Esistere, con il significato di ex-sistere, stare, portarsi al di fuori della permanenza, Emanuele Severino avrebbe qui gioco facile nel dire che tutto il mondo si fonda su un equivoco ontologico che si riflette sul linguaggio: la convinzione di non essere, del non essere più, di essere in balia della possibilità del non essere. Direbbe che la convinzione sbagliata di essere destinati all'annullamento è la nevrosi che produce la violenza, la violenza che sublima in volontà di potenza che si crede potente: ma è potenza impotente. Anche "produrre" è una parola chiave del nichilismo: pro-ducere, portare avanti, condurre fuori, dalla condizione del non-essere a quella dell'essere: l'occidentali's karma è il destino di pensarsi un niente, l'occidente, la terra dell'occaso, del tramonto dell'essere. (occaso, dal lat. occasus -us, da occasum, supino di occidĕre, der. di cadĕre ‘cadere’, col pref. ob- ‘di fronte’, il sole che ci cade di fronte, il sole che muore •sec. XIV).
"Verso dove? Verso le terre dell'occaso. L'occaso si troverà".
III (Proteo), Ulisse
Per altri versi mi ricordi Cacciari
RispondiEliminaPensa, io non ho mai capito che cosa dice: vorrà dire che anch'io sono incomprensibile?
Elimina