sabato 29 febbraio 2020

Sympathy

Leggevamo il Post di Luca Sofri, il più intelligente giornalista del mondo, quando arrivati in calce all'articolo abbiamo trovato scritto:

Questo articolo, potevamo scriverlo peggio. Potevamo verificare meno, essere meno chiari, pubblicarlo meno precipitosamente. Stare meno attenti. Molti fanno così, per ragioni loro: al Post preferiamo cercare di fare le cose bene. Col tuo aiuto: Abbonati.

Gli otto euro li ho dirottati su una prosciutto e funghi: chiede meno e rende di più. 

Il disaccordo fra i luminari della virologia

A constatare il disaccordo fra luminari della virologia, ciascuno con la sua certezza messa in discussione dall'altro, viene davvero da pensare che abbia ragione Vattimo, che la verità è debole e che non esistono fatti, solo interpretazioni. Ma sicuramente è che l'incontrovertibile lavora su un piano diverso, su un piano logico-razionale che precede anche la scienza e i suoi dibattiti: esiste certamente un virus influenzale più tignoso di altri, esiste un disaccordo attorno al valore da attribuire a questo virus in termini di minaccia e di pericolosità, esiste la paura che ingigantisce la minaccia mano a mano che si avvicina concretamente alle nostre vite, esiste certamente questo panico, il quale cresce nella misura in cui la scienza che salva risulta ancora impotente, perché questo ci preme in quanto uomini del presente, di avere potere sufficiente per scacciare le minacce, e quando questo potere non ci è dato ed è più statisticamente probabile cadere vittima della natura matrigna, ci sentiamo come traditi, arrabbiati e vittime di una insopportabile ingiustizia: non siamo ancora quei superuomini che ci pensiamo, la scienza è grande ma è un rimedio ancora insufficiente.

mercoledì 26 febbraio 2020

L'infettivologia brancola nel buio

La pista dei centri massaggi cinesi come mezzo di propagazione del virus è intrigante assai anche come ipotesi da ultima spiaggia visto che come tutti sanno i servizi ivi erogati non si limitano alle semplici e professionali imposizioni delle mano sulle cervicali dolenti ma approdano tacitamente al vero e proprio scambio culturale con la partecipata implicazione dei fluidi seminali, sicché questi sedicenti centri benessere si configurerebbero come una vera e propria internazionale del contagio con ramificazioni in ogni settore produttivo e una capillare presenza sul territorio che manco i circoli del PD. Se è vero dunque che sono prima gli uomini ad essere dei gran porconi nondimeno è verità che l'industrioso spirito imprenditoriale asiatico trova sempre il modo di venire incontro alle sofisticate esigenze della clientela riempendole il trogolo fino all'orlo. Dunque fake news, leggenda metropolitana? L'infettivologia brancola nel buio.

martedì 25 febbraio 2020

Ci hanno rotto tanto le balle ai filosofi per via del noto disaccordo fra le dottrine e oggi fra i grandi scienziati della virologia non ce n'è uno che sia d'accordo con l'altro, e se ce n'è uno è per simpatia, perché sono amici fra di loro via internet. Ditecene una che sia una, una, non dieci diverse, e prima è la peste, e dopo un semplice giradito, contrordine, è come l'ebola, ma va, è un semplice raffreddore. Noi comuni mortali intanto zitti per paura di farci brutta figura, che il nostro agitarci ci rende ridicoli agli occhi dei grandi sienziati, nel frattempo raccomandiamo l'anima ai santi nell'attesa che smettano di strepitare i fanti: finché se ne stanno tutti in televisione chi ci rimane a studiare il vaccino?

lunedì 24 febbraio 2020

1348

Cronaca della peste del 1348 in Firenze tratta in forma di sunto dal Boccaccio Giovanni, Decameron:

Non vale alcun senno o umano provvedimento per fermare la peste in Firenze: purgata dalle immondizie, fatto divieto ufficiale di entrare ed uscire dalla città, dati molti consigli sulla conservazione della sanità e condotte innumerevoli processioni, la peste dilaga senza ritegno. Non come in oriente, dove alla gente sanguinava il naso, ma nella forma di enfiature all'inguine e sotto le ditella, in apparenza di mela od uovo, che alcuni chiamavano gavòccioli (bubboni), che si trasformavano poi in macchie nere e livide sintomo di morte imminente entro il terzo giorno. Alla cura di queste infermità non valeva né virtù di medico né consiglio o medicina, a guisa che i medici erano fioriti in gran quantità anche fra le persone che mai avevano studiato medicina, e col tempo non solo il contagio si trasmetteva con la sola vicinanza ai malati, ma pure toccando i loro indumenti e la malattia passava dagli uomini agli animali, e viceversa. Si cominciò a schifare e fuggire gli infermi, fratelli abbandonavano i loro fratelli e così le madri i figli, alcuni sani si rinchiudevano in casa, altri si davano senza ritegno al bere senza sperar nel domani, godendo il più possibile in opinione contraria alle raccomandazioni e beffandosi dei medici e della medicina, lasciando per giunta le loro case incustodite che venivano da altri occupate, altri ancora girando per strada con certe spezie nel naso a mo' di remedio, o per non sentire il puzzo dei morti. Non mancarono poi quelli che fuggirono dalle città ritornando dai parenti in campagna, così portando il morbo e distribuendolo anche fuori le mura... 

Già Boccaccio lamentava la fioritura improvvisa in tempi di peste dei

medicanti (de' quali, oltre al numero degli scienziati, così di femine come d'uomini senza avere alcuna dottrina di medicina avuta giammai, era il numero divenuto grandissimo)

Il pattern è identico perché identico è l'uomo e la paura di crepare.

domenica 23 febbraio 2020

Otto cinesi in fuga

Il coronavirus sta tirando fuori il meglio dall'informazione, ieri per esempio la supercool testata giornalistica di Wired Italia dava per certo che il contagio fosse partito dal famoso paziente zero, o ground zero, sottolineando in grassetto che si trattava di un **manager italiano**, stronzo, egoista, magari pure leghista, che ignaro di tutto ha preso un Tachiflu e ha sconfitto il virus, alla faccia di chi si accaniva contro la Cina, e via di battutine taglienti su Twitter, che dell'infosfera è la cloaca dirimpettaia a Facebook, oggi che pare che il famoso paziente zero il coronavirus non l'abbia mai incontrato nemmeno di striscio spunta l'inquietante ipotesi che sia partito tutto da un misterioso gruppetto di otto cinesi, otto, non uno di più né uno di meno, che bellamente se ne vanno in giro ad appestare i laboriosi abitatori del nord. Ma annatevene affanculo, ridicoli.

sabato 22 febbraio 2020

In attesa che l'illustre ma un poco lenta macchina della scienza moderna si metta in moto affidiamo le nostre povere anime a San Rocco, protettore degli appestati. 

venerdì 21 febbraio 2020

Codogno

Quando ero giovane e percorrevo abitualmente la Milano-Mantova-Suzzara-Ferrara Codogno era lo snodo principale, il turning point che suddivideva la Lombardia industriale da quella rurale, a Codogno si svoltava verso Cremona, tant'è che sui biglietti era specificato espressamente "Milano-Mantova via Codogno", e adesso di Codogno, epicentro del contagio, non resta più niente, una città fantasma al pari di Chernobyl e Fukushima, che tristezza.

mercoledì 19 febbraio 2020

L'intelligente medio

L'attuale pensiero tipicamente progressista è diventato talmente conformista, nel senso di conforme a certi automatismi acritici del pensiero - però ugualmente pensati come l'approdo di un pensiero sempre criticabile -, che è diventato irricevibile anche per l'uomo comune che di tali sottigliezze del pensiero non se ne occupa affatto. All'uomo comune, sopraffatto da tutto l'ampio spettro di inquietudini del suo tempo, l'uomo "saputo", le cui migliori interpretazioni ci sono date dai direttori illuminati di certe testate giornalistiche online o dall'intera filiera dell'informazione del canale tre, non solo non può dare risposte ma non gliele vuole dare, quasi si trovasse al cospetto, lui, homo sapiens sapiens, di un genere neanderthaliano inferiore al suo. È il noto problema della snobberia intellettuale, praticata da intellettuali che hanno raggiunto una certa posizione sociale grazie alla loro intellettualità tuttavia molto conformista, per cui possiamo dire con Alberto Savinio che in certi casi l'intelligente medio fa ancora più danni, con la sua pretesa intelligenza, dell'ignorante puro.

τραγῳδία

Comunque terribili questi antichi greci, sbagliavano a cagliare la feta e se si mettevano in testa che era stato per colpa di Artemide che si era messa in urto con loro ci mettevano un attimo a sacrificare le figlie più giovani e una dozzina di capre, facevano una strage, poi il formaggio gli veniva bene ed erano tutti contenti di aver ritrovato il favore degli dèi, io per esempio conoscevo un antico greco che non gli veniva mai la carbonara che aveva sterminato tutta la famiglia, e tieni presente che ancora non gli veniva.

lunedì 17 febbraio 2020

Volevo fare il premier delle nazioni inglesi così nessuno capiva che facevo, vestire bene e non andare sempre in crisi e invece cambio maggioranza per ogni scemo, "stai sereno" me l'hai detto tu, ma non mi piace più, ma non mi piace più, ma non mi piace.

giovedì 13 febbraio 2020

Bisogna essere davvero uomini senza sangue per non fare salti di gioia alla notizia dell'autorizzazione a procedere nei confronti di Salvini, oppure semplicemente affetti da paralisi motoria, e bisogna essere veramente degli ignavi a non interessarsi di tutto questo polverone sollevato sulla prescrizione, tanto più che è accompagnato da una gustosissima ipotesi di crisi di governo, che per i media è come la processione di Santa Rosa, con le luci, i portantini e il baldacchino parato a festa, che a Mentana e Bruno Vespa tutte le volte gli piglia il rapimento mistico e sensuale e attaccono a menare il bigolo con gli intrighi e i retroscena di palazzo e a stiracchiarla per le lunghe come se ad ogni lancio d'agenzia ci trovassimo di fonte alla Storia, quella con la "s" maiuscola, e che invece di Buonafede e Renzi ci trovassimo al cospetto di Napoleone e il Duca di Wellington: ma fatela finita.

mercoledì 12 febbraio 2020

Miserie della filosofia: chi ha dato alla scienza i suoi concetti

La filosofia è considerata dai suoi detrattori come un'inesauribile fonte di panzane metafisiche, favolette equiparabili a meri voli pindarici che non hanno alcun contatto con la realtà. E veramente nel corso delle sue millenarie peregrinazioni la filosofia ha prodotto innumerevoli castelli di carta, sicché a un certo punto si è inteso gettare il bambino con l'acqua sporca e demandare il compito di fare chiarezza sul mondo a quella scienza sperimentale nata da una sua stessa costola. Ma anche la scienza sperimentale il suo concetto di esperienza lo ha tratto dalla filosofia, che precede con la sua riflessione, più o meno manifesta, il significato stesso dei fatti. Che cos'è un'esperienza? Qualcosa che accade, ma il senso di quel qualcosa e di quel accadere, qui inteso proprio nella sua pura forma e non nel suo significato storico e sociale, non viene preso in considerazione dalla scienza che si mantiene giustamente indifferente riguardo la questione in ragione dei suoi validissimi scopi.

Miserie della filosofia: una regina che si crede mendicante

Il guaio della filosofia attuale è che si è fatta talmente impressionare dalla scienza e dai suoi prodigi che non pensa più di essere in grado di dire alcunché sulla realtà in sé e per sé, affida oramai alla scienza il compito di farsi messaggero della verità mentre lei dilegua mestamente in sociologia e chiacchiera umanistica ritirandosi in campi che non le rendono onore, perché scopo della filosofia è pensare invece il fondamento stesso di tutte le altre discipline e il suo rintanarsi tremebonda in solo alcune di quelle rappresenta la più palese ammissione della sua impotenza. Ma è davvero così impotente la filosofia? La filosofia si crede impotente ma non lo è, mantiene immutata la forza per dire la sua, ma non l'intende. In altri termini, la filosofia avrebbe ancora giurisdizione su ogni campo dello scibile, essendo di ogni scibile il presupposto, ma è come sentisse di avere perso la sua reputazione e non si crede più degna di occuparsene. La filosofia è la scienza del sapere e sul sapere mantiene immutata la sua sovranità.

sabato 8 febbraio 2020

Tu devi approcciare la politica come mio zio guidava in autostrada, cioè sempre tenendo d'occhio non la macchina che aveva davanti, ma quella davanti a quella davanti, così da avere sempre abbastanza tempo di reazione in caso di problema, sicché tu guarda già al governo di centrodestra e come batterlo, sempre che tu voglia prenderti la briga di farlo, io direi di lasciar scorrere, che tutto gira nell'eterno pirlare.
La canzone era pure bellina ma come al solito Morgan si crede Mozart in missione per conto di Apollo musico, sicché il suo io ipertrofico finisce sempre per sotterrare la canzone sotto certi capriccetti da diva che fanno solo ridere perché in ultima analisi non c'è la diva, e nemmeno Mozart. È un peccato, perché se stesse nel suo canzoncine buone potrebbe sfornarne a secchiate, e più belle di quelle di Gabbiani, ma niente, schiavo del suo karma.

venerdì 7 febbraio 2020

Leggendo quella parte dei Parerga di Schopenhauer che sono gli Aforismi sulla saggezza del vivere ci si trova si fronte a un uomo che ha già capito come funziona il mondo, cioè di come questo sia quel gomitolo di concause che emerge dal continuo confronto fra pressioni sociali esterne e architettura caratteriale interna. Ora, mi sorprende come quel suo dichiarato allievo che è Nietzsche, a suo dire finissimo psicologo, di come si sta al mondo non ci abbia capito niente. Barricato dentro il suo caratteruccio infantile, romanticone e un po' fregnone, pomposo fino alla nausea, per tutta la vita se ne andò a caccia della bella morte, cioè sublimare in un dio greco, cioè rincitrullire senza speranza. Questo dimostra ancora una volta, a mio modo di vedere, l'intrinseca superiorità del maestro sull'allievo più celebrato, e poi, celebrato da chi? Dai pensatori della seconda metà del novecento, vale a dire gente in stato di confusione permanente.

giovedì 6 febbraio 2020

Mi son rovinato le orecchie con l'opera e adesso non riesco più a godermi il festival di Sanremo, la musica leggera mi attraversa i padiglioni senza fermarsi, come un rapido alla stazione di Casalpusterlengo. Meno male che c'è Fiorello che ci fa davvero sganasciare dalle risate con il suo scanzonato umorismo, è una fortuna che abbia fatto carriera in televisione, soprattutto per i suoi compaesani che altrimenti se lo sarebbero ritrovato fra i coglioni da mane a sera a fare l'imitazione di Maria De Filippi mentre giocano a scopa.

mercoledì 5 febbraio 2020

Per il punto di vista empirico delle altre scienze è convenientissimo assumere il mondo oggettivo come semplicemente esistente: non così per quello della filosofia, che come tale deve risalire ai principi e alle origini. Solo la coscienza è data immediatamente, perciò il fondamento della filosofia è limitato ai fatti della coscienza: ossia essa è essenzialmente idealistica. Il realismo, che trova credito presso l'intelletto incolto, perché si dà l'aria di essere aderente ai fatti, prende addirittura come punto di partenza un'ipotesi arbitraria ed è perciò un edificio di vento campato in aria, perché sorvola o rinnega il primissimo fatto: che, cioè, tutto ciò che noi conosciamo si trova nella coscienza.

Schopenhauer, Il mondo come Volontà e Rappresentazione

"Il realismo, che trova credito presso l'intelletto incolto, perché si dà l'aria di essere aderente ai fatti"
Il Festival di Sanremo è indubbiamente uno specchio dell'anima, di quale anima si tratti è meglio non sapere.