Parliamo di cose leggere. Quando sono triste per autoripararmi mi rifugio nella nostalgia, e allora ho ripreso in mano il primo libro che lessi a 15 anni, Cronache della Galassia di Asimov. Si tratta del primo libro del ciclo della Fondazione, vera pietra miliare della fantascienza. In realtà si tratta di un grande romanzo storico ricalcato in parte sulle vicende della caduta dell'impero romano e in parte sull'ascesa del nazismo, la fantascienza è solo un pretesto. Saltano subito all'occhio le analogie con la saga di Star Wars: il grande impero galattico, le trame politiche, la capitale Trantor presa a modello per Coruscant, il Mulo nella parte di Dart Fener, gli psicostoriografi in quella degli Jedi. Tutto gradevolissimo, compresa qualche tenera ingenuità, come per esempio l'uso dei microfilm nell'era dei viaggi iperspaziali e lo smodato consumo di sigari vegani (cioè di Vega). Ma la cosa più interessante è l'idea della psicostoriografia, roba che Auguste Comte ne sarebbe uscito pazzo. Una scienza che studia il comportamento delle masse attraverso algoritmi matematici ed è in grado di predire il futuro con la precisione della fisica. Tant'è che Hari Seldon, il fondatore della disciplina, apparirà all'umanità ad intervalli regolari per mezzo di messaggi olografici registrati in vita, e le predizioni risulteranno quasi sempre azzeccate. Ma il destino dell'umanità viene sconvolto dall'apparizione del Mulo, personaggio clownesco dotato però di poteri psichici che gli permetteranno di conquistare la galassia. Chiaro qui il riferimento a Hitler (Asimov era ebreo) e appunto l'assonanza con la figura di Dart Fener, capace di condizionare la mente di chi gli sta di fronte. Il Mulo è dunque la bizzarria individuale, il caso speciale che irrompe nel determinismo storico della psicostoria e ne fa saltare i piani. Asimov scrisse i primi tre libri negli anni quaranta, solo negli anni ottanta aggiunse i sequel e i prequel (esattamente come per Guerre Stellari), fino a ricongiungere le vicende della Fondazione con la linea temporale dei robot (altro tema caro a Asimov), così da formare un universo unico e solidale. E' bello ritrovare i vecchi amici. (spero che questo mio omaggio possa risultare gradito a qualche appassionato di passaggio).
graditissima. anch'io la lessi a 15 anni, in una notte su un traghetto (che l'avessi saputo prima avrei preso passaggio ponte e risparmiato dieci o dodicimilalire di cuccetta - si è stato tanto tempoa fa).
RispondiEliminala mia battuta preferita la dice il Mulo - va a fini' che so' nazista pure io - appena preso il potere: "io v'ho sopportato trent'anni, adesso tocca a voi; facciamo un po' per uno".
cazzo, ancora oggi che sono un vecchio relitto e fallito aspirante stoico ancora sogno di avere l'occasione di dirla...