Non solo tutto è ormai capitalismo, ma siamo anche immersi in rapporti necessari di condizionamento che vanno ben al di là del condizionamento ormai pervasivo del mercato. Possiamo ben pensare di vincere il capitalismo, solo che anche qualora lo si riesca a vincere nessuna libertà verrà ristabilita, perché la libertà, semplicemente, non esiste. La libertà è un volere, per dirla cartesianamente, che conduce all'errore:
"Quando il pensiero è evidente, chiaro e distinto, è talmente vero che non può sbagliare; ma se c'è un errore, ciò dipende dalla volontà, un elemento estraneo al pensiero, che ci ha spinto a dare il nostro assenso ad un'idea che non era evidente ma confusa."
Non c'è idea più confusa della libertà, eppure tutti vogliono che esista, ma non c'è cosa più chiara, distinta ed evidente di questa verità: che la libertà non esiste.
Non c'è idea più confusa della libertà. Hai ragione. Per esempio sul fatto che la libertà non esista.
RispondiEliminaLa libertà esiste, eccome! La prima forma di libertà è la libertà dal bisogno. Le altre libertà seguono come l’intendenza. O quasi. Più sono le persone liberate dal bisogno e più aumenta lo stato di libertà in generale. È un fatto storico, non invenzione. Infatti, nei momenti di grave crisi economica, i pericoli per le libertà diventano maggiori. Ovvio che vi siano delle eccezioni, come in tutte le regole.
No, non esiste la libertà, è un fenomeno ottico, come la fata morgana.
EliminaAmmetterai che è difficile resistere alla Morgana...
EliminaNom sono d'accordo, la libertà esiste. Per esempio, senza conseguenze penali posso spegnere la TV ogni volta che sento ripetere il nome Giorgia. Voglio aggiungere che a volte mi sembra che i filosofi provino piacere a rovinarci la digestione. Fra poco ci diranno che non esiste neanche la felicità. Ma allora l'inverno con il caminetto acceso, la primavera quando puoi dormire sul prato pieno di fiori gialli, l'estate "a l'ombre des jeunes filles en fleur", l'autunno e la caccia ai funghi porcini, l'entusiasmo del tuo cane che si rotola nel piacere di vederti tornare a casa, l'estasi e l'odore del ragù della nonna, l'esistenza di Dio e la minigonna, i quattro minuti dell'Ave Verum Corpus di Mozart, i cinque minuti del monologo del caffè di Eduardo De Filippo, i trenta secondi che ci mette una bambina di cinque anni a spiegarti come si manda una foto col cellulare. Insomma oltre a Schopenhauer c'è anche Leibniz.
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