lunedì 30 gennaio 2023
Signori si nasce, non si diventa
domenica 29 gennaio 2023
Le Moire
Hai visto Zelensky che va a Sanremo? Sì, tu devi tener presente che a un certo livello non c'è più niente da salvare, diventa tutto avanspettacolo: Zelensky in mimetica sui fondali in chroma key, Putin Papà Natale che ci salva dai nazisti, Macron e le foto con la barba di un giorno imitando Zelensky, Biden in ipocinesi con gli occhiali da Top Gun, non c'è niente da salvare. Noi del mondo di sotto dobbiamo solo sperare che le misteriose moire che reggono i fili dei nostri destini non abbiamo cucito per noi un bel vestitino di legno, per il resto possiamo benissimo sdegnare tutti questi saltimbanchi affetti da ipertrofia dell'ego e dedicarci a cose più umane, come per esempio le nostre vite, che sono in genere così trascurate.
sabato 28 gennaio 2023
Il giorno della memoria
Il giorno della memoria è un caso lampante di argomento grave che caduto nel tritacarne dell'esposizione mediatica diventa occasione di contegno meccanico e conformista, così accade che la condanna dell'olocausto venga eletta a regoletta generale di bon ton da signore che da una parte ricordano il triste destino occorso agli ebrei, e dall'altra fanno lo slalom fra i questuanti africani perché "io non sono razzista ma questa gente sta diventando davvero troppa".
giovedì 26 gennaio 2023
Sciopero dell'informazione
sabato 21 gennaio 2023
Il grande Odisseo
Non era niente di più che un contadino il Re di Itaca, il grande Odisseo, eppure la sua vita è stata raccontata in versi e in una lingua bellissima e raffinata, più raffinata della povera letteratura che si produce oggi, nell'avanzatissima età della tecnica. Gli dei dell'Olimpo compartecipano delle sofferenze dei mortali, la natura è un palcoscenico regale, il mare un grande animale da cavalcare, nell'epica di Omero c'è già tutta la storia degli uomini, senza bisogno di motori di ricerca e di database. Eppure non si erano laureati, non avevano conseguito un dottorato di ricerca, non avevano sottoposto il loro lavoro alla critica di severissime case editrici, tutta la prima e più grande letteratura del mondo è stata prodotta da uomini semplicemente ispirati. Preferire un uomo che sa scrivere a un dotto senza talento.
giovedì 19 gennaio 2023
Aspettative verso realtà
mercoledì 18 gennaio 2023
Le elezioni regionali
domenica 15 gennaio 2023
Capelli
Non vado dal barbiere da quando è scoppiato il covis, abbiamo preso una macchinetta per i capelli e me li faccio tagliare dalla mia donna, come diceva Ferribotte, femmina barbiera pigghiala per mugliera. Sapeste come sono contento di avere ancora i capelli, onestamente mi vedevo già col parrucchino, tipo Cetto La Qualunque, e invece, mirabile dictu, ho solo un po' di piazza dietro che a guardarmi da sotto in su non si vede neanche. Io da socialista sostengo che i più ricchi dovrebbero pagare le tasse per garantire a tutti adeguati trattamenti tricologici, un popolo che si piace è anche un popolo che esce e spende soldi in crociere e ristoranti, senza contare le ricadute sul terziario (trickle-down, teoria dello sgocciolamento), tutti ne guadagnerebbero, compresi i ricchi. Sicché siamo partiti dai miei capelli e siamo arrivati a discutere teorie keynesiane, questo è quello che intendo per vera filosofia, altro che professoroni.
venerdì 13 gennaio 2023
C'è ancora spazio per la critica?
A me pare che nel nobile sforzo di far trionfare la giustizia planetaria le democrazie occidentali si stiano oggi abbruttendo al punto che nemmeno tutta la chirurgia estetica della transizione ecologica e della cura per l'ambiente sarà alla fine in grado di nascondere la magagna. I canoni estetici si possono imporre, ma davanti allo specchio non si potrà mentire all'infinito. Per vincere l'ingiustizia e far trionfare il Bene, la democrazia sembra ormai derogare con una certa nonchalance a certi suoi principi, facendo passare imposizioni arbitrarie per scelte deliberate che guardano al futuro, un futuro, com'è ovvio che sia, di pace e di prosperità. Ma è in grado di esercitare ancora un'autocritica l'Occidente, o nell'occorrenza della guerra globale contro i suoi nemici ha deciso di derogare ai suoi stessi principi e di trasgredire a qualche regola fondamentale in vista della vittoria finale? Io non vedo più autocritica, e anzi ogni tentativo è soffocato sul nascere mediante un trattamento di reductio ora a Hitler, ora a Putin, ora a Trump, quando si è in guerra la libertà di opinione diventa diserzione, e la discussione una cosa sospetta, e la sola libertà che è concessa è quella elargita molto interessatamente agli aedi delle magnifiche sorti e progressive. Ma alla fine il cerone cola, speriamo solo non troppo tardi.
martedì 10 gennaio 2023
La bionda di Sermide
A Moglia il mattino profumava di tirott cun la siola, il tirotto con la cipolla, una focaccina soffice soffice ricoperta di fragranti fette di cipolla che percolavano succulente su un delizioso strato umettoso (poesia). Noi giovani della Bassa iniziavamo la giornata così, con l'alito che sapeva di cipolla e le dita unte di strutto, del resto le donne non ci cagavano di pezza, con o senza le cipolle, tanto valeva affogare i dispiaceri nel tirotto (lo mangiavano anche le femmine il tirotto e lasciavano tutte le ditate sui quaderni). Erano venuti anche quelli di Telemike a celebrare "la bionda di Sermide", la famosa cipolla dorata p.a.t. che tutto il mondo ci invidiava (dove p.a.t. sta per Prodotti Agroalimentari Tradizionali Lombardi, una specie di girone d'eccellenza della classificazione agroalimentare). Avevano fatto anche lo spettacolino in piazza per la televisione, sembrava fosse sbarcato il Re: sermidesi che giocavano a ping pong con le cipolle, giocolieri di cipolle sui trampoli, cipolle usate come palle da biliardo, e così via. Io veramente avrei preferito che avessero celebrato l'altra specialità locale, il famoso "retato di Sermide", magari facendo a gara a tirarselo in testa e a vedere chi sviene per primo, il meloncino retato che trovate sui banchi dei supermercati del nord (giù no, giù tengono il melone a pane, il cucumis melo, o winter melon). Adesso che mi sono fatto un signorino alla mattina faccio come Hercule Poirot e prendo solo un poco di Earl Grey con una fetta biscottata spalmata di confettura alla fragola, la cipolla mi è diventata roba da plebei.
Mea culpa
sabato 7 gennaio 2023
Stoicismo
Marco Aurelio scriveva nei Ricordi "l'agire gli uni contro gli altri è dunque contro natura, ed è agire siffatto lo scontrarsi e il detestarsi" mentre si trovava in Pannonia per sedare l'ennesima rivolta, e non si serviva certo della penna e della persuasione filosofica, si serviva della XIII Gemina e della XXI Rapax, che non erano esattamente dei club della lettura. Del resto convertire i barbari allo stoicismo in tempo per la caduta dell'impero romano sarebbe stato impossibile, così si decise di tagliarla corta e accopparli seduta stante, quindi sed lex, dura lex: "solo il presente ci è tolto, dato che solo questo abbiamo."
Chiarimenti
venerdì 6 gennaio 2023
Yet here's a spot
Puoi pensarla come vuoi, ma il virus SARS-CoV-2 continuerà a girare, mutare e a moltiplicarsi come fanno tutti i virus della sua specie nonostante i desiderata dell'amministrazione pubblica e i suoi risibili certificati verdi. La cosa più fastidiosa di tutto questo circo, che ci ha ammorbato per due anni e tenta ancora di ammorbarci nell'imminenza del festival di Sanremo, è che ha dato la stura alla vis giudicante di un sacco di persone, giudizi che toccano il privato, con la scusa che anche il privato, per via della pandemia, è diventato pubblico. Il pudore di non giudicare si è perso completamente e anzi si fa a gara a mettere alla gogna, come per togliersi di dosso la rogna gettandola sopra agli altri. Yet here's a spot, c'è ancora una macchia.
La Befana vien di notte
giovedì 5 gennaio 2023
La società ben regolata
L'occidente, con tutte le sue raffinatissime tecniche economiche, sta diventando sempre più un marchingegno che permette al massimo di vivacchiare, a sempre meno outsider verrà data la possibilità di emergere e rompere questo schema perché niente dovrà disturbare la governance delle élite, ovviamente ispirata al bene comune. Una qualsiasi futura invenzione comporterà un tale dispiego di mezzi e di conoscenze che una sua emersione spontanea dal basso sarà pressoché impossibile, e la vita organizzata soffocherà a poco a poco il talento individuale, mentre gli slanci di creatività saranno visti con sospetto e inquadrati in una legislazione regolatrice allo scopo di impedire l'eventualità di ogni concreto cambiamento. È un processo in atto, non c'è una volontà precisa, è un percorso automatico conseguente allo sviluppo delle società. Prendetela come una distopia, nel caso mi sbagliassi, tanto meglio.
Anice
martedì 3 gennaio 2023
Quando eravamo nietzschiani
Passionaccia di (quasi) tutti gli aspiranti filosofi: Friedrich Nietzsche. A vent'anni Nietzsche era la rivolta, il maglio che sbriciolava tutte le convenzioni. Si capiva e non si capiva, l'importante era il senso che gli si voleva dare. Nietzschiani dionisiaci scorrazzavano per i forum di filosofia come satiri alla caccia di giovani prede, scambiando Nietzsche per un pornomane, uno che potendo sarebbe andato in giro a mostrarlo alle signore (impazzito, pare che Nietzsche ballasse e cantasse nudo nella sua stanza, confesso di averlo fatto anch'io, o perlomeno in mutande). Io a quell'epoca facevo il moderatore e dall'alto della mia carica proteggevo le pulzelle dalle villanie dei più scalmanati. Poi, a forza di maturare un senso critico, la comprensione migliorò fino a vederlo per intero, quel Nietzsche, a scorgerci un principio, un filo rosso che univa tutti quei brandelli di pensiero sparsi apparentemente a caso. Se da giovani Nietzsche era il campione della volontà di potenza, identificata con la semplice forza di volontà (volere è potere), leggendo meglio si capiva che la volontà di cui parlava Nietzsche era qualcosa di più schopenhaueriano, con la differenza che in Schopenhauer quella volontà doveva essere spenta, rifiutata, annullata, mentre in Nietzsche accolta, esaltata. Un flusso di energia vitale scorre nel mondo creando incessantemente il caos da cui emergono le cose, scopo del superuomo è farsi attraversare da questo flusso, liberandosi dalle convenzioni che ne limitano l'amperaggio. Ma c'è il fatto che non siamo liberi, siamo frammenti di fato. Il libero arbitrio, per Nietzsche, è un'invenzione di quel giudaismo cristiano che vuole trovare per noi delle colpe, anche originarie, indelebili, per poi indicarci la via della salvezza, ma noi non siamo responsabili di ciò che siamo.
"Nessuno è responsabile della sua esistenza, del suo essere costituito in questo o in quel modo, di trovarsi in quella situazione e in quell'ambiente. [...] Si è necessari, si è un frammento di fato, si appartiene al tutto, si è nel tutto [...] con ciò soltanto è ristabilita l'innocenza del divenire". (Crepuscolo degli Idoli)
E comunque bravi come Nietzsche a scovare i moventi tutt'altro che nobili che ispirano certe virtù ce n'è pochi al mondo.
Scorci mogliesi
A Moglia di Sermide, fissata all'altezza dei piedi nel muro vicino all'entrata, c'era una staffa di ferro che serviva a grattare le suole degli stivali, ricordo dei tempi in cui le strade non erano asfaltate e tornando dai campi si portava in casa la terra grassa e motosa, oppure tornando da una battuta di caccia al fagiano (o alla lepre). Questo prima che la casa fosse ristrutturata secondo i canoni della modernità e il portone di legno fosse sostituito da un più razionale serramento in alluminio. La terra dei campi, dalle nostre parti, aveva consistenza d'argilla, cedeva sotto le suole come sabbia mobile, e non si poteva sostare troppo a lungo in un punto senza sprofondare fino alle caviglie. Seccata, cambiava colore dal nero al grigio, brizzolava, e penetrava nei solchi delle suole indurendo come cemento, sgretolandosi poi a poco a poco e rilasciando a tradimento una specie di farina sulle mattonelle scure, da farci impazzire le donne che dovevano prendere la scopa. Una soluzione sarebbe stata di togliersi gli stivali prima di entrare in casa, ma certe cose l'uomo di quei tempi ancora non le concepiva, sarebbe stato un gesto poco virile (un uomo, che si toglie le scarpe, e magari si mette anche le pattine...). L'arrivo della modernità decretò la fine di questo uso campagnolo e al posto della staffa il geometra vide bene di far correre lungo tutto il perimetro della casa uno zoccolo di marmo screziato, lontano parente del bugnato di palazzo Medici, Firenze, a solo scopo decorativo. Lungo la casa correva anche un marciapiede, cemento finissimo su cui lasciai a più riprese larghe porzioni di ginocchia che si sgrattavano per il lungo come tocchi di parmigiano, facendo fiorire sulle rotule dei grandi ovali rossi sui quali nonna agiva prontamente con l'alcool denaturato. Da bambino inciampavo spesso e volentieri, senza motivo, come se uno spiritello fosse sempre lì a farmi lo sgambetto, e così col tempo imparai ad andare al trotto come un lipizzano, moderando l'entusiasmo della corsa a briglia sciolta. La cementificazione era ritenuta un segno del progresso, se non altro teneva pulito, sporcava piuttosto la terra e tutte le cose che ci crescevano dentro; quando pioveva, poi, era un disastro, e dalla terra riemergeva l'antica vocazione di palude (Moglia di Sermide, la "Moia", cioè bagnata). Calavano certe fumane, certi nebbioni, da non vederci le punte dei nasi, ricordo una notte rischiarata da un lampione che diffondeva la sua luce lattiginosa da qualche punto ipotetico nello spazio, tutt'attorno un indistinto chiarore, come una vista appannata, tentando di localizzare il nonno a voce, come i pipistrelli nella notte. Nonno aveva montato degli speciali fendinebbia sull'Alfasud, poi passati all'Alfa 33 (quadrifoglio oro, molto elegante), dei fendinebbia gialli che se non altro illuminavano la nebbia di un colore diverso, più allegro. L'umidità era un gran problema, saliva su per i muri, si insinuava in camera da letto dove i preti riscaldavano le lenzuola (il prete inteso come scaldino elettrico, anticamente a brace), altrimenti sempre fredde e umidicce. E gli orinali messi sotto ai letti per la notte e un film di Jerry Lewis alla televisione.
lunedì 2 gennaio 2023
Il papa emerito
Faceva notare qualcuno che non si può più nemmeno dire che morto un papa se ne fa un altro, ci hanno davvero preso tutto. Le file oceaniche che registrano le cronache nell'occorrenza di certi eventi, come per esempio la morte di un papa, appunto, o di una regina, non si sa bene quanto siano il frutto di un dispiacere vero o non siano piuttosto da riferire alla prurigine che ci coglie per strada quando vediamo un incidente. C'è anche il gusto di voler assistere a un evento storico e di partecipare a un rito di massa, sono cose scolpite nel DNA della razza umana, impossibile isolarne tutte le sequenze. Muore una brava persona e nessuno se ne accorge, muore uno famoso e gli costruiscono i monumenti, niente di nuovo. Nessuno va più in chiesa ma appena muore un papa diventano tutti vaticanisti. Dell'uomo Joseph Ratzinger ci resta il suo amore per Mozart e per i gatti, e l'incredibile somiglianza con Palpatine, tanto che Ian McDiarmid sarebbe stato un ottimo interprete per un biopic (membro della Royal Shakespeare Company, vincitore di un Laurence Olivier Award, ne avrebbe avuto i titoli, altro che Jud Law). Bruno Vespa avrà già pronto l'instant book. Diceva Joseph Ratzinger proprio a Bruno Vespa, quando lui era ancora cardinale e prefetto della Congregazione per la dottrina della fede, che solo il Signore può licenziare il papa e che Wojtyla doveva restarsene al suo posto fino all'ultimo per testimoniare meglio la sofferenza del mondo. Poi lui con grande coraggio decise di ritirarsi prima del licenziamento, vogliamo fargliene una colpa?