martedì 30 luglio 2019

Da qualche anno c'è anche t-annhauser.tumblr.com, il blog laterale dove potrete trovare anche dei saggi del formamentis chitarrista e canterino, oltre che il resoconto dell'ultimo viaggio in Calabria.
(Sono felicemente innamorato di una lettrice, pensa un po', del blog formamentis, che mi leggeva da anni, galeotto fu il blog Malvino che leggeva prima del mio, e ora siamo qui a leggerlo insieme, è servito pure a qualcosa tutto questo scrivere, e tutto questo scrivere mi sembra ora che sia servito solo a questo, solo per lei, e lo ringrazio).

domenica 28 luglio 2019

[Mi stavo rileggendo sul tablet gli ultimi post e contrariamente a quello che penso di solito dei miei scarsi mezzi espressivi - sono un insicuro - mi sono detto: però, mica male, io mi leggerei. Malvino, tenevi ragione, se non c'eri tu a quest'ora forse l'avevo chiuso.]

Survivalismo

Ore 7:03. Scalea è quella di sempre, l'igrometro slitta, l'entalpia imperversa, il diagrammi psicrometrici sono impazziti. La novità è che lo sciacquone del bagno è rotto, ci serviamo dei secchi, manca l'acqua però, e quella che c'è viene dalla cisterna. La differenza fra Nudi e Crudi e qui è che siamo vestiti, abbiamo i fiammiferi e un riparo per la notte. Insolitamente silenziosa è la notte, la gente non è ancora arrivata e quella che c'è cammina in mezzo alla strada perché i marciapiedi sono pericolosi. Anche la mattina è gradevole se non fosse per le campane della missione che trillano all'improvviso facendoti sobbalzare sul pagliericcio. Scherzi da preti. Ma è ora di alzarsi, dalla marina giunge odore di pipi arrostuti, oggi costruirò un trappola per i pesci.

giovedì 25 luglio 2019

Va da sé che se oggi Nietzsche scrivesse sul suo blog "Io sono dinamite!" si ritroverebbe la Digos in casa.

Ritratti: Friedrich Nietzsche

Per capire Nietzsche bisogna calarsi nel suo quadro clinico. Nietzsche fu un delirante di talento i cui deliri furono di volta in volta esaltati dai più disparati attori, dal nazionalsocialismo prima e dal sessantottismo contestatario poi, in chiave di rivolta anti-borghese. 

Il giovane Nietzsche si formò nel mito di Wagner, all’epoca quasi una figura divina a cui mancò poco si attribuissero poteri soprannaturali, attraverso le proprietà mesmerizzanti della sua musica si credeva che Wagner fosse in grado di riportare la Germania agli antichi fasti dei poemi norreni (popolo romantico quello tedesco, che ha sempre avvertito la necessità di farsi guidare nelle sue peregrinazioni da un qualche Spirito della Storia). 

E' in questo clima di misticismo un po' morboso che si inserisce il filologo classico Nietzsche definendo le due categorie del dionisiaco e dell'apollineo. Il primo è lo spirito che attende alla liberazione degli istinti vitali, patrono delle arti sensuali quali la musica e la danza, il secondo è lo spirito guida della arti plastiche, che sovrintende all'armonia delle forme. Nietzsche cominciò subito a sentirsi un dionisiaco, gli piaceva l'idea di una forza pura che si esprimeva senza compromessi, se uno nasce forte, scriveva, ha il diritto di esserlo, la sua potenza è il diritto più naturale, chi vi si oppone cospira contro la vita. La volontà malvagia di Schopenhauer era troppo mortifera per lui, se tutto nel mondo è caos, mutamento continuo, intimamente diveniente, allora l'unica via per l'uomo è quella di cavalcare entusiasticamente questo caos, facendo correre a briglia sciolta la volontà di potenza. 

Fu quando Wagner lo tradì convertendosi al cristianesimo che imbastì la polemica contro i valori cristiano-giudaici dando prova di particolare acume riguardo la genealogia della morale, il tutto ovviamente accompagnato dai consueti deliri di onnipotenza ("Io sono dinamite!", "Fra tutti i miei scritti il mio Zarathustra sta a sé. Donandolo all'umanità, le ho fatto il più grande regalo che essa ha mai avuto", nientemeno). Ma can che abbia non morde. Solitario, tremebondo, cagionevole di salute, soggetto a ricorrenti crisi depressive, Nietzsche era tutto fuorché quella potenza di cui andava parlando. Va da sé, la sua era una grandezza che si esprimeva nello spirito, ma gli spiriti forti sono ahimè ostacolati dalla cospirazione degli spiriti deboli che corrompono sistematicamente ogni istinto vitale, per cui niente da fare, Nietzsche si lamentava di non essere ascoltato da nessuno. 

La fissazione vitalistica di Nietzsche era come una sincope, quel suo progetto di cavalcare a briglia sciolta il divenire non poteva che condurre al disastro, e disastro fu. Santo patrono degli ermeneutici ("non esistono fatti, solo interpretazioni"), oggi di Nietzsche ci restano il superuomo, qualche frasetta epica da tatuarsi sulla pelle e una fortuna accademica ed editoriale che lo ha trasformato di fatto in una specie di culto, coi suoi misteri eleusini e le sue interpretazioni ortodosse ed eterodosse, cosa che di fatto ne ha sancito il successo fra i contemporanei: dall'indistinto qualsiasi cosa, dai campi di sterminio alla rivolta anti-borghese, two gust is mei che one.

mercoledì 24 luglio 2019

In filosofia c'è l'uomo dell'essere e l'uomo del divenire, attualmente prevalgono quelli del divenire, ma gli uomini dell'essere sono tetragoni, più indivisibili dell'atomo. Uomo dell'essere era Einstein, che Karl Popper chiamò Parmenide, anche se nessuno l'ha capita. Uomini dell'essere sono pure questi scienziati attuali che si sono messi in testa di abolire il tempo, perché il tempo è la misura del divenire, e senza l'uno, nemmeno l'altro. Per l'uomo del divenire la realtà ultima è il cambiamento, si compare e poi si scompare, una fuitina e via. Per l'uomo dell'essere il cambiamento è solo apparente e lo spettacolo del mondo un miraggio. L'uomo dell'essere sta più sereno, l'uomo del divenire si dà un gran da fare per lasciare una traccia, una discendenza, una tacca. Dal tal giorno del tal anno al tal giorno del talaltro visse Pinco Pallo, prese moglie, ebbe figli, lavorò, invecchiò, crepò, avanti un altro. L'uomo dell'essere non se ne dà pena, tutto andrà come deve andare, togliti le scarpe e beviti una birra.
Alla cassa. Sciura con messa in piega biondo rame è occhialoni coprenti legge il titolone de La Provincia: “LANDRISCINA NON SGOMBERA – Bivacchi: La Lega vuole lo sgombero, il sindaco tace”. La signora scuote la testa e commenta: “Eh, anche quel Landriscina lì non fa niente, e pensare che Salvini ci sta provando ad aggiustare le cose…”. Pure il Landriscina l’è caduto in disgrazia. Uomo del fare, ex primario del pronto soccorso dell’Ospedale Sant’Anna, vinse in quota Forza Italia contro il candidato renziano del Pd, tuttavia imprenditore, ma del web. C’è che la bellissima perla del lago, che ce la invidiano perfino gli attori del cinema, soffre d’incuria e dell’inciviltà dei migranti e degli accattoni che bivaccano sotto i portici e sulle panchine con le loro buste della spesa. Landriscina, la cui ordinanza anti-accattoni emanata sotto Natale e voluta dalla vice sindaca Locatelli, ora Ministra della Famiglia, diventò un caso nazionale provocandogli pure un certo travaso di coscienza, questa volta non ci tiene a passare per cattivo. Chi la spunterà? Ma la Lega, ovvio, perché per la sciura i bivacchi sono come la polvere sui mobili, il furestée che entra in casa senza pattine, non sta bene, tutto deve essere in ordine e risplendere come se ci avessero passato il mastrolindo, questa nostra sensibilità al sud non ce la capiscono.
Ne parlavamo ieri con mio padre: come mai che a Sermide, dove una volta eravamo tutti comunisti, oggi hanno rifondato i fasci di combattimento e quando non sono fasci sono vieppiù leghisti? Mica perché c’è stato un cambiamento antropologico nella popolazione, figurarsi, troppo scolastico, roba da professori, no, il materiale umano è sempre lo stesso, lo stesso che votava il PCI e che oggi vota la Lega e di quando in quando i fasci di combattimento contro l’inconcludenza della politica politicante che parla parla e non conclude mai niente, uomini del fare contro uomini del chiacchierare. Che poi di fatto non facciano mai niente pure questi grandi uomini del fare è un altro discorso che si ripropone regolarmente al termine di ogni ciclo di abbaglio, ma intanto la ruota gira e qualcosa, di riffa o di raffa, ne esce sempre. Fenomenologia del “adda venì baffino”.

martedì 23 luglio 2019

Che caldo. Mi sono svegliato male e con le gambe molli, con quella depressione che ti prende a volte dopo il sonnellino pomeridiano e non sai più chi sei e dove ti trovi, estraneo al mondo e alla vita. Il filosofo a questo punto si mette a sedere e osserva con calma il tranquillo svolgersi degli avvenimenti: osserva dall'esterno la rappresentazione e gli infiniti fili che lo legano ad essa, la sua vita e tutta quella che ha vissuto fino a lì racchiusa in un palmo, poi, con un ultimo sforzo, squarcia il velo di Maya e giunge finalmente al fondo dell'io, e proprio lì, oltre la cortina della realtà dove tutto riluce di uno sfolgorante bagliore, emerge nitido e numinoso un solo pensiero: non ce la farà l'Inter di Conte a vincere lo scudetto, non gli comprano i giocatori, già tanto che arriviamo terzi.

lunedì 22 luglio 2019

Il melone

Il melone retato di Sermide presenta polpa di un intenso color arancione e consistenza medio-dura sulla scala di Mohs, dal gusto dolce, cedevole al palato, profumato al naso, esternamente è suddiviso in spicchi percorsi da venature rugose che gli conferiscono la caratterisca retatura. Nel meridione d'Italia viene genaralmente indicato con il termine di "melone a pane", nonostante questo è incluso nei cibi indicati per i celiaci. Il melone contiene molte proteine, lipidi e glucidi, e tanta vitamina A, che fa del melone il frutto più indicato per la cura della pelle e il rafforzamento della vista, il melone con l'alabarda è il simbolo di Trieste. Nella poetica gaddiana, nell'accezione di popone, va a connotare la presenza di vistose impalcature mammarie nelle femmine di estrazione popolare, può uccidere un uomo se lanciato da un obice a distanza convenientemente ravvicinata.
Ho quasi bruciato le scaloppine per scrivere l'ennesimo post su Schopenhauer, le ho acciuffate per i capelli, sciolti i legami peptidici, spezzate le catene delle proteine, della carne era rimasto solo il noùmeno, tuttavia ancora edibile. Salate erano salate, perché i sali sono sempre gli ultimi ad abbandonare la nave, avevano l'aspetto dei licheni e la consistenza delle infradito, però di cuoio, pensavo peggio.

Ritratti: Schopenhauer e la pietra filosofale

[trovandomi in crisi di ispirazione tengo allenato il muscolo riprendendo il discorso filosofico, ma è poca roba, scritta senza verve e soprattutto già abbondantemente trattata]

Schopenhauer aveva trovato la pietra filosofale - dire che fosse “la sua” non sarebbe corretto, il filosofo ambisce alla verità in sé, valida per tutti -, partendo dalla posizione kantiana per cui la realtà prende la forma di chi la guarda, il mondo è una rappresentazione, sicché l’uomo lo vede in un certo modo perché il quel modo lo codifica la sua coscienza, al fondo di questa rappresentazione si pone la realtà vera, quella originaria, la pulsione alla vita, cioè la Volontà di Vivere. È in questo senso che il suo pensiero viene definito irrazionalista, non perché non abbia alcun legame con il ragionamento, ma perché pone alla base del mondo razionale un principio intuìto attraverso il sentimento di sé: la Volontà, alla quale ciascuno può attingere direttamente nel fondo della propria coscienza. Tutto nel mondo è pulsione alla vita, che si concretizza essenzialmente nell’istinto di conservazione, nel mondo biologico e animale, ma anche nella tendenza della pietra a conservarsi il più possibile entro la sua forma. Di Schopenhauer salterà subito all'occhio la chiarezza e il talento letterario, ridotto però dall'odierna industria editoriale a spezzatino di aforismi, e poi la feroce polemica nei confronti degli idealisti tedeschi, con particolare riguardo a Hegel, che rifiuterà perfino di includere nella categoria dei filosofi trattandosi a suo parere di un semplice ciarlatano (a proposito di Hegel scriveva: "Da ogni pagina, da ogni riga traspare la preoccupazione di abbindolare e di ingannare il lettore, e ora di sbalordirlo facendogli impressione, ora di assordarlo con frasi incomprensibili" e non aveva tutti i torti). Uomo poco incline ad amare l'umanità, aveva però concepito in accordo con il suo sistema una sorta di compassione universale per il faticoso compito che vedeva impegnati gli uomini a lottare gli uni contro gli altri sulla spinta di una volontà a cui non si potevano sottrarre, sicché il migliore modo di vivere, secondo lui, era di smettere il più possibile di dare retta alla Volontà concettualizzandola e considerandola dall'esterno sotto l'aspetto dell'eternità. E qui risultava evidente il legame con l'antica sapienza orientale che prendeva le mosse dalle sue amate Upaniṣad e dai precetti del buddismo: la vita intesa come stato negativo, origine di tutte le tribolazioni, la necessità di liberarsi dalla volontà per smettere di girare nella ruota del saṃsāra, e cioè il mondo terreno, la vita materiale eppure illusoria permeata di dolore e di sofferenza. Amante della solitudine e dei cani, misogino e ateo irriducibile (l'entità su cui poggia il mondo è malvagia), riserverà per le donne parole meno crudeli in vecchiaia, quando sull'onda del tardivo riconoscimento il suo giudizio verrà addolcito dalla ritrovata compagnia femminile che lo spingerà ad affermare, ritrattando, che anche le donne sono dotate di acume e di capacità di altruismo. Suonava Rossini al flauto.

domenica 21 luglio 2019

Ho comprato le mie prime due polo di Sergio Tacchini, un investimento, sull'etichetta recano le indicazioni di manutenzione: lavare solo in fase di luna calante, stendere in quadratura con Vergine e Pesci, stirare al rovescio pronunciando la formula del quadrato del Sator; sullo sfondo, la maledizione di mia madre: “le hai prese giuste giuste, si restringeranno quando le lavi”, mi toccherà darle ai poveri.
Diciamo che Salvini-Conte-Di Maio è un ménage à trois dall'esito un po' scontato, Salvini è quello che chiude il trenino.

sabato 20 luglio 2019

Anch'io non credo che gli uomini siano mai andati sulla luna ma a differenza dei complottisti comuni credo che le immagini siano state girate non da Kubrick ma dai fratelli Vanzina.

giovedì 18 luglio 2019

La morale ha origini unicamente fisiologiche: se tutte le piante fossero per noi velenose il vegetarianesimo sarebbe una pratica suicida, se fossero fertili solo i rapporti fra consanguinei l'incesto non sarebbe considerato un tabù ma una virtù, e ancora, se il fumo facesse bene alla salute venderebbero le sigarette in farmacia. Tutto questo però non deve andare a giustificare gli atti impuri: lasciate in pace le cugine, non fumate, mangiate tante verdure.

mercoledì 17 luglio 2019

Auto da sogno: la Fiat 128

[altrove mi impegno a portare avanti una piccola produzione satirica di cui quello che segue è un modesto contributo, mi scuseranno gli esimi lettori ma non si può vivere di sola accademia]

Mentre tutto il mondo era rivolto col naso all’insù a guardare il potente Saturn V spedire i primi uomini sulla Luna, l’avvocato Agnelli guardava il dito e ne approfittava per lanciare la rivoluzionaria Fiat 128 che presentava soluzioni tecniche davvero avveniristiche per i suoi tempi, quali, per esempio, le portiere che si aprivano, le ruote che giravano, i fanali che si accendevano, insomma, una vera e propria rivoluzione nel campo della motorizzazione civile. La 128 montava un nuovo 4 cilindri in linea di 1116 cm³ capace di sviluppare la formidabile potenza di 55 CV, con albero a camme in testa azionato da cinghia dentata in gomma che comandava direttamente le punterie senza interposizione di bilancieri (Fonte: Wikipedia). La velocità massima dichiarata era di ben 140 km/h, volava.

Da Wikipedia: “La “128” ottenne subito un notevole successo di vendita in tutta Europa, anche aggiudicandosi il premio di Auto dell'anno nel 1970. Narra il designer Giorgetto Giugiaro che, recandosi a Wolfsburg per presentare i bozzetti del disegno della futura Golf, vide nel reparto progettazione Volkswagen una “128” completamente smontata; i tecnici tedeschi ritenevano infatti che la berlina Fiat fosse il miglior esempio di “auto medio piccola” moderna, alla quale ispirarsi per lo schema tecnico”, insomma, ce la copiavano anche i tedeschi (che all’epoca erano ancora rintronati dalla guerra). 

In Russia la Fiat 128 venne commercializzata col nome di Zastava 101, che ancora oggi si possono ammirare su Youtube riprese dalle dashcam nelle compilation “Meanwhile in Russia”.



Arrivederci alla prossima puntata di Auto da Sogno dedicata alla Prinz NSU. 
Vediamo quanto la menano con questo russiagate, altrimento detto Moscopoli, come se non gli facessero un favore ai leghisti di essere i cocchi di Putin, quelli se l'appuntano sul bavero della giacca come i distintivi degli scout, distintivi di capo e capovice squadriglia, quadrante sud-occidentale. Possibile che con tutti i libri che hanno letto sugli operai quelli del gruppo editoriale Espresso - fondatore Carlo Caracciolo, 9º Principe di Castagneto, 4º Duca di Melito - del poppolo continuino a non capirci una mazza?

martedì 16 luglio 2019

Dice: Il missile scoperto ieri a Torino era destinato a me. Ok, ma era un aria-aria, e dove stava il Tornado per lanciarlo? Ci vuole il Tornado, qualcuno ha visto in giro un Tornado? Uscite il Tornado per la Madonna!

lunedì 15 luglio 2019

Perché mi sono messo a scrivere di politica? Ma perché quelli che ne parlano sono di una noia mortale, me la racconto io la politica, a modo mio, che mi diverto di più. Prendi Giovanni Floris, quando iniziava Dimartedì, alle 21:15? Ecco, già alle 21:16, siparietto satirico o meno, un torpore spesso come un budino mi avvolgeva i centri della cogitazione, e tenete presente che domenica sono riuscito a vedere il Gran Premio di Silverstone fino quasi a metà, voglio dire, ho una certa tenuta se mi ci metto.

domenica 14 luglio 2019

L'uomo senza velleità

Sull'Atlantico un minimo barometrico avanza in direzione orientale incontro a un massimo incombente sull'Europa, e non mostra per il momento alcuna tendenza a schivarlo verso nord. Le isoterme e le isòtere si comportano a dovere. La temperatura dell'aria è in rapporto normale con la temperatura media annua, con la temperatura del mese più caldo come con quella del mese più freddo, e con l'oscillazione media aperiodica. Insomma, stasera mettono pioggia. La domenica trascorre placida e oziosa, poca gente in giro e anche la musica esce ovattata dal bar all'angolo, sfornito di clientela. Un uomo mangia noccioline seduto sotto la tettoia della pompa di benzina, questo però in un quadro di Hopper. Allora facciamo che un uomo parla al cellulare davanti al negozio della TIM (non si può più essere poetici nell’era del 4G). Non so cosa fare, quasi quasi mi faccio uno shampoo. Scende l'acqua, scende, scroscia, calda, fredda, calda… giusta. Shampoo rosso, giallo, quale marca mi va meglio?… Questa. Poi una bella doccia, un bel cambio di biancheria, le mutande grigie, quelle larghe. Dopo la doccia… mangio. Dopo mangiato… leggo. Stasera ci vorrà il lenzuolo. Ah! Come lavorerò bene quest’estate con tutti questi fatti, ho l’infinito in cartellone.

[disclaimer: ho rubato a Musil l'incipit de L'uomo senza qualità e una canzone a Gaber, sul finale Carmelo Bene]

venerdì 12 luglio 2019

Una giovane madre attraversa la strada spingendo una carrozzina, in mano l'immancabile telefonino che avvicina alla bocca un po' di sbieco (registra un messaggio vocale), veste un completino nero molto attillato, short inguinali e camicetta scollata, le gambe oscenamente nude, come del resto già da un pezzo è in uso, ahimè, fra le ragazzine. Ora io mi domando, e vi domanderete anche voi, come possono madri acconciate a tal maniera trasmettere ai figli quei valori morali che andranno poi a formare il carattere di una nazione, e per fortuna che al ministero della famiglia è appena sbarcata una comasca doc, la nostra validissima Alessandra Locatelli, la quale avrà il difficile compito di trasformare un paese a vocazione balneare in un virtuoso cenacolo di madri e di patrioti, a lei va il nostro più grande e sincero in bocca al lupo. (sia detto qui, a mo' di liberatoria, che ogni giudizio estetico espresso ha un intento essenzialmente tecnico, se indulgo con dovizia di particolari sull'abbigliamento femminile è solo per trarne considerazioni di carattere sociologico).
Come diceva Bukowski, il cui cervello alcolico si era da tempo accostato a quella vacuità che affila i concetti e rende essenziali i giudizi, "la differenza fra Democrazia e Dittatura è che in Democrazia prima voti poi prendi ordini; in Dittatura non stai perdere tempo a votare". Oggi che la democrazia si riduce perlopiù a quello stile di vita che permette di giocare coi cellulari e di iscriversi a Instagram non ci sarebbe nemmeno più bisogno di allestire tutta la variopinta sarabanda delle elezioni, come del resto ci insegnano i compagni cinesi, se non fosse che tale sarabanda costituisce ancora per l'occidente una tradizione imprescindibile al pari del Dirndlkleid e del Kilt, anche se sempre più svuotata di senso e di significati: in futuro saremo democratici senza democrazia.

giovedì 11 luglio 2019

Ci risiamo, ogni volta che devo fare gli esami del sangue vogliono anche la mia pipì nel barattolo, gente schifosa che per amor della scienza ti infilerebbe i diti dappertutto, pure nel... lasciamo perdere: dio è morto. Che un gentiluomo di campagna sia costretto ad aggirarsi per il borgo con un contenitore pieno della sua urina in una busta è il segno evidente di questi tempi che hanno perduto ogni rispetto per l'uomo e per le buone maniere, e poi si lamentano.

mercoledì 10 luglio 2019

Una domanda viene sollevata da più parti: dove sono finiti gli intellettuali? Mah, qualcuno al mare, qualcuno ai monti, alcuni in casa con il ventilatore puntato sui piedi, altri, i più fortunati, in televisione con l'aria condizionata. Ma non incidono più sulla società? La domanda è mal posta: è la società che incide sugli intellettuali, troppo ben pasciuti perché sentano il bisogno di rovesciare i tavoli, se non incidono significa che in fondo va benone così.
Quel libricino che sto leggendo, “Il pensiero politico della destra”, stampato nel 1996, è di Michele Prospero, che oggi ritroviamo come responsabile culturale di Sinistra Italiana. Parte da de Maistre per proseguire con Antonio Rosmini e arrivare a Nietzsche e Schopenhauer. Ecco, Nietzsche e Schopenhauer. Schopenhauer di destra? Inequivocabilmente, perché avrebbe volentieri dato il suo binocolo ai militari impegnati nella repressione, perché disprezza il popolo definendolo “plebaglia scatenata”, non ultimo, aggiungo io, perché ha fatto ruzzolare giù per le scale una vecchietta. Nietzsche di destra? Be', sì, però, bisogna distinguere... Nietzsche sarebbe ascrivibile alla sinistra per la parte che riguarda la critica all'apparto morale cristiano-borghese. Certo, disprezza il socialismo e ogni forma di impresa solidale però occorre sottrarlo alle grinfie di chi vorrebbe costringerlo “entro il corto circuito del pensiero totalitario”. Insomma, ancora nel novantasei Nietzsche godeva di un migliore ufficio stampa.

De Maistre

Mi affascina la figura di Joseph-Marie de Maistre, nato in Savoia, allora Regno di Sardegna, il primo di aprile del 1753 (ma non si tratta di uno scherzo), prototipo di tutte le destre reazionarie (reazionarie perché reagiscono alla rivoluzione francese), critico con la restaurazione perché a suo avviso troppo morbida con i rivoluzionari, promotore di un ritorno alla piena autorità papale contro l'eresia della modernità. Sulle enciclopedie viene tacciato di “ultramontanismo”, cioè coloro che si trovano al di là dei monti, come i protestanti definivano quelli che abbracciavano le ragioni della chiesa cattolica romana. I principi della rivoluzione, e quelli della riforma protestante, sono per de Maistre il peccato che allontana dall'ordine politico e sociale voluto da Dio:

“Il mostro tricefalo della modernità che comprende la ragione, la rivoluzione, l'individualismo, gli appare come il prodotto di un grande complotto. Con Locke e Bacone comincia «la più terribile congiura che sia stata fatta contro la religione e contro i troni». La grande follia della ragione rende tutti gli ordinamenti provvisori, sottopone ogni dogma religioso a obiezioni cui è difficile rispondere. Per questo occorre respingere la ragione «come un'avvelenatrice» che mina la felice consuetudine per cui «spetta ai prelati, ai nobili, ai grandi ufficiali essere i depositari e i guardiani delle verità conservatrici». (Il pensiero politico della destra, Michele Prospero, citando lo stesso de Maistre)

Torna utile, il de Maistre, in questa odierna battaglia contro lo spauracchio dell'islamismo e dell'invasione africana, fra omaggi un po' furbetti alla Madonna e appelli accorati alle comuni radici giudaico-cristiane, de Maistre ritorna perché il problema dell'ordinamento stabile della società si riaffaccia ogni volta che sopraggiunge un pericolo che lo mette in discussione e la sola fratellanza fra i popoli ridiventa un concetto troppo vago e incerto per dare pace all'animo spaurito. Il guaio della ragione lasciata senza briglie è che vola troppo alto e perde il contatto con le ragioni delle viscere, la paura dell'estinzione smuove sul fondo tutta la fanghiglia delle inquietudini ancestrali, per cui si può ben dire che anche l'odierno populismo, a suo modo, è un restare umani, troppo umani.

lunedì 8 luglio 2019

Non si tratterebbe né di accoglierli tutti né di affondare le navi, se non fosse che la cortina fumogena dello scontro politico ha ormai completamente oscurato i termini della questione e un problema che necessiterebbe di calma e di sangue freddo finisce invece per essere alla mercé delle isterie e del sangue al naso. E non è nemmeno un problema peculiare del temperamento latino, ovunque, anche alle più anglosassoni delle latitudini, l'isteria ormai la fa da padrona, perché è l'uomo, qua, che ha paura, perché se la porta appresso come le piattole, sicché si potrebbe dire, come lo Schopenhauer, che la vicenda umana è davvero quell'episodio infruttuoso che viene a sconvolgere la beata quiete della non-esistenza, senza timore di essere smentiti. Ritornando al concreto: non c'è un diritto di migrare in Europa in nome di fantomatici valori universali così come non c'è l'invasione degli ultracopri paventata dai nazionalisti e dai dieghi fusari dei piani kalergici allestiti in gran segreto dai giudei naso-adunchi padroni delle Ong, trattasi di due forme complementari di errore.

domenica 7 luglio 2019

Di Pirandello (sto leggendo il Mattia Pascal) e della produzione artistica siciliana in generale salta subito all’occhio questa cosa per cui dove c’è una donna, e malauguratamente anche un uomo, lì c’è pure una tresca, o quantomeno si dà adito a un sospetto, a un pettegolezzo, senza riguardo per il vincolo di parentela: zii, cugini, nipoti, nessuno è al sicuro, tanto meno le nuore, un gran fiorire di figli illegittimi cresciuti più o meno inconsapevolmente dai cornuti, veri scemi del villaggio. Scorre il testosterone a fiumi nella Trinacria, rischiosissimo far cadere la saponetta, si cammina rasente i muri, si aggirano perennemente affamati prototipi dell’uomo buzzanchesco con l’occhio lungo e la mano lesta.

sabato 6 luglio 2019

Non faccio in tempo a mettere la chiave nella toppa, carico di spesa, che squilla il citofono, prendo e dall’altra parte mi giunge una domanda: “Buongiorno, mi chiedevo se lei ritiene che siano colpa di Dio tutte queste cose brutte che succedono al mondo…”. “No”, dico io rassicurante, “non è colpa di Dio… mi scusi, sa, ma devo mettere via la spesa, salve”. Non me la sono sentita di dare la colpa a Dio, poveretto.
Un esempio pratico di incomprensione nella società di oggi: ha preso piede, qui a Como, una particolare figura di migrante operoso, il migrante spazzino. Ansiosi di mostrare le proprie buone intenzioni, non si limitano più a chiedere la monetina ma armati di ramazza e paletta si mettono a ripulire strade e marciapiedi chiedendo in cambio un lavoro. Senonché la loro alacrità è talmente operosa che arrivano sovente a spazzare i piedi dei clienti che entrano ed escono dagli esercizi commerciali, e si sa, chi viene spazzato sui piedi non si sposa. Non solo, a fine lavoro il marciapiede si riempie di sacchettini della spazzatura tirata su senza alcun criterio, sicché i sacchetti devono essere riaperti e passati al vaglio dei netturbini ufficiali che ne suddividono ulteriormente il contenuto a norma di raccolta differenziata. Ieri un esercente si è messo a urlare contro il povero migrante: "Hai rotto i coglioni! Via di qua, non ti voglio più vedere!", così una buona intenzione finisce per non centrare lo scopo che si era prefissa.
Allora abbiamo appurato che in natura non esistono diritti in sé e per sé, che il diritto è un concetto introdotto dalle attività umane e come tale non esprime valori costanti, che non esiste un diritto alla vita in sé, un diritto a nutrirsi in sé, un diritto a migrare in sé, ma solo l'atto del vivere, l'atto del nutrirsi, l'atto del migrare, sicché la pretesa del pensiero illuminista-razionalista, quella di esprimere attraverso il progresso della ragione dei valori assoluti e non negoziabili, non può mantenersi all'altezza dei suoi propositi, seppur lodevoli. Questo è certamente un guaio per tutte le Carole del mondo ma la verità, per tanto terribile che sia, bisogna pur dirsela. Provate a concepire un uomo solo davanti alla natura che urla al mondo: "io ho diritto di vivere!" e vi risulterà evidente tutta la ridicolaggine della questione. 

venerdì 5 luglio 2019

Moglia, quattro case sparpagliate sulla riva destra del Po, una chiesa, un campetto e un caseificio che si occupava anche dei maiali. Con ventimila lire andavo a comprare un etto di prosciutto, mi davano il resto in caramelle. Ero pieno di caramelle, le seminavo per strada come Pollicino, biondo che non sembravo nemmeno io, con le gambette secche che spuntavano dal pantaloncino largo come un mutandone, impossibile perdersi. Avevo le ginocchia costantemente grattate dal rovinoso impatto con il selciato in cemento, delle ellissi perfette, da manuale di geometria. Perché era arrivato il cemento a civilizzare la campagna e una gettata di cemento era allora considerata l'accessorio indispensabile per fare di un cortile di zotici una contrada signorile, rovente d'estate, scivolosa d'inverno, ma che teneva lontana la polvere e permetteva di mantenere lustre le piastrelle del salotto. La cugina di mia nonna, donna di un senso della pulizia impeccabile, per non sporcare la cucina spignattava nel garage e in casa sua si entrava solo muniti di un permesso speciale. Mai ebbi la fortuna di essere introdotto nel mausoleo, mi immaginavo quella casa come un Taj Mahal, lucido come uno specchio, rappresentazione ideale del concetto stesso di pulizia. Lavava anche il selciato di fronte a casa, con la varechina, con una spazzolina grattava via il muschio attorno ai vasi, sicché d'estate, in pieno sole, quel selciato si poteva distinguere anche dallo spazio, più luminoso del lago di Garda. Questa cugina la si poteva vedere camminare coi calzettoni di lana anche d'estate, "perché c'era un po' d'arietta...", era sommamente ipocondriaca e ci manteneva costantemente informati sul colore e la consistenza delle sue feci, quasi fossimo noi degli analisti di laboratorio, e dei bruciori della sua "passerina", come fossimo anche degli urologi. Io rimanevo un po' stranito da tutti quei dettagli, universi sconosciuti che nemmeno avrei voluto conoscere. Ci andammo anche al mare con questa cugina e ci mancò poco che non si portasse appresso lo scialle di lana. Tuttavia era simpatica. Tutta un'altra cosa era la signora G..., donna molto devota, sempre incipriata e profumante di talco come una bambola, che aveva i piedi così gonfi che le uscivano dalle scarpine come dei soufflé, giacché era così trattenuta nei modi che si era messa a trattenere anche i liquidi. Però faceva un delizioso tè al limone, dolcissimo, con talmente tanto zucchero dentro che era sempre lì lì per tramutarsi in budino. Da piccolo mi portava a messa e magari in cuor suo pensava di avermi salvato dalla perniciosa influenza del nonno comunista, macché, ma al mondo l'importante è vivere sereni e mi fa piacere di non averle dato questo dispiacere. Il barbiere faceva in tutto due tagli, corto e a scodella.

mercoledì 3 luglio 2019

Oibò, hanno rilasciato la capitana, e adesso come faremo senza il nostro polpettone? Almeno le soap ci usano la grazia di continuare all'infinito, non ti abbandonano sul più bello, c'è sempre un nipote che sposa la zia, un suocero che impalma la nuora, se il mondo fosse una puntata di Tempesta d'Amore ora staremmo tutti a palpitare per Carola e Matteo, mentre così, converrete, è una noia mortale.

lunedì 1 luglio 2019

Articolo per farsi assumere da Repubblica

Carola Racchette salva i migranti, Greta Thunberg il clima, la forza di due donne che hanno il coraggio di cambiare il mondo, di dire basta, due donne molto diverse fra loro eppure così uguali, unite da una passione comune, quella per l'umanità. Già, l'umanità, una parola che sembra quasi caduta in disuso in questi tempi di egoismo e di crudeltà ma che dobbiamo avere il coraggio di riportare con forza al centro delle nostre vite. Restiamo umani, ripartiamo dai piccoli ma grandi gesti quotidiani che troppo spesso non abbiamo il coraggio di compiere perché distratti dalle nostre esistenze vissute sempre di corsa, e poi l'attenzione per le biodiversità… e a questo punto ci infilo Lady Gaga eroina della causa LGBTQI+... la battaglia contro l'ipossia e le malattie socialmente debilitanti quali, per esempio, l'alitosi e la pecòla, la pel dal cù ca sa descòla… poi butto lì una frase alla Gramellini del tipo "nel silenzio delle parole c'è la grandezza del rapporto tra genitori e figli", per chiudere con un fervorino sulle donne risorse dell'umanità (citare Alexandria Ocasio-Cortez)… insomma, fate l'argo elzeviristi, Carlo Verdelli scansate!
Come al solito, a dire che esiste, che deve esistere, un principio etico superiore che vale per tutti gli esseri umani in stato di bisogno è quello stesso pensiero che non accetta più gli immutabili in tutte le sue forme, che pensa che al mondo tutto sia caduco, che non esiste un'entità garante superiore, e dunque agisce come quello che pretende di costruire un solido edificio su un terreno che lui stesso ha contribuito a rendere friabile, inadatto alle fondamenta. Sei stato tu, o uomo moderno e post-moderno, a irrobustire il mito della provvisorietà delle cose, e adesso che pretendi, che non debba però essere provvisorio il sacro principio dell'accoglienza del migrante? Come diceva quello, non si tratta di valori costanti ma di valori funzionali, sicché, se si vuole far trionfare nella società una certa concezione del bene, occorrerà prima esibire ai committenti una certa idea di funzionalità, con le slide e i suoi bei grafici a torta, e così per il male.