Il nostro ecosistema artificiale si chiama civiltà, che come dice la parola stessa è la presunzione di vincere la natura chiudendosi entro le mura della città, dove si crea quella natura diversa che è la legge positiva contrapposta a quella naturale. Pur amando la vita di città, non mi illudo più di tener fuori dal computo la potenza della natura, e per potenza della natura intendo tutti gli aspetti che sfuggono alla presunzione di poterla dominare, compresa la presunzione, ormai tramutata in nevrastenia, di poter rimediare ai guasti del riscaldamento globale.
Io sono incivile: non vivo in città, La potenza della natura invade la mia vita, almeno dal punto di vista alimentare: in queste settimane sono quasi pronti finocchi, cicorie, spinaci, cavolfiori precoci, verza,, broccoli napoletani, broccoli calabresi, broccoli toscani, cicoria, bieta, spinaci e radicchio. Ma è una lotta senza quartiere contro le lumache.
RispondiEliminaNoi stiamo curando un barile di olive cosiddette ammaccate, un tentativo di raffinamento della natura che richiede molta pazienza.
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