martedì 25 febbraio 2014

Ecco, in questo preciso momento ho un'altra crisi di senso, ultimamente ne soffro quasi tutti i giorni. Per non tediare oltremodo il gentile lettore aggiungerò che non scrivo più con la stessa frequenza di un tempo poiché l'argomento sarebbe poi sempre lo stesso, inutile aggiungere dell'altro. E poi non sia mai che qualcuno passasse di qui e ne prendesse spunto per suicidarsi, mi sentirei in colpa e non sarebbe giusto. Però personalmente mi sto avvicinando a una dimensione di sconsolata apatia, priva di stimoli e di speranze. Ogni tanto mi si spalanca improvvisamente un baratro poi altrattentato rapidamente si richiude. Forse dovrei riempirmi le tasche di sassi e lasciarmi annegare, ma le grandi masse d'acqua mi inquietano e poi fa freddo, magari d'estate... e il pensiero del veleno balenò seducente nella testa tormentata del procuratore. Continuo a provare una certa invidia per i bipedi che non si fanno di questi problemi, un'esitenza spendibile, passata ad allontanare il pensiero dell'enorme disparità che sussiste fra l'incommensurabile eternità della morte e l'insignificante brevità della vita. Che poi noi qui si stia per giunta a valutare la durata di un governo della sfolgorante repubblica italiana, be', consentitemi, è cosa veramente paradossale.

lunedì 24 febbraio 2014


In fondo siamo tutti seguaci del fabianesimo, più influenti del gruppo Bilderberg, più subdoli dei Sette Savi di Sion. Nostro scopo è nutrirci del capitalismo per cacare il socialismo, pragmatici più che utopici, lupi travestiti da agnelli, temporaggiamo e conquistiamo, come Quinto Fabio Massimo al cospetto di Annibale Barca. A Lenin e al comunismo preferiamo il riformismo, logorare e calmierare, sfiancare e ipnotizzare, conquistare dall'interno e l'irsuta bestia capitalista si troverà tramutata in docile agnellino senza sapere ne quando ne come. State all'occhio, state sereni, mazel tov.

domenica 23 febbraio 2014

«Mia mamma pare non abbia rinnovato la tessera del Pd, la mia compagna vota a sinistra come minimo Sel e vuole che io sia lo Tsipras italiano. Capite come sono messo». *

Il Civati è fortemente sotto stress, braccato dalle istanze del popolo, inseguito fin dentro il talamo. Sarebbe tentato di togliere la fiducia a Renzi ma non vorrebbe uscire dal PD. Non so quanto potrà durare dilaniato dal dilemma, perdere la fidanzata o perdere il PD? Scontentare la mamma o scontentare Renzi? Non vorrei essere nei suoi panni. Cosa ci sarà alla sinistra di Sel di così allettante, quali proposte, quali piani ben congeniati in grado di salvare il mondo? Tsipras e Mujica due fari nella notte, Miliband già troppo borghese. Civati fu perfino tentato di fondare il "nuovo centro-sinistra", l'ennesimo, operazione speculare al "nuovo centro-destra", e su quale basi, di grazia? Vedete anche voi come sia difficile dare una fisionomia a un solo partito, figurarsi cercare di crearne un'altra capace di distinguersi quel tanto che basti per essere riconsciuta una volta stampata su una scheda elettorale. Queste fughe a sinistra non si sa bene cosa significhino, che stiamo a vagheggiare? Boh, che so, qualcosa di diverso, un nuovo modo di essere di sinistra, una nuova speranza (se a Renzi piacciono Holly e Benji, a noi piace Daitarn III), andremo a cercarci i nuovi eroi del popolo nei più remoti angoli del Perù... e dunque giunti a questo punto la domanda è: che nuova sinistra andate cercando?
Ripeto, perché essere prevenuti su Renzi? Non già perché Renzi sia un campione, ma perché Cuperlo, Civati e Letta, cosa potranno mai darci di più? Da un pezzo non soffro più di nostalgia dell'avvenire, guarito dalla malattia vedo le cose più chiaramente, e cioè un unico e indistinto grigiore. Indistinguibile il mero cambio di stile da un ipotetico cambio di passo che si giochi su questioni più concrete, indistinguibile la buona politica da quella meno buona (anche lo spread vive di vita propria, non è un indicatore affidabile). E non c'è alcun ritorno alla purezza di una vagheggiata e fantomatica "sinistra" che ci potrà salvare, contenitore di tutti gli archetipi e dei luoghi comuni riguardanti gli uomini di buona volontà in lotta contro gli oppressori, spazio utopico e velleitario, reame di Nùmenor e dei cavalieri della Tavola Rotonda. A noi principalmente interessa che l'economia giri, e se non per tutti almeno per noi, a noi interessa disporre di un android a buon mercato, o non mi vorrete dire che nel paradiso del proletariato ci sarà posto solo per i telefoni a manovella? E' il paradosso del rivoluzionario: tanto fai per emancipare il proletariato che quello ti diventa borghese.

martedì 18 febbraio 2014

I romani già si credevano all'apice del progresso civile, per non dire dei greci, e guarda cosa gli è capitato: tutti morti. Morti i romani, morti i greci, morti gli dei, morti i condottieri e gli augustei, un'immane carneficina. Se sic transit gloria mundi allora è proprio il caso di dirlo. E così anche noi, nel caso ci credessimo all'apice di qualche cosa. Se il patrizio si credeva elegante in tunichetta e dignitoso nel portamento, be', sappia che oggi giusto gli hare krishna e il chitarrista degli Area. Questa enorme montagna di cadaveri, ne più e ne meno la storia, mi conduce dritto alla giusta misura delle cose. Non vorrei insistere, ma è proprio l'insistere nel crederci un qualche cosa, portatori di diritti e di lagnanze, di felicità e di speranze, che è proprio il significato più abberrante che possiamo dare all'esistenza, in realtà non valiamo proprio un bel niente e la morte è l'unico attributo che ci conviene.

 Dicendo; "Addio sole!"
Cleombroto d'Ambracia
Da un alto muro
Si gettò nell'Ade
Non gli era capitato alcun male
Che fosse degno di morte;
Aveva solo letto
Uno scritto di Platone;
Quello intorno all'anima

(Callimaco, Epigrammi, XXIII)

lunedì 17 febbraio 2014

Una riforma al mese da qui al 2018 fanno in totale più o meno 45-46 riforme, non a caso a scuola lo chiamavano "il bomba" (tenetelo ben a mente quando non ci saranno più filosofi in circolazione, che certe sagaci ossevazioni difficilmente potrebbero spuntare dal cilindro di uno scienziato, dice Galimerti che non sono tanto svegli, mancano d'esprit de finesse, sebbene per calcolcare il numero ci sia voluto anche un certo esprit de géométrie).

domenica 16 febbraio 2014

Ho sentito che la filosofia sta lentamente scomparendo dalle scuole secondarie, meglio, così non ho rimpianti. La filosofia deve ritornare ad essere un passatempo, come il giardinaggio, come fu per Marco Aurelio, il quale da un lato si cimentava con il greco e dall'altro attendeva alla difesa del limes. Diventeremo una setta, ci ritroveremo vestiti da Socrate e da Leibniz alle convention cosplay, ci scambieremo vecchi trattati di filosofia come fossero vinili, presto i miei libri di Severino varranno quanto un disco degli Stooges (intendiamoci, Tautòtes in edizione Adelphi già vale quanto il White Album dei Beatles in edizione malgascia).

Si lamentavano in particolare Giovanni Reale e il professor Vattimo, così lontani e così vicini, se la prendevano con la scienza e la tecnica, tutte cose già scritte e sentite, Galimberti docet. E che ci possiamo fare? Non è proprio la filosofia che insegna che tutto passa, che cambia lo spirito dei tempi, che passano gli alimenti, le mogli, i santi e i malcontenti? La scienza è la filosofia che si è data un criterio stabile, quello empirico e matematico. E non è forse una forma di empirismo anche la fenomenologia, da cui muove Heidegger e le successive reincarnazioni, non è proprio Vattimo che ha inteso testimoniare questo fatale indebolimento della filosofia? Ma insomma, che si lamentano? Tutto frana perché è destino che frani, è la filosofia stessa che s'è scavata la fossa.

sabato 15 febbraio 2014

Dopotutto non sarei poi così prevenuto su Renzi, voglio dire, piuttosto che Cuperlo e i placidi traghettatori zen... un vero leader dovrebbe tentare di indirizzare gli eventi e non di lasciarseli scorrere addosso, non è forse la politica la dimensione del potere e del voler potere? Piuttosto stupirà lo straniero questa assoluta nonchalance con la quale a un leader ne succede un altro, senza una regola precisa che ne regoli l'alternanza, come ai tempi dell'impero romano, quando a un Eliogabalo e a un Settimio Severo non si capiva bene chi doveva succedere e l'anarchia regnava sovrana. Dice il saggio: dopotutto in Italia non votiamo per eleggere un Primo Ministro ma un Parlamento e fintantoché in Parlamento vi è una maggioranza disposta a sostenerla risulta legittima qualsiasi investitura, che sia quella di Pippo, Pluto o Ulpio Claudio Paperino. Compito primario di Renzi sarà dunque quello di svuotare il Senato delle sue prerogative in modo che esso non entri troppo in conflitto con l'organo reggente ma anzi ne avalli e ne sostenga l'azione e ne promuova l'immagine e i contenuti: la rinascita passa dall'Impero, la rivoluzione della bellezza fra Dante e Twitter (quella vecchia storia per la quale gli elettori votano con la coalizione anche il suo leader è questione oramai superata, il leader regge se non diviene ostaggio del parlamento, vi è infatti un'evidente asimmetria fra la dinamicità degli emicicli e la staticità dei capi di coalizione, qualcuno qui si ricorda di Bersani o di Berlusconi?).

Secondo il principio di sovrapposizione una particella subatomica, finché non viene misurata, si trova nella sovrapposizione di tutti i suoi stati possibili. E' un principio controintuitivo che contravviene a quello di non-contraddizione, gli esperimenti hanno confermato che si tratta di uno stato reale e non ipotetico, realmente la materia si comporta così a livelli microscopici, la realtà si crea letteralmente davanti ai nostri occhi nella misura in cui la percepiamo.

Ma il principio vale anche su scala macroscopica e ve lo voglio dimostrare con un bell'esempio pratico: Matteo Renzi è stato visto stasera allo Stadio Franchi di Firenze a seguire uno di quei moderni combattimenti gladiatorii che cadono sotto il nome di "partite di pallone". Qualcuno di voi obietterà: «ma non si trovava a Roma?». Dipende. Matteo Renzi, finché non viene inquadrato dalle televisioni, si trova come tutti noi nella sovrapposizione di tutti i suoi stati possibili, ubiquo ai canali, onnipresente su gli affari luminosi. Qualcuno l'ha visto al Nazareno, altri a Milano, qualcun'altro l'ha segnalato sul Monte Rosa, Renzi, come gli altri prima di lui, esisterà nella misura in cui verrà inquadrato. Non è ancora premier che già s'è fatto prendere da quella frenesia per cui presto sarà praticamente impossibile stabilirne posizione e velocità nel medesimo rispetto, si moltiplicherà sugli schermi, sui twitter e sulla radio a reti unificate per consustanziazione degli uffici stampa, l'Obama italiano, the brash young major of Naples (che tanto per gli americani siamo tutti di Napoli, e al massimo "de Roma").

Che tristezza, la grande tristezza. State sereni.

domenica 9 febbraio 2014

Tò pân mêchar

La mia opinione è che sono "gettato", per usare un termine tanto caro agli epigoni di Heidegger, in una struttura che lascia poco spazio al movimento, condizionato come sono da retaggi culturali, storie personali, fattori contingenti e naturali, ragion di stato e di pagnotta, per cui l'unica via di uscita mi pare il disprezzo, come già fu per Schopenhauer pur non avendo davanti a me alcun Hegel, rinvigorito dalla convinzione che non c'è ragione di preferire gli altri a se stessi, e così vale per tutti. Non so se è la forza o la rassegnazione che mi spinge ad accettare questa condizione generale per ciò che è, e cioè la miracolosa, fortuita e incidentale emersione di un essere dal nulla, tanto fragile che in qualsiasi momento, così com'è emerso, potrebbe di nuovo inabissarsi, senza che medici, scienziati e tantomeno filosofi possano opporvi un rimedio. Sono sempre più convinto che realmente la vita non abbia alcun senso, anche al netto delle nevrosi personali e degli squilibri psichici e mentali, e perciò che nemmeno abbia alcun senso darsene pena (semmai te la fanno venire gli altri, quando vorrebbero convincerti con il loro bell'esempio che un senso ce l'ha!).

sabato 8 febbraio 2014

Se partite dai pacchetti d'onda per risalire fino agli atomi, e poi dalle catene di atomi fino alle molecole e dalle molecole alle cellule e poi più su, fino agli organi ben formati, a un certo punto accadrà che vi troverete di fronte individui delle sembianze di Renzi, Letta, Alfano, Grillo e Berlusconi, e capirete come sia un'assurdità che l'insopprimibile struttura della realtà possa consustanziarsi in entità così variegatamente grottesche, seppur animate dalla volontà di volersi dare una certa importanza (e forse proprio per questo).

mercoledì 5 febbraio 2014

La volgarità dei grillini è pari solo alla strafottente inettitudine di tutti gli altri. Agli amici che intendono questo come il momento buono per la rivoluzione dico che, lungi dal cavalcare la storia, siamo piuttosto sempre cavalcati, a pecorina (credere di avere una qualsiasi presa sulla realtà, il libero arbitrio, la volontà, mi fa una tenerezza... ). Sto leggendo due libri interessanti, La danza dei fotoni di Anton Zeilinger e La realtà non è come appare (la struttura elementare delle cose) di Carlo Rovelli, edito da una collana diretta dal vostro Giulio Giorello, della parrocchia laicista, tanto perché non pensiate che mi stia dando al misticismo quantico. E' comunque buona regola evitare di sublimare la frustrazione personale in un movimento politico. E con questo è tutto che ho già sottratto troppo tempo al sonno.