domenica 31 dicembre 2023


Il mio pezzo preferito per il trenino di capodanno:
Jazz Carneval
Azymuth
(1979)

e buon anno

sabato 30 dicembre 2023

Io e l'alcol non siamo molto amici, però a volte, attirato dal bei colori gialli della bottiglia, mi viene voglia di assaggiare un po' di Strega, oppure di annusare l'Amaro del Capo; il whisky, invece, solo sulle ferite, come i cowboy quando devono estrarre una pallottola (si strappa un lembo di camicia dal braccio e se lo mette in bocca, per fare da bite dentale). La mia tecnica per lo Strega e per tutti i distillati che abbiano una gradazione alcolica superiore ai 12 gradi, è di appoggiare il labbro femmineo al bicchierino e di far evaporare l'alcol all'esterno, inalando poi l'aroma col naso, come se fosse un Vicks Vaporub. È dura la vita dei maschi Beta, scherzati fin da piccoli, virilità sempre messa in discussione, pochi peli in faccia, io nel far west avrei potuto fare giusto il chierichetto o il prete, e anche così mi sarei trovato in difficoltà nel passaggio della transustanziazione del vino (ma le chiese riformate bevono vino durante l'eucarestia? boh). (ma la fanno l'eucarestia? boh). (magari a Santa Fe, o a Lafayette). (questa cosa del flusso di coscienza alla Mr Bloom mi sta prendendo un po' la mano). Ho in progetto di assaggiare anche la vodka, ma sempre con la tecnica precedentemente detta "del Vicks Vaporub": mi spalmo la vodka sul petto e poi la inalo di notte.

venerdì 29 dicembre 2023

 - Sì, disse Mr Bloom, e un'altra cosa a cui ho pensato spesso, ci vorrebbero dei tram funerari municipali come quelli che ci sono a Milano, sapete. Portare la linea fin davanti ai cancelli del cimitero e fare dei tram speciali, feretro, carrozza e tutto quanto. Capite cosa intendo?

Sesto episodio, Ade

Con l'apertura del Cimitero Maggiore, avvenuta nel 1895, venne istituito un servizio tranviario dedicato da parte dell'allora SAO (per conto del Comune) per il trasporto delle salme dalla stazione funebre appositamente allestita in via Bramante al cimitero. [...] Le stesse vetture erano state realizzate molto più eleganti, essendo peraltro costate 20.000 lire a tram. Le vetture rimorchiate, inoltre, erano più lunghe e si presentavano a salone, con sedili in velluto e vetri smerigliati; erano inoltre dotate di riscaldamento per l'inverno e ventilatori per l'estate. (wikipedia)

I milanesi, gente pratica, sono citati anche nell'Ulisse di Joyce. Non fatelo sapere a Sala e al milanese imbruttito, però, sennò non smettono più di menarcela, ci fanno andare al camposanto in carro funebre elettrico, il massimo dell'ecochic.

mercoledì 27 dicembre 2023

Sul conflitto palestinese come sull'Ucraina io smetterei per pudore di fare analisi, la macchina di morte è ormai così ben oliata e così mortifera per la povera gente che ha la sfortuna di capitarci sotto, che la petulanza dei mezzi d'informazione, con i loro lanci, con le loro news of the day, con le loro tecniche giornalistiche, finiscono per diventare pornografia. Ancora a bilanciare, noi, in punta di fioretto, i rischi e i benefici di una necessaria azione di risposta israeliana (e cosa c'è di non necessario al mondo? in un certo senso tutto lo è), mentre lì la gente crepa per davvero, mica ha il problema di smaltire il cenone di Natale o di indignarsi per i pandori di Sua Influenza Chiara Ferragni, la nostra è la condizione di quei borghesi di cui parlava Savinio in Nuova Enciclopedia alla voce "Borghesia":

Perché il borghese – il borghese «ultimo» – non si contenta più della vita comoda, sicura e pigra, ma vuole anche godere delle sofferenze altrui, come a rinforzare il proprio benessere. Non posso dimenticare una vignetta pubblicata nel corso della Grande Guerra da non so più quale giornale francese, nella quale era terribilmente messo in luce questo orrendo sentimento del borghese. Si vedevano due grassi borghesi, marito e moglie seduti a una tavola sulla quale era stato consumato un lauto pranzo, in compagnia di un povero vecchio stravolto dal dolore. E la didascalia diceva per bocca del borghese: «E ora, brav’uomo, che vi abbiamo rifocillato, raccontateci un po’ il massacro della vostra famiglia e la rovina della vostra casa».

domenica 24 dicembre 2023

Buon Natale d'orgoglio

Che sia un Natale di orgoglio. Ma che ci è successo a noi italiani che dobbiamo sempre manifestare l'orgoglio di essere italiani? Più si tira in ballo, questo orgoglio, e più s'insinua il sospetto in quelli che ci guardano che ne abbiamo combinata una di talmente grossa, di essere così intrinsecamente miserrimi, da doverci appellare tutte le volte all'orgoglio nazionale per rialzarci. Meloni, pensi per lei, io non devo essere orgoglioso di niente, niente per cui riabilitarmi agli occhi della storia. Colgo dunque l'occasione per porgervi i più sentiti auguri di un Buon Natale d'orgoglio.

sabato 23 dicembre 2023

Aquiloni, violini, piedi scalzi

(stream of consciousness). Il vignettista satirico alla Mauro Biani, per intenderci, "illustratore, vignettista, educatore professionale", sempre così semplice, assertivo, facile nei suoi calembours che devono far pensare, il disegno stile Banksy, va da sé, o per dire anche Massimo Bucchi, ecc. Ne ho vista una di Biani sulle donne: grande tema civile le donne, i loro diritti, o quello che noi uomini dovremmo pensare delle donne, e per le donne, e che anche le donne dovrebbero pensare per loro stesse, sempre con quel sapore sdolcinato, smielato, da bigliettino per la festa delle donne, paternalismo travestito da educazione civile, con la donna ritratta coi capelli al vento, a piedi scalzi e gonnellone, magari con un aquilone, o un violino, la donna come se la immaginano nei film iraniani immaginati dai cineasti romani, le donne di Roma città aperta (piedi scalzi donna buona, tacco dodici corrotta dal berlusconismo). Testo della vignetta: donna con violino e capelli al vento: "Bella Ciao". In lingua persiana. Un'altra: donna a piedi scalzi e gonnellone: "Le nostre donne" È tutto qui. E non sono "vostre" anche queste donne che disegnate, pensate a tavolino (a tavoletta) prendendo a modello la categoria dell'edificante, dell'ammaestramento civile? Iraniane che ho conosciuto io: Bmw Mini Cooper, no piedi scalzi, Nike, giubbotto della Everlast, montatura occhiali Gucci, donne a piedi scalzi solo nei sogni pedagogico-educativi di Biani.

giovedì 21 dicembre 2023

Sui pacchetti di biscotti, ormai, il ritorno alla natura, tutto sulla stessa confezione: con 100% farina integrale, ricchi di fibre, impastati coi piedi, con farro integrale croccante, senza olio di palma, con grano tenero da agricoltura solidale, senza zuccheri aggiunti, con zucchero di canna integrale biologico, macinato a denti, più piccoli, più grandi, più buoni, più nuovi, antica ricetta, nuova ricetta, insomma, non sanno più cosa fare per rifilarteli come genuini, una coda di paglia lunga un chilometro tra bio, solidale, integrale, sostenibile, rustico, interamente compensato, tracce di senape, ecc. (ormai le tracce di senape si trovano ovunque, pure nel detersivo per la lana), e poi in tutto questo dagli alla Ferragni perché ha fatto pubblicità ingannevole, certo, è solo lei il problema, il panettone, dagli al panettone. Va detto: alla pubblicità va concessa un po' di licenza poetica, sennò non funziona, è come sul curriculum vitae: ottima conoscenza dell'inglese parlato e scritto, e poi si scopre che lo parla come Renzi (first reaction: shock).

Coiffeur incredibile quello di Meloni, sempre bella, sempre bionda, shatushante in Italia come all'estero, lo stesso coiffeur di Crosetto che fra parentesi è biondo pure lui, ma notasi di meno. Anzi l'aspetto esteriore, oltre ad essere la parte più appariscente, è diventata ormai anche la parte più consistente dell'azione di governo, così come dell'opposizione (l'armocromista nuova figura di consigliere politico, nuovo cardinal Richelieu). Vanity Fair ormai fa le veci della pagina politica del Corriere e il Corriere fa le veci della sezione gossip di Vanity Fair: tutto si tiene. Colori formidabili quelli di Schlein, in tailleur o doppiopetto, una camicia sbarazzina per la buona stagione, Meloni in pantaloni a plissé (mi correggo, a palazzo) ideali per correggere la generosità dei fianchi: abbiamo le idee, abbiamo i programmi.

mercoledì 20 dicembre 2023

Primi!

Diceva: porteremo l'Italia sul primo gradino del podio. Ok, ma s'è capito poi di cosa? Calcio, tennis, bocce, corsa sui cammelli? Qualcosa di più italico, il foro, la pizza: la pizza più buona del mondo: primi! Si trova nelle Langhe la botte più grande del mondo: primi! Il record di palline su un singolo cono gelato: primi! Il più alto Babbo Natale di cacao: primi! I primati nazionali.

martedì 19 dicembre 2023

Si scansi Atreju, addio femminicidi, arriva la Crisi del Mar Rosso che fa alzare alle stelle i prezzi di gas e petrolio, un bel alibi per dichiararsi incolpevoli di fronte ai rincari (e Putin? quello era il colpevole dell'anno scorso, quest'anno si porta il medio-oriente). Gli Houthi, chi sono costoro? Da carneadi a villains of the valley nel giro di una notte, illuminati dai riflettori della storia si considerino ufficialmente spacciati, attenzionati dall'occidente i nemici dell'umanità hanno le ore contate ("Usa, coalizione anti Houthi. Tra 10 Paesi anche l'Italia: si occuperà del catering").

lunedì 18 dicembre 2023

Le gioie del metafraste

In Lotofagi, quinto episodio, una delle parti più divertenti da voltare:

"Si alzò. Oibò. Quei due bottoni del mio panciotto rimasti aperti tutto il tempo. Alle donne piace. Non te lo diranno mai. Ma noi. Mi scusi, signorina, c’è (fff!) solo una (fff!) piumetta. Oppure la gonna dietro, con l'abbottonatura slacciata. Fugaci bagliori di luna. Si seccano se non. Perché non me l’hai detto prima. Mi piaci di più se sei arruffata. Fortuna che non era più a sud."

Non capivo, lì per lì, quelle tre "f", poi compreso che si trattava di un'onomatopea, a rileggerlo nella sua geometrica precisione, ho cominciato a ridere dentro come un matto. È come un mantra. Poi quell'abbottonatura slacciata, i fugaci bagliori di luna. Mooning lo chiamano gli inglesi, e non ve lo spiego, ma Wikipedia ci fornisce un riferimento alto: «e pure alzasi e mostrolli il culo» (Masuccio Salernitano, Il Novellino, XXXV). "Mi piaci di più se sei arruffata". La donna in disordine è più sexy, ma lei non capisce o non ci crede abbastanza. "Fortuna che non era più a sud".

Mito delle origini

In Calipso, l'episodio della colazione di Mr Bloom, si cita questa ebraica "compagnia di piantatori", Agendath Netaim, che nel 1904 attraverso annunci sui giornali ti permetteva (prometteva) di: 

"Acquistare dal governo turco tratti di sabbia abbandonati e piantarci alberi di eucalipto. Eccellenti per fare ombra, combustibile e da costruzione. Aranceti e immensi campi di meloni a nord di Giaffa. Tu paghi ottanta marchi e loro piantano per te un dunam di terreno con olive, arance, mandorle e cedri. Le olive sono più economiche: gli aranceti necessitano di irrigazione artificiale. Tutti gli anni ti spediscono una parte del raccolto. Il tuo nome iscritto a vita come possidente nei registri dell’associazione. Puoi pagare dieci subito e il resto a rate annuali. Bleibtreustrasse 34, Berlin, W. 15." 

Si cita anche l'antecedente figura di Mosé Montefiore, miliardario sefardita italiano, poi naturalizzato inglese, che fece fortuna a Londra come banchiere, nominato baronetto dalla regina Vittoria, quindi filantropo nella seconda parte della sua vita con lo scopo di migliorare la condizione generale degli ebrei nel mondo, di emanciparli, di restituire loro dignità e libertà.

"Sul finire degli anni Trenta compì un nuovo viaggio in Terra Santa, dopo aver attraversato le principali città italiane e soggiornato a Roma, dove studiò le condizioni della locale comunità ebraica. Obiettivo di questo secondo viaggio in Palestina fu introdurre nuove tecniche agricole e favorire lo sviluppo economico." (Treccani)

Alla ricerca della sua personale terra promessa ("la fattoria modello a Kinnereth, sulle rive del lago di Tiberiade"), Mr Bloom fantastica quadretti orientali da cartolina, esotismi alla Jean-Léon Gérôme, il pittore dei mercanti delle schiave. 

"Da qualche parte in oriente: mattino presto: partenza all’alba. Viaggiando per il mondo in anticipo sul sole, rubandogli un giorno di marcia. Avanti così e tecnicamente non invecchi mai di un giorno. Camminare lungo una spiaggia, terra straniera, raggiungere una porta della città, [...] Vagare per strade piene di tende. Facce inturbantate che passano. Antri scuri i negozi di tappeti, un grande omone, Turko il Terribile, seduto a gambe incrociate, che fuma un narghilè. Per le strade le urla dei negozianti. Bevono acqua aromatizzata al finocchio, sorbetto."

Rifugio sicuro, avere una propria terra, frutta esotica, i palmeti, caldo, mollezze orientali: il mito delle origini.

La storia infinita, la storia sfinita

Che due zebedei che ci hanno fatto con 'sto Atreju, la scoperta dell'acqua tiepida. Lo fanno dal 1998, poi dal 2005 su Tocqueville, l'aggregatore di blog liberali, la città dei liberti affrancati dalla schiavitù culturale della sinistra. C'era Vecchioni da Gramellini che ci teneva la sua consueta lezioncina: diceva che Michael Ende si starà rivoltando nella tomba, La Storia Infinita: Atreju combatte contro l'avanzante nulla che minaccia il regno di Fantàsia, l'avanzante nulla di cui Atreju (la kermesse) e la trasmissione di Gramellini sono esempi geometrici. Si citava Heidegger, non l'Heidegger dei quaderni neri, l'Heidegger della sinistra, Essere e Nulla (quello era Sartre però), Parmenide, "l'essere è, il non essere non è" (ripetuto due volte senza dare nozione del contesto, calato iperuranicamente dall'alto come una frase misterica, i riti orfici). Adesso citerà Severino, dicevo io, macché, solo narcisistica ostentazione di nozionismo da scuola media superiore. Ad Atreju c'era Elon Musk, l'iconico Elon Musk, nuovo Trump, il pericoloso Musk, con l'intelligenza artificiale, i missili su Marte, le auto che vanno a flusso catalizzatore. Da Gramellini c'era Bertinotti che sparava su Elon Musk, colpevole di ricchezza e di sovranismo etnico: fate figli, sennò qui ci sostituiscono. Pure Elon Musk, miliardario che ambisce a cambiare l'umanità, filantropo del picio, l'innovatore Elon Musk, il geniale Elon Musk: il nulla avanza, inesorabile, nella forma di questa brodaglia, di queste ciance che durano un giorno, La storia infinita, la storia sfinita.

mercoledì 13 dicembre 2023

Mi fanno: vogliamo sapere la tua opinione. Oh che carini, ci si sente anche importanti, quantomeno tenuti in considerazione, e noi per ricambiare la gentilezza solertemente la nostra opinione gliela diamo, a gratis. Un bel giorno uno si stufa e dice: ok, però mi pagate. Vedi come cambiano subito registro. Da tanta considerazione che avevi quando gliela dovevi dare gratis (l'opinione), alla richiesta di denaro ti scaricano come l'ultimo dei pirla: vedi questo che vuole anche essere pagato, ma chi sei? Sapete come si dice: fidat no dei danai e i doni afferenti.

martedì 12 dicembre 2023

Intervallo della partita, su un altro canale c'è Augias che a domanda risponde che nei momenti di crisi la destra è più brava a cavalcare la paura, mentre la sinistra, buona com'è, arranca impotente. Candido Augias. Io a questa impotenza della sinistra che per etica personale non cavalca le paure credo poco, anzi, la sinistra in quanto a capacità di tuffarsi in area quando vede l'occasione non ha rivali, chiagni e fotti da manuale. Ognuno cavalca le paure che può, nel caso della sinistra ora il populismo, ora il sovranismo, ora qualsiasi cosa che può far passare per discesa dei barbari a devastare l'ideale città del sole di cui si sono nominati unici ambasciatori.

Il flusso di notizie ormai mi è diventato insopportabile, c'è una tale dose di ammaestramento, di precettistica elementare, un breviario morale per sciampiste (povere sciampiste, non è giusto che ci vadano sempre di mezzo. Ne ricordo per esempio una che mentre mi faceva i capelli mi illustrava le teorie economiche di Vilfredo Pareto, le dormite che mi sono fatto, mi svegliavano giusto per pagare). Di solito non seguo i notiziari, ma ogni tanto ci capito mio malgrado e allora sento sgorgarmi dentro una specie di distacco buddista, una laetitia animi in tutto simile al nirvana: laetitia, animi diffusio; tristitia, animi contractio; cupiditas, animi progressio; timor, animi fuga est* (non fate caso al latinorum, ho copiato da internet, ho la maturità contabile). Di fronte alla follia del mondo la nostra opinione è un esercizio di narcisismo, serve a niente, tutt'al più serve ai furbacchioni per imbastirci sopra un fatturato con la scusa dell'agorà digitale.

*Sant'Agostino, In Evangelium Ioannis tractatus, XLI - L

"bisogna eliminare i fossili"

Adesso la parola d'ordine è "bisogna eliminare i fossili", e tutte le volte mi si apre questa fantasticheria di orde di ecologisti che muniti di picconi entrano nei musei dedicati al pleistocene e con zelo da iconoclasti distruggono tutti i fossili che gli capitano sotto tiro. Ma che vi hanno fatto i fossili? Se ne stanno lì quieti quieti, pietrificati, innocui scheletrini, ripotarti alla luce da pazienti archeologi con piccozze e scopettini, violati nell'intimità della loro morte per essere esposti al pubblico come meraviglie della scienza, lasciateli in pace, non vi hanno fatto niente. A tal proposito, nell'uso di abbreviare i termini per comodità giornalistica, ci viene in aiuto, come sempre, un passo di Savinio:

Abbiamo detto «la Divina Commedia». Taluni dicono «la Commedia», ma non è semplicità: è forma manieristica e irriverente, simile a quella di chiamare ostentatamente un personaggio illustre col suo solo nome di battesimo. Ero un giorno del 1924 al Teatro Odescalchi, che allora si stava costruendo a Roma. Entra un piccolo giornalista e grida: «Ciao, Luigi!». Mi volto: «Luigi» era Luigi Pirandello. Senza contare quel che di stupidamente pretenzioso è in queste forme abbreviate: dire «la Nona» per «la Nona sinfonia di Beethoven», o in diverso campo dire «ho preso il letto» per indicare che si è preso uno scompartimento a una sola cuccetta sul convoglio notturno Roma-Milano. Lodevole è la brevità, solo che essa agisce anche sull’intelligenza, che inesorabilmente abbrevia.

Alberto Savinio, Narrate, uomini, la vostra storia (Arnoldo Böcklin)

venerdì 8 dicembre 2023

Traduco molto in questo periodo, è un'attività intima e molto gratificante, come quando da ragazzo mi mettevo a costruire astronavi e casette con i lego, sono nel mio elemento. Abbiamo bisogno di occupazioni del genere noi che siamo più in confidenza con la vita di dentro che con quella di fuori. Abbiamo anche trovato un libro di Savinio bellissimo, Diario Calabrese, una raccolta di suoi articoli per il Corriere della Sera riproposti senza gli accomodamenti della censura nell'occorrenza delle elezioni del 1948. I redattori del Corriere erano dei poverini già nel 1948, leggendo Savinio se ne ha la certezza diretta (su tutte una omerica "vacca del sole" corretta con "vacca al sole"). Lo leggiamo alla sera prima di dormire restando incantanti dalle continue trovate che ti costringono a tenere l'intelligenza sempre appicciata, e ridiamo anche, come matti, non esattamente una camomilla, ma non riusciamo proprio a resistere. Per fortuna non lo insegnano nelle scuole. Il mondo è forza bruta, numero, sciame di locuste, la fiammella tremolante dell'intelligenza va custodita con cura prima che si spenga definitivamente scomparendo per sempre dalla faccia della terra.

Questa ricerca propiziatoria della luna destra, io la ripeto ogni mese. Certuni mi domandano con stupore come mai io, uomo intelligente, tengo dietro a siffatte superstizioni da donnicciola. Credono costoro che l’intelligenza dissipa il metafisico della vita. Se così fosse, quale uomo intelligente accetterebbe di essere intelligente?

A. Savinio, Partita Rimandata. Diario Calabrese, Rubettino editore.

giovedì 7 dicembre 2023

Nel libretto italiano del Don Carlo ricorre questa parola, "avel", avello, e io per scherzare avevo detto "sarà dove ci lavi i piatti", e invece vuol dire tomba, sepolcro. Poi però andando a vedere meglio, avello deriverebbe proprio dal latino labellum, "vaschetta", e quindi poi alla fine pure a fare lo scemo non ci ero andato così lontano.

martedì 5 dicembre 2023

Turetta potrà assistere ai funerali in tv, mostruosa possibilità, dimenticandoci che è un po' mostruoso anche che sia fatto public broadcasting di un funerale, disponibile anche su maxischermo allestito all'esterno della basilica. La morbosità dell'assassino che sdilinquisce in quella dell'apparato sanzionatore, ricorda Arancia meccanica, ma Arancia meccanica non ricorda più niente a nessuno. Nell'ostentazione pubblica del dolore privato una hybris, un'impostura che ho sempre trovato stonata, nei riti dell'esecrazione collettiva e nel concetto di pena esemplare come caso speciale deciso a furor di popolo della legge uguale per tutti.