Non è per tutti la via orientale alla serenità, l'occidentale, che in questo caso è un po' facilone, di solito reagisce alla tristezza rilanciando, desiderando ancora di più, sempre più intensamente. E' roba da cocainomani, da catafratti, da priapisti. La via orientale è adatta a gente come me, depressa già all'origine, cui la continua reiterazione del desiderio finisce solo per cagionare noia, spossatezza, desolazione. A me annoia tutto, per costituzione, ho bisogno di piaceri più sottili perché l'organismo rilasci le sue endorfine. Quando leggo del Buddha, il risvegliato, che preso dall'entusiasmo - un entusiasmo invero tutto orientale - aveva inteso di rivolgersi all'intera umanità, be', dico: fiducioso il nostro! (ma essendo noi, al confronto, tutt'al più illuminati dal tremolante chiarore di lumicini cimiteriali, non possiamo intendere, non possiamo comprendere). Per esempio è un peccato che io non sia portato per la matematica, i problemi fondamentali della fisica mi affascinano, ma senza numeri è come parlare del mare senza mai avervi messo piede. Certo mi resta la filosofia, che se non altro ha il merito di non venirmi mai a noia talmente è vasta e disposta a strati, come le torte nuziali, che fuori hanno la glassa e dentro il pan di spagna inzuppato nell'alchermes. Bon appétit.
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