martedì 8 marzo 2016

Deus sive qualcosa

Dicevo, come fai a distinguere volontà di Dio da volontà dell'uomo? C'è quello che crede che la sua mano sia mossa dal Signore e c'è quello che non ci crede, prove tangibili a sostegno dell'uno o dell'altro non ce ne sono, appare un atto, questo è vero, ma non appare con chiarezza il mandante. Quando dico che sono agnostico non lo dico per posa o per mantenere una via di fuga in caso di necessità, è perché davvero non mi so decidere. In fondo, a noi che non siamo credenti, cosa interessa? Interessa negare il dio che si fa gli affari nostri attraverso la religione, quello che si fa gli affari suoi, il dio spinoziano o deista, può ben esistere senza che ce ne preoccupiamo troppo. Certo, l'ateo più convinto non può accettare nulla che inerisca anche lontanamente al concetto di superstizione, ma il dio deista, cioè il dio che rimanda alla perfezione delle leggi della natura, non ha nulla di superstizioso in sé, anzi, si lascia tranquillamente contemplare da Galileo come da Newton, non giudica e non vieta. Quando la questione è indecidibile, si diceva, prevale il senso pratico e cioè il comportamento più conveniente al momento, e a tutt'oggi a noi conviene credere ancora nel progresso, il quale non ha ancora esaurito del tutto la sua spinta, e il progresso di tutto ha bisogno fuorché di un dio che gli ponga dei limiti, ed è precisamente questo dio che neghiamo. Io, per esempio, mi sono formato sui libri di Severino, il quale nota come noi pensiamo a un determinato senso del divenire, e cioè che le cose escano dal nulla e tornino nel nulla, l'atteggiamento fondamentale della modernità post-metafisica sta tutto nella tecnica che promette di governare e dominare questo processo. Un dio che si metta di traverso, di conseguenza, pretendendo di porre dei limiti alla tecnica e a questo suo progetto di dominio, non può che venire contrastato con tutte le forze, e la tecnica, s'intende, ha un'enorme forza di persuasione, proprio perché è in grado di spostare le montagne e di incenerire intere città più del dio veterotestamentario. Detta in soldoni: è il dio che comanda che ci preoccupa, il Deus sive Natura ci lascia indifferenti, che esista o meno, come entità o come semplice espediente letterario.

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