giovedì 9 aprile 2020

Vita prima del covid, memorie (I)

Prima della grande pestilenza, quando la gente ancora usciva e te lo faceva pesare, come fosse quella la salute, la certificazione di sana e robusta costituzione fisica e mentale, già io me ne stavo in casa, uscivo ogni tanto e principalmente per godermi il paesaggio, perché vivevo in una bella città, con un bel lago, facevo il turista, non uscivo per andare in giro con gli amici, sempre avuti pochi di amici, il minimo indispensabile. Bisognava davvero essere in pace con se stessi per andare in giro da soli senza sentirsi in colpa, senza uno scopo o qualcosa da fare, uscire semplicemente per il gusto di uscire, osservare il mondo e le cose come in un acquario, o un documentario sulla vita dei terrestri.

La viabilità urbana, a quei tempi, era regolata dalla luce dei semafori: luce rossa non si passa, luce verde via libera, è consentito attraversare. Semaforo nel linguaggio degli etimi significa portatore di segni, allo stesso modo in cui il tedoforo è portatore di fiaccola. Come fu possibile che gli uomini accettassero di farsi dare ordini da una cosa inanimata, così ottusamente automatizzata, è presto detto: a passare col rosso si avevano buone possibilità di venire falciati, e non da una, ma da un gran numero di auto che sfrecciavano perpendicolarmente al moto dei pedoni, in modo da centrarli per bene e farli piroettare tre o quattro volte in aria, all'occorrenza, con perdita praticamente certa della vita. Del resto i pedoni non avrebbero mai accettato in cuor loro altra autorità che la forza bruta dell'acciaio e dei cavalli motore. Alcuni di loro, infatti, gli avanguardisti, avevano l'ardire di attraversare con il rosso giudicando ad occhio la distanza dei veicoli, qualcuno di loro ci rimaneva pure secco ma il gioco valeva comunque la candela: quale oltraggio più grande per l'amor proprio dell'homo erectus e sapiens sapiens dell'attesa del verde con la strada praticamente spianata davanti a sé? L'evoluzione comporta una quota di rischio che i rispettosi delle regole non si vogliono accollare contribuendo così a ritardare l'impetuosa avanzata del progresso. Ma sono questi dei grattacapi che oggi, se vogliamo, ci fanno anche un po' sorridere essendo stati scavalcati dalle ben note circostanze della storia.

2 commenti:

  1. Mister, lei è semplicemente un grande. Lepidezze e alta filosofia. Mi ginufletto davanti a cotanto acume. E godo (purché lei non mi passi dietro) ogni volta che la leggo.

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