martedì 28 novembre 2023

"reinfetazioni" fantasmatiche

Letta un'intervista a Recalcati su Avvenire che al di là del solito compiaciuto birignao (gergo) psicoanalitico ci mette sulla buona strada per comprendere il fenomeno del bravo ragazzo che si trasforma in assassino per l'impossibilità di affrontare il proprio fallimento, lo dico mettendo da parte il mio naturale fastidio per Recalcati e riconoscedogli un discorso sensato sebbene il narcisismo anche in lui scorra potente e sia ormai sulla buona strada per trasformarsi nel nuovo Alberoni, cioè il professore che ci insegna nientepopodimeno che l'amore riducendo la disciplina a una sorta di "posta del cuore".

È sulle ceneri del patriarcato, dice il professore, non sul patriarcato stesso che nasce il problema: "La cultura maschilista, come figlia naturale dell’ideologia del patriarcato, non è più in una posizione dominante". Poi arriva la parte che mi piace di più, che fa un tutt'uno con la parte che mi piace di meno: "La cultura del successo individuale e del principio di prestazione rende, infatti, difficile l’elaborazione del fallimento e dello scacco e stimola la nascita di rapporti rifugio, adesivi, simbiotici, di nicchie narcisistiche separate dal mondo, delle specie di “reinfetazioni” fantasmatiche, riparo da una realtà precaria, minacciosa, spaesante...". A quel "reinfetazioni" io già mi sento mancare, seguite da quel "fantasmatiche" che il professore usa sovente come le famose due gocce di Chanel N. 5.

Mi viene allora da pensare che il professor Recalcati abbia trovato pure lui la sua personale cura al proprio naturale narcisismo facendo dell'esposizione mediatica la sua nicchia, non più separata dal mondo. È proprio questo il carattere dei tempi moderni: che tutto il mondo è diventato la nicchia narcisistica di personalità narcisistiche che si sentono così naturalmente libere di esercitare il proprio narcisismo assumendolo a norma: i cosiddetti "sani" sono quelli che assumono il mondo come propria nicchia narcisistica. Ma tant'è, considerate questo sfogo come una concessione al mio, di narcisismo.

2 commenti:

  1. You made my day, Mr. Palis. Insuperabile.

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  2. ma perché, c'è mai stata (e ci potrebbe essere) una cultura
    dell'insuccesso individuale e della mancanza di prestazione
    ? Il fatto è che fino a qualche decennio fa gli intellettuali quando
    dovevano esprimersi su certi temi scrivevano un libro o un articolo
    di giornale, adesso rilasciano un'intervista, che poi finisce in rete. È ovviamente dicono corbellerie o banalità assolute. Non che prima non ne dicessero, ma, essendo intellettuali, riuscivano a dirle in modo non così manifesto.Tra i tanti effetti negativi di un meccanismo
    c'è pure quello di sollecitare il nostro di narcisismo; siamo infatti fatalmente portati a pensare di essere più intelligenti e più preparati dell'intellettuale di turno. Non c'è niente da fare, internet ci ha fregati, l'unico reale beneficio che ha portato sono i siti di incontri.

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