sabato 29 agosto 2015

L'egemonia occasionale

Osservo per esempio con quanta solerzia e zelo alcuni si spendono per farci capire come sarebbe meglio se uscissimo dall'euro, come siamo in realtà servi volontari di una dittatura eurocratica che replica sotto forme diverse le stesse nefandezze del nazismo. Senonché questo "meglio" resta sempre qualcosa di opinabile, non risponde a leggi deterministiche perché rimane confinato nella sfera delle valutazioni soggettive. Se, e sottolineo "se", l'origine di ogni male, compreso l'infinito dramma dell'immigrazione, è la volontà di profitto illimitato che mai si placa e sempre si replica per mezzo di guerre economiche e finanziarie (che sarebbero poi alla base di quelle guerreggiate), resta da capire se sia possibile un mondo in cui sia legittimo negare agli uomini il desiderio di un arricchimento che non sia solo spirituale. Tutto sommato è solo questione di egemonia culturale, dicono, di fare opera di convincimento, di abituare gli uomini a modificare la percezione di ciò che ritengono meglio o peggio per se, cosicché tutto si riduce a chi urla più forte e i valori sono validi nella misura in cui riescono ad imporsi... altro che Gramsci, qui siamo dalle parti di Nietzche e della volontà di potenza. Per conto mio non ho problemi, nella futura società liberata sono sicuro che qualcuno provvederà alla bisogna omaggiandomi del denaro di cui avrò bisogno per vivere (siamo in una botte di ferro).

1 commento:

  1. Ogni tanto una visione ottimistica del futuro non guasta. Non è che poi la botte di ferro è irta di chiodi rivolti verso l'interno e si trova in precario equilibrio sul bordo di un dirupo. Non facciamo scherzi per favore.

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