domenica 31 gennaio 2021

Memento

Ricordiamo sempre Zingaretti che al primo annuncio dell'epidemia faceva l'aperitivo sui Navigli con "i giovani" perché «bisogna isolare i focolai ma non bisogna distruggere la vita o diffondere il panico» mentre Matteo Renzi rilanciava il fichissimo #milanononsiferma di Beppe Sala tutti uniti contro le discriminazioni e la paura della pandemia globale (che fessacchiotti, noi, a cacarci sotto), poco distante Salvini che «riapriamo tutto, discoteche e bar», ma tanto Salvini non fa testo, tutti statisti che avranno una sezione dedicata nei libri di storia con una visione del futuro che non va oltre l'apericena. Se domani venisse dichiarato dall'Oms che non ce n'è coviddi ci metterebbero un attimo a calarsi nel nuovo mood e due anni di pandemia verrebbero liquidati in una battuta, perché la politica, come diceva il Leopardi, vive di ciance che durano un giorno, di umori che durano un momento, che in definitiva possono durare anche un ventennio, e il politico deve essere leggero come una piuma. Durkheim si domandava come faceva a stare in piedi la società, non si capisce, ha dell'incredibile, secondo me ci devono avere messo dentro l'autopilota.

sabato 30 gennaio 2021

Shackleton

Shackleton partì per il suo mandato esplorativo al Polo Sud stipando di libri la sua cabina sull'Endurance e il ponte della nave di cucce per i cani da slitta che, secondo i suoi piani, avrebbero dovuto condurlo alla traversata dell'Antartide da mare a mare essendo il polo già stato precedentemente raggiunto dal capitano Amundsen. Sappiamo tutti come andò a finire: l'Endurance, sorpresa dal gelo, rimase intrappolata nei ghiacci del mare di Weddell e per dieci mesi venne trascinata alla deriva verso nordovest. Il 21 novembre 1915 la nave, non resistendo più alla costante pressione della banchisa, sprofondò nel ghiaccio inabissandosi nei pressi del 70º parallelo e costringendo l'equipaggio a una disperata lotta per la sopravvivenza. Riuscirà il capitano Fico a raggiungere non dico l'Antartide, ma anche solo ad approntare l'equipaggio disposto a tentare l'impresa di raggiungere la fine naturale della legislatura resistendo alla pressione dei ghiacci e alla minaccia sempre incombente degli iceberg disseminati a tradimento lungo la sua rotta? Sol l'avvenire ce ne darà conto.

venerdì 29 gennaio 2021

La democrazia in America, ecc. ecc.

Tolto di mezzo Trump, il glitch in the matrix, l'America torna a riorganizzarsi attorno ai due sistemi teoretici principali, e cioè attorno a quelli che vedono dappertutto discriminazioni razziali e pantone alla mano si mettono a classificare tutte le più mutevoli variazioni cromatiche dell'epidermide spiccando en passant la testa di statue che, a conti fatti, nessuno manco se le filava più e alle altre teste quadre dei repubblicani che con la solita pugna difendono i buoni vecchi valori di una volta: la caccia al cerbiatto, la fede in Cristo, la difesa dell'ordine naturale minacciato dalla modernità atea e luciferina. In mezzo, c'è da sperarlo, ci sarebbe tutto un ampio gradiente di sfumature che riflette posizioni più assennate ma per via della forte polarizzazione e del perpetuo clima da osteria che imperversa sui social networks, la gara è a chi le spara più grosse e a chi riesce a spuntarla alla fine del thread di giornata. Tocqueville non viaggiò negli Stati del Sud perché vi notava il persistere dei difetti e delle iniquità tipici dell'Ancien Régime preferendo considerare degli Stati Uniti solo i lati positivi, così son buoni tutti, però.

Indole

Ancora all'epoca di Giuseppe Verdi, a Busseto, nell'Italia riframmentata dal Congresso di Vienna, nel restaurato Ducato di Parma di Piacenza e di Guastalla affidato all'amorevole guida dell'Imperatrice Maria Luigia d'Austria, gli italiani, mai paghi di divisioni, si ridividevano ulteriormente in codini e coccardini, secondo la definizione che diede don Pietro Pettorelli dei seguaci del filarmonico Barezzi, scopritore, finanziatore nonché suocero del Verdi, e del Prevosto Ballarini suo avversario, in ballo il posto d'organista ufficiale del paese. Che Verdi abbia riunito l'Italia assieme al Mazzini e Cavour è opinione generale ma come si vede agli italiani premeva già allora scaldarsi per qualcosa e recitar la commedia per conto proprio piuttosto che darsi da fare per remare uniti in vista di uno scopo comune: lo scopo comune degli italiani si riduce sempre allo scopo di massimo una trentina di individui che trovandosi in numero maggiore tenderanno a ridividersi in fazioni ciascuna con il proprio scopo comune: gli italiani, a lasciarli fare, varerebbero un governo di unità nazionale al mese.

giovedì 28 gennaio 2021

Paura e delirio in canonica

A soffrire di più nella pandemia non sono solo in primis gli anziani, i giovani, le donne e in ultimis i negozi di tagliate i capelli, soffrono anche i sacerdoti. Soli e abbandonati, l'isolamento provoca in loro «tante pesantezze umane, tante fragilità, tante deviazioni, da quelle meno gravi a quelle gravissime, di cui poi non si parla sui giornali». A denunciarlo è uno psichiatra intervenuto sulla rivista di indirizzo dehoniano "Il Regno" di cui l'Ansa ci dà puntuale notizia. I sacerdoti sono sotto pressione, privati del loro gregge, nelle lunghe ore passate nel chiuso delle canoniche, vengono sempre più spesso meno alla regola del celibato che risulta così «diffusamente inosservata e con modalità molto imbarazzanti». Non c'è Decreto Ristori che possa dare sollievo alle loro anime martoriate, se ci tenete alla loro salute andate a trovarli, fategli sentire la vostra vicinanza prima che si diano all'alcool o alla peggio che comincino ad adocchiare con occhio lubrico i parrocchiani, perché c'è molta omosessualità nella Chiesa e i sacerdoti ne parlano sempre più apertamente. Inoltre, secondo un sondaggio avviato fra i sacerdoti dalla Conferenza episcopale francese, il 45% dei preti rivela «una malattia cronica; 2 su 5 esagerano con l'alcool e un 8% è al limite della dipendenza, 6 su 10 sono sovrappeso o a rischio obesità», il 40% autocertifica invece «un basso grado di realizzazione personale». Si consiglia l'uso della cyclette in sagrestia.

mercoledì 27 gennaio 2021

Maneggiare con cura

"Per di più, tutti gli esperimenti in questo campo sono pericolosi, perché si ha a che fare con il materiale più difficile di tutti da trattare, cioè il genere umano, il cui uso è pericoloso quasi quanto quello del fulminato d'oro". 

Arthur Schopenhauer, Sulla teoria del diritto e della politica (Parerga e Paralipomena)

martedì 26 gennaio 2021

Il giorno che salii al Quirinale

Ci fu quella volta che salii anch'io al Quirinale, ci arrivai, se non sbaglio, da Via della Dataria dopo essere passato assieme alle quinte superiori dalla Fontana di Trevi, dove Piero, un compagno di classe poi rimasto ucciso in un incidente alcuni giorni dopo la maturità, prese una sbornia molesta curata a schiaffoni e a caffé forti, sicché giunti al Quirinale era ridivenuto sobrio pur reggendosi a stento sulle gambe, tanto da doversi richiedere l'assistenza, uno per lato, di due centurioni, Daniele, che poi si chiamava Giuseppe, e Pierpaolo, che erano i più svegli della classe (seppure non i più studiosi). Il Presidente della Repubblica, che se non sbaglio era Francesco Cossiga, non mi ricevette solo perché l'Andreotti VII, seppur moribondo, non era ancora caduto sotto i colpi del pool di Mani Pulite, per cui quella volta non mi fu concesso l'onore di servire il Paese. Il colle del Quirinale, abitato in epoca romana dai Quiriti, cioè dai sabini, era popolato fin dall'Età del Ferro, l'attuale Palazzo del Quirinale, già sede del Re d'Italia, fu inizialmente preceduto in loco dalla villa del Cardinale Ippolito d'Este, poi successivamente ampliata da Papa Gregorio XIII, il quale, gradita l'arietta più salubre, decise di farne la sua residenza estiva, e poi quella di tutti i papi. Gli antichi romani vi eressero un santuario dedicato alla triade capitolina, Giove, Giunone e Minerva, quella delle bustine, più svariati altri luoghi di culto, in epoca più tarda Costantino I vi costruì le sue terme ora andate completamente perdute. Quel giorno del 1992 faceva un caldo già più che primaverile, io mi scioglievo dentro una giacca a vento di colore azzurro acceso, però abbastanza comoda di spalle. Sullo spiazzo del Quirinale era in atto il cambio della guardia, non una cosa memorabile mancando i corazzieri dei caratteristici pompon degli euzoni greci o dei copricapi di pelle d'orso delle guardie di Sua Maestà, noi, in compenso, sembravamo dei profughi vestiti con quel che capitava, senza riguardo per gli abbinamenti di colore o le taglie dei vestiti. Passò una Thema dai vetri oscurati e si infilò nel cortile, forse era Andreotti o forse Claudio Martelli, suo vice, era tutto così solenne da sembrare addirittura serio. Di quel giorno ricordo anche il Pantheon e piazza Navona, con la bandiera del Brasile che sventolava dal balcone dell'ambasciata, e forse Trinità dei Monti. Tornati in albergo, un Hotel Agip sulla circonvallazione, ci tennero svegli per tutta la notte, la notte della Prima Repubblica poi diventata Seconda, l'identica solfa ma con due nomi diversi. Qualcuna rimase incinta.

domenica 24 gennaio 2021

San Bergoglio della Sciatica

La sciatalgia di Papa Francesco dev'essere qualcosa di veramente speciale, il suo nervo ischiatico costituirà precedente giurisdizionale quando un giorno verrà dichiarato servo di Dio, poi venerabile, beato e santo, verrà esposto come reliquia per curare gli ammalati di spondilosi e di ernia al disco: San Bergoglio della Sciatica. Del resto se La Stampa pubblica articoli sull'improvvisa dipartita di gattini spentisi di crepacuore attendendo la mamma umana morta di Covid, la sciatalgia di Papa Bergoglio acquista una rilevanza quasi teologica. Io una volta ho avuto la lombalgia ma non ne diedero notizia, mi diedero solo cinque giorni di malattia, ora non so come si regolano in Vaticano, se al Papa glieli contano o glieli fanno figurare come ferie non godute, però mio cugino ha una protrusione discale L5-S1 con riduzione degli spazi intersomatici e interessamento del trigemino che meriterebbe ben più attenzione di quella di Bergoglio, che fra parentesi si pronuncia "Begoghlio", come se faceste i gargarismi.

domenica 17 gennaio 2021

L'ordinanza n. 21

L'irredentismo dell'Alto Adige sta raggiungendo livelli di sfacciataggine inauditi, se non inviamo subito il Generale Diaz a raddrizzarli con il cannone è solo perché non possiamo permetterci in questo momento un'interruzione improvvisa delle forniture di speck. Bolzano sta giocando sporco con le autorità italiane facendo leva sull'ordinanza provinciale n. 21 che rafforza il campo d'azione del Presidente Kompatscher il quale, oltre a rifiutare la zona rossa, starebbe anche meditando di introdurre negli uffici pubblici l'uso obbligatorio dei Lederhosen. Il governo italiano sta tentando proprio in queste ore di raggiungere l'indipendenza prosciuttifera iniettando sul mercato massicci quantitativi di soppressata e culatello di Zibello così da sottrarsi al sordido ricatto dei perfidi mangiapatate, ma i tempi sono stretti e sembra dunque inevitabile che alla fine, come sempre, ci toccherà calare le braghe di fronte allo straniero. Dopo la guerra gli altoatesini di lingua tedesca sperarono nell'unificazione con l'Austria, ma l'accordo De Gasperi-Gruber stabilì che la provincia rimanesse all'Italia in condizioni di autonomia, quell'accordo non s'avea da fare.

venerdì 15 gennaio 2021

Lo scandalo in Olanda, spiegato bene

Anche il governo olandese è caduto, per uno scandalo che qui da noi si stenta a comprenderne il senso: l'agenzia delle entrate ha fatto casino coi bonus bebè e ha mandato sul lastrico centinaia di famiglie olandesi, ma che dico centinaia, decine. Mark Rutte, quello che non ci voleva mollare i soldi, s'è dimesso. Bisogna sapere che in Olanda i bambini sono più rari delle tigri dai denti a sciabola per cui lo Stato ti paga se li metti al mondo, ti risarciscono il danno, tipo una kasko, ma al primo sentore di fregatura ti piomba in casa lo sceriffo di Notthingham, che nel frattempo è stato naturalizzato e può giocare in nazionale con de Vrij, e senza leggerti i tuoi diritti ti prende per i piedi e ti scuote a testa in giù finché non caghi fuori tutti i suoi franchìt. Ecco, questo non si fa, nemmeno in uno Stato simpatico come l'Olanda, perché ci vuole sempre un giusto processo, cosicché il governo si è dimesso, cioè, tipo che nemmeno c'entrava lui direttamente, lo ha fatto così, per cortesia, per Fremdschämen. Tutto un altro côté rispetto al nostro, converrete. In Olanda raddrizzano i bambini a zoccolate.

mercoledì 13 gennaio 2021

Metafora

C'è un tombino sotto casa che quando ci passano sopra con le ruote, giorno e notte, fa un gran casino e trema tutto il condominio, ieri e oggi tutto il giorno a martellare, hanno aggiustato tutti i tombini, tutti tranne quello, perché quel tombino lì cade sotto un'altra giurisdizione, ci vuole un decreto del presidente del consiglio, a sapere quale. Tanto è inutile, quando lo riparano, lo riparano con lo sputo e alla prima pioggia tutto ritorna come prima. Questa vuole essere una metafora della vita.

domenica 10 gennaio 2021

Un bilancio dell'amministrazione Trump

Mancano ancora dieci giorni alla data ufficiale del cambio della guardia alla Casa Bianca, e in questi dieci giorni Trump potrebbe ancora riservarci qualche fuoco d'artificio dei suoi trovandosi di fatto ancora in possesso dei codici nucleari, ma possiamo ugualmente tentare di stilare un bilancio del suo mandato concentrandoci in particolare su ciò che ha fatto di buono: per cominciare Trump non ha fatto guerre, non ha destabilizzato il Medio Oriente preferendo dedicarsi alla destabilizzazione degli Stati Uniti dal loro interno, un merito che gli verrà senz'altro riconosciuto dagli storici. Inoltre, non ha voluto cani alla Casa Bianca risparmiandoci così tutto quel melenso battage mediatico che di solito accompagnava la scelta del "first dog". Aveva inoltre sconfitto la disoccupazione prima che la pandemia intervenisse a rompergli le uova nel paniere, tutti gli americani avevano un lavoro, ad esclusione di quei pochi facinorosi che stavano sempre a manifestare davanti al Congresso o erano impegnati ad abbattere le statue di Lincoln e del generale Custer. Il newyorkese e cittadino Trump ha inoltre stabilito uno stretto legame con le zone rurali, tanto che alla Casa Bianca arrivavano tutti i giorni centinaia di uova fresche e tonnellate di verdure di stagione che Melania prontamente si metteva a pulire prima che si guastassero, certe mangiate di broccoli... Ha inoltre lanciato il blondage ("blond-orange"), la celebre tinta di capelli che costituisce ormai il suo marchio di fabbrica restituendo lustro e dignità alla pratica del riporto. Nel bene e nel male Trump ha dunque dato una sterzata all'immagine americana nel mondo, tanto che si può ben parlare di un prima e un dopo Trump, before and after Trump. In attesa degli ultimi botti, le porgiamo un sentito e caloroso Goodbye, Mr. President, è stato divertente.

sabato 9 gennaio 2021

Attacco alla libertà di espressione

Hanno bannato il povero Trump, dai e dai, alla fine è successo. Se oggi è toccato a Trump, si dice, magari domani toccherà a noi, è un attacco alla libertà di espressione. D'altronde se è lo Stato il problema, come dicono i veri repubblicani, allora tieniti Twitter come fonte di diritto. È una partita persa, e non dico solo quella contro Twitter, ma soprattutto quella di Twitter contro tutti i Trump del mondo: se li lasci fare si sentono legittimati, se li cacci da quella caricatura del consesso civile che sono i social network a maggior ragione si sentono di avere ragione, comunque la si guardi è un gioco a perdere, che non risolve il problema, anzi, lo peggiora. Amen. And Awomen.

venerdì 8 gennaio 2021

Editoriale

Non so se lo lessi in Massa e potere di Canetti o sia un fatto comunemente noto, che nella massa la responsabilità individuale viene per così dire diluita, ripartita fra più persone, e più si è in tanti più ci si sente deresponsabilizzati individualmente e spinti a compiere azioni che da soli non si avrebbe il coraggio di compiere, questo si adatta perfettamente ai fatti di Washington come alle rivolte e alle insurrezioni in generale, andando a coprire tutto l'ampio spettro dei disagi mentali dei supporters di destra e di sinistra. Ieri, per esempio, il truppone liberale in supporto a Trump, in un sussulto di onestà intellettuale, s'è dovuto arrendere all'evidenza esprimendo la più dura condanna per i fatti del Campidoglio. Oggi però già non resiste alla tentazione di ridurre il danno con un grande e sonoro "e allora il Black lives matter?" che riecheggia nella sostanza il pentastellato "e allora il PD?": io vorrei tanto sapere per quale motivo non si possa prescindere nei giudizi da questa forma puerile di ripicca, come se, venuti in casa i nazisti dell'Illinois a pisciarmi sul tappeto, mi si rispondesse a richiesta di chiarimenti: guarda che lo fanno anche i comunisti! Per cui oggi posso ben dire di compatire tanto i fissati della "cancel culture" e gli abatini dell'ideologia "woke" quanto tutta la marmaglia complottista/suprematista sobillata da Trump, sono immune alle sciocchezze e me ne vanto.

giovedì 7 gennaio 2021

La democrazia in America

Mentre in America facevano la rivoluzione noi siamo ancora qui a colorare le regioni coi pennarelli; mentre in America Davy Crockett arrostiva culi di scricciolo sul pulpito del Congresso noi, fedeli al carboidrato, ci troviamo impantanati a discutere di rimpasti e di rimpastini: il gap politico e culturale coi nostri amici d'oltreoceano - che, ricordiamo sempre, ci hanno liberati dai nazisti - è diventato così incolmabile da rasentare il senso del ridicolo. Mai nella storia il Campidoglio americano era stato profanato dalla folla bramosa di libertà, incendiato una volta, sì, ma dalle truppe inglesi nel più ampio scenario della Guerra di indipendenza americana. Fu quella l'occasione per un restyling completo che culminò nell'aggiunta della monumentale cupola in ghisa ad opera dell'architetto Thomas Ustick Walter che prese a modello quella dell'Hôtel des Invalides di Parigi. Certo è che Washington è diventata una città invivibile.