lunedì 13 aprile 2020

Genesi II

E il settimo giorno Dio si riposò. Non che avesse bisogno di riposarsi data la sua natura infinita, avrebbe potuto creare altri diecimila mondi, e tutti perfettissimi, a un solo batter di ciglia. Non che Dio avesse le ciglia, Dio è l'occhio sempre aperto. E non che Dio fosse esausto, è una bestemmia. È per modo di dire. 


Quando il Signore Dio fece la terra e il cielo, nessun cespuglio campestre era sulla terra, nessuna erba campestre era spuntata, perché il Signore Dio non aveva fatto piovere sulla terra e nessuno lavorava il suolo. Allora Dio creò l'uomo specificatamente per lavorare il suolo. Avrebbe potuto creare un trattore, ma Dio creò l'uomo. Prese un po' di polvere, sbozzò una figura, soffiò nelle sue narici e l'uomo prese vita. Per lo stesso principio del Vicks Sinex la vita entrò nell'uomo per le narici. E anche le narici erano state create per quello scopo, perché la vita non avesse da entrare per altre vie.


E Dio piantò un giardino in Eden con piante e alberi da frutto, piante e alberi lì creò. E nel mezzo del giardino piantò l'albero della vita. Dio pose l'uomo a guardia del giardino con la sola raccomandazione di non mangiare i frutti dell'albero della conoscenza. Se Dio avesse voluto davvero che l'uomo non mangiasse i frutti dell'albero della conoscenza non avrebbe posto nel giardino dell'Eden l'albero della conoscenza, ma il Signore Iddio per l'uomo aveva altri piani.


E Dio volle dare un aiuto all'uomo che gli fosse simile. Allora Dio creò dalla polvere un gran numero di bestie e impose all'uomo di dare a ciascuna un nome. (in realtà si era detto che gli animali furono creati prima, ma va ben). Così l'uomo impose nomi a tutto il bestiame, a tutti gli uccelli del cielo e a tutte le bestie selvatiche. Verso la fine era un po' stanco e alla cassiopea diede il nome di medusa uovo fritto.


Ma l'uomo non trovò fra gli animali un aiuto che gli fosse simile, nemmeno fra le scimmie che pur avevano il pollice opponibile. Allora Dio fece scendere un torpore sull'uomo, gli cavò dal torace una costola e da quella plasmò una donna. Tipo MacGyver, ma più bravo. Quando l'uomo vide la donna non disse niente perché non era stato ancora creato l'appetito sessuale. Dio gli disse che avrebbe dovuto unirsi alla donna e lui rispose semplicemente "Ok". Erano nudi ma non se ne vergognavano, fornicavano ma non se ne accorgevano.


Ma fra tutte le bestie Dio ne aveva creata una veramente carogna: il serpente. Il serpente sibilò nell'orecchio della donna che se avessero mangiato il frutto dell'albero della conoscenza sarebbero entrambi diventati come Dio e avrebbero conosciuto la differenza fra il bene e il male. La donna, essendo stata appena creata, non si stupì affatto che il serpente potesse parlare, e per di più, pur non conoscendo ancora la differenza fra il bene e il male, decise di compiere deliberatamente il male. Una bella contraddizione. Ma così è scritto. Offerto dunque il frutto della conoscenza a suo marito, che era ancora più sfessato di lei, i due si misero davvero in un grosso guaio che ancora ne patiamo le conseguenze.


Continua…

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