mercoledì 3 agosto 2022

Negligenza nell'esercizio della virtù

Non solo dovremmo guardarci dalla manifesta crudeltà dei cattivi, ma anche dalla più insidiosa crudeltà dei buoni che operano per il nostro bene con una solerzia ugualmente prepotente e oppressiva. Il mondo trabocca di questa brava gente, originariamente perlopiù gente di chiesa, retrograda e conservatrice, poi successivamente laica e progressista, a riconferma del fatto che anche Gesù era socialista. La loro bontà è un problema perché elevata al rango di giustizia e quindi esercitata senza scrupoli, perché completamente assolta. Più che un mondo suddiviso in buoni e cattivi ne vedo uno sempre più popolato da tanti piccoli inquisitori e moralisti da remoto, che per proprietà transitiva te li ritrovi anche sul treno, o dal barbiere, o in pizzeria, che a scansarli si fa sempre più fatica; forse una soluzione sarebbe vivere nascosti, come gli epicurei, a costo di farsi dare degli accidiosi ("accidia: la negligenza nell'esercizio della virtù necessaria alla santificazione dell'anima").

5 commenti:

  1. Sì, mi ricordo ancora, era il dicembre del 2018 e stavo traslocando da Pisa, per tornare in Brianza. Facendo ordine trovai diverse pubblicazioni stampate, che decisi di buttare nel cassonetto interrato della carta. Nell'operazione mi vide un uomo, accompagnato dalla moglie/compagna/fidanzata e si premurò di fare la battutina "eh, disboschiamo le foreste". Subito la compagna lo rimbrottò e io non feci nulla, se non lanciargli un'occhiataccia. Io so che sul letto di morte ancora mi rammaricherò di non averlo preso e avergli frantumato il cranio sul cassonetto metallico e non avergli estratto il pancreas in modo da usare i suoi stessi enzimi proteolici per rendere irriconoscibile il suo volto. D'altra parte in Italia le forze dell'ordine hanno il monopolio della violenza e questa è la vera ragione per cui il povero nigeriano ammazzato a mani nude non poteva essere aiutato. Perché l'intervento di un uomo non addestrato all'autodifesa, cioè incapace di immobilizzare l'aggressore senza arrecargli danno, avrebbe avuto solo due esiti possibili, entrambi nefasti per il soccorritore. Il soccorritore avrebbe potuto essere a sua volta aggredito avendo la peggio oppure il soccorritore avrebbe fatto del male (anche molto male) all'aggressore. Nel secondo caso non sarebbe mancato l'intervento della zelante magistratura, che (per atto dovuto, ci mancherebbe, mica sono gente cattiva) avrebbe aperto provvedimento giudiziario a suo carico e nella migliore delle ipotesi avrebbe speso tempo e denaro per far fronte a quella rogna. Quindi no, non potevo idrolizzare la faccia del rompicoglioni e non posso rimproverarmi per non averlo fatto.

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  2. Concordo, hai fatto un sunto della storia dell'Ulivo: completamente assolta perché si ricollega a quel razzismo da moralità superiore che non permette l'autocritica e l'autoanalisi, non permette satira.

    'da remoto' lo puoi interpretare anche come flusso temporale: il compianto Scalfari, da giovane caporedattore fascista scrisse un decalogo sul dovere del buon giornale, disse espressamente che bisognava sostituirsi alla magistratura per fustigare i partiti... era la stagione di tangentopoli.
    infatti quelli che trovi in treno, in pizzeria e dal barbiere non nascono dal nulla, hanno avuto dei maestri remoti. Condannare quindi gli allievi e non i cattivi maestri, la mamma, sarebbe forse vigliaccheria inutile

    un casino

    Dovremmo guardarci anche dai cattivi buoni, sarebbe un dovere, ma nel momento in cui lo facessimo verremmo meno alla negligenza e ci sentiremmo già santi.

    MB

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  3. L'invenzione del politicamente corretto è l'espressione più evidente dei moralisti da remoto. La codificazione legale dei comportamenti evidenzia l'incapacità di vivere insieme e trasforma la delazione in un segno di civiltà.

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  4. A sua volta anche l'invenzione della corretta civiltà è l'espressione più evidente di moralisti da remoto. Sono moralisti che accusano moralisti, nulla di nuovo: è sempre lo stesso uomo nella stessa epoca. Anche perché nessun intellettuale onesto attribuirebbe l'invenzione del politicamente corretto al remoto che semmai funziona da eco di una civiltà passata, è piuttosto il moralismo che in passato ne ha combinate di tutti i colori, ha fatto scelte di cui non vuole prendersi la responsabilità, e oggi vorrebbe pulirsi la coscienza attribuendo al remoto. Ma anche questo non è nuovo.

    L'incapacità di codificare regole comuni conduce al progressivo settarismo delle comunità e comunità remote, unite più dalla paranoia e paura del pericolo e del complotto (o della delazione appunto in questo caso). Come emerge dai più recenti studi.

    Ora io non so se ciò dipenda dall'età: in effetti è una popolazione anziana che si affaccia al remoto, come gruppi di umarel che guardano i lavori e danno consigli ai muratori e sentenziano.

    ma so che il grande remoto è nato con l'idea opposta e felice, positiva e propositiva: unire remoti locali, remoto di remoti, e poi metaremoti. Era un'idea di intellettuali illuminati e che probabilmente altri intellettuali non sono in grado di comprendere, e forse non comprenderanno mai, utilizzando il remoto come vecchio televisore della Democrazia Cristiana per educare alla vera civiltà.

    Questione di tempo, di tempi. Ma non credo ci sia una verità assoluta.

    MB

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