venerdì 1 gennaio 2016

«La mente viene prima»

Stavo cominciando a portarmi avanti con la grande sapienza orientale, perché ho messo in conto che già da quest'anno mi servirà parecchio distacco dalle cose del mondo per resistere all'urto della vita, quando ho incrociato questo pensiero luminoso del Buddha, il risvegliato: «La mente determina le condizioni della vita. La mente viene prima. Dà forma alle condizioni esterne. Se qualcuno parla e agisce con mente impura, la sofferenza lo segue come la ruota del carro segue i buoi» (in realtà non è il Buddha a dirlo, dev'essere scritto in uno di quei libri impronunciabili che finiscono per "-pada", "-tara" o per "-sutra"). Anche lo stoicismo, che del pensiero orientale è debitore, usa la metafora del cane legato al carro per illustrare il rapporto che sussiste fra l'uomo e il suo destino. Che "la mente viene prima" mi trova da sempre d'accordo. Non solo, dunque, "il carattere di un uomo è il suo destino", ma ognuno è il suo proprio conflitto, il quale dà forma a ciò che pensa e che vive. E qui c'è un'altra cosa interessante da dire, e cioè che per quell'altro genere di "risvegliati" che sono i marxisti, il problema è inverso. Non si tratta di cambiare la mente per cambiare la realtà, ma di cambiare la realtà per cambiare le coscienze, illudendosi così di risolvere i conflitti (ma il conflitto è interiore e irriducibile, non basta liberare l'uomo dal bisogno materiale quando il bisogno è prima di tutto psichico e immateriale). I marxisti, insomma, fanno dell'utopia il loro feticcio e così si lasciano avvolgere dalle suggestioni e dai sentimentalismi. Personalmente ho sempre pensato invece che il lavoro su se stessi sia prioritario, che se uno pensa male, già si mette nelle condizioni di fare disastri. Buon anno.

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