mercoledì 31 maggio 2023

Qui nella bolla di internet è più facile pensarci perfetti uomini di sinistra, brave persone, difensori dei più deboli e delle "minoranze", la creazione di un personaggio migliore di quelli che siamo nella vita reale da spendere su internet per averne un ritorno in termini di immagine, fa bene all'autostima, solo che in un gran numero di casi è tutta autostima per un personaggio fasullo, artificiale, "virtuale". Il pensiero cosiddetto "di sinistra" si specchia troppo in questa vacuità le cui intenzioni sono buone ma i risultati non altrettanto. Un conformismo tutto automatico per i temi preconfezionati della cultura di sinistra anima una pletora di socialisti che si contano sempre in sovrannumero rispetto ai dati reali. Grandi sermoni sulla tolleranza e l'inclusione ci vengono propinati da predicatori itineranti, ma più che a noi pare che si rivolgano sempre a se stessi. Li anima un sottile razzismo per chi vive fuori dalla modernità avanzata dei centri urbani, fuori dai quali si trovano ordinati in vilette a schiera tutti gli ignoranti che votano a destra. Tutti si servono delle stesse donne delle pulizie, ma quelli di sinistra lo fanno con un'umanità tutta speciale. Ripensare i modi della loro attenzione verso i deboli sarebbe troppo faticoso, meglio affidarsi ai pacchetti di idee che si possono trovare già pensate e denocciolate per evitare di spaccarsi i denti su concetti troppo duri. La sinistra in questo modo è diventata una destra camuffata, perfettamente inserita nel mercato e nei meccanismi dello sfruttamento mondiale delle "minoranze", tanto che occorre oggi inondare la gente di spot sui detersivi bio e sul rispetto dell'ambiente per rimbambirla a puntino e sfruttarne il senso di colpa a scopi commerciali.

lunedì 29 maggio 2023

Improvvisamente vi siete riscoperti a definire "voci della sinistra" Luciana Littizzetto e Fabio Fazio, e Lucia Annunziata. Ora, uscite per un attimo dall'incantesimo e guardate la cosa a mente fredda: l'egemonia culturale vi ha preso la mano, dal paradiso del proletariato Antonio Gramsci vi guarda e si domanda perplesso scuotendo la testa: dove ho sbagliato? La verità è che vi fa così dispetto che quelli abbiano vinto le elezioni che sareste disposti a canonizzare come martiri di sinistra anche tutti gli inquilini del Bosco Verticale, nota base logistica di tutti i più importanti testimonial dei diritti dei più deboli. Siete andati in corto, non pensate più bene, vi siete ritrovati a tifare per dei "borghesi" super-referenziati che strappano contratti milionari a televisioni private per non dire assolutamente nulla (se non per farvi la morale, la morale "borghese"). Poi, come già detto, il pesce della lottizzazione puzza dalla testa.

domenica 28 maggio 2023

Quelli di Rai Tre che fanno l'ammuina quando per anni hanno beatamente sguazzato in quello stesso sistema di lottizzazioni che ora, all'intrasatta, denunciano, sicché è voce libera quando la lottizzazione è la loro, pertinente al loro sistema di clientele, e strangolamento della libertà quando lo spoil system è quello degli altri. In mezzo, la collina del disonore della Rai, conquistata da questi e da quelli secondo le occasionali fortune elettorali. Noi ci dobbiamo solo chiedere se il servizio che ci forniscono a turno gli organi di informazione, occupati da questi e da quelli, ci diano davvero un'intellettualmente onesta rappresentazione della realtà, e la risposta è ovviamente no. Finché sarà la politica a fare da editore, destra o sinistra che sia, il criceto dell'informazione libera continuerà a girare a vuoto dentro la sua ruota.

giovedì 25 maggio 2023

Ho rivisto in un flashback tutta la mia presenza decennale su internet e ho provato imbarazzo: ho fatto anch'io il bandierino, mi sono creduto filosofo, ambasciatore della ragione illuminatrice, difensore dei diritti civili e altre cazzate equivalenti. Intendiamoci, la filosofia, la ragione, le mozioni illuminatrici, in sé non sono cazzate, siamo noi che le rendiamo tali, è il mezzo internet, è l'intricato apparato fognario dei social, il giochino osceno dei media che suscita in noi la necessità di schierarci, ci mette in mano una bandiera e poi ci addita: tu sei filorusso, tu novax, tu fascio, omofobo, negatore del riscaldamento globale. Ho visto le menti migliori della mia generazione (e di quelle precedenti) cadere sotto il fuoco di questa artiglieria mediatica che ormai ci investe da tutti i lati. Voglio ritrovare la leggerezza, l'innocenza del pensare e del ragionare.

martedì 23 maggio 2023

Noi che abitiamo nella grande ZTL globale dei paesi cosiddetti sviluppati guardiamo al razzismo e all'inclusione sociale sostanzialmente come dei problemi di scuola, non ci è mai capitato di vivere in una favela o in uno slum subsahariano, non la concepiamo nemmeno come vita, la vera vita degli integrabili che vorremmo includere nella società ci è perlopiù sconosciuta, mediata tutt'al più da qualche documentario o qualche film straniero del circuito indipendente, cinema d'essai, e anzi invece di prenderci la briga di conoscerli calati nelle loro vite reali predisponiamo per loro un bel modello sociale che a conti fatti è il nostro. Qui ogni tanto mi spendo inutilmente per far emergere questa forma introiettata di presunzione, o se volete di prepotenza, che finisce per invalidare il nostro giudizio di occidentali sul mondo, ma pare che venga perlopiù scambiata per cavillosa pignoleria, e quindi amen.

lunedì 22 maggio 2023

La transizione ecologica dovremmo forse farla con le carriole, che sono ancora più ecologiche dell'elettrico, ma siccome siamo europei civilizzati finirebbe che alla guida delle carriole metteremmo dei portantini africani (tutti lavori che l'intelligenza artificiale non vuole più fare), facendoci perdonare al nostro solito modo: affidando ad attori di colore i ruoli principali nei blockbuster (la Fata Turchina, Albino Luciani, Moby Dick), uno spudorato blackwashing che ci permetta di uscirne puliti come il sederino di un cherubino, noi, gli innocenti messaggeri della democrazia, gran maestrini dei diritti civili, paraculi.

venerdì 19 maggio 2023

L'ecologismo mediatico come versione aggiornata dell'antico pensiero religioso: se fino a ieri era Dio che ci puniva per i nostri peccati, oggi è la Natura, dea terribile e senziente, antropomorfizzata, dotata di volontà castigatrice, che ci punisce perché come Prometeo abbiamo rubato la fiamma agli dei e recato oltraggio agli antichi Lari del focolare.

Usciamo da questa forma moderna di animismo: né la Natura intende punirci perché abbiamo fatto i cattivi né la modernità intende recarle oltraggio, basta con questa smielata e sdolcinata retorica della Natura ferita e dell'umanità scellerata, basta con questa alienazione metafisica: la natura non ci guarda, non ci punisce, la natura non è un essere senziente.

Detto questo, cerchiamo senz'altro un modo intelligente di rapportarci con l'ambiente che ci circonda, ma per favore basta con questo drammone di terz'ordine in cui ci mettiamo tutti a compiere le nostre piccole azioni eroiche quotidiane nella speranza di essere risparmiati dalla collera degli elementi, non facciamoci compatire.

(e guai a chi mi incolpa di non fare niente per l'ambiente: faccio regolarmente la mia differenziata, non guido, non fumo e non bevo alcolici, sfido chiunque ad avere un'impronta ecologica migliore della mia).

mercoledì 17 maggio 2023

Ve la ricordate quando Bonelli dei Verdi aveva mostrato in parlamento i sassi dell'Adige in secca? Erano appena due mesi fa. "Lei ride ma la questione della siccità è una questione attuale", aveva replicato Bonelli alla premier che a sua discolpa aveva chiamato in causa nientepopodimenoche Mosè. Ebbene, è finita la siccità, ma siccome il clima impazzito conduce a fenomeni estremi, due mesi dopo la "questione attuale" è il diluvio universale. La colpa è sempre dell'uomo: se fino a ieri era Dio che ci puniva per i nostri peccati, oggi è la Natura che ci punisce per il nostro "elevato impatto ambientale". Sarà mai possibile, giunti al punto in cui siamo, separare la scienza dalla politica e garantirci uno sguardo più obiettivo sul futuro? Non è possibile. In poche ore cade sempre più pioggia che nei 700 anni precedenti, quando non rischiamo tout court l'immediata desertificazione: épater le bourgeois. 17 ottobre 589, rotta della Cucca (Paolo Diacono, Historia Langobardorum, Liber III, 23-24): 

«In quel tempo ci fu un diluvio d'acqua [...] che si ritiene non ci fosse stato dal tempo di Noè. Furono ridotti in rovina campagne e borghi, ci furono grosse perdite di vite umane e animali. Furono spazzati via i sentieri e distrutte le strade; il livello dell'Adige salì fino a raggiungere le finestre superiori della basilica di San Zeno martire, che si trova fuori le mura della città di Verona [...] Anche una parte delle mura della stessa città di Verona fu distrutta dall'inondazione.»

Ci trovavamo allora a 1200 anni dalla rivoluzione industriale.

domenica 14 maggio 2023

Leggevo di sfuggita la polemica che ha coinvolto il prof. Rovelli, che trovo interessante nel suo ambito di studio, il modello di un universo atemporale, ma che per qualche ragione legata presumo al suo ethos (ethos anthropoi daimon), al di fuori del suo ambito indossa la divisa dell'intellettuale con i sandali (per una suggestione francescana i sandali costituiscono un accessorio imprescindibile del trovarobato di sinistra) ed esprime concetti piuttosto elementari in linea con i dettami di un certo pacifismo hippie (mettete dei fiori nei vostri cannoni). La cosa sgradevole è che tali dichiarazioni ormai perlopiù innocue vengano subito stigmatizzate come si trattasse di pericolosissime eresie ("il professor Rovelli è filorusso!, forse è pure novax!"), d'altronde viviamo ormai in uno stato di nevrastenia permanente in cui un'escursione termica di appena quattro gradi è sufficiente per strillare al "crollo termico". L'hanno pure escluso, dice il professore Rovelli, da un incontro che si doveva tenere non so dove perché le sue posizioni sull'Ucraina sono state giudicate "controverse" (salvo forse ritrattare). Io non voglio vivere in un mondo in cui bisogna presentare il patentino di filo-ucrainismo per essere giudicati idonei ad esprimere un qualsiasi pensiero, questa è ideologia, non è più libertà.

Da piccolo non prestavo molta attenzione al mangiare, anzi, ero particolarmente difficile, "al magna minga sto putìn!" ("putìn" con l'accento sulla "ì"), e per forza che non mangiavo minga, guardavo al cibo con sospetto, mi sembrava innaturale mettere dentro delle cose che prima erano state là fuori, in mezzo a tutte quelle cose sporche e pericolose, e poi non avevo mai fame, mangiare era un contrattempo che interrompeva i giochi e le fantasticherie, e adesso che sono vecchio mi rendo conto di ritornare a poco poco a quell'antico stato di inappetenza speculativa. Non prestavo molta attenzione al mangiare perché le cose che mangiavo mi sembravano cose ovvie e date una volta per tutte, mica mi immaginavo che un giorno non le avrei mangiate più, per esempio i tortellini della nonna, i favetti, il sugul, i cotechini, le granite fatte in casa con il macinino del ghiaccio, una specie di ovone di Pasqua a manovella, tutto colorato come una carabattola del Sottsass, la poltiglia di ghiaccio ridotta a schegge (per avere un'idea delle schegge vedi "Il naufragio della speranza", Caspar David Friedrich) condita con gli sciroppi Fabbri all'orrida menta o alla fantastica amarena. Mia nonna, che da buona mantovana non conosceva l'uso del sugo di pomodoro, si era fatta dare la ricetta dalla nonna di Scalea, che il guagliunello mangiava solo la pasta cu u zugo. Perché la mia nonna di Mantova era una perfetta custode delle tradizioni ma era anche aperta alle novità pur di far mangiare il suo putìn. Mi manca adesso, per esempio, il sapore degli gnocchi alla veneta, con lo zucchero e la cannella e il parmigiano reggiano, affogati, sguazzanti nel burro come i turtei sguasarot sguazzavano nella riduzione di vino rosso e chiodi di garofano (il ripieno di castagne). È brutta cosa la modernità quando significa solo cancellazione cretina dell'antica sapienzialità cucinaria, in quest'epoca di pazzi ci mancavano solo gli idioti del progresso.

mercoledì 10 maggio 2023

The Biggest Ball of Twine

Prima di dormire giochiamo a quel gioco dove bisogna indovinare gli stati americani, scopriamo un sacco di cose interessanti, per esempio che Topeka è la capitale del Kansas e che la maggior attrazione dello Stato è il più grande gomitolo di spago, the Biggest Ball of Twine, conservato a Cawker City, luogo di interesse nazionale. In molti rivendicano il record mondiale del più grande gomitolo di spago e tutti si trovano entro i confini degli Stati Uniti. Per esempio a Bruxelles nessuno si è mai preso la briga di mettersi a filare il più grande gomitolo di spago, e nemmeno a Ceprano o a Busto Arsizio, ci troviamo al cospetto di una vera eccellenza americana. A Darwin, Minnesota, è possibile ammirare il più grande gomitolo di spago in fibra vegetale avvolto da una sola persona. A Lake Nebagamon, Wisconsin, un signore ha lavorato dal '79 fino alla sua morte (gennaio 2023) al più pesante gomitolo di spago del mondo, il suo peso sfiora gli 11,000 kg (24,160 libbre). Dopo la sua morte la comunità ha chiesto e ottenuto tramite una raccolta fondi il trasferimento della preziosa reliquia presso le sale del locale municipio cittadino. Il gomitolo ha anche un suo fratellino minore che si chiama "Junior". Per il più grande gomitolo di filo di nylon bisogna invece recarsi a Branson, in Missouri. Siamo nelle mani di un branco di pazzi.

martedì 9 maggio 2023

Ormai il green washing è diventato una tecnica di marketing, addirittura sul sito dell'OVS si premurano di farti sapere quanta acqua è stata consumata per produrre quel certo modello di pantaloncino, fatto sta che io quel pantaloncino poi non l'ho comprato e mi sono sentito pure in colpa, perché ormai quell'acqua è stata consumata ed è come se a causa mia fosse andata sprecata (fra l'altro non esiste più il cotone leggero, per qualche remota ragione è stato deciso che il riscaldamento globale lo dovremo affrontare in pantaloncini di fustagno felpato). Io capisco che otto miliardi di persone devono trovare il modo di convivere in equilibrio col pianeta, ma qui siamo alla millanteria interessata, fanno tutto per il pianeta ma giusto per farci sentire filantropi, psicologia elementare, mentre io vorrei trovare semplicemente dei pantaloncini di lino possibilmente che non pizzichino troppo il sedere, e invece trovo solo pigiami. 

sabato 6 maggio 2023

L'aria è de tutti

Anni fa ho lavorato con un venditore per cui gli uomini si dividevano principalmente in due categorie: quelli che ti vogliono fregare e quelli che in effetti ti fregano. Il suo mondo era popolato da sempre incombenti manici di scopa che volteggiavano come spiritelli attorno al capo in attesa di consustanziarsi in colossali inculate. È legge di natura che qualcuno ti vuole fregare, soprattutto nel mondo degli affari, che perlopiù è popolato da gente rispettabile. Io ai suoi occhi dovevo apparigli come appena sceso dalla montagna del sapone, non c'era neanche gusto ad accanirsi contro di me, come allo scemo del villaggio che dopo un po' ti fa perfino un po' pena. Si deve vivere davvero male con la sensazione sempre incombente di qualcuno che ti rincorre con un manico di scopa, e non per dartelo in testa. Era romano ("Che te sto a toccà?" scherzava agitandomi il dito a un centimetro dalla faccia, "l'aria è de tutti").

mercoledì 3 maggio 2023

Tecniche di lavaggio del mondo libero

Su internet c'è questa ridicola corsa a ridefinire ucraini tutti gli artisti russi, perfino a quelli che ucraini non sono tentano di affibbiare qualche antenato ucraino, l'ucrainità è diventata improvvisamente una virtù, anche Gengis Khan, a guardare bene, aveva degli antenati ucraini. L'operazione è molto semplice per Bulgakov e Gogol, e per Kazimir Malevich, "un pittore, insegnante e urbanista russo poi sovietico, di origini polacche, nato nel Governatorato di Kiev dell'Impero russo", che tuttavia ha la grave colpa di aver fondato la corrente artistica del Suprematismo (russo). Con Nabokov invece non ci sono problemi perché "naturalizzato statunitense" e per giunta esule con padre assassinato da generici attentatori "antiliberali". Finirà che quando avremo finalmente conquistato la Russia alla causa del "mondo libero", dalle Nazioni Unite partirà l'ordine di cambiarle nome in Asia Occidentale perché si perda definitivamente ogni memoria di questo popolo di mostri che non ha mai smesso di mangiarsi i bambini.

lunedì 1 maggio 2023

La nausea

La nausea di scrivere di primo maggio il primo maggio, di venticinque aprile il venticinque aprile, di cavar ogni volta il sugo dalla ciccia esausta, i doodle di Google, le giornate mondiali del [segue stronzata mondiale a caso], i discorsi scipiti delle alte cariche dello Stato, gli accenti romaneschi ministerialeschi (ora l'inverno del nosdro sgondendo è divendado gloriosa esdade soddo quesdo sole di Yorg), l'articoletto di routine scritto uguale cambia solo l'anno (l'AI già scrive gli editoriali del Corriere, e sono già più brillanti di Severgnini). Che il lavoro intellettuale finisca per essere sostituito dagli algoritmi è la logica conseguenza di un impoverimento generale del materiale cerebrale che è stato progettato e perseguito negli anni con scientifica perseveranza.