lunedì 31 agosto 2015

La macchina della solidarietà

Chi ha detto che la Merkel è senza cuore? Bastava solo un piccolo incentivo, qualche esempio pratico, ed ecco che l'Italia non può più essere lasciata sola. Conviene a tutti, anche perché l'Italia non fa filtro, oggi sbarcano a Lampedusa e domani è un attimo che te li ritrovi a Francoforte. Né demagogia né sentimentalismo, solo senso pratico. E' finito il tempo in cui un Optì Poba qualsiasi poteva saltare la fila in virtù di non meglio precisati meriti sportivi. Auspichiamo che Berlino ci faccia dono di un po' di organizzazione, niente soldi ma opere di bene: tende ministeriali, pasti caldi, bagni mobili di manifattura tedesca, in generale un po' di sana fratellanza fra europei in vena di beneficenza: non è meravigliosa l'Europa unita? (in realtà non è esattamente quello che intendeva la Merkel ma l'importante è raccontare una storia). (il punto è che nessuno li vuole e quando c'è da accollarsi un impiccio prima occorre intavolare trattative, convincere la Kakania, allertare catering e tutto il resto).

Olocausto!

Ho sentito che qualcuno avrebbe definito l'attuale dramma dell'immigrazione come un olocausto (a sentire radio radicale sarebbe una trovata di Pannella), e allora io dico: che c'entra l'olocausto, che c'azzecca? Siamo piuttosto alla tratta di esseri umani, ma olocausto non mi pare proprio (già siamo un popolo suggestionabile oltre misura). Olocausto sarebbe qui da intendere come sterminio programmato di un popolo, le stive delle navi come rivisitazione delle camere a gas. Piuttosto forzato. Diverso sarebbe appunto paragonare il dramma dell'immigrazione alla tratta degli schiavi, allora lì saremmo più vicini alla verità, ma spararle grosse tanto per épater le bourgeois non mi pare il caso, diciamo le cose come stanno, sennò facciamo a inseguire specularmente Salvini nella gara a spararle più grosse, dico bene?

sabato 29 agosto 2015

L'egemonia occasionale

Osservo per esempio con quanta solerzia e zelo alcuni si spendono per farci capire come sarebbe meglio se uscissimo dall'euro, come siamo in realtà servi volontari di una dittatura eurocratica che replica sotto forme diverse le stesse nefandezze del nazismo. Senonché questo "meglio" resta sempre qualcosa di opinabile, non risponde a leggi deterministiche perché rimane confinato nella sfera delle valutazioni soggettive. Se, e sottolineo "se", l'origine di ogni male, compreso l'infinito dramma dell'immigrazione, è la volontà di profitto illimitato che mai si placa e sempre si replica per mezzo di guerre economiche e finanziarie (che sarebbero poi alla base di quelle guerreggiate), resta da capire se sia possibile un mondo in cui sia legittimo negare agli uomini il desiderio di un arricchimento che non sia solo spirituale. Tutto sommato è solo questione di egemonia culturale, dicono, di fare opera di convincimento, di abituare gli uomini a modificare la percezione di ciò che ritengono meglio o peggio per se, cosicché tutto si riduce a chi urla più forte e i valori sono validi nella misura in cui riescono ad imporsi... altro che Gramsci, qui siamo dalle parti di Nietzche e della volontà di potenza. Per conto mio non ho problemi, nella futura società liberata sono sicuro che qualcuno provvederà alla bisogna omaggiandomi del denaro di cui avrò bisogno per vivere (siamo in una botte di ferro).

mercoledì 26 agosto 2015

Intermezzo

Non c'è niente al momento che mi interessi, niente che mi indigni, niente che mi sconquassi a tal punto da spingermi a mettermi alla tastiera. Ho ripreso a lavorare e questo mi toglie le energie (stamattina, per esempio, non ho nemmeno sentito la sveglia), ma poi riprenderò il ritmo, promesso, come potrei vivere senza la mia piccola valvola di sfogo? Il fatto è che leggo qualcosa e senza accorgermi mi addormento, la mattina mi sveglio con un libro dentro il letto e non mi ricordo come diavolo ci è finito (devo smetterla con gli stravizi).

sabato 22 agosto 2015

Ad usum morituri

Cosa si evince dal mio attuale momento schopenhaueriano: l'idea che la vita ci è nemica, che i sentimenti ci ingannano, che malgrado l'enorme importanza che diamo alle passioni esse si risolvono essenzialmente in suggestioni passeggere, proporzionalmente alla loro intensità. Anzi, proprio le passioni sono la cagione principale della nostra riduzione a meri strumenti della riproduzione della specie, e tutta quanta l'apologetica della vita, che sia di scuola cristiana o relativista, si riduce a un nulla, a produzione teatrale ad usum morituri. Su questo piena sintonia con il mio amico Arturo. Troppo duro? No. Perché poi mi scrivono i padri di famiglia e mi fanno due scatole così: state tranquilli, che pure io occasionalmente mi diverto a fare lo zio, abbiate solo la finezza di capirmi (ma pure se non mi capite fa lo stesso, mica mi offendo).

All-in

Passaggio obbligato quello di Tsipras, d'altronde è tipico delle demagogie presentarsi con una faccia in campagna elettorale e con un'altra quando si tratta di governare, sta all'acume dell'elettorato cogliere l'inganno (e allora converrete con me che possiamo stare freschi). A far da controcanto la sinistra che come d'abitudine si straccia le vesti ("ma noi credevano...", "noi pensavamo...", ecc. ecc.). Tsipras, dal canto suo, abilissimo a menare tutti per il naso, ora la sinistra ora i moderati secondo necessità e convenienza, sfruttando l'idealismo dei primi e il pragmatismo dei secondi (attenzione: il giochino riesce meglio con elettorati impulsivi, emotivi e creduloni).

mercoledì 19 agosto 2015

Italiani brava gente

Gli italiani che dirigono i musei all'estero. Propongo lo scambio di prigionieri: loro ci restituiscano i nostri che noi gli restituiamo i loro. Magari a Londra c'è gente che si domanda perché proprio un italiano con tutti gli inglesi che ci sono, così per i danesi o gli americani, e poi questa insistenza sul bravo italiano all'estero - sono «tanti, bravi e fantasiosi» -, non si dice, non si fa, come a sottolineare un complesso d'inferiorità, scriverselo in fronte, poi è normale che si mettano a ridere. Se vogliamo davvero essere considerati alla pari queste polemichette da provincialotti sono la peggiore risposta da dare, e magari pure i diretti interessati avranno di che essere imbarazzati, come al figliolo che nel bel mezzo di un meeting si veda piombare la mamma con un tegame di lasagne. Di questo passo non ce la faremo mai.

lunedì 17 agosto 2015

Gite fuoriporta


Fenomenologia di un lunedì pomeriggio all'Expo: la signora Merkel con i mocassini blu da ottuagenaria e le consuete manine giunte a fighetta, postura rivedibile; al suo fianco il marito, brav'uomo, rimasto affascinato da vestitino della signora Agnese (sua moglie un rosso così nemmeno a Capodanno). Sul premier nulla da eccepire: completo impeccabile, mascella volitiva, mi imbarcai su un cargo battente bandiera libberiana. Ecco, sui sandali della first lady avrei un dubbio: era proprio il caso di umiliare così la donna più potente d'Europa? Io, per metterla a suo agio, avrei optato per le ciabatte di spugna, si vede chiaramente che la Cancelliera non sa dove guardare (alla Merkel danno della nazista ma io ricordo Himmler quanto ci teneva alla sua divisa e qui non ci siamo proprio). (i tedeschi sono persone squisite, basta guadagnarsi la loro fiducia che poi per te si butterebbero anche nella vasca delle carote biologiche). (o se vogliamo, i tedeschi tutta sostanza e poca apparenza, i due italiani viceversa).

Genocidio

Per far ripartire l'Italia occorrerebbe giusto un po' di sana fame di denaro, ma non ne abbiamo abbastanza o fingiamo di non averne, mica vogliamo fare la fine di Berlusconi, a noi piacciono le geremiadi di papa Francesco che ai crapuloni non gliele manda a dire, per cui staremo sempre qui a raccontarcela e a spaccare il centesimo sul PIL con percentuali da zero virgola qualcosa. Un'idea, dicono, sarebbe mandare a casa gli stranieri, ma ancora il passaggio non mi appare così chiaro come a Salvini (beato lui che ci capisce). Ognuno per sé e Dio per tutti, e se proprio vi scappa di pensare ai poveri almeno che siano italiani. Sulla ristorazione, l'avete visto, ormai si comportano da padroni, ci vorrebbe una bella battaglia culturale per riportare in auge il menù giudaico-cristiano, che le madri insegnino alle figlie a preparare il sugo, che la pizza ritorni a spadroneggiare sul kebab, che si faccia qualcosa per il genocidio della polpetta nostrana minacciata dall'invasione del falafel (se non si ricomincia a mangiare da cristiani la vedo dura per la ripresa).

Finaliter

«E' per questo che riservano alla storia un ruolo fondamentale nella loro filosofia e che la costruiscono secondo un presunto progetto universale, in conformità del quale tutto viene orientato verso il meglio, che finaliter si dovrà dunque realizzare e che sarà costituito da una grande magnificenza. Essi assumono pertanto il mondo come un che di perfettamente reale e ne collocano il fine nella miserabile felicità terrena la quale, anche quando riceve dagli uomini tutte le cure possibili ed è favorita dalla sorte, rimane pur sempre una cosa vana, illusoria, caduca e triste, della quale né le costituzioni e le legislazioni né le macchine a vapore e i telegrafi possono fare qualcosa di essenzialmente migliore.» (Supplementi al "Mondo", capitolo 38, La storia).

Che dire, la penso esattamente così. Aldilà della sottile distinzione fra realtà e rappresentazione e della polemica con Hegel, anche assumendo questo mondo come l'unico e il solo reale (e non ho nessuna difficoltà ad assumerlo), rimane pur sempre il fatto che anche ad essere i più felici su questa terra ugualmente la nostra vita si risolve in un solo e troppo breve lasso di tempo, così accade che tutte le comodità e le migliorie e i piaceri che ci possiamo dare mi lascino comunque un retrogusto amaro, come di cose inutili e inessenziali che dovremo abituarci a perdere. Ovviamente, essendo uno spirito liberale, mai mi sognerei di prendermi la briga di togliervi il piacere di vivere, se è questo che vi piace, soltanto che a me non riesce (eroica è questa tendenza a trattenere la vita, ci spetta una medaglia).

domenica 16 agosto 2015

Oltre il materialismo

Oggi parliamo di cose serie. Approfittando della temperatura più mite stavo giusto spiegando la differenza fra materialismo e idealismo, contrapposizione che si può ricondurre essenzialmente alla domanda: è nata prima la materia o la coscienza della materia? Per noi contemporanei, intuitivamente, è nata prima la materia, del resto la narrazione scientifica ufficiale ci bombarda quotidianamente dai canali tematici confermandoci che viviamo in un mondo fatto di oggetti: il Big Bang, Plutone, Kepler 452b, tutta roba che esiste o che perlomeno deve essere esistita indipendentemente dalla presenza di un osservatore (Einstein al povero Bohr: «allora lei sostiene che la Luna non esiste quando nessuno la osserva?»). Chi andrebbe in giro, oggi come oggi, a dire che la materia non esiste? Lo prenderebbero per matto (non si tratta infatti di negarla, ma di ridefinirne il concetto). La materia è quel che è proprio perché è la coscienza che le permette di manifestarsi in quel modo e non in un altro, la matematica stessa descrive sì la realtà fisica, ma nel modo esatto in cui glielo permette la coscienza. Questo è l'idealismo, non già quello di Hegel, ma piuttosto quello di Kant: la realtà è ciò che è nei modi e nei termini concessi dalla coscienza. Dopo Kant interviene sulla questione anche Schopenhauer: senza coscienza non vi può essere materia, ma senza materia non vi può essere coscienza, materia e coscienza non sono contrapposte ma necessariamente correlate nella cosiddetta "rappresentazione". Possibile dunque che tutto sia solo una rappresentazione, alla maniera di immagini che scorrono davanti a uno schermo? In questo la fisica ha già abbondantemente superato il senso comune, la materia come sostanza a sé è già argomento troppo metafisico per superare l'esame della scienza sperimentale. E d'altronde, la materia che tocchiamo con mano non possiamo nemmeno dire che sia toccata da noi direttamente, ma è il risultato sensoriale derivante dalla repulsione elettromagnetica fra particelle mediata dall'attività delle terminazioni nervose. Stando così le cose la materia è più un'idea che una realtà ontologica a sé stante, dal che si evince, in conclusione, che anche l'idea della materia si va a formare storicamente, soggetta in primo luogo alla storicità del progresso scientifico e legata alle alterne fortune dei suoi paradigmi. Buone cose.

venerdì 14 agosto 2015

Abusi della credulità popolare

Parafrasando Marx*, questo è un paese dove la gente può andare in tv per prendere in giro i politici e i politici andare in tv per prendere in giro la gente: è la democrazia, bellezza. Ma allora il problema qual è? Sempre lo stesso: se non vuoi farti prendere in giro, fai capire ai politici che con te cascano male, che con te c'è poco da scherzare. E invece è il contrario, qui hanno capito da sempre che ci possono menare per il naso quanto e come vogliono e che hanno gioco facile a propinarci sempre la solita sbobba, che siano i proclami renziani o i miraggi grillini, quando non le ricette salviniane, che la madre di tutti i problemi sono sempre gli stranieri, che vengano dall'Africa, dall'Asia o dalle terre di Wotan. Prima di dare la colpa agli altri sempre farsi un bell'esame di coscienza, capire se non siamo proprio noi ad essere all'origine dell'equivoco. In merito sapete già come la penso, che se vi è un abuso di credulità popolare significa che in giro c'è grande disponibilità di creduloni, i quali sempre si agitano perlopiù inutilmente, come cani che inseguono ringhiando la propria coda.

*«In America you can go on the air and kid the politicians, and the politicians can go on the air and kid the people».

giovedì 13 agosto 2015

Un battito d'ali a Pechino

Capito? Noi qui con il nostro amico Renzi che ce la mette tutta per far cambiare verso all'Italia, poi arrivano i maoisti che decidono di svalutare lo yuan per tre giorni di fila e in due minuti è il panico generale, ma cosa ci vengono a raccontare... In balia dei meccanismi economici, siamo, tornassero anche i tempi dell'economia pianificata, oggi come oggi devi comunque tener conto dell'interconnessione globale dei capitali; e non solo Tsipras chiede i danni di guerra alla Germania (rigorosamente in euro), ma pure Fidel Castro in tuta dell'Adidas (se pure i marxisti-leninisti si mettono a fare i conti in milioni di dollari allora ha vinto il denaro, un vero marxista-leninista non dovrebbe chiedere soldi ma opere di bene).

mercoledì 12 agosto 2015

Il mio contributo al dibattito

Ma torniamo a cose meno serie. Travaglio ha dato a Staino del vignettista embedded, niente meno (troverete tutti i dettagli sull'Huffington). E d'altronde Staino, persona amabile, se lo doveva aspettare, nel 2006 aveva fatto dell'ironia su Travaglio e si sa, Dio perdona, Travaglio no. E tutto perché Staino ha fatto presente a Cuperlo che con la loro opposizione interna rischiano di sfasciare la sinistra (daje con sta' sinistra). (ora, siamo prossimi a Ferragosto ed è difficile spremere qualcosa di interessante dall'attualità, per cui accontentiamoci). E' tutto un parlare alla suocera perché la nuora intenda, a Travaglio sta sul culo Renzi per cui i nemici dei suoi nemici sono suoi amici e meritano una intemerata con dedica. Ma buon Dio, che ti aspettavi da Staino, la satira sferzante, la boccia alla cordite? Bobo non è altro che una lunga seduta psicanalitica ad usum compagni, Staino probabilmente non avrà nemmeno colto l'accezione negativa dell'epiteto perché è embedded per sua stessa natura, come se un tizio venisse da me e mi desse del nichilista per offendermi (in buona sostanza Staino mi è indifferente, Travaglio mi fa tenerezza e Cuperlo non so nemmeno chi sia).

«Un rivestimento di muffe»

«Infinite sfere luminose, brillanti di luce propria, nello spazio infinito; intorno a ciascuna, illuminate da esse, ruotano pressappoco una dozzina di sfere più piccole; queste ultime, calde all'interno, sono rivestite da una crosta indurita e fredda, sulla quale un rivestimento di muffe ha generato esseri viventi e conoscenti: è questa la verità dell'esperienza, il reale, il mondo. Eppure, per un essere pensante non è piacevole trovarsi sopra a una di quelle innumerevoli sfere che si librano liberamente nello spazio sconfinato, senza sapere né da dove venga né dove vada, ed essere solo uno di innumerevoli esseri simili che si accalcano, si spingono, si tormentano, generandosi e trapassando incessantemente e rapidamente nel tempo senza inizio e senza fine; accanto ad essi niente di costante, eccezion fatta per la materia e per il ripresentarsi, per mezzo di certe vie e di certi canali, delle stesse svariate forme organiche che, solo per una volta, vengono all'esistenza.»

(Supplementi al "Mondo", 1844, capitolo 1)

Poi uno non capisce perché si appassiona a Schopenhauer, ma soprattutto perché, pur tenendola in gran conto, guarda con disincanto alla scienza e sorride con accondiscendenza quando qualcuno fa dei vari Angela e delle varie Hack dei santini positivisti. In realtà trovo molto ingenua quella specie di narrazione scientista per cui siamo nati per un caso speciale all'interno delle ordinate leggi della natura, e proprio per questo dobbiamo tenere in gran conto il dono della vita: una tensione pazzesca, il terrore di perderla per sempre al primo colpo della malasorte, non è poi un caso la proliferazione degli psichiatri. In realtà esistere è in sé qualcosa di terribile tanto che per tutta la vita cerchiamo di convincerci del contrario (questo invece mi consola).

(a riprova del fatto, mentre scrivevo è andata via la corrente).

Paternale di mezzanotte

C'è in giro un sacco di gente che spaccia per cose inaudite delle semplici banalità quando non proprio delle vere bestialità, e si danno pure delle arie e anche molto da fare per apparire ai più come coloro che restituiranno la vista ai ciechi in forza di una speciale comprensione del mondo. Lasciate perdere, non date loro retta. Se davvero volete essere dissidenti non cedete alla tentazione di diventare macchiette dell'antagonismo certificato secondo valutazione da guida Michelin, non fatevi infinocchiare e soprattutto non fatevi rilasciare patentini da nessuno, che se poi vi capita di sbagliare, almeno avrete sbagliato per conto vostro e non per conto terzi. E con questa paternale di mezzanotte passo e chiudo che Morfeo già mi avvolge nelle sue antalgiche spire (ho scritto davvero "antalgiche"? Forse è proprio il caso che vada a dormire).

martedì 11 agosto 2015

Sans souci

Al momento pare non ci sia molto da dire, gli argomenti se ne sono andati in vacanza come è naturale che sia, per cui mi sono detto: fammi scrivere due righe, va, tanto per farmi sentire, come nel secolo scorso, quando facevamo una telefonata a casa per dire che eravamo arrivati e fino a lì tutto bene. I giorni scorrono placidi nell'indolenza generale, sans souci, spero non me ne vogliate. In realtà sto leggendo e avrei anche la tentazione di scrivere qualcosa, ma su argomenti astratti e non inerenti all'attualità, roba che difficilmente potrebbe interessarvi. Nell'attesa di una pronta ripresa vi porgo i miei più cordiali saluti.

giovedì 6 agosto 2015

Alla ricerca dello Schopenhauer perduto

Tema: alla ricerca di Parerga e Paralipomena. Svolgimento: poi uno non deve incazzarsi se svalutano la filosofia a letteratura, a favoletta della buona notte o a manuale di conversazione serale. Adelphi ne ha fatto uno spezzatino: "L'arte del trattare le donne", "L'arte di ottenere ragione", "L'arte dei fagioli con le cotiche" (capirai, ce guadagnano), ma l'opera intera, in due volumi, pur essendo in catalogo è più rara di un incunabolo del ducento (e con chi te la prendi, con Calasso?). All'Ulrico Hoepli erano ferratissimi in Fiscalità e Ingegneria della banana, "Filosofia" era impietosamente relegata in un angolino fra "Religione" ed "Esoterismo e Miti", tutta sottosopra e impilata a caso, e in più non volevano nemmeno darmi il sacchetto. Un pelo più fortunato alla Feltrinelli di P.zza Duomo, ma sullo scaffale era rimasta solo la seconda parte, la prima, m'hanno detto, se l'era fregata qualche studentello bisognoso e tante grazie per la segnalazione che loro non se n'erano nemmeno accorti. C'ero andato così vicino... va be', almeno ho trovato i Supplementi al "Mondo" con la Metafisica dell'amore sessuale. Insomma, alla fine ho fatto l'ordine alla Feltrinelli sotto casa, ma c'è da aspettare perché adesso sono tutti in ferie (poco male, l'importante è avercela fatta, si spera).

Vacatio mentis

Il quesito dell'estate è: come dobbiamo porci di fronte a Monica Maggioni? Come volete, tanto io guardo DMAX. Wheelers dealers, Banco dei pugni, Rimozione forzata, cose da uomini, insomma. E poi quei bei programmi di spettacolarizzazione della tecnica tipo "Supertreni", "Meganavi", "Ultraerei", ecc. Ho visto la posa di cavi elettrici al largo delle coste dell'Herefordshire, e ho visto i fuochi dei petrolchimici balenare nel buio presso gli oleodotti di Al Khobar, embedded direttamente dal divano di casa mia. Perché devo farmi crescere i peli sul petto e smettere le ciabattine per gli stivali antinfortunistici se voglio anche solo sperare di trovare una donna, una donna che veda in me il poeta ma anche il carpentiere, il filosofo ma anche l'uomo d'azione, che all'occorrenza sappia bene dove metterle le mani (ma per una curiosità squisitamente scientifica, alla Mythbusters).

martedì 4 agosto 2015

Sballo liscio

Droga ed ebrezza non fanno per me, per cui, se mi chiedete un giudizio sul Cocoricò, a caldo direi che potrebbero chiuderli tutti e al loro posto ripristinare le care vecchie balere di una volta, dove si praticava lo sballo liscio (il massimo dell'anticonformismo). Tuttavia in tutto questo bailamme almeno ho imparato una cosa, che l'extasy non va presa con l'alcol, va presa con l'acqua tonica, massimo un crodino, e che non si uccidono così anche gli esercizi pubblici. Da parte mia, alla discoteca e alle luci stroboscopiche ho sempre preferito le solitarie che ciondolavano nel buio, le estenuate, le depresse a lento rilascio di feromoni, ma pure qui siamo nel regno del de gustibus e quindi taccio. Resta il fatto che il nichilismo andrebbe vissuto con stile, occorrerebbe educarli questi microcefali, ma si è mai visto un nichilista che fa la morale? Un legno di ferro, direbbero i tedeschi. Sì, chiudeteli tutti questi non luoghi della perdizione, e al loro posto aprite scuole marxiste e circoli evoliani, dove i giovani possano crescere e sballarsi entro distorsioni ideologiche più convenzionali, a me basta solo che per le 23.00 siano già tutti a casa e che non facciano troppo casino nel salire le scale, e per carità, che non mi vomitino sullo zerbino che sennò divento una bestia.

lunedì 3 agosto 2015

Morire sani

Guardate che è bella. Faccio dieta quasi mediterranea, condisco le insalate con l'olio d'oliva, carne poca e solo di vitello o petti di pollo, in ogni caso mai fritti ma passati solo in padella, prosciutto cotto magro e al limite un po' di bresaola, l'unico dubbio è sull'olio di colza dentro i crackers senza sale, eppure ho il colesterolo alto. Il formaggio lo stavo eliminando, al suo posto le insalate di riso con un po' di tonno. Non fumo, bevo poco che dopo mezzo bicchiere mi gira la testa, no latticini, no burro, no sesso, caffè manco da lontano, ma che devo fare di meno, volete il sangue? Dice: sei predisposto. Ma allora tanto vale che me magno la porchetta, no?

P.S. Sto pure in peso forma, ho perso quei due chiletti di troppo, praticamente sono perfetto. A parte il colesterolo.

Coming out

Devo dire che apprezzo molto Il Foglio, una specie di giornaletto satirico molto raffinato dove comicità volontaria e involontaria si fondono in un gioco di rimandi infiniti degni del miglior situazionismo (hai capito). Chiaramente noi qui siamo del comitato "nichilisti contro l'ortodossia", nihilism against orthodoxy, but è gradevole misurarsi con burloni di tal fatta. Non mi arrabbio mai, né per la spudorata campagna pro-Renzi, né quando fingono di bacchettare la Boschi che finge l'impegno sulle coppie di fatto. Langone, poi, è il mio preferito, quell'articoletto sul bikini tentatore era divertentissimo: "Ho sempre esortato le amiche al costume intero, con esiti nulli. Capisco che il costume castigato sia incompatibile con l’esibizionismo femminile, vorrei solo sapere com’è possibile non desiderare le donne d’altri quando migliaia di donne d’altri ti passano davanti quasi nude" (il taleban cortese). (oh, a proposito, io sono un boschiano convinto: bella, bella dentro e fuori, con la cellulite e tutto il resto). Salto però le tirate clerico-papiste, quelle proprio non ce la faccio, mi par di sentire quell'odore un po' rancido di sagrestia che rifuggo come l'aglio il vampiro, sarò posseduto, che vi devo dire? Comunque non riesco a comprendere come dei liberali specchiati e così smaliziati possano poi cadere nelle secche del discorso edificante, è una contraddizione che ancora non mi so spiegare fino in fondo, but, well, nobody's perfect.

"Perché dal punto di vista cristiano tutto, ma proprio tutto dev'essere edificante: quel genere di rappresentazione scientifica che non finisce per edificare è, proprio per questo, non cristiano. Tutto ciò che è cristiano deve somigliare, nella forma della rappresentazione, alla diagnosi di un medico al letto di un ammalato; [...]" (S. Kierkegaard, La malattia mortale).

sabato 1 agosto 2015

L'etica cattolica e lo spirito del socialismo

Si potrebbe anche dire che questa latente ostilità nei confronti del profitto sia conseguenza della nostra cultura cattolica e dunque socialista, che considera sempre un po' spregevole chi si dedica all'arricchimento personale, e che molto weberianamente il nord Europa sia meno affetto da sensi di colpa quando si tratta di guadagnar soldi. Per ciò che mi riguarda io i miei conti li ho saldati, a un certo punto mi sono reso conto che la mia ostilità era dettata da un personale senso di inadeguatezza e che di fatto non vi erano effettive obiezioni all'idea dell'utile inteso come eccedenza dei ricavi. Non che adesso sia diventato improvvisamente un tifoso della parrocchia ultraliberista, il mio è un semplice rendere giustizia a uno stato di cose. Detto questo la questione non si esaurisce, però si semplica di parecchio. Ritornando invece al senso di colpa, pare che da noi l'imprenditore, per espiare le sue, sia come costretto per riscattarsi alla redistribuzione dei redditi attraverso l'istituto aziendale, ma per l'appunto, l'unico obbligo che ha un'azienda privata è quello di produrre degli utili, tutti gli altri oneri sociali che i sindacati vorrebbero appiopparle sono secondari ed eventuali. Questo andrebbe ricordato tutte le volte che si apre una vertenza.

Non chiederti cosa Renzi può fare per te

Il sud sta morendo, dice Saviano, Renzi faccia qualcosa, e io allora mi chiedo, al netto della doverosa lotta alla mafia e alla corruzione: ma non si è sempre fatto qualcosa per il sud? Non è forse, caro Saviano, che adesso è il sud che ci deve una reazione, prima di tutto per se stesso? Il sud si salva solo se smette di chiedere aiuto, se si lascia alle spalle il mito della resistenza al destino cinico e baro e si dà un profilo più mitteleuropèo. Oddio, ho scritto "mitteleuropèo" e già mi immagino le reazioni: ma noi siamo più intelligenti dei barbari, i perfidi teutonici senza un briciolo di cuore che misurano tutto con l'economia, la civiltà l'abbiamo inventata noi, come siete tristi voi che pensate solo al lavoro! Ok, come non detto, però adesso datevi una mossa.