«Battersi per i gay non serve alla lotta di classe», dice il filosofo marxista Diego Fusaro, "Del resto, non si capisce perché un omosessuale disoccupato o precario
dovrebbe lottare insieme (e sentirsi affratellato) con un omosessuale
miliardario o broker finanziario”. Va bene, allora facciamo due distinte lotte di classe: una fra eterosessuali e omosessuali poveri, l'altra fra eterosessuali e omosessuali ricchi. Fa notare Luca Mastrantonio sul Corriere* che in fatto di stepchild adoption Carlo Marx era più ferrato del nostro filosofo marxista (l'originale è superiore alle copie): avuto un figlio dalla sua governante, Helene Demuth*, che dormiva nel suo studiolo, Marx per timore dello scandalo (scandalo invero tutto borghese) chiese al factotum Engels di attribuirsene la paternità. In seguito il figlio fu dato in adozione ad una terza famiglia, e solo alla morte Engels lasciò detto che Frederick Demuth era il figlio di Marx. Il Marx antiborghese che cade nella trappola della classica ipocrisia da borghesuccio piccolo piccolo.
Cosa penso dunque della stepchild adoption? Al netto del fatto che personalmente non metterei al mondo figli, alla fine la differenza non la fa il "come nasci", ma il "come cresci", e con questo depotenziamo anche tutto lo sfinimento ideologico che ammorba il dibattito sull'utero in affitto.
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