lunedì 31 agosto 2015

Olocausto!

Ho sentito che qualcuno avrebbe definito l'attuale dramma dell'immigrazione come un olocausto (a sentire radio radicale sarebbe una trovata di Pannella), e allora io dico: che c'entra l'olocausto, che c'azzecca? Siamo piuttosto alla tratta di esseri umani, ma olocausto non mi pare proprio (già siamo un popolo suggestionabile oltre misura). Olocausto sarebbe qui da intendere come sterminio programmato di un popolo, le stive delle navi come rivisitazione delle camere a gas. Piuttosto forzato. Diverso sarebbe appunto paragonare il dramma dell'immigrazione alla tratta degli schiavi, allora lì saremmo più vicini alla verità, ma spararle grosse tanto per épater le bourgeois non mi pare il caso, diciamo le cose come stanno, sennò facciamo a inseguire specularmente Salvini nella gara a spararle più grosse, dico bene?

2 commenti:

  1. Non benissimo o completamente benissimo, stavolta (ovviamente a mio avvisto e ci aggiungo subito anche modesto). Qualsiasi comparazione tra eventi storici sarà sempre difettosa, perché abbiamo due figure geometriche (fatto primo e fatto secondo) che non stanno ferme, si muovono in continuazione, e non le puoi sovrapporle perfettamente perché, oltretutto, il tentativo di sovrapporle fa cambiare la forma dell'una e dell'altra. Dipende insomma sempre un po' da quale lato ti sei posizionato per provare a vedere SE le due figure sembrano arrivare a congiungersi. E chi parla di Olocausto a proposito di quanto sta avvenendo è adesso in un angolo che non è meno implausibile dell'angolo nel quale ti sei messo tu parlando di schiavismo o di tratta degli schiavi. Siamo comunque davanti alla stessa nientificazione (Vernichtung, mi ci scappa la parolina tedesca tradotta alla cazzo di Heidegger) dell'essere umano che una volta è sadicamente appeso a un gancio e fatto morire a frustate, un'altra volta è legato in fondo alla stiva di una nave per poi essere venduto come un sacco di patate, e un'altra volta è un bimbo che ti sfugge di mano perché su una barca non ci si può stare tutti.

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    1. Io continuo a vederci più tratta di esseri umani, la quale non è meno grave, per intenderci.

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