L'eugenetica (il "nascere bene"), bisogna pur toccare anche questo tema, perché non ci nascondiamo dietro a un dito, noi. Se l'eugenetica è a fin di bene, cioè riguarda la salute del nascituro, nulla da eccepire, se l'eugenetica tocca invece altri aspetti, come il colore degli occhi e della pelle, be', allora difficile ribattere agli avversari, parrebbe proprio trattarsi di un capriccio. Il punto è che già da un po' non si nasce più alla cieca. Mia madre mi ricorda sempre che nacqui "bello e biondo come il figlio dei ricchi", poi col tempo mi sono scurito e ho perso quel bel colorito del pelo alla Trump, avrei preferito gli occhi chiari. Se il figlio lo progetti, cosa fai, non ti preoccupi che nasca sano? E' il minimo. Lascia stare gli scrupoli etici di chi invece lascerebbe fare al destino (che poi il "destino fa", sempre e comunque, ma questo è un altro discorso), di chi metterebbe al mondo un figlio sciancato perché così ha voluto il Signore. L'imbarazzo casomai irrompe quando vedi una coppia scegliere i tratti somatici su un catalogo, quando sceglie quelli caucasici invece degli aborigeni o africani (per esempio, quei due papà intervistati dalla Bignardi qualche tempo fa, se vi ricordate, raccontavano di essere rimasti un po' interdetti dal colore della pelle della figlia, che era uscita più scura del previsto, possibile?). Questo è certamente una questione che porta acqua al mulino dei tradizionalisti, ma tant'è, è un aspetto implicito alla pratica, te lo devi tenere così com'è, ai progressisti la decisione di minimizzarlo o con orgoglio rivendicarlo in nome della libertà individuale (dei genitori), e agli altri di indignarsi.
Non vedo il problema. Quando nasceremo tutti fighi, le sfilate di moda le faranno i cloni di Lino Banfi, usciti per errore. Perchè la bellezza è nella diversità, sezione aurea un paio di palle.
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