"Anno del signore 1269, guidati da Sigieri di Brabante imperversano a Parigi gli averroisti radicali che promuovono una versione estremizzata del pensiero di Aristotele: egli è quella autorità che sotto certi aspetti può contraddire perfino le Sacre Scritture. Contro di loro muovono le agguerrite truppe neoplatoniche di indirizzo agostiniano per cui la verità sgorga dal profondo del cuore. Le posizioni sono inconciliabili. Dopo stretto giro di consultazioni con il Signore che tutto il Creato infonde del suo amore, Sigieri viene raggiunto dalle prime scomuniche e per scampare all'inquisizione fugge ad Orvieto dove è riunita la corte papale che spera in qualche modo di ammansire. La giustizia divina è però inflessibile e gli cala sul capo per mano del suo segretario, il quale, impazzito d'un tratto, lo pugnala a morte. E' in questo clima di concordia e di raccoglimento spirituale che opera a Parigi Tommaso dei conti d'Aquino al suo secondo mandato in qualità di maestro reggente di teologia."
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