lunedì 1 luglio 2024

Appunti nietzschiani: Lo Spirito della Tragedia

Se non ora, quando? Era questo il momento di riprendere Nietzsche attingendo dall'originale invece di farselo spiegare sempre per interposta persona. Ho portato a termine la lettura de La Nascita della Tragedia e mi sono talmente immerso nell'esperienza estetica, immerso nel clima del romanticismo tedesco, che pur con questo caldo mi è spuntata una redingote e tuttavia anche un chitone corto al ginocchio, alla moda di Odisseo. In questo libro è il giovane professore universitario Nietzsche che scrive con lo sguardo rivolto a Wagner e a Schopenhauer, la tesi è che la bella tragedia attica di Eschilo e Sofocle emerga dallo spirito musicale di Dioniso mediato dal necessario contrappunto logico-formale dell'apollineo. Dionisiaca è dunque la pura intuizione artistica, l'infinita forza vitale da cui tutto sgorga in grado di mettere in relazione l'individuo con il Tutto (in pratica la Volontà di Schopenhauer), apollineo è il moto intellettuale che racchiude quell'infinito nella bella forma codificata. Ma ahimè, a un certo punto giunge un corruttore, un distruttore di quell'eccellente equilibrio, il suo nome è Socrate.

"il prototipo dell'ottimismo teorico che, con la menzionata fede nell'attingibilità della natura delle cose, concede al sapere e alla conoscenza la forza di una medicina universale e vede nell'errore il male in sé." "Perfino i fatti morali più sublimi, i moti della compassione, dell'abnegazione, dell'eroismo [...] derivano secondo Socrate e i suoi seguaci o simpatizzanti fino ad oggi, dalla dialettica del sapere, e sono considerati in conformità come apprendibili." 

Quella di Socrate è dunque la corruzione dell'intellettualismo che limita la disposizione alla grandezza, un superficiale richiamo alla ragionevolezza che opera in nome del principio morale e moralizzatore, l'eruditismo ottimistico contrapposto alla conoscenza tragica vissuta sulla pelle dal greco antico.

Qui Nietzsche, egli stesso ottimista, non nasconde però la sua speranza che il vero spirito tedesco si stia infine risvegliando, incorrotto nella sua grandezza e portatore di antichi miti, per mezzo della musica di Wagner, e che essa possa spazzare via tutto il socratismo della vita moderna, speranza vana e come vedremo destinata ad essere disillusa (rottura con Wagner nel frattempo convertitosi al cristianesimo, ennesima emanazione del socratismo).

[continua]

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