Cosa si evince dal mio attuale momento schopenhaueriano: l'idea che la vita ci è nemica, che i sentimenti ci ingannano, che malgrado l'enorme importanza che diamo alle passioni esse si risolvono essenzialmente in suggestioni passeggere, proporzionalmente alla loro intensità. Anzi, proprio le passioni sono la cagione principale della nostra riduzione a meri strumenti della riproduzione della specie, e tutta quanta l'apologetica della vita, che sia di scuola cristiana o relativista, si riduce a un nulla, a produzione teatrale ad usum morituri. Su questo piena sintonia con il mio amico Arturo. Troppo duro? No. Perché poi mi scrivono i padri di famiglia e mi fanno due scatole così: state tranquilli, che pure io occasionalmente mi diverto a fare lo zio, abbiate solo la finezza di capirmi (ma pure se non mi capite fa lo stesso, mica mi offendo).
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