mercoledì 27 dicembre 2023

Sul conflitto palestinese come sull'Ucraina io smetterei per pudore di fare analisi, la macchina di morte è ormai così ben oliata e così mortifera per la povera gente che ha la sfortuna di capitarci sotto, che la petulanza dei mezzi d'informazione, con i loro lanci, con le loro news of the day, con le loro tecniche giornalistiche, finiscono per diventare pornografia. Ancora a bilanciare, noi, in punta di fioretto, i rischi e i benefici di una necessaria azione di risposta israeliana (e cosa c'è di non necessario al mondo? in un certo senso tutto lo è), mentre lì la gente crepa per davvero, mica ha il problema di smaltire il cenone di Natale o di indignarsi per i pandori di Sua Influenza Chiara Ferragni, la nostra è la condizione di quei borghesi di cui parlava Savinio in Nuova Enciclopedia alla voce "Borghesia":

Perché il borghese – il borghese «ultimo» – non si contenta più della vita comoda, sicura e pigra, ma vuole anche godere delle sofferenze altrui, come a rinforzare il proprio benessere. Non posso dimenticare una vignetta pubblicata nel corso della Grande Guerra da non so più quale giornale francese, nella quale era terribilmente messo in luce questo orrendo sentimento del borghese. Si vedevano due grassi borghesi, marito e moglie seduti a una tavola sulla quale era stato consumato un lauto pranzo, in compagnia di un povero vecchio stravolto dal dolore. E la didascalia diceva per bocca del borghese: «E ora, brav’uomo, che vi abbiamo rifocillato, raccontateci un po’ il massacro della vostra famiglia e la rovina della vostra casa».

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