente arguto. Il richiamo alla filosofia pre-socratica riguarda l'arché. Come i pre-socratici, infatti, i filosofi digitali sono tutti impegnati ad individuare il principio ontologico fondamentale che sorregge la realtà, e lo individuano, appunto, nel bit (e quindi nell'algoritmo rigorosamente booleano). Trattasi di filosofia che nasce dalle curiosità ontologiche della fisica e della matematica spinte ai loro limiti estremi, e questo non può che essere un bene. Che fra i padri della prospettiva digitale vi sia poi John Archibald Wheeler, già pioniere della gravità quantistica, non fa che rendere la cosa ancora più interessante.

Wheeler suggerì il principio antropico partecipativo, una versione irrobustita del principio antropico forte, al quale aggiunse che gli osservatori sono necessari all'esistenza dell'universo, perché sono necessari alla sua conoscenza: gli osservatori di un universo partecipano attivamente alla sua esistenza. (qui riecheggiano Kant e tutti i correlazionisti, ma solo per via del fatto che la meccanica quantistica ha abituato i fisici a pensare in termini di effetto osservatore).

Se tutto è bit allora tutto è computabile, la trama della realtà non è continua ma discreta (digitale, appunto) e l'universo si comporta come un grande calcolatore (Dio è il Grande Programmatore). Ma rimane un ultimo residuo fisico, perché ogni buon scienziato, diversamente da Berkeley, difficilmente riesce a sbarazzarsi della consolante idea della materia: esisterebbe un sinolo "materia-informazione", se non altro perché l'informazione di cui sarebbe composta in ultima istanza la realtà avrebbe bisogno di un supporto fisico per essere veicolata (altro che pre-socratici, qui siamo in pieno aristotelismo!). Io invece vedo sempre più dileguarsi anche la materia nelle indefinite nebbioline della probabilità quantistica, ai posteri l'ardua sentenza!

Tutto è trasmissione

Leggendo di filosofia digitale dove tutto è informazione mi è venuta una strana idea e cioè che tutto è trasmissione. Potremmo essere essenzialmente delle trasmissioni elettromagnetiche con il cervello che non produce ma capta e ritrasmette le idee che pensiamo di pensare. Da dove vengono, dunque, e chi le trasmette? Altro che Grande Programmatore, Dio è la Grande Antenna! (vincerò il Nobel per questa scoperta, Chaitin mi fa un baffo).

lunedì 19 gennaio 2015

L'argentino volante

E' possibile che soffra di mal d'aria o che per qualche strana ragione la pressurizzazione non gli faccia arrivare abbastanza ossigeno al cervello, però io il papa volante lo trovo esilarante. Questa dei conigli è forte, ricorda i Monty Python, è meglio di quella del pugno. Sarà la vicinanza col buon Dio, sarà che si sente in acque internazionali, sull'aereo è un campione della stand-up comedy. Dovrebbe continuare a girare intorno al globo e pontificare dallo spazio così che i moniti possano ricadere sul gregge come manna dal cielo. Imminenti nuovi ammonimenti: lavarsi bene le mani prima di mangiare, starnutire con la mano davanti alla bocca e scrollarsi bene il pisello dopo aver fatto la pipì.

Problema dell'arresto (o della fermata)

Data una riforma R il problema dell'arresto (o della fermata) concerne la possibilità di verificare mediante apposito algoritmo se l'approvazione di R troverà una soluzione o se continuerà ad essere rimandata all'infinito. La risposta di Turing è no, non è possibile approntare alcun algoritmo in grado di abbracciare la complessità italiana nella sua interezza, l'algoritmo ad un certo punto si blocca, entra in conflitto con se stesso, scalda i relè e manda a fuoco la macchina.

domenica 18 gennaio 2015

Fallaci(e): teoremi di incompletezza

«La dimostrazione di Gödel si basa sulla costruzione di una proposizione P che afferma di sé stessa: "Sono indimostrabile". La situazione è analoga a quella del paradosso del mentitore: se P è dimostrabile, allora è falsa e abbiamo dimostrato un risultato falso (incoerenza); se P è indimostrabile, allora è vera, ma essendo essa indimostrabile il SAF [sistema assiomatico formale] è incompleto». (Bit Bang - La nascita della filosofia digitale).

E' dunque incoerente l'occidente quando va contro i suoi stessi principi limitando la libertà di espressione? Si prenda la proposizione P che afferma: "Sono contro la libertà di espressione". Se P è lecita allora l'occidente afferma i suoi principi ma allo stesso tempo permette la loro negazione (incoerenza); se P non è lecita allora la libertà di espressione entra in conflitto con se stessa secondo l'argomento per cui "se non è lecito criticare la libertà di espressione allora non vige la libertà di espressione": ergo, l'occidente è incompleto, nessun sistema coerente può essere utilizzato per dimostrare la sua stessa coerenza (figuriamoci quelli incoerenti). (detto questo, nemmeno la matematica sfugge ai teoremi di incompletezza, ma non per questo smette di essere valida).

La croce e l'orgoglio

A naso direi Mattarella, sufficientemente democristiano, alto profilo istituzionale, estraneo a quelle baruffe che inevitabilmente imbrattano il curricolo. Ma le cose non sono così semplici. «Non ha più senso parlare di alternanza fra laici e cattolici. Io credo che sia utile fare un ragionamento diverso: servirebbe di per sé un cattolico al Colle. Un presidente radicato, che abbia cioè radici nella cultura cristiana del paese. Graziano Delrio. Un presidente della Repubblica con 9 figli rappresenterebbe in prima persona quella cultura della vita che è fondamentale mettere al centro della vita pubblica». Perché non il re dello Swaziland, allora, che di figli ne ha 25? Non è per capriccio che il mondo va come deve andare e la sacra famiglia non è più quella di una volta. Forse, nel medioevo prossimo venturo pronosticato dalle avanguardie spossate dell'intellighènzia europea, la mamma tornerà ad essere la mamma e si alzerà alle quattro di mattina per attizzare il fuoco e cominciare a preparare la colazione per i suoi quindici figli più uno, il marito agrimensore per conto del califfo di Brembate (se vuoi portare indietro la famiglia devi prima portare indietro la società).

sabato 17 gennaio 2015

Déception

Sono molto deluso da Marine Le Pen, la montagna ha partorito il topolino. Passi la sospensione immediata degli accordi di Schengen (magari un po' scontato, ma ci sta), ma la pena di morte, ditemi voi a che serve. Questi già si vogliono immolare, fanno tutto da soli, dunque che razza di deterrente sarebbe la pena di morte per individui che scientificamente se la vanno a cercare? Come fascista piuttosto naïf. Me l'avevano dipinta come il genio del male... intimamente sono pure preoccupato perché se questo è l'ultimo baluardo dell'occidente, stiamo freschi! Ci vorrebbe una cattiveria più sottile, un'intelligenza più diabolica, ma cambiamo discorso: siamo proprio sicuri che siano le due cooperanti quelle che ci hanno restituito? Sono diverse. Liberate gratis per giunta, senza riscatto, facendo leva sulla fratellanza fra i popoli. Una stretta di mano fra galantuomini e tutto risolto... se a voi sembra verosimile. Stamane pioveva, il musulmano che prende l'autobus con me giocava a Candy Crush Saga, e questo dovrebbe toglierlo dalla lista dei sospettati?

venerdì 16 gennaio 2015

E un film di Ejzenštejn sulla rivoluzione

Le cose non vanno secondo i piani per i marxisti. Perché un parigino «dovrebbe mai sentirsi più diverso da un islamico che non invece da un uomo dell'alta finanza e dell'alto capitalismo»? La falsa dicotomia che si viene a creare fra parigini disoccupati e islamici incazzati va ad innescare quella che è una guerra fra poveri oscurando fatalmente il vero conflitto, quello fondamentale, fra lavoro e capitale. Perché, in definitiva, sono 150 anni che aspettiamo che confliggano le classi previste dalla teoria ed ogni volta invece si mettono a bisticciare le classi sbagliate? Abbiate pazienza, dico io, se c'è ancora chi aspetta la seconda venuta del Messia qualche secolo al confronto è un battito di ciglia. Metti pure che il tipo europeo soccomba a quello mediorientale, magari ci sarà da attendere che si formino di nuovo una borghesia e un proletariato che prenda finalmente coscienza di sé, ma alla fine i nodi verranno al pettine, ci sarà pur gloria anche per Marx dopo Ezechiele ed Isaia.

Memento

Mi trovo dunque avvolto in queste nebbie, ancora non mi smuovo dall'idea che queste nostre povere vite siano come cuspidi che emergono momentaneamente dall'indefinito per poi ritornarvi, sciolte per sempre, mute per l'eternità. Troppo poco il tempo che ci è concesso. Già gli esseri umani mi appaiono grotteschi, dal più notevole al più insignificante, incomprensibili enigmi, scherzi della natura, colture microbiche. Le innumerevoli generazioni una sciocchezza, le scariche di diarrea di Kronos, che divora per il gusto di divorare, senza discernere, senza guardare. Non ero dunque il più adatto a darvi ragguagli sulle leggi morali.

giovedì 15 gennaio 2015

Greco col greco e giudeo con il giudeo

Una settimana appena e già l'occidente si arena sull'opportunità di concedere a tutti, anche ai suoi nemici, la libertà di espressione. L'Europa ha un cuore grande, saranno le sue origini cristiane. Personalmente invece non mi scandalizzerei se venissero meno certi slanci idealistici, specialmente ora che pure il buon Francesco sarebbe disposto a fare a pugni pur di difendere l'onore di mammà* (ciascuno tiene alla sua roba).

A chi ti percuote sulla guancia, porgi anche l'altra. (Luca, 6,29).

Dico, lo ha detto Cristo, mica Varuna, lo ha scritto Luca, mica Fabio Volo. Comunque Francesco tutto un altro aplomb, quello a fare tutte le sue sottili distinzioni sul «timor di Dio», questo qui cresciuto nei peggiori bar di Caracas. Son tempi duri.

mercoledì 14 gennaio 2015

Il primato della volontà

«Mentre ogni genere di conoscenza, anche l'intuizione del mondo esterno, si impara, il volere si presenta già pronto e compiuto, tanto che il neonato mostra fin dall'inizio il suo volere più risoluto in atti il cui carattere maldestro è da attribuirsi solo alla totale mancanza di conoscenza. Esso vuole nel modo più veemente, sebbene non sappia cosa vuole. [...] egli compie subito atti volitivi - si muove con violenza, grida, succhia avidamente il seno materno, eccetera - e mostra così che è solo il volere a costituirne l'essenza. [...] la vita animale ha bisogno dell'educazione, quella organica si presenta subito compiuta».  (Il primato della volontà, A. Schopenhauer).

Sono crollato con tutta la cena sullo stomaco, avevo sonno, e come spesso accade quando ci si corica nelle ore più impensate il tempo prende una strana piega. Sentivo squillare il telefono e sognavo di essere in ritardo convinto che fossero le nove e mezza di mattina, così, mentre rispondevo, quasi ero tentato di dire: «Sono in ritardo!». Stupefacenti queste allucinazioni, le quali, in quanto a intensità, non sono meno vere del vero. Dicono, i sacerdoti della Wheeler–DeWitt equation, che il tempo è un pregiudizio macroscopico e che nella realtà esistono solo relazioni, una vastissima arena atemporale in cui tutto è già rappresentato, quel che è accaduto e quello che accadrà, quella che ci appare come coscienza è semplicemente l'effetto dei picchi di probabilità della funzione d'onda. Detto questo, agisce sotto la rappresentazione qualcosa che ci spinge ad essere, a mettere in moto la proiezione (mai sottovalutare gli effetti lisergici della cattiva digestione).

lunedì 12 gennaio 2015

Quiz

«Le popolazioni dell’Africa e dell’Asia ammirano, sì, le prestazioni tecniche dell’Occidente e la nostra scienza, ma si spaventano di fronte ad un tipo di ragione che esclude totalmente Dio dalla visione dell’uomo, ritenendo questa la forma più sublime della ragione, da insegnare anche alle loro culture. La vera minaccia per la loro identità non la vedono nella fede cristiana, ma invece nel disprezzo di Dio e nel cinismo che considera il dileggio del sacro un diritto della libertà ed eleva l’utilità a supremo criterio per i futuri successi della ricerca. Cari amici, questo cinismo non è il tipo di tolleranza e di apertura culturale che i popoli aspettano e che tutti noi desideriamo! La tolleranza di cui abbiamo urgente bisogno comprende il timor di Dio – il rispetto di ciò che per l’altro è cosa sacra. Ma questo rispetto per ciò che gli altri ritengono sacro presuppone che noi stessi impariamo nuovamente il timor di Dio».

Chi l'ha scritto?

1. Mario Voglio la Mamma Adinolfi;
2. Giuliano Cristiano Giudaico Ferrara;
3. Snack di Snack & Gnola;
4. Joseph Aloisius Ratzinger.

L'inemendabile

[Parentesi filosofica, almeno finché possiamo permettercela]

Ancora due paroline su Maurizio Ferraris e il new realism*. Si sa che i nuovi realisti cercano la realtà oggettiva e inemendabile in polemica con l'ermeneutica postmoderna per cui tutto è interpretazione, e questa realtà inemendabile la cercano fuori dalla coscienza, notoriamente fonte di ogni possibile soggettività. E qui mi stupisco perché nemmeno più la fisica pensa una realtà ultima e inemendabile indipendentemente dal soggetto. Ora, non so se Ferraris ne è al corrente ma esiste una cosa chiamata meccanica quantistica per cui quella realtà 'esterna' che dovrebbe essere così oggettiva e inemendabile si comporta diversamente a seconda che il soggetto la osservi o meno. La mia posizione è che ciò che vi è di veramente oggettivo e inemendabile sia in ultima analisi proprio la correlazione fra soggetto e oggetto, che non esista un dentro e un fuori in quanto esiste solo correlazione fra elementi costitutivi della realtà (che siano monadi, omeomerie, particelle, funzioni d'onda, stringhe o reti di spin). Se Ferraris e i nuovi realisti vogliono dunque qualcosa di realmente oggettivo e inemendabile eccoli serviti. Non va bene? Forse il vero obiettivo non è tanto tentare di scovare la natura ultima della realtà ma è semplicemente non darla vinta al povero Vattimo? Il quale, ben inteso, spesso è ottenebrato dalla vis polemica proprio quanto il Ferraris. (ah, e comunque l'albero che cade non fa rumore se non vi sono orecchie in ascolto, il suono è una proprietà emergente dell'apparato uditivo, non certo dell'albero, a meno che non si tratti di un Ent e in quel caso, ma solo in quel caso, si ascolterebbe cadere).

domenica 11 gennaio 2015

On continue à l'appeler Trinité

[passami la feluca]

Vive la France, vive la République!

La vedo male per i nostri figli, troppo molli, mancano di force de frappe. La legione straniera ci vorrebbe, altro che boy scout! Pessima cosa aver abolito la naia. Io imparai a guidare, al militare, e a pelare le patate à la julienne. Si vous me touchez, je te tue. Da noi pensano di fare una gran cosa portando i cani a fare i bisognini davanti alle macellerie, una puzza, ieri, mischiata all'odore di candeggina. Marchons, marchons! Qu'un sang impur abreuve nos sillons! Dispettucci da quattro soldi, cascami dell'orgoglio occidentale. Invece di rincoglionirli con dei giochini da educande ai nostri figli bisognerebbe insegnare a fare gli origami di ghisa, solo così avremo qualche possibilità di cavarcela, lo volete capire o no che questo è un attacco all'occidente giudaico cristiano? Io da parte mia credo negli dei greci ma non per questo sottovaluto il pericolo (è una fissazione quella di Ferrara, fossimo buddisti ci lascerebbero in pace?). Ci ho pensato su e credo che vogliano le nostre donne. Le bionde svedesi, le tedesche dagli occhi di ghiaccio. Non credo si spingeranno fino in Islanda, l'hákarl è criptonite per i semiti, non tengono gli enzimi (vi siete mai chiesti perché non ci sono islamici in Giappone?).

sabato 10 gennaio 2015

Le Moire

Il guaio delle religioni sta nel considerare come innate e naturali circostanze puramente accidentali come il luogo di nascita, la foggia degli abiti e dei costumi, le tradizioni gastronomiche. Dissi a un ebreo: «ma non hai freddo con quel coppolino in testa, non sarebbe meglio un berretto?», mi guardò stupito ma la cosa finì lì perché per lo più gli ebrei si sono inciviliti (dicono abbiano pure il senso dell'umorismo, ma è un po' come i negri che hanno il ritmo nel sangue). Stessa cosa coi cattolici se gli fai notare che a te l'ostia rimane un po' insipida, meglio quella del torrone. Prudenza invece con gli islamici se invece del ramadan consigli la dieta a zona (dovrò giusto addentrarmi nel quartiere mussulmano, oggi, metterò il giubbotto). E così ci si ammazza per le kippah, le hanukkah e un sacco di altre cose che finiscono per "ah", litigano sui felafel, quelli che girano in caftano e gli altri coi payot (le tre monoteiste sono una jattura, non mi stancherò mai di ripeterlo: la prima tende il filo, la seconda lo avvolge, la terza lo recide).

venerdì 9 gennaio 2015

Prédiction

Aspetto ancora il marxista che verrà a dirci che almeno quelli lottano contro il sistema capitalista, arriverà pure lui, statene pur certi. Quello che gli attacchi sono stati organizzati dal Mossad. E comunque quindici morti in confronto alle stragi di Gaza! E poi quelli di Charlie, buonanime, all'apparenza anarchici, in realtà completamente allineati al capitale, le foglie di fico dell'élite mercatista che ridendo di tutto e di tutti si lava la coscienza per sentirsi più à la page. Adesso è facile additarli come terroristi, ma a guardare bene erano solo dei poveri ragazzi, degli esclusi, degli emarginati che per frustrazione giocavano alla guerra e sognavano la bella morte. Almeno avevano degli ideali. (Il capitalismo genera mostri perché non è inclusivo e i perdenti non la prendono con sportività). In una società più giusta ed egualitaria difficilmente sarebbe potuto accadere, in una società più giusta avrebbero curato gli anziani, rimboccato le coperte. L'uomo per sua natura è buono, è il capitalismo che lo corrompe, gli americani, Hollywood che è tutta in mano agli ebrei. Arriveranno, statene pur certi.

Pietà l'è morta

E' il turno di quello sciccóso di Bernard-Henri Lévy: «Islam contro Islam. Luci contro la Jihad [nota per la traduttrice, mi risulta sia s.m.]. La civiltà pluralista d’Ibn Arabi, di Rumi e dei trattati di ottica di al-Haytham, contro i nichilisti dello Stato Islamico e i loro sicari francesi»*. I trattati di ottica di al-Haytham, certo. Le guerre puniche, l'invenzione della ruota. Già il fatto che occorra risalire all'anno 1000 per dargli il contentino la dice lunga di quale bel servizio renda all'Islam il nostro Alain Delon. Deh, sapete che l'Is discende dai Sumeri? Proprio loro, gli inventori dei sottovasi in argilla. E' il qui ed ora che conta, pietà l'è morta e non dobbiamo spiegazioni.

giovedì 8 gennaio 2015

Sujétion

Io non indugerei tanto nell'analogia con il tardo ellenismo, a questo punto rilancerei e punterei piuttosto sulle suggestioni della crociata albigese. Umberto Eco ammette che l'Europa, come nel romanzo dello sdentato, potrebbe un giorno cedere all'Islam se non altro per naturale ricambio generazionale, «del resto è già successo in Asia, i mongoli in Cina, ecc.» È chiaro che tutti i grandi cambiamenti ci terrorizzano, «ma in fondo sarebbe terrorizzante anche immaginare un outlet al posto del Duomo». No davvero. Eccola qui la solita snobberia dell'intellettuale, il disprezzo della banausia, come se il grande problema fosse il consumismo. Poverini, bisogna capirli, noi li bombardiamo coi droni e a loro non resta che il terrorismo, non li giustifico, però li capisco (Massimo Fini). Non ce n'è uno che si salvi, non uno che non si tiri in qualche modo la zappa sui piedi. L'occidente ha una predestinazione alla libertà di pensiero (e cioè non è libero di essere libero, ne ha l'obbligo), ma per un mal inteso senso di onestà intellettuale si sente come in dovere di autopunirsi almeno con una critica per ogni orgogliosa rivendicazione della propria valenza. Vorrei tranquillizzarli, questi intellettuali, siete nel giusto quando vi preoccupate dell'Islam, non dovete espiare con il cilicio, che siano dunque queste le origini giudaico cristiane di cui va cianciando Ferrara ad ogni piè sospinto? «Un atto di intimidazione e di sottomissione che vira verso il cuore dell’occidente giudaico cristiano e delle sue libertà impertinenti». Vaglielo dire ai catari, diglielo a Giordano Bruno. Piuttosto questo è un attacco contro l'occidente ateo e laicista, quello illuminista che non crede nel paradiso, al '68 di Wolinski, quello pieno di figa (e chi l'ha visto mai? Giusto il marchese Fulvio Abbate, beato lui). Insomma, nemmeno se gli tiri un pugno sui denti. Veramente di questo passo il destino è la Soumission, è algebrico. Noi non abbiamo l'obbligo di amare tutti, non abbiamo l'obbligo di salvare tutti, noi siamo l'occidente e abbiamo tutto il diritto di continuare ad esserlo (e un po' di orgoglio, Cristo Dio!).

martedì 6 gennaio 2015

L'intellectuel s'ennuie

La civiltà occidentale è esaurita, sfinita, ce lo dicono gli intellettuali francesi, i quali, in quanto a sfinimenti intellettuali, sono da sempre all'avanguardia. Premetto che non riesco a leggere Houellebecq, la dolente incomunicabilità del tabagista con la piorrea. Ma pare che dalla lettura del suo ultimo libro scaturisca una sorta di parallelismo fra il tardo ellenismo e l'età contemporanea, quel periodo in cui gli stoici e gli epicurei, veri laici dell'antichità, cominciarono a lasciare il passo ai neoplatonici e poi al cristianesimo, il quale si pappò l'Europa in un sol boccone e ne cominciò la lunga digestione destinata a durare un millennio o su per giù. Verrà un giorno, scrive il nostro, in cui il partito dell'Islam moderato sfiderà il Front National e democraticamente conquisterà i cuori e la maggioranza dei francesi; l'Europa, proprio come fu cristianizzata, questa volta verrà islamizzata e nuove speranze, nuova energia, nuovi entusiasmi percorreranno trasversalmente la società europea come un ricostituente iniettato per endovena. L'intellectuel s'ennuie e si dà alla sottomissione, e perché s'annoia dovremmo fare come lui: se mai mi capitasse, messo con le spalle al muro, di dover scegliere fra Islam e Front National, senz'altro sceglierei il Front National, voterei Salvìn, con tutti i peli delle ascelle. Ci mancava solo la sindrome di Stoccolma.

lunedì 5 gennaio 2015

Giuliano l'apostata

Per il Quirinale ci vuole un regista puro, altro che arbitro imparziale, uno che prenda in mano la squadra e faccia da metronomo, un Pirlo, per intenderci, uno che abbia la faccia tosta di nominare i governi che più gli piacciono e gli altri che s'attaccassero pure al tram. A chi avrebbe qualcosa da ridire ricordo che oramai lo stile Napolitano è dato acquisito, è come il Fostbury, non si torna indietro. Ci vorrebbe un bel peso specifico per contrastare quello di Renzi, ci mettessero un Fantocci qualsiasi, per esempio, il royal baby farebbe il bello e il cattivo tempo... a proposito, ce l'ho: Giuliano Ferrara. Il mio nome per il Quirinale è Giuliano Ferrara. Tempi duri per i laicisti ma in compenso uomo di grandissimo spessore. Garantista eccellente, poi, antidoto al politicamente corretto. Più picconatore di Cossiga, più inviso di Leone, che pur nominò Berlusconi cavaliere del lavoro. Animo! I tempi son cambiati e ci vogliono scelte coraggiose, questo è quanto.

domenica 4 gennaio 2015

Oṃ

Ho scelto l'ascesi, mi ha scelto lei. Attaccarmi troppo alla vita, farmi sballottare dai flutti delle pulsioni non è proprio cosa che fa per me, guardarla invece da lontano, con un certo distacco, mi restituisce serenità, la visione d'insieme il senso e la posizione. Mentre lavi i piatti, il suono dell'acqua che scorre come cascata su monte Hyjal, lo Svelto Azione Anti-Odore Aceto & Limone Verde come profumo di bergamotto su colline di Radaluna. E mentre sgrassi pentole con movimenti automatici della spugna (dai la cera, togli la cera), la mente penetra la materia e buca la prima e la seconda parete, si avvicina al noumeno, quasi puoi sentire sotto le dita le repulsioni elettromagnetiche, il collasso delle singole funzioni d'onda, almeno fino a quando non ti si fredda l'acqua e capisci che non si formeranno mai abbastanza micelle per sperare di sgrassare anche la pentola del brodo. Se non puoi sgrassare la pentola del brodo puoi scegliere di percorrere due vie. Quella occidentale: rifai l'acqua e raddoppi la dose di detersivo. Quella orientale: accetti che al mondo possa esistere una pentola non perfettamente sgrassata, pensi alle pentole di Biratnagar del distretto di Morang nel Nepal sud-orientale e te ne fai una ragione.

Eroi nel vento

Ho seguito questo tentativo di fare del comandante della Norman Atlantic l'eroe buono per riscattare l'immagine della marina e contrapporlo a quello cattivo, in una sorta di palio delle repubbliche marinare, La Spezia contra Amalfi, ma il tentativo s'è strozzato già dalle prime dichiarazioni dei camionisti greci (o grechi), "nessun allarme", "nessun aiuto", nemmeno dall'impianto antincendio, ecc. Ora, senza entrare nel merito delle responsabilità nautica e commerciale e al netto della nebbione mediatico (serviva la storia edificante sotto le feste di Natale), quel che rimane è la solita vicenda del traghetto allestito alla meno peggio per starci dentro con i costi, che il più delle volte ti va anche bene, ma capita quella giornata eccezionale che tutto può girare male, vuoi perché il traghetto era sovraccarico e la biglietteria un po' svagata, vuoi perché le autobotti toccavano il soffitto e sfregavano fra di loro, vuoi perché il mare era grosso e contro madre natura alla fine ci si può fare solo il segno della croce. Però una cosa bisogna dirla, che al comandante Giacomazzi non è capitato di scivolare accidentalmente dentro una scialuppa e questo è già qualcosa (il povero traghetto contro la lussuosa nave da crociera, tutto un altro milieu).

sabato 3 gennaio 2015

Querelle des Anciens et des Modernes

Avrei voluto scrivere qualcosa se non fosse che mi è venuta pure la congiuntivite molesta (la blefarite), quella che ti ritrovi con gli occhi tutti appiccicati, e poi di nuovo tosse e raffreddore, così ho tagliato la testa al toro e mi sono dato al riposo assoluto. Tanto, che dobbiamo raccontarci di così urgente? Al momento niente. Mi hanno offerto un lavoro in Cina, chief stylist di una divisione a Wēnzhōu, provincia di Zhejiang, sottoprefettura di Bao Gong. Ma mi vedete, a me, in Cina?


Scherzavo, era un pretesto per lanciare l'RVM di questo specialissimo corpo d'avanguardiste cinesi fra suggestioni alla Sailor Moon e divise della China Airlines. Non so se preferirlo all'equivalente nordcoreano, magari rimasto un po' ancorato ai vecchi stilemi, dal maròn alla calza contenitiva venti denari, ma in compenso con quel delizioso saltellino da ballerine che quasi le fa fluttuare per aria conferendo all'impasto una sua leggerezza tutta particolare. A voi l'ultima parola.