Devo dire che apprezzo molto Il Foglio, una specie di giornaletto satirico molto raffinato dove comicità volontaria e involontaria si fondono in un gioco di rimandi infiniti degni del miglior situazionismo (hai capito). Chiaramente noi qui siamo del comitato "nichilisti contro l'ortodossia", nihilism against orthodoxy, but è gradevole misurarsi con burloni di tal fatta. Non mi arrabbio mai, né per la spudorata campagna pro-Renzi, né quando fingono di bacchettare la Boschi che finge l'impegno sulle coppie di fatto. Langone, poi, è il mio preferito, quell'articoletto sul bikini tentatore era divertentissimo: "Ho sempre esortato le amiche al costume intero, con esiti nulli. Capisco
che il costume castigato sia incompatibile con l’esibizionismo
femminile, vorrei solo sapere com’è possibile non desiderare le donne
d’altri quando migliaia di donne d’altri ti passano davanti quasi nude" (il taleban cortese). (oh, a proposito, io sono un boschiano convinto: bella, bella dentro e fuori, con la cellulite e tutto il resto). Salto però le tirate clerico-papiste, quelle proprio non ce la faccio, mi par di sentire quell'odore un po' rancido di sagrestia che rifuggo come l'aglio il vampiro, sarò posseduto, che vi devo dire? Comunque non riesco a comprendere come dei liberali specchiati e così smaliziati possano poi cadere nelle secche del discorso edificante, è una contraddizione che ancora non mi so spiegare fino in fondo, but, well, nobody's perfect.
"Perché dal punto di vista cristiano tutto, ma proprio tutto dev'essere edificante: quel genere di rappresentazione scientifica che non finisce per edificare è, proprio per questo, non cristiano. Tutto ciò che è cristiano deve somigliare, nella forma della rappresentazione, alla diagnosi di un medico al letto di un ammalato; [...]" (S. Kierkegaard, La malattia mortale).
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