Per rilassarmi ho disegnato una 127. Non sapevo che l'avesse disegnata Pio Manzù, morto trentenne in un incidente d'auto proprio mentre si recava a Torino alla presentazione del modellino (guidava la 500 della moglie, forse un colpo di sonno), figlio dello scultore Giacomo Manzù, al secolo Giacomo Manzoni. Ne ho trovata una verdina, l'unica ritraibile, sulla pagina Wikipedia. Chissà perché negli anni '70 andavano di moda i colori diarroici, verde, verdino marcio, marrone, marroncino, forse per via di un rinnovato interesse per la natura. Il lamierino ondulato, la coda quasi tronca (per la precisione "fastback"), i paraurti cromati, le sagomature smussate alla maniera dei posacenere Olivetti, pura poesia. Io giudico le macchine dal loro aspetto, a guidarle non sono capace, una Prinz vale per me più di un Porsche Cayenne. Magari la prossima sarà proprio una Prinz, o una Lamborghini Espada del '69.
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