Leggevo la storia della fondazione del moderno stato di Israele e vedevo come tutte le cose siano state fatte nel modo più storto possibile, sì da ingenerare scientemente il più grande casino mondiale possibile. Ai tempi del protettorato inglese già le due fazioni si erano organizzate per aversi in odio nel modo più accurato e preciso: popolo arabo e popolo ebraico, fondazione teologica del diritto: questioni di sangue, figlio prediletto e figlio di schiava: Isacco e Ismaele. Irredentisti sionisti mettono una bomba al quartier generale britannico: 91 morti, 41 feriti: a morte l'occupante. L'Onu interviene col suo accuratissimo piano di pace: versata una tazza di caffè sulla mappa, le chiazze scure agli israeliani, quelle chiare ai palestinesi. 14 maggio 1948: dichiarazione unilaterale della nascita dello Stato di Israele: c ripigliamm chell ch'è o nuost. Gli inglesi levano le tende (Ponzio Pilato). Egitto, Siria, Libano e Giordania attaccano il neonato stato israeliano: a morte Israele! Davide contro Golia: le forze arabe arretrano, Israele si prende la Galilea: 711,000 profughi palestinesi. Fin dall'antichità gli Ebrei della Giudea nutrivano disprezzo per gli abitanti della Galilea, galilei terroni: confondevano le lettere ajin e aleph, per questo ai Galilei non era permesso leggere le preghiere pubbliche in Giudea (fonte). Passione per lo sbudellamento così ben testimoniata dai testi sacri, a brigante, brigante e mezzo: occhio per occhio dente per dente fino all'ultimo pelo del naso, regolamento di conti di conti che non tornano mai.
in così poche righe non avrei potuto sintetizzare meglio.
RispondiEliminaun unico appunto se di appunto si può parlare:
parlare modernamente di "popolo" ebraico è una forzatura, e del resto va detto che, a parte poche migliaia di sefarditi arrivati dopo il 1492, di ebrei in Palestina non ce n'erano da quasi 2000 anni. dunque i conti tornano, ma dipende come si fanno.
il programma sionista punta alla "Grande Israele", senza semiti arabi, se non in posizione di manodopera.
Emergerà, con palmare chiarezza, un doppio processo, di espulsione degli arabi e di insediamento degli ebrei. Un processo che ha costretto un’intera comunità, la quale traeva le specifiche condizioni e le particolari forme della propria esistenza sociale da un radicamento antico quanto duraturo e continuato nel tempo sul suolo e nello spazio palestinese, ad assumere, dapprima l’eredità negativa di una “storia”, quella dell’antisemitismo europeo (dalle persecuzioni medievali ai pogrom zaristi e al genocidio nazista, passando per l’affare Dreyfus), poi quella di sempre maggiori insediamenti illegali secondo il programma sionista, che fu fin dall’inizio un programma colonialista.
https://diciottobrumaio.blogspot.com/2023/10/le-origini-della-questione-palestinese.html#more
Una soluzione al problema palestinese ci sarebbe. Ci vuole tempo ma funziona.Nel 1870 esisteva a Fort Marion in Florida una prigione per gli indiani nativi che rifiutavano di integrarsi. Si cominciò con l'obbligare i natvi a indossare le uniformi dell'esercito USA. Poco dopo in Pennsylvania fu fondata la Carlisle Indian Industrial School dove i ragazzi dovevano indossare le uniformi e le ragazze abiti di stile vittoriano. Era rigorosamente proibito ogni indumento diverso e ogni lingua diversa dall'inglese e ogni religione diversa da quella cristiana. I nuovi padroni del territorio erano animati dalle migliori intenzioni. Come disse Richard Henry Pratt, leader del programma scolastico, lo scopo non era quello di eliminare fisicamente gli indiani ma solo la loro identità:" All the Indian there is in the race should be dead. Kill the Indian in him, and save the man". Forse Netanyahu non ha studiato abbastanza la storia americana.
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