venerdì 14 ottobre 2022

Come imparammo ad amare la bomba

Delle cose più presenti nella storia e delle quali si crede che ormai siano state definitivamente superate, c'è in primo luogo l'opera di persuasione che sempre accompagna l'appoggio a una battaglia o a una guerra. Assistiamo quotidianamente allo spettacolo del mansueto occidentale che si trasforma di colpo in accanito guerrafondaio, arrivando anche a propugnare l'uso preventivo della bomba atomica. L'opzione atomica è diventata argomento da salottino televisivo, menzionata en passant da tiratissime signore in tacchi a spillo, fra un aggiornamento delle notizie sportive e l'altro. Questa banalizzazione dell'opzione nucleare, ridotta a funzione del telefono, è assai pericolosa. Ci sono persone, qui, nell'occidente avanzato, che ieri condannavano con tutte le loro forze lo strapotere delle lobby americane delle armi, e oggi teorizzano con la stessa veemenza l'uso della bomba. Gelosi della disinvoltura russa in tema di propaganda, noi gli andiamo appresso ("ci sono degli automatismi, scattano le procedure di rappresaglia"). Questo è esattamente il meccanismo che ci ha trascinato in passato in tutte le guerre mondiali, perché una guerra, quando la si comincia a rendere buona e giusta, è giunta già al suo punto ideale di maturazione, non resta che spiccarla dall'albero.

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